Poste Italiane SpA - Sped. in abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27 ...
Poste Italiane SpA - Sped. in abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27 ...
Poste Italiane SpA - Sped. in abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27 ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>Poste</strong> <strong>Italiane</strong> S.p.A. - <strong>Sped</strong>. <strong>in</strong> <strong>abb</strong>. <strong>post</strong>. - D.L. <strong>353</strong>/<strong>2003</strong> (<strong>conv</strong>. <strong>in</strong> L. <strong>27</strong>/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DR Venezia
2<br />
SOMMARIO<br />
3 Il dolore che ci fa<br />
grandeggiare<br />
6 El dolor que nos hace crecer<br />
9 Capolavoro di aristocrazia<br />
11 Maria aiuto dei cristiani<br />
14 Isacco e Rebecca<br />
20 Consacrazione e missione<br />
22 Todo es gracia<br />
24 Anunciarte Señor<br />
28 Vieni e seguimi<br />
29 Ven y sígueme<br />
30 Misión es compartir<br />
33 Esparcir la palabra de Dios<br />
35 Benefattrici dell’Ottocento<br />
37 Accogliere il dono di Gesù<br />
39 Radici lontane<br />
42 Emozioni e soddisfazioni<br />
46 Allegria contagiosa<br />
Legge sulla tutela dei dati personali. I dati personali dei lettori<br />
<strong>in</strong> possesso della rivista verranno trattati con la massima<br />
riservatezza e non potranno essere ceduti a terzi o utilizzati<br />
per f<strong>in</strong>alità diverse senza il preventivo consenso degli<br />
<strong>in</strong>teressati.<br />
Signore,<br />
che hai concesso<br />
al Servo di Dio,<br />
padre Emilio Ventur<strong>in</strong>i,<br />
di amarti e servirti<br />
con umile dedizione<br />
nei poveri e nei deboli<br />
ti prego di concedermi la grazia (...)<br />
che per sua <strong>in</strong>tercessione ti chiedo.<br />
Fa’ che siano riconosciute nella Chiesa<br />
le virtù di questo tuo servo fedele,<br />
a tuo onore e gloria.<br />
Per Cristo nostro Signore.<br />
Amen<br />
Direttore responsabile:<br />
Lorenz<strong>in</strong>a Pierobon<br />
Padre, Ave e Gloria<br />
Redazione:<br />
Beatriz Mol<strong>in</strong>a, Alma Ramírez, Lizeth Pérez, G<strong>in</strong>a<br />
Duse<br />
Grafica e impag<strong>in</strong>azione:<br />
Mariangela Rossi<br />
Realizzazione e stampa:<br />
Arti Grafiche Diemme - Taglio di Po (Ro)<br />
Autorizzazione:<br />
Tribunale di Venezia n. 1253 del 1.4.1997<br />
Quadrimestrale di <strong>in</strong>formazione religiosa<br />
Congregazione Serve di Maria Addolorata di<br />
Chioggia - Anno XIV n. 2 - 2010<br />
unavitaunservizio@servemariachioggia.org<br />
Particolare<br />
Altare dell’Addolorata<br />
Chiesa di Sant’Andrea<br />
Chioggia
IL NOSTRO FONDATORE<br />
Il dolore che ci fa grandeggiare<br />
La madre più afflitta che il mondo <strong>abb</strong>ia mai veduto:<br />
Stabat Mater Dolorosa<br />
Chi percepisce la spiritualità del<br />
tempio di Sant’Andrea ma non sa<br />
come <strong>in</strong>dicarla è soccorso da padre<br />
Emilio. Le parole della sua Guida religiosa<br />
di Chioggia che riguardano<br />
questa chiesa ci permettono di afferrare<br />
valori e significati <strong>in</strong>visibili <strong>in</strong> essa<br />
custoditi.<br />
Sulle prime ore del matt<strong>in</strong>o,<br />
quando il sole era appena<br />
salito sull’orizzonte a vivificare<br />
la natura, e co’ suoi<br />
raggi <strong>abb</strong>elliva screziandole<br />
le piccole nuvole, che al suo<br />
passaggio riverenti s’<strong>in</strong>ch<strong>in</strong>avano,<br />
e com<strong>in</strong>ciava esso a<br />
gettare i primi sprazzi di sua<br />
luce tra le colorite f<strong>in</strong>estre di<br />
Sant’Andrea Ap., si vedeva<br />
genuflesso <strong>in</strong>nanzi all’altare<br />
dell’Addolorata il nostro<br />
Sig. Forestiere (n.d.R. Il Forestiere<br />
è un barone rimasto<br />
vedovo da poco) dal volto<br />
melanconico, il quale teneva<br />
la fronte tra le conserte mani,<br />
e vi stava con tale compunzione<br />
da attirare sopra di sé<br />
l’attenzione delle poche donne,<br />
che appoggiate alla balaustrata<br />
aspettavano la Messa.<br />
Quand’ecco il giovane<br />
Abate apparato da celebrante<br />
com<strong>post</strong>o e grave nella persona<br />
avanzarsi e salire l’altare:<br />
arrivato alla comunione toltosi<br />
il volto dalle mani il Forestiere<br />
riceve da Lui il Dio<br />
d’ogni consolazione nel suo<br />
ardente petto; <strong>in</strong> quel momento<br />
il sole vibra nel suo<br />
volto un raggio di sua vivida luce, e nella<br />
sua melanconia apparve oltremodo bello e<br />
celeste.<br />
Il Forestiere volle l’Abate gli celebrasse<br />
una Messa a’ piedi dell’Addolorata per<br />
eccellenza, perché diceva, di volersi nascondere<br />
tra le pieghe del suo manto sotto
4<br />
la Croce, e da Lei imparare il dolore rassegnato,<br />
che non avvilisce, ma ci fa grandeggiare.<br />
La Chiesa di Sant’Andrea pria curata,<br />
ora parrocchiale, è antichissima, se la<br />
si guardi nella sua orig<strong>in</strong>e; perché a vero<br />
dire la presente fu rif<strong>abb</strong>ricata sopra l’antica,<br />
che era vecchia assai, la quale era forse<br />
migliore della presente; era formata <strong>in</strong> tre<br />
navi con stupendi colonnati, ed avea un<br />
bel pavimento di pietre rosse con pietruzze<br />
a mosaico. La presente venne rif<strong>abb</strong>ricata<br />
come la si vede nell’anno 1743, e veggonsi<br />
<strong>in</strong> essa pitture eccellenti, specie quella dell’Addolorata<br />
del Palma.<br />
Term<strong>in</strong>ato il r<strong>in</strong>graziamento l’Abate<br />
si recò dal Forestiere, e scossolo un tant<strong>in</strong>o,<br />
lo fece alzare, e mostratogli l’altar<br />
maggiore, sopra il quale risiede l’Augustissimo<br />
Sacramento, gli fece osservare la<br />
bella ed elegante cupola, <strong>in</strong>di all’altare di<br />
Sant’Anna gli <strong>in</strong>dicò quella graziosa pala<br />
che vien giudicata del Piazzetta, <strong>in</strong> questo<br />
mentre gli sovvenne la bella statua dell’Addolorata<br />
del Chiesa, e tosto ritornati<br />
al suo altare gliela fece a parte a parte ammirare,<br />
qu<strong>in</strong>di lo condusse al battisterio,<br />
il Forestiere vedutolo non si staccava più<br />
da esso, ammirava le due statuette, e poi<br />
il lavoro f<strong>in</strong>itissimo, le l<strong>in</strong>ee di ammirabile<br />
disegno, le colonn<strong>in</strong>e svelte ed eleganti,<br />
oh! bello andava dicendo, oh! grazioso altar<strong>in</strong>o,<br />
e chi n’è l’autore? e l’Abate, il Sansov<strong>in</strong>o;<br />
e si vuò che <strong>abb</strong>ia appartenuto ad<br />
una Chiesa soppressa.<br />
Uscirono contenti di chiesa, lessero<br />
l’iscrizione, che sta sopra la porta maggiore,<br />
e da essa conobbero che Pio VI nel suo<br />
passaggio per Chioggia elargì l’<strong>in</strong>dulgenza<br />
plenaria a chi visitasse quella chiesa; ed<br />
<strong>in</strong>tanto erano già scoccate le otto, e chiacchierando<br />
se n’andarono a Vigo.<br />
La capacità di padre Emilio di farci<br />
“vedere” il valore della rassegnazione<br />
che fortifica è dimostrata da questo<br />
passo de La Fede (n. 35/1876).<br />
Anche <strong>in</strong> quest’anno nella Chiesa<br />
parrocchiale di Sant’Andrea A<strong>post</strong>olo fu<br />
fatta con magnifica pompa la Solennità<br />
della Verg<strong>in</strong>e Addolorata che colle prime<br />
funzioni gareggia della nostra città.<br />
Quantunque la devozione a Maria V.<br />
Addolorata da anni assai sia <strong>in</strong> fiore qui<br />
<strong>in</strong> Chioggia, nulladimeno <strong>in</strong> questi ultimi<br />
tempi crebbe per forma da non cederla essa<br />
a nessun altra.<br />
E forse tra le altre cagioni non sarà<br />
l’ultima questa che siam per dire, ed è, che<br />
i buoni e fervorosi Cattolici, addolorati<br />
dei dolori presenti della propria madre la<br />
Chiesa, sentono il bisogno di gettarsi dentro<br />
al tribolato cuore di Maria per tem-
prarsi <strong>in</strong> esso.<br />
Sempre ne La Fede (n. 37/1877)<br />
padre Emilio “dip<strong>in</strong>ge” con le parole<br />
questo ritratto dell’Addolorata.<br />
Tra le rapide e scapigliate rive del Golgota<br />
saliva un giorno una Donna <strong>in</strong> larga<br />
gonnella, con trepido piede, con gli occhi<br />
asciutti, con le tracce <strong>in</strong> sulla fronte di un<br />
dolore simile all’immensità del mare.<br />
Eccola questa Noemi addolorata tra la<br />
turba deicida, tra la soldatesca <strong>in</strong>solente,<br />
seguendo le vestigia <strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>ate dell’Uomo-Dio,<br />
eccola ascesa <strong>in</strong> sulla cima;<br />
e qui immobile a’ piedi della Croce, con le<br />
materne pupille fisse nel moribondo suo<br />
Unigenito, dava lo spettacolo della madre<br />
più afflitta, che il mondo avesse mai vedu-<br />
IL NOSTRO FONDATORE<br />
to: Stabat Mater Dolorosa.<br />
Il riferimento alla chiesa di Sant’Andrea<br />
ci porta a riflettere sull’importanza<br />
della eloquenza sacra. Grazie<br />
all’esperienza diretta del giornale<br />
su cui scriveva, padre Emilio avvertiva<br />
che la modernità stava modificando<br />
la comunicazione orale e scritta.<br />
Per questo anche i sacerdoti, soprattutto<br />
se si voleva che i giovani<br />
non si disaffezionassero alle funzioni<br />
religiose, dovevano aggiornare lo<br />
stile comunicativo, essere essenziali<br />
e concreti, immediati. Gli esempi di<br />
predicatori dotati di parola “schietta e<br />
nuda” e perciò ascoltati da numerosi<br />
fedeli, non mancavano.<br />
Proprio nella chiesa<br />
di Sant’Andrea, durante<br />
i settenari ricordati ne La<br />
Fede, si alternarono predicatori<br />
come Bernard<strong>in</strong>o<br />
Polotti, Carlo Fioriani, Padre<br />
Celso.<br />
Pure tra i canonici<br />
chioggiotti ci furono maestri<br />
di retorica. Tra quelli<br />
del passato, padre Emilio<br />
ammirava molto Girolamo<br />
Ravagnan.<br />
Un saggio delle capacità<br />
del Ravagnan è dato dai<br />
discorsi <strong>in</strong>augurali per la<br />
riapertura degli studi del<br />
sem<strong>in</strong>ario negli anni 1818<br />
e 1819. Agli studenti egli<br />
raccontò, la prima volta,<br />
di Giuseppe Zarl<strong>in</strong>o, la<br />
seconda di Cristoforo S<strong>abb</strong>ad<strong>in</strong>o.<br />
In entrambi i discorsi,<br />
conservati <strong>in</strong> stampa presso<br />
l’archivio diocesano,<br />
concetti complessi sono<br />
illustrati con chiarezza e<br />
semplicità.<br />
G<strong>in</strong>a Duse<br />
5
IL NOSTRO FONDATORE<br />
El dolor que nos hace crecer<br />
La madre más afligida que el mundo jamás haya visto:<br />
Stabat Mater Dolorosa<br />
El que no sepa percibir la espiritualidad<br />
del santuario de san Andrés y no<br />
sabe como explicarla lo ayuda padre<br />
Emilio. Las palabras de su “Guía religiosa<br />
de Chioggia” que conciernen a<br />
esta iglesia chioggiotta (gentilicio de<br />
Chioggia) nos permiten aferrar valores<br />
y significados imperceptibles que<br />
esta custodia.<br />
“En las primeras horas de la mañana,<br />
cuando el sol estaba apenas saliendo para<br />
dar vida a la naturaleza, sus rayos llenando<br />
de hermosura pasaban a través de<br />
las pequeñas nubes, las que reverentes se<br />
<strong>in</strong>cl<strong>in</strong>aban a su paso y éste comenzaba a<br />
lanzar sus primeros destellos de luz a través<br />
de los cristales coloridos de san Andrés<br />
Apóstol, estaba de rodillas ante el altar de<br />
la Virgen de los Dolores nuestro Sr. Forestiere<br />
(este Forestiere es un barón que se<br />
quedó viudo hace poco) de aspecto melancólico,<br />
el cual tenía la frente apoyada en las<br />
manos cruzadas, y estaba con tal compunción<br />
que llamaba la atención de algunas<br />
mujeres, que recargadas en el comulgatorio<br />
esperaban la Misa. En ese momento el
joven abad revestido de celebrante, formal<br />
y solemne en su persona, se dirigió y subió<br />
al altar: cuando llegó el momento de la<br />
comunión el Forestiere apartando el rostro<br />
de las manos recibió de éste el Dios de toda<br />
consolación en su ferviente pecho, en aquel<br />
<strong>in</strong>stante el sol dejaba caer en su rostro un<br />
rayo de su luz y a pesar de su melancolía<br />
se veía bello y celeste. El Forestiere quiso<br />
que el Abad le celebrara una misa a los pies<br />
de la Dolorosa por excelencia, pues decía<br />
que quería esconderse en los pliegues de<br />
su manto bajo la cruz y de ella aprender el<br />
dolor resignado que no nos abate, mas nos<br />
hace crecer.<br />
La iglesia de san Andrés, primero<br />
rectoría y ahora parroquia es antiquísima<br />
si se mira desde sus orígenes, pues es verdad<br />
que la actual fue reedificada encima<br />
de aquella antigua, que era muy vieja y<br />
que tal vez era mejor que la actual, estaba<br />
formada por tres naves con estupendas columnatas,<br />
y había un hermoso piso de piedras<br />
rojas con mosaico pequeño.<br />
Esta fue reedificada como actualmente<br />
es en el año de 1743 y se admiraban en<br />
ella excelentes p<strong>in</strong>turas, especialmente de<br />
nuestra Señora de los dolores del Palma.<br />
Al term<strong>in</strong>ar la acción de gracias el Abad se<br />
acercó al Forestier, moviéndolo un poco, lo<br />
hizo alzarse y mostrándole el altar, el cual<br />
aloja el Augutísimo Sacramento, le hizo<br />
ver la cúpula hermosa y elegante, en el altar<br />
de Santa Ana le <strong>in</strong>dicó el retablo que<br />
se atribuye al Piazzetta, en esto mientras<br />
recordaba la hermosa estatua de nuestra<br />
Señora de los dolores de la Iglesia, regresando<br />
presurosamente al altar se la hizo<br />
admirar parte por parte después lo condujo<br />
al baptisterio, el Forestier no se separaba<br />
de éste, admiraba las dos estatuillas y después<br />
el acabado, las líneas de admirable<br />
diseño, las columnas esbeltas y elegantes,<br />
¡oh! Bello decía, ¡Oh! Encantador altarcito,<br />
y entonces ¿quién es el autor? y el Abad<br />
responde, el Sansov<strong>in</strong>o; y se cree que pertenecía<br />
a una iglesia suprimida.<br />
IL NOSTRO FONDATORE<br />
Llegaron a la Iglesia, leyeron la <strong>in</strong>scripción,<br />
que está encima de la Puerta<br />
Mayor, y por ésta se enteraron que Pío<br />
VI en su paso por Chioggia concedió la <strong>in</strong>dulgencia<br />
plenaria a quienes visitaran la<br />
Iglesia; y mientras tanto dieron las ocho, y<br />
platicando se dirigieron a Vigo “.<br />
La capacidad de padre Emilio de<br />
hacernos “ver” el valor de la resignación<br />
que fortalce queda demostrada<br />
por este paso de “La Fe” (Nº 35/<br />
1876).<br />
“También en este año en la Iglesia Parroquial<br />
de San Andrés Apóstol se celebró con<br />
magnífico esplendor la solemnidad de la<br />
Virgen de los dolores que con las primeras<br />
ceremonias excede a cualquiera de nuestra<br />
ciudad. Aunque la devoción a María<br />
dolorosa de muchos años tiene plena floración<br />
aquí en Chioggia, nada menos en los<br />
últimos tiempos creció para no ceder ante<br />
n<strong>in</strong>guna otra. Y quizás entre otras causas<br />
no será esta la última que a cont<strong>in</strong>uación<br />
estamos por decir que los buenos y fervientes<br />
Católicos, tristes de los dolores actuales<br />
de la propia madre Iglesia, sienten la necesidad<br />
de precipitarse en el corazón atormentado<br />
de María para en él consolarse”.<br />
También en el periódico “La Fe”<br />
(Nº 37/1877) padre Emilio “p<strong>in</strong>ta” con<br />
palabras este retrato de nuestra Señora<br />
de los Dolores.<br />
“Entre los escarpados y tortuosos senderos<br />
del Gólgota subía un día una mujer<br />
con grande falda, con pie presuroso, con<br />
los ojos secos, con las huellas en la frente<br />
de un dolor similar a la <strong>in</strong>mensidad del<br />
mar. He aquí esta dolorosa Noemí entre la<br />
multidud deicida, entre la tropa <strong>in</strong>solente,<br />
tras los sangrientos vestigios del hombre-Dios,<br />
hela aquí llegar a la cima; y aquí<br />
<strong>in</strong>móvil a los pies de la Cruz, con las pupilas<br />
fijas en su moribundo Unigénito, era<br />
el escenario de la madre más afligida que<br />
el mundo jamás haya visto: Stabat Mater<br />
Dolorosa”.<br />
El relato de la Iglesia de San Andrés<br />
7
8<br />
IL NOSTRO FONDATORE<br />
nos lleva a reflexionar sobre la importancia<br />
de la elocuencia sagrada. Gracias<br />
a la experiencia directa de los medios<br />
de comunicación, el periódico en<br />
el que padre Emilio escribía advirtió<br />
que la modernidad estaba cambiando<br />
la comunicación oral y escrita. Por<br />
esto también los sacerdotes, especialmente<br />
si se deseaba que los jóvenes<br />
no se enajenaran de las celebraciones<br />
religiosas, tuvieron que actualizar el<br />
estilo comunicativo, tuvieron que ser<br />
esenciales, concretos e <strong>in</strong>mediatos.<br />
Los ejemplos de predicadores con<br />
el don de la palabra “sencilla y sobria”<br />
y por lo tanto, escuchados por numerosos<br />
fieles, no faltaban. Precisamente<br />
en la Iglesia de San Andrés, durante<br />
los septenarios que recuerda “La Fe”,<br />
se alternan predicadores como Bernard<strong>in</strong>o<br />
Polotti, Carlo Fioriani, padre<br />
de Celso. Incluso entre los canónigos<br />
chioggiottos hubo maestros de retórica.<br />
Entre aquellos del pasado, el padre<br />
Emilio admiraba mucho a Girolamo<br />
Ravagnan.<br />
Una muestra de las capacidades de<br />
Ravagnan son los discursos <strong>in</strong>augurales<br />
para la reapertura de los estudios<br />
del sem<strong>in</strong>ario año 1818 y 1819. Relató a<br />
los estudiantes, la primera vez la vida<br />
y obra de Giuseppe Zarl<strong>in</strong>o y después<br />
la de Cristoforo S<strong>abb</strong>ad<strong>in</strong>o. Ambos<br />
discursos, conservados impresos en el<br />
archivo diocesano, contienen conceptos<br />
complejos ilustrados con claridad<br />
y sencillez.<br />
G<strong>in</strong>a Duse
Capolavoro di aristocrazia<br />
Padre Emilio Ventur<strong>in</strong>i ha lasciato <strong>in</strong> eredità alle sue figlie<br />
l’attenzione agli ultimi<br />
Quella di Sant’Andrea a<strong>post</strong>olo<br />
– ricostruita nel 1743 sul sito di un<br />
precedente tempio medievale – è una<br />
chiesa aristocratica nell’architettura,<br />
nell’ornato e nei decori.<br />
Nobile la facciata, che <strong>in</strong>cornicia il<br />
portale e il f<strong>in</strong>estrone a mezzaluna sovrastante<br />
(quasi fossero un altare e la<br />
sua pala) con una serie di alte colonne,<br />
sormontate da capitelli, cimati a loro<br />
volta da timpano ad arco tripartito. La<br />
scenografia si completa con i due portali<br />
m<strong>in</strong>ori <strong>abb</strong>elliti da timpano triangolare.<br />
Al fasto barocco della facciata<br />
corrisponde l’<strong>in</strong>terno a tre navate,<br />
semplice: lo spazio è scandito da una<br />
serie di pilastri, collegati da archi che<br />
corrono a reggere il tiburio, sormontato<br />
a sua volta da cupola ottagonale, al<br />
centro del transetto. Qui l’architettura<br />
ruota attorno a questo centro con i<br />
suoi pilastri e le sue colonne, con le sue<br />
nicchie e le sue statue. Guarda all’altare<br />
<strong>post</strong>conciliare, situato sotto la cupola<br />
perché lì c’è il punto gravitazionale,<br />
dove la terra (altare) fa asse con<br />
il Cielo (cupola): lì è lo spazio dei santi<br />
misteri, dove “gli angeli di Dio – <strong>in</strong> base<br />
alla visione di Giacobbe – salgono e<br />
scendono” (Esodo 28,12): salgono con i<br />
voti e le preghiere dei fedeli, scendono<br />
con i favori celesti per l’umanità.<br />
Aristocratica la suppellettile e la<br />
dotazione di paramenti, pregevoli le<br />
statue dei santi Pietro e Andrea, Felice<br />
e Fortunato, di san Nicolò e di san<br />
Giovanni Nepomuceno. Aristocratico<br />
il dossale c<strong>in</strong>quecentesco del battistero,<br />
come anche il dip<strong>in</strong>to della Crocifissione<br />
del Palma (o del Buonconsiglio?)<br />
con la disposizione simmetrica<br />
PAGINA DELLA CHIESA<br />
dei personaggi e l’espressione di un<br />
dolore com<strong>post</strong>o. Prezioso l’apparato<br />
d’argento che orna nelle solennità l’altare<br />
dell’Addolorata, su cui troneggia<br />
dal 1730 il gruppo ligneo della Deposizione<br />
di Antonio Chiesa. Intense le decorazioni<br />
della cupola e del transetto,<br />
prodotte tra il 1910 e il 1912 dal pittore<br />
anconetano Luigi Cherub<strong>in</strong>i, che si<br />
situa tra la pittura descrittiva e lo stile<br />
liberty del primo ‘900. Nella Cappella<br />
dell’Addolorata predom<strong>in</strong>ano temi<br />
mariani, nella Cappella op<strong>post</strong>a di<br />
Sant’Andrea scene evangeliche della<br />
vita dell’a<strong>post</strong>olo di Betsaida.<br />
D’altra parte questi restano nella<br />
chiesa i due punti dove si concentrano<br />
da secoli le pratiche religiose più<br />
significative. Le due confraternite<br />
storiche (quella dei pescatori e quella<br />
dell’Addolorata) stanno a testimoniare<br />
l’attaccamento dei fedeli a que-<br />
9
10<br />
PAGINA DELLA CHIESA<br />
sti due poli devozionali. Oltretutto il<br />
culto dell’Addolorata è molto sentito<br />
f<strong>in</strong>o ai nostri giorni, con un radicamento<br />
che risale nel tempo. Già alla<br />
f<strong>in</strong>e del Seicento Innocenzo XI aveva<br />
istituito la festa dei Sette Dolori di<br />
Maria, ma all’<strong>in</strong>izio dell’Ottocento Pio<br />
VII, che era stato prigioniero di Napoleone<br />
per c<strong>in</strong>que anni, una volta liberato,<br />
iscrive questa festa nel calendario<br />
liturgico della Chiesa universale. A testimonianza<br />
dell’antica venerazione,<br />
la chiesa di Sant’Andrea ha custodito i<br />
quadretti della Via Matris (ora nel Museo<br />
diocesano): sono sette dip<strong>in</strong>ti ottocenteschi<br />
di Antonio Vianelli, creati<br />
per facilitare la pia pratica della coronc<strong>in</strong>a<br />
dei Sette Dolori di Maria.<br />
È una devozione quest’ultima, che<br />
ha affasc<strong>in</strong>ato anche il servo di Dio<br />
padre Emilio Ventur<strong>in</strong>i, il quale ha<br />
lasciato <strong>in</strong> eredità alle figlie del cuore<br />
(le Serve di Maria Addolorata) – con<br />
l’attenzione agli ultimi e ai sofferenti<br />
– l’aristocrazia spirituale della sofferenza.<br />
Giuliano Marangon<br />
síntesis<br />
Obra maestra<br />
aristocrática<br />
La Iglesia de San Andrés apóstol,<br />
reconstruida en 1743, donde se encontraba<br />
anteriormente un templo<br />
medieval, presenta una arquitectura<br />
aristocrática en sus ornamentos y decoración.<br />
La noble fachada enmarca el portal<br />
y el ventanal a media luna con una serie<br />
de columnas altas. El conjunto viene<br />
completado con dos portales menores<br />
engalanado con un tímpano. Al<br />
barroco de la fachada corresponde el<br />
<strong>in</strong>terior con tres naves, sencillas. Aris-<br />
tocráticos los ornamentos, valiosas las<br />
estatuas de los santos Pedro y Andrés,<br />
Felix y Fortunato, San Nicolás y San<br />
Juan Nepomuceno. Aristócrata el baptisterio<br />
del siglo XVI, como también la<br />
p<strong>in</strong>tura de la crucifixión de Palma (o<br />
del Buonconsiglio?) con la disposición<br />
simétrica de los personajes y la expresión<br />
de un dolor digno. Preciosa la<br />
estructura de plata que decora el altar<br />
de la Virgen de los Dolores.<br />
Las dos cofradías históricas (la de<br />
los pescadores y la de la Dolorosa)<br />
atestiguan la adhesión de los fieles a<br />
estos dos polos devocionales. El culto<br />
a Nuestra Señora de los Dolores fuertemente<br />
presente hasta nuestros días,<br />
extiende sus raíces en el tiempo. Como<br />
testimonio de esta antigua veneración,<br />
la Iglesia de San Andrés ha salvaguardado<br />
la Vía Matris (ahora en el Museo<br />
diocesano): p<strong>in</strong>turas del ochocientos<br />
creadas para facilitar la práctica piadosa<br />
de la corona de los siete dolores<br />
de María. Es la devoción, que ha fasc<strong>in</strong>ado<br />
al siervo de Dios padre Emilio<br />
Ventur<strong>in</strong>i, quien ha dejado un legado<br />
a sus hijas del corazón (Las Siervas de<br />
María Dolorosa) – con la dedicación a<br />
los últimos y a los que sufren – la aristocracia<br />
espiritual del sufrimiento.
PAGINA MARIANA<br />
Maria aiuto dei cristiani<br />
Madre che ci sostiene nel procedere tra le tempeste del mondo<br />
Dio ha dato al popolo cristiano Maria<br />
come madre e ausiliatrice. Ogni fedele<br />
trova <strong>in</strong> lei un aiuto efficace nella<br />
lotta fra il bene e il male, fra la luce e<br />
le tenebre. Sotto la sua protezione si<br />
possono affrontare i conflitti della fede<br />
e procedere sicuri tra le tempeste<br />
del mondo.<br />
Tra i testi biblici che presentano<br />
Maria come v<strong>in</strong>citrice del maligno e<br />
donna vittoriosa, prefigurata f<strong>in</strong> dai<br />
primordi del genere umano, c’è il capitolo<br />
12 dell’Apocalisse, dove è trascritto<br />
il vatic<strong>in</strong>io di Genesi 3,15 <strong>in</strong> versione<br />
cristologico-ecclesiale. La “donna vestita<br />
di sole” raffigura il popolo di Dio<br />
dei due testamenti, e <strong>in</strong>direttamente<br />
anche la Verg<strong>in</strong>e Maria. È una donna<br />
generante, pronta a “dare alla luce” la<br />
vita, <strong>in</strong> preda al dolore che comporta<br />
questo supremo atto materno, cui si<br />
contrappone il drago, simbolo del male<br />
sempre dilagante, della violenza,<br />
forse anche del potere del s<strong>in</strong>edrio e<br />
del governo di Roma. Il suo colore rosso<br />
simboleggia la guerra e il v. 9 svela<br />
il suo nome: serpente antico, diavolo<br />
o satana che ha potere sul mondo (sette<br />
teste, dieci corna, sette diademi). Il<br />
drago si pone davanti alla donna per<br />
divorare il bamb<strong>in</strong>o appena nato, che<br />
però viene subito rapito verso Dio (vv.<br />
4ss).<br />
Queste scene descrivono il mistero<br />
pasquale, l’ora della passione e risurrezione<br />
di Gesù (cfr. Gv 16,21ss). La<br />
guerra che scoppia <strong>in</strong> cielo, tra gli angeli<br />
con il loro capo Michele e il drago 11
12<br />
PAGINA MARIANA<br />
con i suoi angeli caduti, si conclude<br />
con la sconfitta di questi ultimi. Il drago<br />
viene espulso dal cielo e precipitato<br />
<strong>in</strong> terra. Crolla il nemico della gloria di<br />
Dio, <strong>in</strong> antitesi all’ascensione di Gesù<br />
<strong>in</strong> cielo. La voce corale celebra la salvezza<br />
portata da Cristo e il trionfo del<br />
regno di Dio sul diavolo, causa delle<br />
persecuzioni subite dai fratelli accusati<br />
da lui (cfr. Gb 1,6-12; Zc 3,1), che<br />
tuttavia hanno v<strong>in</strong>to <strong>in</strong> virtù di una<br />
fede così forte da <strong>in</strong>durli a donare la<br />
vita. Questo è motivo di esultanza nei<br />
cieli.<br />
Il serpente attua di nuovo persecuzioni<br />
contro la donna e per combatterla<br />
si <strong>in</strong>furia contro la discendenza di<br />
lei, contro coloro che sono nella Chiesa<br />
e che si dist<strong>in</strong>guono per l’osservanza<br />
dei comandamenti e per la loro testimonianza<br />
di Gesù.<br />
Tra i primi appartenenti al popolo<br />
dei fedeli, c’è la Verg<strong>in</strong>e Maria, primizia<br />
della Chiesa, che è accanto al Figlio<br />
per tutta la vita, come madre e come<br />
associata alla missione per la salvezza<br />
dell’umanità.<br />
F<strong>in</strong> dal primo segno che Gesù offre<br />
a Cana, Maria è presente vic<strong>in</strong>o a<br />
Lui. L’evangelista annota: “E c’era la<br />
madre di Gesù” (Gv 2,1). Maria è presente<br />
all’<strong>in</strong>augurazione di una nuova<br />
famiglia, alla festa che ci ricorda la<br />
giusta collocazione dell’uomo e della<br />
donna nel piano di Dio: per una moltiplicazione<br />
di amore e di vita. La madre<br />
a Cana è la madre della Vita vera: per<br />
questo è la “donna”, non come persona<br />
<strong>in</strong>dividua, ma come umanità bisognosa<br />
del v<strong>in</strong>o dell’amore.<br />
Maria, la madre, <strong>in</strong>terviene presso<br />
il figlio e lo aiuta a comprendere la necessità<br />
che egli si metta dentro quella<br />
situazione. Ecco <strong>in</strong>fatti le lapidarie parole<br />
materne: “Non hanno più v<strong>in</strong>o”<br />
(v. 3). L’aiuto della mediazione materna<br />
è f<strong>in</strong>alizzato a un aiuto più esteso:<br />
Maria pensa agli sposi della terra, a<br />
tutte le famiglie che la accolgono come<br />
madre di Gesù. Dentro il segno di Cana<br />
bisogna allora leggere che Maria è<br />
madre perché <strong>in</strong>augura il suo servizio<br />
a Dio e agli uom<strong>in</strong>i e perché <strong>in</strong>segna<br />
che la donna è veramente tale quando,<br />
come una madre, entra dentro il problema,<br />
quando va all’essere.<br />
“Fate quello che vi dirà” (v. 5) significa:<br />
siate coerenti con la Parola che<br />
è del cuore, che è al centro della vita.<br />
La parola di Gesù va messa <strong>in</strong> pratica<br />
e i servi mettono l’acqua nelle giare<br />
(v. 7). Questo è il suo aiuto pr<strong>in</strong>cipale:<br />
portare l’umanità ad accogliere la Parola.<br />
L’acqua diventa v<strong>in</strong>o solo quando<br />
viene portata al maestro di tavola,<br />
<strong>in</strong> una catena di obbedienza, di comunione,<br />
di collaborazione. Maria è presente<br />
dal pr<strong>in</strong>cipio, e oltre la sua vita<br />
nella vita della Chiesa, come Colei che<br />
porta al Figlio (cfr. At 1,14).<br />
La donna, simbolo della Chiesa, si<br />
trova co<strong>in</strong>volta <strong>in</strong> una lotta contro il<br />
male e la morte, rappresentate dal drago.<br />
Ancor oggi i draghi imperversano<br />
nel nostro mondo e il buon grano cresce<br />
<strong>in</strong>sieme alla gramigna. L’importante<br />
è dist<strong>in</strong>guere i segni e sapere che<br />
“le porte degli <strong>in</strong>feri non prevarranno<br />
contro la Chiesa” (Mt 16,18).<br />
Il regno di Dio si compie là dove la<br />
fede alimenta la carità e la speranza f<strong>in</strong>o<br />
al dono di sé. Gesù lo ha dimostrato<br />
con la sua vita: ha dovuto lottare,<br />
ma è rimasto fedele al Padre, anche<br />
quando umanamente tutto sembrava<br />
perduto. Con noi nel camm<strong>in</strong>o c’è un<br />
altro segno, oltre a quello di Gesù risorto<br />
e v<strong>in</strong>citore: c’è sua madre, che è<br />
madre di tutti e non può non soccorrere<br />
i suoi figli. E il primo suo aiuto<br />
consiste proprio nel portarci tutti a fare<br />
un’esperienza di ciò che ella stessa<br />
ha sperimentato: Dio salva, rovescia i<br />
potenti, <strong>in</strong>nalza gli umili. Dio <strong>in</strong>fatti è
con noi, sue/suoi discepole/i, come è<br />
stato con Maria. Con noi f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e<br />
dei tempi. E la madre è con Lui nella<br />
gloria e da lì ci assiste <strong>in</strong> questi trapassi<br />
di epoche.<br />
suor Paola Barcariolo<br />
síntesis<br />
María auxilio<br />
de los cristianos<br />
Dios ha dado al pueblo cristiano<br />
a María como madre y auxilio de los<br />
cristianos. Cada fiel encuentra en ella<br />
ayuda eficaz en la lucha entre el bien<br />
y el mal, entre la luz y las t<strong>in</strong>ieblas.<br />
Bajo su protección se pueden enfrentar<br />
los combates de la fe y cont<strong>in</strong>uar<br />
hacia adelante entre las tormentas del<br />
mundo.<br />
Entre los textos bíblicos que presentan<br />
a María como vencedora del<br />
maligno “mujer” victoriosa, anticipo<br />
de la humanidad, está el capítulo 12<br />
del Apocalipsis. La “mujer vestida del<br />
sol” representa al pueblo de Dios de<br />
los dos testamentos e <strong>in</strong>directamente<br />
también a la Virgen María. Es una<br />
mujer que genera vida, víctima del<br />
dolor que implica este acto de amor<br />
materno.<br />
Desde la primera señal que Jesús<br />
realiza en Caná, María está presente<br />
junto al Hijo. El Evangelista escribe:<br />
“ y la madre de Jesús estaba allí” (Jn<br />
2, 1). María está presente en la fiesta<br />
de bodas, al <strong>in</strong>icio de una nueva familia.<br />
Está presente en la celebración del<br />
hombre y la mujer a los que recuerda<br />
su apropiada participación en el plan<br />
de Dios: para una multiplicación del<br />
amor y de la vida.<br />
La mujer del apocalipsis es símbolo<br />
de la Iglesia, de la vida que genera otra<br />
vida, es una imagen de luz que con-<br />
PAGINA MARIANA<br />
trasta con una imagen de la oscuridad.<br />
El re<strong>in</strong>o de Dios toma lugar donde<br />
la fe se alimenta de la caridad y la<br />
esperanza hasta el don de uno mismo.<br />
Jesús lo ha demostrado con su vida, Él<br />
también tuvo que luchar, pero se mantuvo<br />
fiel al Padre <strong>in</strong>cluso cuando todo<br />
parecía perdido humanamente.<br />
En el cam<strong>in</strong>o tenemos otro signo,<br />
además de Jesús resucitado y vencedor,<br />
está su madre con su presencia<br />
materna nos pide observar los mandamientos<br />
de Dios aún cuando falta<br />
la cosa más importante humanamente.<br />
Es entonces cuando surgen la fe y<br />
la oración.<br />
Dios está con nosotros sus discípulos<br />
hasta el f<strong>in</strong>al de los tiempos, como<br />
estuvo con María. La madre que está<br />
con Él en la gloria desde allí nos ayuda<br />
en el recorrer de las épocas.
14<br />
APPROFONDIMENTI<br />
Isacco e Rebecca<br />
Due situazioni esistenziali pregnanti: consolazione e benedizione<br />
In questo secondo “<strong>in</strong>contro” con le<br />
problematiche della vita a due, ci concentreremo,<br />
come preannunciato nel<br />
precedente numero, sulla coppia Isacco-Rebecca<br />
e la sua storia, segnata da<br />
due situazioni esistenziali pregnanti:<br />
consolazione - benedizione.<br />
Il capitolo 22 della Genesi, dopo<br />
aver rievocato lo scampato sacrificio<br />
di Isacco, momento di altissima tensione<br />
umana e spirituale nella narra-<br />
zione biblica, si chiude con la notizia<br />
portata ad Abramo della nascita di Rebecca,<br />
la futura sposa di Isacco, nipote<br />
di suo fratello Nacor (quello rimasto<br />
<strong>in</strong> patria, <strong>in</strong> Ur dei Caldei), mentre il<br />
capitolo 23 si apre con la morte di Sara,<br />
cui seguì l’acquisto, presso gli Ittiti,<br />
di un terreno sul quale erigere la sua<br />
tomba, la prima terra posseduta da<br />
Abramo <strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a. I r<strong>abb</strong><strong>in</strong>i ritengono<br />
che Sara sia morta avendo offerto
la propria vita <strong>in</strong> sostituzione di quella<br />
del figlio: si tratta della salvezza di cui<br />
<strong>abb</strong>iamo già parlato.<br />
Quando per Isacco giunse il tempo<br />
del matrimonio, Abramo, che dopo<br />
la morte del padre era stato prescelto<br />
dal Signore, mandò il servo più anziano<br />
presso i parenti a scegliere una<br />
moglie (Gen 24), attraverso la quale<br />
ricongiungersi alla sua casa e a quella<br />
di Sara, che era figlia di suo padre, ma<br />
non di sua madre (Gen 20,12).<br />
Dio compare nella vita di Abramo<br />
quando gli muore il padre, Rebecca<br />
nasce e viene <strong>post</strong>a sulla strada di Isacco,<br />
quando gli muore la madre.<br />
Dio si fa strada nella nostra vita attraverso<br />
l’<strong>in</strong>terazione dei padri e delle<br />
madri, perché è il Dio della vita e<br />
la coppia dei genitori è il modo <strong>in</strong> cui<br />
la vita si conserva e cresce sulla terra<br />
(Gen 1,29). Abramo comandò che la<br />
donna dovesse andare via da là, perché<br />
loro dovevano restare a Canaan,<br />
secondo il comando del Signore (24,6)<br />
e per nessun motivo suo figlio sarebbe<br />
dovuto tornare <strong>in</strong>dietro (24,9).<br />
Rebecca, difatti, non ebbe dubbi<br />
sulla sua partenza, anche se dovette<br />
contrastare il desiderio dei genitori e<br />
del fratello che la volevano trattenere<br />
ancora un poco con loro; ella, con molto<br />
coraggio, seguì la forza della vita,<br />
anche se ancora non conosceva il Dio<br />
della Vita.<br />
Il servo, guidato dal Dio del suo<br />
padrone, aveva detto (profeticamente)<br />
che, una volta giunto ad Harram,<br />
si sarebbe recato al pozzo, dove le<br />
giov<strong>in</strong>ette del villaggio andavano per<br />
att<strong>in</strong>gere acqua e la prima che avesse<br />
consentito a dissetare lui e i suoi cammelli,<br />
quella sarebbe stata la prescelta.<br />
Così accadde e la prima fu proprio Rebecca,<br />
la nipote di Abramo, circostanza<br />
che fece prostrare il servo <strong>in</strong> lode di<br />
Jhwh. Il matrimonio è così raccontato:<br />
APPROFONDIMENTI<br />
“Isacco <strong>in</strong>trodusse Rebecca nella tenda<br />
che era stata di sua madre Sara: si<br />
prese <strong>in</strong> moglie Rebecca e l’amò. Isacco<br />
trovò conforto dopo la morte della<br />
madre”.<br />
La consolazione<br />
Dopo una vicenda che oggi def<strong>in</strong>iremmo<br />
traumatica e <strong>in</strong> cui certamente<br />
Sara aveva giocato una parte importante,<br />
Isacco trovò consolazione <strong>in</strong> un<br />
rapporto che <strong>in</strong> qualche modo gli faceva<br />
ritrovare sua madre, seppur <strong>in</strong><br />
term<strong>in</strong>i decisamente diversi.<br />
La psicoanalisi ha evidenziato come<br />
nel matrimonio ogni coniuge <strong>in</strong><br />
qualche modo ricerchi l’esperienza<br />
vitale con la madre, benché le modalità<br />
di tale ricerca, com’è ovvio, siano<br />
sostanzialmente differenti tra l’uomo<br />
e la donna. La spiegazione offerta, tuttavia,<br />
non è esaustiva.<br />
L’antropologia sociologica, più ampia,<br />
sottol<strong>in</strong>ea come sia la donna ad essere<br />
concretamente l’elemento di cont<strong>in</strong>uità<br />
dell’esistenza per un gruppo,<br />
e ciò era molto importante quando si<br />
viveva <strong>in</strong> tribù nomadi; la donna dunque,<br />
nei traumi <strong>in</strong>dividuali e collettivi,<br />
“ripara” le rotture di identità del gruppo,<br />
consolando dei cont<strong>in</strong>ui rischi che<br />
i membri della tribù corrono.<br />
L’antropologia teologica, certamente<br />
più profonda, afferma che la<br />
donna ha un suo <strong>post</strong>o preciso nella<br />
storia della salvezza del mondo. La<br />
capacità della donna di co<strong>in</strong>volgersi<br />
totalmente e di essere per l’altro, è il<br />
modo <strong>in</strong> cui Dio cont<strong>in</strong>ua a consolare il<br />
mondo; ma occorre attenzione, perché<br />
la donna deve discernere all’<strong>in</strong>terno<br />
dell’amore. Deve portare la consolazione<br />
alla benedizione.<br />
La famiglia di Isacco fu carica di<br />
tensione, come tutte le famiglie: Esaù<br />
e Giacobbe, i due gemelli, non andavano<br />
d’accordo già dal seno materno,<br />
15
16<br />
APPROFONDIMENTI<br />
perché erano diversi; Isacco prediligeva<br />
il primo, passionale, ist<strong>in</strong>tivo e cacciatore,<br />
perché gli portava del buon<br />
cibo; Rebecca prediligeva il secondo,<br />
più tranquillo, perché le stava accanto<br />
nella quotidianità della vita. Un giorno<br />
Esaù, tornato affamato dalla caccia,<br />
vide una m<strong>in</strong>estra fatta dal fratello e la<br />
volle; Giacobbe ne approfittò per farsi<br />
vendere la primogenitura. Rebecca<br />
approvò e aiutò il suo prediletto ad<br />
ottenere la benedizione di primogenitura<br />
da Isacco, che nel frattempo era<br />
diventato vecchio e cieco.<br />
Non è così <strong>in</strong> tutte le famiglie? La<br />
madre conosce i suoi figli e media<br />
spessissimo tra loro e con il padre, che<br />
generalmente è più distratto, preso da<br />
altre cose. In questo caso, Isacco sembrava<br />
disattento, qu<strong>in</strong>di Rebecca, che<br />
già dall’<strong>in</strong>contro con il servo, si era<br />
mostrata vivace e attiva e non aveva<br />
avuto paura di allontanarsi dalla sua<br />
casa e dai suoi i genitori, doveva vigilare<br />
anche per lui, scegliendo quello<br />
che dei suoi figli riteneva più adatto a<br />
diventare il futuro patriarca.<br />
La benedizione<br />
La benedizione di Isacco a Giacobbe<br />
è evento carico di potenza lirica, la<br />
prima poesia biblica (Gen <strong>27</strong>,<strong>27</strong>-29):<br />
Ecco l’odore di mio figlio<br />
come l’odore di un campo<br />
che il Signore ha benedetto.<br />
Dio ti conceda la rugiada del cielo<br />
e terre grasse<br />
e <strong>abb</strong>ondanza di frumento e di mosto.<br />
Ti servano i popoli<br />
e si prostr<strong>in</strong>o davanti a te le genti.<br />
Sii il signore dei tuoi fratelli<br />
e si prostr<strong>in</strong>o davanti a te<br />
i figli di tua madre.<br />
Chi ti maledice sia maledetto<br />
e chi ti benedice sia benedetto.<br />
La benedizione è la vita che passa dal<br />
padre al figlio e il padre deve darla soltanto<br />
alla propria f<strong>in</strong>e, per questo Isacco<br />
non potrà ritirarla quando Esaù,<br />
che ne ha diritto, la rivendicherà. La<br />
benedizione, comunque, non è dom<strong>in</strong>io<br />
sugli altri, perché non umilia nessuno,<br />
ma signoria, colma di riconoscenza<br />
per il padre e la madre, che si erge a<br />
guida dei fratelli.<br />
Tutto questo è possibile perché<br />
nella benedizione il protagonista non è<br />
l’uomo, ma Dio, e se è Dio il protagonista,<br />
nulla hanno da <strong>in</strong>vidiare al benedetto<br />
gli altri, che anzi troveranno tutti<br />
il modo di dist<strong>in</strong>guere il bene dal male.<br />
La benedizione è il fluire del bene dal<br />
padre al figlio, lo stesso bene che Dio<br />
aveva <strong>in</strong>sufflato come vita ad Adam,<br />
e lo stesso che, come “cosa buona”, ha<br />
chiuso ogni sua opera.<br />
La creazione e la vita sono da sempre<br />
la vittoria del bene sul male. E questa<br />
vittoria si r<strong>in</strong>nova ogni volta che<br />
noi percepiamo di essere <strong>in</strong> equilibrio<br />
con la natura e il mondo, avendo magari<br />
attraversato una crisi <strong>in</strong> rapporto<br />
agli altri.<br />
Dopo una crisi o un pericolo scampato,<br />
quando ci si ritrova, non è più<br />
soltanto equilibrio, ma è molto di più,<br />
è nuova creatività, vera benedizione, ad<br />
una profondità sconosciuta, <strong>in</strong>timamente<br />
personale. Nella coppia i passaggi<br />
critici sono presenti, pressanti,<br />
complessi; eppure la soluzione, sempre<br />
voluta e cercata <strong>in</strong> due, è grazia del<br />
cuore, per ognuno a suo modo.<br />
Rebecca conobbe il suo dramma<br />
dopo la benedizione: per salvare Giacobbe<br />
dalla vendetta di Esaù, lo <strong>in</strong>viò<br />
dal fratello Labano, ma, temendo che<br />
egli potesse sposare una donna ittita,<br />
chiese aiuto ad Isacco, il quale gli comandò<br />
di prendere moglie soltanto<br />
presso la famiglia di Abramo, <strong>in</strong> Harram.<br />
Anche Esaù capì il messaggio:<br />
pure lui non doveva prendere moglie
Isacco benedice Giacobbe - Bartolomè Esteban Murillo<br />
fra le figlie di Canaan, qu<strong>in</strong>di si recò<br />
presso lo zio Ismaele, salvandosi a<br />
propria volta.<br />
Rebecca poté salvare Giacobbe, il<br />
benedetto, ed essere occasione di salvezza<br />
anche per Esaù, perché portò<br />
la propria disperazione a Isacco e gli<br />
chiese consolazione (<strong>27</strong>,46): pienamente<br />
consapevole di ciò che aveva fatto<br />
e temendo lo scatenarsi di una tragedia,<br />
superò il suo orgoglio, ma anche<br />
il senso di colpa e chiese aiuto al marito<br />
pur avendolo <strong>in</strong>gannato. Portare<br />
la propria pena, la propria colpa, davanti<br />
a chi si è ferito… questo è il primo<br />
passo del perdono cristiano, la cui<br />
grandezza si può cogliere soltanto se<br />
si riesce a chiederlo.<br />
La benedizione è energia che fa<br />
emergere il bene attraverso le fatiche<br />
quotidiane, fatiche che ci portano allo<br />
stremo delle forze e a volte sembrano<br />
risolversi <strong>in</strong> azioni fallimentari.<br />
Certo, nella coppia, nella famiglia,<br />
spesso si rimescolano le carte, nell’illusione<br />
di trovare scorciatoie alle difficoltà<br />
del vivere <strong>in</strong>sieme, di sfuggire<br />
agli impegni che <strong>abb</strong>iamo preso con<br />
il/la nostro/a partner e con i figli,<br />
tuttavia manchevolezze e <strong>in</strong>capacità<br />
ci rendono “nudi” e poveri l’uno di<br />
fronte all’altro.<br />
Ma proprio il percepirci miseri ci fa<br />
comprendere che la forza alla quale att<strong>in</strong>giamo<br />
non è nostra e che, se <strong>abb</strong>iamo<br />
motivo di “disgustarci della vita”<br />
come Rebecca (<strong>27</strong>,46), possiamo, dobbiamo<br />
chiedere di essere consolati.<br />
Ce ne verrà molto di più, poiché chi<br />
consola fa scorrere la vita da sempre<br />
data, ma di volta <strong>in</strong> volta riconquistata<br />
da ciascuna/o, attraverso la relazione<br />
con gli altri.<br />
Giuliana Fabris<br />
síntesis<br />
Isaac y Rebeca<br />
En este segundo “encuentro” con<br />
los desafíos de la vida de pareja, nos<br />
concentraremos como se anunció en el<br />
número anterior en Isaac-Rebeca y su<br />
historia marcada por dos situaciones<br />
existenciales: consuelo-bendición.<br />
Capítulo 22 del Génesis, después de<br />
haber evocado el sacrificio de Isaac,<br />
momento de altísima tensión humana<br />
17
18<br />
APPROFONDIMENTI<br />
Rebecca vede Isacco <strong>in</strong> lontananza - Julius<br />
Schnorr von Carolsfeld - Incisione – 1898<br />
y espiritual en la narrativa bíblica, se<br />
cierra con la noticia dada a Abraham<br />
del nacimiento de Rebeca, la futura<br />
esposa de Isaac, la nieta de su hermano<br />
Najor (aquel que permaneció en<br />
su tierra natal, en Ur de los caldeos),<br />
mientras que el capítulo 23 se abre<br />
con la muerte de Sara, después se narra<br />
la compra a los hititas de la tierra<br />
sobre la cual erigirá su tumba, que fue<br />
la primera propiedad de Abraham en<br />
Palest<strong>in</strong>a.<br />
Dios aparece en la vida de Abraham<br />
cuando muere su padre, Rebeca nació<br />
y entra en el cam<strong>in</strong>o de Isaac cuando<br />
la madre muere. El matrimonio de<br />
esta pareja es narrado así: “Isaac hizo<br />
entrar a Rebeca en su carpa. Isaac se<br />
casó con ella y la amó. Así encontró<br />
un consuelo después de la muerte de<br />
su madre”.<br />
Después de un hecho traumático y<br />
en el que, s<strong>in</strong> duda, Sara había desempeñado<br />
un papel importante, Isaac<br />
encontró consuelo en una relación<br />
que, de alguna manera, le hacía reencontrar<br />
a su madre, aunque en forma<br />
diferente.<br />
La capacidad de las mujeres de <strong>in</strong>volucrarse<br />
totalmente y ser totalmente<br />
para los demás, es la forma en que<br />
Dios cont<strong>in</strong>úa a consolar el mundo;<br />
pero debemos tener cuidado, porque<br />
la mujer debe discernir dentro del<br />
amor. Debe transformar el consuelo<br />
en bendición.<br />
En la familia de Isaac había tensiones,<br />
como en todas las familias: Esaú<br />
y Jacob, gemelos, siempre en disputa<br />
desde el seno materno; Isaac prefería<br />
al primero apasionado, <strong>in</strong>st<strong>in</strong>tivo y cazador,<br />
porque le daba buena comida;<br />
Rebeca prefería el segundo, más tranquilo<br />
, porque estaba cerca de ella en<br />
la vida cotidiana.<br />
Un día Esaú, regresó con hambre<br />
después de la caza, vio una sopa que<br />
había hecho su hermano y se la pidó;<br />
Jacob aprovechó la oportunidad para<br />
venderle la primogenitura. Rebeca lo<br />
aprobó y lo ayudó a obtener la bendición<br />
de Abraham, que era viejo y<br />
ciego.<br />
La bendición de Isaac a Jacob es<br />
el evento lleno de energía lírica, es la<br />
primera poesía bíblica (<strong>27</strong> de enero,<br />
<strong>27</strong>-29):<br />
Sí, la fragancia de mi hijo<br />
es como el aroma de un campo<br />
que el Señor ha bendecido.<br />
Que el Señor te dé el rocío del cielo,<br />
y la fertilidad de la tierra,<br />
trigo y v<strong>in</strong>o en abundancia.<br />
Que los pueblos te sirvan<br />
y las naciones te r<strong>in</strong>dan homenaje.<br />
Tú serás el señor de tus hermanos,<br />
y los hijos de tu madre<br />
se <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>arán ante ti.<br />
Maldito sea el que te maldiga,<br />
y bendito el que te bendiga”.<br />
La bendición es la vida que pasa de<br />
padre a hijo, el padre debe sólo darla<br />
al f<strong>in</strong>al de sus días, por esto no la<br />
podrá retirar Isaac cuando Esaú, que
APPROFONDIMENTI<br />
Il servo di Abramo <strong>in</strong>contra Rebecca al pozzo - Mosaico 1180 circa - Duomo di Monreale - Sicilia<br />
tiene el derecho, se la pide. La bendición<br />
s<strong>in</strong> embargo no es dom<strong>in</strong>io del<br />
otro porque no humilla a nadie, da<br />
señorío, llena de gratitud hacia el padre<br />
y hacia la madre, eleva a guía de<br />
los hermanos.<br />
Todo esto es posible porque en<br />
la bendición el protagonista no es el<br />
hombre, s<strong>in</strong>o Dios. Después de una<br />
crisis, cuando todo se soluciona, ya no<br />
es solo un equilibrio, es mucho más,<br />
es una verdadera bendición, que nos<br />
lleva hacia una profundidad desconocida,<br />
íntimamente personal.<br />
Rebeca pudo salvar a Jacob y también<br />
ser ocasión de salvación para<br />
Esaú, porque manifestó su desesperación<br />
a Isaac y le pidió consuelo (<strong>27</strong>,46):<br />
plenamente consciente de lo que había<br />
hecho y temiendo una tragedia se<br />
sobrepuso a su orgullo y también al<br />
sentimiento de culpa y pidió ayuda<br />
a su marido, no obstante haberlo engañado.<br />
Llevar el dolor, la culpa ante la persona<br />
que se ha herido es el primer paso<br />
del perdón cristiano, cuya grandeza<br />
se alcanza sólo si se logra pedir. Pues<br />
quien consuela dona vida, pero poco<br />
a poco la reconquista, ya sea a través<br />
de uno mismo o a través de la relación<br />
con los demás.<br />
19
20<br />
TESTIMONIANZE<br />
Consacrazione e missione<br />
In camm<strong>in</strong>o per <strong>in</strong>contrare le sorelle<br />
<strong>in</strong> terra colombiana e messicana<br />
Ritornare annualmente tra le sorelle<br />
che vivono oltre oceano, è sempre<br />
per me un evento unico e <strong>in</strong>tensamente<br />
vissuto.<br />
Con gioia ho <strong>in</strong>iziato il mio it<strong>in</strong>erario<br />
lo scorso otto giugno visitando,<br />
prima fra tutte, la comunità presente<br />
<strong>in</strong> Colombia, successivamente quelle<br />
residenti <strong>in</strong> Messico, precisamente<br />
nello Stato di Veracruz, <strong>in</strong> quello di<br />
Coahuila e nel Distretto Federale.<br />
Il programma delle mie visite fraterne<br />
ci ha viste quest’anno impegnate<br />
a riflettere sul s<strong>in</strong>golare dono della<br />
verg<strong>in</strong>ità consacrata, tema che ha <strong>in</strong>trecciato<br />
le nostre giornate animate da<br />
preghiera, riflessione e dialogo. Non<br />
sono mancati momenti dello stare <strong>in</strong>sieme<br />
caratterizzati da <strong>in</strong>viti impegnativi<br />
e lieti, rasserenati dallo scherzo<br />
non demolitore, ma umoristico e f<strong>in</strong>e,<br />
e da canti e danze folkloristiche, che<br />
non potevano mancare <strong>in</strong> quanto parte<br />
della cultura lat<strong>in</strong>o-americana.<br />
Data importante e significativa è<br />
stata il 10 luglio scorso, quando nella<br />
parrocchia di Nogales si è vissuto<br />
l’evento sempre nuovo e commovente
della professione perpetua di una giovane,<br />
suor Kar<strong>in</strong>a. Il rito solenne ha<br />
catturato l’attenzione commossa ed<br />
orante di tutta l’assemblea.<br />
La consacrazione rimanda alla<br />
missione, abilita e impegna a un amore<br />
più <strong>in</strong>tenso verso il Signore Gesù e,<br />
per questo, a un amore più generoso<br />
e operoso verso la Chiesa, per condividerne<br />
la missione evangelizzatrice e<br />
per testimoniare la sollecitud<strong>in</strong>e materna<br />
verso tutte le situazioni di sofferenza<br />
dei fratelli. Servire il Signore<br />
non mortifica la vita, anzi le conferisce<br />
pienezza di significato.<br />
Inaspettata e quanto mai emozionante<br />
l’udienza con il card<strong>in</strong>ale messicano<br />
Norberto Rivera Carrera, domenica<br />
18 luglio, alla quale hanno partecipato<br />
le sorelle della comunità di<br />
Xochimilco e padre Adriano, parroco<br />
di quella città. Siamo stati accolti con<br />
grande cordialità e <strong>abb</strong>iamo vissuto<br />
un momento <strong>in</strong>tenso di universalità,<br />
conclusosi con la partecipazione alla<br />
concelebrazione eucaristica <strong>in</strong> cattedrale,<br />
presieduta dallo stesso presule.<br />
All’omelia, sua em<strong>in</strong>enza sottol<strong>in</strong>eava<br />
il valore dell’ospitalità, valore<br />
che contraddist<strong>in</strong>gue la cultura messicana.<br />
“Non è solo un segno di umanità,<br />
diceva il prelato, ma un aspetto<br />
importante del comandamento nuovo<br />
che Cristo ci ha dato. Non è facile praticare<br />
l’ospitalità <strong>in</strong> tempi di tanta violenza<br />
e <strong>in</strong> una società <strong>in</strong>dividualistica<br />
e anonima, però sempre si possono<br />
trovare nuove modalità per esprimere<br />
il sentimento dell’accoglienza che<br />
nasce nel cuore di ognuno, poiché ciascuno<br />
di noi, su questa terra, è forestiero<br />
e pellegr<strong>in</strong>o”.<br />
Mons. Rivera proseguiva la sua riflessione<br />
sul passo del Vangelo che riporta<br />
l’episodio dell’ospitalità di Marta<br />
e Maria e si augurava che la capitale<br />
del Messico non dimenticasse tale va-<br />
TESTIMONIANZE<br />
lore perché tutti coloro che la visitano<br />
possano sentirsi sicuri, tranquilli e<br />
gioire per le meraviglie artistiche che<br />
possiede.<br />
Mentre i ricordi sfilano ad uno ad<br />
uno, un sentimento di gratitud<strong>in</strong>e <strong>in</strong>vade<br />
il mio animo per quanto Dio va<br />
compiendo nella nostra famiglia religiosa<br />
e coltivo la speranza che il germe<br />
gettato nella Chiesa e nel mondo possa<br />
trovare spazio, cont<strong>in</strong>uità e vigore <strong>in</strong><br />
ogni luogo e realtà dove il Signore ci<br />
ha chiamate a renderGli testimonianza<br />
anche attraverso la nostra vita coerente,<br />
unificata e illum<strong>in</strong>ata.<br />
suor Umberta Salvadori<br />
priora generale<br />
21
22<br />
DALLE MISSIONI<br />
síntesis<br />
Consagración<br />
y misión<br />
Es para mí un evento único visitar<br />
anualmente a las hermanas que<br />
se encuentran en Colombia y México.<br />
El programa de este año para la visita<br />
fraterna a las comunidades nos hizo<br />
reflexionar sobre el don de la virg<strong>in</strong>idad<br />
consagrada, tema que <strong>in</strong>tercalamos<br />
en jornadas animadas por la<br />
oración, la reflexión y el diálogo. No<br />
faltaron los momentos comprometedores<br />
y alegres, que fueron colmados<br />
de serenidad por el buen humor, tampoco<br />
estuvieron ausentes los cantos<br />
y las danzas folklóricas propias de la<br />
cultura mexicana.<br />
Fecha importante y significativa<br />
fue el 10 de julio, día de la profesión<br />
perpetua de una joven, sor Kar<strong>in</strong>a en<br />
una parroquia de Nogales. La consagración<br />
nos remite a la misión, nos hace<br />
capaces de un amor más <strong>in</strong>tenso hacia<br />
el Señor Jesús y por lo mismo a un<br />
amor más generoso y diligente hacia<br />
la iglesia para compartir la misión de<br />
Todo es gracia<br />
Signo del amor de Dios entre los hermanos<br />
El 10 de julio de 2010 a las 12 hrs.<br />
En la parroquia de San Juan Bautista<br />
de la ciudad de Nogales Ver. Emití los<br />
votos perpetuos.<br />
Durante mi cam<strong>in</strong>ar he podido<br />
ver la presencia amorosa de Dios que<br />
siempre me ha sostenido y guiado en<br />
todo momento. Constantemente ha<br />
resonado dentro de mí esta frase: conozco<br />
tu pobreza pero eres rica porque<br />
me tienes a mí; sobre todo hoy<br />
al permitirme sellar una alianza per-<br />
la evangelización. La audiencia con el<br />
cardenal Norberto Rivera de México,<br />
que term<strong>in</strong>ó con la concelebración eucarística<br />
en la Catedral, presidida por<br />
el mismo prelado, fue un momento <strong>in</strong>tenso<br />
de universalidad.<br />
Que la semilla de nuestra Congregación<br />
sembrada en la Iglesia y el<br />
mundo pueda encontrar espacio, cont<strong>in</strong>uidad<br />
y vigor también a través de<br />
nuestra vida coherente, unificada e<br />
ilum<strong>in</strong>ada.<br />
petua con Él, dándome la certeza que<br />
me seguirá sosteniendo para que esta<br />
alianza de amor no sea quebrantada.<br />
He podido volver la mirada hacia<br />
atrás, vislumbrar mi cam<strong>in</strong>ar y darme<br />
cuenta como nuestro Señor siempre ha<br />
estado junto a mí, valiéndose de cada<br />
una de mis hermanas para manifestarme<br />
su amor benevolente teniendo presente<br />
en mi mente y en mi corazón que<br />
todo lo que he recibido es don y gracia<br />
de Dios.
Este día Él ha querido tomarme para<br />
sí y es precisamente su amor lo que<br />
me ha traído hasta aquí para que pueda<br />
ser signo de ese amor de Dios entre<br />
los hermanos.<br />
No puedo pasar por alto la presencia<br />
de la Virgen María y de su esposo<br />
San José que siempre con su <strong>in</strong>tercesión<br />
me han llevado de la mano a Jesús.<br />
Nuestros fundadores padre Emilio<br />
y madre Elisa me ayuden para que<br />
pueda ser siempre fiel al llamado que<br />
Dios me ha hecho en esta familia a la<br />
que él mismo me condujo.<br />
Sor Kar<strong>in</strong>a Pérez Martínez<br />
s<strong>in</strong>tesi<br />
Tutto è grazia<br />
La presenza amorevole di Dio mi<br />
ha sempre sostenuta e guidata. Costante<br />
ha echeggiato <strong>in</strong> me questa<br />
frase: so che sei povera, ma sei ricca<br />
perché hai me, soprattutto oggi che sigilli<br />
una alleanza perpetua con il tuo<br />
Signore.<br />
Guardando a ritroso il mio camm<strong>in</strong>o,<br />
ho constatato che Dio è sempre<br />
stato con me, attraverso la presenza<br />
di ciascuna delle mie sorelle, per mostrarmi<br />
il suo amore benevolo.<br />
DALLE MISSIONI<br />
Sono <strong>conv</strong><strong>in</strong>ta che tutto ciò che<br />
ho ricevuto <strong>in</strong> dono è grazia di Dio.<br />
In questo giorno il Signore ha voluto<br />
prendermi per sé per essere segno dell’amore<br />
di Dio tra i fratelli.<br />
23
24<br />
DALLE MISSIONI<br />
Anunciarte Señor<br />
Estamos <strong>in</strong>vitados a tener una experiencia de Dios<br />
y de oración para llevar al otro el rostro de Cristo<br />
Hemos concluido en la Delegación<br />
Mexicana los encuentros con jóvenes<br />
el día 16 de mayo. Ha sido un año lleno<br />
de muchas actividades ya que cada<br />
hermana que conforma el equipo de<br />
pastoral vocacional tiene diferentes<br />
a<strong>post</strong>olados.<br />
Para mi ha sido un año muy enriquecedor<br />
al formar parte de esta<br />
pastoral, ya que <strong>in</strong>icio con estas actividades<br />
especialmente el trabajo<br />
con jóvenes, puedo decir que en este<br />
tiempo apoyando a las hermanas en<br />
la pastoral vocacional me he sentido<br />
muy contenta porque en cada encuentro<br />
con las jóvenes voy alimentando,<br />
cultivando, valorando y amando mi<br />
vocación, pienso que no se pueden<br />
promover vocaciones si el promotor<br />
no ama, ni valora su vocación.<br />
Dentro del programa de las actividades<br />
del ciclo 2009-2010 se realizó un<br />
retiro para jóvenes del 2 al 4 de Mayo<br />
en la comunidad de formación, ha sido<br />
un encuentro con una temática diferente<br />
a otros retiros, se ha requerido<br />
de mucha preparación. A decir verdad<br />
cuando escuché todo lo que requería<br />
el retiro y todas las actividades que lo<br />
conformaban se me hacía demasiado<br />
para un equipo de tan sólo seis personas.<br />
Pero remamos mar adentro e
<strong>in</strong>iciamos a prepararlo con seis meses<br />
de anticipación, me sorprendió mucho<br />
la colaboración de las hermanas para<br />
conseguir el material y otras muchas<br />
cosas que eran necesarias. Me di cuenta<br />
que nos ayudó mucho una Hora<br />
Santa que tuvimos para prepararnos a<br />
vivir este encuentro. Pedí al Señor su<br />
Espíritu Santo para que nos ilum<strong>in</strong>ara<br />
en estos días de trabajo fuerte, pr<strong>in</strong>cipalmente<br />
para que las jóvenes que<br />
participaran al retiro tuvieran un encuentro<br />
con Cristo y que cada una de<br />
las que estaríamos al frente pudiéramos<br />
transmitir a Dios y no a nosotras<br />
mismas.<br />
Llegó el día yo me sentía muy nerviosa,<br />
las hermanas también ya que<br />
era la primera vez que se realizaba un<br />
retiro de esta magnitud. Participaron<br />
26 jóvenes al encuentro, hubo momentos<br />
muy fuertes para las jóvenes, ellas<br />
se mostraron muy participativas aun-<br />
APPROFONDIMENTI<br />
que también muy cansadas por la <strong>in</strong>tensidad<br />
del encuentro pero a pesar de<br />
esto vivieron cada momento.<br />
En lo personal a pesar del cansancio<br />
sentía una gran tranquilidad,<br />
mucha satisfacción porque realmente<br />
este encuentro fue obra del Señor, lo<br />
descubrí viendo la respuesta de cada<br />
joven y aunque no decidan por la<br />
vida consagrada podemos decir que<br />
les ayudamos a descubrir la gran dignidad<br />
que tiene la mujer y el valor de<br />
la vocación cristiana. Nosotras que<br />
formamos el equipo podemos exclamar<br />
con el evangelio: “No somos más<br />
que siervos; sólo hemos hecho lo que teníamos<br />
que hacer” (Lc 17,10).<br />
Puedo concluir diciendo que, desde<br />
mi corta experiencia, que el trabajo<br />
de la pastoral vocacional es algo muy<br />
amplio, bonito y gratificante, cuando<br />
éste se realiza con amor. Es algo muy<br />
amplio porque todos estamos <strong>in</strong>vita-<br />
25
26<br />
DALLE MISSIONI<br />
dos a poner nuestro granito de arena,<br />
para que la sociedad de hoy, descubra<br />
un rostro más humano de Dios.<br />
Cabe destacar o compartir que implica<br />
una gran responsabilidad de cada<br />
uno de los que realizamos este trabajo,<br />
pero también cada uno estamos<br />
<strong>in</strong>vitados a tener una experiencia de<br />
Dios y de oración para llevar al otro<br />
el rostro de Cristo que se nos ha revelado,<br />
y llevar sobre todo el proyecto<br />
de amor.<br />
Creo que en estos tiempos nos hace<br />
falta tomar más conciencia de que<br />
todos somos llamados por Dios a una<br />
vocación específica, sea la que sea: matrimonio,<br />
sacerdocio, vida consagrada<br />
o laico comprometido. Todos tenemos<br />
una gran tarea por realizar, promover,<br />
cuidar y valorar la vocación a la vida,<br />
a la que todos fuimos llamados por<br />
gracia y misericordia div<strong>in</strong>a. Porque<br />
cuando se toma conciencia del primer<br />
llamado podemos, entonces como<br />
Bautizados, vivir las otras vocaciones.<br />
Mi experiencia en la pastoral vocacional<br />
ha sido una gracia y un regalo de<br />
Dios porque me ha llevado a encontrar<br />
a Dios en muchas jóvenes y desde ahí<br />
compartir el carisma de mi congregación.<br />
Hay que recordar lo que dice Jesús<br />
“los obreros son pocos, la mies es<br />
mucha”.<br />
Ponemos bajo la protección de<br />
María Santísima cada una de las jóvenes<br />
que se han relacionado con nosotras<br />
y que durante estos retiros han<br />
vivido la experiencia de encontrarse<br />
con Cristo, para que el Señor cumpla<br />
en ellas su proyecto de vida y de esta<br />
manera puedan realizarse como jóvenes<br />
cristianas en bien de la Iglesia y de<br />
la sociedad en la que viven.<br />
Sor Guadalupe González
s<strong>in</strong>tesi<br />
Annunziarti Signore<br />
Nella città di Cordoba, <strong>in</strong> Messico,<br />
il 16 maggio <strong>abb</strong>iamo concluso gli <strong>in</strong>contri<br />
con le giovani, come stabilito nel<br />
programma 2009-2010. La tre giorni,<br />
dal 2 al 4 maggio, ci ha richiesto molta<br />
più preparazione del solito. Per dire la<br />
verità, all’<strong>in</strong>izio eravamo un po’ spaventate<br />
dalla mole di lavoro che l’organizzazione<br />
richiedeva, ci sembrava<br />
troppo per una squadra di solo sei<br />
persone, ma, per non trovarci poi <strong>in</strong><br />
affanno, <strong>abb</strong>iamo com<strong>in</strong>ciato a preparare<br />
con sei mesi di anticipo, chiedendo<br />
anche la collaborazione delle sorelle<br />
per ottenere materiale e tutte le altre<br />
cose che erano necessarie.<br />
Ci ha aiutato molto un’ora di adorazione<br />
eucaristica <strong>in</strong> preparazione a<br />
questo appuntamento. Insieme alle<br />
APPROFONDIMENTI<br />
mie sorelle, ho chiesto al Signore il suo<br />
Santo Spirito perché le giovani <strong>in</strong>contrassero<br />
Cristo e noi organizzatrici potessimo<br />
trasmettere Dio e non noi stesse.<br />
Hanno partecipato 26 giovani che<br />
si sono mostrate molto d<strong>in</strong>amiche.<br />
Nonostante la stanchezza, il ritiro ci<br />
ha donato tanta soddisfazione, perché<br />
davvero crediamo sia stata opera del<br />
Signore la ris<strong>post</strong>a di ogni giovane;<br />
sebbene non <strong>abb</strong>iano deciso di scegliere<br />
la vita consacrata, possiamo dire<br />
che le <strong>abb</strong>iamo aiutate a scoprire la<br />
grande dignità della donna e il valore<br />
della vocazione cristiana. Noi <strong>in</strong>vece<br />
possiamo affermare con il Vangelo:<br />
“Siamo servi <strong>in</strong>utili. Abbiamo fatto quanto<br />
dovevamo fare” (Lc 17,10).<br />
Concludo la mia breve esperienza<br />
nel lavoro della pastorale con la <strong>conv</strong><strong>in</strong>zione<br />
che la vocazione è qualcosa<br />
di grande, piacevole e gratificante,<br />
quando è vissuta con amore.<br />
<strong>27</strong>
Vieni e seguimi<br />
Cara giovane<br />
se anche il tuo cuore è alla ricerca<br />
del senso della vita<br />
se sei attratta o <strong>in</strong>curiosita…<br />
dalla vita religiosa<br />
VIENI A<br />
CONOSCERCI<br />
Per <strong>in</strong>formazioni:<br />
ITALIA<br />
Comunità Madre Elisa<br />
Tel. 041 5509980<br />
e-mail:<br />
past.giov@servemariachioggia.org<br />
AFRICA<br />
Gitega - Burundi<br />
Comunità Mater Misericordiae<br />
Tel. e Fax 22404530<br />
e-mail: servanteschioggia@yahoo.it
Ven y sígueme<br />
Querida joven<br />
si deseas darle un nuevo sentido<br />
a tu vida, si te sientes atraída<br />
o sientes <strong>in</strong>quietud...<br />
por la vida religiosa<br />
VEN A<br />
CONOCERNOS<br />
Para mayor <strong>in</strong>formación:<br />
MÉXICO<br />
Mater Dolorosa,<br />
sur 19 N°178 Orizaba, Ver. - Tel. 7243240<br />
e-mail: sorbeatrizml@hotmail.com<br />
Piedras Negras, Coahuila.<br />
Familia de Nazaret - Tel. 7831315<br />
e-mail: siervasdemaria2@hotmail.com<br />
COLOMBIA<br />
La Ceja Antioquia<br />
Tel. 5532131<br />
e-mail: solcr2009@hotmail.com
30<br />
DALLE MISSIONI<br />
Misión es compartir<br />
Pedir a Dios la fe para poder ver las cosas con sus ojos<br />
Mi nombre es Rosa Idania, soy <strong>post</strong>ulante<br />
y quiero compartir mi experiencia<br />
de vivir la misión de Semana<br />
Santa en la Parroquia de San José de<br />
Gracia en Peñuela, Ver.<br />
Misión es compartir la propia<br />
experiencia de Dios, viendo en cada<br />
hermano, ya sea triste, alegre, desanimado<br />
o realizado, la imagen viva<br />
de Cristo Resucitado, que como Pilato<br />
se pregunta ¿y que es la verdad?<br />
(Jn. 18,38). Es ahí donde la misión se<br />
<strong>conv</strong>ierte en un compromiso de oración,<br />
de unión con Cristo, donde poco<br />
a poco se va teniendo una experiencia<br />
de Dios siempre nueva que compartir.<br />
Le pedía a Dios que aumentara mi fe,<br />
para poder ver las cosas con sus ojos,<br />
a quien iba yo a servir, con quienes iba<br />
yo a compartir, vivir, contemplar y vivir<br />
el misterio de amor de Dios con los<br />
hombres, es decir el Misterio Pascual.<br />
Esta y muchas otras cosas estaban en<br />
mi mente antes de partir a la misión de<br />
semana santa, estaba contenta y emocionada<br />
por esta nueva experiencia<br />
que Dios me iba a regalar.<br />
Este año me tocó compartir esta<br />
experiencia con Sor Guadalupe González,<br />
con quien, en la <strong>conv</strong>ivencia y<br />
en el trabajo de la misión, logré acercarme<br />
un poco más a ella y conocerla<br />
también un poquito más, me di cuenta<br />
que a veces sentimos un mismo anhelo<br />
o co<strong>in</strong>cidimos en algunas ideas y pensamientos,<br />
pero como no los expresamos<br />
las unas a las otras no logramos,<br />
en la vida diaria, hacerlos tan fecundos.<br />
De este modo la misión se <strong>conv</strong>ierte<br />
en un testimonio del amor fraterno<br />
que Dios da a su Iglesia.<br />
Realmente se siente una gran ale-<br />
gría el poder compartir con los hermanos<br />
todas las capacidades, energías<br />
y todos los talentos que Dios te<br />
ha dado, es tan palpable la presencia<br />
de Dios cuando en la comunidad a la<br />
que vas a misionar te acoge con alegría<br />
y te recibe con una sonrisa, cuando los<br />
niños te sonríen y te dan algo de su<br />
ser de niños: su <strong>in</strong>ocencia y su alegría<br />
pura, cuando los jóvenes se acercan <strong>in</strong>quietos,<br />
y con el ansia de encontrarse<br />
con Cristo y con ellos mismos; porque<br />
no se explican el estado religioso y les<br />
<strong>in</strong>terroga nuestra vida; y que decir de<br />
la experiencia que reflejan los adultos,<br />
que contentos y con un gesto de amabilidad<br />
te dicen “gracias”.<br />
Algunas de las actividades a las<br />
que participamos, y digo participamos,<br />
porque era una comunidad bien<br />
organizada, lo que traduce todo el celo<br />
a<strong>post</strong>ólico del sacerdote del lugar,<br />
la comunidad ya tenía nuestro plan<br />
de trabajo.<br />
Con los niños participamos en la
pascua <strong>in</strong>fantil, en la que el primer día<br />
llegaron alrededor de 70 niños, que al<br />
vernos bailar y br<strong>in</strong>car como ellos se<br />
llenaron de emoción. Al día siguiente<br />
aumentó el número de niños, tuvimos<br />
una Hora Santa con ellos y creo que Jesús<br />
se sentía muy feliz de ver a tantos<br />
niños cantando con fuerte voz a sus<br />
pies y dándole gracias y bendiciendo<br />
su nombre.<br />
Con los jóvenes fue algo difícil, al<br />
pr<strong>in</strong>cipio, pero el Espíritu Santo sopló<br />
sobre ellos que cada día aumentaba el<br />
número, me sentí más comprometida<br />
con Dios a prepararme mejor con la<br />
oración e <strong>in</strong>telectualmente; pues hoy<br />
hay muchos jóvenes tan desorientados<br />
y perdidos, pero <strong>in</strong>concientemente<br />
buscan a Dios, lo pude descubrir en<br />
la ganas y energías que tenían de participar<br />
en la Pascua; con ellos también<br />
bailamos, jugamos futbol y tuvimos<br />
una <strong>conv</strong>ivencia. A los adultos también<br />
los pusimos a bailar con cantos de<br />
animación y a pesar de que algunos ya<br />
tenían sus años, el espíritu era joven.<br />
Por gracia de Dios en esta comunidad<br />
tuvimos la celebración de la Eucaristía:<br />
el Jueves Santo, el Sábado Santo<br />
y el Dom<strong>in</strong>go de Resurrección, creo<br />
que después de los primeros tres días<br />
de misión, la gente ya estaba muy animada,<br />
qué decir de los jóvenes, esos<br />
días les ayudó a ellos y a nosotras a<br />
vivir más <strong>in</strong>tensamente el Triduo Pascual.<br />
Fue muy emocionante, muy <strong>in</strong>tenso<br />
y muy profundo, compartir con toda<br />
la comunidad de San José de Gracia<br />
este gran gozo. ¡Que alegría sentimos<br />
el sábado Santo, pues Cristo iba a Resucitar,<br />
como vencedor de la muerte!<br />
Después de la Vigilia Pascual un<br />
m<strong>in</strong>isterio de música hizo algunos<br />
31
32<br />
DALLE MISSIONI<br />
cantos de alabanza y la gente muy<br />
animada cantaba y bailaba; después<br />
<strong>conv</strong>ivimos con los grupos y al día<br />
siguiente nos prepararmos para la<br />
Eucaristía, asistió mucha gente, ya al<br />
f<strong>in</strong>al el padre agradeció a Dios por habernos<br />
permitido estar ahí, y la gente<br />
nos br<strong>in</strong>dó un aplauso de agradecimiento.<br />
Gracias señor, porque sé que tu vives<br />
y re<strong>in</strong>as en tu Iglesia y en cada corazón<br />
de los que somos parte de ella.<br />
¡Bendito seas por siempre mi Señor!<br />
¡Aleluya! ¡Aleluya!<br />
Rosa Idania De León Saldaña<br />
Postulante<br />
s<strong>in</strong>tesi<br />
Missione è condividere<br />
La <strong>post</strong>ulante Rosa Idania ci racconta<br />
la sua esperienza di catechesi<br />
durante la Settimana Santa <strong>in</strong> preparazione<br />
alla Pasqua nella parrocchia<br />
di San José de Gracia <strong>in</strong> Peñuela, Messico,<br />
<strong>in</strong> aiuto al parroco impegnato su<br />
un vasto territorio.<br />
Missione è condividere l’esperienza<br />
di Dio, vedendo <strong>in</strong> ogni fratello<br />
l’immag<strong>in</strong>e viva di Cristo risorto. Qui,<br />
è dove la missione diventa un impegno<br />
alla preghiera <strong>in</strong> unione con Cristo.<br />
Ho chiesto al Signore di aumentare<br />
la mia fede per poter vedere le cose<br />
con gli occhi di coloro che dovevo servire,<br />
tra i quali sono andata per condividere<br />
il mistero dell’amore di Dio,<br />
cioè il mistero pasquale.<br />
Davvero si sente una grande gioia a<br />
spartire con le sorelle e i fratelli le capacità,<br />
le energie e i talenti che Dio ci<br />
ha dato. La presenza di Dio è tangibile<br />
quando la comunità ci accoglie con<br />
gioia, quando ci viene donato un sorriso,<br />
quando i bamb<strong>in</strong>i con spontaneità<br />
ci offrono la loro <strong>in</strong>nocenza e la loro<br />
gioia pura, quando i giovani ci avvic<strong>in</strong>ano,<br />
<strong>in</strong>terrogati dalla nostra consacrazione<br />
religiosa, comunicandoci la<br />
loro esperienza di Cristo. E cosa dire<br />
degli adulti felici, che con un gesto di<br />
gentilezza ci dicono “grazie”?<br />
I bamb<strong>in</strong>i che hanno partecipato alla<br />
celebrazione della Pasqua erano numerosi,<br />
pieni di emozione e credo che<br />
Gesù sia stato molto felice nel vederli<br />
cantare con voce forte e, <strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhiati<br />
ai suoi piedi, r<strong>in</strong>graziare e benedire il<br />
suo nome.<br />
Con i giovani è stato un po’ difficile,<br />
ma lo Spirito Santo li ha chiamati e,<br />
di giorno <strong>in</strong> giorno, il loro numero è<br />
aumentato. Mi sentivo più impegnata<br />
a prepararmi meglio, con la preghiera<br />
e con la riflessione, perché nei nostri<br />
tempi ci sono tanti giovani disorientati<br />
e persi, che <strong>in</strong>consciamente cercano<br />
Dio.<br />
Anche con gli adulti <strong>abb</strong>iamo animato<br />
preghiere e canti e, nonostante<br />
alcuni avessero i loro anni, lo spirito<br />
era giovane. Grazie a Dio questa comunità<br />
ha avuto la celebrazione dell’Eucaristia:<br />
il giovedì e il sabato santo<br />
e la domenica di Pasqua. È stato molto<br />
emozionante, <strong>in</strong>tenso e profondo condividere<br />
questa grande gioia, perché<br />
Cristo stava per risorgere come v<strong>in</strong>citore<br />
della morte!
DALLE MISSIONI<br />
Esparcir la palabra de Dios<br />
Cada Sierva de María Dolorosa debe renunciar así misma<br />
y encarnarce en el pueblo al que es enviada<br />
El Señor nos ha elegido para enviarnos<br />
hacia los extremos conf<strong>in</strong>es de<br />
la tierra como testimonios de su amor<br />
misericordioso para cada uno de nuestros<br />
hermanos, es así como nuestra<br />
Congregación está presente también<br />
en las misiones y hoy especialmente en<br />
Burundi-África. Así como Cristo dejó<br />
la gloria del Padre y se hizo hombre,<br />
cada Sierva de María Dolorosa que<br />
desea esparcir la Palabra de Dios y su<br />
amor <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito debe renunciar así misma<br />
y encarnarce en el pueblo al que es<br />
enviada, cierto con la gracia de Dios y<br />
conscientes de que todo se puede en<br />
Aquel que nos fortalece. Esparcir la<br />
Palabra de Dios es una gran respon-<br />
sabilidad para todo cristiano y especialmente<br />
para nosotras como consagradas,<br />
no es fácil ya que requiere de<br />
tanta humildad, generosidad y amor,<br />
ese grande amor que Jesús nos demostró<br />
al venir a este mundo y dar su vida<br />
por cada uno de nosotros. Él tiene<br />
sed de nuestra pequeña y limitada humanidad<br />
pero preciosa a sus ojos, nos<br />
recuerda que el amor es la fuente de<br />
donde todos debemos beber para llevar<br />
a cabo la misión que el Señor nos<br />
ha confiado.<br />
El carisma del anuncio del Evangelio<br />
nacerá siempre de un doble y único<br />
amor: el amor a Cristo y el amor de<br />
Cristo por la humanidad. La Iglesia<br />
33
34<br />
DALLE MISSIONI<br />
que nace y vive de este amor no puede<br />
dejar de anunciar a todos la bella<br />
noticia del amor de Dios por el mundo<br />
manifestada en Cristo Jesús a través de<br />
sus mensajeros que con su pobreza llevan<br />
este gran tesoro en vasos de barro<br />
dando un sí lleno de amor, de confianza<br />
y generosidad al Dios del amor.<br />
Este amor nos ha movido a dejar<br />
todo y a todos, hasta nuestra patria,<br />
por seguir los pasos del Esposo que es<br />
el Todo y que con sencillez y alegría<br />
lo queremos anunciar a nuestros hermanos<br />
burundeses. Padre Emilio nos<br />
exhorta diciendo que somos apóstoles<br />
de Cristo y tenemos que espacir la Palabra<br />
de Dios.<br />
Pedimos a nuestra Santísima Madre,<br />
la estrella de la evangelización y<br />
primera misionera, nos acompañe en<br />
nuestro cam<strong>in</strong>o de misión para ser<br />
verdaderos testimonios de vida, de<br />
amor y fidelidad a Cristo.<br />
Sor Patricia Doria Torres<br />
s<strong>in</strong>tesi<br />
Spargere<br />
la parola di Dio<br />
Il Signore ci ha scelto per mandarci<br />
f<strong>in</strong>o agli estremi conf<strong>in</strong>i del mondo come<br />
testimoni del suo amore misericordioso.<br />
È grazie a questa chiamata che<br />
la nostra Congregazione è presente <strong>in</strong><br />
Burundi, nel cuore dell’Africa. Come<br />
Cristo ha lasciato la gloria del Padre e<br />
si è fatto uomo, così ogni figlia di Maria<br />
Addolorata che vuole diffondere la<br />
parola di Dio e il suo amore <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito,<br />
deve r<strong>in</strong>unciare a se stessa e <strong>in</strong>carnarsi<br />
nel popolo presso il quale è <strong>in</strong>vitata.<br />
Diffondere la parola di Dio è una<br />
grande responsabilità per tutti i cristiani<br />
e soprattutto per noi consacrate.<br />
Non è facile, perché richiede tanta<br />
umiltà, generosità e amore: il grande<br />
amore che Gesù ha dimostrato all’umanità<br />
venendo <strong>in</strong> questo mondo<br />
e donando la sua vita per ognuno di<br />
noi. Padre Emilio ci <strong>in</strong>coraggia, dicendo<br />
che siamo a<strong>post</strong>oli e dobbiamo<br />
spargere la parola di Dio.<br />
Santa Maria, prima stella dell’Evangelizzazione,<br />
aiutaci <strong>in</strong> questo camm<strong>in</strong>o<br />
di missione per essere testimoni di<br />
vita, di amore e di fedeltà a Cristo.
PROPOSTE DI RICERCA<br />
Benefattrici dell’Ottocento<br />
Hanno promosso un’immag<strong>in</strong>e femm<strong>in</strong>ile<br />
autenticamente moderna<br />
L’impegno di madre Elisa Sambo<br />
fu esemplare. Altre donne, però, nell’Ottocento<br />
si dimostrarono ugualmente<br />
capaci di dedizione verso il<br />
prossimo. Giornali e pubblicazioni<br />
dell’epoca rendono visibile all’<strong>in</strong>terno<br />
del mondo cattolico una partecipazione<br />
femm<strong>in</strong>ile sempre più attiva e organizzata.<br />
È una presenza importante<br />
che va ad <strong>in</strong>grossare le fila dell’associazionismo<br />
e contribuisce al passaggio<br />
dalla filantropia alla carità. Il denaro<br />
lanciato ai poveri dalla duchessa<br />
di Baviera al suo passaggio <strong>in</strong> città<br />
non è più sufficiente, osserva padre<br />
Emilio ne La Fede; di fronte all’<strong>in</strong>calzare<br />
della questione sociale servono<br />
<strong>in</strong>terventi mirati e sistematici, serve<br />
una rete di solidarietà. Il nome della<br />
moglie, o della figlia, del possidente,<br />
medico, avvocato, commerciante, farmacista…,<br />
prima assente, è pubblicato<br />
ora a fianco di quello del consorte o a<br />
sé stante negli elenchi dei sottoscrittori<br />
delle <strong>in</strong>iziative di aiuto. Sono queste le<br />
donne che, com<strong>in</strong>ciando a rivestire un<br />
ruolo pubblico nel sociale, promuovono<br />
un’immag<strong>in</strong>e femm<strong>in</strong>ile autenticamente<br />
moderna.<br />
In rappresentanza di tutte, att<strong>in</strong>gendo<br />
sempre da La Fede, ricordiamo<br />
l’elezione del direttivo della sezione<br />
femm<strong>in</strong>ile della Società per la Santificazione<br />
delle Feste, cui faceva capo lo<br />
stesso giornale. “Radunatesi le Socie<br />
Promotrici - scrive Padre Emilio nell’aprile<br />
del 1878, notando con soddisfazione<br />
come il gruppo a tre anni dalla<br />
sua costituzione fosse aumentato - a<br />
voti segreti, confermarono nella carica<br />
di Presidente la zelantissima signora<br />
Teresa Penzo-Regal<strong>in</strong>; elessero a Vice-Presidente<br />
la signora Rosa Grasso-<br />
Ventur<strong>in</strong>i; a Cassiera la signora Carol<strong>in</strong>a<br />
Bullo-Marchetti; e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e a Segretaria<br />
la signora Giusepp<strong>in</strong>a Gennari”.<br />
Un testo utile per capire le motivazioni<br />
<strong>in</strong>teriori che sp<strong>in</strong>gevano signore<br />
altolocate sulla via della carità è la<br />
biografia di Luigia Bourlet de Sa<strong>in</strong>t<br />
Aub<strong>in</strong>. Scritta da don Luigi Penzo<br />
subito dopo la scomparsa della nobildonna<br />
avvenuta nel 1857, l’opera è<br />
conservata presso l’archivio diocesano.<br />
Possiamo supporre che la Bourlet<br />
<strong>abb</strong>ia avuto legami con Chioggia, dato<br />
che il marito, Francesco barone De<br />
Bresciani, fu pretore nella nostra città<br />
e grande amico di don Luigi. La storia<br />
35
36<br />
PROPOSTE DI RICERCA<br />
della baronessa è avv<strong>in</strong>cente. Sostenuta<br />
da una grande fede, la Bourlet nella<br />
sua breve vita - morì a soli 34 anni - fu<br />
<strong>in</strong>sieme moglie <strong>in</strong>namorata, madre affettuosa<br />
e donna emancipata, perché<br />
scelse <strong>in</strong> piena autonomia di donarsi<br />
agli altri.<br />
G<strong>in</strong>a Duse<br />
síntesis<br />
Benefactoras<br />
del Ochocientos<br />
El tesón de madre Elisa Sambo fue<br />
ejemplar. También otras mujeres en el<br />
siglo XIX demostraron ser igualmente<br />
capaces de dedicación al prójimo. Periódicos<br />
de la época hacen visible dentro<br />
del mundo católico la participación<br />
de la mujer cada vez más activa y organizada.<br />
Una presencia significativa<br />
<strong>in</strong>crementa las filas de las asociaciones<br />
y esto contribuye a la transición de la<br />
filantropía a la caridad. El d<strong>in</strong>ero que<br />
lanzó a los pobres a su paso por la ciudad<br />
la Duquesa de Baviera ya no es<br />
suficiente, subraya el padre Emilio en<br />
“La Fe”; ante la urgencia de la cuestión<br />
social sirven estrategias sistemáticas<br />
Madre Elisa Sambo<br />
con objetivos precisos, sirve una red<br />
de solidaridad. En representación de<br />
las mujeres que desempeñaban un rol<br />
público en la sociedad, tomando siempre<br />
de “La Fe”, recordamos la elección<br />
de la dirección de la sección femenil de<br />
la sociedad para la santificación de las<br />
fiestas, que tenía el mismo periódico.<br />
“Reuniéndose las socias promotoras<br />
con secreto, - escribe el padre Emilio<br />
en abril de 1878- reeligieron en el cargo<br />
de Presidente a la celosísima Señora<br />
Teresa Penzo; como Vicepresidenta<br />
la Sra. Rosa Grasso; ecónoma la Sra.<br />
Carol<strong>in</strong>a Bullo y por último como Secretaria<br />
la Sra. Giusepp<strong>in</strong>a Gennari”.
RICCORRENZE<br />
Accogliere il dono di Gesù<br />
La vocazione come fiducia per una nuova prospettiva<br />
Sabato 24 aprile 2010, nella comunità<br />
Ecce Ancilla di Chioggia, si è svolta<br />
la giornata di formazione organizzata<br />
dall’equipe giovanile vocazionale della<br />
Congregazione, cui hanno partecipato,<br />
oltre alle sorelle delle varie comunità,<br />
alcuni amici. Il tema dell’<strong>in</strong>contro,<br />
im<strong>post</strong>ato con molta creatività<br />
dal relatore don Angelo Lazzar<strong>in</strong>, attuale<br />
<strong>in</strong>caricato diocesano della pastorale<br />
giovanile, è stato: La vocazione come<br />
fiducia per una nuova prospettiva. Per<br />
le relazioni e le rispettive d<strong>in</strong>amiche,<br />
le sorelle organizzatrici, suor Alejandra<br />
e suor Lizeth, hanno ricreato con<br />
orig<strong>in</strong>alità, <strong>in</strong> un angolo della sala, gli<br />
ambienti descritti dai racconti evangelici:<br />
il discorso della montagna e la pesca<br />
miracolosa.<br />
Alle 9.15 si è <strong>in</strong>iziato con la preghiera,<br />
guidata da suor Delia Hortencia<br />
Hernández, cui è seguita la prima relazione,<br />
scandita da tre momenti: lectio,<br />
silenzio e condivisione. Basandosi<br />
sul tema della pesca miracolosa, don<br />
Angelo ha sviluppato la prima parte<br />
del tema, Vocazione come fiducia, puntando<br />
sul fatto che occorre una disponibilità<br />
piena e un generoso mettersi<br />
<strong>in</strong> gioco per poter accogliere il dono<br />
di Gesù Cristo, per avere fiducia nella<br />
sua parola. Prima del momento della<br />
condivisione, noi partecipanti siamo<br />
state/i <strong>in</strong>vitate/i a scrivere su un foglio<br />
ciò che ci frena, un ostacolo che<br />
non ci permette di essere fiduciose/i<br />
nella nostra vita, per poi appenderlo<br />
alla rete.<br />
Dopo una breve pausa, è <strong>in</strong>iziata<br />
la relazione successiva, che ha seguito<br />
le stesse modalità della precedente.<br />
Questa seconda parte del tema, fiducia<br />
37
38<br />
RICCORRENZE<br />
per una nuova prospettiva, ci ha aiutato<br />
a capire la necessità per ognuna/o di<br />
noi di mutare prospettiva per essere<br />
realmente beati. Questa volta, durante<br />
la d<strong>in</strong>amica, siamo state/i <strong>in</strong>vitate/<br />
i a prendere due biglietti, uno conteneva<br />
una beatitud<strong>in</strong>e, l’altro un “guai<br />
a voi”: il primo ci orientava verso la<br />
speranza, il secondo verso il cambiamento.<br />
A mezzogiorno ci siamo recate/<br />
i nella cappella della comunità per<br />
un’ora di adorazione eucaristica, per<br />
chiedere al “padrone della messe”<br />
nuove e sante vocazioni. Poi la conclusione<br />
gioiosa con il pranzo fraterno.<br />
suor Lizeth Pérez Mora<br />
síntesis<br />
Acoger el regalo<br />
de Jesús<br />
En la comunidad “Ecce Ancilla”<br />
el sábado 24 de abril de 2010 se llevó<br />
a cabo la Jornada de formación de<br />
sensibilización vocacional. El relator<br />
Padre Angelo Lazzar<strong>in</strong>, responsable<br />
de la pastoral juvenil diocesana, con<br />
maestría desarrolló el tema “Vocación<br />
como confianza para cambiar nuestra<br />
perspectiva”, basándose en dos fragmentos<br />
bíblicos: la pesca milagrosa y<br />
las bienaventuranzas. Cada relación<br />
estaba estructurada de la siguiente<br />
manera: lectio div<strong>in</strong>a - silencio (y<br />
d<strong>in</strong>ámica) – diálogo fraterno. Para las<br />
relaciones y las d<strong>in</strong>ámicas preparamos,<br />
con creatividad, en un r<strong>in</strong>cón del<br />
salón el ambiente descrito en las lecturas<br />
evangélicas.<br />
A mediodía nos riunimos en la<br />
capilla para una hora de adoración y<br />
pedir al Dueño de la mies el don de<br />
nuevas vocaciones. La jornada se concluyó<br />
con la comida fraterna.
Radici lontane<br />
Investiamo sulle generazioni future<br />
La nostra scuola dell’<strong>in</strong>fanzia Angelo<br />
Custode di Chioggia ha radici piuttosto<br />
lontane: nasce <strong>in</strong>fatti nel 1870 circa,<br />
dalla bontà, tenerezza e compassione<br />
di padre Emilio Ventur<strong>in</strong>i e di madre<br />
Elisa Sambo, che accoglievano le bamb<strong>in</strong>e<br />
orfane trovate per le calli, con<br />
l’<strong>in</strong>tenzione di dar loro, <strong>in</strong> mancanza<br />
dei genitori, le regole e l’educazione<br />
necessarie per una crescita umana e<br />
cristiana. Su questa base si fonda la<br />
nostra scuola, modello di virtù e buona<br />
educazione.<br />
La struttura è dotata di tre sezio-<br />
COMUNITÀ IN CAMMINO<br />
ni nelle quali bamb<strong>in</strong>e e bamb<strong>in</strong>i sono<br />
suddivisi a seconda delle esigenze<br />
pedagogiche. I piccoli allievi vengono<br />
accolti il matt<strong>in</strong>o nel salone dove giocano<br />
durante la ricreazione e dove ci<br />
si riunisce per la preghiera quotidiana,<br />
nella quale traspare lo spirito mariano<br />
della Congregazione. Sempre nel salone,<br />
si recita e si canta nei momenti<br />
più importanti che segnano il nostro<br />
camm<strong>in</strong>o durante l’anno scolastico.<br />
Nel refettorio, <strong>in</strong>vece, vengono serviti<br />
i pasti caldi, sapientemente preparati<br />
dalle nostre cuoche.
40<br />
COMUNITÀ IN CAMMINO<br />
Le quattro <strong>in</strong>segnanti, preparate<br />
tramite frequenti e validi corsi di<br />
aggiornamento e di formazione, con<br />
amore, pazienza e competenza, preparano<br />
a loro volta gli scolaretti, seguendo<br />
una programmazione studiata<br />
e articolata <strong>in</strong> modo tale da formarli<br />
non solo pedagogicamente, ma anche<br />
moralmente e spiritualmente; è questo<br />
<strong>in</strong>fatti uno dei primi obiettivi che<br />
<strong>in</strong>tendiamo conseguire, essendo la<br />
nostra una scuola religiosa, sostenuta<br />
dalla congregazione Serve di Maria<br />
Addolorata e coord<strong>in</strong>ata da suor Teres<strong>in</strong>a<br />
Favaro.<br />
Quest’anno il programma è stato<br />
<strong>in</strong>centrato sui quattro elementi: terra,<br />
aria, acqua, fuoco. Per ogni elemento<br />
le <strong>in</strong>segnanti hanno preparato schede<br />
da colorare e completare, laboratori,<br />
attività di gruppo per sviluppare la<br />
capacità di <strong>in</strong>teragire, e uscite didattiche:<br />
per l’elemento terra, ad esempio,<br />
è stata organizzata la visita al Bosco<br />
Nordio, riserva naturale a Sant’Anna<br />
di Chioggia, che ha consentito di<br />
toccare con mano quello che <strong>in</strong> classe<br />
era stato visto solo nei libri o illustrato<br />
dalle maestre.<br />
La gita di istruzione a Gulliverlandia,<br />
parco giochi di Lignano S<strong>abb</strong>iadoro,<br />
ha <strong>in</strong>vece offerto a genitori,<br />
bamb<strong>in</strong>i ed educatori l’opportunità di<br />
stare assieme e divertirsi <strong>in</strong> mezzo alla<br />
natura, poi di raccontare e confrontare<br />
<strong>in</strong> classe l’esperienza vissuta.<br />
Ovviamente, il rapporto scuola-famiglia<br />
viene coltivato <strong>in</strong> molte altre<br />
occasioni: ad esempio, durante la festa<br />
del papà, il 19 marzo, ricorrenza molto<br />
importante per la Congregazione, <strong>in</strong><br />
quanto san Giuseppe ne è il patrono;<br />
durante la festa di f<strong>in</strong>e anno, che associa<br />
pure quella della mamma; o <strong>in</strong> occasione<br />
della solennità del Natale, per<br />
la quale i bamb<strong>in</strong>i organizzano, aiuta-
ti dalle <strong>in</strong>segnanti, brevi recite teatrali<br />
che vogliono essere dimostrazioni<br />
dello spirito cristiano, il fondamento<br />
di tutte le attività da noi svolte.<br />
Denise Per<strong>in</strong>i<br />
síntesis<br />
Raíces lejanas<br />
Nuestro Jardín de niños “Ángel de<br />
la guarda” nace aprox. en 1870, gracias<br />
a la bondad, ternura y compasión de<br />
Padre Emilio Ventur<strong>in</strong>i que, junto con<br />
Madre Elisa mujer de gran corazón,<br />
acogían niñas huérfanas que encontraban<br />
en las calles.<br />
Su <strong>in</strong>tención era darles una buena<br />
educación para que pudieran crecer<br />
como buenas cristianas. Sobre esta base<br />
se funda nuestra escuela, modelo de<br />
virtud y buena educación. Está estructurada<br />
en tres secciones.<br />
Las maestras son cuatro, están en<br />
cont<strong>in</strong>ua preparación gracias a los<br />
cursos de actualización y de formación<br />
que se realizan durante el año<br />
escolar, éstas con amor, paciencia y<br />
destreza preparan a los alumnos formándolos<br />
no sólo pedagógicamente,<br />
s<strong>in</strong>o también moral y espiritualmente,<br />
éste es uno de los primeros objetivos,<br />
ya que es una escuela católica, que está<br />
sostenida por la Congregación de las<br />
Siervas de María Dolorosa de Chiog-<br />
COMUNITÀ IN CAMMINO<br />
gia, y tiene como directora a sor Ma.<br />
Teres<strong>in</strong>a Favaro.<br />
Todas las <strong>in</strong>iciativas realizadas en<br />
nuestra escuela quieren demostrar<br />
que la base de la actividad educativa<br />
es el espíritu cristiano.<br />
41
COMUNITÀ IN CAMMINO<br />
Emozioni e soddisfazioni<br />
Festa di f<strong>in</strong>e anno scolastico a Seghe di Velo d’Astico<br />
Ed eccoci giunti alla festa di f<strong>in</strong>e anno<br />
e, come per ogni evento conclusivo,<br />
vengono spontanee alcune considerazioni<br />
e alcuni r<strong>in</strong>graziamenti. Guardiamo<br />
i nostri bamb<strong>in</strong>i su quel palco<br />
ed è impossibile non emozionarci.<br />
Sembravano così piccoli alla festa dell’accoglienza,<br />
e oggi <strong>in</strong>vece sono degli<br />
attori provetti; quasi tutti, anche i più<br />
timorosi, si sono lanciati e ora sono lì<br />
a <strong>in</strong>trattenerci, a farci sorridere, a farci<br />
riflettere sul grande dono che ci ha fatto<br />
il Signore mandandoci questi cuccioli.<br />
Ecco che il nostro sabato al circo,<br />
messo <strong>in</strong> scena dai nostri scolaretti,<br />
con gli equilibristi, i pagliacci “Ciccio,<br />
Ciocci e Ciacci”, i leoni, le tigri, gli elefanti,<br />
il domatore e il presentatore, diventa<br />
un momento di grande gioia.<br />
Ogni genitore guarda ammirato<br />
il proprio bamb<strong>in</strong>o: c’è chi il prossimo<br />
anno andrà alla scuola Primaria e<br />
questa festa segna la conclusione di un<br />
percorso e l’<strong>in</strong>izio di una nuova avven-<br />
tura. Questi bimbi stanno crescendo e<br />
oggi più che mai i genitori se ne accorgono,<br />
a qualche adulto spunta anche<br />
una lacrimetta; c’è chi conclude il suo<br />
primo anno di scuola materna ed è impossibile<br />
per mamma e papà non pensare<br />
a quanto sembrava piccolo il loro<br />
bimbo quando lo scorso settembre lo<br />
hanno lasciato a scuola per la prima<br />
volta; <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e ci sono i medi, che solo<br />
per un altro anno saranno alla scuola<br />
dell’<strong>in</strong>fanzia e poi via verso nuove avventure<br />
sempre più “da grandi”.<br />
E sì, stanno proprio diventando<br />
grandi, e sempre più grandi sono le<br />
emozioni e le soddisfazioni che ci<br />
danno, qu<strong>in</strong>di niente di meglio, per<br />
<strong>in</strong>iziare, della bella messa celebrata da<br />
don Stefano, prima della recita, proprio<br />
per r<strong>in</strong>graziare tutti assieme nostro<br />
Signore del bene ricevuto e perché<br />
no, anche per riflettere sul difficile<br />
compito che <strong>abb</strong>iamo e, come diceva il<br />
nostro parroco, sulla grave emergenza
dei nostri giorni: l’emergenza educativa.<br />
E a questo proposito è d’obbligo<br />
r<strong>in</strong>graziare anche quanti ci aiutano<br />
nella crescita di questi bamb<strong>in</strong>i.<br />
Decisamente allegro e ben riuscito<br />
anche il pranzo frugale organizzato<br />
dal comitato genitori, a dimostrazione<br />
che non servono manicaretti, possono<br />
bastare anche un pan<strong>in</strong>o e un bicchiere<br />
di aranciata per fare festa e divertirsi<br />
qualche ora <strong>in</strong> compagnia.<br />
Grazie di cuore a quanti hanno lavorato<br />
per regalarci questa bella giornata,<br />
<strong>in</strong> particolare alle maestre che<br />
hanno saputo mettere <strong>in</strong> luce il meglio<br />
dei nostri piccoli, alla cuoca e alle suore<br />
che faticano ogni giorno per il bene<br />
dei nostri più preziosi tesori.<br />
una mamma<br />
síntesis<br />
Emociones<br />
y satisfacciones<br />
Hemos llegado a la fiesta de f<strong>in</strong> de<br />
curso de nuestro Jardín de niños en<br />
COMUNITÀ IN CAMMINO<br />
Seghe di Velo d’Astico, Italia. Este día<br />
estuvo realmente lleno de sorpresas<br />
y alegría, lo <strong>in</strong>iciamos dando gracias<br />
al Señor con la celebración eucarística<br />
presidida por el P. Stefano que nos<br />
ayudó a reflexionar sobre el gran don<br />
que son nuestros hijos y la difícil tarea<br />
de su educación como padres de familia.<br />
Después, en el circo, entre equilibristas,<br />
payasos, domadores y animales,<br />
sobre el palco escénico nuestros<br />
hijos nos entretuvieron con los números<br />
preparados para esta fiesta. Fue<br />
un momento conmovedor ver como<br />
habían crecido y ahora nos divertían<br />
como grandes actores.<br />
Un agradecimiento a las maestras<br />
que supieron estimular a los niños para<br />
que cada uno diera lo mejor de sí.<br />
Gracias de corazón a cuantos hicieron<br />
posible esta bella jornada, a la coc<strong>in</strong>era<br />
de la escuela y a las hermanas, Siervas<br />
de María Dolorosa de Chioggia, que<br />
cada día trabajan <strong>in</strong>cansablemente<br />
para el bien de nuestros grandes tesoros.<br />
43
44<br />
TESTIMONIANZE<br />
Ricerca del div<strong>in</strong>o<br />
Con Maria accanto alle <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ite croci<br />
Nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2010<br />
si è svolta la XXV marcia nazionale<br />
notturna della Famiglia servitana, <strong>in</strong>titolata:<br />
Innamorati della Bellezza… Con<br />
Maria accanto alle <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ite croci al servizio<br />
di Dio e degli uom<strong>in</strong>i, <strong>in</strong> ricordo di padre<br />
Davide Montagna, nel decimo anniversario<br />
della sua morte.<br />
Il tragitto di quest’anno da Pistoia<br />
ad Agliana, 21 Km, è stato organizzato<br />
dall’UNIFASI (Unione della Famiglia<br />
Servitana <strong>in</strong> Italia) con le componenti<br />
servitane locali, e grazie alla collaborazione<br />
dei parroci di Valdibrana, Casermette,<br />
Santomato, Chiazzano, San<br />
Pietro. Queste parrocchie sono state le<br />
tappe di sosta per i momenti di preghiera.<br />
Nella parrocchia della SS.ma Annunciata<br />
e nel Convento dei Servi di<br />
Maria a Pistoia, <strong>abb</strong>iamo ricevuto una<br />
fraterna accoglienza; dopo la cena e la<br />
presentazione dei gruppi, le diaconie<br />
hanno offerto il bellissimo concerto<br />
per voce, flauto e arpa <strong>in</strong>titolato: it<strong>in</strong>erario<br />
alla ricerca del div<strong>in</strong>o e dedicato<br />
a padre Davide Montagna per la sua<br />
speciale sensibilità alla bellezza, <strong>in</strong>tesa<br />
quale appagamento dell’animo, e agli<br />
elementi che la generano: la musica,<br />
la poesia, la cultura, l’arte figurativa.<br />
Alle ore 22.00, mons. Mansueto Bianchi,<br />
vescovo di Pistoia, ha presieduto<br />
la celebrazione eucaristica che ha dato<br />
avvio alla marcia; durante l’omelia il<br />
presule ci ha ricordato che lo Spirito<br />
Santo, da noi tutti ricevuto <strong>in</strong> dono, è<br />
la memoria viva di Gesù: “Egli vi ricorderà<br />
tutto ciò che vi ho detto”, ma<br />
la cont<strong>in</strong>uità di questa memoria passa<br />
attraverso la nostra vita. Noi stessi<br />
siamo la memoria viva di Gesù, la<br />
sua testimonianza dentro la vita della<br />
gente. “Come si esprime la memoria<br />
di Gesù? – ha cont<strong>in</strong>uato il vescovo –<br />
l’a<strong>post</strong>olo Giovanni dice: “Se mi amate,<br />
osservate la mia parola”. Il fatto che<br />
noi lo amiamo, ci fa riconoscere nella<br />
geografia del mondo come discepoli<br />
di Gesù”. Mons. Bianchi ci ha detto<br />
<strong>in</strong>oltre che la strada e la notte sono segni<br />
di vita e ci ha <strong>in</strong>vitato a camm<strong>in</strong>are<br />
portando la memoria di Gesù nel cuore:<br />
con la parola e con l’esempio dobbiamo<br />
parlare di lui al cuore lontano e<br />
smarrito di chi troviamo sulla strada.<br />
Dopo la celebrazione eucaristica,<br />
ha avuto <strong>in</strong>izio il camm<strong>in</strong>o verso<br />
Agliana. Tutte le tappe di preghiera e<br />
riflessione, che hanno nutrito e sostenuto<br />
il nostro andare, sono state curate<br />
molto bene dai vari gruppi e componenti<br />
della Famiglia.<br />
Nella chiesa di San Pietro, ad Agliana,<br />
punto di arrivo, è stato distribui-
to un alberello, simbolo del coraggio<br />
nella vita e del seme della fede, messo<br />
<strong>in</strong> noi nel battesimo, che cresce alla<br />
scuola della Parola del Risorto e sotto<br />
lo sguardo materno di Maria.<br />
Come questo piccolo cipresso cresce<br />
lento, ma forte, capace di affrontare<br />
le <strong>in</strong>temperie, di rimanere sempre<br />
verde per offrire ristoro nella calura<br />
estiva e ospitalità agli uccelli, così<br />
anche noi dobbiamo essere capaci di<br />
esprimere la ricchezza del nostro cuore,<br />
disponibile alle richieste di ogni<br />
fratello. Per la nostra Congregazione<br />
ha partecipato una piccola rappresentanza:<br />
sei sorelle e una giovane di Rosol<strong>in</strong>a<br />
(Rovigo).<br />
suor Ada Nelly Velázquez<br />
síntesis<br />
En busca del div<strong>in</strong>o<br />
Este año la marcha nocturna de los<br />
Siervos de María se llevó a cabo entre<br />
el 8-9 de mayo, de Pistoya a Agliana.<br />
El tema “Enamorados de la belleza...<br />
Con María junto a la <strong>in</strong>f<strong>in</strong>itas cruces al<br />
servicio de Dios y de los hombres”, en<br />
honor de P. Davide M. Montagna en el<br />
10° aniversario de su muerte.<br />
La marcha fue organizada por la<br />
UNIFASI (Unión de la Familia Servita<br />
en Italia) con otros miembros de la<br />
TESTIMONIANZE<br />
familia servita en Pistoya y Agliana y<br />
gracias a varios párrocos y grupos juveniles<br />
de la zona.<br />
Después de la bienvenida y la cena,<br />
en la parroquia de Santa Maria<br />
Annunziata, las Diaconías ofrecieron<br />
a los participantes un concierto para<br />
voz, flauta y arpa “It<strong>in</strong>erario en búsqueda<br />
de lo div<strong>in</strong>o”. Siguió la celebración<br />
de la Eucaristía, presidida por<br />
Mons. Mansueto Bianchi, obispo de<br />
Pistoya, el cual nos exhortó a ser testigos<br />
de Cristo en la vida cotidiana donde<br />
quiera que nos encontremos, porque<br />
cada uno de nosotros es la memoria<br />
viva de él... Y por f<strong>in</strong> llegó el <strong>in</strong>icio<br />
de la marcha, rica de etapas de oración<br />
y reflexión que han alimentado y apoyado<br />
nuestra cam<strong>in</strong>ata.<br />
Al f<strong>in</strong>al en la parroquia de san Pedro<br />
(Agliana) fue distribuido a cada<br />
asistente un pequeño ciprés, como<br />
símbolo de la fe y de la riqueza que<br />
cada uno lleva en el corazón y que debe<br />
compartir con las personas que encuentra<br />
en su cam<strong>in</strong>o.<br />
45
IN COMUNIONE<br />
Allegria contagiosa<br />
Preghiera, sacrificio, vita fraterna e servizio<br />
Suor Mercedes Dall’Ara ci ha lasciate<br />
<strong>in</strong> punta di piedi ieri matt<strong>in</strong>a, 17<br />
maggio 2010, dopo un lungo calvario<br />
di sofferenza. Era una sorella buona,<br />
servizievole, di facile rapporto con le<br />
persone che avvic<strong>in</strong>ava, di carattere<br />
allegro, vivace, scherzoso, semplice.<br />
L’età avanzata non le aveva tolto la<br />
briosità; ben voluta e cercata nei momenti<br />
ricreativi, si dimostrava sempre<br />
disponibile e sapeva co<strong>in</strong>volgere le sorelle<br />
nell’allegria.<br />
Aveva ventisette anni quando lasciò<br />
Pettorazza Grimani, dove era nata<br />
il 29 ottobre 1921, per recarsi nella Casa<br />
di Velo d’Astico delle suore Serve di<br />
Maria Addolorata, decisa a rispondere<br />
alla vocazione di totale consacrazione<br />
al Signore. Term<strong>in</strong>ato l’iter della formazione<br />
<strong>in</strong>iziale, pronunciò la prima<br />
professione religiosa il 6 ottobre 1949<br />
e si misurò subito con vari servizi: <strong>in</strong>-<br />
segnante nella scuola di lavoro, guardarobiera,<br />
assistente della scuola materna,<br />
cuoca.<br />
Nella comunità parrocchiale di Rosol<strong>in</strong>a<br />
era divenuta una figura di riferimento<br />
per le famiglie, <strong>in</strong> quanto presenza<br />
costante per molti anni all’<strong>in</strong>terno<br />
della scuola materna. Lei stessa,<br />
nel giorno del 50° della professione<br />
religiosa, ebbe a dire: “Mi sento molto<br />
legata ai miei rosol<strong>in</strong>esi, mi sembra<br />
di essere divenuta una vera e propria<br />
compaesana”.<br />
In lei ho colto una sorella capace di<br />
mettere al centro della propria vita la<br />
preghiera, il sacrificio, la vita fraterna<br />
e il servizio, dal quale traspariva un<br />
cuore attento, atteggiamento che ha<br />
espresso <strong>in</strong> particolare verso i sacerdoti<br />
bisognosi di aiuto.<br />
Nel tempo, però, anche il suo fisico<br />
robusto com<strong>in</strong>ciò a dare segnali di decadimento<br />
e fu necessario accoglierla<br />
nell’ambiente protetto della comunità<br />
La Visitazione, dove per quattro<br />
anni, gli ultimi della sua vita, compì<br />
un camm<strong>in</strong>o di completa consegna di<br />
sé, resa più esplicita dalla immobilità<br />
e dal silenzio che caratterizzarono i<br />
giorni f<strong>in</strong>ali.<br />
Oggi la penso felice nella casa del<br />
Padre perché immersa nella gioia senza<br />
f<strong>in</strong>e; penso che le sue battute facciano<br />
sorridere anche gli angeli… e a noi<br />
ricord<strong>in</strong>o che l’allegria piace al Signore<br />
ed è un mezzo di santificazione e di<br />
a<strong>post</strong>olato.<br />
La Verg<strong>in</strong>e Addolorata e i nostri<br />
fondatori, padre Emilio e madre Elisa,<br />
l’accolgano nell’assemblea dei santi.<br />
suor Umberta Salvadori<br />
priora generale
síntesis<br />
Alegría contagiosa<br />
Sor María Mercedes Dall’Ara nos<br />
ha dejado, ayer por la mañana 17 de<br />
mayo de 2010, después de un largo<br />
calvario de sufrimiento y dolor. Era<br />
una hermana buena, servicial, de<br />
carácter alegre, ameno, con una gran<br />
capacidad de relación personal.<br />
Su avanzada edad no le había quitado<br />
el brío, motivo por el cual la apreciaban<br />
y la buscaban en la recreación<br />
para los cuales ella siempre estaba disponible<br />
y sabía implicar a las hermanas<br />
en la alegría.<br />
Tenía <strong>27</strong> años cuando dejó Pettorazza-Grimani,<br />
donde nació el 29<br />
de octubre de 1921, para ir a Seghe<br />
di Velo d’Astico con las Siervas de<br />
María Dolorosa, decidida a responder<br />
a la vocación de consagración total al<br />
Señor. Term<strong>in</strong>ada la formación <strong>in</strong>icial,<br />
hizo la primera profesión religiosa el 6<br />
de octubre de 1949 e <strong>in</strong>mediatamente<br />
demostró sus capacidades en diversos<br />
servicios. En la comunidad parroquial<br />
de Rosol<strong>in</strong>a, donde estuvo muchos<br />
años, el día del 50 aniversario de profesión<br />
religiosa decía: “Me siento muy<br />
unida a mis rosol<strong>in</strong>eses, me parece<br />
que me he <strong>conv</strong>ertido en una auténtica<br />
paisana suya”.<br />
Estuvo en otras comunidades y f<strong>in</strong>almente,<br />
por el decaimiento físico,<br />
pasó a Santa María de la Visitación en<br />
Borgo Madonna.<br />
Hoy pienso en ella feliz en la casa<br />
del Padre, su buen humor haga sonreír<br />
<strong>in</strong>cluso a los ángeles y nos recuerde<br />
que la alegría agrada al Señor y es<br />
un medio de santificación y de a<strong>post</strong>olado.<br />
Nuestra Señora de los Dolores y<br />
nuestros fundadores padre Emilio y<br />
madre Elisa la acojan en la asamblea<br />
de los Santos.<br />
Ricordiamo<br />
attraverso la preghiera di suffragio e il nostro affetto:<br />
Angela Bortoloni Pescara, Girard<strong>in</strong> Antonio,<br />
Greguoldo R<strong>in</strong>o, Angelo e Zefer<strong>in</strong>o Targa,<br />
Paolo Crivellaro, José Luis Solis Además,<br />
Mariano e Francesco Andreatta, Gulio Ceccardi.<br />
47
Il giorno 2 di ogni mese alle ore 18.30, nella Basilica di San Giacomo <strong>in</strong> Chioggia,<br />
esprimiamo la nostra venerazione a padre Emilio con la celebrazione dell’Eucaristia,<br />
<strong>in</strong> modo particolare il 2 dicembre, anniversario della morte.<br />
Per immag<strong>in</strong>i, biografie, comunicazioni di grazie, offerte per la causa,<br />
rivolgersi a:<br />
Postulazione Serve di Maria Addolorata<br />
Calle Manfredi, 224 - Chioggia (VE) - Tel. 041 5500670 - c.c.p. n. 18719302<br />
causafondatore@servemariachioggia.org