“Le relazioni greco - albanesi durante la Seconda Guerra ... - Padis

circa 2900 persone che furono uccise e altre 2400 che morirono a causa di
malattie, fame e freddo patiti nelle carovane in fuga verso l’Albania o altri
Paesi come Turchia e America. Anche se oltre 1000 çami erano coinvolti in
due battaglioni con le forze antifasciste greche, e più di 70 persone sono
caduti come martiri, la propaganda dello stato greco nega il loro
eccezionale contributo, insistendo sulle accuse di collaborazionismo con il
nemico per giustificare i crimini di guerra e le espulsioni forzate e di
massa. Queste prove e accuse false, che gli stessi tribunali greci hanno
smentito, hanno fatto strada alle leggi drastiche che contrastano sia la
Costituzione greca sia il diritto internazionale.
Della gestione del patrimonio dei çami si sono occupate le autorità locali
speculando con l’articolo 38 della legge 1539/1938. La legge permetteva
l’occupazione delle terre abbandonate e riconosceva il diritto di proprietà
allo stato dopo 10 anni. Questa legge è alla base della normativa di tutte le
espropriazioni a favore dei greci. Secondo il Prof. Kyriakos D. Kentrotis nel
1947 ai çami venne tolto anche il diritto della cittadinanza greca con due
protocolli: no. 49343 del 29/10/1947 delle autorità degli affari giuridici
presso il Ministero degli Esteri e con il decreto no. 3976 del 8/11/1947 del
Ministero degli Interni. Entrambi i protocolli sono basati sulle accuse di
“collaborazione e azioni contro gli interessi del popolo greco”. Secondo
molti storici l’espropriazione del patrimonio immobiliare e mobiliare degli
albanesi è stato fatto per realizzare la colonizzazione tanto agognata e
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