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A. Nanetti, Preferisci il tennis o il calcio? - Fabbri Editori

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TEMI<br />

1<br />

1. terzino: nel gioco del<br />

<strong>calcio</strong>, ciascuno dei due<br />

giocatori che, insieme al<br />

portiere, formano la linea<br />

estrema della difesa.<br />

2. centrattacco: o centravanti;<br />

nel gioco del<br />

<strong>calcio</strong>, <strong>il</strong> giocatore che<br />

si trova al centro della<br />

linea degli avanti, generalmente<br />

con <strong>il</strong> compito<br />

di effettuare i tiri a<br />

rete.<br />

G LI AFFETTI FAMILIARI<br />

A nge la Na net t i<br />

<strong>Preferisci</strong> <strong>il</strong> <strong>tennis</strong> o <strong>il</strong> <strong>calcio</strong>?<br />

Padre, madre e fi glio sono a tavola. A un tratto «scoppia la tempesta».<br />

Il piccolo Adalberto vorrebbe giocare a <strong>calcio</strong>: <strong>il</strong> padre è d’accordo, la<br />

madre, invece, no.<br />

Di qui discussioni e litigi. Come andrà a fi nire?<br />

Oggi a casa è scoppiata la tempesta. Quello che non capisco è perché<br />

succeda sempre a tavola; così papà a un certo punto si arrabbia e dice<br />

alla cameriera:<br />

«Porta via tutto, mi è passato l’appetito».<br />

E oggi non sono riuscito a mangiare <strong>il</strong> dolce.<br />

Come se ci fosse solo lui!<br />

È vero che qualche volta passa anche a me la voglia di mangiare, con<br />

gli str<strong>il</strong>li che fanno, ma <strong>il</strong> budino al cacao è la mia passione e quando<br />

l’ho visto tornare indietro mi è venuto quasi da piangere.<br />

Ma non ho potuto fi atare, perché quando i due grandi si scontrano<br />

è sempre pericoloso prendere la parola: magari rispondono con uno<br />

schiaffo, anche se non hanno capito quello che ho detto!<br />

Tutto è incominciato perché Gigi a scuola mi ha chiesto:<br />

«Vuoi fare parte della mia squadra di <strong>calcio</strong>? Ci alleniamo tutti i<br />

giorni nel nostro campetto; tu potresti fare <strong>il</strong> terzino 1 ».<br />

Io sono stato felice della proposta, ma ho dovuto riconoscere con<br />

vergogna:<br />

«Non so giocare a <strong>calcio</strong>».<br />

«Non sai giocare?! Ma che cosa hai fatto nella vita fi no a ora? Va<br />

bene, non importa, ti insegno io. Ti allenerò tutti i giorni e tra qualche<br />

mese sarai <strong>il</strong> più bravo.»<br />

Avrei voluto baciarlo per la gioia!<br />

Sono tornato a casa di corsa e non vedevo l’ora di dirlo alla mamma,<br />

ma lei era già scura e mi ha risposto soltanto:<br />

«Vedremo».<br />

Chissà se mi aveva ascoltato!<br />

A tavola, anche se avevo sentito una certa elettricità tra i miei genitori,<br />

ho voluto riferire la notizia per renderli allegri come me.<br />

«Ah sì?» fa papà distrattamente. «Bene, vedremo che cosa combinerai.<br />

Io ero un bravo centrattacco 2 , sai?»<br />

«Ma cosa gli metti in testa! Non sai che deve ricominciare <strong>il</strong> <strong>tennis</strong>?»<br />

«Io non voglio andare a <strong>tennis</strong>, mi annoio. Qui gioco con tanti, è<br />

un’altra cosa.»<br />

«Adalberto ha ragione» mi appoggia papà, «<strong>il</strong> <strong>calcio</strong> è uno sport di<br />

gruppo.»<br />

«Il tuo <strong>calcio</strong>! Perché diventi come te e se ne stia ore intere a vedere<br />

Rosetta Zordan, Il Narratore, <strong>Fabbri</strong> <strong>Editori</strong> © 2008 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education


TEMI<br />

2<br />

3. snob: chi imita atteggiamenti<br />

e modi di<br />

vita delle classi sociali<br />

più elevate.<br />

G LI AFFETTI FAMILIARI<br />

i campionati? No, farà <strong>il</strong> <strong>tennis</strong>, così almeno so con chi va e non si<br />

mischia con chiunque.»<br />

«Sei una snob 3 , ecco che cosa sei.»<br />

«E tu sei <strong>il</strong> solito sportivo da bar e da televisione. Guarda che pancia<br />

hai messo su col tuo sport. Se invece facessi del <strong>tennis</strong> regolarmente...»<br />

A questo punto è arrivato <strong>il</strong> budino al cacao, che è stato mandato<br />

indietro e papà dopo un minuto è scattato in piedi urlando:<br />

«In questa casa non si può stare tranqu<strong>il</strong>li nemmeno a tavola!». E se<br />

ne è andato.<br />

La mamma ha continuato a mangiare e a brontolare come se lui la<br />

sentisse, poi si è accorta fi nalmente di me e mi ha rivolto la parola:<br />

«Tu cosa preferisci, <strong>il</strong> <strong>tennis</strong> o <strong>il</strong> <strong>calcio</strong>?».<br />

Che domanda scema! Ma chissà se aveva ascoltato quello che avevo<br />

spiegato prima; alle volte ho l’impressione che la mamma ascolti solo<br />

se stessa. Allora le ho ripetuto pazientemente:<br />

«A me piace di più giocare a pallone, non voglio giocare a <strong>tennis</strong><br />

perché non mi diverte».<br />

Poi, siccome stava zitta e sembrava abbastanza interessata, ho preso <strong>il</strong><br />

coraggio a due mani e le ho detto un paio di cose:<br />

«Tu vuoi che io faccia sempre quello che piace a te. Anche con papà<br />

fai così...».<br />

«Cosa?! Ma Adalberto, vuoi scherzare...»<br />

Ci è rimasta di stucco e le sono venute le lacrime agli occhi.<br />

Io mi sono sentito un verme e ho cercato di rimediare, facendo la<br />

solita confusione:<br />

«Però hai ragione quando dici che papà sta sempre a guardare le<br />

partite; anche a me piacerebbe che stesse di più con noi».<br />

Avevo appena fi nito che la mamma è scoppiata a piangere come una<br />

bambina.<br />

Dio mio che pasticcio! Allora mi sono arreso:<br />

«Va bene, mamma, vado al <strong>tennis</strong>. Ma non piangere per favore».<br />

Lei si è soffi ata <strong>il</strong> naso e mi ha sorriso con gli occhi bagnati:<br />

«Ma no, Adalberto, hai ragione tu. Gioca pure a <strong>calcio</strong> coi tuoi amici».<br />

Mah!! Chi ci capisce qualcosa di questi grandi!<br />

(da Le storie di Adalberto, Edizioni EL, Trieste, 1984, adatt.)<br />

Rosetta Zordan, Il Narratore, <strong>Fabbri</strong> <strong>Editori</strong> © 2008 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education

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