Analisi di due opere: Sandro Botticelli, La Primavera ... - Altervista

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Analisi di due opere: Sandro Botticelli, La Primavera (1482-1483) e La nascita di Venere (1485)
“…la posizione di Botticelli somiglia sempre più a quella di un sopravvissuto: dopo la salvezza dalla sua amicizia con
Savonarola e le tragiche vicende dell’ultimo quarto del XV secolo, nella calma fiorentina assicurata dal gonfaloniere Pier
Solderini, fioriscono le innovative imprese di Leonardo e Michelnagelo, che il Filipepi conobbe…” (A. Luchinat)
1. La Primavera
a. corte medicea: atmosfera
i. la rinascenza mitologica
1. straniamento rispetto ai temi cristiani classici
2. cultura umanistica à la Garin
ii. fonti classiche
1. Lucrezio
2. Apuleio
3. Marziano Capella
4. Ficino, Gemisto e il neoplatonismo
5. Agnolo Poliziano
b. cosa si vede
i. nove figure in primo piano
1. Mercurio
2. Grazie
3. Venere + Cupido
4. Flora (1a) >>> Cloris (2a) + Zefiro
ii. bosco con prato erboso
1. piante facilmente riconoscibili
Poliziano stanze I 68
Ma fatta Amor la sua bella vendetta,
mossesi lieto pel negro aere a volo,
e ginne al regno di sua madre in
fretta,
ov'è de' picciol suoi fratei lo stuolo:
al regno ov'ogni Grazia si diletta,
ove Biltà di fiori al crin fa brolo,
ove tutto lascivo, drieto a Flora,
Zefiro vola e la verde erba infiora.
2. piante che fioriscono nel periodo marzo-maggio a Firenze
3. montatura di Botticelli >>> Hugo van der Hoes, Trittico Portinari (1483)
iii. la luce
1. provenienza studiata
2. filtrazione dalla boscaglia
iv. i colori
1. abbondanza dell’oro (Botticelli nasce cesellatore e orafo)
v. gesti e vestiti
1. studiati e reali
2. senesi à la Simone Martini o à la Lorenzetti
3. corpi non hanno peso
a. vestiti diafani e trasparenti
b. figure levitanti
vi. silenziosa tranquillità
c. le interpretazioni
i. l’opera è simbolica e a chiave
1. collocazione in una stanza con letuzo per meditazione
2. letture troppo forzate
3. certezza: non si legge SX >>> DX, ma DX >>> SX
4. docere e delectare
5. “…per la prima volta la pittura è un mezzo consapevole per accedere a una più profonda
conoscenza di cose degne di essere amate…” (Sgarbi 2001)
6. se è a chiave, tutto deve essere simbolico e coerente
ii. scuola tedesca: è solo una mascherata di giovani fiorentini nel carnevale (o poco dopo)
iii. Warburg (1945)
1. “…le tre ultime personificazioni sulla destra raffigurano l’Amore passionale e carnale
che, attraverso l’elevazione dei sentimenti operata dalle Grazie e sotto l’influsso di
Venere, si trasforma in Amore intellettuale e contemplativo incarnato da Mercurio…”
iv. Dempsey (1969)
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1. “…viene raffiguarat non solo la stagione primaverile, ma soprattutto i tre mesi di cui essa
è composta: la triade Zefiro-Chloris-Flora (marzo, il mese ventoso), Venere (aprile, mese
dell’amore, sacro ala dea di Pafo) e Mercurio (maggio, mese plasmato sul nome Maia,
madre di Hermes-Mercurio)…”
v. Panofsky (1971)
1. “…non è priva di interesse l’idea di Gombrich, che ha visto nel quadro la raffigurazione
di Venus-Huimanitas, che il filosofo neoplatonico raccomandava ai giovani come guida
spirituale…esistono, tuttavia, diversi tipi di Amore e le relative Veneri del
neoplatonismo: questa è la Venere terrena, contrapposta a quella celeste de La nascita di
Venere…le due opere formano un dittico non autonomo…”
vi. Wind (1988)
1. “…il vento che spira ci spinge a vedere nell’opera una metamorfosi della quale siamo
testimoni…l’idea della palingenesi naturale, non una semplice trasformazione nella
mente dell’autore… . La palingenesi è presente in Clori e Flora…tutto rimanda a al testo
ovidiano (delle Metamorfosi, ndScanzo)…la Pulchritudo (Flora) nasce dalla concordia
discors fra Castitas (Clori) e Amor (Zefiro), non senza l’egida di Voluptas (venere-
Cupido)…”
vii. Reale (1999)
1. “…l’opera va letta esclusivamente in chiave neoplatonica, sulla base delle somiglianze
con il testo di Marziano Capella (Nozze di Mercurio e Filologia, ndScanzo); la Venere al
centro è la Filologia, alla sua destra Flora rappresenta la Retorica, preceduta dal binomio
Chloris-Zefiro, metafora della Poesia ispirata (in senso etimologico) dal Genio
creativo…”
2. La nascita di Venere
a. tema umanistico
i. Ovidio
b. platonismo imperante a Firenze
c. fisicità e spritualità
d. descrizione dell’opera
i. solo bidimensionale
ii. abbondanza dell’oro
iii. conchiglia
iv. Venere anadioméne
v. Flora e manto “naturale”
vi. coppia di Zefiro
vii. conchiglia
viii. increspatura a V; manca paesaggio
ix. errori
1. spalle
2. braccio sinistro
3. collo
4. massa dei capelli
5. postura e ponderazione
e. elementi fondamentali
i. ciò che conta è il disegno
ii. ripresa del modello mitologico
f. interpretazioni
i. allegoria neoplatonica dell’amore motore della natura
ii. sceglie fusione pagano-cristiana
1. Venere anodioméne
2. battesimo di Cristo
3. le illustrazioni della Divina Commedia
a. umanesimo del Landino, filosofia di Ficino
b. astrazioni mitologiche e ultraterrene
c. miniature od opere indipendenti ?
d. il cono dell’Inferno e l’iconografia tradizionale; gli abbozzi
Poliziano stanze I 99-101
Nel tempestoso Egeo in grembo a Teti
si vede il frusto genitale accolto,
sotto diverso volger di pianeti
errar per l'onde in bianca schiuma avolto;
e drento nata in atti vaghi e lieti
una donzella non con uman volto,
da zefiri lascivi spinta a proda,
gir sovra un nicchio, e par che 'l cel ne goda.
Vera la schiuma e vero il mar diresti,
e vero il nicchio e ver soffiar di venti;
la dea negli occhi folgorar vedresti,
e 'l cel riderli a torno e gli elementi;
l'Ore premer l'arena in bianche vesti,
l'aura incresparle e crin distesi e lenti;
non una, non diversa esser lor faccia,
come par ch'a sorelle ben confaccia.
Giurar potresti che dell'onde uscissi
la dea premendo colla destra il crino,
coll'altra il dolce pome ricoprissi;
e, stampata dal piè sacro e divino,
d'erbe e di fior l'arena si vestissi;
poi, con sembiante lieto e peregrino,
dalle tre ninfe in grembo fussi accolta,
e di stellato vestimento involta.
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