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10 Ormoni vegetali.pdf

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ORMONI VEGETALI<br />

Le piante cormofite possiedono una struttura<br />

altamente organizzata<br />

• Possiedono capacità metaboliche elevate<br />

• Sono in grado di traslocare i metaboliti prodotti<br />

a tutte le parti dell’organismo<br />

• Sono in grado di rispondere al variare delle condizioni<br />

ambientali e di attuare strategie di adattamento<br />

• Tutto ciò è reso possibile da un sofisticato sistema<br />

di regolazione delle attività della pianta<br />

• Il sistema di regolazione è costituito da ORMONI,<br />

prodotte dalla pianta stessa, che vengono traslocati<br />

attraverso gli elementi conduttori (liberiani).<br />

Tutte le funzioni del vegetale sono strettamente<br />

coordinate: le piante rispondono alle variazioni dei<br />

fattori ambientali fra cui luce, gravità, temperatura…<br />

modificando la produzione di ormoni (regolatori d<br />

crescita) che di conseguenza inducono cambiamenti<br />

alle caratteristiche e ai ritmi di crescita vegetale.


Principali caratteristiche degli ormoni <strong>vegetali</strong><br />

sono molecole organiche a basso peso molecolare<br />

sono attive a concentrazioni molto basse<br />

un ormone vegetale può essere prodotto in organi<br />

differenti nella stessa pianta<br />

possono agire anche nello stesso sito di produzione<br />

anche se un ormone influisce sull’attività di un altro, non<br />

esiste un centro unico di controllo dell’intero sistema ormonale<br />

gli ormoni <strong>vegetali</strong> sono meno numerosi di quelli animali,<br />

spesso un ormone agisce su più organi e su più funzioni<br />

la stessa quantità di un ormone può determinare risposte<br />

diverse in organi differenti<br />

uno stesso organo può rispondere in modo differente a<br />

seconda della concentrazione del medesimo ormone


GLI ORMONI VEGETALI<br />

I fitormoni sono composti determinanti nell’orientare e<br />

regolare la differenziazione e lo sviluppo degli organismi<br />

<strong>vegetali</strong>: hanno funzione di stimolare e di inibire.<br />

Sono in grado di esercitare stimoli specifici sulle<br />

diverse funzioni fisiologiche delle piante. Il controllo<br />

ormonale si estende sulle principali attività <strong>vegetali</strong>:<br />

germinazione, differenziazione cellulare, accrescimento,<br />

lignificazione, fioritura, fruttificazione, dormienza ...<br />

Sono prodotti in determinati distretti della pianta, dove<br />

possono agire direttamente o vengono traslocati in altri<br />

organi dove condizionano le attività metaboliche delle<br />

cellule e quindi lo sviluppo dell'intero organismo<br />

Non tutte le cellule <strong>vegetali</strong> in coltura sono in grado di<br />

produrre ormoni; la produzione è riservata a quelle<br />

cellule che sono in grado di attivare la trascrizione e la<br />

traduzione dell'informazione genetica che codifica per<br />

quei composti.<br />

Agli ormoni viene affidata la capacità della pianta a<br />

rispondere agli stimoli ambientali, attraverso una<br />

modificazione della crescita della pianta detta tropismo.


Differenza tra ormoni animali e <strong>vegetali</strong><br />

Tutti gli ormoni hanno effetto a basse concentrazione.<br />

Aumentando la concentrazione aumenta anche l’effetto fino ad arrivare ad una<br />

concentrazione ottimale alla quale c’è l’effetto massimo. Tuttavia negli animali l’azione<br />

ormonale può essere graduata con piccole variazioni di concentrazione, nelle piante<br />

invece sono necessarie variazioni dell’ordine di <strong>10</strong>00-<strong>10</strong>000 volte.<br />

Non vi sono in una pianta organi specializzati a produrre ormoni: i centri di produzione<br />

sono multipli e difficili da localizzare<br />

Gli ormoni <strong>vegetali</strong> possono anche agire sullo stesso sito di produzione<br />

Ciascun ormone vegetale ha una vasta gamma di attività ed agisce su più organi con<br />

diverse funzioni; di conseguenza ogni organo vegetale è regolato da più ormoni<br />

L’azione di un ormone vegetale ha effetti differenti nei vari organi e dipende dalla<br />

interazione con i diversi recettori che innescano catene di trasduzione differenti.<br />

Gli ormoni animali chimicamente sono polipeptidi o steroidi, quelli <strong>vegetali</strong> sono<br />

molecole più sintetizzate da diverse vie metaboliche e hanno perciò varie strutture.<br />

Le piante hanno un numero inferiore di ormoni, i principali sono infatti soltanto cinque:<br />

auxine, gibberelline, citochinine, acido abscissico ed etilene.<br />

Negli animali l’azione degli ormoni è regolata da un sistema rigido: la maggior parte<br />

delle ghiandole endocrine è regolata dall’ipofisi, che è controllata dal sistema nervoso.<br />

Nelle piante il coordinamento è invece meno gerarchico e non esiste un unico centro<br />

che comanda e dirige la produzione e la secrezione di tutti gli ormoni.


Auxine<br />

sono dei composti che hanno in comune la presenza di un gruppo chimico che l'indolo.<br />

Le auxine agiscono sui processi di accrescimento e allungamento della pianta.<br />

Le principali azioni delle auxine sono di stimolo nei processi:<br />

• divisione cellulare<br />

• accrescimento cellulare<br />

• produzione di nuove radici<br />

• produzione di vasi<br />

• partenocarpia (sviluppo del frutto senza fecondazione).<br />

Gibberelline<br />

Il più importante è l'acido gibberellico.<br />

• Agiscono in sinergia con le auxine nella stimolazione della moltiplicazione<br />

ed estensione cellulare e nell'induzione della partenocarpa.<br />

• Stimola l'accrescimento dei frutti e lo sviluppo delle gemme.<br />

Citochinine<br />

Questi ormoni gruppo provocano la divisione cellulare.<br />

Agiscono in sinergia con le auxine negli organi in rapido accrescimento.<br />

Acido abscissico<br />

Ormone ad azione inibente, sintetizzato soprattutto nelle lamine fogliari,<br />

la cui azione più significativa riguarda la dormienza dei semi e delle gemme.<br />

Interviene anche nel processo di caduta delle foglie e dei frutti.<br />

Etilene<br />

E' un ormone inibitore e favorisce la crescita e la maturazione dei frutti.<br />

Agisce anche come attivatore della germinazione dei semi e nella schiusura delle gemme.


AUXINE<br />

Sono state le prime sostanze regolatrici scoperte nel 1926<br />

• La principale auxina naturale è l’acido indolacetico (IAA),<br />

con struttura chimica simile all’aminoacido triptofano<br />

• L’auxina viene prodotta principalmente dai meristemi apicali dei germogli, ed è<br />

trasportata nel resto della pianta con un movimento unidirezionale, cioè dal germoglio<br />

fino alle radici (può essere prodotta anche negli ovari e nei semi).<br />

• La sostanza è localizzata nei meristemi, negli embrioni, in foglie e frutti giovani<br />

• I tessuti trasportatori sono prevalentemente i parenchimi corticale, midollare e il<br />

parenchima floematico<br />

• L’auxina esercita una vari effetti sull’accrescimento e sulla morfogenesi vegetale


Stimola la crescita delle cellule per distensione<br />

Auxina aumenta la plasticità della parete favorendo<br />

la degradazione dei polimeri che la formano.<br />

Il meccanismo d’azione sembra<br />

influenzato dalla auxina che<br />

induce l’espulsione dalla cellula<br />

di ioni H + che porta ad un<br />

abbassamento del il pH della<br />

parete (fino 4.8).<br />

Un ambiente così acido<br />

destabilizza e indebolisce i<br />

legami di idrogeno tra le fibrille di<br />

cellulosa e le emicellulose.<br />

In tal modo sarebbero attivati<br />

enzimi idrolitici che degradano i<br />

polisaccaridi, rendendo la parete<br />

meno rigida e facilmente<br />

“rimodellabile”.


Interviene nei fenomeni di Tropismo<br />

Le auxine hanno un ruolo importante nei<br />

fototropismi e geotropismi come<br />

conseguenza del processo di distensione<br />

che induce l’allungamento delle cellule.<br />

Nel caso del fototropismo a causa della luce<br />

l’auxina migra dalla parte illuminata a quella<br />

oscura dell’apice, dove promuoverà<br />

l’allungamento più rapido delle cellule del lato<br />

oscuro rispetto a quello del lato illuminato, per<br />

cui la pianta si piegherà verso la luce.


Crescita delle radici:<br />

Le auxine a concentrazioni diverse possono indurre effetti contrastanti:<br />

- in piccole quantità <strong>10</strong> -8 – <strong>10</strong> -6 M l’auxina stimola la crescita delle radici, anche di quelle<br />

laterali e di quelle avventizie.<br />

- ad alte concentrazioni dell’auxina inibiscono la crescita delle radici<br />

Questo effetto dell’auxina sull’iniziazione di radici è utilizzato in agricoltura propagazione<br />

di piante per talea.


Dominanza apicale:<br />

le auxine prodotte dalla gemma apicale inibiscono o<br />

rallentano lo sviluppo delle gemme laterali o secondarie<br />

L’auxina è responsabile della dominanza apicale,<br />

poiché, prodotta nell’apice del germoglio, scende lungo<br />

il fusto e blocca la crescita delle gemme ascellari.<br />

Infatti se si recide l’apice del germoglio, le gemme<br />

ascellari crescono rapidamente.<br />

Il fenomeno della dominanza apicale è legato:<br />

- sia alla quantità di auxina che giunge dalla gemma<br />

apicale,<br />

- sia ad un’azione indiretta dell’auxina che stimola, in<br />

prossimità delle gemme laterali, lo sviluppo di un ormone<br />

antagonista che ne inibisce l’accrescimento<br />

La presenza di gemme laterali quiescenti è fondamentale<br />

per la sopravvivenza in caso di danneggiamento della<br />

gemma apicale<br />

Sulla conoscenza di questi fenomeni si basano le pratiche<br />

di potatura


Inibizione della caduta delle foglie<br />

Giovani foglie producono auxine e il loro invecchiamento e distacco è correlato ad una<br />

diminuzione del contenuto di auxine nella pianta (ed ad una stimolazione dell’Etilene).<br />

L’IAA è in grado di ritardare i primi stadi di abscissione fogliare: le concentrazioni di<br />

auxina sono alte nelle giovani foglie, diminuiscono progressivamente nelle foglie mature<br />

e sono relativamente basse nelle foglie senescenti.<br />

Ripresa vegetativa<br />

Ha un ruolo importante anche nella ripresa della<br />

crescita stagionale, stimolando il cambio vascolare<br />

a produrre xilema e floema secondari.<br />

• Con la ripresa vegetativa dopo una fase di riposo i<br />

meristemi producono auxina che risveglia ed attiva<br />

le divisioni cellulari del cambio cribro-vascolare.<br />

• Le nuove foglie prodotte sono collegate al nuovo<br />

tessuto conduttore.<br />

• Anche l’attività del fellogeno viene stimolata<br />

• L’auxina favorisce anche la produzione di tessuti<br />

cicatriziali in caso di ferite


Regolazione dello sviluppo dei frutti<br />

La auxina è anche responsabile della crescita dei frutti.<br />

In particolare se viene posta a contatto con un ovario di<br />

un fiore lo fa trasformare in un frutto, che però non<br />

contiene semi in quanto non è avvenuta una fecondazione.<br />

La produzione di frutti ottenuta senza fecondazione è<br />

definita partenocarpia ed è sfruttata in agricoltura.


GIBBERELLINE<br />

• Attualmente sono state identificate circa 70 tipi di gibberelline.<br />

• Hanno una complessa struttura chimica terpenica ciclica (diterpeni);<br />

mostrano lievi differenze strutturali e possono essere convertite una nell’altra<br />

• La struttura complessa rende difficile ottenere analoghi sintetici efficaci<br />

• La gibberellina più diffusa è l’acido gibberellico (GA)<br />

• Sono sintetizzate nei meristemi del fusto e della<br />

radice, nelle foglie giovani e nei frutti immaturi<br />

• Sono distribuite in tutti gli organi della pianta;<br />

i frutti immaturi ne contengono quantità elevate<br />

• Il loro trasporto avviene attraverso il floema dai<br />

semi alla plantula; attraverso il legno nella radice;<br />

dalle foglie agli altri organi attraverso il parenchima,<br />

in modo apolare.<br />

• Il loro meccanismo di azione, nei semi, sembra che<br />

si realizzi mediante il controllo della sintesi dell’RNA


E’ stata isolata per la prima volta nel 1926 in Giappone<br />

da un fungo parassita del riso (Gibberella fujikuroi).<br />

Il fungo producendo la gibberellina determinava un<br />

allungamento abnorme del fusto e delle foglie;<br />

le piante crescevano deboli e stentate.<br />

I luoghi di produzione di gibberelline sono:<br />

- le gemme,<br />

- le foglie giovani<br />

- semi<br />

Foglie di Arabidopsis con e senza GA<br />

Stimolazione del processo di divisione e distensione cellulare, che provoca un<br />

allungamento del fusto. L’accrescimento è stimolato dalla presenza di entrambi gli<br />

ormoni: gibberelline e auxine che agiscono in maniera sinergica.<br />

Le gibberelline non inibiscono l’accrescimento<br />

delle radici neppure ad elevate concentrazioni


Stimolazione della fioritura: le gibberelline inducono il passaggio<br />

dalla fase vegetativa a quella riproduttiva della pianta. Se si applica<br />

una soluzione molto diluita a base di gibberelline sulla gemma<br />

apicale, dapprima la pianta cresce e si allunga, poi incomincia a<br />

fiorire.<br />

Stimolazione della germinazione del polline e<br />

successiva formazione del tubetto pollinico.<br />

Promozione nello sviluppo dei frutti ed in particolar<br />

modo di di frutti partenocarpici (mele, cocomeri, cetriolo)<br />

Riattivazione del cambio cribrovascolare<br />

e la produzione di<br />

floema secondario<br />

Mantengono lo stadio giovanile<br />

ritardando la senescenza di foglie e<br />

frutti


Interrompono la quiescenza dei semi: dopo l’imbibizione l’embrione libera<br />

gibberelline che stimolano le cellule sotto il tegumento a sintetizzare gli enzimi idrolitici<br />

per la degradazione delle sostanze di riserva.<br />

Le gibberelline vengono prodotte anche nell’embrione presente nel seme immaturo.<br />

Questi ormoni diffonderebbero nello strato aleuronico, ricco di amidi e proteine, e qui<br />

promuoverebbero la sintesi di enzimi in grado di idrolizzare lipidi, proteine e zuccheri per<br />

permettere all’embrione di ricavare energia e sostanze utili per il proprio metabolismo.


CITOCHININE<br />

Le citochinine sono ormoni che stimolano la divisione<br />

cellulare e si trovano nei meristemi, nei semi in<br />

germinazione, nei frutti e nelle radici.<br />

Il primo composto ad azione citochininica fu la zeatina,<br />

isolato per la prima volta nel 1964 dal mais (Zea mais).<br />

Ad oggi sono state identificate più di 40 specie di<br />

citochinine.<br />

• Fra quelle naturali la più attiva è la zeatina, mentre tra<br />

quelle sintetiche è molto attiva la cinetina<br />

• Hanno struttura chimica simile alla base azotata<br />

adenina, da cui derivano<br />

• Sono sintetizzate nell’apice radicale<br />

• Sono presenti in tutti i tessuti giovani, in attiva divisione.<br />

Particolarmente abbondanti nei semi, negli apici radicali,<br />

ma anche in foglie e frutti giovani<br />

• Vengono traslocate attraverso il legno dalle radici alle<br />

altre parti del vegetale


Stimolano la divisione cellulare<br />

Stimolano l’accrescimento dei cotiledoni,<br />

aumentando la plasticità delle pareti cellulari.<br />

In fusti e radici la somministrazione di<br />

citochinine tende a far allargare le cellule<br />

(forse per cambiamento di orientamento delle<br />

microfibrille di cellulosa di neoformazione ).<br />

Promuovono la maturazione dei cloroplasti<br />

Promuovono la sintesi di proteine fotosintetiche: foglie<br />

eziolate trattate con citochinine prima di essere illuminate<br />

formano cloroplasti con grana più estesi.<br />

Le clorofille e gli enzimi fotosintetici vengono anche<br />

sintetizzati a velocità maggiore dopo l’illuminazione.<br />

Stimolano la mobilitazione delle sostanze nutrienti<br />

L’ormone stimola la mobilitazione delle sostanze nutritive,<br />

quindi in successione ciò porta alla attivazione metabolica<br />

dell’area trattata.<br />

In particolare durante la germinazione viene stimolato il<br />

passaggio delle sostanze nutritive dall’organo di riserva<br />

(seme) alla foglia per innescare la attività fotosintetica.


Ritardano la senescenza delle foglie<br />

L’effetto di ritardare la senescenza delle foglie può essere evidenziato<br />

confrontando foglie trattate e non trattate con citochinine.


In particolare le citochinine giocano un ruolo importante sull’accrescimento generale<br />

delle piante in combinazione sinergica con l’auxina<br />

Regolano il ciclo cellulare vegetale<br />

Le citochinine innescano la proliferazione cellulare in tessuti<br />

che contengono, o a cui si è aggiunta, una concentrazione<br />

ottimale di auxine.<br />

Entrambi gli ormoni partecipano alla regolazione del ciclo cellulare:<br />

• auxina regola gli eventi che portano alla replicazione del DNA,<br />

• citochinine regolano gli eventi che portano alla mitosi.<br />

Il rapporto Auxina/Citochinina regola la morfogenesi nelle colture di tessuti<br />

Esperimenti hanno dimostrato che i due ormoni regolano la formazione degli organi:<br />

- alte concentrazioni di auxina: stimolavano la formazione di radici,<br />

- alte concentrazioni di citochinine: inducono la formazione di gemme e germogli.<br />

A concentrazioni intermedie i tessuti crescevano come calli indifferenziati.<br />

tessuto calloso


Nelle colture in vitro, l’aggiunta nel mezzo di coltura della<br />

sola auxina determina un aumento delle dimensioni<br />

cellulari, ma se insieme all’auxina si aggiungono delle<br />

citochinine si assiste ad un rapido incremento della<br />

divisione cellulare, con formazione di numerose ma piccole<br />

cellule indifferenziate.<br />

Quindi quando i due ormoni sono a concentrazioni uguali, le<br />

cellule restano indifferenziate e formano una massa di<br />

tessuto detto CALLO.


ACIDO ABSCISSICO<br />

- Isolato nel 1960; non sono ancora chiari i siti di produzione, ma si accumula nelle foglie<br />

e nei frutti poco prima del distacco, nelle gemme e nei semi quiescenti.<br />

- E’ considerato un ormone inibitorio, in quanto ABA è il diretto antagonista degli ormoni<br />

detti della crescita (auxine, gibberelline, citochinine).<br />

- È presente nei plastidi (cloroplasti di foglie mature), nei semi e nelle radici. Risulta<br />

quindi essere un ormone ubiquitario poiché è sintetizzato in tutte le cellule che<br />

contengono cloroplasti o amiloplasti.<br />

- Biogenesi da acido mevalonico<br />

(chimicamente appartiene ai<br />

sesquiterpeni, derivati dall’isoprene);<br />

prodotto di degradazione di<br />

carotenoidi e xantofille.


Regola l’abscissione e la senescenza<br />

L’ABA con etilene è responsabile del<br />

fenomeno dell’abscissione, che si manifesta<br />

con la caduta delle foglie, o il distacco in un<br />

frutto. Alla base del picciolo ABA induce la<br />

proliferazione di cellule piccole, piatte con<br />

pareti molto sottili e prive di sostegno<br />

meccanico: strato di abscissione.<br />

Le lamelle mediane gelificano lasciando la<br />

foglia attaccata al ramo solo per mezzo dei<br />

fasci, che finiscono per rompersi<br />

provocando la caduta della foglia.<br />

Al di sotto dello strato di absissione si forma uno<br />

strato protettivo con cellule suberificate, in grado<br />

di isolare la foglia dal fusto prima della caduta.


Inibisce l’accrescimento della pianta<br />

L’accrescimento delle piante indotto dall’auxina viene inibito<br />

dall’ABA, che per questo motivo viene definito ormone inibitore<br />

di crescita. L’ABA blocca l’estrusione di H + da parte dell’auxina<br />

prevenendo quindi l’acidificazione della parete cellulare e la<br />

distensione della cellula.<br />

Risposta agli stress e chiusura degli stomi<br />

L’ABA è stato definito ormone da stress essendo implicato<br />

nella risposta a stimoli esterni come freddo, salinità e umidità.<br />

In risposta a stress idrico, ABA induce la chiusura degli stomi<br />

riducendo la perdita di H2O dovuta a traspirazione.<br />

Regola l’assorbimento di acqua<br />

Nei tessuti radicali ABA stimola l’assorbimento idrico e quello ionico,<br />

aumentando così, in associazione con la chiusura degli stomi,<br />

il turgore della pianta.<br />

Stimola l’accrescimento radicale<br />

l’ABA induce l’accrescimento radicale e stimola la fuoriuscita di radici laterali,<br />

sopprimendo allo stesso tempo la crescita delle foglie.<br />

Questi effetti antagonistici dell’ABA sulle radici e sulle foglie causano<br />

la riduzione dell’area fogliare e l’aumento dell’area delle radici deputata<br />

all’assorbimento dell’acqua, tutto questo aiuta la pianta a competere<br />

con le condizioni di siccità.


Regola la dormienza delle gemme<br />

Nei climi freddi la dormienza è un’importante<br />

caratteristica adattativa. Quando durante l’inverno un<br />

albero affronta temperature molto fredde protegge i<br />

suoi meristemi con le perule e interrompe<br />

temporaneamente l’accrescimento della gemma..<br />

Le interazioni fra l’ABA e altri ormoni sono responsabili<br />

di un processo in cui la dormienza della gemma e<br />

l’accrescimento sono regolati dal bilancio fra gli<br />

inibitori di accrescimento, come l’ABA, e le sostanze<br />

che inducono la crescita, ad esempio le citochinine e<br />

gibberelline.<br />

Regola la dormienza dei semi<br />

I semi dormienti contengono di solito concentrazioni<br />

superiori di ABA rispetto a quelli non dormienti.<br />

Come nel caso della dormienza delle gemme, è il<br />

bilancio ormonale (più che le fluttuazioni della<br />

concentrazione di un singolo ormone) che risulta<br />

controllare la transizione dalla dormienza alla<br />

germinazione.<br />

L’ABA inibisce la sintesi di enzimi idrolitici che sono<br />

fondamentali per la degradazione di sostanze di<br />

riserva del seme che quindi si mantiene nel suo status<br />

di dormienza, inibendo in tal modo la germinazione


• L’etilene è un ormone biologicamente attivo a<br />

concentrazioni bassissime, ed essendo un gas la sua<br />

azione si trasmette anche a distanza per diffusione.<br />

• L’etilene si forma a partire dall’a.a. metionina, i fattori<br />

di controllo che intervengono nella sintesi di etilene sono<br />

principalmente le condizioni ambientali (O2, T°, luce).<br />

L’attività dell’etilene aumenta all’aumentare della<br />

concentrazione di ossigeno e diminuisce man mano che<br />

l’ambiente si satura di anidride carbonica.<br />

• L’etilene è responsabile della caduta delle foglie e<br />

della maturazione dei frutti, del cambiamento del loro<br />

colore e della loro consistenza e composizione chimica.<br />

• Le più alte produzioni di etilene avvengono in tessuti<br />

senescenti o in frutti in via di maturazione. Viene<br />

sintetizzato in quantità e in distretti diversi a seconda<br />

dell'età della pianta<br />

• Rispetto alla risposta delle piante alla gravità, l’etilene<br />

agisce in maniera contraria all’auxina: semi esposti ad<br />

etilene, manifestano un accrescimento orizzontale delle<br />

radici durante la germinazione.<br />

ETILENE


Regola l’abscissione e i fenomeni di invecchiamento<br />

L’etilene, in azione sinergica con acido abscissico, è responsabile<br />

dell’ingiallimento, appassimento e caduta delle foglie,<br />

fiori, frutti e altri organi <strong>vegetali</strong>.<br />

Causa l'indebolimento delle pareti cellulari dello strato di abscissione,<br />

promuovendo l’azione di enzimi (cellulasi e poligalatturasi) che<br />

degradano la parete cellulare.<br />

Maturazione dei frutti<br />

L’etilene promuove la maturazione di molti frutti, dopo che essi si sono sviluppati in<br />

seguito a stimoli di auxina, gibberelline e citochinine.<br />

La maturazione di un frutto comporta:<br />

• aumento della velocità di respirazione,<br />

• accumulo di zuccheri solubili,<br />

• idrolisi parziale delle pareti cellulari<br />

del parenchima che forma la polpa,<br />

• sintesi di molecole aromatiche che<br />

danno profumo al frutto.


Inibizione della divisione cellulare e dell’allungamento<br />

L’etilene agisce in maniera contraria rispetto all’auxina:<br />

• inibisce la divisione cellulare sia nelle radici sia nel fusto;<br />

• blocca il processo mitotico attraverso l'inibizione della sintesi di DNA;<br />

• inibisce l'allungamento cellulare per distensione<br />

• altera la direzione dell’accrescimento cellulare: le cellule si espandono in<br />

tutte le direzioni, anziché allungarsi in senso prevalentemente longitudinale.<br />

Abolizione del geotropismo positivo delle radici<br />

• Rispetto alla risposta delle piante alla gravità, l’etilene agisce in modo contrastante<br />

l’auxina: semi esposti ad etilene, manifestano un accrescimento orizzontale delle radici<br />

durante la germinazione.<br />

• E’ responsabile della curvatura ad uncino dell'apice vegetativo<br />

nello sviluppo sotterraneo del germinello del seme.<br />

• L'etilene cambia i modelli di accrescimento delle plantule riducendo<br />

la velocità di allungamento e aumentando l'espansione laterale,<br />

portando così al rigonfiamento della zona posta sotto la parte<br />

a forma di gancio.<br />

Inibizione dormienza semi e gemme<br />

l’etilene quando è applicato a semi di cereali interrompe la dormienza<br />

e dà inizio alla germinazione, regolandone anche la velocità.

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