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Schneider a Poet Morand. L’autore del sito sostiene<br />
che il filmato non sia sfuggito agli italiani, che<br />
però non cercarono di capire dove queste armi<br />
fossero dislocate: “… è la prova evidente che non<br />
si fece nulla per evitare il massacro degli artiglieri<br />
dello Chaberton”. Dal punto di vista geografico e<br />
geologico, lo Chaberton è una notevole piramide<br />
rocciosa, che si estende con versanti di notevole<br />
pendenza verso est ed ovest. La vetta si trova sulla<br />
cresta spartiacque che si estende da nord a sud,<br />
limitata idealmente a nord dal Colle dello Chaberton<br />
e a sud dal Colle del Monginevro. La vetta fu<br />
pesantemente modificata nel corso dei lavori di<br />
costruzione della batteria fortificata e si presenta<br />
oggi come un'ampia spianata, raggiunta dall'antica<br />
strada militare di servizio. Il monte costituisce<br />
una classica meta per itinerari escursionistici e<br />
scialpinistici.<br />
IL PERCORSO PIù FACILE, mA DECISAmENTE<br />
PIù LUNGO, SI SvILUPPA LUNGO L'ANTICA<br />
STRADA mILITARE ChE PARTE DA FENILS,<br />
FRAzIONE DI CESANA TORINESE, SUL TRAC-<br />
CIATO DELLA vECChIA STRADA CARROzzA-<br />
BILE DELLO ChABERTON.<br />
La strada sale da Fenils al Colle dello Chaberton,<br />
e da qui fino in vetta. Dalla partenza saranno<br />
trascorse almeno cinque ore. Pur con qualche<br />
difficoltà, la strada è percorribile anche con la<br />
mountain bike.<br />
UN ITINERARIO PIù DIFFICILE, CON DIFFICOL-<br />
Tà DI TIPO ALPINISTICO, SI SVILUPPA LUNGO<br />
LA CRESTA SSE, MA IL PERCORSO PIù UTILIZ-<br />
ZATO DAGLI ESCURSIONISTI PUò PARTIRE DA<br />
CLAVIERE, IN TERRITORIO ITALIANO O DA<br />
MONGINEVRO, IN TERRITORIO FRANCESE,<br />
per seguire, poco dopo la partenza, un unico itinerario.<br />
Volendo partire da Monginevro, si può lasciare<br />
l’auto poco oltre l’ampio parcheggio riservato<br />
a camper ed autocaravan che si trova svoltando<br />
a destra appena oltre l’ex posto di frontiera francese.<br />
Si imbocca quindi una comoda carrozzabile<br />
sterrata sulla sinistra, dove campeggia l’inquietante<br />
cartello “Chaberton 5 h”. Non lasciatevi scoraggiare!<br />
Con un minimo di allenamento, si può arrivare<br />
alla meta in poco più di tre ore. Seguendo la<br />
carrozzabile, da quota 1900 si risale il vallone delle<br />
Baisses, costeggiando il Rio Secco sulla destra oro-<br />
grafica, in dolce salita fino alle Grange les Baisses,<br />
dove una prima importante erta ci porta a quota<br />
2100. Superato il dislivello, ci si ritrova in un’ampia<br />
spianata e si riconoscono sulla sinistra gli impianti<br />
di risalita del Rocher Rouge. Il nostro percorso attraversa<br />
il letto del Rio che, almeno in estate tiene<br />
fede al suo nome, essendo asciutto, e ci si prepara<br />
alla lunga salita verso il Colle dello Chaberton,<br />
che inizia dopo aver superato, a quota 2253, quel<br />
che resta del Ricovero Sette Fontane, raso al suolo<br />
da una slavina nella primavera del 2009. A quota<br />
2674 si raggiunge il Colle dello Chaberton, dove<br />
si trovano dei baraccamenti ottocenteschi e due<br />
opere in caverna di epoca successiva destinate a<br />
difendere l'accesso al colle, congiungendosi così<br />
con il percorso che sale da Fenils. Proseguendo<br />
si risale il crinale del monte con varie svolte, tra<br />
reticolati e resti di opere di sbarramento, fino a<br />
raggiungere lo spalto della batteria, a quota 3130<br />
m. Qui la fatica della salita viene ripagata: la vista<br />
spazia dal Monte Bianco sino al Monviso e oltre,<br />
in uno scenario di incomparabile bellezza. Le rovine<br />
della Batteria dello Chaberton sono ancora<br />
visitabili, ma si deve prestare particolare attenzione:<br />
la parte sotterranea non è illuminata ed è<br />
spesso ingombra di ghiaccio. Inoltre, trattandosi<br />
di un'opera lasciata a se stessa, senza alcun tipo<br />
di manutenzione da decenni, si possono correre<br />
parecchi rischi. Tutta la batteria è percorsa da un<br />
corridoio principale ora pieno di neve e da un’intercapedine.<br />
Da ambo le parti è possibile accedere<br />
alle stanze e alle torri, ma solo una è percorribile<br />
fino alla sommità. Più che dalla visita ai ruderi,<br />
invero un po’ tetri e sinistri, il vero piacere è dato<br />
dal panorama, che a 360 gradi è eccezionale. Più<br />
che a tristi e drammatici ricordi di guerra, meglio<br />
rivolgere il proprio pensiero a qualcosa di superiore<br />
che, davanti ad uno spettacolo del genere,<br />
diviene tangibile.<br />
Bibliografia essenziale: Edoardo Castellano, Distruggete lo Chaberton!,<br />
Edizioni il Capitello, Torino, 1984 // Pier Giorgio Corino e Piero Gastaldo,<br />
"La Montagna Fortificata", ed. Melli, Borgone di Susa, 1993 // Pier Giorgio<br />
Corino, “La batteria dello Chaberotn e la piazza militare di Cesana”, Elena<br />
Morea editore, Torino, 2006 // Mauro Minola, Beppe Ronco: Fortificazioni<br />
nell'arco alpino, Quaderni di cultura alpina, Priuli & Verlucca editori, Torino,<br />
2008, // Silvia Tenderini "Ospitalità sui passi alpini" ed. Centro Documentazione<br />
Alpina, Torino, 2000. Sitografia essenziale:<br />
http://chaberton.altervista.org<br />
http://www.bardonecchiafortificata.it/batteryChaberton.htm<br />
http://www.icsm.it/world/reportage/chaberton.html<br />
http://www.reocities.com/antichevie/monginevro.html<br />
territorio<br />
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