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leggi il numero 2 - DOM la cupola del pilastro

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Bobby Fischer: in controtempo<br />

• Vittorio Giacopini<br />

In controtempo<br />

Quello che è straordinario nello spettacolo<br />

di Laminarie dedicato a Fischer è <strong>la</strong><br />

scelta dei protagonisti, dei tre Bobby.<br />

Il ragazzino, <strong>il</strong> giovane campione, <strong>il</strong><br />

vecchio matto: in scena quei tre (Lorenzo Benini,<br />

Alessandro Cafiso, Em<strong>il</strong>io Vittorio Gioacchini) sono<br />

perfetti. Basterebbe guardarli cinque minuti, fermi<br />

immob<strong>il</strong>i. E infatti non c’è bisogno di parole. Tre<br />

Bobby Fischer e, in fondo uno soltanto, uno e ossessivo.<br />

Il tema <strong>del</strong>l’ossessione (“voglio solo giocare<br />

a scacchi”, diceva lui), e questo suo essere sempre<br />

in controtempo rispetto al<strong>la</strong> storia, agli altri, al<strong>la</strong><br />

politica, è <strong>il</strong> nodo anche <strong>del</strong> mio romanzo nonromanzo<br />

Re in fuga. Lui era sempre una cosa e <strong>il</strong> suo<br />

esatto contrario, senza volerlo. L’esempio c<strong>la</strong>ssico?<br />

Bobby Fischer rifiuta <strong>la</strong> logica <strong>del</strong> pareggio e al tempo<br />

stesso lo fa vivendo tutta <strong>la</strong> sua vita di scacchista<br />

proprio durante <strong>la</strong> guerra fredda, cioè una fase in<br />

cui gli equ<strong>il</strong>ibri politici <strong>del</strong> mondo si reggono esattamente<br />

sul<strong>la</strong> logica <strong>del</strong> compromesso; sul<strong>la</strong> logica<br />

di un compromesso basato sul<strong>la</strong> paura reciproca,<br />

una doppia paura. E Fischer in tutto ciò non è certo<br />

una figura marginale. Dei vari terreni di scontro su<br />

cui si misuravano Stati Uniti e Unione Sovietica, gli<br />

scacchi non era uno dei meno r<strong>il</strong>evanti. La guerra<br />

fredda era equ<strong>il</strong>ibrio obbligato e insieme sfida. Sul<br />

fronte <strong>del</strong>icato – gli armamenti nucleari, <strong>la</strong> bomba<br />

atomica – c’era bisogno di un pareggio assoluto,<br />

<strong>del</strong>l’equ<strong>il</strong>ibrio; su tutti gli altri fronti invece Stati<br />

Uniti e Unione Sovietica si dovevano sfidare. Le<br />

olimpiadi, <strong>la</strong> corsa al<strong>la</strong> conquista <strong>del</strong>lo spazio, gli…<br />

scacchi. Il terzo grande terreno di confronto erano<br />

infatti proprio gli scacchi e quello era <strong>il</strong> campo in<br />

cui <strong>il</strong> predominio dei sovietici era incontrastato.<br />

Bobby Fischer è affascinante, perché – lui che vuole<br />

“soltanto” giocare a scacchi - a un certo punto viene<br />

investito <strong>del</strong><strong>la</strong> grande missione americana di<br />

ribaltare questo predominio. Deve essere <strong>il</strong> primo<br />

americano che batte i russi e <strong>la</strong> cosa straordinaria è<br />

che ci riesce. Da quel momento in poi inizia <strong>la</strong> sua<br />

seconda vita. Rinnega gli Stati Uniti e si… rinnega.<br />

Nello specchio <strong>del</strong><strong>la</strong> storia<br />

La vicenda di Fischer (o dei tre Bobby) in tutte le sue<br />

tappe, o le sue età, è un pretesto perfetto per raccontare<br />

<strong>la</strong> storia <strong>del</strong> nostro mondo dal<strong>la</strong> fine <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

seconda guerra mondiale al 2001. Già nel<strong>la</strong> sua prei-<br />

14 ampio raggio n°2 15

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