15.06.2013 Views

Gli elegiaci augustei - il sito è stato trasferito - Altervista

Gli elegiaci augustei - il sito è stato trasferito - Altervista

Gli elegiaci augustei - il sito è stato trasferito - Altervista

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

<strong>Gli</strong> <strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>:<br />

Tibullo, gli autori del Corpus Tibullianum, Properzio, Ovidio (elegiaco).<br />

Percorso tra le tematiche e le più significative trattazioni<br />

tema A: l’amore <strong>è</strong> crudele<br />

Tib. I 3, 49-66; 83-94 Prop. I 9, 9-12<br />

Ora sotto la signoria di Giove<br />

non vi sono che ferite ed eccidi,<br />

ora <strong>il</strong> mare, ora le m<strong>il</strong>le vie<br />

d'una morte improvvisa.<br />

Padre mio, risparmiami! Timorato come sono<br />

non mi rimordono spergiuri<br />

o empie parole contro la santità degli dei.<br />

Se oggi ho compiuto gli anni assegnati dal fato,<br />

concedi che sulle mie ossa<br />

si erga una lapide con questo inciso:<br />

'Qui giace, consunto da morte crudele, Tibullo,<br />

mentre seguiva Messalla per terra e mare'.<br />

Ma, poiché sempre m'arrendo alle carezze d'amore,<br />

Venere in persona mi guiderà nei campi Elisi.<br />

Qui regnano danze e canzoni,<br />

intrecciando voli, gli uccelli<br />

con voce acuta intonano i loro dolci gorgheggi;<br />

<strong>il</strong> suolo incolto genera cannella<br />

e per tutta la campagna la terra<br />

a profusione fiorisce di rose profumate,<br />

mentre schiere di giovani folleggiano<br />

insieme a fanciulle in fiore e l'amore<br />

accende continue battaglie.<br />

Tutti quaggiú sono gli amanti<br />

che la rapacità della morte raggiunse<br />

e sui capelli lucenti recano corone di mirto.<br />

La sede dei reprobi invece<br />

giace nascosta nella profondità della notte<br />

circondata dal cupo rumore dei fiumi;<br />

scarmigliata v'imperversa Tisífone,<br />

che per capelli ha feroci serpenti,<br />

e la turba degli empi si disperde in ogni dove.<br />

[…]<br />

Laggiú, laggiú finisca<br />

chi tentò di violare <strong>il</strong> mio amore,<br />

augurandomi una m<strong>il</strong>izia senza fine.<br />

Ma tu conservati pura, ti prego,<br />

e custode del tuo casto pudore,<br />

ti sieda sempre vicino una vecchia premurosa,<br />

che raccontandoti favole, alla luce della lucerna,<br />

tragga dalla gonfia conocchia<br />

l'interminab<strong>il</strong>e suo f<strong>il</strong>o,<br />

finché accanto la giovane,<br />

al suo compito faticoso intenta,<br />

non sia vinta dal sonno a poco a poco<br />

Su questioni d'amore non mi vincerebbero le colombe<br />

caonie<br />

nel dire quali giovani una fanciulla domi.<br />

Il dolore e le lagrime mi hanno reso giustamente<br />

esperto, e volesse <strong>il</strong> cielo, che io, deposto l'amore, fossi<br />

detto inesperto! Che ti giova ora, infelice, cantare un<br />

severo<br />

carme, o piangere le mura della lira di Anfione? In amore<br />

un verso di Mimnermo vale più dei poemi di<br />

Omero: Amore soave cerca lievi poesie.<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 1 di 13


e lasci in terra cadere <strong>il</strong> lavoro.<br />

A quel punto vorrei d'improvviso arrivare,<br />

senza che prima nessuno mi annunci,<br />

comparirti davanti come piovuto dal cielo.<br />

A quel punto, cosí come sarai,<br />

con i lunghi capelli scarmigliati,<br />

a piedi scalzi corrimi incontro, mia Delia.<br />

Questo io prego: che su cavalli dorati<br />

splendente l'aurora mi porti<br />

l'alba radiosa di un giorno cosí.<br />

Prop. I 17, 1-18 Prop. II 10<br />

Giustamente, poiché ho osato allontanarmi dalla mia<br />

fanciulla, ecco, ora parlo con i solitari alcìoni.<br />

Cassiope1 non vedrà come al solito la mia carena, tutti i<br />

miei auspici cadono sull'ingrato lido.<br />

Anzi i venti ti favoriscono, o Cinzia, sebbene lontana:<br />

ascolta come l'aria stride per crudeli<br />

minacce. Nessuna sorte placherà la tempesta?<br />

Questa angusta spiaggia coprirà la mia salma?<br />

Tuttavia addolcisci i tuoi vendicativi lamenti: sono una<br />

pena bastevole la notte e le aspre<br />

scogliere. O forse potrai seppellire le mie spoglie con<br />

occhi asciutti,<br />

senza tenere in grembo le mie povere ossa? Perisca colui,<br />

chiunque sia, che per primo<br />

allestì le navi e le vele e solcò gli avversi flutti!<br />

Non sarebbe <strong>stato</strong> più agevole piegare l'indole di lei<br />

(sebbene dura, era una fanciulla rara),<br />

piuttosto che mirare lidi circondati da ignote _selve<br />

e andare alla ricerca dei tanto desiderati Tindaridi?<br />

Prop. II 7 Prop. II 26, 1-18; 53-58<br />

Certamente ti sei rallegrata, Cinzia, dell'abrogazione<br />

della legge, per la cui promulgazione un giorno<br />

piangemmo a<br />

lungo entrambi, temendo che ci dividesse; sebbene<br />

separare due amanti<br />

contro la loro volontà non lo potrebbe lo stesso Giove.<br />

«Ma Cesare <strong>è</strong> grande». Cesare <strong>è</strong> sì grande, ma nelle<br />

armi: nulla vale in amore la vittoria su tanti popoli.<br />

Infatti sopporterei che mi staccassero <strong>il</strong> capo dal busto,<br />

piuttosto che perdere la mia fiamma per ...(?) di<br />

una legittima sposa, o passare, marito di un'altra, davanti<br />

alla tua porta<br />

chiusa, guardandola con occhi umidi dopo averla tradita.<br />

Quali mai sogni ti canterebbe allora <strong>il</strong> mio flauto,<br />

quel flauto ancora più triste della funebre tromba! Perché<br />

offrire figli ai patrii trionfi? Dal mio sangue non nascerà<br />

mai alcun soldato. Se invece dovessi seguire <strong>il</strong> vero<br />

accampamento della mia fanciulla,<br />

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

Ma <strong>è</strong> tempo di percorrere l'Elicona con altri ritmi, <strong>è</strong><br />

tempo di offrire liberi spazi al cavallo emonio. Ormai mi<br />

piace cantare la valorose torme<br />

che si slanciano nella battaglia e gli accampamenti<br />

del mio condottiero. E anche se mi vengano meno le<br />

forze, certo mi sarà di gloria l'audacia:<br />

nelle grandi imprese <strong>è</strong> sufficiente l'avere osato. La prima<br />

età canti gli amori, l'ultima le battaglie: canterò la guerra,<br />

della fanciulla ho scritto in<br />

passato. Ora voglio procedere più gravemente con volto<br />

severo,<br />

ora la mia Musa m'insegna a tentare altre corde. Ormai<br />

soll<strong>è</strong>vati, animo, dall'um<strong>il</strong>e carme.<br />

Prendete vigore, o Pieridi, ora mi occorre una voce<br />

possente.<br />

Già l'Eufrate rifiuta di proteggere alle spalle i Parti, e si<br />

duole di aver trattenuto Crasso e suo figlio:<br />

anche l'India, o Augusto, porge <strong>il</strong> collo al tuo trionfo e<br />

tremano dinanzi a te le dimore dell'indomita<br />

Arabia; e se qualche regione delle terre estreme ti sfugge,<br />

fra breve soggiogata senta anch'essa la tua mano. Seguirò<br />

questi accampamenti, e cantando le tue<br />

spedizioni, diverrò grande poeta. Mi riservino i fati questo<br />

giorno.<br />

Ma quando non si raggiunge <strong>il</strong> capo delle statue degli<br />

d<strong>è</strong>i, si depone ...(?) una corona ai loro piedi,<br />

così noi, incapaci di ascendere al culmine della gloria,<br />

offriamo modesti incensi in poveri riti.<br />

I miei carmi non conoscono ancora le fonti ascree,<br />

Amore li ha appena bagnati nelle onde del Permesso.<br />

Ti ho vista in sogno, mia vita, mentre, infranta la<br />

nave, muovevi le braccia spossate nelle onde dello Ionio,<br />

e confessavi qualsiasi menzogna mi avessi detto, e non<br />

riuscivi a sollevare le chiome ormai appesantite<br />

dall'acqua,<br />

quale era Elle in balia dei flutti purpurei<br />

ma portata sul morbido dorso dall'aureo ariete. Quanto ho<br />

temuto che per sorte quel mare prendesse<br />

<strong>il</strong> tuo nome, e che <strong>il</strong> navigante, facendo naufragio,<br />

piangesse su<br />

acque denominate da te! Quali voti feci allora a Nettuno,<br />

quali a Castore<br />

e a suo fratello, e a te, o Leucotoe, già divenuta<br />

dea! Ma tu sollevando a stento dal gorgo la punta delle<br />

dita, c già sul punto di morire invocavi ripetutamente <strong>il</strong><br />

mio nome. Se per caso Glauco avesse veduto i tuoi occhi,<br />

saresti divenuta ninfa del mare Ionio e per invidia le<br />

Nereidi avrebbero strepitato contro di<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 2 di 13


non sarebbe abbastanza grande per me <strong>il</strong> cavallo di<br />

Castore. Da qui infatti la mia gloria ha acqui<strong>stato</strong> tanta<br />

fama,<br />

sino ai rivieraschi del Boriatene che vivono in un perenne<br />

inverno.<br />

Tu sola mi piaci: che io solo ti piaccia, o Cinzia,<br />

quest'amore varrà per me ancora più del sangue di padre.<br />

Prop. III 1, 1-14 Prop. IV 7, 1-12<br />

Spirito di Callimaco, e sacri riti del coo F<strong>il</strong>ita, vi prego,<br />

permettetemi di entrare nel vostro bosco, per primo io,<br />

sacerdote, mi accingo a guidare dalla<br />

pura fonte tra i misteri italici la schiera greca.<br />

Ditemi, in quale antro entrambi modulaste i carmi? Con<br />

quale piede entraste? Quale acqua beveste?<br />

Ah, lontano da me chiunque trattiene Febo tra le armi!<br />

Scorra levigato con sott<strong>il</strong>e pomice <strong>il</strong> verso<br />

per cui la sublime Gloria mi solleva da terra, e la Musa<br />

nata da me trionfa sui cavalli<br />

inghirlandati, e sul cocchio gli Amori fanciulli sono<br />

trasportati con<br />

me, e una folla di scrittori fa da corteggio alle mie .<br />

ruote... (?)<br />

Perché contendete con me inut<strong>il</strong>mente a briglia<br />

sciolta? Non <strong>è</strong> dato correre alle Muse per un'ampia via.<br />

Molti, o Roma, aggiungeranno agli annali la tua<br />

gloria.<br />

1. caratteri salienti<br />

a. uso del monologo<br />

b. religione popolare (do ut des elegiaco)<br />

c. la salvezza dopo e/o con la morte<br />

tema B: la scelta di vita elegiaca<br />

Tib. I 1, 1-14 Prop. I 6<br />

Altri accumuli ricchezze d'oro zecchino e<br />

tenga a coltura molti iugeri di terra,<br />

sì che un'angoscia continua l'ass<strong>il</strong>li<br />

per la presenza del nemico,<br />

e gli squ<strong>il</strong>li delle trombe di guerra gli tolgano <strong>il</strong> sonno.<br />

Una vita tranqu<strong>il</strong>la conceda invece a me la misura,<br />

purché sul mio focolare splenda sempre una fiamma.<br />

Come un contadino vorrei io stesso<br />

piantare a tempo e luogo i tralci della vite<br />

e con mano sapiente gli alberi da frutta,<br />

senza che la speranza mi tradisca,<br />

ma via via mi conceda covoni di grano<br />

e vendemmie abbondanti che colmino i tini.<br />

Non c'<strong>è</strong> tronco solitario nei campi<br />

o pietra antica di trivio con ghirlande di fiori<br />

ch'io non veneri, e qualunque frutto mi dona<br />

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

te, insieme la candida Nesea e la cerulea Cimotoe.<br />

Ma ho visto anche un delfino correre in tuo aiuto, lo<br />

stesso, credo, che un tempo trasportò la lira ad Anone.<br />

[…]<br />

Credimi, si mitigherà per noi anche Sc<strong>il</strong>la,<br />

e I'immane Cariddi che ingoia con l'alterno moto<br />

delle onde; le stesse costellazioni non saranno oscurate<br />

dalle<br />

tenebre, e limpido sarà Orione, limpidi saranno i<br />

Caprettis.<br />

Se poi dovessi deporre la mia vita sul tuo corpo,<br />

questa sarà per me una fine non priva di gloria.<br />

I Mani esistono: la morte non estingue tutto, e la pallida<br />

ombra sfugge al vinto rogo.<br />

Infatti Cinzia, da poco sepolta al rumoroso margine della<br />

strada,<br />

mi apparve reclina sul mio letto,<br />

quando, al ritorno dalle esequie del mio amore, <strong>il</strong><br />

sonno era ancora incerto, ed io mi lamentavo del freddo<br />

giaciglio, mio regno.<br />

Aveva i capelli acconciati nella stessa foggia del<br />

funerale, gli stessi occhi, la veste arsa sul fianco,<br />

e <strong>il</strong> consueto ber<strong>il</strong>lo al dito corroso dal fuoco,<br />

consunta la superficie delle labbra dall'onda let<strong>è</strong>a. Emise<br />

un soffio di voce come di vivente,<br />

e le mani scricchiolarono frag<strong>il</strong>i con i pollici:<br />

«Perfido, e tale che nessuna fanciulla può sperarti<br />

migliore,<br />

già <strong>il</strong> sonno può impadronirsi di te.<br />

Tullo, non temo di conoscere con te <strong>il</strong> mare Adriatico, ne<br />

di drizzare le vele al vento sui flutti dell'Egeo, insieme<br />

con te potrei salire sui monti Rifei,<br />

e spingermi ben più oltre le dimore di Memnone.<br />

Ma mi trattengono le parole della mia fanciulla stretta<br />

fra le braccia e le sue dolenti preghiere con <strong>il</strong> volto<br />

impallidito. Ella mi parla per intere notti della sua<br />

passione,<br />

e supponendosi abbandonata lamenta che non ci sono d<strong>è</strong>i;<br />

ella già nega di appartenermi, e pronunzia le consuete<br />

minacce dell'amante rattristata dall'ingratitudine del suo<br />

uomo.<br />

Io non posso resistere a questi lamenti neanche<br />

un'ora: perisca chi riesce ad amare senza slancio!<br />

Varrebbe tanto per me conoscere la dotta Atene,<br />

e vedere tutte le antiche dovizie dell' Asia,<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 3 di 13


la nuova stagione, come primizia<br />

io l'offro alle divinità della campagna.<br />

Prop. I 22<br />

Per la nostra perenne amicizia, o Tullo, mi chiedi dove sia<br />

nato e quali siano i miei Penati.<br />

Se conosci Perugia, noto sepolcro della nostra patria,<br />

funebre <strong>sito</strong> d'ltalia nei tempi crudeli,<br />

quando la discordia romana travolse gli stessi<br />

cittadini (così soprattutto, polvere etrusca, mi addolori:<br />

hai permesso che le membra del mio congiunto giacessero<br />

insepolte,<br />

e non ricopri con nessuna parte del tuo suolo le<br />

ossa dell'infelice): ebbene la vicina Umbria al confine con<br />

la pianura<br />

sottostante, mi generò, feconda di terre ubertose.<br />

1. caratteri salienti<br />

a. scelta controcorrente<br />

b. <strong>il</strong> topos della guerra<br />

c. l’autobiografia<br />

tema C: alcune caratteristiche dell’amore elegiaco<br />

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

da sopportare che Cinzia mi lanci anatemi, salpata la<br />

nave,<br />

deturpi <strong>il</strong> proprio volto con folli mani,<br />

dica al vento che le si oppone i baci a lei dovuti,<br />

e che nulla v'<strong>è</strong> di più duro di un amante infedele? Tu<br />

cerca di superare <strong>il</strong> vanto delle scuri di tuo zio,<br />

e ristab<strong>il</strong>isci le antiche leggi sugli immemori alleati;<br />

infatti la tua giovinezza non si attardò mai negli<br />

amori,<br />

<strong>il</strong> tuo impegno fu sempre quello per le armi della<br />

patria; <strong>il</strong> dio fanciullo non ti apporti mai i miei affanni e<br />

tutti i tormenti noti alle mie lagrime!<br />

Lascia che io, poi che la sorte ha voluto che sempre<br />

languissi, affidi la mia vita a un'estrema indolenza.<br />

Molti già perirono consunti da un lungo amore, nel<br />

novero d'essi anche me la terra ricopra.<br />

Non sono adatto alla gloria, ne per natura idoneo alle<br />

armi:<br />

i fati vogliono che eserciti la m<strong>il</strong>izia d'amore.<br />

Ma tu sarai partecipe del comando a te affidato, sia che<br />

vada dove si estende la molle Ionia,<br />

sia dove l'acqua del Pattòlo bagna i campi della Lidia,<br />

sia in marcia, sia navigando a remi: se ti giungerà un'ora<br />

non immemore di me, sii certo che vivo sotto una crudele<br />

stella.<br />

amore nascosto<br />

Tib. I 2, 1-10 Prop. I 16<br />

Versa vino schietto e col vino<br />

Io che un tempo venivo aperta per i grandi trionfi, portai a<br />

scaccia i dolori che t'assalgono,<br />

tutti nota per la pudicizia tarpea,<br />

sì che premendo gli occhi di chi <strong>è</strong> stanco vinca <strong>il</strong> io le cui soglie furono onorate dai carri dorati, e rese<br />

sonno:<br />

umide dalle lagrime dei prigionieri supplichevoli,<br />

nessuno svegli chi ha la mente stordita dal vino, ora, sconciata dalle notturne risse degli ubriachi, mi<br />

finché l'angoscia dell'amore non si plachi.<br />

lamento di essere sovente percossa da mani indegne<br />

Alla mia fanciulla <strong>è</strong> stata imposta una custodia e di servire sempre da sostegno a turpi ghirlande, o da<br />

spietata<br />

testimone<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 4 di 13


e con una spranga di ferro, impenetrab<strong>il</strong>e,<br />

<strong>è</strong> sbarrata la porta. Ti sferzi la pioggia,<br />

porta d'un intrattab<strong>il</strong>e padrone,<br />

ti colpiscano i fulmini scagliati<br />

per volere di Giove. Porta, porta,<br />

sciogliti ai miei lamenti, apriti per me, per me solo,<br />

e girando sui cardini furtiva<br />

schiuditi senza far rumore;<br />

se nella mia follia ti ho lanciato male parole,<br />

perdonami: sul mio capo pregherò che ricadano.<br />

Non puoi non ricordare tutto ciò<br />

che supplicandoti ti dissi,<br />

quando ai tuoi stipiti offrivo serti di fiori.<br />

Tib. II 6, 19-28<br />

Ch'io possa vedere, Amore sfrenato,<br />

spezzate le armi tue, le frecce,<br />

e, se <strong>è</strong> possib<strong>il</strong>e, spente le fiaccole!<br />

Tu mi tormenti, infelice che sono;<br />

tu mi costringi a imprecare contro me stesso<br />

e a bestemmiare come un insensato.<br />

Già da un pezzo avrei posto fine ai miei mali<br />

uccidendomi:<br />

ma una speranza ingenua mi scalda la vita,<br />

dicendomi sempre che sarà migliore <strong>il</strong> domani.<br />

La speranza alimenta i contadini, la speranza<br />

ai solchi arati affida le sementi,<br />

perché <strong>il</strong> suolo le restituisca ad usura;<br />

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

a fiaccole che giacciono in terra, messaggio di escluso<br />

amante.<br />

E non posso difendere le spudorate notti della padrona,<br />

nob<strong>il</strong>e un tempo, ora in balia di osceni carmi. Tuttavia<br />

ella non si sente indotta a risparmiare la sua<br />

fama, più turpe anzi nel vivere seguendo la lascivia dei<br />

tempi.<br />

Fra queste vergogne mi costringono al pianto gli accorati<br />

lamenti<br />

d'un supplice che mi rende più triste con le sue lunghe<br />

veglie:<br />

egli non permette mai ai miei stipiti di riposare, ripetendo<br />

canti pervasi di una pungente dolcezza:<br />

«0 porta, persino più crudele della stessa padrona, perché<br />

taci, chiusa per me con così duri battenti?<br />

Perche non ti dischiudi mai lasciando un varco al mio<br />

amore,<br />

incapace di turbarti e di riferire le mie furtive preghiere?<br />

Non sarà mai concessa una fine a questo dolore,<br />

e dovrò indegnamente dormire scaldando la tua soglia?<br />

Mentre giaccio qui mi commiserano le profonde notti, la<br />

moltitudine degli astri, l'aria fredda per <strong>il</strong> gelo<br />

dell'alba. Tu sola non hai pietà del dolore umano:<br />

<strong>il</strong> tuo turno di risposta <strong>è</strong> soltanto <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio dei cardini.<br />

Potesse un alito della mia voce f<strong>il</strong>trare per una cava<br />

fessura, e giungere a percuotere le soavi orecchie della<br />

[padrona! Sia ella più resistente della pietra sicula,<br />

sia ancora più dura del metallo del ferro e dell'acciaio,<br />

tuttavia non potrà tenere a freno i suoi dolci occhi,<br />

e suo malgrado fra le lagrime si leverà un sospiro; ora<br />

giace poggiata sul braccio felice di un altro,<br />

e le mie parole disperde lo Zefiro notturno.<br />

Ma tu sola sei la causa più grande del mio dolore, o porta<br />

mai conquistata da quanto ti dono.<br />

Eppure non ti ha offeso nessuna ingiuria della mia lingua,<br />

come <strong>è</strong> solita dire la ...con iroso ...(?), poiché permetti che<br />

io, rauco per i lunghi<br />

lamenti, vegli nel trivio in ansiosa attesa.<br />

Eppure ho composto per te carmi con nuovi versi, e ti ho<br />

dato baci impressi sui tuoi gradini.<br />

Quante volte mi girai, o perfida, davanti ai tuoi [stipiti,<br />

e ti recai con occulte mani doni votivi!».<br />

Questo e altro che voi conoscete, amanti infelici, egli<br />

dice, e fa ,eco agli uccelli mattutini.<br />

Così mi accade di essere sempre diffamata per i vizi della<br />

mia padrona e per le continue lagrime<br />

dell'amante.<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 5 di 13


al laccio lei prende gli uccelli e con la canna i pesci,<br />

quando <strong>il</strong> cibo in cima nasconde la punta dell'amo.<br />

La speranza consola anche chi <strong>è</strong> avvinto in duri ceppi:<br />

gli risuona <strong>il</strong> ferro alle gambe,<br />

ma sul lavoro canta.<br />

La speranza mi promette una N<strong>è</strong>mesi arrendevole,<br />

ma invece lei si nega: ahim<strong>è</strong>,<br />

fanciulla spietata, non voler vincere una dea!<br />

le “tappe” dell’amore<br />

Tib. I 5, 1-4<br />

Furioso, questo ero: mi dicevo<br />

che bene avrei sopportato <strong>il</strong> distacco,<br />

ma ora lontano <strong>è</strong> da me <strong>il</strong> vanto d'avere coraggio:<br />

sto girando come una trottola,<br />

mossa sul selciato a colpi di frusta,<br />

che un fanciullo nel vortice sospinge<br />

con la destrezza che gli <strong>è</strong> nota.<br />

Brucialo questo ribelle, torturalo,<br />

che in futuro non possa piú vantarsi;<br />

doma questo suo squallido linguaggio.<br />

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

un caso al femmin<strong>il</strong>e: Sulpicia<br />

Tib. (?) III 13 Tib. (?) III 14<br />

Venuto <strong>è</strong> infine amore,<br />

Un compleanno odioso s'avvicina,<br />

e vergogna maggiore mi sarebbe<br />

che triste, senza <strong>il</strong> mio Cerinto,<br />

averlo tenuto nascosto<br />

dovrò trascorrere nel fastidio della campagna.<br />

di quanto sia infamante<br />

Cos'<strong>è</strong> piú dolce di questa città?<br />

averlo rivelato a tutti.<br />

O forse piú s'adattano a una giovane<br />

Commossa dai miei versi,<br />

la v<strong>il</strong>la e <strong>il</strong> fiume gelido<br />

Citerea l'ha portato a me,<br />

nella terra d'Arezzo?<br />

deponendolo sul mio seno.<br />

Datti pace, Messalla:<br />

Ha sciolto le promesse Venere:<br />

per me ti preoccupi troppo:<br />

racconti le mie gioie<br />

i viaggi sono spesso inopportuni,<br />

chi gode fama<br />

parente mio.<br />

di non averle mai avute.<br />

È qui che lascio,<br />

Io non vorrei affidare parola<br />

se via mi conducete,<br />

a tavolette sig<strong>il</strong>late,<br />

l'anima mia e i suoi affetti,<br />

per <strong>il</strong> timore che qualcuno<br />

visto che tu non mi consenti<br />

le legga prima del mio amore.<br />

di scegliere come vorrei.<br />

Ma questo peccato m'<strong>è</strong> dolce;<br />

m'infastidisce atteggiarmi a virtú:<br />

tutt'al piú si dirà<br />

ch'eravamo degni l'una dell'altro.<br />

Tib. (?) III 16<br />

Mi piace tutto quanto<br />

da tempo ti permetti,<br />

senza darti cura di me:<br />

eviterò cosí<br />

di cadere in fallo come una sciocca.<br />

Abbi pure a cuore la toga<br />

di una sgualdrina con la cesta in testa,<br />

piú di Sulpicia, la figlia di Servio.<br />

C'<strong>è</strong> chi <strong>è</strong> in ansia per me<br />

e sopra tutto s'addolora<br />

che al letto di un uomo ignob<strong>il</strong>e mi conceda.<br />

1. caratteri salienti<br />

a. le parti “sacre”<br />

i. porta<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 6 di 13


ii. chiavistello<br />

iii. lampada<br />

b. <strong>il</strong> [paraklausithyron]<br />

i. lamento davanti alla porta<br />

ii. serenata (?)<br />

c. <strong>il</strong> poeta e l’erotodidaxis<br />

d. la vita (<strong>il</strong> rifugio ?) in campagna<br />

e. la poesia e <strong>il</strong> suo ruolo<br />

i. di corteggiamento (werbwnde Dichtung)<br />

ii. di sollievo<br />

f. l’amore e le vergogna<br />

i. la turpis fabula<br />

ii. Petrarca<br />

iii. perché vergogna e di chi ?<br />

g. la rivalità<br />

i. <strong>il</strong> senex libidinosus<br />

ii. la potenza dell’amante ricco<br />

tema D: <strong>il</strong> lessico e <strong>il</strong> codice elegiaco<br />

Tib. II 4, 1-34 Prop. I 1<br />

Cosí mi vedo preparate schiavitú e padrona:<br />

addio alla libertà dei miei padri, addio.<br />

Triste <strong>è</strong> la schiavitú che mi si impone:<br />

in catene sono tenuto,<br />

e mai Amore a questo infelice allenta la stretta:<br />

che me lo sia voluto o che sia caduto in errore,<br />

brucia, e brucio io, io:<br />

dura fanciulla, allontana le fiaccole!<br />

Piuttosto che provare sim<strong>il</strong>i dolori,<br />

io vorrei essere una pietra fra <strong>il</strong> gelo dei monti<br />

o ergermi come uno scoglio,<br />

esposto alla furia dei venti,<br />

un naufrago battuto dall'onda del mare immenso.<br />

Amaro ora <strong>è</strong> <strong>il</strong> giorno e piú amaro <strong>il</strong> buio della notte;<br />

le tempie sono tutte madide di fiele;<br />

e non mi giova l'elegia<br />

o Apollo che ispira i miei canti:<br />

con la mano tesa lei sempre mi chiede denaro.<br />

Andatevene, Muse, se non giovate a chi ama:<br />

non vi onoro perché ci siano guerre da cantare,<br />

io non descrivo <strong>il</strong> cammino del sole<br />

o come, colmato <strong>il</strong> suo disco,<br />

la luna volti i cavalli e ritorni.<br />

Coi carmi io cerco un modo fac<strong>il</strong>e<br />

d'avvicinare la mia donna:<br />

se questi non servono a nulla,<br />

andatevene, Muse.<br />

Per non giacere in lacrime<br />

davanti a una porta sbarrata,<br />

sono costretto a procurarmi doni<br />

con delitti e omicidi;<br />

oppure rapirò gli ex voto<br />

appesi ai santuari degli dei;<br />

ma prima d'ogni altro devo profanare Venere.<br />

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

Cinzia per prima m'irretì, sventurato, con i suoi dolci<br />

occhi,<br />

quand'ero ancora intatto dai desideri della passione.<br />

Allora Amore abbassò <strong>il</strong> consueto orgoglio del mio<br />

sguardo e mi oppresse <strong>il</strong> capo sottoponendolo al dominio<br />

dei<br />

suoi passi, finche m'insegnò crudele a odiare le fanciulle<br />

caste<br />

e a condurre una vita priva di qualsiasi saggezza. E ormai<br />

da un anno intero questa follia non mi abbandona<br />

mentre sono costretto ad avere gli d<strong>è</strong>i avversi. M<strong>il</strong>anione,<br />

o Tullo, disposto a non fuggire nessun<br />

travaglio, infranse la crudeltà della dura figlia di Iasio.<br />

Egli infatti errava talora, folle, per gli anfratti<br />

del Partenio, e andava a scovare le irsute fiere;<br />

e anche, percosso da un colpo di clava dal centauro neo,<br />

giacque ferito e gemente sulle rupi d' Arcadia. Dunque<br />

pote così domare la veloce fanciulla:<br />

tanto in amore valgono le preghiere e i benefizi. Per me<br />

Amore impigrito non escogita alcun<br />

espediente, ne ricorda di percorrere, come prima, le note<br />

vie.<br />

Ma voi che traete giù dal cielo con ingannevoli arti la<br />

luna, e compite riti propiziatorii sui magici fuochi,<br />

orsù mutate l'animo di colei che mi signoreggia,<br />

e fate che <strong>il</strong> suo volto divenga più pallido del mio! Allora<br />

crederò che voi potete guidare <strong>il</strong> corso<br />

degli astri e dei fiumi con gli incantesimi della donna di<br />

Cytaia (?}.<br />

E voi amici, che tardaste troppo a sollevare <strong>il</strong> caduto,<br />

cercate aiuti per un cuore ormai infermo.<br />

Sopporterò con saldezza le torture del ferro e del fuoco,<br />

purché sia libero di dire ciò che l'ira mi detta. Portatemi in<br />

mezzo a popoli e a mari remoti,<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 7 di 13


È lei che mi spinge al delitto,<br />

che a una donna rapace mi consegna:<br />

sia lei a sperimentare le mie mani sacr<strong>il</strong>eghe.<br />

Muoia chiunque raccoglie verdi smeraldi<br />

e tinge <strong>il</strong> bianco vello delle pecore<br />

con porpora di Tiro.<br />

Nasce di qui nelle fanciulle<br />

la brama di possedere vesti di Coo<br />

e perle luminose del mar Rosso.<br />

Ciò le ha rese cattive;<br />

e per ciò la porta ha conosciuto la chiave<br />

e un cane fu messo a custodire la soglia.<br />

Ma se con te rechi molto denaro,<br />

vinto <strong>è</strong> <strong>il</strong> custode, le chiavi piú non t'arrestano<br />

e <strong>il</strong> cane stesso tace.<br />

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

dove nessuna donna possa conoscere <strong>il</strong> mio cammino:<br />

voi, a cui <strong>il</strong> dio accondiscende con favorevole orecchio,<br />

rimanete, e l'amore vi sia sempre sicuro e reciproco.<br />

Quanto a me, la mia Venere mi travaglia con amare<br />

notti, e Amore non mi abbandona mai lasciandomi libero.<br />

Vi ammonisco, evitate questo male: ognuno indugi nella<br />

propria passione, ne si stacchi da un<br />

sentimento consueto. che se alcuno tarderà ad ascoltare i<br />

miei<br />

ammonimenti, ahi, con quanto dolore ricorderà le mie<br />

parole!<br />

Prop. I 7 ,1-14 Ov. Tr. IV 10, 41-54<br />

Coltivai e adorai i poeti di quel tempo, e quanti vati<br />

erano con me, tanti d<strong>è</strong>i ritenevo che mi fossero<br />

accanto.<br />

Spesso mi lesse i suoi uccelli, più anziano di me,<br />

Macro,<br />

e i serpenti che nuocciono e le erbe che giovano;<br />

spesso era solito recitarmi i suoi amori Properzio<br />

in virtù dell'amicizia che a me lo legava;<br />

Pontico celebre per i versi eroici e Basso per i giambi<br />

furono parte d<strong>il</strong>etta della mia cerchia di amici,<br />

e affascinò le mie orecchie Orazio ricco di ritmi,<br />

mentre toccava sulla lira ausonia carmi di dotta<br />

fattura.<br />

Virg<strong>il</strong>io lo vidi soltanto, né l'avaro destino<br />

concesse tempo a Tibullo per la mia amicizia.<br />

Egli successe a te, o Gallo, Properzio a lui,<br />

quarto dopo questi fui io stesso in ordine di tempo.<br />

E come io venerai i più anziani di me, così venerarono<br />

me i più giovani, e non tardò a divenir nota la mia<br />

Talia.<br />

Ov. am. I 5 Ov. am. II 19<br />

Era l'ora della calura e <strong>il</strong> giorno aveva già compiuto metà<br />

del suo<br />

cammino; io mi gettai sul letto per dare ristoro alle<br />

membra. Una parte<br />

della finestra era aperta, l'altra era chiusa e c'era quella<br />

penombra che<br />

si suol trovare nei boschi, o al crepuscolo, quando <strong>il</strong><br />

sole tramonta, o<br />

quando la notte <strong>è</strong> ormai lontana eppure non <strong>è</strong> ancor<br />

spuntato <strong>il</strong> giorno.<br />

Questa <strong>è</strong> la luce da offrire alle fanciulle pudiche,<br />

perché in essa la loro<br />

riservata timidezza possa sperare di trovare un rifugio.<br />

Ecco, Corinna<br />

avanza velata appena dalla tunica slacciata, con i<br />

capelli che scendono da<br />

un lato e dall'altro a coprirle <strong>il</strong> candido collo, come si<br />

racconta che si<br />

accostassero al talamo la bella Semiramide e Laide<br />

amata da molti. Le<br />

strappai la tunica; trasparente com'era non dava molto<br />

fastidio, ma<br />

tuttavia ella resisteva per essere coperta almeno dalla<br />

tunica; ma, poiché<br />

Se non hai bisogno di sorvegliare la tua donna, sciocco,<br />

almeno<br />

sorvegliala per me, perché io la desideri di più. Quel<br />

che <strong>è</strong> permesso non<br />

arreca piacere; quel che non <strong>è</strong> permesso accende di<br />

maggior desiderio: <strong>è</strong><br />

insensib<strong>il</strong>e chi ama quel che un altro gli consente di<br />

amare. Noi<br />

innamorati dobbiamo al tempo stesso sperare e temere<br />

e ogni tanto, invece<br />

di essere esauditi, aspettiamoci un rifiuto. Che potrei<br />

farmene di una<br />

sorte che non cerca mai di deludermi? Io non amo ciò<br />

che non potrebbe mai<br />

farmi soffrire. L'astuta Corinna aveva scorto in me<br />

questo difetto e aveva<br />

ab<strong>il</strong>mente compreso con che mezzo mi si poteva<br />

conquistare. Ah, quante<br />

volte, simulando inesistenti emicranie, mi invitò ad<br />

andarmene, benché io<br />

fossi esitante e lento ad allontanarmi! Ah, quante volte<br />

si <strong>è</strong> inventata<br />

una colpa e, per quanto glielo consentiva l'innocenza,<br />

si <strong>è</strong> mostrata<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 8 di 13


lottava come chi non ha alcun desiderio di vincere, fu<br />

vinta senza troppa<br />

fatica con la sua stessa complicità. Come la ebbi<br />

davanti agli occhi,<br />

senza alcun velo, in tutto <strong>il</strong> suo corpo non vidi<br />

neppure un difetto: che<br />

spalle, che braccia vidi e toccai! Come sembrava fatta<br />

per le carezze la<br />

dolce bellezza dei seni! E com'era liscio <strong>il</strong> ventre sotto<br />

<strong>il</strong> seno<br />

perfetto! Com'erano grandi e belli i fianchi! Come<br />

giovani le sue cosce!<br />

Perché riferire tutti i particolari? Non vidi nulla che<br />

non fosse da<br />

lodare e la strinsi nuda contro <strong>il</strong> mio corpo. Chi ignora<br />

<strong>il</strong> seguito? Dopo,<br />

entrambi riposammo esausti. Possano capitarmi<br />

spesso pomeriggi come<br />

questo!<br />

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

apparentemente in torto! Così, dopo avermi<br />

tormentato ed aver rinfocolato<br />

la mia intiepidita passione, tornava ad essere<br />

affettuosa e<br />

accondiscendente ai miei desideri. Com'era prodiga di<br />

lusinghe e di dolci<br />

parole! D<strong>è</strong>i del cielo, che baci mi dava, e quanti!<br />

Anche tu, che da poco<br />

hai stregato i miei occhi, móstrati spesso timorosa che<br />

io ti sorprenda;<br />

spesso, benché richiesta, dimmi di no e lascia che,<br />

disteso sulla soglia<br />

della tua porta, io soffra a lungo <strong>il</strong> freddo nella gelida<br />

notte. Così per<br />

me l'amore può resistere e sv<strong>il</strong>upparsi per lunghi anni:<br />

così mi piace,<br />

questo alimenta la mia passione; un amore soddisfatto<br />

e troppo fac<strong>il</strong>e per<br />

me diventa noioso e mi dà la nausea, come allo<br />

stomaco un cibo troppo<br />

dolce. Se Dànae non fosse mai stata rinchiusa in una<br />

torre di bronzo, non<br />

sarebbe divenuta madre ad opera di Giove; mentre<br />

Giunone sorvegliava Io<br />

trasformata in giovenca, questa divenne agli occhi di<br />

Giove più<br />

desiderab<strong>il</strong>e di quanto fosse stata prima. Chiunque<br />

brama quel che <strong>è</strong> lecito<br />

e disponib<strong>il</strong>e stacchi le foglie dall'albero e beva<br />

l'acqua da un grande<br />

fiume; se una donna vorrà conservare a lungo <strong>il</strong> suo<br />

potere, inganni<br />

l'amante. (Ahim<strong>è</strong>, che non debba dolermi dei miei<br />

stessi consigli!)<br />

Qualunque cosa avvenga, la condiscendenza non mi <strong>è</strong><br />

gradita: io evito chi<br />

mi segue; seguo chi mi evita. Quanto a te, che sei<br />

troppo sicuro della tua<br />

bella donna, comincia sul far della notte a chiudere la<br />

porta; comincia a<br />

chiedere chi tante volte bussi nascostamente alla tua<br />

soglia, perché nel<br />

s<strong>il</strong>enzio della notte i cani abbàino, che lettere siano<br />

quelle che<br />

l'ancella zelante va portando e riportando, perché ella<br />

dorma tante volte<br />

per conto suo: codesto pensiero ti roda a volte fin<br />

nelle viscere, e tu<br />

offri occasione e argomenti ai miei inganni.<br />

Conquistare la moglie di uno<br />

sciocco <strong>è</strong> come rubare la sabbia da una spiaggia<br />

deserta. Ti avverto prima:<br />

se non cominci a sorvegliare la tua donna, un po' alla<br />

volta cesserà di<br />

essere mia. Ho a lungo sopportato con pazienza; ho<br />

sperato che un giorno,<br />

quando tu l'avessi ben sorvegliata, io te l'avrei data a<br />

bere. Te la<br />

prendi con calma e sopporti quel che nessun marito<br />

sopporterebbe, ma per<br />

me la tua condiscendenza segnerà la fine dell'amore.<br />

Non dovrò dunque mai<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 9 di 13


Ov. am. III 11, 33-40<br />

Smetti di sprecare moine e parole un tempo<br />

efficaci: non sono più sciocco come prima. Da un lato<br />

l'amore, dall'altro<br />

l'odio sono in lotta e infondono nel mio frag<strong>il</strong>e cuore<br />

opposti sentimenti;<br />

ma l'amore prevale, io credo. [Se ci riuscirò, odierò;<br />

altrimenti, cederò,<br />

mio malgrado, all'amore: anche <strong>il</strong> toro non ama <strong>il</strong><br />

giogo; eppure porta quel<br />

che odia.] Sfuggo la tua perfidia: mentre fuggo, la<br />

bellezza mi riconduce<br />

sui miei passi; detesto l'immoralità, ma amo <strong>il</strong> tuo<br />

corpo. Così non son<br />

capace di vivere né con te, né senza di te e mi sembra<br />

di ignorare quel<br />

che desidero. Vorrei che tu fossi meno bella o meno<br />

impudica: una bellezza<br />

così incantevole non si accorda con costumi corrotti.<br />

Le tue azioni<br />

meritano l'odio, <strong>il</strong> tuo bel viso induce all'amore: o me<br />

infelice, esso <strong>è</strong><br />

più potente delle tue colpe. Rispàrmiami, te ne prego,<br />

per i diritti del<br />

letto che ci unisce, in nome di tutti gli d<strong>è</strong>i, che spesso<br />

si lasciano<br />

ingannare da te, in nome della tua bellezza, che per<br />

me ha potere divino,<br />

in nome dei tuoi occhi, che hanno conqui<strong>stato</strong> i miei.<br />

Comunque ti<br />

comporterai, sarai sempre mia; tu scegli soltanto se<br />

vuoi che io ti ami<br />

perché anch'io lo desidero, oppure perché vi sono<br />

costretto. Piuttosto<br />

alzerei le vele e mi affiderei al soffio dei venti e vorrei<br />

una donna che,<br />

s'io non volessi, mi costringesse ad amarla.<br />

1. caratteri salienti<br />

a. le “coppie”<br />

i. Tibullo<br />

1. e Delia<br />

2. e Nemesi<br />

ii. Properzio<br />

1. e Cinzia<br />

iii. Ovidio<br />

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

starmene tristemente chiuso fuori senza poter entrare?<br />

La notte<br />

trascorrerà sempre senza ch'io corra <strong>il</strong> rischio di una<br />

vendetta? Non dovrò<br />

avere alcun timore? Dormirò sonni tranqu<strong>il</strong>li senza<br />

nemmeno un sospiro? Non<br />

farai nulla perché io mi auguri a buon diritto la tua<br />

morte? Che me ne<br />

faccio di un marito consenziente, di un marito<br />

ruffiano? Con i suoi<br />

difetti finisce per togliermi ogni soddisfazione. Perché<br />

non ti cerchi un<br />

altro a cui una sim<strong>il</strong>e debolezza piaccia? Se ti fa'<br />

piacere che <strong>il</strong> tuo<br />

rivale sia io, cerca di impedirmelo.<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 10 di 13


. la realtà della donna amata<br />

i. i nomi parlanti<br />

ii. i nomi fittizi<br />

iii. l’invenzione<br />

1. come<br />

2. perché<br />

c. <strong>il</strong> servitium amoris<br />

i. realtà<br />

ii. “mondo alla rovescia”<br />

iii. cf. tema della guerra<br />

d. le parole (sermo amatorius)<br />

i. sostantivi<br />

1. liber<br />

2. domina<br />

3. meretrix<br />

4. mea lux<br />

5. mea vita<br />

6. deliciae<br />

7. servitium<br />

8. puella<br />

9. amica<br />

10. discidium<br />

ii. aggettivi<br />

1. mea<br />

2. perfida<br />

3. dura<br />

4. docta<br />

5. inasanus<br />

iii. verbi e altro<br />

tema E: altri temi <strong>elegiaci</strong><br />

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

la sezione antiquaria<br />

Tib. II 5, 19-44 Prop. II 1, 1-26; 39-46<br />

Ad Enea diede responsi, come si narra,<br />

Vi chiederete che cosa mi ispiri tanti versi d'amore,<br />

poi che sulle spalle portò suo padre<br />

perche <strong>il</strong> mio tenero libro corra sulle bocche.<br />

e i Lari trafugati;<br />

Non <strong>è</strong> Calliope a dettarmi gli argomenti, non li sollecita<br />

non prevedeva che sarebbe sorta Roma,<br />

Apollo,<br />

quando, afflitto, dal largo in mare<br />

la stessa fanciulla <strong>è</strong> stimolo e fonte del mio<br />

si volse a guardare Ilio e i suoi templi in fiamme. ingegno. Se tu la fai (?) incedere splendida nelle vesti di<br />

Della città eterna,<br />

Cos,<br />

che mai al suo fianco Remo avrebbe abitato,<br />

<strong>il</strong> mio libro sarà compaginato tutto di tessuti di Cos; se ho<br />

Romolo non aveva ancora tracciato le mura;<br />

visto i suoi capelli ondeggiarle sparsi sulla<br />

sui pendii erbosi del Palatino<br />

fronte,<br />

pascolavano allora le giovenche<br />

lei si compiace di andare superba per l'elogio delle<br />

e sull'acropoli di Giove<br />

[sue chiome; se con dita eburnee suscita un carme dalla<br />

sorgevano basse capanne;<br />

lira,<br />

scolpiti in legno con un rustico scalpello,<br />

m'incanto al magico tocco dell'ag<strong>il</strong>e mano;<br />

Pan umido di latte e Pale<br />

se poi reclina gli occhi soavi che cercano <strong>il</strong> sonno, trovo<br />

si riparavano all'ombra di un elce;<br />

m<strong>il</strong>le nuovi motivi di poesia;<br />

voto di un pastore errante, da un albero<br />

se lotta nuda con me, strappata la tunica,<br />

pendeva una zampogna armonica,<br />

allora invento poemi lunghi come l'Iliade:<br />

consacrata al dio delle selve,<br />

qualunque cosa faccia, qualunque cosa dica, da un nulla<br />

una zampogna formata da una f<strong>il</strong>a di canne<br />

riesce a nascermi una lunghissima storia.<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 11 di 13


via via decrescenti, ché alla piú corta<br />

ognuna <strong>è</strong> unita con la cera.<br />

E là dove si stende la regione del Velabro,<br />

una barca minuscola,<br />

battendole coi remi,<br />

per acque basse se ne andava.<br />

Con questa una fanciulla,<br />

per donare piacere al ricco signore del gregge,<br />

venne portata a quel giovane in un giorno di festa<br />

e con lei tornarono i doni<br />

di quella campagna feconda, <strong>il</strong> cacio<br />

e <strong>il</strong> bianco agnello di una pecora color di neve.<br />

'Infaticab<strong>il</strong>e Enea, fratello di Amore alato,<br />

che su navi in fuga trasporti gl'idoli di Troia,<br />

Giove ormai ti assegna i terreni di Laurento,<br />

una terra ospitale ormai<br />

invita i tuoi Lari errabondi.<br />

Là sarai consacrato,<br />

quando l'onda venerab<strong>il</strong>e del Numico<br />

t'avrà assegnato al cielo,<br />

dio della tua nazione.<br />

Ecco, sulle navi stanche volteggia la vittoria,<br />

la dea sdegnosa infine ritorna ai troiani;<br />

ecco splendere <strong>il</strong> campo dei rútuli in fiamme:<br />

ormai posso predirti la morte, barbaro Turno.<br />

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

E dunque se i fati, o Mecenate, mi avessero concesso<br />

tanto da poter guidare in battaglia le schiere degli eroi,<br />

non canterei i Titani ne l'Ossa sovrapposta all'Olimpo<br />

affinché <strong>il</strong> Pelio facesse da via per assalire <strong>il</strong> cielo,<br />

né l'antica Tebe, né Pergamo, causa di gloria per Omero,<br />

Oppure i due mari congiunti per ordine di Serse, o <strong>il</strong><br />

primo regno di Remolo, o la superbia dell'alta Cartagine,<br />

la minaccia dei Cimbri e le fauste imprese di Mario;<br />

ma canterei le guerre e le vicende del tuo Cesare; e te,<br />

dopo <strong>il</strong> grande Cesare, mio secondo impegno.<br />

[…]<br />

Ma l'es<strong>il</strong>e petto di Callimaco non riuscirebbe a<br />

cantare le battaglie flegree di Giove e di Encelado, e al<br />

mio animo non si addice celebrare <strong>il</strong> nome di Cesare con<br />

<strong>il</strong> duro verso<br />

dell'epica per collocarlo al suo posto tra gli avi frigi.<br />

Il marinaio narra dei venti, <strong>il</strong> contadino dei tori,<br />

<strong>il</strong> soldato conta <strong>il</strong> numero delle ferite, <strong>il</strong> pastore delle<br />

pecore;<br />

io invece canto le lotte combattute in un angusto letto:<br />

ognuno consumi <strong>il</strong> giorno nell'arte che conosce.<br />

Prop. IV 1 Ov. am. I 1, 1-6; 21-30<br />

(Enea e Horos) Mi accingevo a celebrare con metro solenne le armi e le<br />

guerre crudeli, in<br />

modo che l'argomento e l'elemento ritmico<br />

concordassero. Il verso che<br />

seguiva era di lunghezza uguale al precedente; dicono<br />

che Cupìdo abbia<br />

riso e abbia sottratto un piede. «Chi, o crudele<br />

fanciullo, ti ha concesso<br />

tale diritto sulla poesia? Noi poeti siamo seguaci delle<br />

Muse, non tuoi.<br />

[…]<br />

Mi ero lamentato, quand'ecco egli, schiusa<br />

la faretra, scelse frecce destinate alla mia rovina,<br />

piegò con decisione<br />

contro <strong>il</strong> ginocchio l'arco ricurvo e disse: «Eccoti, o<br />

poeta, l'argomento<br />

dei tuoi canti!» Me sventurato! Quel fanciullo aveva<br />

frecce infallib<strong>il</strong>i:<br />

brucio, e nel mio cuore, già libero, ora regna Amore.<br />

Nei sei piedi si<br />

alzi <strong>il</strong> mio canto, nei cinque si abbassi. Addio, crudeli<br />

guerre, a voi e<br />

al vostro metro! O Musa che si deve cantare con<br />

undici piedi, cingi le<br />

tempie bionde con <strong>il</strong> mirto che fiorisce sui litorali!<br />

1. caratteri salienti<br />

a. perché l’archeologia<br />

i. fortuna augustea<br />

ii. ripresa dalla “poesia delle rovine” ellenistica<br />

iii. l’amore per la città e per la Città<br />

iv. l’Eneide<br />

b. l’erudizione mitologica<br />

i. patina<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 12 di 13


ii. realtà<br />

iii. oggettività ellenistica<br />

iv. barocchismo<br />

v. <strong>il</strong> codice mitologico comune ai Romani<br />

c. la recusatio e l’excusatio<br />

i. Orazio e <strong>il</strong> Carmen speculare<br />

ii. l’Eneide, Livio e <strong>il</strong> caso del rifiuto<br />

iii. Ovidio e i Fasti<br />

d. esaltazione del passato di Roma<br />

i. <strong>il</strong> “caso Virg<strong>il</strong>io”<br />

ii. <strong>il</strong> problema dell’establishment intellettuale d’Augusto<br />

iii. eziologia alessandrina<br />

iv. arcaismo<br />

1. politica<br />

2. arte<br />

3. letteratura<br />

v. “Augustian Rococcò”<br />

© e ® 2005, http://www.scanzo.altervista.org<br />

C:\Documents and Settings\francesco\Desktop\testi_04_05\IV_L_latino\elegia_<strong>elegiaci</strong> <strong>augustei</strong>.doc pag. 13 di 13

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!