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COMUNE DI TEMPIO PAUSANIA - Comune di Empoli

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utilizzati per la costruzione dell’opera o per eventuali interventi <strong>di</strong> restauro. Nel caso che le ricerche bibliografiche non<br />

abbiano fornito utili in<strong>di</strong>cazioni sulla provenienza del materiale si dovrà consultare la letteratura specializzata nel<br />

campo geologico e petrografico, nel tentativo <strong>di</strong> localizzare le aree <strong>di</strong> affioramento dei litotipi presenti e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

le cave o i punti <strong>di</strong> prelevamento dei medesimi.<br />

Descrizione delle alterazioni macroscopiche<br />

È assolutamente necessario procedere a un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> massima sullo stato <strong>di</strong> conservazione dell’opera e ad una<br />

descrizione delle forme <strong>di</strong> alterazione apprezzabili visivamente nei <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> materiali riconosciuti, seguendo la<br />

terminologia del documento NORMAL-1/80.<br />

MODALITÀ <strong>DI</strong> PRELIEVO PER LO STU<strong>DI</strong>O MINERALOGICO, CHIMICO, FISICO<br />

a) Prelievi in superficie. Nella generalità dei casi le superfici da esaminare sono costituite da una struttura stratificata,<br />

cosicché le superfici stesse non possono essere adeguatamente investigate se non nel loro spessore. L’entità <strong>di</strong>tale<br />

spessore è variabile nei singoli casi, sia che si tratti <strong>di</strong> una successione <strong>di</strong> strati <strong>di</strong> finitura o <strong>di</strong> depositi superficiali, sia<br />

che lo strato definibile come superficiale sia <strong>di</strong> uno costituito dal materiale stesso, <strong>di</strong>versamente alterato in rapporto alla<br />

profon<strong>di</strong>tà. Pertanto i prelievi superficiali dovranno essere eseguiti per campionature successive <strong>di</strong> tutti gli strati<br />

presenti, compreso il substrato apparentemente non alterato, e, dove possibile, operando in una zona imme<strong>di</strong>atamente<br />

a<strong>di</strong>acente un prelievo complessivo da destinare a sezione stratigrafica. Per i prelievi si farà uso degli utensili e delle<br />

tecniche <strong>di</strong> prelievo più idonei, scelti anche in base alla consistenza dei materiale.<br />

Si utilizzeranno:<br />

– pennelli a setola morbida per materiale polverulento<br />

– bisturi per il materiale incoerente<br />

– scalpelli per materiale più o meno coerente.<br />

b) Prelievi in profon<strong>di</strong>tà. L’operazione va effettuata con opportuna carotatrice in grado <strong>di</strong> fornire campioni significativi.<br />

Quando possibile, i campioni in profon<strong>di</strong>tà andranno prelevati nella stessa posizione da cui sono stati prelevati i<br />

campioni superficiali o in posizione molto prossima.<br />

Il <strong>di</strong>ametro della carota dovrà essere il più piccolo possibile, compatibilmente con la <strong>di</strong>somogeneità del materiale.<br />

L’operazione deve essere compiuta a un basso numero <strong>di</strong> giri (circa 100 giri/min.) per evitare il surriscaldamento del<br />

campione. Le carote devono essere prelevate lavorando a secco; si potrà ricorrere ad un intervento ad umido solo<br />

quando l’operazione non potrà essere condotta altrimenti. La carotatrice dovrà essere utilizzata per rotazione, dovrà<br />

essere dotata <strong>di</strong> opportuna slitta in grado <strong>di</strong> garantire la perpen<strong>di</strong>colarità dei taglio, dovrà essere dotata <strong>di</strong> regolatore <strong>di</strong><br />

velocità. Si dovranno impiegare punte a ghiera <strong>di</strong>amantata o a placchette in metallo duro, eventualmente sterilizzate per<br />

indagini microbiologiche. È necessario chiudere il foro lasciato dalla carota sul manufatto. Il riempimento deve essere<br />

fatto esclusivamente con materiale le cui caratteristiche chimiche e fisiche siano tali da impe<strong>di</strong>re effetti secondari (sali<br />

solubili, fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>latazione, ecc.).<br />

Raccolta del Materiale Prelevato. All’atto <strong>di</strong> ogni singolo prelievo è necessario valutare le <strong>di</strong>mensioni dell’area<br />

interessata e della profon<strong>di</strong>tà del prelievo (ove possibile stimando con calibro comparatore). Il campione sarà<br />

conservato in contenitori <strong>di</strong> materiale inerte e <strong>di</strong> minimo volume, preventivamente pesati, tappati ermeticamente e<br />

contrassegnati con il numero o la lettera corrispondenti al prelievo. Sarà opportuno effettuare nel più breve tempo<br />

possibile una pesata del materiale tal quale. Tale misura permetterà un apprezzamento <strong>di</strong> massima del quantitativo <strong>di</strong><br />

acqua libera presente nel campione al momento del prelievo.<br />

MODALITÀ <strong>DI</strong> PRELIEVO PER LO STU<strong>DI</strong>O BIOLOGICO<br />

Il campionamento per lo stu<strong>di</strong>o biologico deve essere effettuato sulla base <strong>di</strong> un attento esame visivo delle alterazioni<br />

tipiche ed atipiche (v. NORM A L – 1/80) presentate dal manufatto. I biodeteriogeni <strong>di</strong> interesse nel settore dei<br />

manufatti costituiti da materiali lapidei, e per i quali vanno previste specifiche modalità <strong>di</strong> campionamento, sono:<br />

– microflora chemioautotrofa ed eterotrofa (batteri del ciclo dello zolfo e del ciclo dell’azoto, batteri eterotrofi,<br />

attinomiceti, funghi microscopici)<br />

– alghe azzurre e alghe ver<strong>di</strong><br />

– licheni<br />

– muschi<br />

– erbe infestanti.<br />

Anche quando sul manufatto non sono visibili alterazioni chiaramente riferibili ad una origine biologica può essere<br />

opportuno conoscere la carica microbica dei biodeteriogeni presenti e potenzialmente dannosi. In questo caso il<br />

campionamento dovrà essere effettuato con le tecniche <strong>di</strong> seguito illustrate, scelte a seconda dei biodeteriogeni <strong>di</strong> cui si<br />

vuole stabilire la presenza. La quantità <strong>di</strong> campione da prelevare <strong>di</strong>pende dal tipo <strong>di</strong> analisi che si vuole effettuare<br />

(qualitativa o quantitativa) e dal numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti biodeteriogeni che si analizzeranno. A seconda dei casi si<br />

impiegano bisturi, pinzette o pennelli sterili. I prelievi vengono raccolti in piastre o provette sterili, che verranno poi<br />

ermeticamente chiuse con tappi sterili e nastro adesivo. Le specifiche modalità <strong>di</strong> campionamento <strong>di</strong>pendono dal tipo <strong>di</strong><br />

biodeteriogeno che si vuole ricercare.<br />

– Caratterizzazione chimico-fisico-mineralogica del materiale costruttivo (lapidei, malte, laterizi,<br />

ecc.)<br />

a) Analisi atte a determinare la composizione chimica del materiale<br />

Spettrofotometria ottica e ad assorbimento atomico – L’analisi si basa sulla proprietà dei corpi <strong>di</strong> assorbire ed emettere<br />

ra<strong>di</strong>azioni <strong>di</strong> lunghezza d’onda peculiare nei campi del visibile, dell’ultravioletto e dell’infrarosso. Ogni elemento

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