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territorio<br />
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Il passaggio tra le torri e dello Chaberton. Il tunnel ricoperto di ghiaccio. La foto è stata scattata all’inizio<br />
del mese di settembre, dopo una calda estate.<br />
epoca romana: in particolare viene citato come<br />
uno dei possibili passaggi utilizzati dall'esercito<br />
cartaginese di Annibale nel 218 a.C. e nelle guerre<br />
di conquista delle Gallie. Sempre in epoca romana<br />
il Colle del Monginevro segnava il punto di<br />
partenza della Via Domizia, la strada costruita per<br />
iniziativa del console Gneo Domizio Enobarbo e<br />
inaugurata nel 118 a. C., che collegava l'Italia alla<br />
recentemente conquistata hispania attraverso il<br />
sud della Gallia. Da Augusta Taurinorum (Torino)<br />
fu realizzata una strada interamente carrozzabile<br />
che attraversava Segusia (Susa), raggiungeva il<br />
Matrona Mons (Monginevro), e di lì scendeva a<br />
Brigantio (Briancon).<br />
Se il lato ora in territorio francese non dava eccessive<br />
preoccupazioni, il versante italiano, formato<br />
proprio dalle prime pendici dello Chaberton, per<br />
la sua conformazione presentava grandi difficoltà,<br />
che Ammiano Marcellino, storico romano di età<br />
tardo imperiale, così descrisse: “dalla parte della<br />
Gallia infatti appare come un pendio quasi dolce,<br />
ma il versante opposto è orrido per le rocce che si<br />
levano a picco, specialmente in primavera, quando,<br />
sciogliendosi il gelo e la neve al soffio dei venti caldi,<br />
gli uomini che scendono con passo malfermo, attraverso<br />
dirupi scoscesi da entrambe le parti e crepacci<br />
nascosti dal ghiaccio, precipitano insieme agli animali<br />
da soma e ai carri.”<br />
Venendo a tempi più recenti, con l'adesione del<br />
Regno d'Italia alla Triplice Alleanza, stretta con<br />
l'Impero Austro-ungarico e con la Germania nel<br />
1882 quale patto militare difensivo, inizialmente<br />
voluto principalmente dall’Italia, desiderosa di<br />
rompere il suo isolamento e di contrastare la Francia<br />
che aveva occupato Tunisi, tornò d’attualità la<br />
difesa dei confini occidentali.<br />
Gli Alti Comandi italiani misero dunque in atto la<br />
fortificazione di quella frontiera e, dopo aver ultimato<br />
le fortificazioni al valico del Moncenisio, per<br />
la difesa del Monginevro venne decisa la costruzione<br />
di un forte sulla sommità del monte Chaberton,<br />
che dominava la conca di Briançon, città<br />
già interamente fortificata dal grande ingegnere<br />
militare francese Vauban nel xVIII secolo. Dalla<br />
cima del monte si sarebbe stati in grado di agire<br />
sulle numerose batterie che facevano parte della<br />
munita piazzaforte francese, tutte particolarmente<br />
vulnerabili perché poste ad una quota sensibilmente<br />
più bassa.<br />
Vi è chi sostiene che la decisione di costruire<br />
un'opera fortificata di quel tipo e a quell'altitudine,<br />
considerando le circostanze e l'epoca nella quale<br />
venne presa, fu oltremodo coraggiosa, altri invece<br />
evidenziano l’eccessiva fiducia delle alte sfere<br />
militari italiane, le quali ritenevano eternamente<br />
inviolabile quel sito, non mettendo nel conto il co-