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vialattea magazine 2010-2011

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Schneider a Poet Morand. L’autore del sito sostiene<br />

che il filmato non sia sfuggito agli italiani, che<br />

però non cercarono di capire dove queste armi<br />

fossero dislocate: “… è la prova evidente che non<br />

si fece nulla per evitare il massacro degli artiglieri<br />

dello Chaberton”. Dal punto di vista geografico e<br />

geologico, lo Chaberton è una notevole piramide<br />

rocciosa, che si estende con versanti di notevole<br />

pendenza verso est ed ovest. La vetta si trova sulla<br />

cresta spartiacque che si estende da nord a sud,<br />

limitata idealmente a nord dal Colle dello Chaberton<br />

e a sud dal Colle del Monginevro. La vetta fu<br />

pesantemente modificata nel corso dei lavori di<br />

costruzione della batteria fortificata e si presenta<br />

oggi come un'ampia spianata, raggiunta dall'antica<br />

strada militare di servizio. Il monte costituisce<br />

una classica meta per itinerari escursionistici e<br />

scialpinistici.<br />

IL PERCORSO PIù FACILE, mA DECISAmENTE<br />

PIù LUNGO, SI SvILUPPA LUNGO L'ANTICA<br />

STRADA mILITARE ChE PARTE DA FENILS,<br />

FRAzIONE DI CESANA TORINESE, SUL TRAC-<br />

CIATO DELLA vECChIA STRADA CARROzzA-<br />

BILE DELLO ChABERTON.<br />

La strada sale da Fenils al Colle dello Chaberton,<br />

e da qui fino in vetta. Dalla partenza saranno<br />

trascorse almeno cinque ore. Pur con qualche<br />

difficoltà, la strada è percorribile anche con la<br />

mountain bike.<br />

UN ITINERARIO PIù DIFFICILE, CON DIFFICOL-<br />

Tà DI TIPO ALPINISTICO, SI SVILUPPA LUNGO<br />

LA CRESTA SSE, MA IL PERCORSO PIù UTILIZ-<br />

ZATO DAGLI ESCURSIONISTI PUò PARTIRE DA<br />

CLAVIERE, IN TERRITORIO ITALIANO O DA<br />

MONGINEVRO, IN TERRITORIO FRANCESE,<br />

per seguire, poco dopo la partenza, un unico itinerario.<br />

Volendo partire da Monginevro, si può lasciare<br />

l’auto poco oltre l’ampio parcheggio riservato<br />

a camper ed autocaravan che si trova svoltando<br />

a destra appena oltre l’ex posto di frontiera francese.<br />

Si imbocca quindi una comoda carrozzabile<br />

sterrata sulla sinistra, dove campeggia l’inquietante<br />

cartello “Chaberton 5 h”. Non lasciatevi scoraggiare!<br />

Con un minimo di allenamento, si può arrivare<br />

alla meta in poco più di tre ore. Seguendo la<br />

carrozzabile, da quota 1900 si risale il vallone delle<br />

Baisses, costeggiando il Rio Secco sulla destra oro-<br />

grafica, in dolce salita fino alle Grange les Baisses,<br />

dove una prima importante erta ci porta a quota<br />

2100. Superato il dislivello, ci si ritrova in un’ampia<br />

spianata e si riconoscono sulla sinistra gli impianti<br />

di risalita del Rocher Rouge. Il nostro percorso attraversa<br />

il letto del Rio che, almeno in estate tiene<br />

fede al suo nome, essendo asciutto, e ci si prepara<br />

alla lunga salita verso il Colle dello Chaberton,<br />

che inizia dopo aver superato, a quota 2253, quel<br />

che resta del Ricovero Sette Fontane, raso al suolo<br />

da una slavina nella primavera del 2009. A quota<br />

2674 si raggiunge il Colle dello Chaberton, dove<br />

si trovano dei baraccamenti ottocenteschi e due<br />

opere in caverna di epoca successiva destinate a<br />

difendere l'accesso al colle, congiungendosi così<br />

con il percorso che sale da Fenils. Proseguendo<br />

si risale il crinale del monte con varie svolte, tra<br />

reticolati e resti di opere di sbarramento, fino a<br />

raggiungere lo spalto della batteria, a quota 3130<br />

m. Qui la fatica della salita viene ripagata: la vista<br />

spazia dal Monte Bianco sino al Monviso e oltre,<br />

in uno scenario di incomparabile bellezza. Le rovine<br />

della Batteria dello Chaberton sono ancora<br />

visitabili, ma si deve prestare particolare attenzione:<br />

la parte sotterranea non è illuminata ed è<br />

spesso ingombra di ghiaccio. Inoltre, trattandosi<br />

di un'opera lasciata a se stessa, senza alcun tipo<br />

di manutenzione da decenni, si possono correre<br />

parecchi rischi. Tutta la batteria è percorsa da un<br />

corridoio principale ora pieno di neve e da un’intercapedine.<br />

Da ambo le parti è possibile accedere<br />

alle stanze e alle torri, ma solo una è percorribile<br />

fino alla sommità. Più che dalla visita ai ruderi,<br />

invero un po’ tetri e sinistri, il vero piacere è dato<br />

dal panorama, che a 360 gradi è eccezionale. Più<br />

che a tristi e drammatici ricordi di guerra, meglio<br />

rivolgere il proprio pensiero a qualcosa di superiore<br />

che, davanti ad uno spettacolo del genere,<br />

diviene tangibile.<br />

Bibliografia essenziale: Edoardo Castellano, Distruggete lo Chaberton!,<br />

Edizioni il Capitello, Torino, 1984 // Pier Giorgio Corino e Piero Gastaldo,<br />

"La Montagna Fortificata", ed. Melli, Borgone di Susa, 1993 // Pier Giorgio<br />

Corino, “La batteria dello Chaberotn e la piazza militare di Cesana”, Elena<br />

Morea editore, Torino, 2006 // Mauro Minola, Beppe Ronco: Fortificazioni<br />

nell'arco alpino, Quaderni di cultura alpina, Priuli & Verlucca editori, Torino,<br />

2008, // Silvia Tenderini "Ospitalità sui passi alpini" ed. Centro Documentazione<br />

Alpina, Torino, 2000. Sitografia essenziale:<br />

http://chaberton.altervista.org<br />

http://www.bardonecchiafortificata.it/batteryChaberton.htm<br />

http://www.icsm.it/world/reportage/chaberton.html<br />

http://www.reocities.com/antichevie/monginevro.html<br />

territorio<br />

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