“Le relazioni greco - albanesi durante la Seconda Guerra ... - Padis

questioni devono essere trattate sulla base del diritto interno greco. Da
questo punto di vista si può parlare di una pulizia etnica e anche religiosa
ma non di genocidio. Ma ci sono anche esperti di diritto e di storia che
sostengono il contrario, uno di questi è l’avvocato Agim Tartari, secondo il
quale: “il problema dei çami è un problema complicato che fino ad oggi
non è stato studiato come si deve dal punto di vista giuridico. Si deve
tenere presente che un atto che si svolge con lo scopo di distruggere
interamente o parzialmente un gruppo nazionale, etnico, razziale o
religioso si chiama genocidio. L’uccisione di uomini, donne e bambini e
l’espulsione di massa dei çami dal loro paese non è stato altro che
genocidio, una pulizia totale dall’elemento albanese” 158 . L’avvocato Tartari
menziona anche una serie di cifre: secondo l’amministrazione generale
dell’Epiro nel 1938 in Ҫameria abitavano 17.311 “albanesi musulmani”.
Secondo l’autore greco Balciotis all’inizio degli anno ’40 i çami erano 21‐22
mila. Nel 1947 nella regione di Parga sono rimasti 113 çami e nel 1992 nel
comune di Thesprotia abitavano solo 44 çami. Secondo Tartari queste cifre
parlano da sole e non si può parlare di altro tranne che di genocidio.
Il fatto è che lo stato greco non ammette di aver collaborato con le forze
nazionaliste e finchè non c’è prova del coinvolgimento dello stato greco le
operazioni degli zervisti sono considerate come individuali poiché non
sono rappresentanti dello stato greco e possono essere prese in
158 Nazarko M, op cit. p 66
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