COMUNE DI TEMPIO PAUSANIA - Comune di Empoli
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Fluorescenza a raggi X – È un’analisi non <strong>di</strong>struttiva che consente <strong>di</strong> identificare gli elementi chimici che compongono<br />
una sostanza. I vantaggi rispetto all’analisi chimica per via umida sono l’elevata sensibilità ed i brevi tempi <strong>di</strong> misura<br />
dell’or<strong>di</strong>ne dei minuti. Inoltre i campioni si conservano indefinitamente. Il limite <strong>di</strong> questo metodo è rappresentato dal<br />
fatto che non si possono identificare gli elementi <strong>di</strong> numero atomico inferiore a quello del so<strong>di</strong>o.<br />
La precisione dell’analisi <strong>di</strong>pende dalla quantità degli elementi chimici e dalle modalità <strong>di</strong> preparazione del campione.<br />
L’eccitazione <strong>di</strong> un atomo può avvenire per irraggiamento con onde elettromagnetiche (luce visibile, UN, raggi X, raggi<br />
y) o particelle (elettroni, protoni, neutroni) <strong>di</strong> alta energia. Si ha fluorescenza <strong>di</strong> raggi X quando nell’atomo irraggiato si<br />
crea una vacanza elettronica in uno strato interno (K, L) e un elettrone degli strati più esterni – meno legato e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
energia maggiore – va ad occupare tale vacanza, con conseguente emissione dell’energia residua come ra<strong>di</strong>azione X. La<br />
rivelazione <strong>di</strong> tale ra<strong>di</strong>azione, che è caratteristica <strong>di</strong> ciascun atomo, ne consente l’identificazione.<br />
c) Analisi atte a determinare proprietà fisiche e/o ottiche<br />
Porosimetria al mercurio (UNI-NORMAL 4/80) – La determinazione del tipo, percentuale, <strong>di</strong>stribuzione dei vuoti<br />
esistenti fra le varie componenti del materiale lapideo analizzato (naturale o artificiale) è elemento utile sia a<br />
determinare i fattori <strong>di</strong> alterazione ed alterabilità <strong>di</strong> un supporto lapideo, sia a calibrare trattamenti <strong>di</strong> pulitura e<br />
consolidamento. La maggiore capacità <strong>di</strong> imbibizione è infatti correlata più che alla <strong>di</strong>stribuzione percentuale delle<br />
cavità, alla loro <strong>di</strong>mensione ed interconnessione. Porosità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro ridotto ed interconesse favoriscono i fenomeni <strong>di</strong><br />
imbibizione o l’ingresso <strong>di</strong> componenti alterative attraverso la condensazione del vapore acqueo che può contenerle. La<br />
tecnica, si basa sulla penetrazione <strong>di</strong> mercurio all’interno dei pori a pressioni controllate, consente infatti <strong>di</strong> conoscere le<br />
<strong>di</strong>mensioni dei pori presenti nel materiale e le corrispondenti percentuali <strong>di</strong> volume occupate da questi, per un intervallo<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni dei pori compreso fra 0,0037 e 75 micron. La determinazione dei <strong>di</strong>ametri è conoscibile in maniera<br />
in<strong>di</strong>retta e desumibile dalla pressione applicata per la penetrazione del Mercurio, inversamente proporzionale alla<br />
<strong>di</strong>mensione delle porosità.<br />
Le risultanze dell’analisi forniscono un grafico, in cui vengono riportati in ascissa il raggio dei pori, espresso in micron,<br />
in or<strong>di</strong>nata, la percentuale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione delle <strong>di</strong>verse cavità presenti.<br />
Ai fini del consolidamento, analogamente, la conoscenza preventiva della porosità può essere parametro per la<br />
valutazione della quantità <strong>di</strong> consolidante da impiegare e per le modalità <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> questo ai fini <strong>di</strong> una giusta<br />
penetrazione del prodotto. La valutazione della porosità successivamente all’intervento, può inoltre essere utile a<br />
verificare l’efficacia dell’intervento stesso.<br />
Colorimetria – stesse analisi <strong>di</strong> cui all’art. 62 d).<br />
– Indagini sulle patologie dei materiali<br />
Analisi sulla presenza dei sali solubili e delle sostanze estranee<br />
Cromatografia ionica – È una tecnica che consente, utilizzando minime quantità dell’or<strong>di</strong>ne dei microgrammi, <strong>di</strong><br />
identificare le sostanze organiche, usate come coloranti o come leganti, in base alla separazione dei componenti <strong>di</strong> una<br />
miscela. La sostanza da analizzare, mescolata ad un liquido o a un gas, scorre su un supporto solido o liquido<br />
separandosi nei suoi componenti, che migrano con velocità <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>pendenti dalle loro caratteristiche chimico-fisiche<br />
rendendone così possibile l’identificazione. Nella cromatografia su strato sottile – tecnica <strong>di</strong> cromatografia in fase<br />
liquida – la fase stazionaria è una polvere stesa in strato sottile ed uniforme su una lastra <strong>di</strong> vetro, <strong>di</strong> metallo o <strong>di</strong><br />
plastica, all’estremità della quale si pone la sostanza da analizzare, che migra per capillarità. Il riconoscimento avviene<br />
per confronto con sostanze standard,eventualmente facendo uso <strong>di</strong> coloranti o ricorrendo alla fluorescenza ultravioletta.<br />
Analisi delle sostanze inorganiche – Stesse analisi per la caratterizzazione <strong>di</strong> cui all’art. 62.<br />
Analisi delle roste nere – Diffrattometria ai raggi X <strong>di</strong> cui all’art. 64.<br />
Microscopia ottica – Permette l’osservazione del colore delle componenti, del rilievo delle singole sostanze, dei<br />
caratteri morfologici, quali la forma, l’abito cristallino, la sfaldatura, le fratture e le deformazioni, le patologie da stress<br />
meccanico (NORMAL 14/83).<br />
Microscopia elettronica a scansione (SEM) con microsonda X – Consente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare la <strong>di</strong>stribuzione dei<br />
componenti e dei prodotti <strong>di</strong> alterazione. I risultati sono documentati con fotografie, mappe <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione degli<br />
elementi e <strong>di</strong>agrammi.<br />
– Rilevamento delle alterazioni dovute a presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà<br />
Capacità <strong>di</strong> assorbimento – È l’attitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> un materiale ad assorbire acqua, che viene fissata nelle cavità interne.<br />
Come è noto l’altezza della risalita capillare è legata poi all’evaporazione della stessa acqua <strong>di</strong> risalita: il livello<br />
massimo sarà determinato dal raggiungimento <strong>di</strong> una superficie bagnata che garantisce evaporazione <strong>di</strong> una quantità <strong>di</strong><br />
acqua pari a quella assorbita dal terreno.<br />
Determinazione della curva <strong>di</strong> assorbimento <strong>di</strong> acqua e della capacità <strong>di</strong> imbibizione – Vengono ricavate per<br />
immersione totale del campione in acqua e per pesate successive. Queste prove richiedono quantità <strong>di</strong> materiale<br />
piuttosto elevate (NORMAL 7/81).<br />
Determinazione della capacità <strong>di</strong> adescamento – Consiste nel misurare la quantità d’acqua assorbita per capillarità da<br />
un campione posto a contatto con una superficie liquida. Metodologia e inconvenienti sono i medesimi della prova <strong>di</strong><br />
determinazione della curva <strong>di</strong> assorbimento e della capacità <strong>di</strong> imbibizione (NORMAL 11/82).<br />
a) Tecniche per la misurazione delle temperature e dell’umi<strong>di</strong>tà – Queste misure andranno eseguite ricorrendo a<br />
strumenti <strong>di</strong> facile impiego (termometri ed igrometri), in grado <strong>di</strong> fornire sia valori ambientali (quadro termo