“Le relazioni greco - albanesi durante la Seconda Guerra ... - Padis
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imputare all’Italia tutti i torti, facendo finta di ignorare le gravi colpe<br />
dell’Inghilterra, responsabile di una seco<strong>la</strong>re azione volta a scavare un<br />
fossato incolmabile fra Italia e Grecia: due nazioni che, invece, avrebbero<br />
avuto tutto l’interesse a col<strong>la</strong>borare e ad operare di comune accordo nel<br />
Mediterraneo.<br />
Nell’attacco l’Italia riuscì a reclutare circa 200‐250 volontari tra i rifugiati<br />
çami con il compito di compiere atti di sabotaggio 44 .<br />
Sfruttando il terreno montagnoso e <strong>la</strong> ma<strong>la</strong> organizzazione italiana le forze<br />
greche opposero una forte resistenza e a Novembre erano già passate al<br />
contrattacco. Il 22 Novembre le forze greche occuparono Korça, il 6<br />
Dicembre Saranda e l’8 Dicembre erano entrati a Gjirokastra 45 .<br />
L’atteggiamento dell’esercito <strong>greco</strong> nei territori <strong>albanesi</strong> questa volta non<br />
fu ostile come negli anni 1912‐1914 anche se atti di aggressione nei<br />
confronti del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione non sono mancati. In partico<strong>la</strong>re c’è stata una<br />
politica di distruzione da parte del<strong>la</strong> Grecia dei luoghi di culto <strong>albanesi</strong> sia<br />
le moschee che le chiese. Furono distrutte due chiese ortodosse a Rehova,<br />
le chiese di Selenica, Mileci, P<strong>la</strong>sa, Erseka, Boboshtica, Dardha, Kapshtica,<br />
Voscop, Turan, <strong>la</strong> Cattedrale di Korça e molte altre chiese nelle zone<br />
intorno Korça e Pogradec. Inoltre, le truppe greche distrussero anche le<br />
44 D.D.I., 1939‐1943, Nona Serie, vol. V, Roma, 1965, Doc. nr. 765, Jacomoni per il sottosegretario<br />
Benini 19 Ottobre 1940.<br />
45 Beqir Meta, Op cit. p.41<br />
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