“Le relazioni greco - albanesi durante la Seconda Guerra ... - Padis

Il 27 Giugno 1944 le forze del XVI reggimento entrarono a Paramithia. Le
forze Zerviste garantirono ai capi çami che nessuno li avrebbe toccati e che
non avrebbero dovuto temere per la loro incolumità. Tutta la popolazione
di Paramithia rimase nelle loro case dopo il ritiro dei tedeschi fidandosi
degli accordi presi con EDES, ma i çami quel giorno vissero una tragedia
inenarrabile. Mancava totalmente l’ordine e i çami venivano uccisi
ovunque si trovassero. Le donne venivano raccolte nelle case e violentate
ripetutamente. Come se non bastasse, la sera del 27 giugno arrivò a
Paramithia il comandante del reggimento A. Kranja e per mostrare
l’esistenza dell’ordine e delle regole, organizzò un processo militare contro
35 çami che erano accusati di collaborazionismo con i nazisti e 34 di loro
vennero fucilati 111 . In una lettera di protesta dei delegati çami del
Congresso della Minoranza Albanese in Grecia diretta al consiglio degli
affari esteri dei Quattro Grandi Poteri si capisce la proporzione della
tragedia di quel popolo quando si racconta: “ il 27 giugno è iniziato il
massacro dove sono stati uccisi e morti a causa delle torture oltre 600
uomini, donne e bambini. Sono state disonorate le belle ragazze e le belle
donne e sono state carcerate le altre. Così si è estinta quasi tutta la
popolazione albanese di un intero Paese” 112 . Secondo lo storico greco
111
Zhango N., op cit p 258, Isufi H., op cit p 251, Kotini A., Cameria Denoncon, p. 11, Meta
B. op cit p 157.
112
F. O. 371/48094, Protesta dei delegati ciami del Congresso della Minoranza Albanese in
Grecia diretta al Consiglio degli Affari Esteri dei Quattro Grandi Poteri, in “Bashkimi” 30
dicembre 1944
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