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vialattea magazine 2010-2011

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territorio<br />

70<br />

Il passaggio tra le torri e dello Chaberton. Il tunnel ricoperto di ghiaccio. La foto è stata scattata all’inizio<br />

del mese di settembre, dopo una calda estate.<br />

epoca romana: in particolare viene citato come<br />

uno dei possibili passaggi utilizzati dall'esercito<br />

cartaginese di Annibale nel 218 a.C. e nelle guerre<br />

di conquista delle Gallie. Sempre in epoca romana<br />

il Colle del Monginevro segnava il punto di<br />

partenza della Via Domizia, la strada costruita per<br />

iniziativa del console Gneo Domizio Enobarbo e<br />

inaugurata nel 118 a. C., che collegava l'Italia alla<br />

recentemente conquistata hispania attraverso il<br />

sud della Gallia. Da Augusta Taurinorum (Torino)<br />

fu realizzata una strada interamente carrozzabile<br />

che attraversava Segusia (Susa), raggiungeva il<br />

Matrona Mons (Monginevro), e di lì scendeva a<br />

Brigantio (Briancon).<br />

Se il lato ora in territorio francese non dava eccessive<br />

preoccupazioni, il versante italiano, formato<br />

proprio dalle prime pendici dello Chaberton, per<br />

la sua conformazione presentava grandi difficoltà,<br />

che Ammiano Marcellino, storico romano di età<br />

tardo imperiale, così descrisse: “dalla parte della<br />

Gallia infatti appare come un pendio quasi dolce,<br />

ma il versante opposto è orrido per le rocce che si<br />

levano a picco, specialmente in primavera, quando,<br />

sciogliendosi il gelo e la neve al soffio dei venti caldi,<br />

gli uomini che scendono con passo malfermo, attraverso<br />

dirupi scoscesi da entrambe le parti e crepacci<br />

nascosti dal ghiaccio, precipitano insieme agli animali<br />

da soma e ai carri.”<br />

Venendo a tempi più recenti, con l'adesione del<br />

Regno d'Italia alla Triplice Alleanza, stretta con<br />

l'Impero Austro-ungarico e con la Germania nel<br />

1882 quale patto militare difensivo, inizialmente<br />

voluto principalmente dall’Italia, desiderosa di<br />

rompere il suo isolamento e di contrastare la Francia<br />

che aveva occupato Tunisi, tornò d’attualità la<br />

difesa dei confini occidentali.<br />

Gli Alti Comandi italiani misero dunque in atto la<br />

fortificazione di quella frontiera e, dopo aver ultimato<br />

le fortificazioni al valico del Moncenisio, per<br />

la difesa del Monginevro venne decisa la costruzione<br />

di un forte sulla sommità del monte Chaberton,<br />

che dominava la conca di Briançon, città<br />

già interamente fortificata dal grande ingegnere<br />

militare francese Vauban nel xVIII secolo. Dalla<br />

cima del monte si sarebbe stati in grado di agire<br />

sulle numerose batterie che facevano parte della<br />

munita piazzaforte francese, tutte particolarmente<br />

vulnerabili perché poste ad una quota sensibilmente<br />

più bassa.<br />

Vi è chi sostiene che la decisione di costruire<br />

un'opera fortificata di quel tipo e a quell'altitudine,<br />

considerando le circostanze e l'epoca nella quale<br />

venne presa, fu oltremodo coraggiosa, altri invece<br />

evidenziano l’eccessiva fiducia delle alte sfere<br />

militari italiane, le quali ritenevano eternamente<br />

inviolabile quel sito, non mettendo nel conto il co-

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