“Le relazioni greco - albanesi durante la Seconda Guerra ... - Padis
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concreti. Sanije Bo<strong>la</strong>ti a Paramithia è stata bruciata viva cosparsa di<br />
petrolio dopo averle muti<strong>la</strong>to i seni e gli occhi. Çili Popova da Popova<br />
vestito con l’uniforme militare insieme ad altri soldati è entrato nel<strong>la</strong> casa<br />
di Sulo Tari dove tenevano imprigionate oltre 40 donne, hanno scelto le<br />
ragazze più belle e le hanno violentate in una stanza del<strong>la</strong> casa. I corpi del<br />
mufti Hasan Abdul<strong>la</strong>h, Sali Muhedini, Abedin Bako, Muharrem Pronja<br />
avevano le dita, il naso, <strong>la</strong> lingua e gli arti muti<strong>la</strong>ti. Un abitante di<br />
Paramithia Estref Himi ha dato questa testimonianza: “martedi 27 giugno<br />
del 1944 alle ore 7 di sera, le forze greche hanno marciato in Paramithia<br />
sotto il comando del Colonnello Kamara. Appena sono entrati in città<br />
hanno assicurato che né <strong>la</strong> libertà né <strong>la</strong> proprietà degli abitanti sarebbe<br />
stata vio<strong>la</strong>ta. Ma <strong>durante</strong> <strong>la</strong> notte, fino all’alba i militari hanno cominciato<br />
ad arrestare uomini donne e bambini, mentre le case venivano<br />
saccheggiate. La maggior parte degli uomini sono stati uccisi, io sono<br />
rimasto in prigione per 4 giorni e poi sono stato costretto a seppellire i<br />
morti. Dopo mi hanno portato in carcere dove ho trovato circa 380 persone<br />
molti dei quali sono morti dal<strong>la</strong> fame. Io con altri quattro siamo stati poi<br />
trasferiti in prigione a Preveza e poi a Janina dove abbiamo sofferto le più<br />
inaudite torture per 40 giorni. Siamo stati liberati quando sono arrivate in<br />
città le forze del Fronte Nazionale di Liberazione.”<br />
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