“Le relazioni greco - albanesi durante la Seconda Guerra ... - Padis

amici. Si frequentavano e salutavano con baci ed abbracci. In Ҫameria,
maggiormente popolata dagli albanesi ma anche da tanti greci, i saluti con
il bacio tra gli uomini erano segno di profonda stima ed amicizia. Eravamo
quasi tutti benestanti. È risaputo che i çami sono capaci di tirare fuori del
pane dalle pietre. Ci consideravano capaci ed onesti. La maggior parte di
loro lavorava nelle nostre terre. La Camuria era dei ciamuroti, finché…
“Sentivamo che qualcosa nell’aria stava cambiando. I nostri amici greci ci
frequentavano sempre meno. Da lontano ci mandavano saluti con la testa e
con gli occhi spaventati e pieni di pietà. Sembrava ci volessero dire che
erano impotenti”.
“Durante la Guerra avevo solo diciassette anni, scappammo di corsa
appena ci giunse voce che l’esercito si stava avvicinando – racconta Pembe
Rushiti. Mio padre era un imam, saremo sicuramente finiti in mano a dei
macellai. Alcuni dei nostri vicini greci aprirono le porte per farci
nascondere da loro ma il rischio era troppo alto. Eravamo terrorizzati. Mio
padre nascondeva nelle mutande il titolo di proprietà dei terreni e sapeva
che se l’avessero trovato insieme a noi, saremmo finiti tutti in cibo per le
formiche. Perciò andò avanti diversi metri e fece finta di non conoscerci.
Ricordo ancora la scena più agghiacciante della mia vita, erano in due, non
erano dell’esercito, o per lo meno non sembravano. C’era una donna da
sola ed era vestita di bianco, forse avevano ucciso suo marito (in segno di
lutto in Ҫameria si portava il velo bianco abolendo il nero). Ci eravamo
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