COMUNE DI TEMPIO PAUSANIA - Comune di Empoli
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In alcuni casi, laddove le superfici da rilevare non siano riscaldate per irra<strong>di</strong>amento solare <strong>di</strong>retto (superfici esterne<br />
esposte a Nord o a Sud/Sud-Est; superfici in ombra; spazi interni) l’appaltatore dovrà, ai fini del rilevamento,<br />
riscaldarne la superficie.<br />
Il riscaldamento dovrà essere eseguito con termoconvettori, capaci <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere uniformemente il calore sulla<br />
superficie e <strong>di</strong> consentire in tal modo alla strumentazione la corretta lettura del fenomeno. L’uso <strong>di</strong> lampade ad<br />
infrarosso, comporterà invece un riscaldamento meno omogeneo e, quin<strong>di</strong>, meno efficace ai fini del rilevamento dei<br />
dati.<br />
Per migliorare o per consentire alcune riprese dovranno essere utilizzati sistemi <strong>di</strong> raffreddamento criogenici che<br />
impiegano azoto liquido (–196°C) o argon (–186°C), sistemi termoelettrici (–70°C) o a cicli frigoriferi – ciclo stirling –<br />
(–197°C).<br />
UNI 10824-1:2000 – 29/02/2000 – Prove non <strong>di</strong>struttive – Termografia all’infrarosso – Termini e definizioni.<br />
b) Indagini endoscopiche – L’appaltatore dovrà adoperare endoscopi elettronici o a fibre ottiche adatti per raggiungere<br />
le cavità inaccessibili, grazie ai loro <strong>di</strong>ametri piccoli, (da qualche centimetro a pochi millimetri), al fine <strong>di</strong> consentirne<br />
l’osservazione <strong>di</strong>retta. Saranno dotati <strong>di</strong> sistema <strong>di</strong> illuminazione dell’area e <strong>di</strong> idonei sistemi fotografici o <strong>di</strong><br />
registrazione applicati all’oculare. Tramite questo sistema l’appaltatore dovrà esaminare condotte o parti cave <strong>di</strong> piccole<br />
<strong>di</strong>mensioni quali condutture <strong>di</strong> impianti, intercape<strong>di</strong>ni, strutture nascoste, cavità situate nella muratura, canne fumarie,<br />
appoggi <strong>di</strong> solai ecc.; al fine <strong>di</strong> agevolare l’uso degli endoscopi l’appaltatore dovrà effettuare, <strong>di</strong>etro specifiche <strong>di</strong>rettive<br />
della D.L. piccoli carotaggi. L’appaltatore sarà tenuto a fornire una sod<strong>di</strong>sfacente documentazione fotografia o filmata<br />
sull’indagine svolta restituendo le informazioni ottenute nella forma richiesta.<br />
c) Indagini magnetometriche – L’appaltatore utilizzerà i sistemi magnetometrici per l’in<strong>di</strong>viduazione dei materiali<br />
ferrosi inglobati in altri materiali o per in<strong>di</strong>viduare i punti <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuità del campo magnetico sfruttando il principio<br />
dell’induzione elettromagnetica, ovvero della capacità <strong>di</strong> un campo magnetico <strong>di</strong> indurre una corrente elettrica e<br />
viceversa. A tal fine potrà utilizzare un metal-detector composto da un oscillatore che genera la corrente ad alta<br />
frequenza attraverso una bobina. In presenza <strong>di</strong> metalli registrerà un forte assorbimento <strong>di</strong> corrente, proporzionale al<br />
quadrato della <strong>di</strong>stanza. Se richiesto utilizzerà modelli muniti <strong>di</strong> una bobina con emissioni a frequenza costante; in<br />
questo caso il campo magnetico sarà intercettato da una seconda bobina, posta perpen<strong>di</strong>colarmente alla prima. In<br />
presenza <strong>di</strong> metalli il campo si deformerà e tale deformazione verrà registrata dalla seconda bobina e lo strumento sarà<br />
in grado <strong>di</strong> rilevare metalli a <strong>di</strong>stanze o profon<strong>di</strong>tà maggiori rispetto al primo tipo, senza tuttavia fornire informazioni<br />
sulla geometria degli oggetti in<strong>di</strong>viduati. Qualsiasi sia la natura dello strumento l’appaltatore sarà tenuto a rispettare le<br />
istruzioni d’uso fornite dal produttore ed a segnalare i rinvenimenti su <strong>di</strong> una specifica mappa. A prova terminata<br />
l’appaltatore dovrà ricollocare il mattone e restituire le informazioni ottenute nella forma richiesta.<br />
d) Indagini colorimetriche – La caratterizzazione colorimetrica <strong>di</strong> un materiale, in funzione dell’angolo <strong>di</strong> incidenza e <strong>di</strong><br />
riflessione, è particolarmente complessa dovendo spesso misurare piccolissime variazioni <strong>di</strong> colore accompagnate a<br />
notevoli <strong>di</strong>sparità nei valori della luminanza del campione. La corretta scelta dello strumento <strong>di</strong> misura in base alle<br />
proprie caratteristiche nominali e un’attenta valutazione <strong>di</strong> tutte le cause <strong>di</strong> incertezza, sono pre-requisiti in<strong>di</strong>spensabili<br />
per ottenere risultati adeguati alle o<strong>di</strong>erne richieste applicative. L’uso della strumentazione appositamente sviluppata<br />
per eseguire <strong>di</strong>rettamente questo tipo <strong>di</strong> integrazioni, rende le misurazioni veloci ed economiche. Per contro, è<br />
necessario ricorrere a campioni <strong>di</strong> riferimento tarati, sia per <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una verifica sperimentale dell’incertezza <strong>di</strong><br />
misura stimata, sia, in molti casi, per poter eseguire la misurazione stessa.<br />
L’appaltatore utilizzerà in parte la fotografia parametrizzata e in parte le indagini effettuate in laboratorio. Tramite la<br />
fotografia parametrizzata riprenderà il manufatto con riferimento alle scale colorimetriche standar<strong>di</strong>zzate secondo la<br />
scala Munsell. Le prove <strong>di</strong> laboratorio permetteranno <strong>di</strong> stabilire la determinazione chimica delle cariche e dei pigmenti<br />
contenuti nel rivestimento. A prova terminata l’appaltatore dovrà ricollocare il mattone e restituire le informazioni<br />
ottenute nella forma richiesta<br />
– Indagini rivolte alla caratterizzazione dei materiali e all’accertamento dei loro degra<strong>di</strong> e delle<br />
patologie<br />
MODALITÀ PER IL CAMPIONAMENTO <strong>DI</strong> MATERIALE IN OPERA – CRITERI PER IL CAMPIONAMENTO<br />
La scelta del tipo e del numero <strong>di</strong> campioni da prelevare dall’opera va fatta sia in base ai <strong>di</strong>versi tipi litologici presenti,<br />
sia in base ad una osservazione visiva in loco. Da tale osservazione possono emergere:<br />
– eventuali <strong>di</strong>fferenze originarie riscontrate nell’ambito <strong>di</strong> uno stesso tipo <strong>di</strong> materiale<br />
– tipi fondamentali <strong>di</strong> materiali impiegati nell’opera (rocce magmatiche, metamorfiche, se<strong>di</strong>mentarie, laterizi, intonaci e/o<br />
stucchi e malte)<br />
– macrostrutture (tessiture) dei tipi litologici riconosciuti<br />
– colore ed altre eventuali caratteristiche dei materiali (per es. granulometria, se apprezzabile visivamente)<br />
– posizionamento in opera del materiale litoide rispetto alle macrostrutture<br />
– varie forme e sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> degradazione, anche in funzione della quota e dell’esposizione<br />
– alterazioni <strong>di</strong> origine biologica, tipiche ed atipiche (v. NORMAL – 1/80)<br />
– eventuali precedenti interventi <strong>di</strong> restauro (pulitura, consolidamento, protezione, ecc.) o <strong>di</strong> sostituzione.<br />
Documentazione – Vanno eseguite fotografie dell’opera nel suo complesso, delle parti che presentano vari sta<strong>di</strong> e forme<br />
<strong>di</strong> degradazione (macrofotografie) e delle zone da cui verranno prelevati i campioni. È inoltre necessario fornire una<br />
esauriente descrizione dei campioni prelevati, secondo la terminologia del documento NORMAL – 1/80, completandola<br />
con una documentazione fotografica dei campioni stessi e delle relative zone dopo il prelievo. È assolutamente<br />
necessario, infine, effettuare ricerche bibliografiche sulla natura e sulla provenienza dei materiali o delle materie prime