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religione e ricchezza nell'Olanda del Seicento

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IPERTESTO<br />

UNITÀ VI<br />

4<br />

IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI<br />

Un’invettiva polemica contro<br />

i peccatori<br />

F.M. Feltri, Chiaroscuro – Nuova edizione © SEI, 2012<br />

Il timore <strong>del</strong> giudizio di Dio<br />

DOCUMENTI<br />

Il testo seguente fu pubblicato nel 1661 a Maassluis, vicino a Rotterdam. Si tratta di una dura invettiva<br />

contro l’abbondanza, o meglio contro la classe dirigente olandese, accusata di pensare solo al<br />

denaro, e non a Dio e alla salvezza eterna.<br />

Oh Paesi Bassi, abbandonate la strada<br />

<strong>del</strong> peccato e <strong>del</strong>l’iniquità<br />

e percorrete ancora le vie <strong>del</strong> Signore.<br />

Prima che Egli stenda la sua mano<br />

sui Neerlandesi tutti<br />

per far precipitare i peccatori.<br />

Che cosa si ode se non bestemmie e imprecazioni?<br />

Che cosa si vede se non ebbrezza e ostentazioni<br />

e ogni giorno traffici per un vile guadagno?<br />

Una stella nelle pianure dei cieli<br />

è stata veduta a sudest<br />

con raggi piccoli e grandi.<br />

Che cosa è se non il segno<br />

che Dio punirà i nostri peccati.<br />

S. SCHAMA, La cultura olandese <strong>del</strong>l’epoca d’oro, Il Saggiatore, Milano 1988,<br />

pp. 148-149, trad. it. V. SPERTI<br />

Quali peccati il poeta-predicatore rinfaccia agli olandesi?<br />

Con quale segno Dio annuncerà l’imminenza <strong>del</strong> suo giudizio?<br />

Riferimento<br />

2 storiografico<br />

pag. 8<br />

Timore dei<br />

segni divini<br />

Seguendo una consolidata tradizione, i predicatori riformati amavano proclamare che l’imminente<br />

giudizio di Dio sarebbe stato preceduto da clamorose alterazioni nei ritmi e nel<br />

funzionamento <strong>del</strong>la natura. Pertanto, comete, stelle dal bagliore intermittente e insolito<br />

o parti (animali o umani) di esseri deformi o mostruosi erano interpretati come altrettanti<br />

segnali divini. In assoluto, però, il segno che maggiormente terrorizzava gli olandesi <strong>del</strong><br />

<strong>Seicento</strong> era l’arenamento sulla spiaggia di una o più balene, fenomeno che si verificò<br />

almeno una quarantina di volte tra il 1531 e la fine <strong>del</strong> <strong>Seicento</strong>. Il gigante <strong>del</strong> mare sulla<br />

sabbia, infatti, evocava immediatamente il grande pesce che aveva ingoiato il profeta<br />

Giona e lo aveva costretto a compiere la sua missione di annunciatore <strong>del</strong> giudizio divino<br />

contro la corrotta città di Ninive.<br />

Malgrado la loro razionalità e la loro apertura mentale, anche i più freddi e pacati borghesi<br />

erasmiani non potevano restar sordi ad ammonimenti così chiari e lampanti. Sembrava<br />

d’improvviso che, per il nuovo Israele d’Olanda, si aprisse un futuro di giudizio simile<br />

a quello preannunciato dai profeti, e infine rovesciatosi sugli ebrei e su Gerusalemme<br />

nei tempi biblici. Per riprendere la felice espressione di Vittore Branca, la ragion di<br />

mercatura, ancora in pieno <strong>Seicento</strong>, non era serenamente accettata neppure dai suoi più<br />

lucidi e tenaci difensori.<br />

I borghesi e i reggenti di Amsterdam (e più in generale la grande borghesia olandese)<br />

avevano rifiutato ogni forma di ascesi e di disprezzo <strong>del</strong> mondo: non limitavano in alcun<br />

modo il consumo, e anzi amavano circondarsi di cose belle, come testimoniano lo<br />

splendore <strong>del</strong>le facciate <strong>del</strong>le loro abitazioni di città, la raffinatezza <strong>del</strong>le ville di campagna,<br />

la cura nell’arredamento <strong>del</strong>le case, l’amore per merci pregiate e raffinate come le porcellane<br />

cinesi, i tappeti orientali e i tulipani: un prodotto di lusso, originario <strong>del</strong>la Turchia,<br />

che restò un piacere aristocratico, nelle sue varietà più pregiate, anche quando, dal<br />

1630, i tipi più ordinari divennero accessibili anche all’uomo comune.

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