territorio 68 LO CHABERTON il monte nelle nuvole, tra storia ed escursionismo La prima erta che si incontra sul percorso da Monginevro o Claviere, presso le Grange de Baisses. Dal Ricovero Sette Fontane, vista sulla spianata del Rio Secco, con gli impianti di risalita del Rocher Rouge. Testo e foto di vALTER BRUNO La spianata con l’attraversamento del Rio Secco, sulla destra il sentiero che porta al Colle dello Chaberton, visibile tra il monte e le pendici dello Chaberton stesso. Il sentiero che dal Ricovero Sette Fontane porta al Colle dello Chaberton.
Il sentiero che dal Colle porta alla cima dello Chaberton. Il Colle dello Chaberton visto dall’alto, dal sentiero che porta alla cima del monte. il Piemonte occidentale, a causa della sua posizione geografica, è ricco di fortificazioni risalenti a diverse epoche storiche. Soprattutto a partire dal ‘700, quando i territori francesi al di qua delle Alpi, Val Susa e Val Chisone, passarono ai Savoia e questi furono parte attiva nelle sanguinose guerre di successione, prima quella spagnola e poi quella austriaca, la necessità di impedire l’accesso alla capitale sabauda alle truppe francesi divenne assolutamente primaria, per cui si diede vita ad una serie di piazzeforti. La stessa necessità si ripeté a più riprese in epoche successive e, con interventi diversificati, si aumentò la quantità delle fortificazioni e la qualità di quelle preesistenti a fine ‘800, con l’adesione del regno d’Italia alla Triplice Alleanza e in occasione dell’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Nella sola provincia di Torino le piazzeforti erano almeno cinque, a presidio di varchi attraverso i quali le truppe nemiche avrebbero potuto trovare agevole passaggio. Si contano dunque le piazzeforti del Moncenisio, a difesa dell’omonimo colle, comprendente diverse costruzioni datate fine ‘800 inizio ‘900: i forti Roncia, Varisello, Cassa (poi demolito per far spazio alla diga), le batterie Paradiso, La Court e Pattacreuse e la caserma del Malamot. Vi è poi la piazza di Fenestrelle – Assietta, a difesa della Val Chisone, con il forte Moutin, eretto nel 1694 dai francesi, poi sostituito dal grandioso forte dei quattromila gradini, la cui costruzione iniziò nel 1727 per terminare 122 anni dopo, i forti eretti sul finire dell’800: Serre Marie, del Colle delle Finestre, oltre alle batterie del Gran Serin, del Monte Gran Costa e del Mottas. Altra piazza importante quella di Exilles, per proteggere la Val Susa con l’omonimo forte, più volte distrutto e riedificato con materiali, forme e dimensioni differenti a partire addirittura dal VII secolo fino al ‘900, e gli altri forti di Sapé, Fenils e Serre la Garde. Non distante la piazza di Bardonecchia, sorta nella seconda metà dell’800 per proteggere l’uscita italiana del traforo ferroviario del Frejus e poi rinforzata nell’imminenza del secondo conflitto mondiale, che contava i forti di Bramafam, Pramand, Foens, Jafferau, più lo sbarramento di Rochemolles, le opere delle Quattro Sorelle e quelle del Frejus. Troviamo infine la piazza di Cesana, con il forte di Champlas Seguin, lo sbarramento di Claviere, le batterie del Petit Vallon, ma soprattutto la batteria dello Chaberton, la cui storia continua ad incuriosire così come la sua ascesa ad affascinare. Il monte Chaberton, alto 3.130 metri, sovrasta il colle del Monginevro, valico alpino tra Francia e Italia di importanza strategica, porta attraverso la quale eserciti sono transitati nei due sensi fin dai tempi più remoti. Sicuramente fu utilizzato in territorio 69
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