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Inferno dantesco

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Schema<br />

dell’inferno<br />

L'incipit (cioè l'inizio)<br />

L'antinferno<br />

Il fiume Acheronte e Caronte<br />

Il limbo<br />

Minosse<br />

I lussuriosi e Paolo e Francesca<br />

Cerbero e i golosi<br />

Pluto<br />

Avari e prodighi<br />

Iracondi e accidiosi<br />

Città di Dite<br />

Eretici e Farinata<br />

Il Minotauro<br />

I violenti contro il prossimo<br />

I suicidi e gli scialacquatori (violenti contro se<br />

stessi) e Pier delle Vigne<br />

Bestemmiatori e sodomiti (violenti contro Dio<br />

e la Natura)<br />

Gerione<br />

Verso Malebolge<br />

Bolgia V, i barattieri<br />

l'autrice!


Nel mezzo del cammin di nostra vita<br />

Mi ritrovai per una selva oscura<br />

Che la diritta via era smarrita<br />

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura<br />

Esta selva selvaggia e aspra e forte<br />

che nel pensier rinova la paura!


Gli ignavi non sono colpevoli di aver fatto del male: “non fecero<br />

niente”, per questo non fanno parte della suddivisione in cerchi<br />

dell'<strong>Inferno</strong>. Con loro sono puniti gli angeli che rimasero neutrali nella<br />

rivolta di Lucifero contro Dio.<br />

Essi sono condannati a correre vanamente, dietro un'insegna che non<br />

rappresenta nulla, mentre vengono punti da vespe, che li fanno<br />

sanguinare; il sangue delle ferite è succhiato dai<br />

Il<br />

vermi.<br />

PCelesto V<br />

Il personaggio più famoso che fa parte dell’Antinferno è Papa<br />

Celestino V (secondo altri Ponzio Pilato).<br />

s V


Fiume Acheronte<br />

Ed ecco verso noi venir per nave<br />

Un vecchio, bianco per antico pelo<br />

Gridando: “guai a voi anime prave!”<br />

Non isperate mai veder lo cielo:<br />

I’ vegno per menarvi a l’altra riva<br />

Nelle tenebre etterne in caldo n’gelo<br />

E ‘l duce lui: “Caron , non ti crucciare:<br />

Vuolsi così colà dove si puote<br />

Ciò che si vuole, e più non dimandare”.<br />

[...]<br />

Caron dimonio, con occhi di bragia,<br />

Loro accennando, tutte le raccoglie,<br />

Batte col remo qualunque s’adagia.


GLI IGNAVI<br />

Nella religione cattolica il<br />

limbo (termine che deriva<br />

dal latino limbus) è:<br />

- la condizione temporanea<br />

delle anime appartenute a<br />

persone giuste, morte prima<br />

della resurrezione di<br />

Gesù (limbo dei padri);<br />

- la condizione permanente<br />

dei bambini morti non<br />

battezzati, quindi non liberati<br />

dal peccato originale con<br />

il battesimo (limbo dei<br />

bambini).


MINOSSE<br />

Qui sta Minosse e ringhia di rabbia: egli (da Omero in<br />

poi) è il giudice infernale , che giudica i dannati,<br />

attorcigliando la sua coda attorno al corpo tante volte<br />

quanti sono i cerchi che i dannati dovranno raggiungere<br />

per la loro punizione.<br />

Non è chiaro se la coda sia lunga da essere attorcigliata<br />

in tanti giri quanti il "girone" o se sia corta, quindi<br />

piegata più volte).


LUSSURIOSI<br />

Dante si ritrova di fronte alla bufera nella<br />

quale sono trascinati i lussuriosi, che la<br />

ragione sottomisero al talento. La loro pena<br />

infatti consiste nell’ essere travolti da una<br />

tempesta incessante proprio come la passione<br />

li travolgeva in vita. E tra essi spiccano Paolo<br />

e Francesca…


Noi leggiavamo un giorno per diletto<br />

Di Lancialotto come amor lo strinse;<br />

Soli eravamo e sanza alcun sospetto.<br />

Per più fiate li occhi ci sospinse<br />

Quella lettura e scolorocci il viso;<br />

Ma solo un punto fu quel che ci vinse;<br />

Quando leggemmo il disiato riso<br />

Esser basciato da cotanto amante,<br />

Questi che mai da me non fia diviso,<br />

La bocca mi basciò tutta tremante.<br />

Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:<br />

Quel giorno più non vi leggemmo avante.<br />

Mentre che l’uno spirito questo disse<br />

Sotto l’altro piangea; si che di pietade<br />

Io venni men così com’io morisse.<br />

E caddi come corpo morto cade.<br />

PAOLO E<br />

FRANCESCA


CERBERO E I GOLOSI<br />

A custodia del terzo girone c’è Cerbero, mitico<br />

animale con tre teste.<br />

In questo girone sono puniti i Golosi, che<br />

sono colpiti da una pioggia incessante e<br />

lurida, con i piedi immersi in una fanghiglia<br />

fredda e puzzolente.<br />

Tra di loro spicca il fiorentino Ciacco, non<br />

ben identificabile; egli rivela a Dante delle<br />

profezie su Firenze e sulla sua vita.


Il custode del IV Cerchio è Pluto che,<br />

appena vede Dante e Virgilio, lancia<br />

dei gridi incomprensibili, quasi ad<br />

impedire loro l’acceso.<br />

Virgilio scaglia nella bocca del mostro<br />

un pugno di terra, per zittirlo.<br />

PLUTO


AVARI E PRODIGHI<br />

Qui troviamo gli avari e i prodighi, i quali sono divisi in due<br />

schiere e condannati a spingere grossi massi in direzioni<br />

opposte; essi, incontrandosi, si insultano.<br />

Non viene nominato nessuno in particolare, ma tra loro si<br />

notano chierici e persone di Chiesa.


IRACONDI E ACCIDIOSI<br />

Nell'VIII canto dell'<strong>Inferno</strong> Dante e Virgilio si trovano davanti alle paludi dello<br />

Stige, dove sono puniti gli iracondi e gli accidiosi. Qui ricevono aiuto nel<br />

traghettare la palude da Flegias, le cui sembianze non sono descritte e il cui vero<br />

ruolo è taciuto.<br />

La punizione degli iracondi e degli accidiosi consiste nel rimanere immersi nel<br />

fango, a lanciarsi uno contro l’altro, ferendosi.


CITTÀ DI DITE<br />

Dante inizia a vedere le mura della città di dite e a sentire<br />

i lamenti dei dannati che vi sono rinchiusi. Egli vede torri<br />

infuocate, che spuntano dalle mura come minareti.<br />

Dante e Virgilio approdano al fossato che cinge le mura,<br />

nelle quali si apre una porta, protetta da una miriade di<br />

diavoli, che disturbano la loro permanenza.


All’interno della Città di Dite sono le<br />

anime degli eretici, che nella vita<br />

andarono contro i dogmi della<br />

religione.<br />

Queste anime giacciono in questi<br />

sepolcri infuocati; ogni tomba è<br />

scoperchiata e permette ai gemiti e ai<br />

lamenti di dolore, di disperdersi<br />

nell’aria.<br />

Farinata Degli Uberti, a differenza degli<br />

altri dannati, si erge dalla cintola in<br />

su.<br />

« Ed el mi disse: Volgiti! che fai?<br />

Vedi là Farinata che s’è dritto<br />

da la cintola in sú tutto ’l vedrai »<br />

Farinata era un nobile<br />

ghibellino, appartenente a<br />

una famiiglia fiorentina<br />

molto Importante, ed era<br />

quindi un nemico politico<br />

di Dante, che però lo<br />

aveva ammirato per il suo<br />

comportamento.<br />

Tra loro c’è uno scambio<br />

di battute molto feroci e<br />

Farinata profetizza il<br />

ritorno dei Ghibellini.


Dante, dopo lo scoscendimento<br />

selvaggio del burrato, si trova nel<br />

cerchio dei violenti.<br />

Alla base di una frana il poeta trova<br />

un mostruoso personaggio<br />

mitologico: il Minotauro.<br />

Con grande sorpresa, la creatura<br />

lascia passare Dante e Virgilio.


Dante scorge all’orizzonte, sulle rive del fiume<br />

Flegetonte, un gruppo di centauri minacciosi.<br />

Nelle acque insanguinate del fiume sono<br />

bolliti i violenti contro il prossimo tra i quali<br />

troviamo qualche personaggio storico.


Dante e Virgilio,<br />

attraversato<br />

il Flegetonte grazie<br />

all'aiuto del centauro<br />

Nesso, si ritrovano in<br />

un bosco tenebroso.<br />

Non ci sono sentieri e<br />

Dante evoca il<br />

sinistro luogo con<br />

quattro famosi versi:<br />

« Non fronda verde,<br />

ma di color fosco;<br />

non rami schietti, ma<br />

nodosi e 'nvolti;<br />

non pomi v'eran, ma<br />

stecchi con tòsco.<br />

Quivi le brutte Arpie<br />

l’ornidi fanno»


Dante è smarrito nel sentire dei lamenti di cui non si<br />

capisce la provenienza. Quando stacca un<br />

ramoscello, ode il grido di dolore di un’anima<br />

imprigionata nella pianta.<br />

Si tratta di Pier delle Vigne, uomo di grande cultura<br />

segretario di Federico II, alla cui corte fece una<br />

prestigiosa carriera, fino a quando non fu colpito<br />

dall’invidia dei cortigiani<br />

“infiammò contra me li animi tutti” .<br />

Per sfuggire<br />

ai sospetti e<br />

alle sfiducia<br />

del sovrano<br />

egli si uccise.<br />

Tra gli alberi<br />

della Selva<br />

corrono<br />

in fuga gli<br />

scialaquatori<br />

inseguiti da<br />

nere<br />

cagne.


ivati al confine fra i due gironi, Dante e Virgilio scorgono una<br />

iaggia, dove giacciono nudi nelle posizioni più insolite sotto una<br />

ggia di fuoco i violenti contro Dio (i bestemmiatori).


Nello stesso luogo sono puniti i sodomiti, cioè<br />

quelli che ebbero rapporti “contro Natura”.<br />

Questi devono correre nudi sulla sabbia sotto<br />

la pioggia infuocata.<br />

Tra essi Dante con sorpresa riconosce il suo<br />

maestro Brunetto Latini.<br />

Il colloquio che si svolge tra di loro è<br />

improntato a un grande affetto e tenerezza.<br />

Brunetto fa una profezia sui futuri meriti che<br />

Dante otterrà nella vita, ostacolato però dalla<br />

cattiveria dei Fiorentini.


Virgilio presenta a Dante<br />

Gerione, simbolo della frode.<br />

« Ecco la fiera con la coda<br />

aguzza,<br />

che passa i monti e rompe i<br />

muri e l'armi!<br />

Ecco colei che tutto 'l mondo<br />

appuzza! »<br />

La bestia è dotata di una<br />

coda aguzza che guizza<br />

verso l’alto e di un viso<br />

apparentemente innocente.


Allontanatosi da quelle<br />

anime, Dante vede Virgilio<br />

sulla groppa di Gerione e,<br />

incoraggiato, sale anche lui.<br />

Il mostro deposita i due<br />

poeti e velocemente si<br />

avvia verso casa.<br />

Dante e Virgilio si trovano<br />

ora nelle Malebolge.


SEDUTTORI:<br />

Corrono in cerchio<br />

sferzati da demoni<br />

MAGHI E INDOVINI:<br />

Camminano con la<br />

testa torta all'indietro<br />

perché in vita<br />

avevano voluto<br />

sempre guardare in<br />

avanti (il futuro)<br />

ADULATORI E LUSINGATORI sono<br />

immersi nello sterco: come in vita si<br />

insozzarono moralmente,così ora sono<br />

insozzati materialmente<br />

I SIMONIACI sono confitti in fosse a<br />

testa in giù con i piedi in fiamme, poi<br />

schiacciati nelle viscere del terreno,<br />

via via che nuovi peccatori prendono<br />

il loro posto in superficie


BARATTIERI:<br />

Sommersi nella pece bollente, sono<br />

uncinati dai diavoli


Autore:<br />

Cecilia Fertonani<br />

Classe II, sez. I<br />

a.s. 2009-2010<br />

Nota: Le foto sono state scelte tra quelle proposte<br />

dai motori di ricerca.

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