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Vita da Rover... - FSE

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Rivista mensile, maggio 2011 • n. 7, anno XXXV • Sped. in abb. post. Art. 2, Comma 20/c, Legge 662/96 Filiale di Padova • ISSN 1127-0667<br />

CarnetdiMarcia<br />

2011<br />

SALE IN ZUCCA<br />

A proposito di tempo... Gandhi<br />

pag. 10 - 11<br />

CADENDO DA CAVALLO...<br />

Non temete: ho vinto il «tempo»?<br />

pag. 16 - 17<br />

VITA DA ROVER... DA SCOLTA<br />

Ogni cosa alla sua stagione<br />

pag. 24 - 25<br />

SCIENZA DEI BOSCHI<br />

Tutti in ten<strong>da</strong>... o no?<br />

pag. 28 - 29<br />

Scout d’Europa<br />

PER SCOLTE E ROVER<br />

TEMPO


INCHIESTA<br />

CAPITOLO<br />

IMPRESA<br />

RUBRICHE<br />

2<br />

Carnet di Marcia ∙ B - 2011<br />

Parole all’immagine ........................................................3<br />

Editoriale<br />

7 Frasi... per essere sempre al passo coi tempi! ........4<br />

Sale in zucca<br />

“C’è un tempo con i suoi tempi…” ...............................6<br />

Tempo per scrivere ........................................................10<br />

A proposito di tempo... Gandhi.....................................12<br />

Cadendo <strong>da</strong> cavallo... infuocando il mondo<br />

Non temete: ho vinto il «tempo»? ................................16<br />

Treppiedi, una proposta<br />

L’inquilino del piano di sopra… vede più lontano! ...18<br />

Apertamente<br />

Il senso relativo del tempo ...........................................20<br />

Giocare il gioco<br />

Il tuo autoroscopo ..........................................................22<br />

4 C.i.T. ...............................................................................23<br />

<strong>Vita</strong> <strong>da</strong> <strong>Rover</strong>... vita <strong>da</strong> Scolta<br />

Ogni cosa alla sua stagione .........................................24<br />

Custodi della terra<br />

Fare la spesa bene... per gli altri! ................................26<br />

Scienza dei boschi<br />

Tutti in ten<strong>da</strong>... o no? ......................................................28<br />

<strong>Vita</strong> associativa<br />

Il tempo del campo scuola ...........................................30<br />

Piano re<strong>da</strong>zionale<br />

2009 - 2012 .......................................................................31<br />

L’altracopertina<br />

Riflettendo sul Tempo... ................................................32<br />

Sommario<br />

SCOUT D’EUROPA<br />

Rivista mensile Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici della<br />

Federazione dello Scautismo Europeo.<br />

Anno XXXV • n. 7, maggio 2011 - Carnet di Marcia per Scolte e <strong>Rover</strong><br />

Direttore Responsabile<br />

Giuseppe Losurdo<br />

Direttori<br />

Michela Bertoni, Gipo Montesanto<br />

REDAZIONE DI CDM<br />

Coordinamento re<strong>da</strong>zionale<br />

Tullia Di Ad<strong>da</strong>rio, Giorgio Sclip<br />

Casella email della re<strong>da</strong>zione<br />

cdm@fse.it<br />

RESPONSABILI RUBRICHE<br />

• APERTAMENTE: Vania Ribeca.<br />

• CADENDO DA CAVALLO... infuocando il mondo: Don Fabio Gollinucci e fra<br />

Basito.<br />

• SALE IN ZUCCA: Monica D’Atti, Aline Cantono di Ceva ed Elena Pillepich.<br />

• VITA DA ROVER, VITA DA SCOLTA: Elena Bratti, Paolo Morassi.<br />

• CUSTODI DELLA TERRA: Marco Fioretti.<br />

• SCIENZA DEI BOSCHI E OCCHIO!: Marco Fioretti.<br />

• TREPPIEDI, UNA PROPOSTA: Commissari di Branca<br />

• L’ALTRACOPERTINA: Giorgio Sclip<br />

Hanno collaborato in questo numero:<br />

Aline Cantono di Ceva, Tullia Di Ad<strong>da</strong>rio, Giorgio Sclip, Don Fabio Gollinucci,<br />

Micaela Gentilucci, Elena Pillepich, Vania Ribeca, Marco Fioretti, Monica D'Atti,<br />

Sara (Roncade 1)<br />

Progetto grafico<br />

simone.salamone@email.it<br />

Direzione, Re<strong>da</strong>zione e Amministrazione<br />

Via Anicia 10 • 00153 Roma<br />

Aut. del Tribunale di Roma n. 17404 del 29/09/1978 • Sped. in abb. post. Art. 2<br />

Comma 20/c, Legge 662/96 • Fil. di Padova ISSN 1127-0667<br />

Stampa<br />

T. Zaramella - Selvazzano PD<br />

anoscritti e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono, salvo<br />

Mdiverso accordo precedente con la Direzione. Tutti i collaboratori hanno<br />

la responsabilità e conservano la proprietà delle loro opere. La riproduzione di<br />

scritti comparsi in questa rivista è concessa a condizione che ne venga citata<br />

la fonte.<br />

Chiuso in Re<strong>da</strong>zione APRILE 2011<br />

Ringraziamo tutti coloro che ci hanno scritto e che ancora non vedono pubblicato su questo numero il loro<br />

contributo! Tranquilli, sarete sul prossimo!!<br />

CarnetdiMarcia


Parole all’immagine<br />

Il Tempo<br />

è la cosa più preziosa che un uomo può spendere<br />

[TEOFRASTO]<br />

B - 2011<br />

3


4<br />

Tullia di Ad<strong>da</strong>rio ............................................................................................<br />

7 Frasi (già belle e fatte) per essere<br />

sempre al passo coi tempi!<br />

Ed eccoci al tema che forse più di ogni altro ha stimolato fior fior di filosofi, poeti, romanzieri,<br />

cantautori e artisti di ogni genere; ne consegue, come ovvio, che anche noi di Cdm abbiamo<br />

voluto dir la nostra in merito, non sia mai che qualcuno ne senta la mancanza!<br />

Descrizione del prodotto<br />

Le frasi altrui sono un prodotto<br />

noto ai clienti più affezionati<br />

che ci seguono con assiduità<br />

<strong>da</strong> anni (si pensi allo straordinario<br />

successo di “L’Altracopertina”).<br />

Proprio perché<br />

soddisfatti del consenso<br />

ottenuto, la CdM s.p.a. ha<br />

pensato di offrire un prodotto<br />

simile, ma più agevole, di più<br />

immediata fruizione e rivolto<br />

esclusivamente a coloro che<br />

hanno esigenza, o piacere, di<br />

parlare e riflettere sul tema<br />

del Tempo: una lista di frasi,<br />

ciascuna corre<strong>da</strong>ta <strong>da</strong> breve<br />

commento atto a <strong>da</strong>re un qualche<br />

minimo approfondimento.<br />

Qualche bella frase fatta si<br />

rivela sempre molto utile per<br />

fare la nostra discreta figura in<br />

molte occasioni: un elaborato<br />

di italiano, un’interrogazione,<br />

un colloquio di lavoro, un<br />

approccio intellettuale al tizio/<br />

CarnetdiMarcia<br />

Editoriale<br />

tizia che abbiamo adocchiato,<br />

una conversazione impegnata<br />

<strong>da</strong>l parrucchiere…; insomma,<br />

un prodotto a<strong>da</strong>tto ad uscire<br />

con un certo successo <strong>da</strong> più<br />

di una situazione, un prodotto<br />

indispensabile ad una Scolta<br />

che non teme lo scorrere del<br />

tempo e ad un <strong>Rover</strong> che non<br />

è mai fuori tempo.<br />

Istruzioni per l’uso<br />

Il prodotto si presenta come<br />

un rapido elenco di 7 frasi<br />

celebri di cui servirsi in più di<br />

un’occasione. Si raccoman<strong>da</strong><br />

la pronuncia lenta, scandita e<br />

chiara, senza farfugliamenti o<br />

titubanze.<br />

Per non incorrere nel rischio di<br />

fare uso delle frasi suggerite<br />

con eccessiva leggerezza e<br />

frequenza (leggere la parte<br />

CONTROINDICAZIONI), è<br />

bene che il cliente ne valuti attentamente<br />

il senso, calcolan-<br />

done il “peso” e l’opportunità.<br />

È opportuno ricorrere a non<br />

più di una frase al giorno.<br />

Garanzia<br />

Se usato seguendo le<br />

ISTRUZIONI, il prodotto è<br />

praticamente ETERNO; non<br />

teme l’usura e nessun tipo di<br />

incrostazione. La CdM s.p.a.<br />

assicura piena soddisfazione a<br />

tutti i suoi clienti.<br />

Controindicazioni<br />

Il rischio più frequente, come<br />

già ribadito, è quello di ricorrere<br />

troppo spesso o in maniera<br />

inopportuna al prodotto,<br />

indebolendone così l’efficacia;<br />

si raccoman<strong>da</strong> un uso<br />

limitato delle frasi e, in caso<br />

di SOVRADOSAGGIO, è bene<br />

astenersi <strong>da</strong>lle conversazioni<br />

vuote e inutili per almeno una<br />

settimana.


Chi ha tempo non aspetti tempo<br />

Questa prima frase in effetti trasmette un pò<br />

d’ansia; è il caso di usarla con prudenza se non<br />

si vuole una reazione scomposta <strong>da</strong> parte di chi<br />

ci ascolta, ma la frase è utile a tutti coloro che<br />

amano crogiolarsi nell’indolenza e nella nullafacenza.<br />

Perché aspettare?<br />

Che tempi!<br />

L’espressione ricor<strong>da</strong> un pò la vecchia zia scan<strong>da</strong>lizzata<br />

<strong>da</strong>l contesto presente, ma non sfigura<br />

mai in una conversazione generica e tendente al<br />

moralismo.<br />

A ogni giorno basta la sua pena<br />

Geniale e consolatoria affermazione evangelica:<br />

i problemi sono già tanti… perché sovrapporli<br />

tutti nello stesso periodo?<br />

Tempo! Comunque va<strong>da</strong>no le cose lui passa.<br />

L’espressione, coniata <strong>da</strong> un ex giovinastro di<br />

nome Jovanotti, si a<strong>da</strong>tta sia alla conversazione<br />

impegnata che a quella più leggera; visto che comunque<br />

il tempo va via, meglio impiegarlo proficuamente,<br />

no?<br />

L’amore eterno dura tre mesi.<br />

Sentenza rincuorante per chi crede nell’amore<br />

durevole e costante! Ma il saggio Confucio forse<br />

voleva fare solo una battuta…<br />

Rosso di sera, bel tempo si spera<br />

Non è forse molto calzante… ma se uno si trova<br />

in ascensore e non sa che dire può essere utile<br />

per avviare la conversazione.<br />

Estote Parati/Semel scout, semper scout.<br />

Non servono commenti, a parte il fatto che c'è<br />

forse un abuso di latino ...<br />

Scherzi a parte, si voleva giocare un pò con le<br />

frasi note ed arcinote su un tema ricco e complesso<br />

come il Tempo con cui tutti noi arricchiamo,<br />

a volte felicemente, a volte meno, i nostri<br />

discorsi. E se invece riuscissimo a parlare del<br />

Tempo in una maniera, magari non originale, ma<br />

autentica? Svelti, non perdete tempo, voltate<br />

pagina…<br />

Buona stra<strong>da</strong><br />

B - 2011<br />

5


6<br />

Aline Cantono di Ceva ..................................................................................<br />

“C’è un tempo con i suoi tempi…”<br />

Non so te, ma spesso, a proposito dei<br />

legami tra persone, sento parlare di<br />

Tempo principalmente in due termini<br />

che vengono, il 90% delle volte, contrapposti:<br />

Quantità e Qualità. Così nelle discussioni, solitamente<br />

gli “opinionisti” si dividono in due vere<br />

e proprie fazioni che si affrontano a colpi di massime:<br />

“Non è fon<strong>da</strong>mentale Quanto tempo si<br />

passa con i figli ma il Come…”, “Le coppie che<br />

si vedono poco son destinate a naufragare”,<br />

“Le pause di riflessione in una coppia non esistono,<br />

sono semplicemente un modo elegante<br />

di <strong>da</strong>rsela e troncare una storia” ecc.<br />

Mah?! Io son piuttosto scettica… mi sembra<br />

di stare a comprare del prosciutto, come se al<br />

bancone chiedessi: me ne dia 3 etti ma che sia<br />

di Parma e non avariato! Davvero è sufficiente<br />

circoscrivere il tempo limitandolo a queste due<br />

misure, come se, per capire come far funzionare<br />

le relazioni, bastasse porre sull’asse della<br />

“X” le ore e su quella delle “Y” valori <strong>da</strong> 1 a 10<br />

CarnetdiMarcia<br />

Sale in Zucca<br />

la storia di Vito e Gaia<br />

e disegnare un bel grafico? Esistono promesse<br />

senza termine o bisogna rassegnarsi alla<br />

tristezza che il Tempo dell’incontro con l’altro<br />

abbia una scadenza come il latte? Ottimizzare<br />

il Tempo, renderlo fecondo, di buona qualità,<br />

vuol dire stare sempre a tremila, nascondere la<br />

stanchezza e i fastidi o c’è il rischio di sprecarlo<br />

se mi permetto d’essere me stesso mostrando<br />

i miei difetti?<br />

Nella Bibbia si parla di Presente e di Eternità, di<br />

Ora e di Per Sempre, di Azione e di Pazienza,<br />

di Fare e di Saper Aspettare, di Tempi “azzeccati”<br />

e di Tempi “perduti”, di Tempi “pieni” e<br />

di Tempi “maturi”, di Tempi al plurale e di Un<br />

tempo al singolare. Il Tempo non è più chiuso e<br />

ristretto ma respira, si dilata, si ferma, s’innalza<br />

fino al Cielo, trascina con sé l’uomo terreno e le<br />

sue relazioni facendoli diventare immortali, memorabili!<br />

Vito e Gaia sono sposati <strong>da</strong> quasi 18<br />

anni, hanno due figli e ci raccontano una storia<br />

d’amore.


Nella vostra storia c’è stato un Prima fatto di<br />

tensioni e di scontri duri?<br />

La nostra partenza come coppia è avvenuta nel<br />

punto più lontano possibile <strong>da</strong>ll’immagine ideale<br />

o addirittura “normale” dell’essere coppia. Tanto<br />

per essere più chiari siamo stati per anni quella<br />

che si definisce "una brutta coppia". Se dovessimo<br />

individuare cosa avevamo di caratteristico rispetto<br />

ad altre coppie ci verrebbe <strong>da</strong> usare solo un<br />

termine: l'aggettivo "meno". Meno di tutto. Meno<br />

rispetto reciproco, meno accoglienza, meno<br />

ascolto. La nostra relazione parte proprio <strong>da</strong><br />

questa nostra realtà, o meglio <strong>da</strong> questa nostra<br />

miseria che ci ha però consentito di percepire la<br />

grandezza della presenza di Dio tra di noi. I limiti,<br />

e non i meriti o le qualità, sono il materiale che ci<br />

ha uniti, trasformati, rigenerati. Entrambi abbiamo<br />

avuto la percezione di quei limiti come di una<br />

ricchezza <strong>da</strong> non disperdere perché strumento<br />

vivo per alimentare la ricerca di Dio. Avere due<br />

“io” molto pieni di se stessi non permetteva di<br />

arrivare al nostro “noi”. È però il noi il nido che<br />

accoglie la realtà dell’essere coppia. Ed il noi<br />

è frutto di due io che abbiano voglia di lasciare<br />

spazio anche all’altro. Due io necessariamente<br />

meno orgogliosi e presuntuosi dei nostri. Non<br />

riuscire ad arrivare a quel noi ha consentito ai<br />

nostri due io di fare i conti con i propri limiti. I limiti<br />

di chi ha scoperto sulla propria pelle che io + io<br />

= 2 io. Due io non sono una coppia. Lo abbiamo<br />

scoperto perdendoci e lasciandoci più di una volta.<br />

Il tempo dei fallimenti può allora essere un tempo<br />

fecondo se vissuto come l’opportunità di scoprire<br />

qualcosa di nuovo su se stessi. Per poter scrivere<br />

noi bisogna arrivare a scoprire l’altro non come un<br />

territorio <strong>da</strong> colonizzare, ma come una sorgente<br />

<strong>da</strong> cui attingere. E bisogna aver sofferto la sete<br />

(d’amore) che – sola – ti fa apprezzare il valore del<br />

dono di quella sorgente (di bene).<br />

interviste<br />

Poi è seguito un Dopo pieno di accoglienza<br />

e rispetto che vi ha portati fino al matrimonio.<br />

Alcuni miracoli per accadere desiderano<br />

che si sappia non avere fretta. È come se il<br />

Tempo abbia accorciato le distanze tra voi<br />

trasformandosi in Cupido… ma quanto ce ne<br />

è voluto?<br />

L’attesa per molti è un deserto arido, un luogo<br />

che non piace e <strong>da</strong> cui si vuole fuggire facendo<br />

qualcosa… ma attenzione! L’Attesa non è un<br />

Non Tempo, come spesso questa nostra cultura<br />

dominante suggerisce… Il momento dell’Attesa<br />

non va sprecato, é un TEMPO PREZIOSO, è il<br />

periodo che precede l’azione, l’Attesa è attiva!<br />

Cosa vuol dire “per sempre”?<br />

“Per sempre” non è semplicemente una<br />

dimensione del tempo. Piuttosto una mo<strong>da</strong>lità<br />

del vivere. Capirlo è una fon<strong>da</strong>mentale tappa<br />

per affrontare a testa alta la sfi<strong>da</strong> degli anni<br />

che passano. Spesso quando si è innamorati<br />

si riempie ogni affermazione di “per sempre”<br />

nel desiderio ultimo di fermare il tempo.<br />

B - 2011<br />

7


8<br />

Più che dilatarne lo scorrere – con ognuno di<br />

quei per sempre – si vuole dilatare l’attimo<br />

presente – perfetto – a tutta l’eternità. In questo<br />

momento stiamo in paradiso e vorrei che<br />

questo momento durasse il tempo della mia<br />

vita. Ma la vita è movimento. E così appena ci<br />

si muove <strong>da</strong> quello stato di perfezione si pensa:<br />

perché quello stato d’animo non c’è più? È un<br />

sintomo di un sentimento che sta cambiando?<br />

Di un ridursi del nostro amore? Domande<br />

devianti anche se umanamente legittime. Quel<br />

momento è stato perfetto, è vero, ma lo è stato<br />

per il suo tempo. Ognuno di noi ogni giorno è<br />

in qualche modo diverso, nuovo. Lo è perché<br />

le esperienze vissute, le parole ascoltate, le<br />

difficoltà affrontate, le gioie godute ci plasmano,<br />

ci disegnano. La sfi<strong>da</strong> è vivere il tempo della<br />

propria vita e del proprio amore senza ridurlo a<br />

continui confronti con il passato o idealizzazioni<br />

del futuro. Una pianta per vivere ha bisogno<br />

di essere innaffiata ogni giorno <strong>da</strong> quando<br />

piantiamo il seme a quando concluderà il suo<br />

ciclo vitale. Non è che dopo averla innaffiata<br />

per un mese possiamo permetterci di dire: che<br />

pianta magnifica ora che sei così perfetta posso<br />

smettere di innaffiarti. Se lo facessimo, il giorno<br />

dopo quella pianta sarebbe piegata su se stessa<br />

e dopo due giorni sarebbe morta. Volere il “per<br />

sempre” per il proprio amore è volerlo innaffiare<br />

ogni giorno… anzi, ogni istante!<br />

L’istante è il luogo e il tempo di ciò che<br />

possiamo fare di bene… Il tempo scorre,<br />

ma ogni istante è nostro! L’istante ferma il<br />

tempo… Amiamo guar<strong>da</strong>re le foto istantanee<br />

per quella loro meravigliosa capacità di “rubare”<br />

allo scorrere del tempo istanti di eternità…<br />

L’uomo ha avuto in dono il tempo… Dio è<br />

l’eternità… ma nell’istante... tempo ed eternità<br />

entrano in contatto… le linee che Lui traccia<br />

per comporre il suo meraviglioso disegno di<br />

salvezza sono fatte <strong>da</strong> infiniti punti… che sono<br />

nostri… e sono gli infiniti istanti di cui la nostra<br />

vita è composta!<br />

CarnetdiMarcia<br />

Sale in Zucca<br />

Ognuno di noi, ogni coppia ha memoria di<br />

istanti che riescono a contenere l’eternità…<br />

E’ un istante il taglio di un cordone: nascita…<br />

un istante ferma la vita: morte… un istante<br />

eterno: offrire o ricevere un perdono… Dilatare<br />

questa memoria è seminare la vita con istanti<br />

di bene perfetto… istanti in cui abbiamo<br />

amato totalmente… istanti che avranno il<br />

tempo dell’eternità… Ed anche se egoismo,<br />

egocentrismo, superbia, ira, indifferenza,<br />

vigliaccheria, pigrizia, insensibilità, disinteresse<br />

potranno subdolamente entrare nel tempo<br />

della nostra vita e della nostra coppia nel tempo<br />

di un istante, l’istante presente, sarà sempre<br />

possibile affrontare ognuna di queste sfide e…<br />

vincerle!<br />

Oggi di quale tipo di Tempo ha bisogno una<br />

coppia?<br />

Oggi per noi non c’è un tempo particolare<br />

del quale sentiamo di aver bisogno. Siamo<br />

semplicemente e profon<strong>da</strong>mente consapevoli<br />

però di aver bisogno di un tempo per noi due.<br />

UN tempo “libero” per noi due soli.<br />

Da quando siamo sposati facciamo parte di<br />

un Movimento di Spiritualità coniugale che si<br />

chiama Equipe Notre Dame<br />

(www.equipes-notre-<strong>da</strong>me.it).<br />

Un Movimento presente in tutto il mondo<br />

che offre alle coppie un metodo per riuscire<br />

a mantenere spazi di confronto spirituale<br />

nell’ambito della propria quotidianità. Una<br />

parte importante di questo metodo è il Dovere<br />

di Sedersi (DdS). Il Dovere di Sedersi è uno<br />

spazio e un tempo mensile in cui la coppia<br />

vive un’esperienza di dialogo profondo. Un<br />

dialogo a 3. Un dialogo in cui anche Dio è<br />

invitato a partecipare perché aiuti ognuno dei<br />

due ad ascoltare l’altro come Dio vuole che<br />

venga ascoltato, a capirlo, accoglierlo, aiutarlo


e talvolta perdonarlo come solo l’amore di<br />

Dio, che abita in noi, può fare. Fare esperienza<br />

di un buon Dovere di Sedersi può cambiare<br />

la storia di una coppia. È un cammino lungo<br />

e affascinate, talvolta duro e faticoso. Un<br />

cammino che parte <strong>da</strong>ll’imparare a trovare<br />

tempo.<br />

I tempi dell’uomo, i tempi di una coppia,<br />

diventano segnati <strong>da</strong> attività che non sono<br />

“sempre” (nei casi più gravi addirittura “mai”)<br />

a misura di “coppia”. Quella spontaneità<br />

all’incontro, che durante il periodo del<br />

fi<strong>da</strong>nzamento rendeva tutto possibile e faceva<br />

del tempo insieme l’obiettivo primo e ultimo<br />

di ogni giornata, finisce per ridursi ad uno<br />

spontaneo costante “riman<strong>da</strong>re” con cui<br />

spesso dobbiamo fare i conti proprio quando<br />

cerchiamo di fissare il DdS... Nella costruzione<br />

di una coppia e di un matrimonio il tempo non<br />

è un dettaglio ma un ingrediente fon<strong>da</strong>mentale.<br />

Tempo autentico, non tempo contraffatto o…<br />

mistificato. Se si vuole che la propria coppia<br />

cresca, si evolva, si sviluppi, si arricchisca,<br />

bisogna dedicarle tempo. Il tempo per i figli, il<br />

lavoro, i ”conti”, la casa, gli amici è – appunto<br />

– tempo per figli, il lavoro, i”conti”, la casa, gli<br />

amici! Bisogna riuscire a non tradire l’attesa di<br />

un tempo per il Noi. Un tempo per far spazio<br />

tra i pensieri ed i problemi che affollano la vita<br />

di entrambi e riscoprire – come <strong>da</strong> fi<strong>da</strong>nzati – il<br />

piacere e la fecondità del saper stare insieme in<br />

“due”. Che tenerezza per noi – oggi – ricor<strong>da</strong>re<br />

quel periodo, passavamo interi pomeriggi<br />

insieme, al termine dei quali – tornati a casa –<br />

la prima cosa che facevamo era…telefonarci!<br />

Ricordiamo le voci dei nostri genitori…<br />

sconvolti… ”Ma siete stati tutto il pomeriggio<br />

insieme… ma che vi dovete dire ancora…!”<br />

Bisogna – almeno mensilmente – <strong>da</strong>re al<br />

“mare” delle incombenze la possibilità di<br />

far venire “a galla” i sogni, i progetti, le<br />

aspettative, i pensieri più intimi, le fantasie, le<br />

domande, le scoperte, i “se”… ed i “perché”...<br />

interviste<br />

Ridurre sempre più drasticamente questo<br />

tempo di coppia è trasformare il Noi in un<br />

campo minato… dove ogni passo falso… può<br />

farti…“sCOPPIAre!”<br />

“Per ogni cosa c`è il suo momento, il suo tempo<br />

per ogni faccen<strong>da</strong> sotto il cielo.”<br />

(Qoelet).<br />

Il lavoro, i figli, la famiglia d’origine, la<br />

parrocchia, l’impegno sociale, il relax, lo sport,<br />

lo studio… è un pane quotidiano che “riempie”<br />

la nostra coppia… ma non la sazia perché non<br />

di solo pane… può essere nutrita! Costruire<br />

un tempo mensile per fare il DdS è un piccolo<br />

– ma grande – segno esteriore che prelude ed<br />

anticipa quello interiore: fare spazio. La realtà<br />

profon<strong>da</strong> del DdS è tutta nella capacità di saper<br />

fare spazio alla nostra coppia e all’altro che<br />

insieme a me la abita. Il Dds mensile è la nostra<br />

piccola grande regola per non perdere – o per<br />

ritrovare – una fon<strong>da</strong>mentale buona abitudine:<br />

quella di metter al centro della nostra vita<br />

matrimoniale il nostro essere in relazione con<br />

l’altro, in ascolto dell’altro, insieme all’altro…<br />

prima e al di là di tutto!<br />

__________________________________________<br />

Ci sono tempi passati per ricor<strong>da</strong>re e superare,<br />

tempi presenti per scegliere e fare, tempi<br />

futuri per progettare e sperare, tempi fermi per<br />

meditare o parlare e tempi di estenuanti attese<br />

e distacchi… c’è il tempo che ha i suoi tempi..<br />

saperli rispettare fa germogliare Miracoli grandi,<br />

se incontraste oggi Gaia e Vito e la loro famiglia<br />

vedreste quant’è vero!<br />

alinecantono@libero.it<br />

B - 2011<br />

9


10<br />

Monica D’Atti ................................................................................................<br />

Tutti noi siamo chiamati ad essere scrittori.<br />

No, non scappate, non girate pagina. Riguar<strong>da</strong><br />

tutti questa storia. Non sto parlando<br />

della capacità di mettere insieme, riga dopo<br />

riga, pensieri articolati in italiano decente. Non<br />

sto dicendo che ciascuno di noi debba essere<br />

per forza, nella sua vita, tra quelli che affrontano<br />

il brivido del trovarsi <strong>da</strong>vanti ad una pagina bianca<br />

e su questa comporre parole ed esprimere<br />

pensieri. Ci sono persone a cui piace, altre che<br />

soffrono questa dimensione e per le quali già un<br />

tema scolastico è un incubo. In verità sto pensando<br />

a tutt’altro. Io volevo parlare di una pagina<br />

bianca particolare, anzi di varie pagine bianche<br />

che ci sono state <strong>da</strong>te in consegna. Tutte insieme<br />

formano un libro importante, il libro bianco<br />

della nostra vita. Pagine lisce e nuove tutte <strong>da</strong><br />

riempire, <strong>da</strong> comporre come ciascuno di noi sa<br />

fare, con colori e musica, con parole e voce, con<br />

CarnetdiMarcia<br />

Sale in Zucca<br />

Tempo per scrivere<br />

cuore e anima. Ma la cosa tosta è che non è un<br />

libro qualsiasi, <strong>da</strong> tenere appoggiato sulla scrivania<br />

o abbandonato sul ripiano della libreria, non<br />

è un rilegato qualunque <strong>da</strong> sfogliare e lasciare a<br />

tempi migliori, a quando si avrà tempo. Il libro<br />

della nostra vita ha una caratteristica fon<strong>da</strong>mentale:<br />

è composto <strong>da</strong> pagine che non ritornano.<br />

Oggi puoi sfogliare e riempire la pagina di oggi;<br />

se oggi non l’hai riempita non puoi tornare indietro,<br />

la pagina non si disegna più domani. Se non<br />

la scrivi oggi domani non la scrivi più.<br />

Terribile vero il libro della nostra vita?<br />

E non ci sono scuse: non puoi dire di non sapere<br />

scrivere frasi o parole perché non è tutto lì.<br />

Puoi anche lasciarci impresse azioni, puoi anche<br />

riempirlo di attimi vitali. Nel libro ogni giorno racconti<br />

la tua vita, così come si è svolta ed è ciò<br />

che hai fatto che lo riempie. Dimenticavo: l’altra


caratteristica fon<strong>da</strong>mentale di questo libro è che<br />

vi rimane impresso e leggibile solo ciò che ha<br />

avuto un senso. È il tempo che tu hai dedicato<br />

a qualcosa che vale che lo riempie. In altre parole:<br />

per scriverlo bisogna dedicarci tempo. Non<br />

si scrive <strong>da</strong> solo raccontando<br />

del tempo<br />

perso. Quegli spazi,<br />

quei momenti perduti,<br />

rimangono bianchi<br />

e una volta bianchi<br />

restano così per sempre.<br />

In un libro, si sa,<br />

qualche spazio bianco<br />

non sta male: aiuta ad<br />

incorniciare le parole<br />

e le immagini che vi<br />

sono. Ma non di più.<br />

Il bianco deve essere<br />

solo un piccolo contorno<br />

perché tutto il resto<br />

sia pieno e bello.<br />

E allora ecco la funzione<br />

del tempo, questa<br />

strana cosa che ci<br />

sfugge mentre pensiamo<br />

di averla afferrata.<br />

Ci viene semplicemente<br />

<strong>da</strong>to del tempo<br />

per poter scrivere sul<br />

libro della nostra vita.<br />

Tempo per scrivere e non <strong>da</strong> perdere. Tempo<br />

per riempire gli spazi di questa pagina regalataci<br />

giorno per giorno e che un giorno dovremo<br />

riconsegnare. Ve lo immaginate Dio al termine<br />

di questa avventura terrena a sfogliare il nostro<br />

libro, a leggerlo pagina per pagina, a soffermarsi<br />

su quello che abbiamo fatto quel giorno e l’altro<br />

ancora? Ci sono foto e frasi e video in queste<br />

pagine che sembrano quasi multimediali. C’è<br />

tutto quello che abbiamo fatto di buono e di<br />

importante e, in effetti, a rileggerlo può fare un<br />

bell’effetto anche per noi. Ci sediamo di fianco e<br />

ci tornano in mente tante cose e tante persone<br />

alle quali abbiamo dedicato tempo; ogni giorno<br />

è stata un’occasione presa o perduta. A volte<br />

passano delle terribili pagine bianche… dove<br />

eravamo quel giorno, cosa abbiamo fatto, quale<br />

risposta non abbiamo<br />

<strong>da</strong>to, a quale persona<br />

abbiamo negato il nostro<br />

tempo, cosa non<br />

abbiamo costruito,<br />

realizzato, chi non abbiamo<br />

aiutato? Davanti<br />

a quelle pagine bianche<br />

vorremmo tornare<br />

indietro, un senso<br />

di tristezza ci coglie<br />

se ricordiamo dove e<br />

come abbiamo perso<br />

quel tempo per scrivere.<br />

C’è nella memoria<br />

del nostro cuore una<br />

persona che abbiamo<br />

deluso, un amico non<br />

compreso, un aiuto<br />

non <strong>da</strong>to. Ci sono<br />

progetti non realizzati.<br />

Pagine non scritte per<br />

paura di non essere<br />

capaci di farlo.<br />

Chissà cosa penseremo<br />

in quel momento,<br />

quando lo rileggeremo. Forse ora possiamo<br />

stare tranquilli. Abbiamo ancora tempo prima di<br />

consegnare il nostro libro. Abbiamo ancora tutto<br />

il tempo di oggi per scrivere. Oggi c’è la nostra<br />

pagina bianca, questo bellissimo, terribile, affascinante<br />

spazio bianco <strong>da</strong> riempire con i segni<br />

della nostra vita, perché un giorno, quel giorno,<br />

non ci assalga l’angoscia e la rabbia per il tempo<br />

perduto. Segni indelebili <strong>da</strong> leggere insieme, tu<br />

e Dio un giorno, lassù, per meravigliarsi e gioire<br />

insieme.<br />

Monica D’Atti<br />

B - 2011<br />

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12<br />

Elena Pillepich ..............................................................................................<br />

A proposito di tempo…<br />

Dobbiamo fare il miglior uso possibile del tempo libero<br />

[gandhi]<br />

Mohan<strong>da</strong>s Karamchand Gandhi<br />

(Porban<strong>da</strong>r, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi, 30 gennaio<br />

1948)<br />

Perché parlare di Gandhi in un numero dedicato al<br />

tempo? Direi senza dubbio che egli ha speso bene<br />

il suo tempo, non solo non lo ha sprecato, ma non<br />

ne è mai stato succube, non si è mai lasciato condizionare<br />

<strong>da</strong> esso. Anche se ha vissuto pienamente<br />

integrato nella sua epoca, non ne è mai rimasto<br />

intrappolato, né <strong>da</strong>l tempo come momento storico,<br />

né <strong>da</strong>l tempo inteso come scorrere dei giorni.<br />

Egli è stato un’anima libera e come tale non si è<br />

preoccupato del domani, ma solo della sua anima<br />

e di quella dei suoi concittadini bisognosi di essere<br />

resi persone libere!<br />

Non volendo pensare a quello che mi porterà il<br />

domani, mi sento libero come un uccello.<br />

CarnetdiMarcia<br />

Sale in Zucca<br />

Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per<br />

quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto<br />

che non vengono trasformati in azioni. Sii il<br />

cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo!<br />

Vediamo insieme chi è stato Mahatma Gandhi:<br />

Importante gui<strong>da</strong> spirituale per il suo paese, lo si<br />

conosce soprattutto col nome di Mahatma (in sanscrito<br />

"grande anima"), appellativo che gli fu conferito<br />

per la prima volta <strong>da</strong>l poeta Rabindranath Tagore.<br />

Gandhi è stato uno dei pionieri e dei teorici del<br />

satyagraha, la resistenza all'oppressione tramite la<br />

disobbedienza civile di massa che ha portato l'India<br />

all'indipendenza. Il satyagraha è fon<strong>da</strong>to sulla satya<br />

(verità) e sull'ahimsa (nonviolenza). Con le sue<br />

azioni Gandhi ha ispirato molti movimenti di difesa<br />

dei diritti civili e grandi personalità quali Martin Luther<br />

King, Nelson Mandela e Aung San Suu Kyi.<br />

In India Gandhi è stato riconosciuto come Padre<br />

della nazione e il giorno della sua nascita è un gior-


no festivo. Questa <strong>da</strong>ta è stata anche dichiarata<br />

Giornata internazionale della nonviolenza <strong>da</strong>ll'Assemblea<br />

generale delle Nazioni Unite.<br />

Nasce il 2 ottobre 1869 a Porban<strong>da</strong>r, una città<br />

di pescatori nell'attuale Stato di Gujarat, in India.<br />

La sua famiglia appartiene alla comunità modh,<br />

gruppo tradizionalmente dedito al commercio.<br />

Nel 1881, all'età di 12 anni Gandhi sposa, con un<br />

matrimonio combinato secondo la tradizione indù,<br />

Kastürba Gandhi, sua coetanea: Gandhi in seguito<br />

con<strong>da</strong>nnerà più volte "la crudele usanza dei matrimoni<br />

infantili". La coppia avrà 4 figli, tutti maschi.<br />

Gandhi, all'età di diciassette anni e tre anni dopo<br />

la morte del padre, parte per studiare <strong>da</strong> avvocato<br />

presso la University College di Londra. Considerando<br />

l'impossibilità di rispettare i precetti induisti<br />

in Inghilterra, la sua casta si oppone alla partenza.<br />

Gandhi parte nonostante tutto e viene con<strong>da</strong>nnato<br />

a essere un fuori casta <strong>da</strong>l capo della sua comunità.<br />

A Londra Gandhi si a<strong>da</strong>tta in una certa misura<br />

alle abitudini inglesi, vestendosi e cercando di vivere<br />

come un gentleman. Due giorni dopo aver passato<br />

gli esami di giurisprudenza parte <strong>da</strong>ll'Inghilterra,<br />

il 12 giugno 1891, per tornare in India: una<br />

volta sbarcato a Bombay apprende che la madre<br />

è morta. Con l'aiuto del fratello viene riammesso<br />

nella sua casta e inizia a praticare l'avvocatura; avrà<br />

però difficoltà ad esercitare la sua professione: le<br />

sue conoscenze sono soprattutto teoriche e non<br />

conosce ancora bene il diritto indiano. Inoltre è<br />

imbarazzato nel parlare in pubblico. Tenta di sistemarsi<br />

a Bombay, ma rinuncia dopo sei mesi per le<br />

entrate insufficienti. Due anni dopo, la ditta indiana<br />

Da<strong>da</strong> Abdullah & C., lo incarica di difendere una<br />

causa in Su<strong>da</strong>frica. A questo punto della sua vita<br />

Gandhi è un individuo dolce, timido, politicamente<br />

indifferente ed è impacciato quando deve parlare<br />

in tribunale. In Su<strong>da</strong>frica entra in contatto con<br />

l'apartheid (segregazione dei neri). Ma viene soprattutto<br />

a contatto con il pregiudizio razziale e con<br />

le condizioni di quasi schiavitù nelle quali vivono<br />

i suoi 150 mila connazionali. Questa situazione lo<br />

spinge a compiere un'evoluzione interiore spetta-<br />

colare. Un giorno, in un tribunale di Durban, il magistrato<br />

gli doman<strong>da</strong> di togliere il turbante. Gandhi si<br />

rifiuta di obbedire e viene espulso <strong>da</strong>l tribunale. Si<br />

fa espellere anche <strong>da</strong> un treno a Pietermaritzburg,<br />

non avendo accettato di passare <strong>da</strong>l vagone di prima<br />

classe in quello di terza classe, <strong>da</strong>to che possedeva<br />

un biglietto valido per la prima classe. In<br />

seguito prende una diligenza ed il responsabile prima<br />

gli vieta di viaggiare all'interno con gli altri passeggeri<br />

europei e poi lo picchia perché si rifiuta di<br />

spostarsi sul predellino. Questi incidenti, descritti<br />

in diverse biografie come punto di svolta della sua<br />

vita, sono anche quelli che hanno agito <strong>da</strong> catalizzatore<br />

per il suo militantismo. In quanto testimone<br />

diretto dell'intolleranza, del razzismo, dei pregiudizi<br />

e dell'ingiustizia verso gli indiani in Su<strong>da</strong>frica, Gandhi<br />

comincia a riflettere sullo stato del suo popolo<br />

e sul proprio posto nella società. In India, grazie ai<br />

membri teosofici, Gandhi scopre la Bhagavad Gita,<br />

libro che lo marcherà profon<strong>da</strong>mente, specialmente<br />

attraverso l'idea che il desiderio è sorgente di<br />

sofferenza e agitazione per lo spirito:<br />

«L'induismo così come lo conosco soddisfa interamente<br />

la mia anima, riempie completamente la mia<br />

persona... Quando i dubbi mi ossessionano, quando<br />

le delusioni mi fissano negli occhi e quando non vedo<br />

alcun raggio di sole sull'orizzonte, io torno sul Bhagavad<br />

Gita e cerco un verso che mi dia conforto; ed<br />

immediatamente incomincio a sorridere in mezzo<br />

all'opprimente dolore. La mia vita è stata piena di<br />

tragedie e se esse non hanno lasciato alcun tipo di<br />

visibile ed indelebile effetto su di me, io devo questo<br />

agli insegnamenti del Bhagavad Gita»<br />

Svilupperà <strong>da</strong> quel momento un interesse per la<br />

religione che non si limiterà all'induismo, ma si<br />

estenderà al buddismo, all'islam e al Cristianesimo<br />

di cui riterrà soprattutto la frase tratta <strong>da</strong>ll'insegnamento<br />

di Gesù nel discorso della montagna: «Se<br />

uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche<br />

la sinistra» (Matteo 5,39).<br />

Gandhi condusse una vita estremamente semplice,<br />

<strong>da</strong>ndo sempre esempio di massima umiltà e ri-<br />

B - 2011<br />

13


14<br />

spetto per tutti, partendo <strong>da</strong>i<br />

paria. Questi erano (sono)<br />

una grande parte della popolazione<br />

indiana che viveva<br />

ai margini della società,<br />

tra il disprezzo generale ma<br />

che Gandhi indicava come<br />

figli di Hari, riprendendo il concetto<br />

evangelico che vedeva negli<br />

ultimi sulla terra i primi nel regno di<br />

Dio. Gandhi riservava un giorno della settimana<br />

al silenzio, perché era convinto che il parlare<br />

rompesse la sua pace interiore. Questa idea era<br />

tratta <strong>da</strong> una concezione induista relativa al potere<br />

di mouna e shanti. Durante i giorni dedicati al silenzio<br />

comunicava con gli altri scrivendo su biglietti di<br />

carta. All'età di trentasette anni, per un periodo di<br />

tre anni e mezzo, Gandhi rifiutò di leggere i quotidiani<br />

affermando che il tumultuoso stato degli affari<br />

mondiali gli causasse ancora più confusione.<br />

Il silenzio gli serviva a concentrarsi per purificare<br />

l'anima e rendersi in pace. Al suo ritorno in India,<br />

dopo il soggiorno in Su<strong>da</strong>frica dove era stato un avvocato<br />

e quindi aveva sperimentato un certo agio,<br />

Gandhi rinunciò ai suoi abiti occidentali, simbolo di<br />

ricchezza. La sua idea era quella di adottare un tipo<br />

di vestito che fosse accettabile anche <strong>da</strong>lle persone<br />

più povere dell'India. Questo era un aspetto di<br />

una condotta di vita che doveva essere incentrata<br />

sulla semplicità ed il disinteressamento per il superfluo.<br />

Gandhi cercò di diffondere l'uso dell'abito<br />

di stoffa filata e tessuta a mano fatto in casa (il khadi).<br />

Con i suoi sostenitori praticava la tessitura dei<br />

propri vestiti usando un filatoio manuale (il charka).<br />

La tessitura fu messa in pratica anche come forma<br />

di lotta contro l'impero britannico <strong>da</strong> cui venivano<br />

importati i vestiti di foggia occidentale, prodotti in<br />

Inghilterra (che dunque subiva una perdita economica<br />

per la loro mancata vendita). In questo modo<br />

inoltre l'India poteva rendere la propria economia<br />

indipendente (allargando la produzione interna di<br />

beni ad altri settori) <strong>da</strong> quella dell'Impero inglese.<br />

Gandhi rinunciò ai rapporti sessuali all'età di 36<br />

CarnetdiMarcia<br />

anni diventando totalmente<br />

casto sebbene sposato,<br />

pronunciando, secondo la<br />

tradizione induista, i voti di<br />

brahmacharya, secondo un<br />

ideale di consapevolezza e<br />

armonia spirituale, che prevede<br />

(oltre alla castità) purezza<br />

delle aspirazioni e dei pensieri,<br />

autocontrollo del palato e autodisciplina.<br />

Gandhi affermava che l'importanza<br />

<strong>da</strong> lui conferita alla castità non era legata ad un disprezzo<br />

per la sessualità, ma, al contrario, ad un rispetto<br />

profondo verso il potere generativo dell'atto<br />

sessuale. Gandhi praticò spesso dei lunghi periodi<br />

di digiuno, che poneva essenzialmente nell'ambito<br />

spirituale come un mezzo per distaccarsi sempre<br />

più <strong>da</strong>lla realtà terrena del corpo, analogamente<br />

alla castità e alla semplicità di vita. Infatti egli credeva<br />

che il digiuno, ma più in generale il controllo<br />

nell'assunzione di cibo, portasse all'aumento del<br />

controllo dei sensi, indispensabile per un'ascesi<br />

spirituale. Il digiuno era anche utilizzato come<br />

un'arma politica. Nel marzo del 1930 intraprende<br />

una campagna contro la tassa del sale. Inizia così<br />

la celebre Marcia del sale che parte <strong>da</strong>ll'ashram<br />

Sabarmati il 12 marzo e termina a Dandi il 6 aprile<br />

1930 dopo 380 km di marcia. Arrivati sulle coste<br />

dell'Oceano indiano Gandhi ed i suoi sostenitori<br />

estraggono il sale in aperta violazione del monopolio<br />

reale e vengono imitati <strong>da</strong>lle migliaia di indiani<br />

unitisi durante la marcia.<br />

Un passo alla volta mi basta.<br />

Questa campagna, una delle più riuscite della storia<br />

dell'indipendenza non-violenta dell'India, viene<br />

brutalmente repressa <strong>da</strong>ll'impero britannico, che<br />

reagisce imprigionando più di 60.000 persone.<br />

Anche Gandhi e molti membri del Congresso vengono<br />

arrestati. Ahimsa è una parola sanscrita tradotta<br />

nelle lingue europee moderne con il termine<br />

nonviolenza (a = non, a privativa; "himsa" = "violenza",<br />

"ingiuria", "male", <strong>da</strong>nno). Ahimsa significa non


usare violenza, non far del male, amare e anche<br />

essere giusti nei confronti degli altri. Per Gandhi<br />

la ahimsa è un atteggiamento etico derivante <strong>da</strong>lla<br />

fede nella Verità (Satya), il fon<strong>da</strong>mento più solido<br />

della ricerca della ahimsa, cioè di una vita sociale<br />

improntata alla nonviolenza, all'amore, alla giustizia.<br />

«Ci sono cose per cui sono disposto a morire,<br />

ma non ce n’è nessuna per cui sarei disposto ad<br />

uccidere»<br />

Se <strong>da</strong> una parte l'ahimsa è amore disinteressato,<br />

d'altra parte essa è anche rifiuto totale di ogni tipo<br />

di odio verso gli altri: Gandhi afferma come anche<br />

se sottoposti ai più terribili soprusi, alle più gravi<br />

ingiustizie, ai più strazianti dolori, mai e poi mai si<br />

deve ricorrere alla violenza verso il prossimo. In<br />

questo senso Gandhi riveste un ruolo fon<strong>da</strong>mentale<br />

nell'evolversi del pensiero pacifista, per il totale<br />

rifiuto della violenza e della guerra come strumenti<br />

per la soluzione di conflitti:<br />

«Non c'è stra<strong>da</strong> che porti alla pace che non sia la<br />

pace, l'intelligenza e la verità»<br />

Gandhi identificò sempre Dio con la Verità, ma la<br />

sua idea di Dio non si limitava ad un concetto filosofico,<br />

trascendendo essa ogni definizione:<br />

«Per me Dio è Verità e Amore; Dio è etica e moralità;<br />

Dio è assenza di paura. Dio è la fonte della Luce<br />

e della <strong>Vita</strong> e tuttavia Egli è al di sopra e al di là di<br />

queste. Dio è coscienza. È lo stesso ateismo degli<br />

atei. Perché, nel Suo infinito amore, Dio permette<br />

all'ateo di esistere. Egli è il cercatore di cuori. [...] È<br />

un Dio personale per quelli che hanno bisogno della<br />

Sua personale presenza.<br />

È un Dio in carne ed ossa per quelli che hanno<br />

bisogno della Sua carezza. È la più pura essenza.<br />

[...] È tutte le cose per tutti gli uomini. È in noi e<br />

tuttavia al di sopra e al di là di noi»<br />

Per descrivere il legame tra Dio e le creature, Gandhi<br />

utilizzava l'immagine del sole e dei raggi:<br />

«Credo nell'assoluta unicità di Dio e, perciò, anche<br />

dell'umanità. Perché, allora, abbiamo tanti corpi?<br />

Abbiamo una sola anima. La rifrazione moltiplica<br />

i raggi del sole. Ma la loro provenienza è la stessa.»<br />

Il 30 gennaio 1948, presso la Birla House, a New<br />

Delhi, mentre si recava nel giardino per la consueta<br />

preghiera ecumenica delle ore 17, accompagnato<br />

<strong>da</strong>lle sue due pronipoti Abha e Manu, Gandhi viene<br />

assassinato con tre colpi di pistola <strong>da</strong> un fanatico<br />

indù radicale che riteneva Gandhi responsabile di<br />

cedimenti al nuovo governo del Pakistan. Prima di<br />

sparare, Godse si piega in segno di reverenza di<br />

fronte a Gandhi e, dopo l'uccisione, cerca di confondersi<br />

tra la folla e di fuggire; quando si accorge<br />

di essere braccato e di rischiare il linciaggio, però,<br />

rallenta il passo permettendo alle forze dell'ordine<br />

di catturarlo. Nel gennaio del 1949 comincia il processo<br />

nei suoi confronti che si conclude l'8 novembre<br />

dello stesso anno con una con<strong>da</strong>nna a morte.<br />

La sentenza viene eseguita una settimana dopo,<br />

malgrado l'opposizione dei sostenitori di Gandhi.<br />

Seguendo le volontà di Gandhi, le sue ceneri furono<br />

ripartite tra varie urne e disperse nei maggiori<br />

fiumi del mondo tra i quali il Nilo, il Tamigi, il Volga e<br />

il Gange. Due milioni di indiani assistettero ai funerali,<br />

durante i quali la bara del Mahtma fu trasportata<br />

su e giù per il Gange per consentire a coloro che<br />

stavano sulle sponde di rendergli omaggio.<br />

Il 30 gennaio 2008, in occasione del sessantesimo<br />

anniversario della sua morte, sono state versate<br />

nel mare <strong>da</strong>vanti a Mumbay le ceneri contenute<br />

nell'unica urna non ancora svuotata.<br />

«Vivi come se dovessi morire domani. Impara come<br />

se dovessi vivere per sempre»<br />

Su Gandhi furono pronunciate e scritte molte parole,<br />

<strong>da</strong>gli epiteti meno nobili alle lodi più commosse.<br />

Winston Churchill, ad esempio, lo definì «disgustoso»<br />

e «fachiro mezzo spoglio», mentre Albert<br />

Einstein disse di lui con ammirazione: «Forse le generazioni<br />

a venire crederanno a fatica che un individuo<br />

in carne e ossa come questo ha camminato<br />

su questa terra».<br />

B - 2011<br />

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Cadendo <strong>da</strong> Cavallo...<br />

don Fabio Gollinucci .....................................................................................<br />

Non temete: ho vinto il «tempo»?<br />

Vangelo di Matteo, cap. 28<br />

Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria<br />

di Màg<strong>da</strong>la e l'altra Maria an<strong>da</strong>rono a visitare la tomba. Ed ecco,<br />

vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso <strong>da</strong>l<br />

cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa.<br />

Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come<br />

neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse<br />

e rimasero come morte. L'angelo disse alle donne: "Voi non<br />

abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È<br />

risorto, infatti, come aveva detto; venite, guar<strong>da</strong>te il luogo dove<br />

era stato deposto. Presto, an<strong>da</strong>te a dire ai suoi discepoli: "È<br />

risorto <strong>da</strong>i morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete".<br />

Ecco, io ve l'ho detto". Abbandonato in fretta il sepolcro con<br />

timore e gioia grande, le donne corsero a <strong>da</strong>re l'annuncio ai<br />

suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: "Salute<br />

a voi!". Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e<br />

lo adorarono. Allora Gesù disse loro: "Non temete; an<strong>da</strong>te ad<br />

annunciare ai miei fratelli che va<strong>da</strong>no in Galilea: là mi vedranno"<br />

CarnetdiMarcia


Come era già successo per la morte di<br />

Gesù, anche la sua risurrezione provoca<br />

uno sconvolgimento cosmico che si<br />

manifesta sensibilmente nel terremoto: niente<br />

rimane estraneo a questo evento che trapassa<br />

anche il tempo e la storia.<br />

Le guardie poste <strong>da</strong>l sinedrio a custodire il sepolcro<br />

scappano terrorizzate mentre l'angelo si<br />

rivolge alle donne rassicurandole con parole consolanti.<br />

"Non abbiate paura voi. So che cercate<br />

Gesù crocifisso".<br />

Sul cammino di quanti cercano il Signore, non<br />

ci si può lasciar prendere <strong>da</strong>lla paura o rifugiarsi<br />

nel passato. Il tempo non si ferma e non torna<br />

indietro! Il cercatore di Dio deve agire come un<br />

esperto esploratore che riconosce realisticamente<br />

l'ostacolo presente sul cammino (anche<br />

se qui si tratta della morte, che sembra insuperabile)<br />

e sa guar<strong>da</strong>re oltre le apparenze, credendo<br />

e sperando. Nel linguaggio biblico, cercare Dio<br />

infatti equivale a cercare il Vivente, il <strong>da</strong>tore della<br />

vita, la vita stessa.<br />

Le parole dell'Angelo proseguono poi affermando<br />

la realtà chiave del nostro credere, sperare e<br />

amare: quel Gesù che le donne cercano non è<br />

più pre<strong>da</strong> della morte, è risorto. Attraverso la sua<br />

morte voluta per amore, avviene la resurrezione<br />

in quanto, come dice S. Paolo, “la morte è stata<br />

ingoiata per la vittoria” (1Cor 15,54).<br />

Si apre allora un tempo nuovo ed inatteso, sconosciuto<br />

all'uomo ma <strong>da</strong> lui desiderato. La vita<br />

eterna non appartiene più al futuro ma si realizza<br />

qui <strong>da</strong>vanti a me, in un uomo come me, in una<br />

morte come la mia. Però, se<br />

non credo, non vedo!<br />

La delusione sotto la croce e<br />

il dolore per la passione del<br />

Maestro erano state troppo<br />

forti per permettere una luci<strong>da</strong><br />

valutazione degli avvenimenti<br />

accaduti. Le emozioni avevano<br />

avuto il sopravvento e la tristezza<br />

si era anni<strong>da</strong>ta nel cuore dei<br />

infuocando il mondo<br />

discepoli, particolarmente delle donne. Ma il<br />

richiamo era ancora forte e il ricordo dell'esperienza<br />

fatta con quell'uomo così speciale rimaneva<br />

ancora vivo. E allora mettersi in cammino e<br />

fare stra<strong>da</strong> (come diremmo noi) non è più tempo<br />

perso, illusorio, perché riporta all'incontro. In una<br />

verità tutta nuova, con una gioia piena.<br />

A noi tutti, vittime di uno dei più distruttivi pensieri<br />

della nostra epoca: “mi manca tempo”,<br />

giunge ancora oggi questa Parola di Gesù che<br />

stravolge il nostro modo di vedere e pensare la<br />

vita. Il tempo della vita umana non è scandito <strong>da</strong><br />

un conto alla rovescia ma, in Cristo, è diventato<br />

il campo di gioco dove spendersi senza paura di<br />

perdere il proprio tempo e la propria vita. Non<br />

possiamo più lasciarci condizionare <strong>da</strong>i limiti di<br />

60 secondi, 24 ore, 7 giorni, 30 giorni, 12 mesi...<br />

Cristo ha vinto il peccato e la morte con la sua<br />

risurrezione; ha sfon<strong>da</strong>to il muro del suono e superato<br />

la velocità della luce: è vivo più che mai,<br />

nonostante la nostra perenne e radicale incredulità<br />

e durezza di cuore. Sorella, fratello, ti invito<br />

a cercare, ascoltare, osservare bene: la tomba è<br />

vuota! Il tempo è compiuto. Il Regno di Dio è qui<br />

in mezzo a noi, dentro di noi!<br />

Non aspettare inutilmente un tempo migliore:<br />

oggi, alla tua portata, c'è il regalo insperato: il<br />

tempo senza tempo.<br />

CRISTO È RISORTO: ALLELUIA!<br />

don Fabio Gollinucci<br />

QUESTO VANGELO PER NOI OGGI<br />

• Cosa mi comunica questa pagina di vangelo? Come reagisco? Quali sentimenti<br />

provo? La posso vivere io/noi oggi?<br />

• Mi lascio mai “inon<strong>da</strong>re” <strong>da</strong>lla luce che splende sul volto di Gesù risorto?<br />

• Prego mai il Risorto che dissipi in me tristezze, depressioni, sospetti, amarezze,<br />

pessimismi e chiusure di ogni genere?<br />

• Noi Scolte e <strong>Rover</strong>: <strong>da</strong> cosa si vede che crediamo nella risurrezione (di Gesù<br />

e nostra)?<br />

B - 2011<br />

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Gipo Montesanto ..........................................................................................<br />

L’inquilino del piano di sopra…<br />

vede più lontano!<br />

Non stavo più nella pelle aspettando<br />

l’uscita di questo numero di CdM! Non<br />

vedevo l’ora di dirvi le parole che state<br />

per leggere. Ho scoperto che noi tutti siamo<br />

bassi. Magari qualcuno di voi sta già pensando:<br />

“Gipo ma che dici? Proprio tu che superi a stento<br />

un metro e due succhi di frutta di altezza???”.<br />

Ma dico <strong>da</strong>vvero… e adesso mi spiego meglio.<br />

Mi sono reso conto che questa cosa riguar<strong>da</strong> un<br />

po’ tutti, scout e non, alti e bassi e quindi riguar<strong>da</strong><br />

anche te. Non passa giorno in cui non sento<br />

CarnetdiMarcia<br />

Treppiedi...<br />

qualcuno lamentarsi perché qualcosa è an<strong>da</strong>ta<br />

storta. La ragazza mi ha lasciato; quello stupido<br />

non mi nota per niente; perché mi accade questa<br />

cosa dolorosa; come mai non riesco a vedere<br />

la luce in questa situazione, ecc. Ciascuno<br />

di noi credo possa continuare questo elenco.<br />

C’è un'altra cosa <strong>da</strong> considerare e permettetemi<br />

di essere molto sincero con voi: non siamo<br />

più abituati a considerare noi stessi in un intorno<br />

temporale molto ampio. Vi faccio qualche esempio.<br />

Spesso si studia solo per l’interrogazione


del giorno dopo. Ma non<br />

tutti pensano a cosa fare<br />

dopo il diploma. Facciamo<br />

i salti mortali per <strong>da</strong>re un<br />

esame all’università. Ma<br />

non tutti pensano cosa ne<br />

sarà di loro fra cinque anni<br />

(a proposito… tu ci hai<br />

mai pensato?). Stasera ho<br />

conosciuto quel ragazzo<br />

carino (o quella ragazza<br />

carina), mi sono divertito<br />

con lui; ma poi capita che<br />

a volte nemmeno lo si saluta<br />

quando ci si rincontra.<br />

Insomma… a qualcuno<br />

capita persino di vivere<br />

“alla giornata”! Scusate<br />

se sono così schietto con<br />

voi, ma vi voglio così bene<br />

e siete sempre nei miei<br />

pensieri, che credo di potermelo<br />

permettere.<br />

La verità è che dietro ciascuno<br />

di noi c’è una storia.<br />

C’è tutta una serie di<br />

cose che abbiamo fatto<br />

e che ci sono capitate,<br />

che non possono essere<br />

tralasciate. Abbiamo una<br />

storia dietro e una direzione<br />

<strong>da</strong>vanti a noi. Si tratta<br />

solo di allargare l’intorno<br />

temporale in cui siamo<br />

immersi quotidianamente.<br />

Insomma di guar<strong>da</strong>re un po’ più in là.<br />

Sicuramente salendo in montagna, o su un palazzo<br />

alto, vi sarete subito resi conto come il<br />

nostro sguardo riesce a vedere le cose più lontante,<br />

che <strong>da</strong>l basso non saremmo mai riusciti<br />

nemmeno a scorgere. Ebbene, abbiamo qualcuno<br />

che vede molto più avanti di noi. Ma tanto di<br />

più. Colui che ci ha […] conosciuti ancora prima<br />

una proposta<br />

che fossimo concepiti<br />

[…] (Geremia 1:4-5). Colui<br />

che […] ci ha intessuti nel<br />

seno di nostra madre […]<br />

(Salmi 139:13. Colui che<br />

[…] ci ha scelti quando ha<br />

programmato la creazione<br />

[…] (Efesini 1:11-12).<br />

Allora di cosa preoccuparsi?<br />

Lui sì che vede più lontano!<br />

E siccome ci vuole<br />

più bene di quanto noi ci<br />

vogliamo bene; ogni tanto<br />

dispone gli avvenimenti e<br />

le cose che ci acca<strong>da</strong>no in<br />

modo <strong>da</strong> <strong>da</strong>rci sempre ciò<br />

di cui abbiamo <strong>da</strong>vvero bisogno.<br />

Sempre più spesso mi<br />

accorgo di quanto questa<br />

cosa sia vera. Anche se a<br />

volte mi rendo conto che<br />

ciò di cui ho <strong>da</strong>vvero bisogno<br />

è una bella scossa<br />

forte per capire una stra<strong>da</strong><br />

sbagliata. Adesso vi invito<br />

ad una scoperta, una<br />

specie di sfi<strong>da</strong>. Provate<br />

a guar<strong>da</strong>re, durante le<br />

vostre giornate, quante<br />

cose vi sembravano messe<br />

male e poi, dopo un<br />

po’ di tempo, non aspettato<br />

né calcolato, ci si<br />

rende conto che tutto si<br />

è sistemato e che anzi… forse forse è an<strong>da</strong>ta<br />

meglio così. Provateci… e scoprirete cosa sono i<br />

miracoli quotidiani. Poi però voglio sapere come<br />

è finita… scrivetemi a rovers@fse.it per raccontarmi<br />

una di queste storie.<br />

Gipo Montesanto RYS<br />

Commissario Nazionale Branca <strong>Rover</strong><br />

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20<br />

Vania Ribeca .................................................................................................<br />

Il senso relativo del tempo<br />

Wilson è il migliore amico di Chuck. Si<br />

confi<strong>da</strong>no, giocano, si prendono in<br />

giro, si sostengono nei momenti di<br />

sconforto, litigano, come può accadere in ogni<br />

amicizia, ma non si abbandonano mai.<br />

Wilson è un pallone bucato, vomitato <strong>da</strong>l mare<br />

che ha restituito ad una spiaggia sperduta in<br />

mezzo ad un oceano non meglio identificato i<br />

resti di un incidente aereo.<br />

Come fa allora un pallone ad essere il migliore<br />

amico di qualcuno?<br />

“La vita personale e professionale di Chuck Nolan,<br />

ingegnere della Federal Express, era scandita<br />

<strong>da</strong>ll'orologio, <strong>da</strong>i ritmi frenetici e <strong>da</strong>i continui<br />

spostamenti, spesso senza preavviso, che<br />

lo tenevano lontano <strong>da</strong>lla sua fi<strong>da</strong>nzata Kelly.<br />

Mancavano pochi giorni a Natale, quando arrivò<br />

di nuovo il momento di partire. Dopo aver promesso<br />

a Kelly passare insieme l'ultimo dell'anno,<br />

Chuck salì sull’aereo. Ma stavolta il viaggio<br />

non andò come al solito. L'aereo finì dentro una<br />

fortissima bufera che lo abbatté facendolo precipitare.<br />

Chuck riuscì miracolosamente a salvarsi<br />

e quando riprese conoscenza, si rese conto di<br />

essere solo su un'isola, appunto, deserta. Ben<br />

presto capì che l'isola, a sua volta, era fuori <strong>da</strong><br />

ogni traiettoria conosciuta. Privato quindi di ogni<br />

contatto umano e senza punti di riferimento,<br />

CarnetdiMarcia<br />

Apertamente<br />

Chuck dovette cominciare a procurarsi le cose<br />

più elementari per sopravvivere: l'acqua, il cibo,<br />

un riparo. Ma non furono soltanto i bisogni fisici<br />

quelli a cui Chuck si trovò a dover provvedere.<br />

C’erano i bisogni umani, primo fra tutti la necessità<br />

di non impazzire vivendo quella “assor<strong>da</strong>nte”<br />

solitudine imposta <strong>da</strong> una tragica fatalità.<br />

Wilson diventò così un bene primario, un’ancora<br />

di salvezza contro la follia, una personificazione<br />

della vita che improvvisamente gli era stata portata<br />

via. E proprio grazie a Wilson le sue giornate<br />

trovarono un senso. Passarono così quattro<br />

anni, quattro lunghissimi anni.<br />

Non voglio raccontarvi come finisce questo film,<br />

Cast Away con Tom Hanks di qualche anno fa,<br />

vorrei che lo vedeste, per chi non lo avesse già<br />

fatto, per provare a <strong>da</strong>re un altro significato alla<br />

parola tempo.<br />

Le nostre giornate trascorrono frenetiche tra mille<br />

impegni, con pochi momenti a disposizione<br />

per chiederci dove stiamo an<strong>da</strong>ndo!<br />

E se all’improvviso, per una circostanza che non<br />

possiamo prevedere, la vita ci imponesse di frenare<br />

la nostra corsa, riusciremmo a sopravvivere?<br />

Troveremmo conforto nel silenzio? Serenità<br />

nella solitudine?


Sarebbe una sfi<strong>da</strong> enorme. Staccare il telefonino,<br />

spegnere la televisione, allontanarsi <strong>da</strong>l<br />

caos, restare soli con i nostri pensieri farebbe<br />

dilatare il tempo, il ritmo delle nostre giornate.<br />

Non esserne schiavi, ma esserne padroni.<br />

La storia raccontata <strong>da</strong> Cast Away, mi fa venire in<br />

mente, anche se può apparire una forzatura, altri<br />

due esempi <strong>da</strong> considerare, che seppure non caratterizzati<br />

<strong>da</strong>lla solitudine, mettono di fronte al<br />

rapporto con il tempo: il Grande fratello e la clausura.<br />

Pensateci, situazioni apparentemente e paradossalmente<br />

simili: un luogo <strong>da</strong> cui non poter<br />

uscire, una comunità di persone che si ritrovano<br />

insieme a dover condividere spazi e tempo, un<br />

mondo fuori che viaggia ad una velocità che non<br />

si può fermare, che non può aspettare.<br />

Ma la clausura non è un reality, le persone non<br />

sono lì per caso, per una scelta di altri o del destino,<br />

non c’è una <strong>da</strong>ta di scadenza, e soprattutto<br />

non c’è un vincitore.<br />

ll monachesimo (<strong>da</strong>l greco monachos, persona<br />

solitaria) (per estendere il concetto a uomini e<br />

donne) è un modo di vivere la propria religiosità,<br />

caratterizzata <strong>da</strong> rinunce agli interessi terreni<br />

(=mon<strong>da</strong>ni), per dedicarsi in modo più completo<br />

all'aspetto spirituale, per consacrarsi a Dio.<br />

Un modo autentico di vivere il proprio tempo,<br />

scandito <strong>da</strong>lla preghiera, <strong>da</strong>lla contemplazione,<br />

<strong>da</strong>lla ricerca di armonia con il prossimo più vicino<br />

ma anche e soprattutto con il prossimo più<br />

lontano, quello che non possono vedere, oltre le<br />

mura di un convento, ma che possono raggiungere<br />

nella comunione in Cristo.<br />

Eppure quanti sono i giovani che ingrossano le<br />

fila dei provini per partecipare a reality di ogni<br />

tipo, e quanti sono invece quelli che bussano<br />

alle porte dei conventi per rispondere ad una<br />

chiamata, seguendo la propria vocazione?<br />

Qual è tra le due la scelta più autentica?<br />

Dov’è la felicità?<br />

Il tempo che ci è <strong>da</strong>to di passare su questa terra<br />

è un dono. Ogni secondo in cui posso fare<br />

il bene per me e per gli altri è un dono, sta a<br />

ciascuno di noi scegliere come far “fruttare”<br />

questo dono. Sforziamoci di allontanarci <strong>da</strong>i beni<br />

più materiali, per assaporare il trascorrere delle<br />

nostre giornate come un miracolo che si ripete.<br />

Vania<br />

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22<br />

Giocare il Gioco<br />

a cura del Mago G.........................................................................................<br />

Il tuo autoroscopo<br />

Per diventare Qualcuno. Per fare della tua vita qualcosa di bello.<br />

Per iniziare e portare avanti grandi cose. Cose che cambiano il mondo.<br />

Un segreto: conosci te stesso. Sì, ma come? Leggi quanto segue e lo scoprirai...<br />

Per conoscere i segreti del tuo autoroscopo rispondi alle domande qui di seguito (non di fretta,<br />

ma sforzandoti di rispondere a ciascuna delle domande con un sì o con un no). Se hai potuto<br />

rispondere lealmente almeno 8 volte su 10 con un “SÌ”, allora possiedi molto bene la qualità di<br />

cui si tratta. Se hai <strong>da</strong> 5 a 7 “SÌ” possiedi solo benino tale qualità. Se hai 6 o più “NO” è perché<br />

scarseggia veramente. Nessuna esitazione allora. Mettiti presto a coltivare, per almeno un mese, o<br />

anche di più se necessario, questa famosa qualità.<br />

COME UN OROLOGIO<br />

Hai già sentito dire <strong>da</strong> qualcuno: «Quel tale non è un uomo, è un orologio». Che cosa si inten<strong>da</strong> dire con questa<br />

bizzarra espressione è facile intuirlo... si potrebbe dire questo nei tuoi riguardi?<br />

Arrivo sempre puntuale ad un appuntamento? Sì No<br />

Mi preoccupo di non far tardi nel vestirmi o nel mangiare per non essere obbligato a partire come il vento<br />

all'ultimo momento?<br />

Preparo bene (e prima) il materiale <strong>da</strong> portare per l'uscita, per non dimenticarne la metà quando è ora di<br />

partire?<br />

Sì No<br />

Sì No<br />

Mi applico subito ai miei compiti e alle mie lezioni per terminare tutto in tempo? Sì No<br />

Detesto farmi attendere per una riunione? Sì No<br />

Si può contare su di me quando c'è bisogno di qualcosa? Sì No<br />

Mantengo le promesse fatte? Sì No<br />

Quando devo ripetere qualcosa che mi è stato detto o che è accaduto, lo faccio con esattezza? Sì No<br />

Rientro a casa <strong>da</strong> scuola/lavoro/università senza gironzolare e perdere tempo? Sì No<br />

Sono fedele a venire agli incontri che mi fissa Gesù (per esempio, ogni domenica alla Santa Messa)? Sì No<br />

Numero dei “SÌ”: .... Sostituendo i “NO” con dei “SÌ” diventerai:<br />

.--. / ..- / -. / - / ..- / .- / .-.. / .<br />

CarnetdiMarcia


4 c.i.t. 4chiacchiereinten<strong>da</strong><br />

Continua la nostra "rubrica fumetto" con le divertentissime vignette<br />

<strong>da</strong> voi realizzate... vi ricordiamo che potete man<strong>da</strong>re le vostre<br />

"4chiacchiereinten<strong>da</strong>" direttamente alla mail della re<strong>da</strong>zione.<br />

Buona lettura!<br />

B - 2011<br />

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24<br />

Sara (Roncade 1) ...........................................................................................<br />

Ogni cosa alla sua stagione<br />

Mi viene chiesto di scrivere un articolo<br />

sugli esercizi spirituali rivolti a Capi,<br />

<strong>Rover</strong> e Scolte di F.S.E. e Agesci svoltisi<br />

<strong>da</strong>l 6 al 9 gennaio 2011 alla Casa di spiritualità<br />

Stella Maris di Lentiai (BL).<br />

Il mio primo pensiero è stato: riuscirò a trasmettere<br />

attraverso la sola parola la profondità<br />

dell’esperienza appena conclusa? Il conforto e il<br />

coraggio non mi è mancato <strong>da</strong>l Signore, giunto a<br />

me attraverso Luca “perché la bocca parla <strong>da</strong>lla<br />

pienezza del cuore” (6, 45).<br />

Comincerò così <strong>da</strong>lla sera del 5 gennaio. Scrivo<br />

poche righe prima di partire, come c’aveva<br />

consigliato don Giancarlo: cosa sento? “Dio, ho<br />

paura”. Poi continuo: cosa mi aspetto <strong>da</strong> questi<br />

giorni? “Che la Parola di Dio riaccen<strong>da</strong> in me la<br />

ricerca di risposte a tante domande che <strong>da</strong> troppo<br />

tempo giacciono nel profondo del mio cuore<br />

CarnetdiMarcia<br />

<strong>Vita</strong> <strong>da</strong> <strong>Rover</strong>...<br />

coperte <strong>da</strong>lla polvere”. La sera del nostro arrivo<br />

il predicatore, don Lorenzo, ci chiarisce alcune<br />

regole che manterremo per questi giorni insieme:<br />

il silenzio, il raccoglimento e l’ora di ascolto<br />

o di preghiera, questo sarà il nostro scandire del<br />

tempo. All’inizio non è stato facile, ma ora posso<br />

dire che nel silenzio si possono creare relazioni<br />

molto profonde senza bisogno di chissà quali dialoghi.<br />

Nel silenzio ho appreso l’importanza della<br />

parola, percependo quanto questa oggi venga<br />

sprecata. Dice Enzo Bianchi: “Le nostre parole<br />

non sembrano più capaci di creare relazioni, di<br />

generare comunione... sembrano non aver più<br />

peso... Il silenzio restituisce ad ogni parola il suo<br />

significato.” (Ogni cosa alla sua stagione p. 17).<br />

All’inizio anche il raccoglimento e l’ora di ascolto<br />

della Parola hanno generato inquietudine. Riprendendo<br />

le parole del monaco Enzo Bianchi,<br />

egli descrive i primi anni trascorsi nella sua cella,


come “anni in cui ho toccato con mano quanto<br />

sia difficile l’arte di abitare con se stessi”. È stato<br />

necessario disporsi ad intraprendere un cammino<br />

dentro noi stessi, per arrivare all’incontro<br />

con Gesù. E quanto più cercheremo la volontà<br />

di Dio, tanto più progrediremo nel cammino.<br />

“Può forse esserci un male più grande di quello<br />

di demordere nel cercare di ritrovare noi stessi<br />

in casa nostra?” (Il castello interiore, Santa Teresa<br />

d’Avila). Siamo tornati <strong>da</strong>l nostro viaggio e<br />

i doni di quest’esperienza sono ben più grandi<br />

e luminosi di qualsiasi aspettativa. Nel cammino<br />

dentro noi stessi siamo partiti <strong>da</strong>lle nostre<br />

radici, facendo riemergere dolori, incertezze,<br />

paure, quei “sepolcri” che ognuno di noi tiene<br />

chiusi nel proprio cuore, per arrivare all’incontro<br />

con Gesù e alla nostra riconciliazione con Lui. E<br />

nel momento della sua Resurrezione possiamo<br />

risorgere anche noi. La vita di Gesù ha trovato<br />

vita <strong>da</strong> Scolta<br />

Senso nella sua Morte e Resurrezione per noi.<br />

Dopo essere morto egli ha aperto il sepolcro ed<br />

è risorto per fare la Volontà del Padre. Così ci insegna:<br />

noi possiamo rimuovere le pietre <strong>da</strong>i sepolcri<br />

e far germogliare la nostra vita secondo la<br />

Volontà di Dio. Così proferì Isaia “Un germoglio<br />

spunterà <strong>da</strong>l tronco di Iesse” (11, 1).<br />

Molte volte nel corso della nostra vita siamo<br />

affannati nel fare, dimenticando che Cristo è in<br />

continuo dialogo con noi. Gesù è vivo e ci ama,<br />

ce lo dice ogni giorno, siamo noi che nel nostro<br />

cuore non siamo in ascolto. L’ho percepito nel<br />

silenzio e nella preghiera, l’ho ascoltato attraverso<br />

le testimonianze d’amore di don Lorenzo,<br />

don Giancarlo, suor Anna e suor Laura, l’ho letto<br />

nella Parola di Dio. Con profondo rispetto e gratitudine.<br />

Grazie.<br />

Sara, Roncade 1<br />

B - 2011<br />

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Marco Fioretti ...............................................................................................<br />

Fare la spesa bene...<br />

per gli altri!<br />

Ho già accennato, in alcuni numeri passati de “I custodi”, all'importanza di evitare sprechi<br />

in qualsiasi campo, sia per risparmiare che per comprare meno spazzatura possibile che poi<br />

va gestita in qualche modo. Ho anche già parlato dell'importanza di fare la spesa in maniera<br />

oculata per ridurre l'inquinamento. Mi sembra necessario tornare sull'argomento in questo<br />

numero per due motivi.<br />

Il primo è che purtroppo, e immagino che tutti<br />

potreste raccontare storie <strong>da</strong>lle vostre città a<br />

conferma di ciò che sto per dire, la situazione<br />

media delle famiglie italiane non è certo migliorata<br />

nell'anno e mezzo <strong>da</strong> quando è nata questa<br />

rubrica. Quello che prima poteva essere solo<br />

una scelta molto intelligente, che per noi Scout<br />

Cattolici ha anche le motivazioni aggiuntive del<br />

Metodo e della Fede come ho spiegato nel primo<br />

numero, oggi per tante famiglie è semplicemente<br />

una necessità, l'unica stra<strong>da</strong> percorribile.<br />

L'altro motivo è che, fortunatamente, oltre ai<br />

problemi aumentano anche gli strumenti per risolverli.<br />

Purtroppo però questi strumenti rimangono<br />

ancora troppo poco conosciuti. Non solo,<br />

ma spesso chi li conosce meno sono proprio le<br />

famiglie che ne avrebbero più bisogno.<br />

Ecco qualche esempio di quello che voglio dire:<br />

leggo su un giornale a gennaio 2011 che ci sono<br />

“20 milioni di tonnellate di cibo SPRECATO ogni<br />

anno in Italia, 37 miliardi di euro il valore corrispondente,<br />

circa al 3% del prodotto interno lordo<br />

del nostro paese”. Oltre ai prodotti alimentari,<br />

vengono spesso buttati via (spendendo fra l'altro<br />

cifre notevoli) medicinali prossimi alla scadenza,<br />

CarnetdiMarcia<br />

Custodi della terra<br />

libri invenduti e tanti altri oggetti che hanno solo<br />

qualche graffio o altri piccoli difetti.<br />

Per fortuna, come dicevo, aumentano anche<br />

le soluzioni. Lasciatemene presentare qualcuna,<br />

per mostrare di che sto parlando, e poi vi<br />

spiegherò come ogni Clan o Fuoco potrebbe e<br />

dovrebbe, secondo me, prendere ispirazione <strong>da</strong><br />

queste informazioni.<br />

In Emilia Romagna, per esempio, c'è www.<br />

lastminutemarket.it che recupera ogni anno centinaia<br />

di tonnellate di cibo tramite supermercati<br />

dove si vendono a prezzi bassissimi “prodotti<br />

ancora ottimi ma che stanno per superare la<br />

<strong>da</strong>ta di scadenza”. A Milano c'è Bottegas (www.<br />

bottegas.it), una via di mezzo fra un negozio vero<br />

e proprio e un Gruppo di Acquisto Soli<strong>da</strong>le via<br />

Internet che funziona così: ci si iscrive alla loro<br />

newsletter che fa anche <strong>da</strong> listino prodotti, se<br />

e quando si vuole si man<strong>da</strong> un ordine via email<br />

con l'apposito modulo e si passa una volta a settimana<br />

in negozio a ritirare la spesa. Gli ordini<br />

si possono comunque fare anche di persona in<br />

negozio o per telefono. In molte zone di Roma<br />

arriva Biola.it, che funziona più o meno allo stesso<br />

modo: si fa un ordine via email o telefono di<br />

carni, verdure o formaggi e si passa a ritirarlo nel


mercato rionale in cui, con<br />

cadenza più o meno settimanale,<br />

passano i furgoni<br />

di Biolà.<br />

Un'altra forma di risparmio<br />

è possibile grazie al<br />

boom dei cosiddetti farmers<br />

market, alcuni dei<br />

quali si trovano su www.<br />

campagnamica.it:questi sono<br />

normali mercatini ortofrutticoli,<br />

che hanno di speciale solo il fatto<br />

che ci vanno a vendere solo e direttamente gli<br />

agricoltori che producono quella frutta e verdura,<br />

senza intermediari. A quanto pare nel 2010 c'è<br />

stato “un vero boom con una crescita del 28 per<br />

cento delle strutture attive, dove durante l’anno<br />

hanno fatto acquisti ben 8,3 milioni di italiani”.<br />

Proposte pratiche<br />

Questi quattro esempi che ho fatto hanno diversi<br />

punti in comune: primo, trattano tutti generi<br />

di prima necessità, per qualsiasi famiglia. Portali<br />

Internet come l'ormai famoso Groupon offrono<br />

continuamente sconti eccellenti, ma quasi sempre<br />

per prodotti non proprio essenziali, tipo la<br />

cena al ristorante etnico o le sedute al centro<br />

abbronzante. Nulla in contrario contro chi ne fa<br />

uso, cerchiamo solo di pensare prima alle cose<br />

più importanti. Nei posti che ho menzionato, e in<br />

tanti altri come loro, si trovano pane, pasta, frutta,<br />

verdura, carne, detersivi, pannolini, insomma<br />

tutta roba che serve <strong>da</strong>vvero a qualsiasi famiglia.<br />

Quasi sempre si tratta di merci prodotte in Italia,<br />

con criteri abbastanza rispettosi dell'ambiente.<br />

Altrettanto spesso, fare la spesa lì conviene<br />

solo se si acquistano grandi quantità di roba,<br />

tipo dieci Kg di carne per volta. Un altro punto<br />

in comune, positivo per alcuni versi e negativo<br />

per altri, è che tutti questi sistemi sono <strong>da</strong>vvero<br />

convenienti e rapidi <strong>da</strong> usare solo tramite Internet,<br />

e qui veniamo al punto: come ci tocca, a<br />

noi Scout Custodi, tutto questo? Secondo me ci<br />

tocca perchè noi Scout possiamo<br />

e dobbiamo iniziare a<br />

fare seriamente <strong>da</strong> tramite<br />

(anche perché è facilissimo)<br />

fra iniziative come<br />

queste e chi ne ha <strong>da</strong>vvero<br />

bisogno, ma non ha alcuna<br />

possibilità di agire <strong>da</strong> solo,<br />

per risparmiare e proteggere<br />

l'ambiente in questo modo.<br />

L'Italia in questo momento è piena<br />

di famiglie o anziani che vivono<br />

soli, che spendono e inquinano più di quanto<br />

potrebbero permettersi, comprando solo cibo<br />

avvolto in metri di plastica all'ipermercato dietro<br />

l'angolo. Sono famiglie e persone che non<br />

hanno altra scelta perché lavorano fino a tardi<br />

e non trovano nessun altro negozio aperto; non<br />

hanno il computer o un collegamento a Internet<br />

decente; non hanno l'automobile per an<strong>da</strong>re <strong>da</strong><br />

soli al “Last Minute Market” più vicino, magari a<br />

50 km; e infine non comprerebbero mai dieci kg<br />

di carne e una cassa intera di verdure, anche se<br />

costasse un centesimo al chilo, semplicemente<br />

perché non hanno il congelatore e non riuscirebbero<br />

a mangiare tutto prima che an<strong>da</strong>sse a male.<br />

Bastano un solo computer collegato a Internet<br />

e una sola auto per Gruppo per svolgere, spendendo<br />

fra l'altro ben poco tempo, un servizio<br />

meraviglioso sul territorio: raccogliere ordini in<br />

parrocchia fino al raggiungimento di una “massa<br />

critica”, spedirli via Interner, an<strong>da</strong>re a prendere<br />

la merce una o due volte al mese e poi distribuirla<br />

personalmente agli acquirenti, in parrocchia o<br />

casa per casa per chi non si può muovere.<br />

È facilissimo fare <strong>da</strong> tramite fra posti come quelli<br />

di cui vi ho parlato o qualunque altro Gruppo<br />

d'Acquisto Soli<strong>da</strong>le e tutte queste persone, per<br />

farle risparmiare proteggendo l'ambiente. Oggi<br />

è anche necessario, per non dire urgente.<br />

Che aspettate?<br />

Buona Stra<strong>da</strong> e buona custodia, Marco<br />

marco@storiafse.net<br />

B - 2011<br />

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28<br />

Marco Fioretti ...............................................................................................<br />

Tutti in ten<strong>da</strong>... o no?<br />

Il motto di tutti gli Scout del mondo è, come sapete<br />

benissimo, Estote Parati. Siate preparati a<br />

servire sempre il prossimo, come ci insegnano<br />

il Vangelo e la Legge Scout, e ad affrontare gli<br />

imprevisti, in qualunque momento e contesto si<br />

verificano. È per questo che ci portiamo sempre<br />

dietro (vero?) un kit di Primo Soccorso e, soprattutto<br />

sappiamo come usarlo.<br />

Per lo stesso motivo, sappiamo come trovare<br />

la stra<strong>da</strong> o accendere il fuoco in qualsiasi condizione<br />

o comunicare a distanza, anche senza<br />

telefonini. Inoltre, abbiamo sempre con noi tutto<br />

l'equipaggiamento necessario e ci esercitiamo<br />

prima a usarlo, con giochi e simulazioni in Sede<br />

del tipo “Gigetto si è appena rotto una gamba in<br />

mezzo al bosco, dobbiamo curarlo subito”.<br />

Sareste preparati se, invece di un'attività del<br />

genere vi proponessi (e in effetti vi propongo<br />

di farlo appena possibile!) quest'altra esercitazione:<br />

“la ten<strong>da</strong> a igloo si è appena rotta un<br />

palo in mezzo al bosco, ripariamola in dieci<br />

minuti perchè è già quasi buio e sta per piovere”?<br />

Il tema di questo numero di Scienza dei Boschi<br />

è proprio questo, che è riassumibile in tre domande:<br />

CarnetdiMarcia<br />

Scienza dei boschi<br />

• Siete DAVVERO sicuri di sapere cosa dovreste<br />

fare in caso di rottura improvvisa, a decine<br />

di kilometri <strong>da</strong>l più vicino ferramenta o cassetta<br />

degli attrezzi, di pali, cerniere o teli delle vostre<br />

tende?<br />

• Siete DAVVERO sicuri di saper fare quelle<br />

cose? Ci avete mai provato seriamente?<br />

• Portate SEMPRE con voi, almeno uno per<br />

Clan o Fuoco, un kit di riparazione a<strong>da</strong>tto alle<br />

vostre tende?<br />

Una ten<strong>da</strong> rotta non è solo una grossa seccatura e<br />

un brutto colpo imprevisto (per sostituirla) alla cassa<br />

di Clan o Fuoco. È anche un rischio immediato<br />

per la salute. Una cerniera o un telo strappati possono<br />

far entrare tanta acqua e freddo <strong>da</strong> non far<br />

più differenza se si dorme dentro o fuori la ten<strong>da</strong>.<br />

Come minimo, possono rovinare o rendere temporaneamente<br />

inservibili vestiti di ricambio, quaderni<br />

e altre cose. Un palo rotto o piegato riduce moltissimo<br />

la resistenza della ten<strong>da</strong> al vento, cosa che<br />

aumenta a dismisura le probabilità che qualcosa<br />

si strappi. I problemi alla paleria riducono anche il<br />

volume interno della ten<strong>da</strong>, aumentando parecchio<br />

la formazione di condensa, che potrebbe bagnarvi<br />

mentre dormite quanto e più dello strappo di un<br />

telo. Vediamo allora qualche accorgimento per poter<br />

rispondere sempre SI alle tre domande precedenti.


Il primo consiglio sulle riparazioni, tanto ovvio<br />

quanto necessario, è fare in modo che le tende<br />

non si rompano. Ripulitele e asciugatele sempre<br />

a perfezione SUBITO DOPO ogni uscita, perché i<br />

tessuti puliti, di qualsiasi tipo, sono più resistenti<br />

all'acqua e agli strappi. Le macchie vanno tolte, ma<br />

usando solo acqua e sapone neutro con panni o<br />

spazzole morbide.<br />

Sul campo, fate sempre attenzione a ripulire<br />

bene il terreno <strong>da</strong> sassi e rami più o meno appuntiti.<br />

Anno<strong>da</strong>te su tutti i tiranti un pezzo di nastro<br />

<strong>da</strong> cantiere o altro materiale colorato per renderli<br />

più visibili al buio, così non ci inciamperete. I raggi<br />

solari a lungo an<strong>da</strong>re <strong>da</strong>nneggiano i tessuti sintetici.<br />

Quando è possibile e non ci sono controindicazioni,<br />

montare la ten<strong>da</strong> all'ombra, soprattutto se<br />

è una economica. Per lo stesso motivo, evitate le<br />

tende in superofferta scontatissima perchè sono<br />

state un anno in mostra sul piazzale del venditore,<br />

se non contare di usarle più di qualche mese.<br />

Gli strappi nel tessuto, se piccoli e presi in tempo,<br />

possono essere la cosa più facile <strong>da</strong> riparare.<br />

Alcune tende hanno incluso un loro kit per riparare<br />

strappi, oppure i fabbricanti lo vendono a parte.<br />

Quand'è così tanto meglio. In caso contrario,<br />

anche il nastro adesivo cosiddetto “americano”<br />

(quello grosso, color argento, nome originale duct<br />

tape) può an<strong>da</strong>re. Basta che sia chiaro che non è<br />

una riparazione definitiva: appena tornati a casa<br />

bisogna metterci una toppa vera. Meglio comunque<br />

metterla subito, sul campo, con un adesivo<br />

adeguato. Le toppe migliori sono quelle fatte della<br />

stessa stoffa della ten<strong>da</strong>, se necessario usando un<br />

pezzo dei suoi sacchi. Inoltre, le riparazioni saranno<br />

più robuste se le toppe non avranno angoli ma forme<br />

arroton<strong>da</strong>te, per evitare sfilacciamenti e scollamenti.<br />

Anche squagliare i bordi del buco prima di<br />

applicarci la toppa, riscal<strong>da</strong>ndoli lo stretto necessario<br />

per impedirgli di sfilacciarsi potrebbe essere<br />

un'idea. Ricor<strong>da</strong>te soltanto di non farlo MAI nè con<br />

fiamme libere, cioè direttamente con un accendino,<br />

nè con oggetti troppo caldi: in entrambi i casi<br />

potrebbe bastare un attimo per <strong>da</strong>r fuoco a tutto<br />

il telo. Usate il bordo di una posata metallica o un<br />

picchetto per sigillare gli orli, dopo averli scal<strong>da</strong>ti il<br />

meno possibile. Ma provateci prima, in Sede, con<br />

un pezzo di telo sacrificabile.<br />

Quando si incrina o spezza un paletto le cose si<br />

complicano, ma solo se non si è preparati. Qui il nastro<br />

adesivo aiuta ma certo non basta, perchè non<br />

è abbastanza resistente alla flessione. Si può però<br />

“steccare” il palo con un altro paletto proveniente<br />

<strong>da</strong> qualche altra ten<strong>da</strong> in disuso, oppure infilandolo<br />

dentro un pezzo di tubetto di metallo o di plastica<br />

della dimensione a<strong>da</strong>tta. Cè chi si porta nello zaino<br />

un pezzo dei “fili” di certi stendibiancheria proprio<br />

per questo motivo. Il tubetto non dev'essere troppo<br />

lungo, perché non bisogna ridurre troppo la curvatura<br />

del palo, altrimenti si romperebbe di nuovo<br />

nel punto in cui esce <strong>da</strong>l tubo stesso. Alla peggio,<br />

se dopo si riesce ancora a infilarlo nelle guide di<br />

tessuto, si può steccare il paletto anche con un<br />

ramo di legno, purché sia verde, cioè flessibile, e<br />

abbastanza spesso <strong>da</strong> non rompersi.<br />

Le cerniere possono essere anche più complicate<br />

<strong>da</strong> gestire, almeno sul campo. Portatevi qualche<br />

spilla <strong>da</strong> balia robusta per chiudere alla meglio i<br />

lembi dell'apertura in caso di rottura. Fate la massima<br />

attenzione a non mettere le spille sul telo sintetico<br />

a cui le cerniere vere e proprie sono attaccate,<br />

altrimenti lo strapperebbero. Mettetele solo<br />

sulla striscia di stoffa più spessa a cui è sal<strong>da</strong>ta la<br />

cerniera e sigillate i buchi prodotti in questo modo<br />

appena tornati a casa.<br />

A questo punto potrei parlare di impermeabilizzazione,<br />

ma ho spazio solo per ricor<strong>da</strong>rvi di controllare<br />

qual è la procedura a<strong>da</strong>tta alle vostre tende direttamente<br />

<strong>da</strong>l loro fabbricante e usatela. Soprattutto,<br />

fate esercizio: prendete una ten<strong>da</strong> rotta e provate a<br />

ripararne pali, teli e cerniere in Sede, per provare le<br />

vostre capacità e l'efficacia dei materiali che avete<br />

a disposizione.<br />

Buona Stra<strong>da</strong>, Marco<br />

marco@storiafse.net<br />

B - 2011<br />

29


30<br />

Michela Bertoni ............................................................................................<br />

Il tempo del campo scuola<br />

Ogni anno, l’intera Associazione si prodiga per<br />

poter offrire a chi lo desidera una importante<br />

esperienza di formazione metodologica e umana:<br />

il campo scuola. Come Scolta (ma tutto quello che<br />

segue vale anche per i <strong>Rover</strong>!), se hai cominciato a fare<br />

servizio continuativo in una unità, avrai sentito parlare<br />

di questa opportunità, che va colta ed accolta nel momento<br />

giusto... per te e per il gruppo di cui fai parte…<br />

insomma c’è un tempo per tutto!! Il campo scuola dura<br />

una settimana, e non si sostituisce alle altre attività (di<br />

servizio e la Route) dell’anno, ma il sacrificio di un’estate<br />

un pò più piena di attività scout vale la pena di essere<br />

sopportato: ricordo ancora l’entusiasmo con cui sono<br />

ritornata a casa <strong>da</strong>l mio primo tempo, felice di essermi<br />

messa in gioco, rassicurata nelle mie conoscenze del<br />

metodo – per quello che si può chiedere dopo un anno<br />

di servizio in branca Guide, s’intende!-, piena di nuovi<br />

bans e canti <strong>da</strong> insegnare alle Guide, affascinata <strong>da</strong>i<br />

Fuochi di bivacco… insomma un bel po’ di benzina per<br />

il servizio che mi aspettava ma soprattutto più sicura di<br />

me come persona! Un’esperienza diversa, un quaderno<br />

tutto mio che ancora conservo gelosamente, ma niente<br />

a che fare con la Route di Fuoco… guar<strong>da</strong>ndo indietro<br />

ho ben capito perché uno non sostituisce l’altra, ma<br />

semplicemente lo affianca e lo completa! Se non avessi<br />

prima fatto almeno una Route, non avrei potuto vivere<br />

bene quella settimana con ragazze che non avevo mai<br />

visto prima: la Route ti insegna ad essere autonoma e<br />

CarnetdiMarcia<br />

<strong>Vita</strong> associativa<br />

a cercare nel contempo la costante collaborazione, ad<br />

essere te stessa ma a lasciare lo spazio anche alle altre,<br />

a pensare con la tua testa ma anche a confrontarti,<br />

tutti elementi preziosi per vivere bene quel momento<br />

in cui il tempo per la vita <strong>da</strong> campo è ridotto al minimo,<br />

ed anche giustamente perché ci sono tantissime cose<br />

<strong>da</strong> imparare e <strong>da</strong> vivere... E se non avessi fatto prima<br />

servizio, non sarei riuscita a comprendere e a fissare<br />

bene tutto ciò che mi veniva detto: considerato che la<br />

nostra soglia di attenzione non è infinita, è impossibile<br />

immagazzinare tutto senza mai distrarsi, soprattutto se<br />

certi termini non si sono mai sentiti prima! Ma, cosa<br />

più importante, se non avessi fatto servizio prima, non<br />

sarei riuscita a comprendere come tutto quello che mi<br />

veniva detto, parlava delle Guide che mi aspettavano<br />

a casa, parlava dei loro sorrisi, del loro modo di essere<br />

lunatiche, tristi e iperattive nello stesso momento, della<br />

loro voglia di avventura, del loro modo di affrontare la<br />

tecnica, di giocare... Come dicevo prima, c’è un tempo<br />

per tutto e se ti viene proposto di partecipare al campo<br />

scuola , è perché la tua Capo Fuoco e la tua Capo Unità<br />

ritengono che sei pronta per viverlo: vivilo in modo<br />

unico, con rispetto per quei capi che ti donano la loro<br />

esperienza, con generosità nei confronti delle sorelle<br />

che conoscerai, con gratitudine verso Dio che ti starà<br />

accanto ogni giorno, come sempre.<br />

Michela Bertoni


2009<br />

√ C - IO<br />

√ D - Sogni<br />

Cosa abbiamo realizzato e... cosa faremo.<br />

2010<br />

√ A - Dolore<br />

√ B - Coraggio<br />

√ C - Sfide<br />

√ D - IO E L'ALTRO<br />

√ E - Confronto<br />

CONCORSO FOTOGRAFICO<br />

Piano re<strong>da</strong>zionale<br />

2011<br />

√ A - Perdono<br />

√ B - Tempo<br />

C - Fatica<br />

D - IO PER L'ALTRO<br />

E - Vocazione<br />

"CALENDARIO SCOUT 2012"<br />

Anche quest'anno l'Associazione, in<br />

collaborazione con la "Scouting scrl",<br />

ha indetto il concorso fotografico<br />

"Calen<strong>da</strong>rio scout 2012".<br />

Il regolamento, con tutte le informazioni<br />

utili, si può scaricare <strong>da</strong>l sito associativo<br />

www.fse.it<br />

2012<br />

A - Paura<br />

B - Libertà<br />

C - Stra<strong>da</strong><br />

B - 2011<br />

31


L'altracopertina... di Giorgio Sclip<br />

Quando si fa sera, voi dite: Bel tempo,<br />

perché il cielo rosseggia; e al mattino:<br />

Oggi burrasca, perché il cielo è rosso<br />

cupo. Sapete dunque interpretare<br />

l'aspetto del cielo e non sapete<br />

distinguere i segni dei tempi?<br />

(Mt 16 2,3)<br />

“Vivi come se dovessi morire<br />

domani. Pensa come se non<br />

dovessi morire mai”<br />

(Jim Morrison)<br />

Riflettendo sul tempo...<br />

La giovinezza sarebbe un periodo più bello<br />

se solo arrivasse un po' più tardi nella vita.<br />

(Charlie Chaplin)<br />

Per fare le cose occorre<br />

tutto il tempo che occorre.<br />

(Aldo Moro)<br />

Poiché il tempo non è una persona che potremo<br />

raggiungere sulla stra<strong>da</strong> quando se ne sarà<br />

an<strong>da</strong>ta, onoriamolo con letizia e allegrezza di<br />

spirito quando ci passa accanto. (Goethe)

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