territorio 74 già citati alla batteria (3 medaglie d' argento e 6 medaglie di bronzo) e in seguito uno all' ospedale di Pinerolo (medaglia d' oro). Nello splendido sito internet dedicato alla vicenda dello Chaberton, assolutamente da visitare per avere un quadro esaustivo dell’argomento (http:// Foto archivio Sestrieres SpA chaberton.altervista.org), Roberto Guasco ha raccolto una interessantissima serie di documenti dell’epoca, fotografie ed anche un filmato tratto dal Journal de guerre n. 4 dell’ottobre 1939, trasmesso all’epoca in tutte le sale cinematografiche francesi, in cui si vedono chiaramente i mortai
Schneider a Poet Morand. L’autore del sito sostiene che il filmato non sia sfuggito agli italiani, che però non cercarono di capire dove queste armi fossero dislocate: “… è la prova evidente che non si fece nulla per evitare il massacro degli artiglieri dello Chaberton”. Dal punto di vista geografico e geologico, lo Chaberton è una notevole piramide rocciosa, che si estende con versanti di notevole pendenza verso est ed ovest. La vetta si trova sulla cresta spartiacque che si estende da nord a sud, limitata idealmente a nord dal Colle dello Chaberton e a sud dal Colle del Monginevro. La vetta fu pesantemente modificata nel corso dei lavori di costruzione della batteria fortificata e si presenta oggi come un'ampia spianata, raggiunta dall'antica strada militare di servizio. Il monte costituisce una classica meta per itinerari escursionistici e scialpinistici. IL PERCORSO PIù FACILE, mA DECISAmENTE PIù LUNGO, SI SvILUPPA LUNGO L'ANTICA STRADA mILITARE ChE PARTE DA FENILS, FRAzIONE DI CESANA TORINESE, SUL TRAC- CIATO DELLA vECChIA STRADA CARROzzA- BILE DELLO ChABERTON. La strada sale da Fenils al Colle dello Chaberton, e da qui fino in vetta. Dalla partenza saranno trascorse almeno cinque ore. Pur con qualche difficoltà, la strada è percorribile anche con la mountain bike. UN ITINERARIO PIù DIFFICILE, CON DIFFICOL- Tà DI TIPO ALPINISTICO, SI SVILUPPA LUNGO LA CRESTA SSE, MA IL PERCORSO PIù UTILIZ- ZATO DAGLI ESCURSIONISTI PUò PARTIRE DA CLAVIERE, IN TERRITORIO ITALIANO O DA MONGINEVRO, IN TERRITORIO FRANCESE, per seguire, poco dopo la partenza, un unico itinerario. Volendo partire da Monginevro, si può lasciare l’auto poco oltre l’ampio parcheggio riservato a camper ed autocaravan che si trova svoltando a destra appena oltre l’ex posto di frontiera francese. Si imbocca quindi una comoda carrozzabile sterrata sulla sinistra, dove campeggia l’inquietante cartello “Chaberton 5 h”. Non lasciatevi scoraggiare! Con un minimo di allenamento, si può arrivare alla meta in poco più di tre ore. Seguendo la carrozzabile, da quota 1900 si risale il vallone delle Baisses, costeggiando il Rio Secco sulla destra oro- grafica, in dolce salita fino alle Grange les Baisses, dove una prima importante erta ci porta a quota 2100. Superato il dislivello, ci si ritrova in un’ampia spianata e si riconoscono sulla sinistra gli impianti di risalita del Rocher Rouge. Il nostro percorso attraversa il letto del Rio che, almeno in estate tiene fede al suo nome, essendo asciutto, e ci si prepara alla lunga salita verso il Colle dello Chaberton, che inizia dopo aver superato, a quota 2253, quel che resta del Ricovero Sette Fontane, raso al suolo da una slavina nella primavera del 2009. A quota 2674 si raggiunge il Colle dello Chaberton, dove si trovano dei baraccamenti ottocenteschi e due opere in caverna di epoca successiva destinate a difendere l'accesso al colle, congiungendosi così con il percorso che sale da Fenils. Proseguendo si risale il crinale del monte con varie svolte, tra reticolati e resti di opere di sbarramento, fino a raggiungere lo spalto della batteria, a quota 3130 m. Qui la fatica della salita viene ripagata: la vista spazia dal Monte Bianco sino al Monviso e oltre, in uno scenario di incomparabile bellezza. Le rovine della Batteria dello Chaberton sono ancora visitabili, ma si deve prestare particolare attenzione: la parte sotterranea non è illuminata ed è spesso ingombra di ghiaccio. Inoltre, trattandosi di un'opera lasciata a se stessa, senza alcun tipo di manutenzione da decenni, si possono correre parecchi rischi. Tutta la batteria è percorsa da un corridoio principale ora pieno di neve e da un’intercapedine. Da ambo le parti è possibile accedere alle stanze e alle torri, ma solo una è percorribile fino alla sommità. Più che dalla visita ai ruderi, invero un po’ tetri e sinistri, il vero piacere è dato dal panorama, che a 360 gradi è eccezionale. Più che a tristi e drammatici ricordi di guerra, meglio rivolgere il proprio pensiero a qualcosa di superiore che, davanti ad uno spettacolo del genere, diviene tangibile. Bibliografia essenziale: Edoardo Castellano, Distruggete lo Chaberton!, Edizioni il Capitello, Torino, 1984 // Pier Giorgio Corino e Piero Gastaldo, "La Montagna Fortificata", ed. Melli, Borgone di Susa, 1993 // Pier Giorgio Corino, “La batteria dello Chaberotn e la piazza militare di Cesana”, Elena Morea editore, Torino, 2006 // Mauro Minola, Beppe Ronco: Fortificazioni nell'arco alpino, Quaderni di cultura alpina, Priuli & Verlucca editori, Torino, 2008, // Silvia Tenderini "Ospitalità sui passi alpini" ed. Centro Documentazione Alpina, Torino, 2000. Sitografia essenziale: http://chaberton.altervista.org http://www.bardonecchiafortificata.it/batteryChaberton.htm http://www.icsm.it/world/reportage/chaberton.html http://www.reocities.com/antichevie/monginevro.html territorio 75
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