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LE MOTIVAZIONI DI IAN LAWTON Per comprendere bene il motivo ...

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<strong>il</strong> concetto che <strong>il</strong> narratore vuole esprimere è che gli uomini, essendo fam<strong>il</strong>iari con la<br />

visione delle navicelle spaziali degli Anunnaki, avessero intenzione di costruire una<br />

navicella per conto loro in modo da potersi raggiungere se espulsi da Sumer verso le altre<br />

terre dalla ira degli dei, o semplicemente in modo da potersi muovere velocemente fino a<br />

posti lontani una volta che, moltiplicandosi e sparpagliandosi nelle terre circostanti, si<br />

fossero inevitab<strong>il</strong>mente allontanati geograficamente . Lawton sostiene che in realtà <strong>il</strong><br />

concetto è molto più semplice e gli uomini volevano soltanto crearsi una ‘reputazione’ o<br />

una ‘fama’ in modo che gli dei non potessero disperderli. Ognuno ha ovviamente le sue<br />

idee, però Lawton non spiega come, <strong>il</strong> fatto di avere una fama come popolo, possa<br />

impedire a una o più divinità di sparpagliare un popolo. Infatti <strong>il</strong> passo successivo del<br />

racconto testimonia proprio che gli dei scendono sulla terra e non solo sparpagliano le<br />

genti, ma ne confondono le lingue per non farli più comunicare e soprattutto perché se<br />

fossero riusciti nella loro impresa ‘niente più gli sarebbe stato impossib<strong>il</strong>e’. Costruirsi una<br />

fama, una reputazione, non è un qualcosa che renda a un popolo ogni cosa possib<strong>il</strong>e. Né<br />

tantomeno è qualcosa che gli dei dovessero temere, visto che gli dei stessi avevano<br />

deciso da secoli di donare all’ uomo la civ<strong>il</strong>tà. Bisogna ricordare infatti che l’ episodio della<br />

Torre di Babele così come trattato nella Bibbia, è <strong>il</strong> sunto di scritti sumeri precedenti,<br />

relativi a un periodo in cui gli dei avevano già stab<strong>il</strong>ito la prima sovranità sulla terra a Kish.<br />

Due passaggi di un testo catalogato K.3657 tradotto da Smith e Boscawen riportano la<br />

versione addadica del momento in cui fu Enl<strong>il</strong> a scendere con suo figlio Ninurta sulla terra<br />

mentre i seguaci di Marduk costruivano la famosa ‘Torre’ (in realtà si trattava della<br />

zigguratt Esag<strong>il</strong>a con <strong>il</strong> suo tempio E.Kua):<br />

“Non più egli dovrà offendere <strong>il</strong> nostro potere, se ora <strong>il</strong> suo popolo<br />

lo eleggerà sovrano niente più potrà essergli impedito”<br />

[…]<br />

“Durante la notte <strong>il</strong> Signore del Cielo scese sulla terra ma gli uomini<br />

contro lui si scagliarono […] Egli rase allora al suolo la città,<br />

e <strong>il</strong> suo comando fu che fossero dispersi e le loro menti confuse”<br />

Il primo pezzo corrispondente al punto in cui la bibbia indica che, se gli uomini<br />

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