LE MOTIVAZIONI DI IAN LAWTON Per comprendere bene il motivo ...

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15.06.2013 Views

professore. Uno degli esempi che Lawton cita tra le varie critiche mosse da questo professore è la traduzione che Sitchin fa del nome Marduk. Secondo questo professore la traduzione ‘figlio del puro tumulo’ che Sitchin fa venire da Maru.du.ku è errata perché Maru sarebbe un termine accadico (‘figlio’), ma Du e Ku sarebbero sumeri (‘tumulo’ e ‘puro’), é quindi impensabile che un nome sumero contenesse parole accadiche. Questo a prima vista potrebbe essere un argomento valido, ad eccezione del fatto che il termine Maru esiste anche in sumero. Amaru (ricordiamo che le vocali nei logogrammi sumeri non esistono ma sono attribuite arbitrariamente a seconda delle successive evoluzioni della radice) in sumero significa sia ‘Signore’, che ‘sole’, che ‘giovane’ che potremmo estendere a ‘figlio’. D’ altronde se è vero che l’ origine del nome Marduk tra i sumerologi non trova accordo, è bene evidenziare che le due traduzioni più accreditate lo fanno provenire da ‘Amar.Utuk’ (giovane toro del sole) e da Meri.Dug. Meri è una delle prime forme della radice che successivamente si è evoluta all’ ebraico talmudico ‘Mara’ che ha il significato di ‘puro’. Dug è un termine che generalmente viene usato come verbo e significa sia ‘dire’ che ‘fare – costruire – esercitare’. Aggiungiamo un’ altra cosa: il termine Du (Dug in realtà) ha anche un altro significato, stavolta accettato dagli ortodossi: ‘costruito – fatto – edificato’ e indica un qualcosa costruito nel terreno. Il nome della città Eridu per esempio significa ‘casa edificata lontano’. Per estensione, ricordandoci che il sumero inizia come linguaggio pittografico, quel ‘costruito – edificato’ può anche indicare, come sostantivo, una costruzione nel terreno, quindi anche un tumulo. Se questa interpretazione può sembrare forzata o troppo spinta si deve notare che è lo stesso metodo praticato da studiosi ortodossi. A questo punto niente può escludere che il termine Maru, che Sitchin fa derivare dall’ accadico ‘figlio’ potesse avere un corrispondente sumero con lo stesso significato. Mettendo da parte questo ragionamento, la risposta migliore da dare a Lawton e al suo fantomatico professore é che il nome Marduk compare in epoca accadica, e non in epoca sumera. In epoca accadica, sumero e accadico erano utilizzati parallelamente e insieme nei testi, niente vieta quindi che Marduk sia proprio un nome composo di lemmi delle due lingue. Ciò non è un caso isolato, infatti i sumerologi accademici traducono in epoca accadica il termine DIMMER come 'divino – signore - creatore' traducendo il nome Lugaldimmeankia in 'Re divino creatore di cielo e terra' ove Lugal é sumero, Dimmer sarebbe accadico, An e Ki di nuovo sumeri, una simile traduzione accadeica sbugiarda sia Lawton che il suo professore. In realtà questa traduzione del nome é completamente errata, e Lugaldimmerankia va diviso in Lugal.dim.mer.an.ki.a significando 'Signore della 8

grande tempesta che scuote celo e terra'. Lawton poi afferma che Sitchin parla molto spesso di rivalità tra le due progenie di Enlil e di Enki, ma che queste rivalità non possono essere divise in ‘fazioni’ perché nei testi mesopotamici è estremamente difficile identificare mogli, figli, e genitori e in generale le relazioni di parentela tra le varie divinità a causa del fatto che spesso una divinità figura come figlio di questa o di quell’ altra divinità a seconda del testo. Ciò non è affatto vero: l’ unico caso in cui non si ha certezza di attribuzione è quello di Nergal. Alcuni testi infatti parlano di Nergal come figlio o nipote di Enlil, mentre altri come figlio di Enki. Il mito che più fa confusione è quello chiamato ‘Il matrimonio di Nergal e Ereshkigal’ in cui Nergal viene descritto come figlio di Enki, successivamente come figlio di Ishtar, e anche come fratello di Ereshkigal: -Durante una riunione degli Anunnaki al cospetto di Anu. Sono presenti tutti tranne Ereshkigal, nipote di Enlil e sorella di Inanna, la quale manda il suo araldo Namtar in rappresentanza. All’ ingresso di Namtar nella sala del consiglio tutti gli dei si inginocchiano i segno di saluto tranne Nergal. Il testo, tradotto da Kramer, prosegue con: “Then Ea made his voice heard and spake, he addressed his words to Nergal. “My son, you shall go on the journey you want to make,…” Enki chiama chiaramente Nergal ‘figlio mio’ sia in questo passaggio che in tutti gli altri in cui gli si rivolge. -Nergal si trattiene 6 giorni nel ‘Kurnugi’ la residenza di Ereshkigal, ma al settimo giorno: “When the seventh day arrived, Nergal, without [ ] Took away after him [ ] “let me go, and my sister [ ] Do not make tremble [ ] Let me go now, and I will return to Kurnugi later” Questo passaggio sembra suggerire che Nergal chiami Ereshkigal ‘sorella mia’, implicando che egli sia di stirpe enlilita. 9

grande tempesta che scuote celo e terra'.<br />

Lawton poi afferma che Sitchin parla molto spesso di rivalità tra le due progenie di<br />

Enl<strong>il</strong> e di Enki, ma che queste rivalità non possono essere divise in ‘fazioni’ perché nei testi<br />

mesopotamici è estremamente diffic<strong>il</strong>e identificare mogli, figli, e genitori e in generale le<br />

relazioni di parentela tra le varie divinità a causa del fatto che spesso una divinità figura<br />

come figlio di questa o di quell’ altra divinità a seconda del testo. Ciò non è affatto vero: l’<br />

unico caso in cui non si ha certezza di attribuzione è quello di Nergal. Alcuni testi infatti<br />

parlano di Nergal come figlio o nipote di Enl<strong>il</strong>, mentre altri come figlio di Enki. Il mito che<br />

più fa confusione è quello chiamato ‘Il matrimonio di Nergal e Ereshkigal’ in cui Nergal<br />

viene descritto come figlio di Enki, successivamente come figlio di Ishtar, e anche come<br />

fratello di Ereshkigal:<br />

-Durante una riunione degli Anunnaki al cospetto di Anu. Sono presenti tutti tranne<br />

Ereshkigal, nipote di Enl<strong>il</strong> e sorella di Inanna, la quale manda <strong>il</strong> suo araldo Namtar in<br />

rappresentanza. All’ ingresso di Namtar nella sala del consiglio tutti gli dei si<br />

inginocchiano i segno di saluto tranne Nergal. Il testo, tradotto da Kramer, prosegue<br />

con:<br />

“Then Ea made his voice heard and spake,<br />

he addressed his words to Nergal. “My son,<br />

you shall go on the journey you want to make,…”<br />

Enki chiama chiaramente Nergal ‘figlio mio’ sia in questo passaggio che in tutti gli<br />

altri in cui gli si rivolge.<br />

-Nergal si trattiene 6 giorni nel ‘Kurnugi’ la residenza di Ereshkigal, ma al settimo<br />

giorno:<br />

“When the seventh day arrived, Nergal, without [ ]<br />

Took away after him [ ] “let me go, and my sister [ ]<br />

Do not make tremble [ ] Let me go now, and I w<strong>il</strong>l return to Kurnugi later”<br />

Questo passaggio sembra suggerire che Nergal chiami Ereshkigal ‘sorella mia’,<br />

implicando che egli sia di stirpe enl<strong>il</strong>ita.<br />

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