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COMUNE DI TEMPIO PAUSANIA - Comune di Empoli

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alimentazione ai nebulizzatori); l’appaltatore provvederà alla formazione <strong>di</strong> adatti circuiti idraulici con tubi in PVC per<br />

la <strong>di</strong>stribuzione ad un sufficiente numero <strong>di</strong> ugelli nebulizzatori completi <strong>di</strong> rubinetti per la limitazione del flusso, tubi<br />

terminali flessibili con ugelli conici per la regolazione fine della nebbia <strong>di</strong> uscita. In ogni caso l’adatto tempo <strong>di</strong><br />

intervento sarà da determinarsi su tassellature campione a tempi crescenti concordati con la D.L.<br />

Apparecchiature ad ultrasuoni – L’appaltatore, se previsto, dovrà adoperare speciali <strong>di</strong>spositivi atti a rimuovere,<br />

me<strong>di</strong>ante leggere sollecitazioni prodotte da microonde (25 Khz) trasmesse da un piccolo spray ad acqua, le incrostazioni<br />

più resistenti, le apparecchiature ad ultrasuoni, adatte per la loro precisione al trattamento <strong>di</strong> manufatti policromi <strong>di</strong><br />

particolare pregio artistico, potranno essere utilizzate solo da personale altamente specializzato.<br />

Microsabbiatura <strong>di</strong> precisione – La microsabbiatrice è uno strumento <strong>di</strong> precisione che sfrutta l’azione fortemente<br />

abrasiva <strong>di</strong> microsfere <strong>di</strong> vetro o <strong>di</strong> albumina (40 m), spinta da aria compressa. L’appaltatore, per effettuare<br />

microsabbiature, dovrà impiegare solo personale specializzato ed operare esclusivamente sulle zone ricoperte da<br />

incrostazioni avendo cura <strong>di</strong> pulire i particolari architettonici senza alterarne i volumi.<br />

L’appaltatore potrà utilizzare ugelli <strong>di</strong> vario <strong>di</strong>ametro (0,4 – 3 mm) scegliendoli in rapporto alla pressione d’esercizio<br />

(0,5 – 4 atm), alla granulometria dell’inerte e principalmente al tipo <strong>di</strong> supporto da pulire. Gli inerti potranno essere<br />

microsfere <strong>di</strong> vetro o <strong>di</strong> allumina, corindone bianco, silice micronizzata, del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> qualche decina <strong>di</strong> micron<br />

(coefficiente <strong>di</strong> durezza della scala moshs = 9; <strong>di</strong>mensioni sfere 100-15 0-180-2 00 mesh), carbonato <strong>di</strong> calcio o<br />

bicarbonato <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o che hanno durezza <strong>di</strong> poco superiore alla superficie da pulire (durezza = 3 mosh). La<br />

microsabbiatura dovrà esercitare l’azione abrasiva con grande precisione e con gradualità, anche in zone<br />

particolarmente sfavorevoli (sottosquadri, cornici), regolando la pressione <strong>di</strong> esercizio. Per la delicatezza<br />

dell’apparecchiatura si richiede l’intervento <strong>di</strong> operatori altamente qualificati e l’impiego su superfici poco estese.<br />

Aeroabrasivo ad umido a bassa pressione – L’appaltatore, <strong>di</strong>etro specifica autorizzazione della D.L. potrà impiegare<br />

sistemi ad aria compressa a bassa pressione (1-5 bar) e ugelli <strong>di</strong> vario <strong>di</strong>ametro (mm 1-8). La superficie interessata verrà<br />

irrorata da un aerosol <strong>di</strong> acqua deionizzata nebulizzata mista ad inerti selezionati come quelli impiegati per la<br />

microsabbiatura (silice micronizzata; ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> alluminio, microsfere <strong>di</strong> vetro). L’appaltatore dovrà quin<strong>di</strong> provvedere<br />

sia alla raccolta dell’acqua impiegata, che all’accurata protezione delle superfici a<strong>di</strong>acenti. effettuando il trattamento<br />

esclusivamente in stagioni calde.<br />

Pulizia chimica – L’appaltatore potrà utilizzare solamente quei detergenti chimici dalle caratteristiche richieste dall’art.<br />

“Prodotti per la pulizia dei materiali lapidei” del presente capitolato che dovrà applicare esclusivamente sulle<br />

incrostazioni avendo cura <strong>di</strong> controllarne l’azione corrosiva in modo da non compromettere l’integrità dei materiali<br />

lapidei. Dovrà impiegare preferibilmente formulati in pasta da <strong>di</strong>luire con le percentuali d’acqua stabilite dalla D.L.<br />

L’appaltatore per la pulizia <strong>di</strong> materiali porosi, assorbenti e deteriorati non dovrà assolutamente utilizzare detergenti<br />

chimici che, invece, potrà impiegare per rimuovere lo sporco depositatosi su superfici integre e compatte. Egli dovrà in<br />

ogni caso eseguire subito dopo la pulizia lavaggi con abbondante acqua e con neutralizzatori. Se richiesto, l’appaltatore<br />

dovrà attenuare l’azione corrosiva inserendo fogli <strong>di</strong> carta assorbente fra la pietra e la pasta chimica.<br />

Argille assorbenti – L’appaltatore dovrà <strong>di</strong>luire l’argilla con un quantitativo d’acqua sufficiente a renderla pastosa e<br />

lavorabile; quin<strong>di</strong>, applicherà l’impasto sul manufatto con le mani o con piccole spatole flessibili e farà aderire<br />

all’impasto dei teli <strong>di</strong> garza su cui stenderà del cotone idrofilo bagnato; infine, coprirà il tutto con teli <strong>di</strong> nylon aperti in<br />

alto al fine <strong>di</strong> permettere il ciclico inumi<strong>di</strong>mento del cotone. Ogni 2-3 giorni, dovrà controllare che l’impacco sia<br />

sufficientemente umido e in caso contrario bagnarlo e sigillarlo. Trascorso un congruo numero <strong>di</strong> giorni, generalmente<br />

valutato con prove applicative, dovrà togliere i teli <strong>di</strong> nylon per lasciare essiccare l’argilla che, in seguito, asporterà con<br />

lavaggi a base d’acqua deionizzata. Se l’argilla non riuscisse a sciogliere le incrostazioni, l’appaltatore dovrà <strong>di</strong>luirla<br />

con piccole quantità <strong>di</strong> agenti chimici o sostituire l’acqua d’impasto con sostanze solventi a bassissima concentrazione;<br />

il tutto <strong>di</strong>etro specifica autorizzazione degli organi preposti alla tutela e dopo specifiche analisi <strong>di</strong> laboratorio.<br />

Inoltre, se previsto dagli elaborati <strong>di</strong> progetto o richiesto dalla D.L., dovrà preparare gli impacchi aggiungendo<br />

all’argilla, urea, glicerina o altre sostanze capaci <strong>di</strong> pulire le croste molto spesse me<strong>di</strong>ante l’azione solvente esercitata<br />

dai nitrobatteri. L’appaltatore avrà, infine, l’obbligo <strong>di</strong> mantenere l’impacco attivo sulle croste per il tempo ritenuto<br />

necessario dalla D.L. ad assolvere la sua funzione detergente.<br />

Sistemi laser – L’apparecchiatura selettiva laser (Light Amplification by Stimulated Emission of Ra<strong>di</strong>ation), ad alta<br />

precisione, è in grado <strong>di</strong> rimuovere depositi da marmi e da materiali <strong>di</strong> colore chiaro, depositi e patine superficiali da<br />

legno, bronzo, terrecotte e intonaci. Sottoposti ad impulsi successivi (spot) <strong>di</strong> raggio laser, i depositi superficiali<br />

assorbono selettivamente, con una conseguente evaporazione <strong>di</strong> sostanze con la rottura dei legami chimici e con un<br />

effetto fotomeccanico. Inoltre, l’onda d’urto collegata alla rapida espansione dei gas emessi durante la fase appena<br />

descritta, provoca un effetto <strong>di</strong> rimozione delle particelle <strong>di</strong> deposito debolmente aderenti alla superficie. Lo strato<br />

interessato viene colpito dalla ra<strong>di</strong>azione per spessori <strong>di</strong> qualche micron. Non viene quin<strong>di</strong> intaccato lo strato sottostante<br />

con coefficiente <strong>di</strong> assorbimento inferiore (specialmente se <strong>di</strong> colore chiaro). Il laser permette <strong>di</strong> rispettare<br />

integralmente la patina <strong>di</strong> materiali sui quali siano presenti croste e depositi scuri; per contro ha alti costi <strong>di</strong> esercizio,<br />

dovuti alla specificità dell’apparecchiatura e ai tempi <strong>di</strong> intervento.<br />

Il raggio laser sarà condotto sulla superficie da pulire utilizzando un braccio snodato meccanico della lunghezza <strong>di</strong> circa<br />

m 2 o tramite un sistema a fibre ottiche che conducono le ra<strong>di</strong>azioni sino ad una pistola che viene utilizzata <strong>di</strong>rettamente<br />

dall’operatore (la <strong>di</strong>stanza tra apparecchio e superficie si aggira intorno a m 10 - 12). L’apparecchio deve possedere<br />

buone doti <strong>di</strong> maneggevolezza, avere la possibilità <strong>di</strong> regolare l’emissione <strong>di</strong> energia per impulso, la modulazione delle<br />

frequenze <strong>di</strong> emissione, la focalizzazione del raggio sulla superficie dell’oggetto da pubre.<br />

Andranno attentamente verificati in fase operativa i tempi, la lunghezza d’onda e l’energia <strong>di</strong> impulso<br />

dell’apparecchiatura che verrà s’intende utilizzare; risulta pertanto importante effettuare un’appropriata selezione delle

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