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leggi il numero 2 - DOM la cupola del pilastro

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in fabbrica e <strong>la</strong> conseguente frantumazione che<br />

um<strong>il</strong>ia e uccide <strong>la</strong> facoltà di attenzione nei <strong>la</strong>voratori,<br />

un <strong>del</strong>itto imperdonab<strong>il</strong>e, perché è <strong>il</strong> “<strong>del</strong>itto<br />

contro lo spirito”. Al<strong>la</strong> seconda scena dà sostanza, al<br />

di là <strong>del</strong>lo stesso sipario dinanzi al quale si è svolta<br />

<strong>la</strong> prima, un’ombra e danno suono una pluralità di<br />

echi, quasi ad evocare <strong>la</strong> distanza necessaria a r<strong>il</strong>eggere<br />

<strong>la</strong> follia omicida che in circostanze di guerra<br />

può abbrutire tutti, persino coloro che apparirebbero<br />

schierati dal<strong>la</strong> parte <strong>del</strong> bene. Cade <strong>il</strong> sipario-velo<br />

e una rete di coppie di f<strong>il</strong>i molteplici tagliano <strong>il</strong> riquadro<br />

<strong>del</strong>imitato sui due <strong>la</strong>ti verticali e riempiono<br />

lo spazio da ogni parte con linee intersecantisi in<br />

più punti eppure convergenti in un unico centro<br />

luminoso. Questo nuovo sipario <strong>la</strong>scia intravedere<br />

un fondale formato di lunghe strisce fissate in alto<br />

composte di foglietti tremo<strong>la</strong>nti cuciti l’uno all’altro.<br />

Pur richiamando i foglietti tibetani di preghiera<br />

e quelli che compongono <strong>la</strong> massa non ordinata<br />

di frammenti dei Quaderni, <strong>la</strong> parete di fondo con <strong>il</strong><br />

suo reticolo minuto afferra dal di fuori me spettatrice<br />

dando quasi un corpo al mondo in quanto testo<br />

dai molteplici significati: da <strong>la</strong>ggiù si leva <strong>la</strong> voce ferma<br />

e vibrante di Bruna Gambarelli che legge le ultime<br />

volontà di Simone We<strong>il</strong> indirizzate anche a noi posteri.<br />

E a Bruna Gambarelli <strong>la</strong>scio <strong>il</strong> compito di chiarire<br />

un aspetto essenziale <strong>del</strong><strong>la</strong> pratica teatrale di<br />

Laminarie: “Ogni nostro spettacolo è iniziato pensando<br />

ad autori incontrati in precedenza. [...] le<br />

loro opere contenevano ciò che per noi è <strong>il</strong> teatro.<br />

Non ci siamo arresi all’idea di ut<strong>il</strong>izzarli nel nostro<br />

<strong>la</strong>voro, abbiamo preferito farci fecondare da loro in<br />

attesa di trovare una lingua efficace che ne supponesse<br />

<strong>la</strong> forza. Questa lingua non c’era perché non<br />

c’erano più i discorsi, allora occorreva rifondare i discorsi.<br />

Nel far questo abbiamo dovuto spazzare via<br />

<strong>la</strong> persona, <strong>la</strong> biografia, <strong>la</strong> narrazione, i prima: ripartire<br />

dal vuoto, dal<strong>la</strong> grammatica, dal<strong>la</strong> sintassi e<br />

dal<strong>la</strong> morfologia” (Laminarie, Tragedia e fiaba, a cura<br />

di Bruna Gambarelli e C<strong>la</strong>udio Meldolesi, Titiv<strong>il</strong>lus<br />

Edizioni, 2008).<br />

L’attesa ha dato e continua a dare i suoi frutti:<br />

Laminarie rende sensib<strong>il</strong>i <strong>il</strong> legame e <strong>la</strong> connessione<br />

tra concepire, sentire e agire, quel<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione<br />

tra piani molteplici di lettura che è re<strong>la</strong>zione simultanea<br />

tra i pensieri. Grazie al<strong>la</strong> necessariamente<br />

lunga gestazione di una modalità di lettura e mediante<br />

<strong>la</strong> trasposizione <strong>del</strong>l’attesa in azioni teatrali<br />

fondate su tecniche sonore e scenografiche vieppiù<br />

affinate nello scartare ciò che può “ve<strong>la</strong>re <strong>il</strong> mo<strong>del</strong>lo”,<br />

Un senso nuovo non solo ci restituisce i riflessi <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

scrittura e <strong>del</strong><strong>la</strong> vicenda umana di Simone We<strong>il</strong><br />

ma anche tenta di cogliere attraverso <strong>il</strong> linguaggio<br />

molteplice <strong>del</strong> teatro “<strong>la</strong> cosa muta che deve essere<br />

espressa”.<br />

• •<br />

The art of reading<br />

• Maria Concetta Sa<strong>la</strong><br />

Of the four Laminarie’s performances presented at Monopolio<br />

festival and dedicated to four lives of a completely different<br />

quality, different from those you could find on the market<br />

today, one is centered around the peculiar story of the French<br />

28 ampio raggio n°2 29

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