“Le relazioni greco - albanesi durante la Seconda Guerra ... - Padis
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In vari settori come in quello del<strong>la</strong> giustizia, dell’istruzione pubblica, delle<br />
infrastrutture, dell’economia ecc, grazie al sostegno italiano il Paese era<br />
progredito e stava rinascendo. Il Re era riuscito ad avere il controllo sulle<br />
comunità religiose dei tre credi presenti in Albania mettendo il criterio<br />
del<strong>la</strong> nazionalità nelle nomine dei capi delle comunità religiose. “Anche se<br />
era figlio di genitori musulmani il Re era anti religioso...ma non ha mai<br />
impedito le religioni permettendo <strong>la</strong> libera professione di tutte le fedi ma<br />
cercando di istituzionalizzarle sulle base dell’interesse nazionale” 22 . Dopo<br />
questa testimonianza su una delle ragioni del<strong>la</strong> stabilità del<strong>la</strong> monarchia e<br />
il freno che il Re ha messo all’uso delle comunità religiose dai vicini contro<br />
gli interessi nazionali, è importante vedere i rapporti con l’Italia per capire<br />
e verificare l’esistenza del<strong>la</strong> soggettività dello stato albanese nel<strong>la</strong> guerra<br />
contro <strong>la</strong> Grecia. Il regime del<strong>la</strong> monarchia, nonostante il forte<br />
coinvolgimento dello stato italiano negli affari <strong>albanesi</strong>, aveva mantenuto<br />
una certa indipendenza di decisione e di giudizio. Ed era proprio questo<br />
desiderio di autonomia che ha in qualche maniera spinto l’Italia al<strong>la</strong> scelta<br />
dell’occupazione e non quel<strong>la</strong> di un accordo per raggiungere i propri scopi<br />
cioè usare il terreno albanese come terra di sbarco per occupare altri<br />
territori. Sostenitore dell’occupazione diretta dell’Albania era sicuramente<br />
Galeazzo Ciano, il quale ritieneva in questo modo di controbi<strong>la</strong>nciare<br />
l’espansione realizzata in poco tempo dai tedeschi e di poter meglio<br />
22 Giorgio Cansacchis, L’unione dell’Albania all’Italia, Roma, Athenaeum, 1940<br />
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