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[pdf] Microsoft PowerPoint - Gamberoni_il tirocinio e la pratica riflessi

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Corso di alta formazione in<br />

tutorato<br />

Il <strong>tirocinio</strong> e <strong>la</strong> <strong>pratica</strong> <strong>riflessi</strong>va<br />

A cura di Loredana <strong>Gamberoni</strong><br />

Obiettivi dell’incontro<br />

Analizzare le metodiche didattiche<br />

tutoriali con partico<strong>la</strong>re riferimento<br />

all’apprendimento dalle comunità<br />

professionali<br />

Analizzare una metodica<br />

tutoriale:JCEB<br />

Sperimentare una situazione di<br />

debriefing


Nel<strong>la</strong> formazione di base<br />

I descrittori di Dublino(2004)<br />

Definiscono quali sono i risultati<br />

dell’apprendimento comuni a tutti i<br />

<strong>la</strong>ureati di un corso di studio<br />

(<strong>la</strong>urea(Bachelor)<br />

<strong>la</strong>urea specialistica,<br />

Dottorato di ricerca PhD )<br />

ed invitano le università a ricercare<br />

metodiche didattiche innovative che<br />

accompagnino quelle più tradizionali<br />

(lezioni e seminari)


I descrittori di Dublino<br />

I <strong>la</strong>ureati dei tre cicli devono acquisire:<br />

conoscenza e capacità di comprensione<br />

( knowledge and understanding)<br />

conoscenza e capacità di comprensione<br />

applicate (applying knowledge and<br />

understanding)<br />

autonomia di giudizio (making judgements)<br />

ab<strong>il</strong>ità comunicative (communication sk<strong>il</strong>ls)<br />

Capacità di apprendere (learning sk<strong>il</strong>ls )<br />

I titoli finali di primo ciclo Bachelor<br />

(<strong>la</strong>uree triennali) possono essere conferiti<br />

a studenti che<br />

abbiano dimostrato conoscenze e capacità di comprensione in<br />

un campo di studi di livello post secondario e siano a un<br />

livello che, caratterizzato dall’uso di libri di testo avanzati,<br />

include anche <strong>la</strong> conoscenza di alcuni temi d’avanguardia nel<br />

proprio campo di studi;<br />

siano capaci di applicare le loro conoscenze e capacità di<br />

comprensione in maniera da dimostrare un approccio<br />

professionale al loro <strong>la</strong>voro, e possiedano competenze<br />

adeguate sia per ideare e sostenere argomentazioni che per<br />

risolvere problemi nel proprio campo di studi;<br />

abbiano <strong>la</strong> capacità di raccogliere e interpretare i dati<br />

(normalmente nel proprio campo di studio) ritenuti ut<strong>il</strong>i a<br />

determinare giudizi autonomi, inclusa <strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one su temi sociali,<br />

scientifici o etici ad essi connessi;<br />

sappiano comunicare informazioni, idee, problemi e<br />

soluzioni a interlocutori specialisti e non specialisti;<br />

abbiano sv<strong>il</strong>uppato quelle capacità di apprendimento che sono<br />

loro necessarie per intraprendere studi successivi con un alto grado<br />

di autonomia


I titoli finali di secondo ciclo - Master degree<br />

(<strong>la</strong>uree specialistiche/ magistrali) possono essere<br />

conferiti a studenti che<br />

abbiano dimostrato conoscenze e capacità di comprensione che<br />

estendono e/o rafforzano quelle tipicamente associate al<br />

primo ciclo e consentono di e<strong>la</strong>borare e/o applicare idee<br />

originali, spesso in un contesto di ricerca;<br />

siano capaci di applicare le loro conoscenze, capacità di<br />

comprensione e ab<strong>il</strong>ità nel risolvere problemi a tematiche<br />

nuove o non fam<strong>il</strong>iari, inserite in contesti più ampi (o<br />

interdisciplinari) connessi al proprio settore di studio;<br />

abbiano <strong>la</strong> capacità di integrare le conoscenze e gestire <strong>la</strong><br />

complessità, nonché di formu<strong>la</strong>re giudizi sul<strong>la</strong> base di<br />

informazioni limitate o incomplete, includendo <strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one sulle<br />

responsab<strong>il</strong>ità sociali ed etiche collegate all’applicazione delle loro<br />

conoscenze e giudizi;<br />

sappiano comunicare in modo chiaro e privo di ambiguità le loro<br />

conclusioni, nonché le conoscenze e <strong>la</strong> ratio ad esse sottese, a<br />

interlocutori specialisti e non specialisti,;<br />

abbiano sv<strong>il</strong>uppato quelle capacità di apprendimento che<br />

consentano loro di continuare a studiare per lo più in modo<br />

auto-diretto o autonomo<br />

I titoli finali di terzo ciclo- PhD (dottorati di<br />

ricerca) possono essere conferiti a studenti che<br />

abbiano dimostrato sistematica comprensione di un<br />

settore di studio e padronanza del metodo di ricerca<br />

ad esso associati;<br />

abbiano dimostrato capacità di concepire, progettare,<br />

realizzare e adattare un processo di ricerca con <strong>la</strong><br />

probità richiesta allo studioso;<br />

abbiano svolto una ricerca originale che amplia <strong>la</strong><br />

frontiera del<strong>la</strong> conoscenza, fornendo un contributo<br />

che, almeno in parte, merita <strong>la</strong> pubblicazione a livello<br />

nazionale o internazionale; siano capaci di analisi critica,<br />

valutazione e sintesi di idee nuove e complesse;<br />

sappiano comunicare con i loro pari, con <strong>la</strong> più ampia<br />

comunità degli studiosi e con <strong>la</strong> società in generale<br />

nelle materie di loro competenza;<br />

siano capaci di promuovere, in contesti accademici e<br />

professionali, un avanzamento tecnologico, sociale o<br />

culturale nel<strong>la</strong> società basata sul<strong>la</strong> conoscenza.


Nell’educazione continua<br />

Lifelong learning e<br />

lifewide learning<br />

considerando che <strong>la</strong> parte più preziosa,<br />

tendenzialmente l’80%, del bagaglio di<br />

conoscenze e competenze apprese da un soggetto<br />

in contesti operativi, di <strong>la</strong>voro o di <strong>tirocinio</strong>, è<br />

dovuta a processi informali di apprendimento, è<br />

necessario prevedere ambienti e metodi che siano<br />

in grado di intercettare anche le componenti e le<br />

dinamiche informali dell’apprendimento, quelle che<br />

non seguono una struttura predeterminata ma che<br />

supportano individui e comunità di <strong>pratica</strong> nello<br />

sv<strong>il</strong>uppo di percorsi di apprendimento<br />

autogenerativi.


Marcia L. Conner<br />

lezioni<br />

c<strong>la</strong>ssi<br />

e-learning<br />

formale<br />

intenzionale inatteso<br />

lettura<br />

consultazione<br />

consigli<br />

non formale<br />

informale<br />

studio<br />

ricerca<br />

navigazione internet<br />

gioco<br />

gruppi spontanei<br />

svago<br />

Apprendere …


Tirocinio<br />

…l’insieme delle esperienze circoscritte<br />

nel tempo,formalizzateda un processo<br />

educativo,assistite da esperti,con<br />

possib<strong>il</strong>ità di verifiche in itinere e<br />

finali…”ovvero un processo di<br />

legittimazione del ruolo in cui i<br />

protagonisti sperimentano e consolidano<br />

i comportamenti ed imparano ad<br />

esercitare con modalità convenzionale,lo<br />

specifico del<strong>la</strong> professione al<strong>la</strong> quale<br />

aspirano (AA.VV. <strong>il</strong> tutor delle<br />

professioni sanitarie, Carocci 2003)<br />

Le competenze del tutor<br />

in ottica sistemica<br />

DARE LA VISIONE:<br />

Costruire “cornici di senso”<br />

Orientare<br />

Spiegare presupposti esperienza <strong>tirocinio</strong><br />

Illustrare modalità percorso<br />

COLTIVARE AUTOSTIMA E AUTOEFFICACIA:<br />

Dare feedback + e –<br />

Far percepire <strong>il</strong> giusto senso di valore<br />

METTERE L’ENERGIA<br />

Crederci nel<strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità di ottenere gli obiettivi<br />

definiti<br />

Sostenere nei casi di errore, di insuccesso<br />

Trasmettere passione ed energia allo studente


Le competenze del tutor<br />

ALLENARE LE COMPETENZE:<br />

Dare feedback su campo<br />

Avere e applicare un progetto di sv<strong>il</strong>uppo<br />

Conoscere procedure …<br />

PRENDERSI CURA:<br />

Cogliere le esigenze personali e organizzative<br />

Costruire soluzioni …<br />

ESSERE TESTIMONI<br />

Consapevolezza di essere osservati<br />

Coerenza, congruenza<br />

Orgoglio dei risultati ottenuti e ottenib<strong>il</strong>i<br />

Le competenze del tutor<br />

DARE LA VISIONE:<br />

Costruire “cornici di senso”<br />

Orientare: dare obiettivi specifici<br />

Spiegare presupposti <strong>tirocinio</strong><br />

Illustrare modalità percorso (feedback, valutazioni formative<br />

certificative…)<br />

Costruire aspettativa realistica (difficoltà di entrare nel gruppo…)<br />

COLTIVARE AUTOSTIMA E AUTOEFFICACIA<br />

Dare feedback + e – al comportamento<br />

Sostenere in modo sistematico lungo tutto <strong>il</strong> percorso<br />

Riconoscere le qualità “personali” dello studente in formazione<br />

Far percepire <strong>il</strong> giusto “senso di valore”<br />

Testimoniare riconoscimenti anche di fronte al gruppo


Le competenze del tutor<br />

METTERE L’ENERGIA:<br />

Crederci nel<strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità di ottenere gli obiettivi definiti<br />

Trasmettere passione ed energia allo studente (avere accesso al<strong>la</strong><br />

dimensione emotiva!)<br />

Valorizzare le piccole cose ottenute<br />

Sostenere nei casi di errore, di insuccesso<br />

Stimo<strong>la</strong>re <strong>il</strong> senso di appartenenza al gruppo<br />

Stimo<strong>la</strong>re l’ambizione, le necessità di crescita<br />

Dare autonomia in alcuni <strong>la</strong>vori e progetti specifici…<br />

INSEGNARE:<br />

Dare informazioni necessarie<br />

Fornire conoscenze opportune<br />

Scomporre le macroconoscenze, le problematiche in pezzi più piccoli,<br />

adeguati ad essere gestiti<br />

Integrare con protocolli, procedure … (materiale e documentazione)<br />

Ampliare punto di vista del<strong>la</strong> persona, non focalizzandosi solo su un<br />

pezzetino, ma aiutarlo a comprendere <strong>il</strong> contesto nel<strong>la</strong> sua complessità<br />

Non temere l’errore, ma trasformare l’errore in una fonte preziosa di<br />

informazione.<br />

Le competenze del tutor<br />

ALLENARE LE COMPETENZE:<br />

Dare feedback su campo<br />

Definire e applicare un progetto di <strong>tirocinio</strong><br />

Definire precisamente lo scenario<br />

Ut<strong>il</strong>izzare più strategie, dandoci <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità di modificarle in re<strong>la</strong>zione ai risultati ottenuti<br />

Stimo<strong>la</strong>re all’autovalutazione, stimo<strong>la</strong>ndo opportunamente <strong>il</strong> senso critico (capace di evidenziare<br />

punti di forza e aree di miglioramento)<br />

Fornire strumenti ut<strong>il</strong>i a superare difficoltà, passando strumenti e strategie derivanti dal<strong>la</strong> nostra<br />

esperienza<br />

Saper chiedere scusa e ammettere di aver sbagliato<br />

Imparare a <strong>la</strong>sciare lo studente nel disagio (non fornendo subito <strong>la</strong> soluzione!)<br />

PRENDERSI CURA:<br />

Cogliere le esigenze personali e organizzative<br />

Saper sdrammatizzare le situazioni ricorrendo anche al senso ironico<br />

Lanciare le sfide allo studente, ma essendo presente per sostenere… (togliere le ruotine del<strong>la</strong> bici,<br />

ma sostenerlo con <strong>la</strong> mano)<br />

Celebrare i risultati, facendo percepire <strong>il</strong> “tifo”<br />

Gratificare mantenendo viva <strong>la</strong> motivazione<br />

Saper stare con gli studenti anche nel dopo… occuparsi dei “racconti di guerra” nel<strong>la</strong> cucinetta….


Le competenze del tutor<br />

ESSERE TESTIMONI<br />

Consapevolezza di essere osservati<br />

Coerenza, non posso insegnare ciò che io non faccio<br />

(es. divisa in ordine, disponib<strong>il</strong>ità con i colleghi,<br />

re<strong>la</strong>zione con gli utenti e i fam<strong>il</strong>iari, educazione<br />

terapeutica…)<br />

Congruenza, ciò che dico è ciò che credo e penso<br />

(trasparenza nel feedback…)<br />

Orgoglio dei risultati ottenuti e ottenib<strong>il</strong>i<br />

Rispettare le regole dell’organizzazione per farle<br />

rispettare (rigore “caldo”)<br />

Valorizzare percorso e presenza dello studente,<br />

all’interno del contesto del gruppo<br />

Agire secondo <strong>il</strong> principio di equità: applicando le<br />

regole per tutti, …<br />

Proposta percorso<br />

Fase 1: Accoglimento<br />

Obiettivi<br />

Conoscere persone<br />

Conoscere reparto<br />

Fare “contratto di <strong>tirocinio</strong>” con sede formativa<br />

Costruire corretta cornice<br />

Fase 2: Tutoraggio (4 fasi)<br />

Obiettivi (per ciascuna fase)<br />

Chiarire obiettivi<br />

Addestramento operativo – dare feedback sul campo<br />

Consapevolezza-Briefing-Debriefing<br />

Fase 3: Lavoro in équipe<br />

Obiettivi<br />

Lavorare in sinergia con altri elementi team<br />

Le re<strong>la</strong>zioni interpersonali<br />

La gestione del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione con <strong>il</strong> paziente<br />

Fase 2.1: affiancamento<br />

osservativo<br />

Fase 2.2: affiancamento<br />

partecipativo<br />

Fase 2.3: affiancamento<br />

col<strong>la</strong>borativo<br />

Fase 2.4: affiancamento autonomo


Obiettivi:<br />

Tutor clinico<br />

Esplicitare <strong>il</strong> ragionamento che sottende<br />

ogni azione clinica ( azione <strong>riflessi</strong>va)<br />

Desumere dall’esperienza<br />

l’apprendimento teorico<br />

Porre <strong>il</strong> paziente e non <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia al<br />

centro del ragionamento e del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione<br />

Continua Tutor clinico<br />

Principali caratteristiche del tutor<br />

È un buon clinico<br />

Instaura una re<strong>la</strong>zione di tipo “ maieutico” con lo<br />

studente<br />

Esplicita <strong>il</strong> proprio ragionamento e <strong>il</strong> proprio modo<br />

di agire<br />

Riesce a gestire <strong>la</strong> didattica e l’attività clinica<br />

contemporaneamente<br />

Sa porre contestualmente al centro lo studente e <strong>il</strong><br />

paziente


Il metodo <strong>riflessi</strong>vo<br />

Il metodo <strong>riflessi</strong>vo<br />

definizioni<br />

Lo sv<strong>il</strong>uppo del termine <strong>riflessi</strong>one cominciò con<br />

Dewey <strong>il</strong> quale osservò che <strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one<br />

scaturisce da una qualche difficoltà o da un<br />

conflitto che incontra <strong>la</strong> persona che sta<br />

apprendendo. Anche se Dewey aveva già allora<br />

riconosciuto <strong>il</strong> fatto che <strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one nasce da<br />

dubbi, difficoltà e sorprese, tutti concetti collegati<br />

nel<strong>la</strong> sua teoria alle emozioni, <strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one<br />

continuava a essere un atto per lo più cognitivo.<br />

“La paro<strong>la</strong> ragione è etimologicamente connessa<br />

al<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> ratio. L’idea sottostante,qui, è quel<strong>la</strong> di<br />

esattezza del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione, <strong>il</strong> pensiero <strong>riflessi</strong>vo è un<br />

processo che instaura re<strong>la</strong>zioni


Il metodo <strong>riflessi</strong>vo<br />

definizioni<br />

Schön sv<strong>il</strong>uppò <strong>il</strong> concetto. Egli si proponeva “di trovare<br />

un’epistemologia del<strong>la</strong> <strong>pratica</strong> che fosse implicita nei processi<br />

creativi e intuitivi che alcuni professionisti realizzano in situazioni di<br />

incertezza, di instab<strong>il</strong>ità, di non unicità e di conflitto di valori”.<br />

Schön fece una distinzione tra “<strong>riflessi</strong>one sull’azione”, vista<br />

essenzialmente come introspezione cognitiva passiva, e “<strong>riflessi</strong>one<br />

nel corso dell’azione”, considerata come processo interattivo e<br />

intuitivo che guida l’attività.” Questo legame istaurato tra <strong>riflessi</strong>one<br />

e azione, o <strong>pratica</strong>, portò allo sv<strong>il</strong>uppo di modelli per <strong>il</strong> processo<br />

<strong>riflessi</strong>vo noti come <strong>il</strong> ciclo <strong>riflessi</strong>vo single loop (Korthagen,<br />

Gibbs).<br />

Il double loop learing è un tipo di apprendimento che mette in<br />

dubbio i valori e i modelli mentali che sottostanno alle nostre<br />

azioni; ci porta al di là del versante funzionale dell’ambito in cui ci<br />

troviamo ad operare, lungo <strong>la</strong> strada del<strong>la</strong> creatività,fino a che i<br />

nostri valori e addirittura le nostre azioni non risultino trasformate<br />

(C<strong>la</strong>rke e Chambers]).<br />

<br />

Apprendimento a ciclo singolo<br />

Questo tipo di apprendimento è importante in quanto favorisce lo<br />

sv<strong>il</strong>uppo di conoscenze e competenze quando si ha in mente un obiettivo<br />

e si incontrano delle difficoltà a raggiungerlo. L’apprendimento a ciclo<br />

singolo può aiutarci a capire in che modo agire per superare gli ostacoli


Apprendimento a ciclo doppio<br />

Il ciclo di apprendimento doppio diventa importante per analizzare le<br />

motivazioni sottostanti le azioni. Riflettere significa assumersi dei<br />

rischi, si tratta di dare spazio al<strong>la</strong> sorpresa, al<strong>la</strong> perplessità, al<strong>la</strong><br />

confusione; abbandonare ciò che si conosce e cercare una nuova<br />

comprensione<br />

Apprendimento a triplo ciclo<br />

L’apprendimento a triplo ciclo inizia quando, sia consapevolmente sia<br />

inconsapevolmente, alcuni valori si scontrano; ciò può avvenire sia<br />

attraverso un confronto radicale, sia attraverso una ripetizione di attriti tra i<br />

valori a cui teniamo di più. Si tratta di un livello di apprendimento molto<br />

profondo, in quanto mette in discussione <strong>la</strong> nostra personalità, i nostri<br />

pensieri e i nostri valori più reconditi. Di conseguenza, un apprendimento a<br />

triplo ciclo richiede un ambiente rispettoso e sicuro, dove le persone<br />

possano sperimentarsi


Il metodo <strong>riflessi</strong>vo<br />

definizioni<br />

Paralle<strong>la</strong>mente a Schön, Kolb ha esplorato i<br />

processi che si generano quando si dà significato<br />

alle esperienze concrete e vissute; ha poi<br />

sv<strong>il</strong>uppato le sue intuizioni in merito<br />

all’apprendimento esperenziale in col<strong>la</strong>borazione<br />

con Fry formu<strong>la</strong>ndo <strong>il</strong> modello dell’apprendimento<br />

esperenziale.Questo modello consiste nel<strong>la</strong> spirale<br />

dell’apprendimento all’interno del<strong>la</strong> quale si<br />

susseguono quattro fasi; ciascuna fase può essere<br />

<strong>il</strong> punto di partenza del ciclo di apprendimento:<br />

l’esperienza concreta, l’osservazione, <strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one,<br />

<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione di concetti astratti e <strong>il</strong> loro test in<br />

situazioni concrete.<br />

Il metodo <strong>riflessi</strong>vo<br />

La <strong>riflessi</strong>one e <strong>la</strong> sua <strong>pratica</strong> sono<br />

un’attitudine mentale e un modo di vivere<br />

una professione e non solo una tecnica di<br />

apprendimento.<br />

La <strong>riflessi</strong>one porta <strong>il</strong> tutor/fac<strong>il</strong>itatore e <strong>la</strong><br />

persona che apprende al di là del<strong>la</strong><br />

situazione tecnica e razionale di<br />

formazione, fino dentro al mondo delle<br />

emozioni, nel quale hanno <strong>la</strong> stessa<br />

importanza l’empatia, <strong>il</strong> rispetto delle altre<br />

persone e delle idee altrui, <strong>la</strong> fiducia nelle<br />

proprie ab<strong>il</strong>ità, <strong>il</strong> riconoscimento dei propri<br />

difetti e <strong>la</strong> voglia di affrontarli


Metodo <strong>riflessi</strong>vo<br />

Il tutor /fac<strong>il</strong>itatore del<strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one<br />

affronta tre aree principali:<br />

<strong>la</strong>vora con l’esperienza<br />

considera l’importanza del<strong>la</strong> persona<br />

impara a gestire l’inatteso<br />

Lavorare con l’esperienza<br />

Prerequisiti:<br />

1. presenza di un quadro concettuale con <strong>il</strong><br />

quale leggere l’esperienza<br />

2. capacità di pensare sia in concreto che in<br />

astratto<br />

3. <strong>la</strong> capacità di metacognizione: riflettere<br />

sul proprio pensiero<br />

4. tempo da dedicare al<strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one<br />

5. <strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one richiede un approccio<br />

sistematico


Sperimentazi<br />

one attiva<br />

(doing)<br />

Il ciclo di Kolb<br />

Esperienza<br />

concreta<br />

(feeling)<br />

Formazione di<br />

concetti astratti e<br />

generalizzazione<br />

La <strong>pratica</strong> <strong>riflessi</strong>va<br />

Osservazio<br />

ne<br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

(watching)<br />

aiuta lo studente ed <strong>il</strong> tutor che <strong>la</strong> ut<strong>il</strong>izza a :<br />

Capire ciò che già sa ( livello individuale)<br />

Identificare quello che deve imparare per<br />

aumentare <strong>il</strong> livello di comprensione (livello<br />

contestuale)<br />

Dare un senso al<strong>la</strong> nuova informazione e ai<br />

feedback che si sv<strong>il</strong>uppano nel contesto<br />

dell’esperienza personale ( livello re<strong>la</strong>zionale)<br />

Guidare le scelte per futuri sv<strong>il</strong>uppi<br />

dell’apprendimento(livello incrementale )


La gestione dell’inatteso<br />

/dell’imprevisto<br />

Nel<strong>la</strong> <strong>pratica</strong> <strong>riflessi</strong>va l’imprevisto ha un ruolo<br />

essenziale: porta a essere attenti, cambia <strong>la</strong><br />

pianificazione effettuata, <strong>il</strong> percorso scelto,<br />

modifica i propri pensieri, costringe a (ri)<br />

considerare le azioni previste e aiuta a<br />

(re)indirizzare i passi da compiere, le azioni da<br />

intraprendere<br />

L’imprevisto coglie le persone mentre svolgono<br />

attività routinarie e deve essere gestito; alcune<br />

volte si riesce a prevederlo con buone capacità<br />

osservative e diagnostiche; spesso fa paura, può<br />

essere vissuto come sfida o come minaccia; ma<br />

nel mondo sanitario è un apprendimento<br />

essenziale e ineludib<strong>il</strong>e<br />

La gestione dell’inatteso<br />

/dell’imprevisto<br />

Torbert ha osservato che “<strong>il</strong> risultato<br />

principale del<strong>la</strong> nostra azione (experience)<br />

potrebbe non essere quello immaginato<br />

esplicitamente nel<strong>la</strong> nostra strategia<br />

iniziale, ma piuttosto <strong>la</strong> correzione che<br />

dovremmo fare delle nostre tattiche (è<br />

avvenuto un apprendimento a ciclo<br />

semplice).vedi slide 5


La gestione dell’inatteso<br />

/dell’imprevisto<br />

Gli incontri con l’imprevisto/urgenza<br />

toccano <strong>il</strong> proprio sistema di priorità e<br />

le strutture del<strong>la</strong> propria<br />

organizzazione: quando non si sa<br />

bene quali obiettivi si debbono<br />

raggiungere si ha bisogno di un anello<br />

di apprendimento che porti a un<br />

livello più profondo, che consenta di<br />

affrontare e gestire l’imprevisto con<br />

successo (apprendimento a ciclo<br />

doppio).slide 6<br />

Lo scenario del<strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

Il nucleo centrale e condiviso del<strong>la</strong> <strong>pratica</strong> <strong>riflessi</strong>va è<br />

formato da cinque elementi:<br />

1. <strong>la</strong> messa in crisi del<strong>la</strong> routine (<strong>il</strong> mettere in<br />

discussione l’ovvio o ciò che sembrava ovvio fino<br />

a quel momento)<br />

2. <strong>la</strong> narrativa, (<strong>la</strong> storia, l’episodio che porta in<br />

superficie le situazioni, le emozioni ecc.)<br />

3. <strong>il</strong> contesto re<strong>la</strong>zionale (l’interazione tra le<br />

persone impegnate in un contesto di<br />

apprendimento)<br />

4. l’analisi critica (<strong>la</strong> messa a fuoco dei significati)<br />

5. le implicazioni pratiche delle <strong>riflessi</strong>oni (<strong>la</strong><br />

scoperta e l’applicazione di nuove idee e nuove<br />

conoscenze)


Lo scenario<br />

<strong>il</strong> termine scenario si riferisce al<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re esperienza<br />

<strong>riflessi</strong>va che è oggetto di considerazione. E’ <strong>la</strong> totalità<br />

dell’esperienza con tutte le considerazioni che<br />

l’accompagnano<br />

L’interruzione del<strong>la</strong> routine<br />

Il concetto di interruzione del<strong>la</strong> routine,<br />

implica <strong>la</strong> rottura di modelli consolidati che<br />

bloccano <strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one,<br />

suggerisce anche una consapevolezza del<strong>la</strong><br />

dissonanza.<br />

Suggerisce anche che <strong>la</strong> dissonanza può<br />

essere provocata deliberatamente dal<br />

tutor, cioè progettata per portare al<strong>la</strong><br />

ricerca di un punto di vista alternativo.<br />

Argyris dice “Inciampa, così rifletti”.


L’interruzione del<strong>la</strong> routine<br />

Mediante <strong>la</strong> formazione sv<strong>il</strong>uppiamo <strong>la</strong><br />

capacità dei nostri sensi di percepire<br />

le differenze e<br />

alleniamo <strong>la</strong> nostra mente a<br />

comprendere <strong>il</strong> loro significato,<br />

trasformandole in informazioni dotate<br />

di senso<br />

<strong>il</strong> significato, poi, ci aiuta a reagire in<br />

modo adeguato.<br />

L’interruzione del<strong>la</strong> routine<br />

Come ha scritto Tripp “se <strong>la</strong> nostra<br />

<strong>riflessi</strong>one non comporta una qualche<br />

forma di sfida e non mette in questione noi<br />

stessi e i nostri valori professionali, noi<br />

tendiamo semplicemente a rinforzare i<br />

modelli e le tendenze esistenti”.<br />

Per questo motivo ogni <strong>riflessi</strong>one richiede<br />

una crisi, una rottura tra le routine e ciò<br />

che ci si aspetta dal<strong>la</strong> loro esecuzione.


Contesto re<strong>la</strong>zionale<br />

Ci si riferisce al contesto di apprendimento. Ogni<br />

azione è contemporaneamente un intreccio tra<br />

persone, approcci e paradigmi in un ambiente<br />

culturale e sociale dato.<br />

“Un sistema di attività è sempre eterogeneo e<br />

multifocale.<br />

Soggetti differenti, in seguito alle loro differenti<br />

storie e posizioni nel<strong>la</strong> divisione del <strong>la</strong>voro,<br />

costruiscono l’oggetto e le altre componenti<br />

dell’attività in modi diversi, in parziale<br />

sovrapposizione, ma anche in modo parzialmente<br />

conflittuale.<br />

All’interno di un sistema di attività vi è una<br />

costruzione e una negoziazione continua”<br />

La narrativa<br />

Si riferisce al<strong>la</strong> descrizione e interpretazione di ciò che avviene in<br />

un’attività.<br />

Ogni intervento <strong>riflessi</strong>vo implica una rappresentazione di un<br />

evento, di un’azione mediante una qualche forma narrativa. La<br />

<strong>pratica</strong> professionale, sia essa di <strong>tirocinio</strong> sia di <strong>la</strong>voro<br />

professionale, è piena di narrative istituzionali quali le cartelle<br />

cliniche, i report di visite, gli audit clinici e organizzativi, i verbali di<br />

riunioni ecc.; ma ciò che si intende per narrativa nelle pratiche<br />

<strong>riflessi</strong>ve è rappresentato da forme più soggettive<br />

1. quali i diari,<br />

2. le autobiografie,<br />

3. i blog,<br />

4. i forum,<br />

5. le storie,<br />

6. le interviste e<br />

7. le storie dei pazienti.


La narrativa<br />

Riflettere non significa solo porsi degli interrogativi<br />

su una situazione e sui motivi che l’hanno<br />

determinata, ma anche determinare <strong>la</strong> messa in<br />

discussione dei nostri modi di pensare. Il reale<br />

oggetto del<strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one non è l’azione in se<br />

stessa, ma <strong>la</strong> narrazione e le sue interpretazioni, i<br />

diari di <strong>tirocinio</strong>, gli autocasi e <strong>il</strong> portfolio<br />

autovalutativo o narrativo vanno in quel<strong>la</strong><br />

direzione.<br />

Un altro aspetto importante del<strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one è che<br />

può essere registrata in forma audio o video per<br />

essere analizzata e condivisa, perché si può<br />

riflettere sulle proprie <strong>riflessi</strong>oni e non soffermarci<br />

solo sull’azione che ha prodotto <strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one; e<br />

inoltre <strong>la</strong> rianalisi può essere condotta anche molto<br />

tempo dopo<br />

Analisi critica<br />

E’ l’elemento centrale del<strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one, che influisce su tutti<br />

gli altri;<br />

è <strong>il</strong> mezzo mediante <strong>il</strong> quale <strong>il</strong> significato viene conferito, i<br />

problemi risolti, le decisioni prese, le nuove prospettive<br />

raggiunte.<br />

L’analisi critica può essere vista come una discussione,<br />

una conversazione <strong>riflessi</strong>va con sé e con gli altri.<br />

Tra le sue caratteristiche c’è quel<strong>la</strong><br />

1. di mettere a fuoco <strong>la</strong> ricerca sui valori educativi,<br />

2. di spostare l’attenzione dal<strong>la</strong> sfera privata a quel<strong>la</strong> pubblica<br />

e<br />

3. di contribuire al chiarimento intellettuale e<br />

4. anche a responsab<strong>il</strong>izzare le persone


Ciclo <strong>riflessi</strong>vo di Gibbs<br />

La riformu<strong>la</strong>zione dei quesiti<br />

posti nel<strong>la</strong> figura può essere:<br />

che cosa è successo?come hai raccontato <strong>la</strong> tua storia?<br />

che cosa pensavi o sentivi?che cosa senti o pensi quando<br />

riconsideri, r<strong>il</strong>eggi e ascolti <strong>la</strong> storia che hai raccontato?<br />

che cosa è stato brutto o bello del<strong>la</strong> tua esperienza? che<br />

cosa è bello e brutto in questa descrizione?<br />

che senso attribuisci a questa situazione?che significato<br />

trai dal modo in cui hai raccontato <strong>la</strong> storia?<br />

che cosa altro avresti potuto fare?potresti aver raccontato<br />

<strong>la</strong> tua storia in modo diverso?<br />

se succedesse di nuovo che cosa faresti?se dovessi<br />

raccontare di nuovo,come racconteresti <strong>la</strong> tua storia?


Principi etici del<strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

Lavorare con l’esperienza<br />

Deve essere rispettata <strong>la</strong> diversa natura dei partecipanti e non deve essere presa<br />

nessuna decisione che inibisca o contrasti in modo selettivo le loro azioni.<br />

Devono essere fatti tutti i passi al fine di ridurre l’ansia e <strong>il</strong> disagio dei partecipanti<br />

derivanti anche dal confronto tra culture e modi di pensare differenti.<br />

Occorre registrare le informazioni e analizzarle in modo onesto e aperto.<br />

Le dichiarazioni di aver portato nuova conoscenza devono essere supportate da<br />

evidenze empiriche.<br />

L’importanza del<strong>la</strong> persona<br />

Le persone devono dare <strong>il</strong> consenso all’attività <strong>riflessi</strong>va, non si può obbligare nessuno<br />

a fare ciò che non vuole fare.<br />

I partecipanti devono conoscere gli obiettivi dell’attività.<br />

Nessuna persona deve essere danneggiata dal progetto e dalle sue attività.<br />

Deve essere garantito l’anonimato.<br />

Occorre avere sensib<strong>il</strong>ità sulle differenze di età, genere, cultura ecc.<br />

La gestione dell’imprevisto<br />

Le informazioni fornite devono essere trattate in modo confidenziale.<br />

Ogni risultato deve essere comunicato con onestà.<br />

Principi generali da ut<strong>il</strong>izzarsi da parte del<br />

tutor <strong>riflessi</strong>vo<br />

Partire dall’esperienza dello studente/ partecipante.<br />

Il luogo di <strong>la</strong>voro è un importante contesto di apprendimento.<br />

Riconoscere <strong>la</strong> centralità e l’importanza delle persone/studenti, dando a<br />

questi <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità di esprimersi.<br />

Ut<strong>il</strong>izzare <strong>la</strong> narrazione, le storie, le conversazioni per descrivere e analizzare<br />

gli eventi che qui vengono chiamati incidenti critici, al fine di dare maggior<br />

senso all’esperienza.<br />

Raccogliere ed interpretare i dati in modo rigoroso e sistematico in modo da<br />

rendere autentica <strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one.<br />

Essere consapevoli che <strong>il</strong> miglioramento può aver luogo solo quando i<br />

significati, i valori e le credenze diventano più evidenti agli studenti<br />

/partecipanti coinvolti.<br />

Gli studenti/li partecipanti devono iniziare ad assumersi <strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>ità del<br />

proprio apprendimento.<br />

Stimo<strong>la</strong>re l’attuazione in <strong>pratica</strong> anche di qualità affettive quali <strong>il</strong> prendersi<br />

cura,<strong>il</strong> rispetto, l’automotivazione e <strong>la</strong> propensione ad agire.


Una buona <strong>pratica</strong> volta a favorire <strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one<br />

si contraddistingue per <strong>la</strong> presenza di alcuni dei<br />

seguenti elementi<br />

L’ut<strong>il</strong>izzo del<strong>la</strong> consapevolezza già esistente.<br />

La creazione, se necessario, di nuova consapevolezza.<br />

Il confronto con quadri concettuali, credenze, emozioni e<br />

bisogni.<br />

L’interpretazione dell’esperienza facendo riferimento a quadri<br />

concettuali già esistenti.<br />

L’interpretazione dell’esperienza attraverso <strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione di<br />

nuovi quadri concettuali.<br />

La creazione di un ambiente idoneo al<strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one.<br />

Il riconoscimento dell’unicità degli altri e di se stessi.<br />

La concentrazione sul dialogo piuttosto che sul dibattito<br />

Resistenze e trappole nelle<br />

quali non cadere<br />

Attenzione alle resistenze al<strong>la</strong><br />

<strong>riflessi</strong>one.<br />

Attenzione agli ostacoli al<strong>la</strong><br />

<strong>riflessi</strong>one.<br />

Non ca<strong>la</strong>rsi nel ruolo del terapeuta.<br />

Eccedere nel<strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one.<br />

Ca<strong>la</strong>rsi nel ruolo di insegnante.


Strumenti per <strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

strumenti e fonti di informazione che<br />

pongono una maggiore enfasi sugli<br />

aspetti meditativi del<strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one<br />

(diario di <strong>tirocinio</strong> o di apprendimento<br />

o portfolio <strong>riflessi</strong>vo, autobiografia<br />

professionale)<br />

strumenti e fonti che mirano a un<br />

cambiamento del contesto attraverso<br />

l’azione come i metodi di ricercaazione<br />

Tipologie maggiormente ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i nei<br />

contesti formativi delle professioni sanitarie.<br />

Le narrazioni:<br />

Le narrazioni rappresentano una parte importante del<strong>la</strong><br />

<strong>pratica</strong> <strong>riflessi</strong>va; <strong>il</strong> valore di un’esperienza viene espresso<br />

sotto forma di narrazione e attraverso tale espressione colui<br />

che narra attribuisce già un primissimo significato<br />

all’esperienza stessa.<br />

E’ possib<strong>il</strong>e distinguere tra:<br />

le narrazioni che pur avendo una natura autobiografica non<br />

necessariamente lo sono: storie, aneddoti e metafore;<br />

le narrazioni autobiografiche: diari, incidenti critici,<br />

autobiografie;<br />

le narrazioni pre strutturate: diari di bordo o di <strong>tirocinio</strong> o di<br />

apprendimento, i portfoli.


Tipologie maggiormente ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i nei<br />

contesti formativi delle professioni<br />

sanitarie.<br />

Le storie<br />

Le storie rappresentano <strong>il</strong> contesto nel quale <strong>la</strong><br />

conoscenza si manifesta e si realizza. “Le storie<br />

permettono alle persone di convertire <strong>la</strong><br />

conoscenza tacita, altrimenti diffic<strong>il</strong>e da esplicitare;<br />

inoltre, dato che vengono raccontate con un<br />

coinvolgimento emotivo, questo può condurre le<br />

persone a dire più di quello che pensano di<br />

sapere.<br />

Sono in grado di far emergere sia una risposta<br />

emotiva, sia pensieri e azioni; e,<br />

dato che le storie sv<strong>il</strong>uppano un senso di<br />

comunità, tendono ad essere ottimi strumenti di<br />

<strong>riflessi</strong>one nei contesti di gruppo.<br />

Tipologie maggiormente ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i nei<br />

contesti formativi delle professioni<br />

sanitarie.<br />

Box <strong>riflessi</strong>vo<br />

<strong>il</strong> mio primo giorno di <strong>tirocinio</strong><br />

dal diario di Piero sono andato in reparto, c’era un’urgenza,<br />

nessuno mi guardava, “ero sempre nei piedi”potevo anche<br />

essere trasparente visto che nessuno si accorgeva di me.Alle<br />

10, finito tutto, <strong>il</strong> coordinatore mi dice: sei lo studente<br />

nuovo, benvenuto nel<strong>la</strong> bolgia di medicina……<br />

Considerazioni<br />

E’ uno dei temi caldi delle narrazioni, indicando con questo<br />

<strong>la</strong> significatività dell’evento, cioè <strong>il</strong> fatto che quel momento<br />

segnerà in maniera significativa <strong>il</strong> futuro del professionista.<br />

Tutto questo sottolinea ancora di più l’importanza del<br />

momento dell’accoglienza nel servizio per lo studente, ci dice<br />

dell’importanza non solo delle informazioni ricevute, ma delle<br />

immagini, dei sentimenti provati e delle re<strong>la</strong>zioni<br />

sperimentate.


Tipologie maggiormente ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i nei<br />

contesti formativi delle professioni<br />

sanitarie.<br />

Le narrazioni dei pazienti : l’anamnesi<br />

C’è una narrazione di cui <strong>il</strong> medico, le professioni sanitarie di<br />

assistenza diretta non possono fare a meno: l’ anamnesi.<br />

Tuttavia, vi è una condizione perché l’anamnesi possa divenire<br />

narrazione: l’ascolto. La posizione di ascolto da parte del medico<br />

/infermiere/ostetrica/ ecc. richiede tempo, interesse,<br />

partecipazione, capacità di tacere e di interloquire soltanto al<br />

momento giusto e nel modo giusto.<br />

Dunque possiamo accettare che l’anamnesi sia una narrazione che<br />

riceviamo direttamente dal paziente e possiamo perciò esaminar<strong>la</strong><br />

anche al<strong>la</strong> luce del<strong>la</strong> “narratologia”, un termine coniato da Tzvetan<br />

Todorov[1] per designare lo studio funzionale delle narrazioni<br />

[1] Il termine narratologia fu coniato da Tzvetan Todorov , f<strong>il</strong>osofo<br />

e saggista bulgaro (nel 1969) per indicare lo studio delle strutture<br />

narrative<br />

Tipologie maggiormente ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i nei<br />

contesti formativi delle professioni<br />

sanitarie.<br />

Le metafore<br />

“Le metafore possono creare delle realtà per noi, specialmente<br />

delle realtà sociali.<br />

Una metafora può essere una guida per le nostre azioni future. Tali<br />

azioni naturalmente corrisponderanno con <strong>la</strong> metafora. Ciò a sua<br />

volta rafforzerà <strong>il</strong> potere delle metafore di rendere l’esperienza<br />

coerente. E’ in questo senso che le metafore sono profezie che si<br />

autoavverano”[1].<br />

A seconda del momento alcune metafore, meglio di altre, sono<br />

dotate di alto grado di generatività per far comprendere qualcosa<br />

attraverso i termini di qualcos’altro, come quando Massimo Troisi<br />

nel f<strong>il</strong>m <strong>il</strong> Postino (1994) chiede a Pablo Neruda di insegnargli a<br />

e<strong>la</strong>borare metafore per “trovare le parole per dire”.<br />

[1] Lakoff e Johnson in Yero L., Teaching in mind: How teacher<br />

thinking shapes education, Ham<strong>il</strong>ton Montana Mind Flight<br />

Publishing, 2002


Tipologie maggiormente ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i nei<br />

contesti formativi delle professioni<br />

sanitarie.<br />

I diari<br />

Il diario non è altro che un racconto personale su un<br />

argomento d’interesse che si artico<strong>la</strong> secondo alcune regole<br />

di redazione.<br />

Sono uno strumento che si basa su fatti e avvenimenti<br />

accaduti nel gruppo o sul <strong>la</strong>voro.<br />

Permette una diretta <strong>riflessi</strong>one sull’azione. I diari possono<br />

fungere da collegamenti tra diversi livelli di funzionamento<br />

del<strong>la</strong> psiche, facendo integrare mente e corpo, pensiero e<br />

azione, ragione e immaginazione.<br />

Secondo Van Manen scrivere diari “contribuisce al processo<br />

di apprendimento degli studenti dal momento che questi<br />

sono incoraggiati a continuare a riflettere sulle loro<br />

esperienze di apprendimento e cercare di scoprire le<br />

re<strong>la</strong>zioni che altrimenti non potrebbero essere viste”.<br />

Tipologie maggiormente ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i nei<br />

contesti formativi delle professioni<br />

sanitarie<br />

Diario strutturato o diario di bordo<br />

E’ una modalità di documentare un’esperienza in<br />

chiave <strong>riflessi</strong>va. Consiste nell’annotare a caldo, i<br />

dati osservativi. Il criterio d’ordine si basa sul<strong>la</strong><br />

descrizione delle situazioni osservate o sul<strong>la</strong><br />

ricostruzione degli avvenimenti, ma va orientato<br />

fin dall’inizio a operare una selezione e una<br />

focalizzazione sugli aspetti che vengono ritenuti<br />

r<strong>il</strong>evanti per capire <strong>la</strong> professione che si sta<br />

apprendendo e per arrivare a interrogare<br />

l’esperienza con buone domande<br />

(problematizzazione).


Box esemplificativo<br />

Diario di <strong>tirocinio</strong><br />

Ripensa a ciò che è accaduto durante l’effettuazione di……..(descrizione)<br />

È andata insolitamente bene?<br />

Qualcosa è andato male e ha causato problemi?<br />

Mi sono sentito in difficoltà?<br />

Qualcosa ha fatto <strong>la</strong> differenza nel <strong>la</strong>voro?<br />

…..<br />

Rispondi sinteticamente ripensando all’esperienza fatta<br />

Che cosa è accaduto?<br />

Quali sensazioni hai provato?<br />

Che cosa c’è di negativo e di positivo<br />

nell’esperienza fatta?<br />

Come interpreto l’esperienza?<br />

Che cosa non ho fatto?<br />

Se mi ritrovassi a dover ripercorrere lo<br />

stesso percorso che cosa farei?<br />

Positivo Negativo<br />

Tipologie maggiormente ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i nei<br />

contesti formativi delle professioni<br />

sanitarie<br />

Incidente critico<br />

Col termine incidente critico s’ intende una situazione, un evento<br />

che emana un senso di potenziale dissonanza. Il suo valore<br />

consiste nel fornire a una persona, a un gruppo, a<br />

un’organizzazione <strong>la</strong> verifica critica del funzionamento dei propri<br />

schemi di azione.<br />

Tripp[1] ha scritto: “gli incidenti critici non sono cose che esistono<br />

indipendentemente dall’osservatore e che aspettano di essere<br />

scoperti come fossero pepite d’oro; ma, come tutti i dati, gli<br />

incidenti critici sono creati. Gli incidenti accadono, ma gli incidenti<br />

critici sono prodotti dal modo in cui guardiamo una situazione: un<br />

incidente critico è un’interpretazione del<strong>la</strong> r<strong>il</strong>evanza di un evento.<br />

Scegliere qualcosa come incidente critico implica enunciare un<br />

giudizio di valore, e le basi di questo giudizio sono l’importanza che<br />

noi attribuiamo al significato di un evento “<br />

[1] Tripp D, Critical incident in teaching, Developing professional judgement, London,<br />

Routledge, 1993


Tipologie maggiormente ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i nei<br />

contesti formativi delle professioni<br />

sanitarie<br />

Il portfolio<br />

Un portfolio può essere una raccolta dei <strong>la</strong>vori migliori di uno studente o<br />

una raccolta dei <strong>la</strong>vori più rappresentativi che mostrano lo sv<strong>il</strong>uppo di una<br />

persona durante un periodo di tempo.<br />

Un portfolio è una scheda strutturata contenente gli artefatti degli studenti<br />

durante tutto <strong>il</strong> corso di studio, che documentano <strong>il</strong> percorso effettuato e le<br />

reali ab<strong>il</strong>ità acquisite. Secondo Collins[1] i “portfoli sono una<br />

documentazione che può essere ut<strong>il</strong>izzata da una persona o da gruppo di<br />

persone per dedurre le conoscenze, le ab<strong>il</strong>ità e le attitudini di un soggetto”.<br />

Possono fornire testimonianza di quelli che sono gli obiettivi, gli sv<strong>il</strong>uppi, i<br />

risultati e le capacità professionali realizzati durante <strong>il</strong> corso o <strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

clinica ecc.<br />

I portfoli possono essere anticipati da strumenti più semplici quali liste di<br />

osservazione e di benchmarks basate su solidi quadri concettuali di<br />

riferimento, insieme a strumenti strutturati di <strong>pratica</strong> <strong>riflessi</strong>va. Le liste di<br />

osservazione aiutano a individuare i propri punti di forza e di debolezza<br />

[1] Collins A., Portfolios for science education: Issues in purposes, Structure<br />

and authenticity, Science education, 76(4): 451-463<br />

Strategie per <strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

Riflessione tra pari (Critical<br />

friendship)<br />

<strong>il</strong> feedback tra pari, o amicizia critica<br />

(critical friendship);<br />

si crea un clima di sicurezza tra gli<br />

studenti.<br />

Per fare ciò è comunque sempre<br />

necessario un clima rassicurante<br />

dentro <strong>il</strong> gruppo.


Strategie per <strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

Altra modalità è quel<strong>la</strong> di sottoporre le <strong>riflessi</strong>one al<strong>la</strong> critica<br />

di un collega o amico (critical friend) in quanto, quando<br />

questo avviene, le persone finiscono per darsi feedback<br />

reciproci. I tutor, i fac<strong>il</strong>itatori possono fungere da amici critici<br />

al fine di stimo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one; <strong>il</strong> loro contributo può essere<br />

così riassunto:<br />

osservare, ascoltare, imparare<br />

mostrare una considerazione positiva dello studente<br />

aiutare a identificare i problemi e vagliare le possib<strong>il</strong>i<br />

alternative<br />

fornire fonti di dati o saperi specifici<br />

<strong>la</strong>vorare in modo col<strong>la</strong>borativo<br />

incoraggiare <strong>il</strong> partecipante a esplorare le proprie possib<strong>il</strong>ità<br />

offrire una prospettiva di <strong>riflessi</strong>one critica<br />

Strategie per <strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

Debriefing<br />

<strong>la</strong> <strong>riflessi</strong>one può essere fac<strong>il</strong>itata da un<br />

debriefing supervisionato dal tutor o da un<br />

fac<strong>il</strong>itatore.<br />

Si indica con debriefing <strong>il</strong> periodo<br />

successivo all'impegno dei discenti in<br />

un'attività di apprendimento<br />

è <strong>il</strong> periodo durante <strong>il</strong> quale i tutor usano<br />

tale attività e le esperienze dei discenti nel<br />

tentativo di fornir loro un insight<br />

dell'attività stessa


Strategie per <strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

I fac<strong>il</strong>itatori possono ut<strong>il</strong>izzare <strong>il</strong> Modello per l’Analisi<br />

dell’Apprendimento Significativo (SLAM)[1] basato su cinque<br />

domande chiave:<br />

1. perché hai scelto questo argomento?<br />

2. che cosa hai fatto?<br />

3. quale significato gli attribuisci?<br />

4. di conseguenza, quali aspetti del<strong>la</strong> tua <strong>pratica</strong> pensi di<br />

modificare?<br />

5. come potresti implementare questo cambiamento?<br />

[1] Chambers P. e al., Significant learning incidents and critical<br />

conversations in an international context: Promoting<br />

reflexivity with, Journal in Service education 29(1)101-122<br />

2003<br />

Strategie per <strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

se si sceglie <strong>la</strong> modalità del qui ed ora, post-esperienza reale di <strong>tirocinio</strong><br />

ad esempio, Birke<strong>la</strong>nd[1] suggerisce alcune domande chiave, che verranno<br />

enunciate in modo analitico nel<strong>la</strong> scheda tecnica, quali:<br />

su che cosa <strong>la</strong> situazione ci fa porre domande? capire meglio? Discutere?<br />

(Riflessione qui e ora)<br />

in che modo <strong>la</strong> situazione/evento/esperienza può influenzare ulteriormente <strong>il</strong><br />

<strong>tirocinio</strong>/<strong>il</strong> <strong>la</strong>voro e <strong>la</strong> sua pianificazione? E’ necessario introdurre<br />

cambiamenti concreti? (re<strong>la</strong>zioni)<br />

che cosa pensi possano dire gli altri colleghi presenti rispetto al<strong>la</strong> medesima<br />

situazione? In che modo <strong>la</strong> loro storia differisce dal<strong>la</strong> tua? (circo<strong>la</strong>rità)<br />

che cosa pensi in merito al<strong>la</strong> scelta di questa esperienza (<strong>riflessi</strong>one qui e<br />

ora<br />

[1] Birke<strong>la</strong>nd L., Storytelling and staff training: A narrative approach to<br />

reflective practice, Occasional paper, University of Greenwich, School of<br />

education and training, London, 2003


Strategie per <strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

Il feedback<br />

Per feedback si intende <strong>il</strong> processo<br />

tramite <strong>il</strong> quale si rimandano a uno<br />

studente /persona in formazione<br />

osservazioni, impressioni, sensazioni<br />

o altre informazioni valutative sul suo<br />

comportamento perché possa<br />

verificarsi l’apprendimento<br />

Strategie per <strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

Il feedback permette di raggiungere due<br />

importanti obiettivi quali <strong>il</strong> :<br />

riorientamento: <strong>il</strong> tutor può identificare i<br />

comportamenti, gli atteggiamenti, le performance<br />

che non contribuiscono al raggiungimento di<br />

obiettivi individuali, di gruppo e aziendali, e<br />

indurre lo studente/<strong>il</strong> col<strong>la</strong>boratore a sv<strong>il</strong>uppare<br />

strategie alternative<br />

rinforzo: per identificare i comportamenti, gli<br />

atteggiamenti, le performance che contribuiscono<br />

agli obiettivi individuali, di gruppo e aziendali, e<br />

stimo<strong>la</strong>re lo studente/ <strong>il</strong> col<strong>la</strong>boratore a ripeterli e<br />

a migliorarli.


Strategie per <strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

Regole base per fornire un feedback efficace<br />

Dovrebbe essere richiesto dallo studente o persona in formazione<br />

(oppure essere definito nel contratto formativo)<br />

Dovrebbe essere <strong>il</strong> più immediato possib<strong>il</strong>e<br />

Dovrebbe essere espresso con termini non troppo tecnici<br />

Dovrebbe essere conciso, non comprendere molti dettagli<br />

Dovrebbe concentrarsi su comportamenti osservab<strong>il</strong>i e specifici, non<br />

su tratti di carattere, ad esempio è meglio dire “non mi guardi<br />

mentre mi parli” piuttosto che “sei strano, sei distante”.<br />

Dovrebbe essere dato in modo impersonale,conc<strong>il</strong>iante e non<br />

minaccioso ed evitare valutazioni o giudizi morali ad esempio:”<br />

quando non mi guardi mentre ti parlo, mi sembra che non mi<br />

ascolti” piuttosto che “nessuno ama le persone che rifiutano di<br />

guardarti negli occhi”<br />

Dovrebbe focalizzare sia i <strong>la</strong>ti positivi che quelli negativi<br />

Se le due persone chi dà e chi riceve <strong>il</strong> feedback non sono<br />

d’accordo,dovrebbero discuterne.<br />

Strategie per <strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

Modalità di attuazione del feedback di riorientamento<br />

Il tutor nel dare un feedback riorientativo può porre una serie di quesiti,<br />

interrogativi quali<br />

Descrivi accuratamente <strong>il</strong> comportamento che vuoi riorientare.<br />

QUANDO…<br />

Descrivi le conseguenze (gli effetti) che questo comportamento può<br />

avere per te e per gli altri. QUELLO CHE SUCCEDE E’…<br />

Se vuoi, descrivi anche come ti fa sentire, quello che emotivamente<br />

provi. E MI SENTO…<br />

Fornisci un esempio del comportamento in questione. L’ALTRA<br />

SETTIMANA AD ESEMPIO…<br />

Fai <strong>la</strong> tua proposta di nuovo comportamento proficuo, tenendo conto<br />

delle esigenze dell’altro e dimostrandoti disponib<strong>il</strong>e a costruire assieme<br />

una soluzione migliore. QUINDI, TI PROPONGO DI …. COSA NE PENSI?<br />

TROVIAMO ASSIEME LA SOLUZIONE MIGLIORE.<br />

Al<strong>la</strong> fine, ringrazia l’interlocutore. GRAZIE PER LA DISPONIBILITA’. SONO<br />

FELICE DI AVER RISOLTO QUESTO PROBLEMA.


Strategie per <strong>la</strong> <strong>pratica</strong><br />

<strong>riflessi</strong>va<br />

Esempio di feedback riorientativo - ritardo a una riunione<br />

QUANDO… organizziamo una riunione, condividiamo un orario e tu arrivi<br />

con 20’ di ritardo,<br />

QUELLO CHE SUCCEDE E’… che devo attendere <strong>il</strong> tuo arrivo facendo<br />

aspettare gli altri partecipanti, con <strong>il</strong> rischio di non riuscire a svolgere nei<br />

tempi quanto previsto e di sforare con gli appuntamenti successivi<br />

E MI SENTO… a disagio con gli altri che attendono, non rispettato<br />

re<strong>la</strong>tivamente al mio tempo professionale<br />

L’ALTRA SETTIMANA AD ESEMPIO… nel<strong>la</strong> riunione di programmazione<br />

sei arrivato con 25 minuti di ritardo, poi Angelo è dovuto andarsene e<br />

non abbiamo concluso costruttivamente l’incontro.<br />

QUINDI, TI PROPONGO DI quando fissiamo un incontro con diverse<br />

persone di avvisarmi per tempo se non riesci ad essere presente<br />

puntualmente in modo che possa o avvisare tutti e spostar<strong>la</strong> o<br />

organizzarmi per partire comunque<br />

COSA NE PENSI? TROVIAMO ASSIEME LA SOLUZIONE MIGLIORE.<br />

Ascoltare l’altro (per tutto <strong>il</strong> tempo che serve senza abbandonare <strong>il</strong><br />

nostro obiettivo)<br />

GRAZIE PER LA DISPONIBILITA’. SONO FELICE DI AVER RISOLTO<br />

QUESTO PROBLEMA.


BRIEFING<br />

Approccio induttivo<br />

Dare brevi<br />

Istruzioni<br />

Al tirocinante<br />

DARE<br />

FEED BACK<br />

FAR VEDERE<br />

FAR FARE


Approccio deduttivo<br />

FAR VEDERE DEBRIEFING<br />

Spiegare ciò<br />

Che si è fatto<br />

Bibliografia<br />

Far spiegare<br />

Ciò che ha fatto<br />

FAR FARE<br />

TEORIE DELL’APPRENDIMENTO<br />

Lucia Mason: psicologia dell’apprendimento e<br />

dell’istruzione -<strong>il</strong> mulino,Bologna 2007<br />

Etienne Wenger- Comunità di <strong>pratica</strong> ,Guerini<br />

M<strong>il</strong>ano 2007<br />

IL SISTEMA TUTORIALE<br />

AA.VV. Il <strong>il</strong> tutor per le professioni sanitarie,<br />

Carocci, Roma 2003<br />

Lucia Zannini - La tutorship nel<strong>la</strong> formazione degli<br />

adulti -Guerini - M<strong>il</strong>ano 2005<br />

L.<strong>Gamberoni</strong>,G.Marmo(a cura di)-apprendimento<br />

clinico,<strong>riflessi</strong>vità e tutorato,EdiSES,Napoli 2009

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