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il Magazine<br />
fin ch'a fioca a va tüt bin
dall'interno<br />
QUATTRO CHIACCHIERE<br />
CON IL PRESIDENTE<br />
LORO IN FERRARI<br />
... NOI IN PANDA!<br />
le istituzioni<br />
ROBERTO COTA<br />
ALBERTO CIRIO<br />
SANDRO PLANO<br />
il territorio<br />
LO CHABERTON<br />
TRA STORIA<br />
ED ESCURSIONISMO<br />
IL LUPO E L'ERMELLINO<br />
INCONTRI NON PIù<br />
INASPETTATI<br />
turismo<br />
SAUZE D'OULx DAGLI ALBORI<br />
DELLO SCI ALLA VIALATTEA<br />
TRE PERCORSI CON LE CIASPOLE<br />
NEL PARCO DEL GRAN BOSCO<br />
gli amici<br />
della <strong>vialattea</strong><br />
ROSSANA CARRETTO<br />
ALENA SEREDOVA<br />
SERGIO MUÑIZ<br />
LUCA FILIPPI<br />
PIERLUIGI PAIRETTO<br />
GIANFRANCO MARTIN
Reho . Via Assietta 3. 10050 Sauze d'oulx To
07 Calendario gare <strong>2010</strong> - <strong>2011</strong><br />
08 Quattro chiacchiere con il Presidente<br />
della Sestrieres SpA Giovanni Brasso - Rita Quarta<br />
10 Loro in Ferrari...noi in Panda! - Alessandro Perron Cabus<br />
14 Poesia: Sestriere - Amerio<br />
17 Lo sci prima attrazione del Piemonte - Roberto Cota<br />
19 La neve che regala emozioni - Alberto Cirio<br />
20 I progetti finanziati dalla Comunità Europea - Sandro Plano<br />
22 "Fin ch'a fioca a va tüt bin"! - Ilaria Perron Cabus<br />
24 Beast, il gatto più grande del mondo - Vittorio Salusso<br />
28 La Vialattea Top Secret - Luisella Bourlot<br />
30 Pane al pane e vino al vino - Luigi Ricotti<br />
32 Lo Ski-pass diventa buono - Uff. Stampa Sestrieres SpA<br />
36 La storia dello Sci Club Sauze d'Oulx - Ruggero Giacopazzi<br />
38 Rossana Carretto. Una grande artista di casa<br />
in Vialattea - Rita Quarta<br />
41 Alena Seredova, mix di dolcezza e sensualità - Rita Quarta<br />
45 Sergio Muñiz a Sauze d'Oulx - Rita Quarta<br />
48 Campioni si nasce. Vacanze sportive - Gigi Gabetto<br />
50 Mr. Luca Filippi, dal circuito di Monza<br />
al circuito della Vialattea - Paolo Blanc<br />
54 Pierluigi Pairetto. "Amavo il prato verde,<br />
ora queste montagne" - Paolo Blanc<br />
58 Gianfranco Martin. Sestriere è per tutti - Max Genesi<br />
62 La "Via Lattea", la via della fede - Riccardo Chiarle<br />
68 Lo Chaberton. Il monte nelle nuvole<br />
tra storia ed escursionismo - Valter Bruno<br />
76 Sauze d'Oulx. Dagli albori dello sci alla Vialattea - Luca Rancati<br />
80 Incontri ...non più inaspettati. Intervista ad Alberto Casse<br />
e Paolo Marre - Paolo Blanc<br />
88 I fiori della montagna. Antiche leggende - G.V.<br />
96 La prima volta della Summer Weels - Barbara Pasqua<br />
98 Con le ciaspole nel Parco del Gran Bosco - Simona Molino<br />
102 La patata nella cucina della Valle di Susa<br />
e Val Chisone - Paolo Blanc<br />
106 Cronache di vicende note e curiose - tratto da La Valsusa<br />
sommario
GENNAIO <strong>2011</strong><br />
14-23 SESTRIERE<br />
IPC SKI WORLD CHAMPIONSHIP<br />
DISABILI<br />
29-30 SESTRIERE<br />
WORLD CUP SCI ALPINO<br />
DH-SC-(SG-SL)-W<br />
MARZO <strong>2011</strong><br />
08 SESTRIERE<br />
SELEZIONE PROVINCIALE<br />
TROFEO PINOCCHIO<br />
13 SESTRIERE<br />
TROFEO BOLAFFI<br />
15-20 SESTRIERE<br />
FIS POLICE SKI<br />
GS-SL-M<br />
APRILE <strong>2011</strong><br />
08-09 SESTRIERE<br />
FINALE MASTER CUP FIS<br />
SL-GS<br />
10 SESTRIERE<br />
Calendario<br />
<strong>2010</strong>-<strong>2011</strong><br />
30° UOVO D'ORO<br />
calendario<br />
7
i vertici<br />
8<br />
Quattro chiacchiere con il<br />
Presidente della Sestrieres SpA<br />
Giovanni Brasso<br />
di RITA QUARTA<br />
Si stanno spegnendo le luci nell’imponente Sala<br />
del Senato di Palazzo Madama nella quale si è appena<br />
conclusa l’annuale conferenza stampa di presentazione<br />
dell’imminente stagione invernale della<br />
Sestrieres S.p.A.<br />
Conferenza stampa atipica, in qualche modo inusuale,<br />
per l’intrattenimento comico satirico di apertura<br />
ma anche per i contenuti, a proposito dei quali vale la<br />
pena fare degli approfondimenti.<br />
Proprio a questo scopo abbiamo il Presidente Ing.<br />
GIOVANNI BRASSO a nostra disposizione per alcuni<br />
minuti. Quindi riaccendiamo i riflettori, o meglio,<br />
apriamo i taccuini…<br />
Ingegnere, a molti il suo intervento durante la<br />
conferenza stampa “passato presente e futuro<br />
della Vialattea” è parso studiato e ben preciso,<br />
cosa ci dice a questo proposito?<br />
Non si è trattato di un intervento studiato ma di<br />
una disamina puntuale, lucida e fredda della situazione,<br />
basata su dati oggettivi riguardanti non<br />
solo la Sestrieres ma tutto il mondo delle società<br />
che gestiscono impianti a fune. Anche nei precedenti<br />
articoli sul nostro <strong>magazine</strong> ho sempre in<br />
qualche modo preannunciato le ipotesi trattate<br />
nella conferenza, di diverso c’è solo che stiamo arrivando<br />
al momento delle scelte e tutti dobbiamo<br />
rendercene conto.<br />
Ci spieghi meglio.<br />
La costruzione e la gestione degli impianti di risalita<br />
a fune e delle piste da sci hanno dei costi elevatissimi<br />
e sono soggetti a situazioni di variabilità<br />
che, in qualche modo, vanno ancora ad aumentare<br />
questi costi; non è possibile crescere contando<br />
esclusivamente sul costo del biglietto giornaliero,<br />
settimanale o stagionale che sia, in quanto questo<br />
costo in primis deve essere compatibile con le capacità<br />
di spesa del cliente, ma soprattutto deve essere<br />
compatibile con le proposte di altri mercati.<br />
Quindi?<br />
Quindi se si vuole restare ad alti livelli, ma soprattutto<br />
se si vuole crescere, si deve diversificare<br />
l’attività aziendale, cosa non facile in quanto non<br />
dipende solo dalle società degli impianti, ma da<br />
tutto il contesto socio-politico e territoriale che le<br />
circondano.<br />
A questo proposito cosa ci dice della Sestrieres?
Noi siamo contenti del lavoro fino ad ora svolto<br />
ed abbiamo le idee molto chiare sul futuro, sappiamo<br />
che, concluso il quinto anno di attività, ci<br />
troveremo di fronte ad un bivio, a delle scelte ben<br />
precise dalle quali non si potrà tornare indietro:<br />
crescere, e crescere con il territorio, o strutturarsi<br />
attorno al nostro core business adottando una politica<br />
ancor più aggressiva in termini di ottimizzazione<br />
delle attività e contenimento dei costi.<br />
Detto più semplicemente, per i non addetti ai<br />
lavori, questo cosa significa?<br />
Significa che, nel malaugurato caso in cui non si<br />
potesse crescere con il territorio, dovremo eliminare<br />
tutte quelle attività collaterali non facenti<br />
capo al prodotto neve, ma solamente fonte di<br />
costi; dovremo intervenire eliminando altri “rami<br />
secchi”, occorrerà ragionare sulle date di apertura<br />
e di chiusura della stagione, dovremo ridurre<br />
gli impianti di arroccamento, che sono il vero e<br />
grande problema della Vialattea, ma soprattutto<br />
dovremo insistere sul doppio modello gestionale,<br />
quello feriale, che vede impianti e piste sotto<br />
utilizzati, e quello festivo, che funziona abbastanza<br />
bene; il tutto evidentemente senza limitare o<br />
danneggiare in alcun modo la parte sciistica, cioè<br />
le piste, che, andranno a costituire l’unico core business<br />
verso il quale si orienteranno gli interessi<br />
della società.<br />
Ma cosa si aspetta dalla strategia sopra riportata?<br />
Una società ancor più dinamica, versatile ed aggressiva,<br />
capace di adattarsi alle più mutevoli<br />
condizioni gestionali che, abbattendo o azzerando<br />
i costi superflui, potrebbe addirittura essere in<br />
grado di ridurre le tariffe per il cliente, verosimilmente<br />
aumentando la fascia di clientela soprattutto<br />
giornaliera.<br />
Ma allora questa ipotesi rappresenta la soluzione<br />
di tutti i problemi?<br />
Purtroppo no! Questa soluzione sicuramente risolverebbe<br />
i problemi economici, quelli aziendali,<br />
ci renderebbe forti e competitivi e anche capaci<br />
di impegnarci in esperienze diverse, ma certamente<br />
farebbe tramontare il sogno della “grande<br />
Vialattea” che, se pur faticando e zoppicando, oggi<br />
rappresenta uno dei più grandi comprensori europei.<br />
Per “esperienze diverse”, si riferisce alle sirene<br />
dei paesi dell’Est o della Cina, delle quali abbiamo<br />
sentito parlare?<br />
Le sirene ci sono e cantano bene e le esperienze<br />
diverse ovviamente ci stimolano e ci interessano;<br />
molti nostri competitor, anche italiani, sono già<br />
attivi in mercati diversi, noi prenderemo in considerazione<br />
queste proposte in futuro, anche dopo<br />
aver valutato le possibilità di sviluppo che ci verranno<br />
offerte sul nostro territorio.<br />
Per concludere?<br />
Per concludere, direi che i sogni sono belli ma<br />
sono sogni, e con i sogni purtroppo non si vive;<br />
per trasformarli in realtà ci vuole intelligenza, capacità,<br />
lavoro, lungimiranza, disponibilità e collaborazione<br />
di tutti, soprattutto si deve credere che<br />
perseguire i sogni possa essere una cosa di interesse<br />
generale e collettivo.<br />
Non possiamo permetterci di fare chiacchiere<br />
inutili, di perdere tempo e di farci promesse che<br />
non siamo in grado o poi non vogliamo mantenere;<br />
dobbiamo ricordarci tutti che la nuda e cruda<br />
realtà è che nel privato i conti devono sempre<br />
quadrare con la speranza che tutti, prima o poi,<br />
comincino a capire che questo dovrebbe accadere<br />
anche nel pubblico.<br />
Adesso tutto sembra chiaro, le idee, i progetti, le prospettive<br />
e la determinazione… si può chiudere definitivamente<br />
il sipario…<br />
Una giornata sugli sci in<br />
Vialattea con il Ministro alla<br />
Giustizia Angelino Alfano<br />
...Tappa al punto<br />
d'incontro del Fraiteve
i vertici<br />
10<br />
Loro in Ferrari<br />
…noi in Panda !!!<br />
di ALESSANDRO PERRON CABUS<br />
Amministratore Delegato Sestrieres SpA<br />
...proprio così Amici, se volessimo fare un’analisi<br />
delle disponibilità economiche messe a disposizione<br />
ai comprensori sciistici localizzati nelle regioni<br />
a statuto autonomo dagli Enti pubblici per<br />
poi compararle con quelle del Piemonte, sarebbe<br />
come se noi, partecipando al medesimo campionato,<br />
ci presentassimo sulla linea di partenza con<br />
una Panda e dovessimo comunque tentare di tener<br />
testa agli altri comprensori che si trovano invece<br />
al volante di Ferrari, Williams o McLaren.<br />
Su quella Panda potremmo anche mettere ai comandi<br />
il pilota più bravo e motivato di tutti i tempi<br />
e nei box potremmo avere la miglior squadra di<br />
meccanici al mondo, ma sicuramente non disporremmo<br />
mai della competitività necessaria per<br />
batterci ad armi pari.<br />
Occorre fare tale semplice paragone per far meglio<br />
comprendere ai non addetti ai lavori l’enorme<br />
disparità di mezzi che esistono, purtroppo, tra<br />
un’azienda di trasporti a fune Piemontese ed altra<br />
di qualsiasi località, sita in regioni a statuto autonomo,<br />
quali ad esempio Alto Adige e Valle d’Aosta<br />
… Per non parlare poi della vicina Francia o<br />
dell’Austria, paesi nei quali le opportunità messe a<br />
disposizione alle località turistiche da parte delle<br />
Amministrazioni pubbliche, sono per noi inimmaginabili.<br />
In Piemonte esistono circa 50 Gestori di impianti<br />
di risalita, quasi tutti privati, i quali, giocoforza,<br />
devono ragionare ovviamente in termini di economia<br />
di impresa, con il preciso ed inevitabile<br />
scopo di raggiungere a termine anno fiscale almeno<br />
il famoso “break even point”, cioè il punto<br />
di pareggio tra costi sostenuti e ricavi effettuati,<br />
che permette di chiudere il periodo di riferimento<br />
in pareggio, senza perdite né guadagni. Questi
privati spesso si trovano di fronte alla necessità di<br />
effettuare investimenti notevoli con risorse aziendali<br />
a volte insufficienti, si devono costantemente<br />
confrontare con il territorio, sollecitati da più parti<br />
a mantenere in efficienza nel migliore dei modi il<br />
comprensorio e l’offerta sciistica, possibilmente<br />
anche senza aumentarne le tariffe di fruizione;<br />
inoltre, devono essere in grado di garantire l’apertura<br />
degli impianti in periodi chiaramente impro-<br />
"biSogna fare i Conti Con la ConCorrenza di una<br />
viCina valle d’aoSta Che nel Solo 2008, ha<br />
ConSeguito Contributi in Conto Capitale fino<br />
all’80% della SpeSa per il rinnovo impiantiStiCo"<br />
duttivi come quelli di inizio e fine inverno, così<br />
come in stagioni anomale e critiche (basta ricordare<br />
il 2006/2007), rischiando addirittura il default<br />
della propria azienda. Questi gestori si trovano a<br />
fare i conti con la concorrenza di una vicina Valle<br />
d’Aosta che nel solo 2008, ha conseguito contributi<br />
in conto capitale fino all’80% della spesa per<br />
il rinnovo impiantistico e, sempre nella medesima<br />
stagione, ha ottenuto un rimborso per il servizio<br />
i vertici<br />
11
i vertici<br />
12<br />
di soccorso sulle piste di 4.130.595,00 euro. Sempre<br />
la Regione Valle d’Aosta interviene autonomamente<br />
su pianificazioni di particolare<br />
rilevanza, una di queste, la telecabina<br />
Aosta – Pila, costata più di 23 milioni<br />
di euro. Un altro progetto che vedrà<br />
la luce nell’immediato futuro è legato<br />
alla nuova funivia del Monte Bianco,<br />
progetto che prevede l’esborso di 120<br />
milioni di euro, a totale contributo regionale!<br />
“L’Adige” (il quotidiano di Bolzano),<br />
nell’edizione del 5 gennaio 2009, riporta ufficialmente<br />
le cifre che la Trentino SpA (società pubblica<br />
finanziata dalla Provincia per lo sviluppo delle<br />
varie attività turistico-industriali) ha erogato nel<br />
triennio 2008/<strong>2010</strong> a sostegno dei gestori degli<br />
impianti di risalita. I dati ufficiali riportano la cifra<br />
incredibile di 180 milioni di euro. Tra tali interventi<br />
emergono, ad esempio, 15 milioni di euro agli<br />
impianti della Panarotta, 18 per il collegamento<br />
Pinzolo-Campiglio, altri 7 milioni solo per Pinzolo,<br />
30 milioni per la località Lagorai, 16 per Folgaria ed<br />
altri in aggiunta poi per il Tonale, per San Martino<br />
di Castrozza e per Passo Rolle. Ci sono poi ancora<br />
tutta una serie di altri interventi a cavallo tra Trentino<br />
e Veneto, per oltre 70 milioni di euro pubblici.<br />
Logicamente siamo ben consapevoli che i nostri<br />
Legislatori Piemontesi, pur con tutta la buona volontà<br />
e lungimiranza di questo mondo, con le leggi<br />
di cui dispongono attualmente, difficilmente<br />
saranno in grado di proporre alle aziende private<br />
del settore, analoghe possibilità di investimenti<br />
e di crescita. Sull’altro versante, quello Francese,<br />
le stazioni turistiche godono di un numero imprecisato<br />
di fondi, alimentati da anni da una tassa di<br />
scopo ad esclusivo vantaggio delle stesse, e, oltre<br />
a ciò, sono messi in condizione di attuare una politica<br />
estremamente attenta e sensibile al settore<br />
turistico. Basti pensare che il calendario scolastico<br />
dei prossimi tre anni (ma è ormai per la Francia<br />
una consolidata consuetudine) prevede, oltre alle<br />
classiche vacanze Natalizie, ulteriori due settimane<br />
a cavallo tra febbraio e marzo, con date diversificate<br />
a seconda dell’area geografica. Il medesimo<br />
sistema applicato in Piemonte aumenterebbe<br />
in modo esponenziale il numero delle presenze<br />
"date anche a noi<br />
una fiammante<br />
ferrari e siamo<br />
sicuri di<br />
giocarcela con<br />
tutti"<br />
nel periodo migliore della stagione, senza per<br />
altro incidere minimamente sulla finanza pubblica.<br />
È facile quindi intuire che, di<br />
fronte a numeri del genere, non<br />
può esserci competizione alcuna<br />
e che, ferme restando così le<br />
cose, il gestore piemontese dei<br />
trasporti a fune può solo augurarsi<br />
di sopravvivere, sperando<br />
che il futuro porti situazioni ad<br />
esso più favorevoli. Vale la pena<br />
portare ad esempio un’altra argomentazione<br />
curiosa: la Sestrieres (azienda a<br />
capitale interamente privato) per organizzare la<br />
gara di Coppa del Mondo femminile di gennaio<br />
<strong>2011</strong> registra perdite di gestione pari a 250.000,00<br />
euro, contenute anche grazie ad un contributo<br />
della Regione Piemonte di pari entità. Per contro<br />
la società degli impianti di risalita dell’Alta Badia,<br />
per analoga manifestazione, riceve dal comitato<br />
organizzatore 200.000,00 euro, semplicemente ed<br />
esclusivamente per mettere a disposizione la pista<br />
di gara per l’effettuazione delle competizioni. Volendo<br />
poi ancora effettuare un semplice esercizio,<br />
a considerazione del comparto “impianti di risalita”,<br />
possiamo evidenziare una comparazione sulla<br />
base degli aumenti percentuali tra lo ski-pass e taluni<br />
servizi complementari al settore, ma che traggono<br />
inequivocabilmente beneficio dall’efficienza<br />
del sistema neve. Prendendo a campione il nostro<br />
domaine skiable Vialattea (del tutto similare alla<br />
totalità degli altri territori, soprattutto piemontesi),<br />
si può facilmente riscontrare che dalla stagione<br />
2000/2001 alla stagione scorsa, si sono registrati,<br />
su tutta una serie di servizi come alberghi, ristorazione,<br />
scuole sci, trasporti ecc., aumenti complessivi<br />
medi superiori al 60/70%, per non parlare poi<br />
del prezzo del petrolio (per noi una spesa determinante)<br />
che ha subito una maggiorazione pari al<br />
200%, mentre il costo dello ski pass, passando da<br />
26,33 a 34,00 euro, ha registrato un aumento medio<br />
del 30% circa.<br />
Potrei andare avanti ancora per molto, ma la cosa<br />
risulterebbe a questo punto superflua… la realtà è<br />
questa e quindi vorrei concludere dicendo … date<br />
anche a noi una fiammante Ferrari e siamo sicuri di<br />
essere in grado di giocarcela con chiunque!
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istituzioni<br />
14<br />
Sestriere<br />
Geometriche forme nuragiche,<br />
i gemelli tuoi,<br />
braccia protese,<br />
le ombre che dilatano<br />
l'obiquo dardo<br />
che torna al nido,<br />
paralleli giganti, gli abeti,<br />
pennoni alla fonda senza vela,<br />
le cui clorofille nutrono l'aria<br />
non sazia del tuo gioco d'amore.<br />
Nella valle risponde un eco<br />
dei campanacci delle tappezzate<br />
bovine all'addiaccio.<br />
sussurri di preghiera<br />
misteriosa notte,<br />
ove passi felpati del bosco<br />
diventano carezze di tumide labbra<br />
ovattate di porpora,<br />
palpito, ebbrezza, mistero,<br />
in te geloso scrigno,<br />
qui, dove il tuo pulito ber si può<br />
in un calice d'altare,<br />
tu che dormi ancora<br />
le tue vette accarezzate sono<br />
dal bacio biondo,<br />
pascolano nell'incontaminato blu<br />
greggi di terse nubi<br />
che succhiano il fumo congelato<br />
e dalle sperdute baite<br />
il richiamo di un canto<br />
per te Sestriere,<br />
che ascolti, dir ti voglio<br />
del meraviglioso che t'appartiene,<br />
io non ho voluto dire,<br />
son gli occhi miei<br />
che hanno colto<br />
quel che il cuor mi ha dettato,<br />
tu sei l'oblio per chi ha il dono<br />
di calcar la terra tua.<br />
Amerio
uSineSS card<br />
...ferma il tempo,<br />
guardati intorno...<br />
Io posso essere tutto ciò che vuoi...<br />
Io SoNo ...<br />
Cesana la bella!<br />
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15
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LO SCI PRIMA<br />
ATTRAzIONE<br />
DEL PIEMONTE<br />
lA MONTAGNA è PARTE FONDANTE DEL DNA<br />
E DELL’IDENTITà PIEMONTESE: IL 43% DEL NO-<br />
STRO TERRITORIO è MONTUOSO E LO STESSO<br />
NOME DI QUESTA REGIONE, LA SUA ETIMOLO-<br />
GIA, “PIEMONTE” OVVERO “AI PIEDI DEL MON-<br />
TE”, LO INDICA IN MODO INEQUIVOCABILE.<br />
In questo contesto, gli sport invernali rappresentano<br />
uno strumento determinante per rendere<br />
vivo un patrimonio unico al mondo: lo sci valorizza,<br />
promuove e offre una prospettiva economica<br />
importante alla montagna. Un’opportunità che,<br />
associata al turismo estivo, ne fa il primo attrattore<br />
turistico di questa regione; il prodotto di punta<br />
che, negli ultimi dieci anni, ha contribuito a far<br />
crescere il turismo piemontese di oltre il 43%. E<br />
questo grazie all’eccellenza di un territorio che,<br />
non a caso, ha avuto il grande onore di ospitare i<br />
Giochi Olimpici Invernali del 2006.<br />
Le piste a cinque cerchi della Vialattea, insieme<br />
agli altri comprensori piemontesi, sono uno straordinario<br />
sistema d’accoglienza pronto a dare il<br />
benvenuto alla stagione invernale <strong>2010</strong>-<strong>2011</strong> e<br />
a incantare le migliaia di visitatori che ogni anno<br />
scelgono le nostre vette, grazie a impianti di ultima<br />
generazione inseriti nel cuore di una natura<br />
suggestiva, ricca di storia e di cultura e di sapori<br />
intensi e genuini.<br />
Roberto Cota<br />
Presidente della Regione Piemonte<br />
istituzioni<br />
17
PIEMONTE<br />
ChE REGALA<br />
EMOzIONI<br />
tutto quello che è neve in<br />
Piemonte regala emozioni: entusiasmanti<br />
discese, il brivido<br />
del fuoripista, snow-board, ice<br />
climbing, telemark, eliski, ma<br />
anche cene in alta quota e gite<br />
su slitte trainate da husky o cavalli<br />
in boschi innevati.<br />
Su queste vette, le piste e gli impianti che<br />
hanno visto i campioni della neve contendersi<br />
i podi olimpici sono un patrimonio accessibile a<br />
tutti gli amanti dello sci, insieme ai comprensori<br />
del Cuneese, della Valsesia, dell’Ossola e delle valli<br />
di Lanzo e Biellese. Un’eredità fatta di 53 stazioni<br />
sciistiche, 300 impianti, 1300 chilometri di piste<br />
ai massimi livelli e l’opportunità di conoscere<br />
le valli dell’arco alpino, con le loro tradizioni di<br />
enogastronomia e prodotti tipici. Con più di 3,3<br />
milioni di presenze turistiche, la montagna è il<br />
principale prodotto turistico del Piemonte, un settore<br />
strategico sul quale continuiamo a puntare,<br />
prendendoci cura di un pubblico che mostra già<br />
un’altissima propensione a tornare e guardando<br />
con interesse a nuovi mercati. In quest’ottica sono<br />
stati potenziati i collegamenti aerei di linea e lowcost,<br />
inaugurando anche una forte partnership<br />
promozionale con i vettori stessi, in particolare<br />
con compagnie quali Ryanair e Alitalia. Abbiamo,<br />
anche, stretto importanti sinergie con i più forti<br />
tour operator internazionali, nonché potenziato<br />
il marketing on-line, sempre più incidente nell’organizzazione<br />
delle vacanze “fai da te” con campagne<br />
promozionali orientate alle esigenze, anche<br />
economiche, del turista. E tutto questo senza dimenticare<br />
che la montagna piemontese è tanto<br />
sci per tutti, professionisti e famiglie, ma non solo:<br />
le vette alpine sono un vero paradiso per tutti gli<br />
amanti dello sport e della natura. Parchi Naturali<br />
da scoprire con escursioni di trekking a piedi o<br />
a cavallo, mountain bike, ma anche emozionanti<br />
arrampicate sulle pareti rocciose e ancora rafting,<br />
canoa o kayak lungo i fiumi di montagna. Scegliere<br />
il Piemonte significa, anche, un tuffo nella storia<br />
tra le mura di forti e fortezze e, soprattutto, la possibilità<br />
di conoscere da vicino la cultura delle genti<br />
di montagna e la loro straordinaria cucina. Un patrimonio<br />
che rende la montagna il luogo di partenza<br />
di un viaggio che, scendendo a valle, porta<br />
in splendide città d'arte come Torino, a specchiarsi<br />
nella suggestione dei Laghi d'Orta e Maggiore, fin<br />
tra le colline e i vigneti delle Langhe, del Roero e<br />
del Monferrato, candidate a diventare per l'UNE-<br />
SCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità.<br />
Alberto Cirio<br />
Assessore al Turismo Regione Piemonte<br />
istituzioni<br />
19
istituzioni<br />
20<br />
COMUNITà MONTANA VALLE SUSA E VAL SANGONE<br />
I PROGETTI FINANzIATI<br />
DALL’UNIONE EUROPEA<br />
nonostante il difficile momento che stanno attraversando<br />
le Comunità Montane e l’incertezza<br />
sul loro futuro destino, la Comunità Montana<br />
Valle Susa e Val Sangone, forte dell’esperienza e<br />
della conoscenza del territorio, acquisita in quasi<br />
40 anni di attività dalle tre precedenti singole<br />
Comunità (Alta Valle Susa, Bassa Valle Susa e Val<br />
Cenischia, Val Sangone) ha elaborato una articolata<br />
progettazione nell’ambito dei programmi<br />
dell’Unione Europea, candidando un PIT (Piano<br />
Integrato Transfrontaliero) nell’ambito dell’obiettivo<br />
di cooperazione territoriale Italia-Francia AL-<br />
COTRA 2007-2013. E ne ha ottenuto l’approvazione<br />
ed i corrispondenti finanziamenti.<br />
Il Piano è stato elaborato e presentato unitamente<br />
alla Comunità Montana del Pinerolese (che ag-<br />
SETTORE TEmATICO PROGETTO<br />
Ambiente e territorio Villaggio educativo per la sostenibilità<br />
nelle Alte Valli<br />
Economie rurali/agricoltura<br />
e prodotti tipici<br />
Boschi e foreste Valorizzazione delle risorse forestali<br />
delle Alte Valli<br />
AmmONTARE<br />
PROGETTO SUL TERRITORIO<br />
DELLA CmvSS<br />
164.600<br />
Sapori e prodotti delle Alte Valli 344.400<br />
557.268<br />
Turismo Geoturismo nel Geoparco delle Alpi Cozie 810.000<br />
Cultura Dai beni faro alla valorizzazione del sistema dei<br />
beni ambientali e culturali nelle Alte Valli<br />
Foto: Giuseppe Dimartino<br />
grega le tre precedenti Comunità Montane Valli<br />
Chisone e Germanasca, Val Pellice e Pinerolese<br />
Pedemontano) ed agli enti intercomunali francesi<br />
dei territori adiacenti (Briançonnais e Maurienne).<br />
L’insieme delle risorse che ricadranno sui territori<br />
interessati dal PIT ammonta a complessivi<br />
€ 8.982.600; di questi 2.350.368 interessano i Comuni<br />
dell’attuale Comunità Montana Valle Susa e<br />
Val Sangone.<br />
Il PIT è articolato in 5 progetti tematici (sulla base<br />
delle misure ed azioni ammesse a finanziamento<br />
dall’Unione Europea) che interessano diversi settori<br />
come riassunto nella sottostante tabella e si<br />
propone la valorizzazione del sistema dei beni<br />
ambientali, culturali e turistici e produttivi del territorio:<br />
474.100
Quasi tutti i progetti hanno implicazioni di carattere<br />
anche turistico per il territorio.<br />
Il progetto “VILLAGGIO EDUCATIVO” si propone<br />
di contribuire alla promozione e la diffusione di<br />
una maggiore coscienza ambientale sui territori<br />
montani e prevede l’adozione di buone pratiche<br />
per il consumo consapevole ed azioni di educazione<br />
ambientale, a scala locale e transfrontaliera.<br />
Il progetto “PRODOTTI E SAPORI” mira a supportare<br />
lo sviluppo sostenibile della montagna<br />
attraverso la valorizzazione delle sue produzioni<br />
tipiche e delle sue pratiche tradizionali e la promozione<br />
dei prodotti del territorio e del patrimonio<br />
gastronomico.<br />
Il progetto di "VALORIZZAZIONE DELLE RISOR-<br />
SE FORESTALI" oltre a favorire la corretta gestione<br />
dei boschi e la commercializzazione del<br />
legname considera le foreste come un elemento<br />
fondamentale per il territorio anche a fini turistici:<br />
contribuisce in modo determinante a migliorare<br />
l’attrattività del territorio caratterizzando il<br />
paesaggio montano. Senza dimenticare il ruolo<br />
essenziale del bosco per la difesa del suolo ed il<br />
mantenimento della qualità dell’aria.<br />
Il progetto “GEOPARCO” intende contribuire alla<br />
diversificazione dell’offerta turistica delle Alte Valli<br />
creando un nuovo prodotto che si fonda sulla specificità<br />
del territorio: le caratteristiche e valenze<br />
geologiche, che opportunamente valorizzate ed<br />
organizzate in “geoparco transfrontaliero” – sulla<br />
base di analoghe esperienze attivate in diversi paesi<br />
europei – verranno utilizzate per raccontare e<br />
presentare a pubblici diversi l’origine delle Alpi e<br />
l’influenza della geologia sulla vita degli uomini,<br />
attivando forme di turismo sociale, ambientale,<br />
educativo e sostenibile.<br />
Il progetto “BENI FARO” (ovvero gli elementi del<br />
territorio di importanza storica, culturale, ambientale<br />
e di attrattività turistica come fortificazioni,<br />
arte sacra, itinerari religiosi, archeologia, cultura<br />
materiale, parchi, ambiente etc.) si propone<br />
la creazione di un sistema transfrontaliero per la<br />
valorizzazione dei beni culturali ed ambientali<br />
partendo dai sistemi culturali esistenti in Valle di<br />
Susa (Tesori d’arte e cultura alpina), nel Pinerolese<br />
(Cammini di libertà tra arte e cultura), in Maurienne<br />
(Chemins du Baroque) etc. Il progetto prevede<br />
Foto: Alessia Micai, Rochemolles.<br />
altresì la creazione di prodotti turistici e culturali<br />
integrati, sviluppando l’organizzazione di itinerari<br />
culturali, anche in collaborazione di tour-operators<br />
ed agenzie e la realizzazione di “STAGIONI<br />
CULTURALI” sui territori interessati.<br />
L’insieme dei progetti garantisce quindi una concreta<br />
opportunità di interventi ed azioni per le<br />
Valli di Susa e Sangone per i due o tre anni di operatività<br />
dei progetti (durata differenziata di alcuni<br />
progetti) e consente nel contempo all’Ente intercomunale<br />
di continuare la sua azione a favore di<br />
un attento e compatibile sviluppo del territorio.<br />
Sandro Plano<br />
Presidente Comunità Montana<br />
Valle Susa e Val Sangone<br />
istituzioni<br />
21
dall’interno<br />
22<br />
“ Fin ch’a fioca a va tüt bin”<br />
Ilaria Perron Cabus<br />
durante l’autunno, mi capita spesso di scendere in città per lavoro e quasi tutte le volte durante gli appuntamenti<br />
mi viene fatta la medesima domanda: cosa si dice in montagna? Quali sono le previsioni per l’inverno,<br />
nevicherà o non nevicherà? Io ogni volta rimango spiazzata e seppur a malincuore (perché la gente di montagna<br />
per motivi scaramantici non vuol sentir parlare di neve sino a dicembre) rispondo: ma certo che nevicherà!<br />
A quel punto tutte, ma proprio tutte le volte l’interlocutore che ho di fronte mi guarda un po’ perplesso e mi<br />
dice “sì, ma i vecchi del paese cosa dicono?” E allora quest’anno, ho preso la decisione di fare una chiacchierata<br />
con quel simpatico “vecchietto” che qui in zona, viene da tutti indicato come il vecchio saggio, allo scopo di<br />
poter rispondere in modo più adeguato, quando il prossimo “Cittadino” mi porrà la solita, fatidica domanda.<br />
Incontro il “personaggio” seduto al tavolino d’ angolo di quello che Lui chiama “il suo ufficio” ma che in realtà<br />
è il piccolo bar nel quale trascorre diverse ore al giorno, tra la lettura del giornale e gli innumerevoli consigli<br />
che, anche se non richiesti, propina piacevolmente e ironicamente, e sempre in rigoroso dialetto (patuà) a chi<br />
quotidianamente ha la “fortuna o sfortuna” (dipende dai punti di vista) di essere bersaglio delle Sue “perle di<br />
saggezza”. Anche Lui, come vuole la tradizione, quando capisce che sto per parlargli di neve, si esibisce in una<br />
sequenza di gesti scaramantici, dei quali Vi risparmio per educazione la descrizione. Terminato il rituale “antisfiga”<br />
e ordinato un mezzo bicchierino di rosso (non so perché non ne ha ordinato subito uno, ma ha voluto<br />
più volte ordinarne mezzo) ha iniziato con malcelato orgoglio, a propinarmi tutta una serie di aforismi, detti,<br />
massime, proverbi e sentenze che la veneranda età gli ha permesso di accumulare nel corso di tutta una vita.<br />
Alla fine ripensando alle Sue risposte, sono più confusa di prima, non ho ben compreso se posso dormire sonni<br />
tranquilli o se preoccuparmi davvero … in quanto, dopo aver subito il Suo monologo per decine e decine di<br />
minuti, in pratica questo gentile signore sostiene che:<br />
Il segno premonitore più infallibile è l’altezza della pianta della Genziana, più è alta più neve arriverà, in seconda<br />
battuta ma altrettanto importante è l’altezza dei formicai che si trovano nel bosco, anche questi più son alti<br />
più la neve cadrà in abbondanza, sempre però che non ci siano state parecchie api in estate, e che i funghi prataioli<br />
non siano spuntati in abbondanza, poiché ciò renderebbe vana la fatica sia delle api che delle genziane!<br />
E alla mia domanda più concreta sul futuro “climatico” ha furbescamente “deviato” asserendo che al momento<br />
non lo si poteva ancora sapere in quanto doveva prima aspettare il sopraggiungere di un determinato periodo<br />
o giorno per poter elargire la sua visione definitiva e nell’intento di rendere ancora più interessante il discorso<br />
ai miei occhi, ha poi elencato a cascata, MOTTI, PROVERBI E MODI DI DIRE INERENTI L’INVERNO E LA NEVE.<br />
Con non poca difficoltà (dovuta anche alla lingua) sono riuscita a raccogliere questa chiacchierata e a suddividerla,<br />
in modo tale da fornire anche a voi un calendario completo per potervi qualora lo riteniate opportuno,<br />
organizzare al meglio l’inverno senza dover seguire i programmi televisivi del Colonnello Giugliacci.
OTTOBRE<br />
Se fioca s’la foja l’invern da nen noja / Se nevica sulla foglia, l’inverno non darà noia).<br />
NOVEMBRE<br />
Cum a fa a i Sant a fa a Natal / Il tempo dei Santi è già come quello di Natale.<br />
A San Clement l’invern a bùta i dent / Con San Clemente l’inverno ha il primo dente.<br />
A Sant’Andreja l’inver a munta ‘n careja / Con Sant’Andrea l’inverno monta in cassetta.<br />
DICEMBRE<br />
Fioca dsembrina per tre meis i l’avuma vsina / Una neve dicembrina per tre mesi sarà nostra vicina.<br />
Dzesembro trop be – marque pa bon an nové / Con dicembre troppo bello non lo è poi l’anno novello.<br />
Se la plòu a Senta Bibiana la plòu cařanta jû e 'na semana; ma Senta Barba i po rumpe la planetta / Se piove a Santa<br />
Bibiana piove per quaranta giorni o una settimana; ma Santa Barbara (4 dicembre) può stravolgerne il piano.<br />
Senza neve a Sant’Ambrogio, l’inverno sarà mogio.<br />
A Natal ‘l sulet, a pasqua il tisunet / A Natale il solicello, a Pasqua il focherello.<br />
A Natal i muscùn, a Pasqua i giasùn / Natale mosconi, a Pasqua ghiaccioli.<br />
GENNAIO<br />
A gennaio quando il sole la neve indora, neve, neve e neve ancora.<br />
Sut l’acqua fam e suta la fioca pan / Sotto l’acqua fame, sotto la neve pane.<br />
Le doze premié dzor de l’an marquon lo ten que faret le doze mei / I primi dodici giorni dell’anno indicano il tempo dei<br />
dodici mesi.<br />
Lo diesh Geunè clara geornà – deshtiot una bona annà / Il dieci gennaio con chiara giornata dischiude una buona<br />
annata.<br />
Se Sant’Antonio ha la barba bianca, se non nevica poco ci manca. // Sant’Antonio dalla barba bianca, se non piove, la<br />
neve non manca. // Dell’inverno non me ne curo, purché San Paolo non faccia scuro.<br />
FEBBRAIO<br />
Cel fait a lana, a fioca ant’la smana / Cielo a fiocchi di lana, pioggia nel giro di una settimana.<br />
La fioca d’fervè le galine a portu via cùn i pè / La neve di febbraio è fina, la raschiano le zampe di gallina.<br />
Sent'Urs: se l'urs u bitta fořa sa palha, la turna acumensâ l'ivêr. Cla nivořa l'iver sen fořa / Sant'Orso se l'orso mette fuori<br />
la paglia (cioè ad asciugare il suo pagliericcio), inizia di nuovo l'inverno.<br />
'S sant'Ouars eisouléllho soun ni, për caranto jouarn a sort papì; nivou e churumuzòlo 'd l'unvearn nou nën soun foro.<br />
(OCCITANO)<br />
Candelora in foglia, Pasqua in neve. // Candelora al solicello, siamo solo a mezzo inverno.<br />
San Matia a rùnp la giasa s’à la treuva, s’à la treuva nen a la fa / San Mattia spezza il ghiaccio che c’è o se non c’è lo fa.<br />
MARZO<br />
Mars u l'à encâ 29 nevatà / Marzo ha ancora 29 nevicate.<br />
APRILE<br />
Can la cuketta i bà lu veři dla femètra dl'itabbli la ribba ël uvêtën (la néa) / Quando lo scricciolo batte ai vetri della finestra<br />
della stalla arriva il cattivo tempo (la neve).<br />
Térso abriëlando, caranto jouërn coumando / Il terzo giorno d'aprile per quaranta giorni comanda.<br />
Ecco fatto quindi, calendario stilato, a voi l’interpretazione, ora potrete giorno per giorno programmare<br />
con “assoluta” certezza, il periodo migliore per scegliere le vostre giornate in <strong>vialattea</strong>!.<br />
Il mio incontro si chiude con i dovuti ringraziamenti al “vecchio saggio del paese”, ai suoi libri, ai suoi<br />
fogli, alla sua incredibile memoria, ai Suoi occhi colmi di saggezza contadina. Dopodiché con il simpatico<br />
ghigno stampato in viso di chi la sa lunga, mi saluta dicendo “ comunque sia Ilaria, can ël Chabartoun ou l'à<br />
soun chapé o qu' la fai brut o qu' la fai bé “ e va via ridendo, in poche parole mi ha detto che quando lo Chaberton<br />
ha il cappello o fa brutto o fa bello……mi sento un po’ simpaticamente presa in giro… in sostanza dopo<br />
tutte queste parole, con l’ultimo dei Suoi proverbi mi fa capire che alla fine il tempo fa assolutamente quello<br />
che vuole e non c’è segno premonitore o altro che ci possa far capire quando e quanta neve il Padreterno vorrà<br />
regalarci. Guardo fiera questo piccolo grande uomo, espressione delle mie montagne e quasi a volerlo stupire<br />
anch’io, gli dico butto lì il nostro motto “aziendale” : FIN Ch’A FIOCA A VA TÜT BIN ... lui mi fa l’occhiolino si tocca<br />
con la mano la falda del cappello in segno di saluto e con qualche mezzo bicchiere in più nelle gambe prende<br />
la sua via...<br />
dall’interno<br />
23
THE BEAST<br />
Simpaticamente la bestia<br />
di vITTORIO SALUSSO<br />
il gatto più grande del mondo
la bestia rimane dentro di noi, fa di noi dei pazzi<br />
scatenati. Già nel precedente Magazine vi avevo<br />
raccontato un po’ di vita nei cantieri, dietro le<br />
quinte di una scenografia che sembra fatta solo di<br />
neve e sciatori, ma non è solo così.<br />
Ora mi vengono in mente tutte le persone che<br />
ho incontrato, mi verrebbe meglio dire scontrato,<br />
a monte Fraiteve. Sto lì, proprio come una bestia<br />
e cerco di difendere i miei uomini dal gelo, sì dal<br />
gelo di chi fatica a capire i cambiamenti.<br />
Tutto sommato, tranne una giornata storta, una<br />
giornata di vento che ha messo a dura prova i nostri<br />
uomini, alla fine ho visto tanta gente contenta.<br />
Piccole soddisfazioni… Siamo un paese un po’<br />
vecchio ma proprio con i “vecchi simpatici perché<br />
non mollano” abbiamo smontato le funivie, costruito<br />
la telecabina a Borgata (ora la smontiamo!!!) invece<br />
che al Colle; la Banchetta senza intermedia<br />
al posto di due sciovie ecc. Tutti “drammi terribili”<br />
vissuti da attori che vedo con piacere ancora sciare<br />
(anche se da buoni piemontesi non lo vogliono<br />
dare a vedere) e che si divertono come bestie.<br />
Il vento in montagna c’è, come altri pericoli. Vorrei<br />
poter scrivere (come sul pacchetto di sigarette “Se<br />
fumi muori”): “ Se scii, e non rispetti le regole, puoi<br />
morire o magari farti male”. Non si può: mi dicono<br />
che poi non verreste più a sciare. Comunque io<br />
continuo a fumare. Meglio smettere: non di sciare,<br />
ma di fumare!<br />
Critiche, va beh!<br />
Abbiamo di nuovo come bestie ultimato i lavori<br />
nel Vallone. Silvano, quando sale lui sulla ruspa<br />
d’estate, possiamo veramente dire che non ce n'è<br />
per nessuno. Andrea, emulando Valentino Rossi, si<br />
fa male: “M…a, ora cosa succede?” vien da dire.<br />
Niente paura! Gianni e Davide, età media 26 anni,<br />
diventano dietro la bestia, le bestie. Martellando,<br />
martellando, quando arriviamo alla pista 51, nasce<br />
la 27 bassa, che di basso ha ben poco, ma<br />
la inseriamo già tra i famosi cambiamenti alla<br />
"Beautiful".<br />
Dopo il “vento” sul Fraiteve, con la sua folata di<br />
cambiamento, tocca ora ad una simpatica disquisizione<br />
artistica sul disegno della ski map che vede<br />
vincente Ilaria, giovane rampante. Modifichiamo<br />
così la segnaletica ed inseriamo 40 Info Point lun-<br />
dall’interno<br />
25
dall’interno<br />
24<br />
go le piste, anche perché abbiamo paura che il nostro<br />
coordinatore, vista l’età, si perda… (caro Gigi,<br />
poi dici che i giovani non ti aiutano). Puntiamo a<br />
unificare l’informazione, nasce la centrale operativa<br />
e con Dona uniamo le forze: cassiere più impiantisti<br />
uguale più informazione e più qualità.<br />
Emanuele, noto elaboratore di problemi, superando<br />
lo stress da palazzo si lascia un po’ andare<br />
e, con il prezioso aiuto di Elena, miracolosamente<br />
porta a casa il materiale per la segnaletica: legno e<br />
colori per indicare le località, gli impianti e le piste<br />
con le varie difficoltà, il tutto per evitare che se ci<br />
fosse anche solo una bestia che scia, si faccia male<br />
o si perda.<br />
In questo momento in cui sto scrivendo abbiamo<br />
diversi problemi, “Nella notte ti raserò l’aiuola”, la<br />
suoneria del mio telefono sembra anche lei impazzita,<br />
ed una dopo l’altra arrivano le grane: abbiamo<br />
bruciato un motore, abbiamo una perdita di aria,<br />
il gatto si è rotto ecc... che giornata! Meno male<br />
che nevica… mmmm!!! Niente paura è normale,<br />
ma a volte mi chiedo se d’estate non varrebbe la<br />
pena trasferirsi, tipo alle Maldive. Tanto … Marco,<br />
Gabriele, Fabrizio, Salvatore, ecc., con i nostri manutentori,<br />
lavorano tutta l’estate per contrastare<br />
lo stress da rottura, rottura in tutti i sensi… Siamo<br />
poi anche quelli che in azienda spendono di più!<br />
Palate di m…a da tutti, le macchine si rompono:<br />
deduco che siano delle bestie pure loro.<br />
Non riusciremo a coltivare 10 kg di pomodori al<br />
mq come i cinesi ma, se riuscissimo a cavarne un<br />
solo kg di quelli buoni, magari vivremmo lo stesso.<br />
Ammettiamolo: non possiamo competere con<br />
certe produttività. Proviamo allora a coltivare efficacemente<br />
il nostro micro cosmo, cerchiamo di<br />
far bene nel nostro piccolo, ognuno si impegni nel<br />
suo ruolo. Stiamo cercando di far passare questo<br />
messaggio ai nostri uomini perché diventino delle<br />
bestie in qualità e cortesia, come Monica che,<br />
nonostante il mio carattere, ogni mattina è pronta<br />
a sorridermi. Che impresa però! Quale politico<br />
può raccogliere l’immondizia che tutti noi buttia-
mo in giro, quale stazione invernale può evitare<br />
gli incidenti sulle piste se tutti gli sciatori vanno<br />
come pazzi e non si danno una regolata? (simpaticamente<br />
delle bestie)<br />
Vedo crescere i giovani con piacere e scherzo con il<br />
nostro Junior President, Gualtiero. Sto invecchiando,<br />
54 anni non sono poi tanti, ma mi spaventa<br />
l’idea di arrivare a 120: che fatica! Fatico soprattutto<br />
a capire questo paese, dove è più facile essere<br />
anziani piuttosto che giovani! Quindi mi impegno<br />
e investo sui ragazzi, o meglio, cerco di convincere<br />
il mio Presidente che è meglio attorniarci di belle<br />
collaboratrici. Aiuto! Ora Gigi si strofina le mani<br />
e Cristina, la mia fedele (si fa per dire) ingegnere<br />
(prossimamente mamma… help! Partorirà di sicuro<br />
su un impianto di risalita) mi dà del maschilista<br />
come al solito.<br />
Belle sì, ma brave. Se non altro abbiamo incontrato<br />
persone di cultura che hanno voglia di emergere<br />
e devo dire che in un mondo dove tutti sono “dottori”<br />
e tu non trovi un idraulico neanche a pagarlo<br />
oro, i nostri giovani laureati, che ora sono una decina,<br />
hanno una buonissima preparazione.<br />
Bisogna dar loro fiducia, noi, vecchie bestie brontolone,<br />
dobbiamo lasciarli fare, dar sicurezza e<br />
permettere loro di usare la nostra esperienza.<br />
Giovani e bestie, nel mix non poteva mancare ThE<br />
BEAST: il “gatto” più grande del mondo, il più giovane<br />
anche, ma è un segnale, un segnale che dimostra<br />
che questa azienda sta al passo con i tempi,<br />
o almeno ci prova in tutti i modi. Sta di fatto che<br />
negli ultimi quattro anni ci siamo innovati in tutto.<br />
Non importa se il mondo fatica a venirci dietro,<br />
noi ce l’abbiamo messa tutta. Concedetemi ancora<br />
di aggiungere che la perfezione non è essere<br />
perfetti ma tendere continuamente ad esserlo…<br />
In fondo, in fondo siamo anche un po’ umani.<br />
Penso a quanto mi odierà Claudia che dovrà italianizzare<br />
i miei pensieri, sono proprio una bestia! Difatti<br />
passo davanti all’ufficio di Manu che come al<br />
solito non parla, ma mi abbaia; mi consolo: questo<br />
mondo è pieno di bestie………….meno male!<br />
dall’interno<br />
27
dall'interno<br />
28<br />
la Vialattea<br />
Top Secret<br />
di LUISELLA BOURLOT<br />
giunti alla quarta edizione del Vialattea Magazine non potevo mancare … finora un po’ per carattere e un<br />
po’ per la tipologia di lavoro che svolgo all’interno della Vialattea ho evitato i contatti con il mondo esterno,<br />
ma credo sia giunta l’ora di spiegarVi chi c’è nelle retrovie a far quadrare i conti ….<br />
Lavoro alla Sestrieres da 28 anni, i primi due come occasionale agli impianti e alle casse e poi dal 1984 nel<br />
settore amministrativo, salendo tutti gli scalini fino a diventarne il direttore … sempre con entusiasmo e<br />
dedizione perché, devo dire, che sono da sempre innamorata del mio lavoro e della “mia” (posso dirlo?)<br />
Società …..<br />
Ho la fortuna di avere al mio fianco persone valide e motivate che compongono insieme alla sottoscritta la<br />
“Direzione Amministrativa”: dove lavorano 10 persone tutto l’anno (di cui 9 sono donne) che provvedono
alla tenuta della contabilità, alla stesura delle dichiarazioni fiscali, dei bilanci,<br />
alla gestione delle banche, al controllo di gestione attraverso la predisposizione<br />
dei budget e dei forecast, al controllo budget in tempo reale, alla contrattualistica<br />
sia attiva che passiva, alla gestione dell’ufficio personale ed infine<br />
anche alla gestione dei sistemi informatici di tutta l’azienda. Mi è sempre piaciuto<br />
pensare all’Amministrazione di un’azienda come ad un “navigatore”, che<br />
deve trasmettere tempestivamente le informazioni necessarie al Pilota, per<br />
giungere al traguardo senza sorprese e magari vittorioso …. forse sono un po’<br />
presuntuosa nel pensare che il nostro lavoro consente a chi deve prendere le<br />
decisioni di studiare le giuste strategie e a chi è sul campo di operare contando<br />
sulle informazioni che servono a raggiungere il traguardo ...<br />
Ora, vorrei “navigare” per un breve tratto anche con Voi: inizio con il dirVi che<br />
nella Vialattea lavorano circa 320 dipendenti di cui 80 tutto l’anno, perché anche<br />
quando gli impianti sono chiusi la stazione continua a lavorare per preparare<br />
gli impianti, le piste, la comunicazione, la politica commerciale, il bilancio...<br />
Il costo relativo alla forza lavoro è di circa 8 milioni di Euro all’anno.<br />
Ma lo sapete quanto costa un gatto delle nevi? In media circa 350 mila Euro e<br />
per non parlare di quello di ultima generazione appena arrivato in Vialattea<br />
(quello bianco) il “Beast” (la bestia) che costa ben 400 mila Euro. Ogni gatto<br />
consuma circa 28 litri di gasolio all’ora e alla fine dell’anno la Vialattea acquista<br />
circa 600.000 litri di gasolio; la Vialattea spende circa 3 milioni di Euro, tutto<br />
compreso, per preparare tutte le sue piste. E quanto costa produrre la neve? Un<br />
metro cubo di neve costa circa 3,5 / 4 Euro; la Vialattea registra costi tra i 4 e i 5<br />
milioni di Euro anche in una stagione come il 2009/<strong>2010</strong>, nella quale le precipitazioni<br />
naturali non si sono fatte desiderare. E non è finita … la Sestrieres destina<br />
oltre 2 milioni di Euro all’anno per gestire in sicurezza il proprio personale<br />
ed i propri clienti, in particolare ha investito nelle comunicazioni wireless, ha<br />
creato una centrale operativa per la gestione delle informazioni tecniche, sta<br />
rinnovando la segnaletica, ha installato degli info - point al fine di raggiungere<br />
sempre più i propri clienti per agevolarli e farli sciare sempre più in sicurezza;<br />
inoltre ad ulteriore garanzia di tutti gli utenti è compresa nello skipass la copertura<br />
assicurativa di responsabilità civile v/terzi.<br />
Spesso ci chiedono quando scadono i contratti per l’energia elettrica … ogni<br />
utenza ha la sua scadenza, ma Vi posso dire che la Vialattea alla fine dell’anno<br />
spende circa 2,5 milioni di Euro di energia elettrica e può contare finalmente<br />
sul mercato libero che crea qualche efficienza! Insomma pensate che in una<br />
stagione, che conta in media 130 giornate di apertura, il costo giornaliero di<br />
gestione omnicomprensivo medio di un impianto è di circa 4.500 Euro (media<br />
tra sciovie, seggiovie, telecabine e funivia), dove ad esempio una giornata della<br />
Telecabina costa 7 mila Euro! Non parliamo solo dei costi, per fortuna possiamo<br />
contare su un fatturato tutto compreso di 25 / 30 milioni di Euro a seconda<br />
dell’andamento meteo della stagione. E … adesso basta mi sono già esposta<br />
molto e poi lo sapete che molti dati custoditi dall’amministrazione sono “top<br />
secret”, sempre che un giorno non ci intercetti Wikileaks!<br />
UNA BUONA STAGIONE A TUTTI!<br />
dall’interno<br />
29
dall'interno<br />
30<br />
Pane al pane<br />
di LUIGI RICOTTI<br />
nel corso dell’inverno, quando il tempo e la<br />
pigrizia me lo consentono, vado a sciare e quasi<br />
sempre sono solo ed in incognito, pertanto mi capita<br />
di salire sugli impianti con altre persone, che<br />
parlando tra di loro, usano termini o si pongono<br />
delle domande (se non addirittura risposte) riguardanti<br />
gli impianti di risalita. Mi sembra quindi<br />
opportuno fornire alcune informazioni anche se<br />
superficiali, sulle caratteristiche dei nostri impianti.<br />
Tanto per incominciare la nomenclatura di ogni<br />
tipo di impianto è definita per legge e vi assicuro<br />
che come al solito è anche molto complicata;<br />
per esempio un tipo di seggiovia è così definito:<br />
“funivia monofune a movimento unidirezionale<br />
continuo e collegamento temporaneo dei veicoli”.<br />
Non voglio arrivare a tanto, però, molto più terra<br />
terra (ma correttamente), possiamo classificare gli<br />
impianti in questo modo:<br />
SCIOVIA: non chiamatela skilift, (non lo fanno<br />
nemmeno i popoli di lingua inglese); è il classico<br />
impianto ove lo sciatore è trainato da un dispositivo<br />
(chiamato appunto “traino”) ammorsato<br />
alla fune traente dotato di “piattello” ed in cui è<br />
previsto che l’azione sullo sciatore al momento<br />
dell’aggancio avvenga progressivamente grazie a<br />
dispositivi idraulici o elettromagnetici. La velocità<br />
di questi impianti può variare da 2 a 3 metri al secondo<br />
(m/s) e la “portata” può raggiungere le 900<br />
persone all’ora (pers/h).<br />
SEGGIOvIA FISSA: è la classica seggiovia ove la<br />
seggiola (“veicolo”) è rigidamente “ammorsata”<br />
(e non agganciata) alla fune “portante/traente”. I<br />
veicoli possono essere a più posti, ed il numero di<br />
posti nonché il tipo di servizio ne determina la velocità<br />
massima. Per intanto se è previsto il trasporto<br />
di “pedoni”, questi non possono essere più di due<br />
per seggiola (anche per le seggiovie quadriposto)<br />
e la velocità massima consentita per legge è di 2<br />
m/s. Se l’impianto è ad uso esclusivo di sciatori (naturalmente<br />
con gli sci calzati) le velocità massime<br />
sono: 2,5 m/s per le biposto, 2,3 m/s per le triposto<br />
e 2,2 m/s per le quadriposto. La biposto del Colò,<br />
essendo equipaggiata di “tappeto mobile per facilitare<br />
l’imbarco”, può girare a 2,8 m/s. Queste diverse<br />
velocità sono stabilite dalla normativa e tengono<br />
conto della diversa massa dei vari tipi di seggiola<br />
che impatta con lo sciatore.<br />
Le portate massime variano<br />
dalle 1200 p/h della biposto<br />
alle 2400 p/h della quadriposto.<br />
Attenzione però che<br />
queste portate sono teoriche<br />
e calcolate per seggiole<br />
a pieno carico, cosa che<br />
avviene raramente (scalpitiamo<br />
quando siamo in<br />
coda, ma non occupiamo<br />
tutti i posti quando è il<br />
nostro turno di salire).<br />
Sotto questo aspetto<br />
l’impianto più penalizzato<br />
è la quadriposto; un<br />
esempio per chiarire: il<br />
Chamonier (quadriposto)<br />
ha raggiunto un’efficienza massima del 52,37<br />
% cioè a dire una portata reale di 1257 p/h contro<br />
le 2400 teoriche, mentre il Colò (biposto) di recente<br />
costruzione ha già raggiunto un’efficienza del 83,55<br />
% pari a 1000 p/h contro le 1200 teoriche!<br />
SEGGIOvIA AUTOmATICA: è quella seggiovia<br />
ove i veicoli arrivando alle stazioni si disaccoppiano<br />
dalla fune portante traente così da poter<br />
essere rallentati da dispositivi (detti “travi di lancio”<br />
e/o “travi di rallentamento”) ad una velocità<br />
tale da consentire un’agevole accesso agli sciatori.<br />
La fune portante traente di questi impianti, può<br />
raggiungere anche velocità ragguardevoli (5 m/s)<br />
che dipendono esclusivamente dalla lunghezza<br />
delle travi di lancio e rallentamento e quindi delle<br />
stazioni. Si deve tenere conto infatti che gli spazi<br />
per accelerare e decelerare i veicoli sono in rapporto<br />
quadratico con la velocità (qualcuno ricorda<br />
che s=v2/2a ?) e pertanto il solo passaggio da 4<br />
m/s a 5 m/s comporta stazioni più lunghe di circa
5 metri cosa che peraltro in<br />
alcune situazioni morfologiche<br />
del terreno non è<br />
possibile. Sono certamente<br />
gli impianti più graditi<br />
dallo sciatore, infatti<br />
consentono risalite veloci<br />
senza peraltro togliere<br />
gli sci. Le portate orarie<br />
sono le stesse di quelle<br />
delle seggiovie fisse; e<br />
non stupitevi, perché<br />
la portata dipende da<br />
quante seggiole ogni<br />
ora arrivano alla stazione<br />
di monte e poiché<br />
fisiologicamente e per<br />
legge, per qualsiasi tipo<br />
di impianto, non è possibile scendere al di sotto di<br />
6 secondi tra un veicolo e l’altro, i conti sono presto<br />
fatti: 3600/6 = 600 seggiole all’ora e 600 x 4 posti<br />
= 2400 pers/h.<br />
TELECABINA: innanzi tutto, per cortesia non<br />
chiamatele “ovovie”, un termine che oltre ad essere<br />
sbagliato è anche molto riduttivo. Un tempo,<br />
quando le cabine erano a due posti effettivamente<br />
avevano la forma di un uovo, ma ora non più. Sono<br />
impianti che tecnicamente hanno le stesse caratteristiche<br />
delle seggiovie automatiche, ma sono<br />
equipaggiati con veicoli “chiusi” il che consente<br />
maggior numero di persone a bordo e maggiori<br />
altezze da terra e quindi percorsi più lunghi. Per<br />
altro comportano stazioni più importanti tenuto<br />
conto delle masse in gioco e della velocità che può<br />
anche superare i 6 m/s.<br />
FUNIvIA: è quella comunemente chiamata “teleferica”<br />
(sbagliando: la teleferica è quel tipo di<br />
e vino al vino<br />
impianto con tanti vagonetti che trasportano<br />
normalmente del materiale, come ad esempio la<br />
Savona-Cairo Montenotte che avrete certamente<br />
visto andando al mare). E’ composta da una o due<br />
funi “portanti” per ogni “via di corsa” sulle quali<br />
scorre una cabina, trainata dalle funi “traenti”, che<br />
assume un movimento a “va e vieni” tra una stazione<br />
e l’altra. Essendo dotata di fune di “soccorso” e<br />
quindi non richiedendo la eventuale calata a terra<br />
dei passeggeri (attenzione, la dicitura non tragga<br />
in inganno la fune di soccorso è semplicemente un<br />
anello di fune al quale, alla bisogna, si può collegare<br />
un carrello che appoggiandosi sulle portanti<br />
può raggiungere le cabine ferme e trasbordare le<br />
persone riconducendole alle stazioni di valle o di<br />
monte) può sorvolare il terreno a grande altezza<br />
(in teoria senza limiti) ed è quindi adatta per percorsi<br />
difficili con andamento del terreno particolarmente<br />
accidentato. Come tipo di impianto ha<br />
però molti limiti in quanto la portata oraria dipende<br />
dalla lunghezza del percorso, dalla velocità del<br />
veicolo e dalla sua “capacità” (per le seggiovie la<br />
lunghezza dell’impianto può teoricamente essere<br />
infinita senza per questo limitare la portata è infatti<br />
sufficiente che la cadenza sia sempre di 6 secondi).<br />
Una funivia moderna raggiunge tranquillamente<br />
i 12 m/s (per darvi un’idea corrispondono a<br />
43 km/h) e le cabine possono anche ospitare quasi<br />
200 persone. Questi, in due parole, sono i tipi di<br />
impianto che trovate in Vialattea, ma ne esistono<br />
molti altri, che però non sono oggetto di questa<br />
“chiacchierata in seggiovia”. Non solo, non Vi sto<br />
nemmeno a raccontare le varie “perle” udite da<br />
queste orecchie (una per tutte: salendo in funivia<br />
ed in telecabina: ma le cabine che scendono vanno<br />
più veloci!: spero proprio di no perché sarebbe<br />
veramente un guaio, in quanto i veicoli sono tutti<br />
ammorsati alla stessa fune e quindi vanno tutti<br />
alla stessa velocità. Non voglio scomodare Einstein,<br />
il quale teorizzava che la velocità (e il tempo)<br />
dipendono dallo stato dell’osservatore, ma<br />
semplicemente dirvi che all’occhio di chi guarda,<br />
la velocità relativa diventa doppia così da obbligare<br />
anche il cliente che scende a dire: ma le cabine<br />
che salgono vanno più veloci!).<br />
Se qualcuno fosse interessato ad approfondimenti,<br />
può contattarmi via mail presso la Sestrieres.<br />
dall’interno<br />
31
dall'interno<br />
32<br />
LO SKIPASS<br />
DIVENTA BUONO<br />
iL CO-mARkETING CONTINUA AD ESSERE<br />
UNO DEI PUNTI DI FORzA DELLA FILOSOFIA<br />
COmmERCIALE DEL COmPRENSORIO SCIISTI-<br />
CO. La Vialattea ha sviluppato negli ultimi tre anni<br />
un complesso progetto. ha coinvolto prestigiose<br />
aziende che operano in svariati settori del mercato<br />
ed ha sfruttato le sinergie e gli interessi comuni<br />
per raggiungere un importantissimo obiettivo:<br />
abbattere i costi per il consumatore finale.<br />
L’utilizzo dei coupon, distribuiti unitamente agli<br />
skipass giornalieri e stagionali, è costantemente<br />
e notevolmente aumentato. I numeri hanno ampiamente<br />
confermato il gradimento dell’iniziativa<br />
e, in alcuni casi, hanno superato svariate migliaia<br />
di contatti. La Vialattea e le aziende partner sono<br />
riuscite a fidelizzare una clientela comune ed il<br />
successo dell’iniziativa deve proprio esser ricercato<br />
nei benefici reciproci ottenuti da parte di tutti i<br />
partner coinvolti e soprattutto da parte del cliente<br />
finale che ha colto l’elevato risparmio derivante<br />
dal progetto.<br />
QUEST’ANNO C’è UNA GRANDE NOvITà NEL<br />
PROGETTO DI CO-mARkETING: SI RISPARmIA<br />
ANChE SUGLI SkIPASS GIORNALIERI vIALAT-<br />
TEA; il blocchetto di coupon consegnato unita-<br />
mente allo skipass giornaliero conterrà infatti un<br />
buono grazie al quale il cliente potrà beneficiare<br />
di uno sconto di 10 euro sul successivo acquisto di<br />
un giornaliero “mani libere” Vialattea, dal lunedì al<br />
venerdì (24 euro anziché 34 euro). La promozione<br />
non sarà valida nei periodi festivi dal 23.12.10 al<br />
9.01.11 e dal 3 all’8.03.11. Per usufruire dell’agevolazione<br />
sarà indispensabile munirsi della tessera<br />
Vialattea Ski Card. La Ski Card è personale e non<br />
cedibile e può esser tenuta comodamente in tasca.<br />
Il supporto potrà esser acquistato, previa registrazione<br />
sul sito www.<strong>vialattea</strong>.it, presso tutte<br />
le biglietterie del comprensorio al costo di 5 euro<br />
ed avrà la durata di anni 3. La Vialattea Ski Card<br />
potrà anche esser utilizzata per acquisti di giornalieri,<br />
a prezzo pieno, su internet, in tal caso si<br />
potrà accedere direttamente agli impianti sciistici<br />
del comprensorio della Vialattea senza recarsi alle<br />
biglietterie. Il giornaliero verrà caricato senza data<br />
e potrà essere utilizzato in un giorno a scelta, purché<br />
entro la stagione in cui viene acquistato.<br />
Qui di seguito le altre agevolazioni offerte nel<br />
blocchetto di coupon:<br />
COOP<br />
6 euro di sconto, a fronte di una spesa minima di<br />
60 euro, coupon utilizzabile in tutti i supermer-
cati Coop e ipermercati Ipercoop di Novacoop in<br />
Piemonte. Sono cumulabili un massimo di 3 buoni<br />
per 180 euro di spesa. Con lo stagionale ricevi subito<br />
20 buoni sconto.<br />
kAPPA<br />
Sconto del 30% con lo stagionale su tutti gli acquisti<br />
presso i negozi Robe di Kappa, Superga, K-Way,<br />
AlloSpaccio, Kappa Outlet, theGigastore.com e<br />
Robe di Kappa Junior, fino a 1000 euro di spesa e<br />
sconto di 15 euro con il giornaliero, a fronte di una<br />
spesa minima di 50 euro.<br />
FONDIARIA SAI<br />
15 euro di sconto sull’acquisto di una nuova polizza<br />
con premio assicurativo non inferiore a 100<br />
euro. I buoni sono cumulabili fino ad un massimo<br />
di 3; con lo stagionale ne ricevi subito 3, per un<br />
valore di 45 euro. Promozione valida presso tutte<br />
le agenzie del gruppo.<br />
DECAThLON<br />
Buono sconto del valore di 10 euro per un trattamento<br />
sci o snowboard per i possessori di skipass<br />
giornaliero e stagionale, utilizzabile presso alcuni<br />
centri Decathlon del Piemonte e della Liguria.<br />
COSTA CROCIERE<br />
Nuovo partner della Vialattea che mette a disposizione<br />
dei clienti dello skipass stagionale e dei suoi<br />
famigliari favolose crociere a prezzi imbattibili.<br />
SPONSOR<br />
FONDAzIONE TORINO mUSEI<br />
Mette a disposizione dei possessori di skipass ingressi<br />
gratuiti nei 4 musei civici di Torino (la GAM-<br />
Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea,<br />
Palazzo Madama-Museo Civico d’Arte Antica, il<br />
MAO-Museo d’Arte Orientale ed il Borgo e la Rocca<br />
Medievale).<br />
SERRAvALLE DESIGNER OUTLET<br />
Sconto di 5 euro a fronte di 100 euro di spesa, praticato<br />
in tutti i negozi dell’outlet che partecipano<br />
all’iniziativa (sono cumulabili fino a 2 buoni) ed ulteriori<br />
riduzioni del 5-15% con la Serravalle Shopping<br />
Card sui prezzi outlet.<br />
AQUATICA<br />
Il complesso sportivo Galileo Ferraris di Torino<br />
mette a disposizione entrate gratuite in piscina in<br />
giorni ed orari prestabiliti.<br />
CINEmA PAThè LINGOTTO<br />
Il biglietto, per tutti gli spettacoli nelle 11 sale del<br />
cinema, costerà al cliente Vialattea solamente 5<br />
euro. Per i film in 3D ingresso ridotto a 9 euro.<br />
RIMANE INOLTRE CONFERMATA LA COLLABORAzIONE<br />
TRA VIALATTEA ED I SUOI SPONSOR ISTI-<br />
TUzIONALI:<br />
UNICREDIT<br />
ACI<br />
ABARTh<br />
RADIO ITALIA<br />
TELECUPOLE<br />
29
l'azienda<br />
34<br />
GRUPPO FONDIARIA SAI,<br />
la sicurezza di una vita serena<br />
dal settore auto all’innovazione di prodotto, dalle<br />
coperture sanitarie a quelle previdenziali, il Gruppo<br />
Fondiaria Sai continua a fare innovazione per raggiungere<br />
l’obiettivo di sempre: la serenità dei suoi<br />
clienti. Vocazione sociale e attenzione ai bisogni<br />
di un mercato in costante evoluzione sono gli atteggiamenti<br />
che da sempre orientano l’azione del<br />
Gruppo Fondiaria Sai, realtà nata dalla fusione di<br />
due primarie Compagnie assicurative nel panorama<br />
nazionale: Sai (Società Assicuratrice Industriale) e La<br />
Fondiaria Assicurazioni.<br />
Leader nell’auto e nell’innovazione<br />
Solidità e affidabilità sono caratteri distintivi del<br />
Gruppo Fondiaria Sai, che si traducono sia in efficienza<br />
gestionale, sia nella capacità di studiare<br />
soluzioni sempre in linea con le esigenze dei suoi<br />
assicurati. Al di là della tradizionale immagine<br />
che fa dell’assicuratore una figura prudente e responsabile,<br />
per il Gruppo Fondiaria Sai efficienza<br />
significa anche un’adeguata e redditizia gestione<br />
dell’area finanza, fattore di sicurezza e tranquillità<br />
per gli oltre nove milioni di clienti del Gruppo.<br />
Per rispondere ai bisogni di sicurezza degli italiani,<br />
inoltre, il Gruppo Fondiaria Sai continua a innovare<br />
prodotti e servizi, tra i quali spicca il progetto<br />
Auto Presto e Bene, che rappresenta un salto di<br />
qualità nella concezione dell’assicurazione auto,<br />
comparto dove una quota di mercato del 23% assegna<br />
al Gruppo la leadership nazionale. L’offerta<br />
personalizzata continua a rinnovarsi con coperture<br />
pensate su target sempre più specifici, come il<br />
mondo della piccola e media impresa, gli acqui-<br />
renti sistemi per la produzione di energia sostenibile<br />
e gli anziani.<br />
Le soluzioni sanitarie e previdenziali<br />
Il progressivo invecchiamento della popolazione,<br />
in particolare, ha posto alle Compagnie una nuova<br />
sfida, coinvolgendole direttamente nello sviluppo<br />
del welfare state, settore nel quale le assicurazioni<br />
saranno chiamate nei prossimi anni a dare prova<br />
della loro funzione sociale. Su questo fronte, il<br />
Gruppo Fondiaria Sai ha già messo a punto risposte<br />
adeguate all’allungamento delle aspettative<br />
di vita nel nostro Paese, approdo certamente positivo<br />
della nostra società, che tuttavia apre nuove<br />
domande nella gestione della spesa sanitaria<br />
e previdenziale. Se in ambito sanitario la stipula<br />
di polizze collettive è una soluzione efficace per<br />
garantire in futuro a tutti i cittadini una copertura<br />
medica, sul fronte pensionistico la previdenza<br />
complementare è sicuramente la soluzione ideale<br />
per assicurare agli italiani uno livello di pensione<br />
adeguato alle necessità della terza età, stagione<br />
della vita che sotto molti aspetti è la più fragile.<br />
Stipulare un fondo assicurativo previdenziale, inoltre,<br />
significa anche sottoscrivere un investimento<br />
sicuro, con un rendimento certo, risultato che va<br />
tenuto in debita considerazione, soprattutto in<br />
tempi incerti come quello che stiamo vivendo. In<br />
tema di rendimento, infine, il Gruppo Fondiaria Sai<br />
è orgoglioso di poter dire che già oggi è in grado<br />
di garantire ai cittadini rendimenti minimi pari a<br />
quelli del TFR. Per concludere, la visione del mercato<br />
e le più recenti coperture assicurative fanno<br />
del Gruppo Fondiaria Sai un attore di primo piano<br />
nella tutela e nella crescita della società contemporanea,<br />
ruolo sociale che coincide con la missione<br />
di un’azienda che continua ad avere un solo<br />
obiettivo: la quotidiana serenità dei suoi clienti.<br />
Gino Bressa<br />
Direttore Relazioni Esterne e Comunicazione<br />
Polo di Torino
storia degli sci club<br />
36<br />
LA STORIA dELLO SCI CLUB SAUzE d'OULx<br />
di RUGGERO GIACOPAzzI<br />
lo Sci Club Sauze d’Oulx nasce 55 anni fa da<br />
un’idea dell Ing, Stefano Caretta, costruttore degli<br />
impianti di risalita che collegavano il nostro Paese<br />
con le zone di Clotes, Lago Nero e Capanna Mollino<br />
e la zona di Prariond con la conca di Sportinia.<br />
L’Ing. Caretta è stato anche animatore del movimento<br />
sportivo che in quegli anni pionieristici<br />
andò ad accomunare gli sciatori valligiani e numerosi<br />
cittadini che amavano frequentare queste<br />
Vallate. Lo Sci Club Sauze d’Oulx, allora denominato<br />
Sci Club Sportinia, ebbe la capacità e il dono<br />
di far convivere in perfetta armonia creando un<br />
vero spirito di squadra queste realtà così diverse<br />
tra loro, ma così unite dall’amore e dalla passione<br />
per questo meraviglioso sport.<br />
Le due anime si integrarono in maniera perfetta<br />
e amicizie solide nate in quegli anni convivono<br />
tutt’oggi nei ricordi e nel brillare degli sguardi<br />
quando vengono raccontate ai nipoti, attuali atleti<br />
dello Sci club, dai nonni che furono bandiere di<br />
questo sodalizio.<br />
Pochi Club nella nostra Valle possono con orgoglio<br />
vantare un palmares così importante e ricco<br />
di trionfi dalle categorie dei nostri più piccoli<br />
atleti, ai campioni che hanno segnato la storia<br />
dello sci internazionale arrivando alle vittorie in<br />
Coppa del Mondo ed alle Olimpiadi.<br />
I nomi che fecero la storia e le origini del sodalizio,<br />
ci scusiamo sin d’ora con quelli che dimentichiamo<br />
ma sono talmente tanti, partendo da i<br />
locali Faure, Eydallin, Giolitto, Gally, Bergoin che in<br />
quegli anni a cavallo della guerra furono costretti<br />
a spostarsi al Colle del Sestriere mettendo il loro<br />
valore a disposizione della mitica “Scuderia”, passando<br />
per gli anni 50/60 con la famiglia Schenone,<br />
Vera e Carlo, a Pierlorenzo Clataud; negli anni 70<br />
l’esplosione di un gruppo fortissimo con Giuliano<br />
e Carlo Besson, Alessandro Perron Cabus, Renzo e<br />
Piero Gros, quest'ultimo punta di diamante e fiore<br />
all’occhiello non solo di Sauze e della Valle di Susa,<br />
ma dell'Italia sportiva tutta. Carlo Besson e Piero<br />
Gros rivestono tutt’ora la carica di Presidenti Onorari<br />
della Società.<br />
Altri nomi illustri che hanno tenuto alto il blasone<br />
con i nostri colori Paolo e Carlo Garutti, Daniele<br />
Gay, Elena Gai, Laura Oddenino, Mattia Casse e<br />
tanti altri …..<br />
In queste ultime stagioni le più grandi soddisfazioni<br />
sono arrivate dalle categorie dei nostri piccoli<br />
atleti, che hanno trionfato in numerose competizioni.<br />
I nostri Baby Sprint, Baby e Cuccioli hanno<br />
con le loro vittorie rinnovato una tradizione di<br />
successi che speriamo prosegua nella prossime
Stagioni.<br />
In questi ultimi mesi lo Sci Club ha impostato<br />
un’operazione di rafforzamento, che, senza snaturare<br />
l’animo e la compattezza di un gruppo efficiente<br />
e collaudato, dovrebbe portare a migliorare<br />
ancora l’ottimo lavoro fin qui svolto da tutto<br />
il team.<br />
Alla guida tecnica dello Sci Club è arrivato Luca<br />
Pesando, ex atleta di Coppa del Mondo, Istruttore<br />
Nazionale ed Allenatore di provata esperienza,<br />
per chi non se lo ricordasse, Luca calcava le scene<br />
della Coppa del Mondo, negli anni in cui il palcoscenico<br />
era completamente dominato da un certo<br />
Alberto Tomba.<br />
Il gruppo degli Allenatori, che in questi anni ha<br />
dato ottima prova di sé, è stato mantenuto nel segno<br />
della continuità, integrando questo bagaglio<br />
di esperienze con l’inserimento di alcuni giovani,<br />
che porteranno una carica di entusiasmo per ottenere<br />
il miglior mix possibile, affinché i nostri atleti<br />
siano messi nelle migliori condizioni per ottenere<br />
importanti risultati, sempre all’insegna del divertimento<br />
e della sana passione, per una delle più<br />
belle emozioni che può dare questo magnifico<br />
sport.<br />
Lo Sci Club può vantare nell’organico tecnico tre<br />
Istruttori Nazionali: Giuliano Vitton, Luca Pesando<br />
e Simone Eydallin, che, oltre al loro contributo rivolto<br />
all’agonismo puro, saranno d’esempio e di<br />
stimolo per tutti quei ragazzi che hanno come<br />
obiettivo la professione del Maestro di Sci.<br />
Il Consiglio in carica, guidato dal Presidente Bernardino<br />
Eydallin, si è posto come fine nei prossimi<br />
quattro anni di lavoro, la riorganizzazione e il<br />
rinnovamento strutturale, per dare al Club tutti gli<br />
strumenti necessari affinché si ritorni ad essere tra<br />
le prime e migliori Società a livello nazionale.<br />
Questo è l’augurio che facciamo a tutti i nostri<br />
atleti e alle loro famiglie, ed è doveroso da parte<br />
di tutti noi profondere le nostre energie e tutte<br />
le risorse a disposizione per arrivare a questo traguardo.<br />
vORREmmO ChE TUTTI I NOSTRI RAGAzzI<br />
TERmINASSERO LE LORO GIORNATE DI<br />
ALLENAmENTO CON IL SORRISO SULLE<br />
LABBRA, STANChI mA FELICI E<br />
SOPRATTUTTO ORGOGLIOSI DI ESSERE<br />
ATLETI DELLO “SCI CLUB SAUzE D’OULX”<br />
ALLENATORI SCI CLUB SAUzE D’OULx<br />
STAGIONE <strong>2010</strong>-11<br />
• LUCA PESANDO<br />
DIRETTORE TECNICO E RESPONSabIlE<br />
GIOV. 1<br />
• FAUSTO CHIARAVALLI<br />
allENaTORE GIOVaNI 1<br />
• DAVIDE PONCET<br />
allENaTORE GIOVaNI 1<br />
• GIULIANO VITTON<br />
allENaTORE RESPONSabIlE GIOVaNI<br />
PRESElEZIONE<br />
• GIANLUCA EYDALLIN<br />
allENaTORE GIOVaNI PRESElEZIONE<br />
• PAOLO DOTTA<br />
allENaTORE RESPONSabIlE allIEVI<br />
• STEFANO LAGANà<br />
allENaTORE allIEVI<br />
• DARIO TISSERAND<br />
allENaTORE RESPONSabIlE RaGaZZI<br />
• LAWRENCE EDWARDS<br />
allENaTORE RaGaZZI<br />
• MASSIMO ANTONIAZZI<br />
allENaTORE RaGaZZI<br />
• GIORGIO AMBROSIANI<br />
allENaTORE RESPONSabIlE CUCCIOlI<br />
• ANDREA VIANO<br />
allENaTORE CUCCIOlI<br />
• SIMONE EYDALLIN<br />
allENaTORE RESPONSabIlE babY<br />
• GIULIANO ALLEMAND<br />
allENaTORE babY<br />
• LUCA DE TOMASO<br />
allENaTORE RESPONSabIlE babY SPRINT<br />
• DAVIDE BRUGNOLI<br />
allENaTORE RESPONSabIlE SNOWbOaRD<br />
• RUGGERO GIACOPAZZI<br />
allENaTORE RESPONSabIlE MaSTER<br />
• FRANCO CASALE<br />
allENaTORE MaSTER<br />
storia degli sci club<br />
37
Rossana<br />
Carretto<br />
Una grande artista di casa<br />
sulle nostre montagne di RITA QUARTA
ossana Carretto è di Novara, l’ho conosciuta<br />
qualche anno fa, fresca fresca di Colorado Cafè,<br />
4 anni di presenza fissa. Il suo personaggio unico<br />
ed inimitabile, la signorina Ada, è entrato sin dalle<br />
prime apparizioni in tv, nel cuore delle famiglie<br />
italiane. Da allora una carriera brillante tra teatro<br />
e palcoscenici, piazze e set televisivi. Al suo fianco<br />
hanno recitato e recitano personaggi di spettacolo<br />
e di cuore come il suo caro amico Enzo Iacchetti,<br />
e poi ancora Ale e Franz, Diego Abatantuono<br />
e tanti altri. Una carriera che nasce dallo studio<br />
e dall’impegno. Rossana è una persona speciale,<br />
umile che non dimentica gli amici, a differenza di<br />
tante sue colleghe che una volta famose dimenticano<br />
… Ricordo ancora quando la chiamai per<br />
la prima volta ad esibirsi ad Oulx: al suo primo<br />
spettacolo arrivò gente da Torino e dintorni con<br />
mazzi di fiori e regali, onorati e consapevolmente<br />
certi di “essere ricevuti”. Allora uno scambio di battute<br />
con la “vecchia” amica di Accademia Wanda<br />
di Wanda Circus, attrice, regista, sceneggiatrice e<br />
strampalata artista di strada, e poi in scena brillante,<br />
esuberante, sexy, commovente, coinvolgente,<br />
una star a tutto tondo. Attrice drammatica e nel<br />
contempo con le sue macchiette comiche spasso-<br />
sissime. Un animale da palcoscenico …<br />
Allora Rossana, ci risentiamo dopo tempo, una<br />
carriera che va avanti con in mezzo una bellissima<br />
bimba, da donna a donna, vero che è tosta?<br />
hai ragione: è veramente tosta! Come tutte le<br />
mamme che lavorano devo cercare di incastrare<br />
tutti gli impegni, in primis quelli legati a mia figlia.<br />
È dura, ma basta un suo sorriso e passa tutto.<br />
Racconti ai nostri amici della Vialattea qualche<br />
cosa di te, della tua carriera, dei tuoi inizi? Un racconto<br />
diverso, come mi parli al telefono, libero da<br />
schemi e da troppa riverenza…<br />
Fin da bambina mi è sempre piaciuto cantare,<br />
stare sul palco ed alle elementari la mia maestra<br />
mi ha spinta ad esprimere il mio talento istintivo.<br />
Poi dall’istinto infantile alla professione d’attrice ci<br />
scorre un oceano di studio (e detto inter nos non<br />
finisce mai!). E così negl’anni del liceo ho “divorato”<br />
testi teatrali, visto tutti gli spettacoli a cui potevo<br />
assistere e poi successivamente ho frequentato<br />
corsi di dizione, recitazione, mimo, danza, stage<br />
con insegnanti dell’Actor’s Studio di New York;<br />
sono anche volata a Londra a studiare clownerie<br />
con Philippe Gaulier. E pian piano ho iniziato a lavorare<br />
come professionista, diretta da registi come celebrity<br />
39
celebrity<br />
40<br />
Giampiero Solari (regista di Fiorello,<br />
Michelle hunziker), ritrovandomi<br />
sul palco con bravissimi attori come<br />
Gigio Alberti, Maria Amelia Monti,<br />
Paolo Pierobon (il cattivo De Silva in<br />
“Squadra Antimafia”), Enzo Iacchetti<br />
con quale oltre a tante turnè teatrali<br />
sono stata il suo “incubo” nella sitcom<br />
“Il mammo” (interpretavo Giada<br />
Coletti, l’innamoratissima datrice di<br />
lavoro di Silvano, ossia Enzo). E poi<br />
l’esperienza nel cabaret, anche qui<br />
con la fortuna di iniziare con grandi<br />
comici quali Flavio Oreglio, Antonio<br />
Cornacchione, Ale&Franz, Leonardo<br />
Manera, per arrivare a “Colorado”<br />
e ritrovarmi a duettare con Diego<br />
Abatantuono!<br />
Come accennato accanto a te hai<br />
avuto uomini e donne di spettacolo<br />
che tutt'ora hanno grandissimo<br />
successo. Chi è rimasto vero?<br />
DI CERTO ENZO IACCHETTI, E NON LO DICO PER<br />
LA LUNGA AMICIZIA CHE CI LEGA (LUI è IL MIO<br />
FRATELLONE), MA PERCHé è DA TUTTI RICO-<br />
NOSCIUTA LA SUA SINCERITà E GENTILEZZA.<br />
POI DIEGO ABATANTUONO, SIMPATICO DEN-<br />
TRO E FUORI DAL SET E SEMPRE DISPONIBILE<br />
CON TUTTI.<br />
In generale, posso dire di aver avuto la fortuna di<br />
lavorare con grandi professionisti, artisti che sanno<br />
bene quali immani sacrifici bisogna fare per riuscire<br />
nel nostro mestiere e che, per questo, hanno<br />
sempre dato spazio alla concretezza e all’umanità<br />
piuttosto che a darsi delle arie.<br />
Quando ti ho accennato dell’intervista sul Vialattea<br />
Magazine, mi hai detto ”sono una bravissima<br />
sciatrice…”. Allora conosci il Comprensorio della<br />
Vialattea e le sue piste?<br />
Lo conosco eccome! Spesso sono stata a sciare a<br />
Claviere.<br />
Cosa ne pensi?<br />
Penso che sia un comprensorio meraviglioso. ho<br />
il ricordo di giornate intere a sciare passando da<br />
una pista all’altra senza mai rifare la stessa. Una<br />
vera goduria!<br />
Da quanto tempo manchi dalle nostre montagne?<br />
Come sciatrice manco da qualche<br />
anno … ahimè! Ma adesso risentendoti<br />
verrò a trovarvi ed a trascorrere<br />
qualche sana giornata in montagna.<br />
Cosa rappresenta per te la montagna?<br />
Aria frizzante che dà energia, colori<br />
che aprono la mente. E poi sciare mi<br />
rilassa moltissimo, in compagnia o da<br />
sola è uno sport che mi rigenera.<br />
Progetti per il futuro?<br />
Sto valutando proposte per un mio<br />
nuovo spettacolo e delle altre cose<br />
importanti tra tv e cinema. Ma non<br />
posso dire niente, non per scaramanzia,<br />
ma perché potrei essere citata!<br />
Torino e la sua provincia sono un<br />
“covo” di artisti, crescete, studiate e<br />
poi … andate altrove. Possibile che<br />
non si riesca a tenere a casa i “nostri”<br />
talenti? Cosa bisognerebbe fare o meglio<br />
cosa ci manca?<br />
Credo che Torino sia una città che negli<br />
ultimi anni ha fatto molto per sostenere l’arte<br />
e la cultura in genere, così come l’intera regione.<br />
Lo dico pensando, ad esempio, al gran numero di<br />
film che sono stati girati nel capoluogo negli ultimi<br />
anni. Per il resto non credo che dipenda dal cosa<br />
manca. Probabilmente dipende anche da ciò che<br />
vuoi ottenere dal tuo lavoro. Per quanto riguarda<br />
gli attori, se ambisci a diventare un professionista,<br />
sai fin dall’inizio della tua carriera che per fare tv e<br />
cinema devi inevitabilmente frequentare Milano e<br />
Roma.<br />
Per ben due volte gli anni scorsi hai entusiasmato<br />
il pubblico dell’alta valle con spettacoli dal tutto<br />
esaurito, cosa che difficilmente qua si riesce a vedere<br />
… sappi che presto ci sarà una terza volta<br />
… dimmi quando, se verrai da sola o con qualche<br />
spettacolo teatrale e con quale guest star…<br />
Anch’io mi sono molto divertita, per questo spero<br />
di tornare presto da voi col mio spettacolo comico<br />
"Una Donna Impenetrabile", carrellata di donne<br />
che avete visto a Colorado Café, o magari con un<br />
altro spettacolo comico a tre per la regia di Enzo<br />
Iacchetti e dal titolo che è tutto un programma…<br />
"Questa Sera cose Turche". Insomma, quattro risate<br />
e poi skipass per tutti!!
mix di dolcezza e sensualità<br />
Alena Seredova di<br />
RITA QUARTA
"Amo la montagna,<br />
Amo sciare,<br />
Amo la settimana bianca"<br />
alena Sreredova è bella, bellissima. Una delle<br />
più ammirate sex simbol dei nostri tempi. Fonde<br />
l'amore per il suo lavoro all'amore per la famiglia,<br />
suscitando un mix di ammirazione e simpatia che<br />
poche sue colleghe riescono a trasmettere.<br />
Alena vive a Torino, una città che in qualche modo<br />
ha fatto sua, è la compagna del campionissimo<br />
portierone della Juve e della Nazionale<br />
Gigi Buffon. Mi dicevano che era una<br />
donna difficile da raggiungere e da<br />
intervistare, invece Alena, con uno<br />
scacco matto al re, ha spiazzato<br />
i più, ed ecco l'intervista.<br />
Praga – Torino: che rapporto hai con<br />
le due città?<br />
Praga rimarrà per sempre la mia città, che<br />
adoro, dove sono cresciuta, dove c'e mia mamma<br />
e mio papà.... e che ritengo la città più bella del<br />
mondo.... a Torino c'è invece la mia casa, nel piccolo<br />
somiglia tanto a Praga (cultura e storia, fiume,<br />
tanto verde), mi piace tanto ma ... mi mancano le<br />
amicizie.<br />
Una carriera artistica completa, teatro, televisione,<br />
moda, cinema. Ci racconti della tua
primissima volta sul palco e davanti ad una<br />
telecamera?<br />
Se non ricordo male ho cominciato con un concorso<br />
di bellezza quando avevo 14 anni..... a dire<br />
la verità non mi piaceva tanto, ma avevo bisogno<br />
di lavorare....ho cominciato in Italia ad amare il<br />
mio lavoro.<br />
Nella tua esperienza di attrice hai lavorato con<br />
grandi registi ed accanto a famosi attori, in “ho<br />
visto le stelle” di vincenzo Salemme con Claudio<br />
Amendola, in “Chistmas in Love” con Danny<br />
de vito e massimo Boldi, regia di Neri Parenti.<br />
Ti vedremo presto nuovamente sul set?<br />
hai citato i miei primi due film.... esperienze bellissime.<br />
ho girato poi altri due film di Carlo Vanzina<br />
e l’ultimo di Eduardo Tartaglia (tutti per il cinema).<br />
Anche in questi ultimi due lavori ho recitato accanto<br />
a grandi star come Gigi Proietti, Biagio Izzo,<br />
Maurizio Casagrande, Nancy Brilli e tanti altri......<br />
mi parli di “Alena Collection”?<br />
Alena Collection termina il suo percorso ... Era una<br />
bellissima esperienza realizzare costumi come<br />
piacciono a me, ma purtroppo la crisi economica<br />
ha colpito l’azienda che mi produceva tutto (made<br />
in Rep. Ceca, niente Cina) e ora mi devo guardare<br />
intorno per nuove collaborazioni.<br />
Sei impegnata sul fronte del sociale con iniziative<br />
benefiche in Italia ed all’estero. me ne vuoi<br />
parlare?<br />
Quella mia personale è Sos Villaggi... una lunga<br />
collaborazione piena di varie iniziative..... poi collaboro<br />
anche con altri ma solo occasionalmente.<br />
Il mondo del calcio ti ha visto protagonista nel<br />
2005 con la trasmissione “La domenica sportiva”.<br />
Ti piace il calcio o c’è qualcosa che non va?<br />
Nel 2005 ho capito che essere la fidanzata di un<br />
calciatore vuol dire non poter più dire la tua opi-<br />
nione, perché tutti pensano che ti è stata suggerita<br />
dal tuo compagno, e questo paradossalmente<br />
lo può daneggiare... da quel momento non parlo<br />
più di calcio... per ora.<br />
Sei bellissima, hai un viso dolce e sensuale, sei<br />
famosissima e per marito hai un campione,<br />
non siete mai sui rotocalchi scandalistici, niente<br />
gossip … come fate ad essere così popolari e<br />
nel contempo così discreti?<br />
Uno deve saper usare la testa, sapersi comportare<br />
con rispetto verso il proprio compagno ... e poi le<br />
foto si fanno solo in certi posti, basta non frequentarli....<br />
anche se con i cellulari oggi ti fregano.<br />
hai sposato un grande calciatore legato al<br />
mondo torinese della Juve, degli Agnelli. Dal<br />
calcio passiamo allo sci, questo <strong>magazine</strong> è<br />
l’house organ della Sestrieres spa, il comprensorio<br />
sciistico delle montagne olimpiche di Torino<br />
e Sestriere ne è il cuore pulsante.<br />
Ti piace la montagna? Scii?<br />
Conoscerai senz’altro queste montagne …<br />
Io vengo da un paese dove sciano quasi tutti....<br />
amo la montagna, amo sciare, amo proprio la settimana<br />
bianca... Il mio compagno non può sciare,<br />
ma quando smette di giocare a calcio, gli insegnerò<br />
io..... A mio figlio più grande voglio prendere<br />
per questo inverno i piccoli sci di plastica.....<br />
HO PORTATO IN MONTAGNA, SULLA VIALAT-<br />
TEA, TUTTI E DUE I PICCOLI QUANDO AVEVA-<br />
NO UN MESE.... FUNIVIA, GATTO DELLE NEVI<br />
AD UN MESE DI VITA...
dal primo mattino...<br />
Caffetteria - Croissants<br />
Snack - Focacce - Piatti caldi - Apericena<br />
SeStriere - piazza agnelli 1/g<br />
tel. 0122 77542<br />
fino a tarda notte...<br />
pubbli&co
sergio<br />
muñiz<br />
l'attore che spacca<br />
in coda ai botteghini ...<br />
di Sauze<br />
di RITA QUARTA
i sindaci<br />
46<br />
È senza dubbio uno degli uomini di spettacolo più<br />
riservati e schivi in assoluto.<br />
Sergio Muñiz è stato scovato un giorno qualsiasi del<br />
gennaio passato alla biglietteria Vialattea di Sauze<br />
d’Oulx. Aria da vacanziero, informale, come uno dei<br />
tanti "sciatori della domenica”.<br />
A riconoscerlo nella tuta da sciatore la ragazza in biglietteria,<br />
dicono diventata paonazza per l’emozione.<br />
Così, poi come per caso qualche ora dopo ne è venuta<br />
una piccola intervista, naturale nella sua essenza come<br />
lo è la personalità di Sergio.<br />
“Sono a Sauze con alcuni amici, mi hanno invitato nella<br />
loro casa per trascorrere qui qualche giorno di riposo”.<br />
Cosa ne pensi del paese?<br />
E’ UNA TIPICA CITTADINA MONTANA, MA TI<br />
DICO SINCERAMENTE CHE C’è VERAMENTE<br />
TANTA GENTE.<br />
Ma sei così schivo?<br />
Sì, la notorietà mi piace e chi lo nega, ma vedi, mi sento<br />
un tantino in imbarazzo quando la gente mi riconosce<br />
o addirittura mi addita. Sfreccio veloce sulle piste e raramente<br />
mi fermo.<br />
Le piste della Vialattea ti piacciono?<br />
SONO ECCEzIONALI, SI vA ChE è UNA mERAvIGLIA,<br />
SONO vERAmENTE BELLE E POI IL PA-<br />
NORAmA è STRAORDINARIO.<br />
Cosa ti lega allo sci?<br />
Mi piacciono le discese, il brivido della pista, il vento,<br />
domare la neve, la montagna.<br />
Quale altro sport che pratichi si avvicina allo sci?<br />
Per assurdo il surf, l’emozione non è certo la stessa, ma<br />
si avvicina molto. Non è facile spiegare le sensazioni<br />
che provoca cavalcare il mare vivo che si muove sotto<br />
la tua tavola e non è neanche facile imparare a farlo.<br />
Oltre al surf, quali sono i tuoi hobby?<br />
La chitarra, sicuramente, tutto iniziò acquistandone una<br />
per gioco. Da allora scrivo regolarmente musica e testi<br />
quando l’ispirazione chiama. E dall’hobby ne è nata<br />
una passione, tradotta anche nella pubblicazione di un
primo singolo “La Mar”. A dicembre del 2009 è uscito il<br />
mio primo album “Sergio Muñiz”, 10 brani, tutti scritti<br />
e cantati da me con il supporto di fantastici musicisti.<br />
Adesso ho iniziato delle prove musicali, sto formando<br />
una band, e appena pronti andremo in giro a proporre<br />
la nostra musica. È un sogno che si sta realizzando,<br />
come ti dicevo prima, la musica è una vera e propria<br />
passione, il sogno nel cassetto, ed ora si sta concretizzando.<br />
Non parto in accelerata, il mondo della musica<br />
è diventato difficile, ma ci metterò tutta la passione e<br />
la serietà che si deve. Magari ci vediamo in montagna<br />
anche per un concerto.<br />
Sergio, tornerai quindi sulle nostre montagne?<br />
Spero di si, magari questo inverno con tutta la famiglia<br />
e chissà, visto che la mia bimba avrà quasi tre anni potrebbe<br />
iniziare proprio lì le sue prime piccole emozioni<br />
sulla neve.<br />
I tuoi progetti?<br />
È da poco uscito il film "Sharm el Sheick, un'estate indimenticabile",<br />
e continua a riscuotere consenso sia nella<br />
critica che nei botteghini. Nel cast ci sono grandi personaggio<br />
come Giorgio Panariello ed Enrico Brignano.<br />
È una commedia all’italiana, divertente per nulla volgare,<br />
insomma da vedere. Il mio ruolo è quello del belloccio,<br />
non un ruolo impegnato, non ho potuto esprimere<br />
il massimo come attore, ma è stato divertente e divertirsi<br />
lavorando, credo che sia privilegio di pochi.<br />
A febbraio invece uscirà la serie tv “Squadra antimafia”<br />
e qui sì che è stato bello, ho interpretato il ruolo del cattivo,<br />
anzi cattivissimo. E poi ancora set e musica…<br />
L’ultima parte dell’intervista si è conclusa solo poche<br />
settimane fa, al telefono eravamo come amici di lunga<br />
data … “ci vediamo presto per trascorrere qualche giorno<br />
in montagna, magari per lavoro. Ma questa volta verrò<br />
con la famiglia così anche i nostri bimbi giocheranno insieme”.<br />
Tv, set, palcoscenici, il mondo dei vip, del gossip, del<br />
lusso, dell’esagerazione…<br />
Sergio Muñiz: forse ... per certi divi non è sempre così!<br />
i sindaci<br />
47
VACANZE SPORTIVE SUMMERSPORT <strong>2011</strong>:<br />
CAMPIONI SI CRESCE<br />
La Summersport organizza per l’estate <strong>2011</strong> ad Oulx e<br />
Sauze d’Oulx la 27° edizione della grande vacanza<br />
sportiva dedicata al calcio, al tennis, alla pallavolo, all’equitazione,<br />
alle arti marziali, alla danza ed allo stage multisport.<br />
La vacanza raduna giovani di diversa età e provenienza accumunati<br />
dall’amore per lo sport e del piacere di trascorrere giorni<br />
di vacanza con amici ed amiche che parlano lo stesso linguaggio,<br />
ripassando o imparando ex novo i “fondamentali”,<br />
aiutati da uno staff tecnico all’avanguardia, presieduto dal<br />
Dott. Gigi Gabetto, che garantisce un’esperienza professionale<br />
necessaria alla buona riuscita di una vacanza sportiva.<br />
Il tempo libero darà la possibilità di provare e scoprire<br />
nuove emozioni con attività complementari quali nuoto,<br />
beach volley, mini basket, calcio a 5, parco divertimento in<br />
sospensione, escursioni e serate organizzate con giochi e<br />
sorprese dai nostri animatori che termineranno con musica<br />
ed allegria per tutti.<br />
La Summersport ha origini molto lontane (1985) ed è dedicata<br />
alla memoria del mitico Guglielmo Gabetto, centravanti<br />
della Nazionale e del “Grande Torino”. Nel 1982 il figlio<br />
Gigi Gabetto fonda a Torino una delle prime scuole calcio<br />
italiane di grande spessore tecnico ed organizzativo, mirata<br />
più alla fase formativa dei giovani che a quella prevalentemente<br />
agonistica.<br />
Nel 1985 nascono gli stage estivi, vacanze dedicate al calcio<br />
come motivo trainante (da noi ideati e poi riproposti dai<br />
più grandi club italiani).<br />
Siamo i primi in Europa, ed il successo di numeri e qualità<br />
è subito evidente. Agli stage hanno partecipato Nesta,<br />
Di Vaio, Balzaretti, Possanzini, Grabbi, tutti ragazzi che hanno<br />
raggiunto la celebrità calcistica, grazie anche alla collaborazione<br />
tecnica del nostro presidente con molte società<br />
professionistiche. Il successo più importante però, è stato<br />
nella formazione e partecipazione di tutti coloro che hanno<br />
trovato nei consigli tecnici e morali le motivazioni giuste per<br />
continuare questa entusiasmante esperienza di sport e di vita.<br />
Oltre al calcio, per privilegiare anche la parte femminile della<br />
vacanza, abbiamo aggiunto in seguito i corsi di tennis, pallavolo,<br />
equitazione, judo e multisport sempre coordinati da<br />
tecnici altamente specializzati. Per il prossimo stage <strong>2011</strong><br />
(6 settimane dal 19 giugno al 30 luglio) verrà introdotta<br />
anche la danza (classica-moderna- funky/hip-hop). Tra i<br />
vari personaggi dello sport abbiamo avuto il piacere di ospitare<br />
il campione europeo e mondiale di pallavolo Luigi<br />
Mastrangelo. La scelta della location nel comprensorio di Oulx<br />
e Sauze d’Oulx con la sistemazione logistica presso il Grand<br />
Hotel La Torre di Sauze (4 stelle, con piscina, palestra, teatro,<br />
109 camere), la vicinanza degli impianti sportivi quali il<br />
centro sportivo “Pin Court” di Sauze (1 campo da calcio in<br />
erba, 4 campi da tennis, 2 da calcetto, 1 beach volley, un<br />
palazzetto dello sport, il circolo ippico) e quelli di Oulx ( 1 campo<br />
sintetico regolamentare, 2 campi di tennis, 1 beach volley,<br />
2 palestre) hanno favorito, senza dubbio, il buon esito<br />
delle vacanze sportive.<br />
Il risultato finale dell’edizione <strong>2010</strong> (con molte presenze anche<br />
dall’estero) ci ha fatto capire di aver svolto un ottimo lavoro<br />
sia sotto il piano della soddisfazione professionale, sia per<br />
aver raggiunto il nostro scopo di coniugare lo spirito della<br />
vacanza/divertimento con l’attenzione ed il rispetto delle regole<br />
comportamentali alla<br />
base di qualsiasi sport e<br />
sia per aver contribuito a<br />
far conoscere e valorizzare<br />
l’organizzazione<br />
logistico-sportiva della<br />
nostra ‘Val di Susa’<br />
anche durante la stagione<br />
estiva.•<br />
Dott. Gigi Gabetto, dal ’94<br />
al ’99 Responsabile del<br />
Settore Giovanile del<br />
Torino Calcio.
VACANZE SPORTIVE<br />
un<br />
cavallo<br />
per<br />
amico<br />
tecnica,<br />
passione<br />
e divertimento<br />
manchi solo tu<br />
nati con<br />
la racchetta<br />
in mano<br />
cultura fisica<br />
e allenamento<br />
morale<br />
Vi aspettiamo a Sauze d’Oulx<br />
dal 19 giugno al 30 luglio <strong>2011</strong><br />
per info: tel. 011-19505116 - www.summersport.it<br />
una vacanza<br />
tra battute<br />
e schiacciate<br />
artcafeadv.com
celebrity<br />
DAL CIRCUITO<br />
DELLA<br />
vIALATTEA<br />
AL CIRCUITO<br />
DI mONzA<br />
Mr<br />
Luca Filippi<br />
50<br />
di PAOLO BLANC<br />
AUTODROMO DI MONzA, DALLA GP2<br />
ALLA AUTO GP. LUCA FILIPPI, SUL<br />
CIRCUITO DI CASA, DOMINA GARA 2,<br />
ChIUDENDO IL CAMPIONATO PRO-<br />
PRIO COME LO AVEVA COMINCIATO.<br />
Il pilota piemontese, che aveva vinto la gara<br />
d’apertura della serie a Brno, si è levato la soddisfazione<br />
di mettere il suo sigillo anche sulla chiusura<br />
del campionato dominando Gara 2 a Monza<br />
e regalando alla SuperNova la prima vittoria della<br />
stagione.<br />
Luca Filippi è un pilota italiano di soli 25 anni,<br />
proteso verso una grande carriera, si vocifera<br />
addirittura in F1: è ricco di talento, una grande<br />
passione per lo sport ed i motori in particolare. A<br />
questo proposito vanta un palmares veramente<br />
invidiabile. Luca si è avvicinato alle 4 ruote grazie<br />
ai go-kart con cui ha corso dal 1995 al 2002,<br />
ottenendo grandi soddisfazioni e capendo fin da<br />
subito quanto fosse importante continuare su<br />
quella strada. Grazie ad una selezione che vinse,<br />
risultando miglior under 18, ha iniziato a correre<br />
in macchina nel campionato Mazda, poi è passato<br />
alla Formula Renault (3° in campionato), nel 2005<br />
è stato campione di Formula 3000 ed è da allora<br />
che la sua carriera è decollata. Dopodiché la Gp2,<br />
il campionato più importante al di sotto della F1,<br />
lo ha messo in luce con il 3° posto finale del 2007,<br />
il 5° nel 2009 ed il 2° nel <strong>2010</strong> nella serie asiatica.<br />
Inoltre ha effettuato un test per la Minardi F1 team<br />
nel 2005 e tra nel 2007 e 2008 è stato tester di<br />
honda F1 team al fianco di Button e Barrichello.<br />
Luca Filippi è certamente un grande pilota che<br />
sta seguendo un percorso simile a quello dei più<br />
grandi campioni dell’automobilismo italiano e<br />
non solo. Ma la cosa che più colpisce ed in un certo<br />
senso ci riguarda, è che Luca Filippi è di Mondovì,<br />
una cittadina a poco più di 100 chilometri da Sestriere.<br />
E qui le domande vengono spontanee…<br />
Mi ha parlato di te l’amico Alberto Casse. Mi ha<br />
detto che sei una persona speciale. Doti naturali,<br />
destrezza, determinazione, qual è la tua forza, il<br />
tuo segreto per emergere?<br />
Sicuramente la forza di volontà e la determinazione<br />
che ho sempre avuto nel raggiungere i miei
i sindaci<br />
52<br />
obiettivi. Sin da bambino, che si trattasse di sci, pallavolo o kart, puntavo diritto a ciò che volevo ottenere, poi<br />
con testardaggine e costanza lo raggiungevo. Spesso anche tra arrabbiature e delusioni, ma non ho mai mollato,<br />
anzi, più era dura e più ero motivato.<br />
Cosa si prova a scendere nell’arena? La folla, la tensione, la paura …<br />
Quello è il momento della verità, il momento in cui le tue ambizioni ed il desiderio di competere trovano libero<br />
sfogo, dove i tuoi sforzi che ti hanno portato sin lì potranno finalmente essere ripagati con gli interessi. È l’habitat<br />
naturale dello sportivo, la tensione ti irrigidisce i muscoli, la “paura” non è un freno ma il termometro che<br />
ti fa capire quanto sia importante quello che ti stai per giocare. La folla non esiste, gli avversari scompaiono e<br />
ci sei solo tu ed il traguardo che desideri più di ogni altra cosa al mondo.<br />
Qual è stata la punta massima di velocità che hai toccato?<br />
I 337 con la GP2 a Monza. Ma la velocità vera l’ho sentita nei curvoni veloci di Barcellona con la honda di Formula<br />
1 con cui raggiungevo 5 G di accelerazione laterale.
E la famiglia ….<br />
Sono le solide fondamenta su cui ho potuto costruire<br />
il mio passato, il mio presente e le basi per<br />
la famiglia che vorrei nel mio futuro.<br />
F1, si sta facendo parecchio per la sicurezza dei piloti<br />
nonostante lo show business. La prevenzione<br />
mi sembra manchi ancora un pochetto per il motociclismo:<br />
i cordoli, la famigerata erba sintetica.<br />
Cosa pensi al riguardo?<br />
La sicurezza è importante e bisogna migliorarla<br />
ogni giorno, però un pilota sceglie la macchina o<br />
la moto come uno sciatore sceglie gli sci. Poi una<br />
volta che li metti ai piedi devi essere consapevole<br />
dei rischi a cui vai incontro.<br />
A proposito di business, si corre la notte, si predispongono<br />
circuiti per le vie cittadine di grandi città.<br />
A proposito della diatriba Monza-Roma cosa<br />
ne pensi?<br />
Credo che l’automobilismo in Italia sia Monza, il<br />
mitico tempio della velocità. Però non penso che<br />
ci sia una vera rivalità tra i due diversi eventi e sarei<br />
molto felice se Roma potrà ospitare il circuìto<br />
della Formula 1.<br />
Veniamo a noi, altri sport praticati oltre<br />
ai circuiti?<br />
Sci e pallavolo sono gli sport che più amo, non riuscirei<br />
mai a stare senza anche se il rischio di piccoli<br />
infortuni c’è sempre. Ma in realtà non ci penso e<br />
quindi scio da 20 anni. ho gareggiato fino alla categoria<br />
allievi ed è proprio lo sci che mi ha dato<br />
l’amore verso le competizioni. A volte vorrei riuscire<br />
a ritrovare il mix di grinta-inconsapevolezza<br />
che hanno innato tutti i baby sprint al cancelletto<br />
di partenza. Pratico anche snowboard che è una<br />
passione trasmessa da un paio di anni dalla mia<br />
fidanzata e poi vado matto per il beach volley in<br />
estate.<br />
Cosa conosci del comprensorio della Vialattea?<br />
ho diversi amici che sono maestri in Vialattea ed<br />
ogni anno passo alcuni giorni con loro tra neve<br />
e divertimento. Inoltre negli anni ho gareggiato<br />
diverse volte partecipando anche alle finali nazionali<br />
dei Giochi della Gioventù e poi mi sembra di<br />
ricordare il Trofeo di pasquetta. La mia pista preferita<br />
è la Banchetta Kb, spettacolare!<br />
Luca Filippi, un bel ragazzo, guadagni bene e giri il<br />
mondo in modo diciamo esclusivo, hai l’interesse<br />
dei media, la fama. Anche la tua vita è cambiata?<br />
La mia vita è lo sport ed io pratico lo sport da<br />
sempre quindi direi proprio di no, ho avuto tante<br />
fasi diverse nella mia crescita ma sostanzialmente<br />
credo di essere tale e quale al baby sprint di cui<br />
parlavo prima.<br />
Progetti per il <strong>2011</strong>? Si dice che la F1 ti sta strizzando<br />
l’occhiolino…<br />
Certo che la F1 rimane il mio sogno ed il mio obiettivo.<br />
Sono stato collaudatore honda F1 nel 2007 e<br />
2008 prima che lo chiudessero purtroppo la loro<br />
attività sportiva, è stata una grande esperienza<br />
ma vorrei un’altra vera chance e mi sto impegnando<br />
per guadagnarmela al più presto.<br />
Alberto Casse e Luca Filippi ai box di Montecarlo.<br />
Le foto di pag 51 sono di Alberto Casse.<br />
53<br />
i sindaci
arte<br />
54<br />
"Amavo il prato verde, ora queste montagne!"<br />
Pierluigi Pairetto<br />
Una bella chiacchierata con l'ex arbitro<br />
internazionale, sauzino doc...<br />
di PAOLO BLANC
una mattina di fine agosto, un incontro casuale in un parco giochi di Sauze d'Oulx, il<br />
suo, un volto che noi sportivi non possiamo dimenticare, Pierluigi Pairetto mentre gioca<br />
con i suoi due bambini più piccoli. "Dai vallo a fermare". Così Rita, giornalista d'assalto<br />
vola ad importunare l'ex arbitro. "Scusi dottor Pairetto, sono la responsabile editoriale del<br />
Vialattea Magazine, avremmo piacere di farle un'intervista...". Detto fatto, Pierluigi accetta<br />
di buon grado, ricordo il suo sorriso sincero di consenso. Appuntamento qualche giorno<br />
dopo, la sala ATL a nostra completa disposizione per la somma gentilezza di Giovanna e<br />
Cinzia. Pairetto giunge puntuale, con il giovane Simone a fianco. Cominciamo così, spaparanzati<br />
su di un comodo divano, il sole e le montagne di Sauze che ci confortano alle<br />
spalle...<br />
Da quanti anni sei nel mondo del calcio?<br />
Praticamente da quando avevo 14 anni. ho cominciato giocando per due anni nelle giovanili<br />
del Torino e poi a 16 anni ho iniziato ad arbitrare le squadre dei bambini. Si parte<br />
dalle categorie inferiori, al tempo gli allievi, poi giovanissimi, esordienti e via con la<br />
scalata. Insomma se dobbiamo fare un calcolo, sono circa 44 anni che sono nel mondo<br />
del calcio.<br />
Ti manca il calcio?<br />
Non più di tanto anche perché continuo a seguirlo. Uno dei miei figli più grandi, Luca<br />
è arbitro di serie C. Alberto l’altro mio figlio, ha giocato per tantissimi anni nel Don<br />
Bosco di Nichelino, in Promozione ed attualmente è dirigente del Chisola Calcio<br />
che milita in Eccellenza. Simone, il penultimo dei miei figli lo scorso anno ha l'intervista<br />
55
56<br />
giocato nella Juventus, nei piccolini<br />
e da quest’anno è nel Chisola. Quindi,<br />
come puoi vedere sono sempre “in<br />
campo”. E per quanto mi riguarda sono<br />
osservatore dei ragazzini alle loro prime<br />
armi. È una bella esperienza, veramente.<br />
Quale squadra nel corso degli anni della tua carriera<br />
ha mostrato maggior fair play? Hai un ricordo?<br />
È difficile dirlo, molto dipendeva dagli anni e dai<br />
giocatori che componevano la rosa. E poi ogni<br />
squadra ha sempre qualche giocatore più indisciplinato.<br />
Ci sono comunque giocatori che ti rimangono<br />
impressi nella memoria, posso citare<br />
Scirea che, oltre ad essere stato un grande amico,<br />
è sempre stato un giocatore eccezionale ed<br />
in campo ha sempre dimostrato le sue qualità, le<br />
sue doti personali e non parlo di tecnica. Oriali,<br />
vero signore in campo. E poi come non ricordare<br />
il grande Maradona. Un giocatore straordinario e<br />
di grandissima correttezza, massimo rispetto per<br />
l’avversario. Non era né irrequieto con gli arbitri<br />
né isterico con gli avversari. Lui è stato veramente<br />
un grande. Di più recenti c’è Giuanluca Pessotto<br />
al quale mi lega una profonda amicizia, anche lui<br />
ha sempre mostrato massimo rispetto, qualità e<br />
dignità in campo.<br />
Il giocatore più talentuoso che hai arbitrato?<br />
Assolutamente MARADONA, MI RIPETO, E NON<br />
HO DUBBI. NELLA MIA VITA NON HO MAI VISTO<br />
UN GIOCATORE CON COSì TANTO TALENTO. HO<br />
VISTO ANCHE UN PO’ DI PELè, ANCHE LUI UN<br />
INDISCUSSO TALENTO, MA MARADONA è STA-<br />
TO L’ASSOLUTO, NON PARAGONABILE A NES-<br />
SUNO. Aveva delle potenzialità incredibili. Il suo<br />
era talento puro, non aveva pari in assoluto. Poteva<br />
vincere da solo qualsiasi partita, la palla sembrava<br />
fosse una propaggine del corpo, la ammaestrava,<br />
la destreggiava, ci faceva quello che voleva<br />
e la palla era lì, attaccata. Per mia fortuna ho vissuto<br />
il primo scudetto conquistato da Napoli. Era<br />
la penultima di campionato, contro la<br />
Fiorentina e terminò 1 a 1, ma era la<br />
partita decisiva, quella che sanciva la<br />
squadra campione d’Italia. Per il Napoli e<br />
per Maradona fu l’apoteosi.<br />
Ancora qualche aneddoto dei tuoi anni, di quegli<br />
anni…<br />
Mi ricordo quando arbitrai la finale del Campionato<br />
Europeo a Wembley e l’incontro con la Regina,<br />
fu bellissimo, un momento estremamente toccante,<br />
e poi lo stadio è veramente straordinario. Lì c’è<br />
la tradizione, la cultura del calcio inglese e poi a<br />
questo unire la straordinarietà di vivere un europeo.<br />
Il tifoso inglese ha molto fair play, allo stadio<br />
ci sono le famiglie, se la squadra ha dato il massimo,<br />
anche se si perde, il tifoso inglese continua ad<br />
incitare, applaudire … certo anche loro hanno gli<br />
hulligans…<br />
Cosa ne pensi del rapporto che qui da noi fatica<br />
ad instaurarsi tra famiglia-tifosi-stadio-giocatori,<br />
troppo spesso andare allo stadio è un rischio…<br />
Mi ricordo gli europei giovanili che arbitrai in Danimarca,<br />
erano ormai 6 o 7 anni che arbitravo in<br />
Italia la serie A ed ero abituato alle tensioni del nostro<br />
campionato. Nei 15 giorni di permanenza andammo<br />
a vedere qualche partita del loro campionato<br />
principale. Bene, pensa che dopo le partite,<br />
i bambini correvano per il campo, andavano dai<br />
giocatori, parlavano e stringevano le mani. Nelle<br />
serie minori, corrispondenti alle nostre B e C, per<br />
intenderci, dopo le partite dirigenza e giocatori<br />
stendevano sul campo una grande tovaglia e si<br />
faceva per così dire merenda. Da noi è impensabile,<br />
a volte anche in 3° categoria ci sono tensioni<br />
incredibili. È chiaro, c’è meno tecnica di gioco e di<br />
conseguenza aumenta l’intimidazione nei confronti<br />
dell’avversario.<br />
Bisognerebbe forse lavorare più sulla cultura del<br />
calcio…<br />
È molto difficile, si può sperare SOLO IN UN CAM-
BIO GENERAZIONALE AUSPICANDO MAGGIO-<br />
RE CULTURA APPUNTO. E POI FONDAMENTALI<br />
SONO GLI STADI, ABBIAMO BISOGNO DI STADI<br />
NUOVI, PROGETTATI PER LA FAMIGLIA, CON<br />
SPAZI ALTERNATIVI…<br />
Magari con settori dedicati alla storia del calcio…<br />
Esattamente, bisognerebbe concepirli come luoghi<br />
di aggregazione, non come arene. Pensiamo<br />
ad esempio al Barnabeu a Barcellona, anche se è<br />
uno stadio un po' vecchietto, degli anni ‘60 o allo<br />
stadio del Real Madrid al Camp Nou.<br />
Bene, appena metti piede nello stadio senti la<br />
tradizione, la cultura, respiri serenità, tranquillità,<br />
si vedono le famiglie e parliamo di Spagna. La famiglia<br />
è la chiave di svolta. Penso che il guaio più<br />
grande del calcio giovanile siano proprio i genitori,<br />
che invece di instaurare un rapporto fatto di<br />
cultura di serenità, di amore sportivo, di passione,<br />
alimentano la partita come dramma sociale, con<br />
incitamenti a sguaiati, aggressivi, sia nei confronti<br />
degli arbitri, sia nei confronti degli avversari… e<br />
così dove si vuole andare.<br />
Veniamo alle nostre cose. Sei un sauzino doc.<br />
Ebbene sì. Sono anni che frequento queste montagne.<br />
Da piccolo con i miei genitori siamo sempre<br />
stati ad Oulx. Abitavo in via Des Ambrois e mi ricordo<br />
che giocavo a pallone con i miei amici in quella<br />
strada in discesa.<br />
Poi ho acquistato casa qui, a Sauze. Da vent’anni è<br />
ormai tradizione trascorrere qui buona parte della<br />
vacanze di Natale. Scio, mi piace molto. Le nostre<br />
piste sono favolose, la Vialattea è veramente straordinaria.<br />
Quando ero a Gran Villar ero solito percorrere<br />
le piste del Genevris. I miei figli sono praticamente<br />
cresciuti a Sauze, qui hanno imparato a<br />
sciare affiancati dall’instancabile Marino, anche il<br />
piccolo Simone è suo allievo. D’estate invece faccio<br />
chilometri e chilometri in quad, lungo le strade<br />
percorribili. Io e Simone. Ci alziamo presto al mattino,<br />
zaino in spalla e via per i monti. Poi ci fermia-<br />
SCio, mi piaCe molto. le noStre<br />
piSte Sono favoloSe, la <strong>vialattea</strong><br />
È veramente Straordinaria.<br />
mo a mangiare in quota, ristorante o rifugio. Siamo<br />
andati più volte sopra Sauze, conosciamo a perfezione<br />
la Valle Argentera, il Seguret e la galleria del<br />
Pramand. Credo che sia importante incentivare la<br />
promozione di questi luoghi magici, abbiamo una<br />
fortuna tra le mani e non riusciamo in toto a sfruttarla.<br />
Per che squadra simpatizzi?<br />
Beh, ho giocato tanto nel Toro e di conseguenza<br />
nel cuore rimane, poi Juve, è innegabile, ma soprattutto<br />
da più piccolo.<br />
In alta valle ci sono tanti giocatori ed allenatori<br />
che vengono in vacanza o ad ossigenarsi con l’aria<br />
buona...<br />
Sì, a Sauze ad esempio c’è il mio amico Gasperini,<br />
anche lui era un giocatore atipico proprio per<br />
il grande rispetto che ha sempre dimostrato nei<br />
confronti degli avversari e degli arbitri, anche nei<br />
momenti caldi. Proprio una gran bella persona.<br />
E poi c’è Cannavaro a Sestriere e Ciro Ferrara e tanti<br />
altri.<br />
Tre squadre per la vittoria del Campionato?<br />
L’Inter sta pagando questi anni di vittorie, è probabile<br />
che stiano influendo tutti quegli infortuni<br />
a raffica. Rimane una squadra molto forte e continuerà<br />
a portarsi dietro l’eredità di Mourinho,<br />
antipatico o istrione, ma un grande allenatore. Lo<br />
ricordo, a questo proposito, tanti anni fa al Porto,<br />
quando vinse la Champions League, era idolatrato<br />
da tutti. “Il più grande nella storia” dicevano e questo<br />
quando ancora si doveva affermare a livello<br />
mondiale.<br />
È un tecnico molto preparato e non lascia mai nulla<br />
al caso. Nei momenti difficili poi riesce a spostare<br />
l’attenzione dei media su di sé, lasciando così<br />
tranquilla la squadra. Un grande insomma e del<br />
resto i risultati li ha portati.<br />
Ad ogni modo, per la vittoria finale non dimentichiamo<br />
la voglia di rivalsa del Milan e di Ibra.<br />
Come outsider vedo Juve, Roma e Napoli.
il personaggio<br />
58<br />
Gianfranco Martin<br />
di mAX GENESI<br />
Gianfranco inizia a sciare a 5 anni a Sestriere con<br />
il padre Sergio. Atleta della squadra nazionale dal<br />
1987 al 1995; ha partecipato a due edizioni dei<br />
Giochi Olimpici: ad ALBERTvILLE '92 (Francia),<br />
dove hA vINTO LA mEDAGLIA D'ARGENTO IN<br />
COmBINATA, e a Lillehammer '94 (Norvegia); nel<br />
'93 ha partecipato ai Campionati del Mondo a Morioka<br />
(Giappone).<br />
Per cinque anni ha partecipato a tutte le gare di<br />
Coppa del Mondo nelle discipline veloci e ad alcuni<br />
appuntamenti nelle discipline tecniche.<br />
Maestro di sci dal 1995 e allenatore federale dal<br />
1996, Allenatore del Comitato Regionale A.O.C.<br />
nel '97 e della Squadra Nazionale "C" maschile nel<br />
'98. Dopo, una lusinghiera carriera da "tecnico":<br />
Giochi Olimpici Torino 2006 - Vice Direttore di Gara<br />
per SG. e Dh. Giochi Paralimpici - Direttore di Gara<br />
per tutte le prove dello Sci Alpino.<br />
Membro dell’IPC (International Paralympic Com-<br />
"Sestriere<br />
è per tutti"<br />
mittee). ASTC (Alpine Skiing Technical Committee)<br />
con la qualifica di head of Competition Europe.<br />
Classificatore del Comitato Italiano Paralimpico<br />
(CIP). Formatore Senior del Comitato Italiano Paralimpico<br />
(CIP). Membro della Commissione disabili<br />
del Collegio Regionale dei Maestri di sci del Piemonte.<br />
Allenatore Squadra Nazionale “A” di Sci Alpino<br />
verso i Giochi Paralimpici di Vancouver <strong>2010</strong>.<br />
La passione di Gianfranco per lo sci non si arresta<br />
e nel 2004, proprio a Sestriere, decide di compiere<br />
una scelta coraggiosa: mette in piedi una realtà<br />
sportiva che offre opportunità di partecipazione<br />
alle attività istituzionali a Tutti… nasce Freewhite.<br />
Cos'è Freewhite?<br />
"Freewhite Ski Team è un'Associazione Sportiva<br />
Dilettantistica, affiliata FISI, CIP, FISIP, FISDIR,<br />
SOI. Freewhite Sport Disabled ONLUS - ci spiega<br />
Gianfranco -. é un'Associazione che si dedica alla<br />
stesura dei progetti per persone disabili e al reperimento<br />
dei fondi utili alla promozione di attività<br />
sportive e sostegno alla persona ed alle famiglie".<br />
Chi è il suo presidente?<br />
"Il Presidente è il mio caro amico Dario Capelli. Io<br />
sono il Vicepresidente".
Poi Gianfranco continua a raccontarci della sua<br />
associazione: "L’Associazione ha quale principale<br />
obiettivo la conoscenza della montagna e lo sviluppo<br />
tecnico delle discipline sportive proposte ai<br />
propri associati senza limiti e soprattutto in perfetta<br />
inclusione tra persone normodotate e persone<br />
con disabilità. Il sodalizio propone attività sportive<br />
per ragazzi dai 3 ai 17 anni nella formula Sci Club e<br />
sviluppa progetti sportivi per le persone con disabilità<br />
di tutte le età e per tutte le patologie, anche<br />
senza prospettiva di autonomia".<br />
La montagna è talvolta ostica...<br />
"La montagna è considerato da sempre un ambiente<br />
ostile per le persone con disabilità".<br />
Ed allora cosa è cambiato?<br />
" Mi sento in grado di dire che la montagna è oggi<br />
accessibile e fruibile, per tutti, in tutte le stagioni<br />
grazie alle molteplici opportunità da noi fornite.<br />
Le proposte della Freewhite prevedono impegni<br />
in tutte le stagioni e sono relative a molteplici<br />
attività ludico sportive: sci alpino, snowboard,<br />
mountain bike – tandem – Buggy Bike – handbike<br />
– Trike, tiro con l’arco, tennis, golf, piscina, pesca<br />
sportiva, quad, escursionismo, arrampicata.<br />
La Freewhite è dotata di attrezzature adattate per<br />
le singole disabilità grazie al contributo di Fondazioni,<br />
Enti, Aziende e Privati. Le attività proposte<br />
sono accessibili a tutti e molte di queste vengono<br />
fornite a titolo gratuito grazie al contributo di<br />
Aziende ed Enti che hanno creduto nei nostri progetti.<br />
LA SESTRIERES SPA, AD ESEMPIO, PROPO-<br />
NE NEL COMPRENSORIO SCIISTICO DELLA VIA-<br />
LATTEA TARIFFE AGEVOLATE SUGLI IMPIANTI<br />
DI RISALITA PER LE PERSONE DISABILI, NATU-<br />
RALMENTE PREVIA VALUTAZIONE DI GRAVITà<br />
DA PARTE DELLA FREEWHITE. Sestriere può fregiarsi<br />
quindi dell’appellativo di località turistica<br />
accessibile e fruibile anche grazie alla presenza<br />
sul territorio della struttura ricettiva hotel Lago<br />
Losetta Melvin Jones, interamente accessibile<br />
e fruibile utilizzata come base logistica da parte<br />
della Freewhite per l’organizzazione di soggiorni<br />
di “vacanza e sport per tutti”. La Freewhite ha voluto<br />
tutelare e proseguire lo spirito Paralimpico di<br />
Torino 2006 nello Sci Alpino, realizzando nel 2008<br />
i Campionati Italiani, nel 2009 e <strong>2010</strong> una tappa<br />
della Coppa del Mondo IPC e nel <strong>2011</strong> i CAMPIO-<br />
NATI DEL MONDO IPC e i Giochi Nazionali Invernali<br />
Special Olympics. Questi importanti eventi,<br />
voluti dalla Freewhite con grande impegno anche<br />
economico, vogliono essere motore di promozione<br />
dello Sport Disabili e della grande potenzialità<br />
di accoglienza della località di Sestriere verso le<br />
persone con disabilità.<br />
Informazioni per lezioni di sci alpino e attività sportive:<br />
www.freewhite.it – www.freewhiteonlus.org –<br />
info@freewhite.it – info@freewhiteonlus.org –<br />
Gianfranco 393/9317821. Informazioni per soggiorni<br />
Hotel Lago Losetta: www.hotellagolosetta.<br />
it – info@hotellagolosetta.it – tel. 0122/754041 fax<br />
0122/755107<br />
59<br />
il personaggio
l'azienda<br />
60<br />
Agenzia Traiano Fondiaria-Sai,<br />
In vista della stagione sciistica <strong>2010</strong>-<strong>2011</strong>, l’agenzia<br />
Traiano Fondiaria-Sai ricorda a tutti gli appassionati<br />
delle due lamine che il modo più facile per<br />
sciare in sicurezza è la prudenza, ma per essere<br />
preparati a qualsiasi imprevisto è meglio sottoscrivere<br />
una polizza Protezione Neve.<br />
Con la ripresa della stagione sciistica, è tornata in<br />
auge la questione della sicurezza sulle piste, tema<br />
intorno al quale negli ultimi anni l’attenzione della<br />
stampa è cresciuta di pari passo con il diffondersi<br />
delle discipline alpine. Come noto, l’analisi<br />
preventiva di rischio è sempre complessa, a maggior<br />
ragione quando si tratta di discipline sportive<br />
come lo sci, rispetto al quale l’eccessivo clamore<br />
mediatico di alcuni incidenti avvenuti sulle piste<br />
ha portato a percepire in modo distorto il rischio<br />
sulle piste sciistiche. Condizionati dalle notizie diffuse<br />
dai media, molte persone preferiscono così<br />
rinunciare a iniziare o a proseguire l’attività sportiva,<br />
arrecando un danno economico a un sistema<br />
che coinvolge imprese turistiche, ricettive e commerciali<br />
di intere regioni. La situazione ci porta<br />
a riflettere con più attenzione non soltanto sulle<br />
forme e i contenuti della comunicazione pubblica<br />
– che non è sempre fedele alla realtà – ma anche<br />
sul rischio concreto che uno sportivo deve affrontare<br />
sciando. A questo proposito non possiamo<br />
certo dire che sciare sia come giocare a dama in<br />
salotto, ma se osserviamo numeri e statistiche –<br />
cioè la fonte più attendibile al riguardo - la realtà<br />
che emerge è ben diversa da quella descritta su<br />
alcuni giornali, e il rischio reale è decisamente più<br />
contenuto e sicuramente in media con quello di<br />
altri sport.<br />
Disattenzione, la prima causa<br />
di incidenti<br />
L’analisi dei rischi assunti fa parte dei compiti quotidiani<br />
di un assicuratore, esercizio che riguarda<br />
tutte le polizze volte ad assicurare beni, persone o<br />
attività ed è effettuata osservando le statistiche e<br />
l’incidenza periodica della sinistrosità. Alla fine di<br />
questo processo si hanno elementi sufficienti per<br />
affermare che molti degli incidenti che avvengono<br />
sulle piste sciistiche sono dovuti a disattenzione,<br />
piuttosto che a fantomatici ostacoli, improvvise e<br />
anomale precipitazioni nevose o peggio ancora a<br />
improbabili valanghe. Occorre in ogni caso prestare<br />
molta attenzione agli eventi dannosi (e talvolta<br />
eclatanti) oggetto di cronaca giornalistica, perché<br />
l’indice di rischio dello sci alpinismo e del “fuori pista”,<br />
teatro privilegiato di gran parte degli incidenti<br />
sugli sci, è elevato, mentre non possiamo dire lo<br />
stesso della pista e delle aree attrezzate, dove vige<br />
un sistema di regole di sicurezza di competenza<br />
del gestore dell’impianto. Non a caso, l’operatività<br />
della polizza Protezione Neve è valida esclusivamente<br />
per gli incidenti che avvengono sulle piste<br />
da discesa gestite e messe in sicurezza dalla Sestrieres.
il partner di chi ama sciare in sicurezza<br />
Evitare le imprudenze<br />
Sappiamo che per sciare correttamente e in sicurezza<br />
occorrono un insieme equilibrato di componenti<br />
psicofisiche, ambientali, tecniche e comportamentali.<br />
Proprio questo equilibrio rende lo sci<br />
un evento sempre unico, affascinante, sano e praticabile<br />
a tutte le età, in grado di emozionare tutti<br />
in modo diverso. La condizione è che si conoscano<br />
i propri limiti, la neve, la montagna e l’attrezzatura<br />
necessaria (quest’ultima sempre più evoluta e in<br />
evoluzione). In altre parole bisogna conoscere il<br />
contesto per non commettere imprudenze.<br />
È necessario, inoltre, rispettare le regole e l’ambiente<br />
per evitare danni a se stessi e agli altri.<br />
Ciò che sopra ogni cosa bisognerebbe evitare sulle<br />
due lamine, però, sono l’alta velocità e le acrobazie,<br />
soprattutto nei giorni festivi, quando le piste<br />
sono più affollate e frequentate da sciatori di<br />
ogni livello e bravura.<br />
L’imprudenza, infatti, è la prima causa della dei sinistri<br />
sulle piste.<br />
La pista? Non c’entra<br />
Quindi non si può parlare di sport pericoloso,<br />
quando si parla di sci, né ci sembra corretto inserire<br />
la battitura delle piste tra le cause di incidente<br />
tra gli sciatori della Vialattea: alcuni sciatori vorrebbero<br />
le piste sempre perfettamente battute, ma<br />
oltre al fatto che questo è praticamente impossibile,<br />
considerate le componenti ambientali e tecniche,<br />
viene da chiedersi se è davvero auspicabile,<br />
visto che il divertimento ne verrebbe fortemente<br />
penalizzato. Inoltre, per quanti sforzi possa fare<br />
il gestore per rendere battute le piste, non potrà<br />
mai eliminare tutti i potenziali ostacoli, soprattutto<br />
in alcuni periodi della stagione o della giornata<br />
durante i quali sono possibili formazioni di piccoli<br />
dossi dovuti a neve programmata o precipitazioni<br />
di neve naturale, oppure al progressivo deterioramento<br />
dovuto all’intenso utilizzo delle piste.<br />
Il nostro ragionamento punta a far emergere un<br />
concetto: non è pericolosa la pista da sci in quanto<br />
tale, ma piuttosto l’uso imprudente e sconsidera-<br />
to che a volte se ne fa. Se questo concetto fosse<br />
ben compreso, basterebbe a ridurre drasticamente<br />
il rischio (percepito e reale) sulle piste.<br />
Le responsabilità del gestore<br />
Un’altra considerazione, rilevata in alcune denunce<br />
di sinistro, è legata alla responsabilità del gestore.<br />
A questo proposito è bene sottolineare che<br />
quest’ultimo non è sempre responsabile di tutto<br />
ciò che accade sulle piste, come stabilisce, peraltro,<br />
la nuova legge regionale del febbraio 2009.<br />
Chi gestisce una pista non potrà mai prevedere<br />
nebbia, gelo e tutte le variabili legate al livello di<br />
preparazione e bravura dell’utente. Nella stessa<br />
legge, tra l’altro, è stata ben definita la norma di<br />
utilizzo delle piste e degli impianti. Quest’ultima,<br />
assieme alla crescente maturità degli sciatori, consentirà<br />
a tutti la corretta gestione del potenziale<br />
sinistro. In tal senso, ci fa piacere rimarcare che<br />
abbiamo avuto forti segnali di collaborazione dai<br />
nostri assicurati: vorremmo ringraziarli tutti, perché<br />
avendo compreso la filosofia del nostro lavoro,<br />
ci hanno aiutato - crediamo con soddisfazione<br />
di tutti -nella gestione dei danni.<br />
La collaborazione con la Sestrieres<br />
Nulla sarebbe possibile, in ogni caso, senza la<br />
collaborazione della Sestrieres, che ci supporta<br />
puntualmente con la sua organizzazione, a partire<br />
dalla sicurezza del comprensorio, passando dal<br />
soccorso sulle piste per terminare con la gestione<br />
amministrativa e quella dei centri medici, quando<br />
necessario. Le considerazioni espresse in questo<br />
articolo sono frutto della nostra esperienza:<br />
crediamo che possano essere di aiuto per vivere<br />
serenamente e felicemente la prossima stagione<br />
sciistica. Noi cercheremo di fare, come sempre, la<br />
nostra parte. Il premio al nostro impegno continua<br />
a essere il gradimento delle nostre soluzioni assicurative.<br />
Continueremo su questa strada, perché<br />
la soddisfazione del cliente, per noi dell’Agenzia<br />
Traiano di Fondiaria-Sai, è la più grande soddisfazione<br />
della nostra professione.<br />
Salvatore Mazza<br />
61<br />
l'azienda
sociale<br />
62<br />
LA "VIA LATTEA"<br />
Storia e simbolismo di una delle più antiche vie della fede:<br />
il pellegrinaggio a Santiago De Compostela<br />
di RICCARDO ChIARLE<br />
per andare a Santiago si percorreva la direzione<br />
da Est a Ovest, in una sorta di percorso iniziatico<br />
verso la santità. Nel quarto libro "Codex Calixtinus"<br />
(versione compostellana del xII secolo del<br />
famoso "Liber Sancti jacobi", veniva fissata l'immagine<br />
dell'Iter Stellarum", la Via Lattea, sognata<br />
dall'imperatore Carlo Magno come incitamento<br />
eroico alla riconquista dei territori spagnoli.<br />
LA VIA LATTEA ERA IL CAMMINO UNIFICATORE<br />
TRA ORIENTE E OCCIDENTE, ITINERARIO INTERIO-<br />
RE DI ASCESI E PERCORSO GEOGRAFICO INSIEME.<br />
LA STORIA<br />
Negli anni 812-814 d.C., in un angolo remoto della<br />
Galizia, nella Spagna settentrionale, il vescovo<br />
Teodomiro, guidato da una stella, scoprì la tomba<br />
di San Giacomo, apostolo di Gesù. Da qui il nome<br />
di Compostela o "Campo della stella", anche se a<br />
dire il vero, questa etimologia è controversa. Secondo<br />
la tradizione, San Giacomo predicò in Spagna,<br />
dove fu spinto con la sua imbarcazione da<br />
una tempesta e dove in seguito gli apparve anche<br />
la Madonna. Fece poi ritorno in Palestina, forse per<br />
lo scarso successo della predicazione, che aveva<br />
svolto presso popolazioni di origine celtica, senza<br />
dubbio coriacee al nuovo credo cristiano. In Terra<br />
Santa si compì il suo destino: venne imprigionato<br />
e poi decapitato da Erode Agrippa nel 44 d.C..<br />
I suoi discepoli allora presero il suo corpo, lo imbarcarono<br />
e giunsero fino in Galizia, patria adottiva<br />
del Santo, dove lo seppellirono in una "area<br />
marmoricis", nel posto dove sarebbe sorta l'attuale<br />
cattedrale. San Giacomo apparve in seguito ai<br />
soldati cristiani di Ramiro I in lotta contro i Mori<br />
nell'844 a Clavijo. Così nell'899 Alfonso III decise di<br />
meglio onorare il Santo con la costruzione di una<br />
prima basilica in pietra, che fu rasa al suolo nel 997<br />
dai Mori di Almanzor. La costruzione del secondo<br />
tempio (era rimasta solo la tomba nella nuda terra<br />
per il povero San Giacomo) segnò anche l'inizio di<br />
quella che sarebbe diventata l'attuale cattedrale.<br />
Fu nel 1078 che Alfonso VI re di Leon e di Castiglia<br />
fece iniziare i lavori. Fu istituita una tassa prosantuario,<br />
il "Voto de Santiago", che rimase per un<br />
millennio ed aiutò la città a crescere intorno al suo<br />
San Giacomo. Strutture per ospitare i pellegrini,<br />
commercio e artigianato si svilupparono allora in<br />
modo decisivo. Atti ufficiali come la bolla "Regis<br />
Aeterni", con la quale Alessandro III fondò la "grazia<br />
dell'Anno Santo Compostelano" (1179), confermato<br />
poi anche da Callisto II, fecero decollare Santiago,<br />
che diventò il santuario più visitato di tutto<br />
il mondo Cristiano, superando di gran lunga Roma<br />
e Gerusalemme. II 25 luglio, festa di San Giacomo,<br />
diventò occasione di un giubileo straordinario.<br />
Le vicende del pellegrinaggio hanno conosciuto<br />
alti e bassi nel corso della storia. Dopo il successo<br />
iniziale, nell'epoca della Riforma e delle guerre<br />
di religione, l'affluenza di pellegrini diminuì fino almeno<br />
al 1588, quando l'Arcivescovo San Clemente<br />
nascose addirittura le reliquie del Santo per timore<br />
di attacchi della pirateria inglese. In epoca barocca<br />
si ebbe poi una ripresa, ma solo dopo la bolla del<br />
Papa Leone xIII, "Deus Omnipotens" (1884), nella<br />
quale si riconosceva l'autenticità delle reliquie e la<br />
legittimità del culto di San Giacomo, ripartì un pellegrinaggio<br />
di massa paragonabile a quello dei primi<br />
tempi. Negli anni recenti possiamo ricordare che anche<br />
Giovanni Paolo II nel 1982 e 1989 ha fatto, primo<br />
Papa nella storia, il pellegrinaggio a Compostela.<br />
LA "mAPPA” DEL PELLEGRINAGGIO<br />
Le vie che portavano a Santiago de Compostela<br />
erano principalmente quattro:<br />
la "Via Podense", che partiva da Le Puy;
Santiago, scorcio della Cattedrale.<br />
Sacra di San Michele.<br />
la "Via Tolosana", che partiva da Aries, la più<br />
meridionale;<br />
la "Via Turonense", che partiva da Tours;<br />
la "Via Lemovicense", che partiva da Limoges.<br />
Queste quattro vie erano sostanzialmente le vie<br />
esistenti in territorio francese, e naturalmente,<br />
direi necessariamente, vista la geografia del viaggio,<br />
si univano poi in Spagna, a Puente de la Reina<br />
(a sud-ovest della attuale Pamplona), dove poi<br />
proseguivano in un solo cammino fino a Santiago.<br />
A dire il vero la "Podense", la "Lemovicense" e la<br />
"Turonense"si univano gia in Francia, ad Ostabat,<br />
entrando in Spagna per il passo di Roncisvalle e<br />
St. Jean Pied-de-Port, ma poco importa...<br />
Queste erano le vie accreditate nella "Guida del<br />
Pellegrino" del xII secolo, il celebre "Codex Calixtinus"<br />
composto di ben undici libri ciascuno dedicato<br />
ad un tema specifico. In particolare il libro V<br />
del "Codex" è una "guida del pellegrino". nel senso<br />
più moderno: fornisce notizie su itinerari, tappe,<br />
alloggi, pericoli, riferimenti culturali, notizie storiche,<br />
devozioni da compiere, reliquie da visitare e la<br />
descrizione della Cattedrale di Santiago. Non che<br />
non esistessero altri percorsi per arrivare a Santiago<br />
de Compostela, ma questi che ho citato furono<br />
"canonizzati" nella Guida, in modo che il pellegrino<br />
potesse percorrere le vie sulle quali fosse più<br />
facile trovare l'assistenza di cui aveva bisogno. In<br />
Francia un punto di appoggio importantissimo era<br />
Cluny (26 km a nord-ovest di Macon, 94 km a nord<br />
di Lione). Complesso abbaziale dove i pellegrini<br />
potevano trovare assistenza materiale e spirituale<br />
oltre che una protezione politica, che per altro li<br />
avrebbe accompagnati poi fino alla meta.<br />
IL PERCORSO ITALIANO<br />
In Italia i pellegrini della fede partivano spesso<br />
verso Santiago includendo Roma come punto di<br />
partenza o in ogni caso come tappa iniziale. Forse<br />
per amore di "completezza" il percorso si snodava<br />
lungo la penisola, da Roma verso nord, toccando<br />
centri importanti quali Viterbo, Assisi (San Francesco<br />
avrebbe compiuto il pellegrinaggio tra il 1213<br />
e il 1215), Siena, Lucca, Fidenza, Piacenza, piegando<br />
poi verso Genova oppure verso Alessandria e<br />
Torino in direzione Monginevro attraverso la Valle<br />
di Susa e, più raramente, la Val Chisone, sostando<br />
in Pinerolo, al monastero benedettino di Santa<br />
63<br />
sociale
sociale<br />
64<br />
Maria (fondato nel 1064) o ancora verso Vercelli<br />
(per dirigersi al Gran San Bernardo). I pellegrini potevano<br />
contare sull'assistenza delle Abbazie tra le<br />
quali una delle più importanti era l'Abbazia di San<br />
Michele in Valle di Susa. L'attuale Sacra di San Michele<br />
era nei secoli xI e xII al massimo splendore.<br />
In quegli anni poteva infatti vantare una biblioteca<br />
fornita e prestigiosa, una scuola di grammatica di<br />
fama internazionale, una serie di contatti culturali<br />
di alto livello e una signoria sui territori circostanti<br />
il monte Pirchiriano, su Sant'Ambrogio, Giaveno<br />
ed Avigliana, nonché su alcuni territori francesi nei<br />
pressi di Aurec, in Alvernia, regione da dove partì il<br />
primo pellegrinaggio compostelliano. Il motivo di<br />
questa estensione del potere dell’Abbazia di San<br />
Michele, è storico. Il nobile hugon de Montboissier,<br />
che regnava sul castello di Aurec sur Loire, decise<br />
in quegli anni di regalare alla Chiesa un’Abbazia in<br />
espiazione dei suoi peccati: l’Abbazia di San Michele,<br />
appunto, con diritto feudale sui possedimenti<br />
del paese di Aurec. Bisogna considerare poi che il<br />
primo pellegrinaggio partì nel 950 da Le Puy-en-<br />
Velay, dove il vescovo Gotescalc, al ritorno, fece<br />
costruire su uno sperone verticale di roccia una<br />
chiesa dedicata proprio a San Michele, in una sorta<br />
di gemellaggio religioso con la Sacra valsusina.<br />
Unite dalle loro origini, le chiese di S. Michele sul<br />
Pirchiriano e quella sul Piece di Le Puy, lo rimasero<br />
anche come riferimento per i pellegrini di Compostela,<br />
anche se coloro che sostavano alla Sacra non<br />
raggiungevano di norma Le Puy, ma piegavano a<br />
sud verso la più comoda via "Tolosana". Sempre in<br />
Val di Susa esistevano altri punti di appoggio per i<br />
pellegrini. Poco distante dalla Sacra, l'Abbazia di S.<br />
Antonio di Ranverso poteva offrire con il suo Ospedale,<br />
tenuto dall'Ordine degli Antoniani (fondato<br />
nel 1070 dal barone Jocelyn di ritorno da Costantinopoli<br />
con le reliquie di S. Antonio), ulteriore ricovero.<br />
Ai piedi delle montagne si trovavano anche<br />
la meno celebre, ma predominante in Valle di Susa,<br />
Abbazia di S. Giusto di Susa, e I'Abbazia della Novalesa,<br />
anche se un po' "fuori percorso" rispetto al<br />
sentiero che portava i pellegrini verso il valico del<br />
Monginevro, più basso di quello del Moncenisio e<br />
più agevole da raggiungere.<br />
Riassumendo, i pellegrini arrivavano da Roma, seguendo<br />
percorsi che li portavano a costeggiare il<br />
Buttigliera Alta - Sant'Antonio di Ranverso.<br />
Portale dell'ospedale dei pellegrini.<br />
mare verso Genova, Nizza e Aries, oppure li conducevano<br />
a nord verso Alessandria, Torino, Val di<br />
Susa, Val Chisone, Monginevro, Le Puy-en-Velay,<br />
oppure ancora più a nord verso il passo del Gran<br />
San Bernardo a congiungersi con gli altri "cammini"<br />
provenienti dall'attuale Germania (la "Oberstrasse")<br />
a Losanna, Ginevra e poi ancora verso<br />
sud (vie "Podense" e "Tolosana").<br />
L'ABITO DEL PELLEGRINO<br />
I pellegrini dovevano portare un abito "povero",<br />
una bisaccia fatta di pelle di una bestia morta, un<br />
bastone, una conchiglia come simbolo del pellegrinaggio,<br />
ricamata sulla veste all'andata e una<br />
"vera" al ritorno, per "gloria dell'Apostolo, in suo<br />
ricordo e in segno di un così lungo viaggio" (cosi<br />
recita la "Guida"}. La povertà era necessaria perchè<br />
il pellegrino doveva fare penitenza e quindi<br />
vivere i disagi che la povertà comportava, e questo<br />
nella fede che il Signore lo avrebbe aiutato e<br />
protetto. II pellegrino doveva poi essere pronto a<br />
dare aiuto al suo prossimo ed a riceverne, e questa<br />
disposizione spirituale era simboleggiata dalla<br />
bisaccia, che doveva essere sempre aperta e senza<br />
legacci. Emerge qui il valore della carità e si comprende<br />
come lungo le vie nascessero ospedali,
ospizi e strutture per i pellegrini. Un valore, quello<br />
della carità, che diede luogo ad un grande senso<br />
di solidarietà fra i pellegrini ma anche con alcune<br />
delle popolazioni stanziali toccate dal cammino.<br />
II bastone serviva al pellegrino per appoggiarsi.<br />
Era quindi una specie di "terza gamba", e simboleggiava<br />
la fede nella Santissima Trinità in cui il<br />
pellegrino doveva perseverare. II bastone serviva<br />
anche come difesa personale contro le bestie (il<br />
diavolo) che potevano aggredirlo, o i briganti... Infine<br />
la conchiglia, già ricamata sulla veste, che si<br />
comperava a Santiago a simboleggiare l'avvenuto<br />
incontro col Santo, rappresentava la conoscenza<br />
acquisita e conservata dentro di sé. La conchiglia<br />
quindi simbolo del pellegrinaggio ma anche del<br />
pellegrino e dello stesso San Giacomo. Nel segno<br />
della conchiglia nacque una sorta di confraternita<br />
sovranazionale legata al pellegrinaggio, dove pur<br />
parlando lingue diverse, i partecipanti si trovavano<br />
affratellati dal culto comune. I pellegrini furono<br />
protetti da leggi canoniche e civili. II Papa Nicola<br />
II ordinò la scomunica per coloro che avessero<br />
derubato o danneggiato i pellegrini di Santiago.<br />
Sempre il Codex Calixtinus ricorda che i pellegrini<br />
sono esentati dal pagamento doganale e il sovrano<br />
Sancho III di Navarra diffida chiunque a mettersi<br />
contro di loro. Si diventava pellegrini quando se<br />
ne assumevano le vesti attraverso un rituale vero<br />
e proprio che sanciva un distacco dalla quotidianità,<br />
che doveva durare per tutto il viaggio. Un po'<br />
come avviene oggi per il musulmano che compie<br />
il pellegrinaggio alla Pietra Nera, nella città Santa<br />
della Mecca, anche il pellegrino cristiano medievale<br />
si spogliava della sua identità terrena per<br />
assumere una diversa identità spirituale, uguale a<br />
quella di tutti gli altri pellegrini davanti a Dio. Un<br />
abito esteriore ed interiore che doveva portarlo<br />
attraverso la pratica delle devozioni e dei rituali<br />
prescritti lungo il percorso fino alla meta, insieme<br />
terrena, Santiago de Compostela, e meta fisica, la<br />
propria salvezza spirituale. Infatti apprendiamo<br />
dalle biografie proprio di Santi e Vescovi che il pellegrinaggio<br />
era quasi un obbligo che completava<br />
la vita spirituale. In questo significato si inquadra il<br />
viaggio, già ricordato, compiuto da San Francesco<br />
d'Assisi intorno al 1213-1215 a Santiago de Compostela.<br />
Tragitto prima di Astorga (Castiglia).<br />
Astorga. Ostello a Rabanal del Camino.<br />
La salita di Foncebadòn.<br />
La Cruz de Ferro.<br />
Il punto più alto, mt 1504.<br />
Le foto di questa pagina sono<br />
di Maurizio Colli.<br />
65<br />
sociale
METAN ALPI SESTRIERE<br />
ricarica l’Ambiente<br />
Una lunga storia all’insegna del fare, creando<br />
sempre nuove opportunità sui sistemi territoriali<br />
nella salvaguardia dell’ambiente. E’ la storia del<br />
Gruppo Metan Alpi che al Colle garantisce calore<br />
pulito, alto confort, basso impatto ambientale e<br />
tanti nuovi progetti per il futuro che riguardano<br />
anche la mobilità. La svolta verso la sostenibilità<br />
ambientale a Sestriere ebbe inizio nel 1989, grazie<br />
all’attività del Gruppo Metan Alpi (Sestriere e Val<br />
Chisone), presente sulle Montagne Olimpiche da<br />
oltre 20 anni.<br />
“Abbiamo accettato la sfida di portare il gas naturale<br />
da Perosa Argentina fino a Sestriere, Cesana e<br />
Bardonecchia - spiega l’ingegner Andrea Chiaves<br />
- presidente del Gruppo torinese Metan Alpi - servendo<br />
anche i comuni intermedi di Roure, Fenestrelle,<br />
Usseaux, Pragelato, Sauze di Cesana, Oulx, Sauze<br />
d’Oulx, Salbertrand), attraversando terreni ritenuti<br />
impossibili e sostenendo oneri di investimento ritenuti<br />
non remunerativi dalle grandi Società del gas”.<br />
In questi vent’anni la nostra società non ha mai<br />
mancato alle sue promesse e non si è mai trovata<br />
in contenzioso con le Amministrazioni Comunali.<br />
Anzi nel suo operare ha sempre dimostrato piena<br />
disponibilità, talvolta oltre i propri impegni, ad accogliere<br />
le richieste degli 11 comuni ove ha portato<br />
il gas naturale. Ripercorrendo la storia di questa<br />
magnifica avventura imprenditoriale, l’ingegner<br />
Chiaves, sottolinea: “Nel 1991 Metan Alpi Sestriere<br />
ha lanciato la sfida di costruire un teleriscaldamento<br />
in alta montagna a Sestriere. A tale impianto sono<br />
seguiti nel 2005 quelli di Pragelato e Sansicario. In<br />
ogni iniziativa ha riscosso il pieno apprezzamento<br />
degli utenti serviti, per l’economia e la qualità<br />
ineccepibile del servizio, per la presenza continua<br />
nell’area del proprio personale (scelto tra gli abitanti<br />
del territorio) e degli uffici aperti al pubblico con<br />
continuità”. E a malincuore ricorda: “Vicende spiacevoli<br />
della compagine societaria ci hanno costretti<br />
intorno all’anno 2000 a rinunciare a parte del bacino<br />
che avevamo già metanizzato con grandi sforzi<br />
di impegno economico e personale”.<br />
“Il gruppo Metan Alpi - conclude l’ingegner Chiaves<br />
- ha quindi i numeri, per l’esperienza maturata,<br />
la tecnologia più avanzata, la credibilità, la capacità<br />
e la correttezza sempre ed in ogni occasione dimostrate,<br />
per proporre un piano-programma per il<br />
bacino, che vuole essere di eccellenza, per la qualità<br />
dell’aria, il risparmio di energia e la qualità e lo sviluppo<br />
dei servizi energetici”. Il Gruppo Metan Alpi<br />
continua a caricare di verde l’ambiente alpino ed<br />
offrirà nuove possibilità alla vasta utenza, anche<br />
nell’ottica di nuove tecnologie sempre mirate<br />
all’efficienza, riduzione dei costi costi ed inquinamento.<br />
Ufficio Stampa MetanAlpi Sestriere
territorio<br />
68<br />
LO CHABERTON<br />
il monte nelle nuvole,<br />
tra storia ed escursionismo<br />
La prima erta che si incontra sul percorso da Monginevro o Claviere,<br />
presso le Grange de Baisses.<br />
Dal Ricovero Sette Fontane, vista sulla spianata del Rio Secco,<br />
con gli impianti di risalita del Rocher Rouge.<br />
Testo e foto di vALTER BRUNO<br />
La spianata con l’attraversamento del Rio Secco, sulla destra<br />
il sentiero che porta al Colle dello Chaberton, visibile tra il<br />
monte e le pendici dello Chaberton stesso.<br />
Il sentiero che dal Ricovero Sette Fontane porta al Colle dello<br />
Chaberton.
Il sentiero che dal Colle porta alla cima dello Chaberton. Il Colle dello Chaberton visto dall’alto, dal sentiero<br />
che porta alla cima del monte.<br />
il Piemonte occidentale, a causa della sua posizione<br />
geografica, è ricco di fortificazioni risalenti<br />
a diverse epoche storiche. Soprattutto a partire<br />
dal ‘700, quando i territori francesi al di qua delle<br />
Alpi, Val Susa e Val Chisone, passarono ai Savoia e<br />
questi furono parte attiva nelle sanguinose guerre<br />
di successione, prima quella spagnola e poi quella<br />
austriaca, la necessità di impedire l’accesso alla<br />
capitale sabauda alle truppe francesi divenne assolutamente<br />
primaria, per cui si diede vita ad una<br />
serie di piazzeforti. La stessa necessità si ripeté a<br />
più riprese in epoche successive e, con interventi<br />
diversificati, si aumentò la quantità delle fortificazioni<br />
e la qualità di quelle preesistenti a fine<br />
‘800, con l’adesione del regno d’Italia alla Triplice<br />
Alleanza e in occasione dell’entrata dell’Italia nel<br />
secondo conflitto mondiale.<br />
Nella sola provincia di Torino le piazzeforti erano<br />
almeno cinque, a presidio di varchi attraverso i<br />
quali le truppe nemiche avrebbero potuto trovare<br />
agevole passaggio. Si contano dunque le piazzeforti<br />
del Moncenisio, a difesa dell’omonimo colle,<br />
comprendente diverse costruzioni datate fine<br />
‘800 inizio ‘900: i forti Roncia, Varisello, Cassa (poi<br />
demolito per far spazio alla diga), le batterie Paradiso,<br />
La Court e Pattacreuse e la caserma del Malamot.<br />
Vi è poi la piazza di Fenestrelle – Assietta, a<br />
difesa della Val Chisone, con il forte Moutin, eretto<br />
nel 1694 dai francesi, poi sostituito dal grandioso<br />
forte dei quattromila gradini, la cui costruzione<br />
iniziò nel 1727 per terminare 122 anni dopo, i<br />
forti eretti sul finire dell’800: Serre Marie, del Colle<br />
delle Finestre, oltre alle batterie del Gran Serin,<br />
del Monte Gran Costa e del Mottas. Altra piazza<br />
importante quella di Exilles, per proteggere la Val<br />
Susa con l’omonimo forte, più volte distrutto e riedificato<br />
con materiali, forme e dimensioni differenti<br />
a partire addirittura dal VII secolo fino al ‘900,<br />
e gli altri forti di Sapé, Fenils e Serre la Garde. Non<br />
distante la piazza di Bardonecchia, sorta nella seconda<br />
metà dell’800 per proteggere l’uscita italiana<br />
del traforo ferroviario del Frejus e poi rinforzata<br />
nell’imminenza del secondo conflitto mondiale,<br />
che contava i forti di Bramafam, Pramand, Foens,<br />
Jafferau, più lo sbarramento di Rochemolles, le<br />
opere delle Quattro Sorelle e quelle del Frejus.<br />
Troviamo infine la piazza di Cesana, con il forte di<br />
Champlas Seguin, lo sbarramento di Claviere, le<br />
batterie del Petit Vallon, ma soprattutto la batteria<br />
dello Chaberton, la cui storia continua ad incuriosire<br />
così come la sua ascesa ad affascinare.<br />
Il monte Chaberton, alto 3.130 metri, sovrasta il<br />
colle del Monginevro, valico alpino tra Francia e<br />
Italia di importanza strategica, porta attraverso<br />
la quale eserciti sono transitati nei due sensi fin<br />
dai tempi più remoti. Sicuramente fu utilizzato in<br />
territorio<br />
69
territorio<br />
70<br />
Il passaggio tra le torri e dello Chaberton. Il tunnel ricoperto di ghiaccio. La foto è stata scattata all’inizio<br />
del mese di settembre, dopo una calda estate.<br />
epoca romana: in particolare viene citato come<br />
uno dei possibili passaggi utilizzati dall'esercito<br />
cartaginese di Annibale nel 218 a.C. e nelle guerre<br />
di conquista delle Gallie. Sempre in epoca romana<br />
il Colle del Monginevro segnava il punto di<br />
partenza della Via Domizia, la strada costruita per<br />
iniziativa del console Gneo Domizio Enobarbo e<br />
inaugurata nel 118 a. C., che collegava l'Italia alla<br />
recentemente conquistata hispania attraverso il<br />
sud della Gallia. Da Augusta Taurinorum (Torino)<br />
fu realizzata una strada interamente carrozzabile<br />
che attraversava Segusia (Susa), raggiungeva il<br />
Matrona Mons (Monginevro), e di lì scendeva a<br />
Brigantio (Briancon).<br />
Se il lato ora in territorio francese non dava eccessive<br />
preoccupazioni, il versante italiano, formato<br />
proprio dalle prime pendici dello Chaberton, per<br />
la sua conformazione presentava grandi difficoltà,<br />
che Ammiano Marcellino, storico romano di età<br />
tardo imperiale, così descrisse: “dalla parte della<br />
Gallia infatti appare come un pendio quasi dolce,<br />
ma il versante opposto è orrido per le rocce che si<br />
levano a picco, specialmente in primavera, quando,<br />
sciogliendosi il gelo e la neve al soffio dei venti caldi,<br />
gli uomini che scendono con passo malfermo, attraverso<br />
dirupi scoscesi da entrambe le parti e crepacci<br />
nascosti dal ghiaccio, precipitano insieme agli animali<br />
da soma e ai carri.”<br />
Venendo a tempi più recenti, con l'adesione del<br />
Regno d'Italia alla Triplice Alleanza, stretta con<br />
l'Impero Austro-ungarico e con la Germania nel<br />
1882 quale patto militare difensivo, inizialmente<br />
voluto principalmente dall’Italia, desiderosa di<br />
rompere il suo isolamento e di contrastare la Francia<br />
che aveva occupato Tunisi, tornò d’attualità la<br />
difesa dei confini occidentali.<br />
Gli Alti Comandi italiani misero dunque in atto la<br />
fortificazione di quella frontiera e, dopo aver ultimato<br />
le fortificazioni al valico del Moncenisio, per<br />
la difesa del Monginevro venne decisa la costruzione<br />
di un forte sulla sommità del monte Chaberton,<br />
che dominava la conca di Briançon, città<br />
già interamente fortificata dal grande ingegnere<br />
militare francese Vauban nel xVIII secolo. Dalla<br />
cima del monte si sarebbe stati in grado di agire<br />
sulle numerose batterie che facevano parte della<br />
munita piazzaforte francese, tutte particolarmente<br />
vulnerabili perché poste ad una quota sensibilmente<br />
più bassa.<br />
Vi è chi sostiene che la decisione di costruire<br />
un'opera fortificata di quel tipo e a quell'altitudine,<br />
considerando le circostanze e l'epoca nella quale<br />
venne presa, fu oltremodo coraggiosa, altri invece<br />
evidenziano l’eccessiva fiducia delle alte sfere<br />
militari italiane, le quali ritenevano eternamente<br />
inviolabile quel sito, non mettendo nel conto il co-
Dallo Chaberton, vista su San Sicario, a sinistra, e sulla la pista di<br />
Bob e slittino di Cesana Pariol. Sempre a sinistra, si intravedono in<br />
lontananza le torri di Sestriere.<br />
Dalle torri dello Chaberton, vista su san Sicario e, in lontananza,<br />
Sestriere.<br />
stante progresso tecnologico che inevitabilmente<br />
avrebbe prima o poi permesso a ben nascoste artiglierie<br />
di raggiungere anche i 3130 metri dello<br />
Chaberton.<br />
I lavori iniziarono nell'estate del 1898, dopo la costruzione<br />
di una strada rotabile che si arrampicava<br />
per 14 chilometri dal paese di Fenils fino alla sommità<br />
del monte.<br />
I resti delle torri dello Chaberton. Diametro di 6,95 metri, in<br />
origine erano alte quasi otto metri.<br />
Sempre dalla cima dello Chaberton, vista su Monginevro<br />
coi suoi impianti di risalita. Sulla destra La Vachette<br />
e la strada verso Briançon.<br />
I problemi costruttivi che si affrontarono furono<br />
essenzialmente di ordine climatico in quanto,<br />
causa l’elevata altitudine ed il conseguente forte<br />
innevamento invernale, i lavori potevano essere<br />
eseguiti solamente nella bella stagione.<br />
Venne ricavato un piazzale dietro ad uno spalto<br />
roccioso dove venne costruito un basso fabbricato<br />
atto a contenere le camerate, i magazzini, l'in-<br />
territorio<br />
71
territorio<br />
72<br />
La meravigliosa vista che si gode dalla cima dello Chaberton: a partire da destra, il massiccio des Ecrins, con la cima più alta, la Barre des Ecrins<br />
(4101 m) e ai suoi lati il Dome de Neige (4015 m) e il Pic Lory (4086 m), al suo fianco il Pelvoux (3943 m); procedendo verso sinistra la valle che scende<br />
a Briançon e il Monginevro. Al centro svetta la punta del Pic de Rochebrune (3325 m) e proseguendo si vedono gli imbocchi delle valli Thures e<br />
Argentera divise dal Roc de Boucher (3285 m), quindi Sestriere sovrastata da Rognosa (3280 m) e Banchetta (2822 m), e ancora il Fraiteve (2701<br />
m), l’Assietta, la Ciantiplagna (2849 m) e una piccola porzione dell’alta Val di Susa.<br />
fermeria, il comando e le cucine, mentre nella roccia<br />
sottostante venne realizzato il deposito delle<br />
munizioni delle artiglierie.<br />
Sopra il fabbricato si costruirono otto torri cilindriche<br />
in muratura alte 7,70 metri e di diametro<br />
6,95 metri, con all’interno una scala elicoidale che<br />
portava in cima alla torre e, attraverso una botola,<br />
all'interno di una casamatta metallica girevole a<br />
protezione dell’artiglieria, costituita da un cannone<br />
da 149/35. Ogni torre aveva il proprio montacarichi<br />
e la propria riserva munizioni.<br />
Le casematte avevano una corazzata leggera, progettata<br />
per riparare l'arma ed il personale addetto<br />
al tiro, composto da un capo-pezzo, un puntatore,<br />
un caricatore, un porgitore, un preparatore e due<br />
o tre serventi, dalle schegge di granata e dalle intemperie<br />
atmosferiche, poiché non si pensava potessero<br />
venir colpiti da colpi provenienti dall'alto.<br />
La batteria, a differenza di altre fortificazioni di<br />
alta quota, fu costantemente presidiata, tranne<br />
nel periodo della prima guerra mondiale, il cui<br />
teatro fu il fronte orientale, e in quello immediatamente<br />
successivo.<br />
Nella stagione fredda il presidio era a carico dei<br />
battaglioni Fenestrelle e Exilles del 3° reggimento<br />
Alpini, che inviavano a turni della durata di un<br />
mese un plotone di trenta soldati al comando di<br />
un tenente, mentre in estate il presidio era costituito<br />
dagli artiglieri al servizio ai pezzi.<br />
Dopo quarant’anni di vita tranquilla, con il 10 giugno<br />
1940, quando l'Italia entrò in guerra con la<br />
Francia, nonostante fosse ormai inadeguato per<br />
concezione tecnica, lo Chaberton venne chiamato<br />
a sostenere il suo compito. Gli otto cannoni dello<br />
Chaberton erano inquadrati nella 515a batteria<br />
xxxIV Gruppo dell'8° Raggruppamento Artiglieria<br />
della Guardia alla Frontiera. Comandante della<br />
batteria era il capitano Spartaco Bevilacqua a cui<br />
rispondevano una ventina tra ufficiali e sottufficiali<br />
e circa 320 artiglieri.<br />
I francesi, consapevoli della pericolosità offensiva<br />
del forte, avevano schierato la 6a Batteria del 154°<br />
Reggimento di Artiglieria da Posizione armata di<br />
mortai Schneider da 280 millimetri, i soli in grado<br />
di colpire, grazie alla loro traiettoria fortemente<br />
parabolica, un obiettivo posto ad altitudine così<br />
elevata. Una sezione di due pezzi era stata collocata<br />
a Poét-Morand e un'altra all'Eyrette, nel vallone<br />
di Cervierès, fuori dalla visuale degli osservatori<br />
italiani.<br />
Nei primi giorni di guerra il forte più alto d'Europa<br />
non fu attivo, mentre il 16 e il 17 giugno la batteria<br />
sparò qualche salva intervenendo in duelli di artiglieria<br />
tra forti francesi ed italiani.<br />
I cannoni dello Chaberton iniziarono a tuonare<br />
con continuità la mattina del 20 giugno, quando<br />
ebbero l’ordine di colpire i forti Janus, Gondran,<br />
Infernet, Troi-Tétes e una serie di batterie campali<br />
francesi.<br />
Il 21 giugno il tiro riprese, ma questa volta i francesi<br />
non stettero a guardare: già nel corso della<br />
mattina i colpi della 6a Batteria cominciarono le<br />
operazioni di aggiustamento del tiro e solo l’improvviso<br />
calare della nebbia interruppe l’avvicinamento<br />
al bersaglio.<br />
Nel pomeriggio, però, col diradarsi della nebbia,<br />
il tiro riprese più preciso, mentre gli italiani, pur<br />
consapevoli del pericolo che gravava su di loro,<br />
continuavano il fuoco sugli obiettivi assegnati.<br />
La difesa degli artiglieri italiani fu esemplare e coraggiosa,<br />
ma non diede risultati apprezzabili, in<br />
quanto non si riuscì a localizzare la provenienza<br />
delle granate avversarie, che inesorabilmente raggiunsero<br />
lo scopo.<br />
Alle 17.15, venne colpita la torre 1, e quindi, in successione<br />
la 3, la 4 e la 5. Nella 3 si sviluppò un in-
cendio che interessò la riservetta munizioni, e soltanto<br />
il pronto accorrere di alcuni artiglieri impedì<br />
una catastrofe. Alle 18.05 venne colpita anche la<br />
torre 2 e, poco dopo, la 6.<br />
Quando, intorno alle 20, cessò il tiro, il bilancio<br />
per gli italiani si rivelò drammatico: nove artiglieri<br />
morti e una cinquantina feriti, sei torri su otto<br />
completamente inutilizzabili, la teleferica distrutta<br />
e tutti i collegamenti interrotti.<br />
Il 22 giugno lo Chaberton comunicò di essere ancora<br />
in grado di sparare con la 7a e l'8a torre, cosa<br />
che fece fino a sera, mentre i francesi spararono<br />
ancora alcuni colpi senza ottenere risultati degni<br />
di nota.<br />
Il 23 giugno lo Chaberton appoggiò l'attacco di<br />
alcune compagnie del 30° Fanteria della divisione<br />
Assietta, mentre i francesi tirarono ancora contro<br />
il forte. Il giorno seguente i mortai di Poét-Morand<br />
fecero partire ancora qualche colpo, ma la guerra<br />
ormai stava per finire e infatti l’armistizio del 24<br />
giugno pose fine al bombardamento francese.<br />
Abbandonata completamente dopo l’8 settembre<br />
1943, la batteria fu nuovamente occupata da<br />
reparti della Folgore della R.S.I. nell'autunno del<br />
1944, in coincidenza con l'avanzata delle truppe<br />
alleate nella Valle della Durance.<br />
Le severe clausole del Trattato di Pace del 1947<br />
assegnarono i ruderi della fortificazione e una cospicua<br />
parte del monte Chaberton alla sovranità<br />
francese, dipartimento delle Alte Alpi, comune di<br />
Névache. La storia del più famoso forte si concluse<br />
nell'estate di dieci anni dopo, quando salirono<br />
sulla vetta gli operai di una ditta specializzata, con<br />
il compito di smantellare totalmente le casematte<br />
e i relitti arrugginiti delle bocche da fuoco, recuperando<br />
l’acciaio e i materiali in qualche modo<br />
riutilizzabili. Rimasero solo più i ruderi delle otto<br />
torri, a testimoniare l’esistenza di quello che era<br />
stato, nei primi anni del xx secolo, il forte più alto<br />
d’Europa. Inaccessibile, invulnerabile: questi sono<br />
gli aggettivi più utilizzati al tempo e che oggi riecheggiano<br />
nelle ricostruzioni di numerosi storici<br />
e appassionati. Sicuramente al momento dell’ide-<br />
azione (1898) il livello tecnologico raggiunto dalle<br />
artiglierie non era tale da far supporre che un<br />
mortaio, posizionato in un sito non visibile dalla<br />
sommità dello Chaberton, avrebbe potuto raggiungere<br />
la batteria a 3.130 metri di quota, né<br />
l’aviazione aveva ancora visto la luce, risalendo al<br />
1903 il primo volo dei fratelli Wright. Ma da quel<br />
momento al successivo in cui, giugno 1940, quella<br />
batteria entrò effettivamente in attività, di anni<br />
ne passarono ben 42: è possibile che nessuno, in<br />
quel quasi mezzo secolo, si sia reso conto della<br />
rapida obsolescenza strategica cui era soggetta<br />
la batteria? Nessuno realizzò che, da inviolabile,<br />
la cima dello Chaberton si era trasformata in facile<br />
bersaglio? P.G. Corino, nel suo “La montagna<br />
fortificata” avanza l’ipotesi che la cosa fosse stata<br />
presa in considerazione: “Alcuni interventi attuati<br />
nelle viscere della montagna fanno pensare ad una<br />
presa di coscienza della non felice sistemazione delle<br />
artiglierie, seguita dall'avvio di un possibile intervento<br />
di spostamento dell'armamento in casematte<br />
in caverna, ma al riguardo non si è rintracciata documentazione<br />
che supporti tale ipotesi, al di là di<br />
alcuni cenni in rapporti non ufficiali.”<br />
Ciò non toglie, tuttavia, che la vita operativa della<br />
batteria dello Chaberton non sia durata che lo<br />
spazio di una settimana, dai primi colpi sparati il<br />
16 giugno all’armistizio del 24 giugno 1940, e che<br />
vi abbiano perso la vita dieci militari italiani, i nove<br />
Una immagine del mortaio Schneider da 280 mm., l’arma che<br />
colpì la batteria dello Chaberton sparando da Poet Morand ed<br />
Eyrette, località francesi nel vallone di Cervières, presso Briançon,<br />
nascoste alla vista degli artiglieri italiani di stanza sulla cima<br />
dello Chaberton.<br />
territorio<br />
73
territorio<br />
74<br />
già citati alla batteria (3 medaglie d' argento e 6<br />
medaglie di bronzo) e in seguito uno all' ospedale<br />
di Pinerolo (medaglia d' oro).<br />
Nello splendido sito internet dedicato alla vicenda<br />
dello Chaberton, assolutamente da visitare per<br />
avere un quadro esaustivo dell’argomento (http://<br />
Foto archivio Sestrieres SpA<br />
chaberton.altervista.org), Roberto Guasco ha raccolto<br />
una interessantissima serie di documenti<br />
dell’epoca, fotografie ed anche un filmato tratto<br />
dal Journal de guerre n. 4 dell’ottobre 1939, trasmesso<br />
all’epoca in tutte le sale cinematografiche<br />
francesi, in cui si vedono chiaramente i mortai
Schneider a Poet Morand. L’autore del sito sostiene<br />
che il filmato non sia sfuggito agli italiani, che<br />
però non cercarono di capire dove queste armi<br />
fossero dislocate: “… è la prova evidente che non<br />
si fece nulla per evitare il massacro degli artiglieri<br />
dello Chaberton”. Dal punto di vista geografico e<br />
geologico, lo Chaberton è una notevole piramide<br />
rocciosa, che si estende con versanti di notevole<br />
pendenza verso est ed ovest. La vetta si trova sulla<br />
cresta spartiacque che si estende da nord a sud,<br />
limitata idealmente a nord dal Colle dello Chaberton<br />
e a sud dal Colle del Monginevro. La vetta fu<br />
pesantemente modificata nel corso dei lavori di<br />
costruzione della batteria fortificata e si presenta<br />
oggi come un'ampia spianata, raggiunta dall'antica<br />
strada militare di servizio. Il monte costituisce<br />
una classica meta per itinerari escursionistici e<br />
scialpinistici.<br />
IL PERCORSO PIù FACILE, mA DECISAmENTE<br />
PIù LUNGO, SI SvILUPPA LUNGO L'ANTICA<br />
STRADA mILITARE ChE PARTE DA FENILS,<br />
FRAzIONE DI CESANA TORINESE, SUL TRAC-<br />
CIATO DELLA vECChIA STRADA CARROzzA-<br />
BILE DELLO ChABERTON.<br />
La strada sale da Fenils al Colle dello Chaberton,<br />
e da qui fino in vetta. Dalla partenza saranno<br />
trascorse almeno cinque ore. Pur con qualche<br />
difficoltà, la strada è percorribile anche con la<br />
mountain bike.<br />
UN ITINERARIO PIù DIFFICILE, CON DIFFICOL-<br />
Tà DI TIPO ALPINISTICO, SI SVILUPPA LUNGO<br />
LA CRESTA SSE, MA IL PERCORSO PIù UTILIZ-<br />
ZATO DAGLI ESCURSIONISTI PUò PARTIRE DA<br />
CLAVIERE, IN TERRITORIO ITALIANO O DA<br />
MONGINEVRO, IN TERRITORIO FRANCESE,<br />
per seguire, poco dopo la partenza, un unico itinerario.<br />
Volendo partire da Monginevro, si può lasciare<br />
l’auto poco oltre l’ampio parcheggio riservato<br />
a camper ed autocaravan che si trova svoltando<br />
a destra appena oltre l’ex posto di frontiera francese.<br />
Si imbocca quindi una comoda carrozzabile<br />
sterrata sulla sinistra, dove campeggia l’inquietante<br />
cartello “Chaberton 5 h”. Non lasciatevi scoraggiare!<br />
Con un minimo di allenamento, si può arrivare<br />
alla meta in poco più di tre ore. Seguendo la<br />
carrozzabile, da quota 1900 si risale il vallone delle<br />
Baisses, costeggiando il Rio Secco sulla destra oro-<br />
grafica, in dolce salita fino alle Grange les Baisses,<br />
dove una prima importante erta ci porta a quota<br />
2100. Superato il dislivello, ci si ritrova in un’ampia<br />
spianata e si riconoscono sulla sinistra gli impianti<br />
di risalita del Rocher Rouge. Il nostro percorso attraversa<br />
il letto del Rio che, almeno in estate tiene<br />
fede al suo nome, essendo asciutto, e ci si prepara<br />
alla lunga salita verso il Colle dello Chaberton,<br />
che inizia dopo aver superato, a quota 2253, quel<br />
che resta del Ricovero Sette Fontane, raso al suolo<br />
da una slavina nella primavera del 2009. A quota<br />
2674 si raggiunge il Colle dello Chaberton, dove<br />
si trovano dei baraccamenti ottocenteschi e due<br />
opere in caverna di epoca successiva destinate a<br />
difendere l'accesso al colle, congiungendosi così<br />
con il percorso che sale da Fenils. Proseguendo<br />
si risale il crinale del monte con varie svolte, tra<br />
reticolati e resti di opere di sbarramento, fino a<br />
raggiungere lo spalto della batteria, a quota 3130<br />
m. Qui la fatica della salita viene ripagata: la vista<br />
spazia dal Monte Bianco sino al Monviso e oltre,<br />
in uno scenario di incomparabile bellezza. Le rovine<br />
della Batteria dello Chaberton sono ancora<br />
visitabili, ma si deve prestare particolare attenzione:<br />
la parte sotterranea non è illuminata ed è<br />
spesso ingombra di ghiaccio. Inoltre, trattandosi<br />
di un'opera lasciata a se stessa, senza alcun tipo<br />
di manutenzione da decenni, si possono correre<br />
parecchi rischi. Tutta la batteria è percorsa da un<br />
corridoio principale ora pieno di neve e da un’intercapedine.<br />
Da ambo le parti è possibile accedere<br />
alle stanze e alle torri, ma solo una è percorribile<br />
fino alla sommità. Più che dalla visita ai ruderi,<br />
invero un po’ tetri e sinistri, il vero piacere è dato<br />
dal panorama, che a 360 gradi è eccezionale. Più<br />
che a tristi e drammatici ricordi di guerra, meglio<br />
rivolgere il proprio pensiero a qualcosa di superiore<br />
che, davanti ad uno spettacolo del genere,<br />
diviene tangibile.<br />
Bibliografia essenziale: Edoardo Castellano, Distruggete lo Chaberton!,<br />
Edizioni il Capitello, Torino, 1984 // Pier Giorgio Corino e Piero Gastaldo,<br />
"La Montagna Fortificata", ed. Melli, Borgone di Susa, 1993 // Pier Giorgio<br />
Corino, “La batteria dello Chaberotn e la piazza militare di Cesana”, Elena<br />
Morea editore, Torino, 2006 // Mauro Minola, Beppe Ronco: Fortificazioni<br />
nell'arco alpino, Quaderni di cultura alpina, Priuli & Verlucca editori, Torino,<br />
2008, // Silvia Tenderini "Ospitalità sui passi alpini" ed. Centro Documentazione<br />
Alpina, Torino, 2000. Sitografia essenziale:<br />
http://chaberton.altervista.org<br />
http://www.bardonecchiafortificata.it/batteryChaberton.htm<br />
http://www.icsm.it/world/reportage/chaberton.html<br />
http://www.reocities.com/antichevie/monginevro.html<br />
territorio<br />
75
storia del turismo<br />
76<br />
Sauze d’Oulx<br />
Dagli albori dello<br />
sci alla Vialattea<br />
di LUCA RANCATI<br />
Si può ritenere risalente agli anni Trenta del secolo<br />
scorso il rapido sviluppo degli sport invernali<br />
sulla neve a Sauze d’Oulx, mentre il Senatore Giovanni<br />
Agnelli e il figlio Avv. Edoardo Agnelli stavano<br />
costruendo Sestriere praticamente dal nulla.<br />
L’economia di Sauze sino ad allora si era basata<br />
essenzialmente sull’agricoltura e sull’allevamento:<br />
nel 1933 era stata impiantata nella frazione<br />
Grand Chalp, a 5 km da Sauze d'Oulx (1900 metri<br />
di altitudine) la Stazione Alpina intitolata all’On.<br />
Vittorino Vezzani, direttore dell’ Istituto zoologico<br />
e Caseario del Piemonte, allo scopo di fornire<br />
"un'alpe ben organizzata alla quale condurre nel<br />
periodo estivo il bestiame" e "consentire all'Istituto<br />
di compiere quegli studi e quelle esperienze<br />
che possono servire a perfezionare i metodi in uso<br />
nelle montagne piemontesi per la produzione dei<br />
latticini". Sauze non ebbe ragione di preoccuparsi<br />
per il grave problema dello spopolamento che<br />
affliggeva altre borgate montane, i cui abitanti<br />
emigravano verso la Francia, e presto comprese la<br />
sua vocazione turistica: è da ricordare che proprio<br />
in alta valle di Susa nel 1896 l’ingegnere svizzero<br />
Adolfo Kind importò lo sci dalla Germania e dalla<br />
Francia. A Placido Eydallin va il merito di aver dato<br />
inizio alla tradizione turistico-alberghiera del paese<br />
con l’apertura nel 1919 dell’albergo Miravalle<br />
(ora del gruppo Abc) , il primo idoneo ad ospitare<br />
sciatori. Durante la stagione invernale ci si poteva<br />
valere dei più preparati istruttori di sci, quasi tutti<br />
allievi di Luigi Faure, per cinque anni di seguito<br />
campione italiano, che raggiunse l'apice della<br />
carriera sportiva nel 1924 con la partecipazione<br />
alle Olimpiadi di Chamonix. Nel 1933, Luigi Faure,<br />
1955. Lavoro nei campi zona "Baiã".<br />
1955. Antonio Gally, Rosina Eydallin, il sindaco prof. Piero Faure con il mulo.<br />
Sotto: 1956. Partenza slittone Lago Nero.
Placido Eydallin, Beniamino Gally, Fiorentino Bergoin<br />
e Carlo Giolitto vennero richiesti a Sestriere<br />
per affiancare hans Nobl nell'insegnamento della<br />
nuova disciplina sportiva. Il podestà Toesca annunciò<br />
che la strada di collegamento con Oulx,<br />
su cui era già attivo un servizio di autocorriera tra<br />
la stazione ferroviaria di Oulx e il paese di Sauze,<br />
sarebbe stata ampliata e costruita anche la circonvallazione,<br />
vedendo in questi lavori un presupposto<br />
essenziale per la crescita turistica della località.<br />
Già a metà degli anni ’30 erano disponibili svariate<br />
discese dalla cima del Triplex verso Sauze: la prima<br />
alternativa prevedeva il passaggio per Capanna<br />
Kind, l’attuale pista numero 11, “profittando di un<br />
magnifico lancio attraverso la conca pianeggiante<br />
del Lago Nero”, oppure era praticabile la “Via di<br />
Mezzo”, oggi nota come pista 29, “scivolando fuori<br />
dalla conca sottostante al Colletto del Triplex, nella<br />
stessa direzione impressa agli sci dallo schuss<br />
iniziale” e penetrando nella zona boschiva di Pian<br />
della Rocca dove erano già state effettuate alcune<br />
rettifiche al percorso con il taglio di piante. Compiendo<br />
la discesa su Sauze passando per la radura<br />
su cui sorge il Rifugio Ciao Pais, a 1800 m. circa, era<br />
possibile “rimanere colpiti dal carattere particolarmente<br />
favorevole per lo sci della lunga costiera<br />
montagnosa che si stende al di là del Triplex” : Col<br />
Bourget, Punta Moncrons, Colle Cotte Plane (Costapiana)<br />
, Monte Genevris. Risale invece al 1936 il<br />
primo impianto di risalita della zona, una slittovia<br />
con partenza da Clotès. Nel 1937 si costruì la Torre<br />
di Sauze ad opera dell’Ing.Vittorio Bonadè Bottino,<br />
esponente del Futurismo architettonico, che nel<br />
1933 aveva costruito le torri al Colle del Sestriere<br />
e successivamente ne costruirà un’altra a Marina<br />
di Massa. Dobbiamo aspettare il termine del secondo<br />
conflitto mondiale per assistere ad ulteriori<br />
sviluppi, nel 1946 è infatti realizzata la slittovia del<br />
Lago Nero, la cui stazione di monte era prevista<br />
all’interno della Capanna Mollino. L’idea di costruire<br />
al Lago Nero un ristoro con annesso solarium e<br />
albergo risale al 1944, quando l’imprenditore automobilistico<br />
Piero Dusio, presidente della Società<br />
slittovie di Ulzio (poi dal 1945 Società Clotés),<br />
pianificò l’espansione edilizia della zona di Sauze<br />
d’Oulx e Clotés. L’architetto torinese Carlo Mollino<br />
iniziò il progetto nel 1946, sviluppando in rapida<br />
1959. Seggiovia per Clotes, Albergo Sport e Casa Gorlier.<br />
Partenza seggiovia Clotes.<br />
Scorcio panoramico. Sotto: campi da sci.<br />
l'evento<br />
77
storia del turismo<br />
78<br />
successione diversi schizzi preliminari. L’edificio,<br />
inaugurato nel 1947, differirà dai progetti di costruzione<br />
e da quelli pubblicati, corretti da Mollino,<br />
soprattutto negli interni. Il progetto prevedeva<br />
al piano terreno la sala macchine della slittovia, al<br />
primo piano il bar ristorante con terrazza solarium<br />
rivolta a sud verso monte. Una scala posta al centro<br />
della sala ristorante avrebbe dovuto condurre<br />
alle stanze da letto ricavate nel volume del tetto e<br />
destinate a una cinquantina di ospiti, il che però<br />
non verrà mai realizzato. La fine degli anni Quaranta<br />
vide l’ “invenzione” dello sci moderno a Sportinia,<br />
il cui nome di origine era Clos Sabouiller, ad<br />
opera dell’Ing. Ettore Caretta di Torino e del figlio<br />
Ing. Stefano Caretta. Nel 1946 nacque la seggiosciovia<br />
Sauze d’Oulx-Capanna Kind, impianto misto<br />
con seggiole ed elementi di traino per gli sciatori,<br />
con stazione di partenza presso la frazione di<br />
Prariond, negli anni immediatamente successivi<br />
venne realizzata anche la sciovia del Triplex.<br />
Nel 1949 è invece la volta della seggiovia di Clotès<br />
che sino ai primi anni Sessanta manterrà la propria<br />
stazione di partenza nell’attuale piazza Assietta,<br />
dovendo successivamente essere spostata verso<br />
monte a causa dello sviluppo edilizio del paese.<br />
Fu merito della buona azione di marketing attuata<br />
dall’Ing. Caretta l’arrivo a Sauze dei primi turisti<br />
stranieri: si trattava di gruppi di parigini intorno al<br />
1963-’65, invece intorno al 1969-’70 cominciarono<br />
ad arrivare i primi ospiti inglesi. In questi stessi<br />
anni si ha un gran fiorire di nuovi impianti di risalita<br />
ad opera della ditta Marchisio di Torino: una<br />
delle prime realizzazioni in zona fu la sciovia del<br />
Bourget, risalente al 1963. Un industriale tessile di<br />
Chieri, Mario Ciaudano, dopo una vacanza a Sauze<br />
si innamorò dei luoghi e decise di trasferirvisi<br />
iniziando a investire nello sviluppo degli impianti<br />
del Monte Genevris: il primo ad essere costruito fu<br />
la telecabina di Richardet, realizzata nel 1966. Nel<br />
1967 l’area sciabile fu ampliata con un primo skilift<br />
allo Chardonnet, seguito nel 1968 dallo skilift del<br />
Costapiana e nel 1970 dal Tuassières. In zona esistevano<br />
già le due piccole sciovie di Gran Villard e<br />
del Pian del Sole nonché la prima sciovia del Moncrons,<br />
storicamente gestita dalla società Sportinia,<br />
che conduceva non in punta come oggi ma poco<br />
più in basso, approssimativamente dove ha inizio<br />
Oulx. Pubblicità Sportinia all'ingresso del paese.<br />
Carlo Giolitto<br />
la pista 33. L’8 aprile del 1967 venne data notizia<br />
della possibilità, per l’Ente Provinciale al Turismo,<br />
di prevedere la candidatura delle Alte Valli di Susa<br />
e Chisone per le Olimpiadi invernali ’76, una volta<br />
creato il piano comprensoriale per la realizzazione<br />
delle infrastrutture che avrebbero permesso alla<br />
valle di competere autorevolmente con Chamonix<br />
e Gstaad. E’ in questo contesto che maturano<br />
ulteriori realizzazioni funiviarie : nel 1974 la società<br />
Sportinia realizza la nuova seggiovia biposto Sauze<br />
d’Oulx-Capanna Kind e potenzia la seggiovia<br />
di Clotès, che sarà aggiornata ulteriormente nel<br />
1979 con la costruzione della seggiovia biposto.<br />
Nel 1975 venne costruita la prima linea della seggiovia<br />
di Rocce Nere, nel 1976 un nuovo e potente<br />
skilift sino in cima al monte Triplex, mentre risale<br />
al 1977 il collegamento seggioviario tra Jouvenceaux<br />
e Sportinia con l’intermedia a Sarnas. Una<br />
nuova società, la Pian della Rocca, (inizialmente<br />
costituita da Francesco Poncet) nel 1976 investì<br />
nella costruzione di una seggiovia biposto da Clotès<br />
al pianoro alle pendici del Col Bourget, e su-
ito dopo costruì le sciovie del Baby Roch e del<br />
Primo Sole. Sono gli anni d’oro dello sci alpino che<br />
vedono protagonisti alla ribalta mondiale i grandi<br />
campioni sauzini della Valanga Azzurra, primo tra<br />
tutti Piero Gros che nella stagione 1973-1974 conquista<br />
cinque gare di Coppa del Mondo, la Coppa<br />
generale e il bronzo nel gigante ai Mondiali di St.<br />
Moritz. II 1976 lo vede raggiungere l’oro Olimpico<br />
nello Slalom Speciale di Innsbruck e sempre lo<br />
slalom gli consente, ai Mondiali di Garmisch, del<br />
1978 di conquistare l'argento. Giuliano e Carlo<br />
Besson, Pierlorenzo Clataud, Alessandro Perron<br />
Chalet Mollino.<br />
Prospettiva originale di Carlo Mollino dell'interno del ristorante.<br />
Cabus, Daniela Giolitto, Carlo e Paolo Garutti,<br />
Daniele Gay, Federico Gattiglio sono solamente<br />
alcuni di una nutrita schiera di vincitori di gare<br />
importanti. Alla fine degli anni Settanta la ditta<br />
Marchisio di Torino prima menzionata continuò a<br />
essere protagonista della costruzione di ulteriori<br />
impianti di risalita. La società Sportinia creò i presupposti<br />
per il futuro collegamento con Sestriere<br />
e Sansicario costruendo nel 1976 la sciovia del<br />
Rio Nero e due anni dopo la sciovia del Basset. La<br />
società Genevris invece investì nel 1979 nel raddoppio<br />
dello skilift Chardonnet mentre nel 1980<br />
impiantò la sciovia del Rifugio Alpino incrementando<br />
il servizio effettuato dal Tuassières. L’anno<br />
1986 vide protagonista la stessa società Genevris<br />
nell’importante e coraggioso investimento per la<br />
costruzione della seggiovia triposto della Gran<br />
Comba,commissionata alla società Leitner di Vipiteno.<br />
Attorno alla metà degli anni Ottanta, dopo<br />
che gli impiantisti di Sauze si erano già riuniti in un<br />
consorzio denominato Orsa Maggiore, si sono poste<br />
le basi per la nascita della Vialattea. La Sestrie-<br />
Carlo Mollino sulle piste di Sauze.<br />
res spa, nata nel 1984 dalla fusione delle Società<br />
Sportinia e Slittovia Sauze d’Oulx nella società SIF<br />
di Sestriere, presieduta dalla signora Tiziana Nasi,<br />
acquisì nel 1990 anche gli impianti del Monte Genevris<br />
e nel 1991 quelli del Pian della Rocca. Era<br />
così completo con tutti i collegamenti il comprensorio<br />
come lo conosciamo oggi, assieme alle aree<br />
di Sansicario, Cesana e Claviere, già acquisite dalla<br />
Sestrieres nel 1989.<br />
Foto: Comune di Sauze d'Oulx; Paolo Bressano "La Nostra Storia;<br />
""Carlo Mollino 1905-1973.<br />
storia del turismo<br />
79
INCONTRI…<br />
NON PIÙ<br />
INASPETTATI<br />
di PAOLO BLANC<br />
È una delle esperienze più affascinanti ed imprevedibili che possano capitare in alta valle di Susa: trovarsi<br />
a tu per tu con un occasionale amico a quattro zampe, capriolo, volpe, scoiattolo, cinghiale, tasso, cervo,<br />
camoscio che sia, o alzare lo sguardo e scorgere, contro la neve, un superbo gipeto che ci 'scansiona'.<br />
è quasi consuetudine, in auto o durante escursioni, fare incontri ravvicinati con i nostri compagni di vita<br />
montana, gli animali del bosco o della radura, che, in maniera sempre più oppressiva e quasi disincantata,<br />
cercano un contatto…<br />
Spesse volte sulla SS24 Oulx-Cesana, mi imbatto risalendo in auto in questi amici: spengo i fari, azzero il<br />
volume esagerato del cd, cerco solo la luce tenue della luna per non dare fastidio. Sento la loro tensione ed<br />
il cuore che pulsa forte tanto quanto il mio quando cercano vie d’uscita dal gard-rail, ne capto la paciosa<br />
tranquillità quando sono appagati dal cibo e lentamente risalgono la china, ad est. Qui di seguito riporto<br />
alcune testimonianze di amici, bravissimi fotografi, che, a differenza mia, cercano un contatto diretto con<br />
la montagna e ben più di me sono soliti vivere quei silenzi, “solo” con la loro fida macchina fotografica.<br />
E fare incontri … che non sono più inaspettati incontri.
Il Gipeto. Foto Paolo Marre
Alberto Casse<br />
LE EMOZIONI<br />
“La natura è emozione e stupore. Una pianta, un animale, una corolla di un fiore, una zampa, le fronde che toccano<br />
il cielo. Al ritmo del passo lento, con la macchina nello zaino alla ricerca di una nuova emozione. L’attesa<br />
di un animale, del muso che esce da una tana o che fa capolino tra i cespugli … quando quegli stambecchi mi<br />
guardano dall’alto di quella roccia sembra che aspettino un ‘clic’, un clic continuo e persistente 5, 10, 20 scatti,<br />
scatti che amo quanto i miei sci… Così, grazie al maestro della fotografia Massimo Sebastiani, giorno dopo<br />
giorno, scatto dopo scatto, ho imparato segreti, a cogliere particolari e sfumature, ad apprezzare cose che prima<br />
nemmeno vedevo… Sono stato sciatore agonista, allenatore, maestro di sci, si dice che il primo amore non<br />
si scorda mai, ma non avevo fatto i conti con delle nuove emozioni. Allo stesso modo anche la passione per la<br />
caccia sta scemando… un clic e porto a casa l’animale … vivo”.<br />
GLI OCCHI DEL LUPO<br />
“Sapevo che era in quella zona, ero salito più volte per fotografarlo, ma ogni mio tentativo era sempre stato<br />
vano. Quella mattina di fine agosto (<strong>2010</strong> ndr) come al solito avevo lasciato l’auto e mi ero incamminato verso<br />
la montagna. Era appena l’alba. Dopo circa un’ora di marcia un fatto inconsueto ed inaspettato: 8, 9 femmine<br />
di cervo davanti a me, spaventate. Ma ciò che allora mi colpì è che tutte quante camminavano nella medesima<br />
direzione, poi si arrestavano e quasi in contemporanea si voltavano guardando indietro, quasi di fianco, alla<br />
loro altezza. Mi ricordo che subito pensai a qualcuno, a qualcosa che le aveva turbate e mi venne spontaneo,<br />
quasi naturale, farmi vedere dinanzi a loro. Ciò nonostante le femmine non distoglievano lo sguardo, fosse stata<br />
però una persona sarebbero partite, scattate via, sono solite farlo. Questa volta no, erano come interessate<br />
nel capire che cosa c’era là…<br />
Decisi, vado in quella direzione… Prima un tratto di montagna piuttosto ripido, poi un pianoro, 100 metri quadri<br />
non di più, solo rododendri e cespugli radi. D’un tratto in un angolo intravidi quattro zampe che si muovevano<br />
tagliando l’aria, dal basso all’alto per intenderci. Pensai c’è un cane e si sta strofinando la schiena sull’erba<br />
… Poi l’animale si acquatta e … allora ho capito che era un lupo. Il lupo a 20 metri da me. Allora ho fatto un<br />
passo indietro, una grossa pietra mi ha permesso di nascondermi. Solo fuori l’obbiettivo e la mano decisa per<br />
scattare la foto ferma quanto più possibile. Penso che le mie pulsazioni in quel momento saranno state sui 130<br />
battiti. Mi sono concentrato, ho pensato alla tecnica adottata dai biathlonisti, quasi non respiravo. Poi il lupo si<br />
tira su, alza la testa, annusa qualcosa nell’aria, rincula e scende da un dirupo dietro di lei. Sì, era una bella lupa<br />
paciosa, mi sembrava con la pancia piena, forse i cervi visti prima ne avevano aimè un brutto ricordo.<br />
Rimasi lì qualche minuto ancora, sopraffatto dall’emozione, non credevo ai miei occhi, dopo una vita che lo<br />
cercavo, lo avevo preso, immortalato: è lui! Poi ricordo solo una discesa mozzafiato verso l’auto ed il fotografo:<br />
la mia mano sarà stata ferma?”.
Paolo Marre<br />
IL CONTATTO IN PUNTA DI PIEDI<br />
NEL BOSCO IN PUNTA DI PIEDI<br />
Prima che fotografo, ‘nasco’ come appassionato. Questo non è un lavoro, bensì una passione. Prima di possedere<br />
una macchina fotografica, fin da ragazzo seguivo gli animali, andavo in montagna a cercarli, a scoprirli, a<br />
vederli. Poi, grazie alla fotografia, ho capito che potevo portarli a casa: tutti o quasi, gli animali che vivono in<br />
questo splendido habitat montano. E con le foto le emozioni provate dinanzi a loro…<br />
Mi piace immortalare la fauna, ma ad una precisa condizione: quella di non turbare l’animale. Ed a questo<br />
proposito sono solito dire ‘il miglior teleobiettivo sono le mie gambe’. In buona sostanza cerco di avvicinarmi<br />
quanto più possibile al soggetto per avere una buona qualità di immagine, ma nel mio scatto non voglio vedere<br />
né paura, né tensione. Inoltre a me piace fotografare a ‘casa mia’, o meglio, nelle ‘mie’ montagne dell’alta<br />
valle, in luoghi che conosco e che mi sono familiari … i miei animali… Si instaura così un rapporto diretto con<br />
la natura, quasi una sottile sfida con l’animale e più quest’ultimo è selvatico, più il contatto e le emozioni sono<br />
forti. Sì, amo interagire con i miei amici a quattro zampe, capita nelle mie escursioni di avvicinarmi nel bosco ad<br />
un capriolo a 20, 15, 10 metri, spesso lui nemmeno si accorge di me e continua a star lì incurante, a fare la sua<br />
vita… Allora ho raggiunto il mio obiettivo. Sono entrato a casa sua … ma in punta di piedi.<br />
L’ERMELLINO, CHE FASCINO!<br />
In questi ultimi anni mi sono avvicinato all’ermellino ed è un animale che tutt’ora sto scoprendo. È fantastico! È<br />
piuttosto raro incontrarlo, addirittura il suo habitat è estremo. L’ermellino vive nel ‘deserto della montagna’, da<br />
2500 metri a salire, dove rutto è rado, la vegetazione minima e la fauna ridottissima. È un animale ‘selvaggio’,<br />
veramente spettacolare, fa parte innanzitutto della nostra fauna tipica alpina insieme alle pernici bianche, la<br />
lepre variabile, altri ‘prodigi’ della nostra montagna. L’ermellino ha però un fascino particolare, oltre a vivere<br />
in condizioni estreme, addirittura ci sverna: riesce a trascorrere un lunghissimo inverno a temperature polari<br />
sotto metri e metri di neve ed a vivere tranquillamente. Questo mammifero appartenente alla famiglia dei<br />
mustelidi è un predatore formidabile, grande carnivoro. Il 90% della sua dieta sono le arvicole delle nevi, i topi<br />
di montagna. Vive in ambienti rocciosi, trascorre come dicevo l’inverno sotto la neve sfruttando i vuoti d’aria<br />
ed i passaggi naturali provocati dalle pietraie, qui costruisce cunicoli e gallerie. A volte buca la neve ma vive e<br />
caccia sotto, prevalentemente di notte per difendersi a sua volta dai predatori, rapaci in primis. L’ermellino a<br />
differenza di quanto si creda è veramente piccolo, anche più di uno scoiattolo. La lunghezza del corpo varia da<br />
22 a 33 centimetri e la coda da 8 a 12 cm. Il maschio è esageratamente più grande della femmina. Mi preme<br />
sottolineare che per una sola pelliccia di ermellino occorrono centinaia e centinaia di pelli… Il metabolismo<br />
dell’ermellino è molto accelerato, vive mediamente 2, 3 anni, è costantemente in movimento, non si ferma un<br />
secondo, brucia moltissimo sempre alla ricerca delle prede. È un animale velocissimo, difficile anche per questo<br />
da trovare, copre un’area molto vasta, ovviamente nella bella stagione è più visibile, marrone con la fascia bianca<br />
sotto, l’inverno è invece perfettamente mimetizzato con la sua bianca pelliccia. È uno stimolo fotografarlo<br />
per tutte queste ragioni che ho elencato, l’ermellino è forse l’animale più difficile da immortalare, ma, a forza di<br />
studiarne vita e abitudini ci sono riuscito. E la soddisfazione è grandissima.<br />
Il tasso.
La CCM Finotello da 30 anni è attiva nel settore degli<br />
impianti di risalita occupandosi di progettazione,<br />
costruzione e montaggio di nuovi impianti<br />
LA STORIA DELLA CCM PARTE NEL LONTANO 1977 QUANDO MIChELE FINOTELLO APRE L’AzIENDA INIzIALMENTE<br />
DENOMINATA C.C.M. COSTRUzIONI CARPENTERIE MECCANIChE S.N.C., ChE NEI PRIMI ANNI DI VITA SI OCCUPA DI CAR-<br />
PENTERIE E LAVORAzIONI MECCANIChE, DIVENTANDO IN BREVE TEMPO FORNITRICE DI SOCIETà DI IMPIANTI A FUNE.<br />
Negli anni 90 inizia il cammino della società come costruttrice di impianti a fune in prima persona, il primo impianto con<br />
nome CCM viene realizzato per il comprensorio sciistico di Lurisia in provincia di Cuneo. Gli anni successivi sono stati di<br />
costante crescita portando alla realizzazione di un numero sempre maggiore di impianti per le principali località sciistiche<br />
piemontesi (Via Lattea, Mondolè Ski, Bardonecchia…) e iniziando in parallelo l’espansione nel mercato nazionale. La<br />
carta vincente che ha permesso alla piccola realtà piemontese di affacciarsi come competitor importante in un mercato<br />
tradizionalmente “chiuso” come quello funiviario è stata, ed è tutt’ora, la flessibilità dimostrata nell’incontrare le esigenze<br />
dei clienti oltre che, come vedremo, una serie di scelte e decisioni improntate alla qualità. Gli sforzi compiuti dall’azienda<br />
vengono premiati con l’avvicinarsi delle Olimpiadi di Torino 2006: per tale occasione di rilevanza mondiale la CCM si è<br />
aggiudicata le gare per la realizzazione di 3 opere olimpiche.<br />
Nel frattempo l’azienda ha affrontato altre due sfide fondamentali per proseguire nel cammino di crescita: la progettazione<br />
della seggiovia quadriposto ad attacchi fissi in modo da ampliare la propria gamma di prodotti e la messa in moto delle<br />
attività necessarie per rendere i prodotti CCM conformi alle nuove direttive comunitarie che prevedono la certificazione<br />
CE dei sottosistemi e componenti di sicurezza degli impianti funiviari.<br />
La prima seggiovia quadriposto CCM realizzata quindi secondo le normative europee è stata installata nel dicembre 2006<br />
sul tratto che conduce da Sagnalonga al Colle Bercia nel comprensorio sciistico della Via Lattea.<br />
Nel corso del 2009 sono stati realizzati 2 impianti per il comprensorio della Vialattea: la seggiovia biposto “Colò” e la sciovia<br />
“Rio Nero – Fraiteve”. La seggiovia è stata sfruttata tutta la stagione effettuando un numero di passaggi elevatissimo data<br />
la sua posizione cruciale all’interno del comprensorio.<br />
Inoltre nello stesso anno è stata realizzata una seggiovia quadriposto per il comprensorio di Maniva (BS), una seggiovia<br />
biposto per il comune di Roburent (CN) ed una telecabina biposto per la società di Lurisia (CN).<br />
LA CCM PER LA STAGIONE INVERNALE IN ARRIVO È IMPEGNATA NELLA REALIzzAzIONE DI 4 SEGGIOVIE BIPOSTO NUO-<br />
VE A ChIOMONTE (TO), PONTEChIANALE (CN), MANIVA (BS) ED A LIMONE PIEMONTE (CN), NELLA RIATTIVAzIONE DI<br />
UNA SEGGIOVIA BIPOSTO A VIOLA (CN) E NELLA COSTRUzIONE DI 2 SCIOVIE.
La CCM è impegnata nella costruzione dell’impianto denominato “Pian del Sole” presso il comprensorio sciistico di Limone<br />
Piemonte.<br />
La nuova seggiovia biposto ad ammorsamento fisso, che andrà a sostituire l’omonima sciovia in scadenza di vita<br />
tecnica,consente un collegamento funzionale tra i settori denominati “Sole” e “Pancani”. La seggiovia del tipo ad attacchi<br />
fissi, avrà la stazione a valle del tipo rinvio e tensione e la stazione di monte del tipo motrice fissa.<br />
La nuova seggiovia, avrà una portata oraria 1200 sc/h, sarà adibita al trasporto di soli sciatori in salita alla velocità a regime<br />
di 2,80 m/s, essendo attrezzata a valle con tappeto di imbarco agevolato.<br />
Presso la località di Maniva che sta proseguendo nei lavori per il rilancio del comprensorio sciistico della Valtrompia, grazie<br />
all’impegno della famiglia Lucchini, nel corso del 2009 la CCM aveva già realizzato la seggiovia quadriposto “Persech”<br />
e quest’anno è impegnata nella realizzazione dell’impianto “Persole - Dasdana” che consiste in una seggiovia biposto ad<br />
ammorsamento fisso, che andrà ad insistere su un nuovo pendio. La nuova seggiovia avrà una portata oraria 1200 sc/h e<br />
sarà adibita al trasporto di soli sciatori in salita alla velocità a regime di 2,80 m/s, essendo attrezzata a valle con tappeto di<br />
imbarco.<br />
Nella località di Pontechianale che è da più di 40 anni la stazione invernale di riferimento della Valle Varaita, la CCM sta realizzando<br />
la nuova seggiovia biposto “Maddalena – Serviero” che sostituisce la vecchia seggiovia monoposto costruita nel<br />
1962 dalla Marchisio. Il nuovo impianto va a sostituire e a potenziare il servizio di trasporto già realizzato fino ad oggi dalla<br />
seggiovia monoposto, che dall’abitato di Pontechianale porta sulle pendici del monte “Tre Chiosis” in zona Serviero, consentendo<br />
l’accesso all’ area sciabile del comprensorio ed alle strutture ricettive oggi presenti presso la stazione a monte.<br />
A Chiomonte vicino alla città di Susa nell’ononima valle è n corso di realizzazione la seggiovia “Chiomonte – Pian del Frais”<br />
che nasce come sostituzione di un impianto ormai smantellato per il collegamento tra il capoluogo di Chiomonte ed il<br />
comprensorio sciistico del Frais. La seggiovia, di lunghezza sviluppata di circa 1787,64 m e dislivello di 695,70 m, è adibita<br />
al trasporto sia di sciatori sia di pedoni.<br />
Inoltre la CCM è impegnata nel comprensorio di San Gréé di Viola che si trova sul territorio comunale di Viola in provincia<br />
di Cuneo e fa parte della Comunità Montana Valli Mongia Cevetta e Langa Cebana. Dopo diversi anni di inattività, il<br />
comprensorio sciistico è stato oggetto di uno studio per la sua riqualificazione. Tra gli interventi previsti è stata realizzata<br />
la seggiovia biposto ad ammorsamento fisso denominata “San Grato – Pian del Bal”. La costruzione dell’impianto è stata<br />
ultimata ad inizio 2005 ma non è stato possibile effettuare il collaudo per l’apertura al pubblico esercizio per problemi<br />
indipendenti dall’amministrazione pubblice e dal costruttore. Essendo nel contempo variata la normativa, per ottenere<br />
il collaudo ministeriale l’impianto di risalita deve ottemperare a quanto richiesto dalla direttiva europea CE. A tal fine, la<br />
ditta costruttrice è impegnata nell’esecuzione degli interventi volti all’ottenimento della marcatura CE, al ripristino dopo<br />
il periodo di fermo ed alla messa in esercizio della seggiovia.
leggende di montagna<br />
88<br />
I fiori<br />
della<br />
montagna<br />
Le antiche leggende<br />
di G. v.<br />
Il Rosengarten<br />
Del “Rosengarten” non parla oramai più che qualche<br />
vecchio, sempre più stanco e sempre più<br />
solo, durante le lunghe veglie nelle tiepide stalle.<br />
Era l’incantato giardino delle rose, che copriva<br />
dei suoi colori e dei suoi profumi le valli: e le rose<br />
crescevano fin dove dimoravano camosci e stambecchi,<br />
al limite dei gelidi fiori della neve, corona<br />
dei misteriosi amori dei giganti alpini: “… mentre<br />
dominavano colle fronti altere la terra, essi non si<br />
appagavano dell’ardente e rapido bacio delle saette;<br />
sdegnavano le lievi carezze delle nubi che passavano,<br />
si dolevano, inebriati nella serenità del cielo, di<br />
rimanere senz’amore e senza corona. Allora le nubi<br />
che amavano i giganti cominciarono a cedere intorno<br />
ad essi in forma di fiori delicati e strani, che ricoprirono<br />
le rupi, le creste, i burroni e si strinsero vicino<br />
alle fronti superbe dei colossi innamorati, formando<br />
un serto più bello d’ogni corona imperiale, il serto<br />
dell’amore e della gloria”. (Savi-Lopez).<br />
E si dice anche che, al tempo in cui la montagna<br />
era fiorita di rose, tra le rose abitavano piccoli nani<br />
sudditi di re Laurino. S’innamorò Laurino della bellissima<br />
figlia del re vicino: ma il suo ambasciatore<br />
fu respinto in malo modo; e rapì allora Laurino la<br />
bella principessa, e la tenne prigioniera per sette
anni. Fu scoperto il luogo: e ne venne grande lotta,<br />
ed i soldati che volevano liberarla calpestarono<br />
e distrussero le rose. Vinse dapprima Laurino, e<br />
cercò la pace: poi, ingannato, fu preso prigioniero.<br />
Una sera d’inverno, riuscì a fuggire tre le sue montagne.<br />
Ma odiò le rose: esse hanno fatto scoprire il<br />
mio regno. E fu la vendetta: le rose scomparvero,<br />
non potevano più vedersi né di giorno né di notte.<br />
Ma aveva dimenticato, Laurino, il crepuscolo: così<br />
ogni giorno, dopo il tramonto, si rivedono le rose<br />
del giardino incantato: e la gente della montagna<br />
esce al ammirare quel gran manto meraviglioso<br />
che si stende alto sulle cime, quel gran manto di<br />
rose che c’era, tutto il giorno, quando gli uomini<br />
erano più buoni.<br />
Così l’uomo, che doveva trovare nel “Rosengarten”<br />
una felicità cristallina come l’acqua delle fonti, fu<br />
punito dalla sua cattiveria: e del fulgore del “Rosengarten”<br />
non resta, fra rovine e desolazione, che<br />
qualche rara timida rosa delle Alpi.<br />
Ma dove la neve concede un piccolo spazio avaro,<br />
e più giù, dove le praterie ondeggiano al vento<br />
dei ghiacciai, è ancora tutto un trionfo di vita,<br />
scintillante di gemme, segnato da pennellate di<br />
purissimo smalto. Eppure “là ove qualsiasi paesaggio<br />
su eclissa di fronte al quadro sfolgorante di un<br />
prato gioioso di fiori nel pieno splendore del sole”, le<br />
leggende sono talvolta tristi, e parlano di pianto,<br />
e anche di morte.<br />
Come a rimordente ricordo di un’altra bellezza<br />
smarrita per sempre: o perché anche nella felicità,<br />
l’anima umana coglie – lieve come una brezza –<br />
un brivido di dolore: e il giglio di montagna ed il<br />
garofano, ad esempio, possono così nascere solo<br />
“da un povero cuore umano che più non batta e non<br />
ami”.<br />
Fiori e bambini: tante leggende li hanno protagonisti,<br />
poesie della natura e dell’esistenza, miracolo<br />
entrambi. Anch’essi sono spesso segnati dal<br />
dolore: quasi a ricordare che non è tutto gioia, se<br />
anche il sorriso timido di un bimbo può spegnersi<br />
in una lacrima. E sovente il fiore è tenerezza, commozione:<br />
sentimento d’amore, di partecipazione.<br />
Può essere l’aiuto concreto, la sorpresa per un<br />
gesto di generosità: sensazioni sfumate sempre<br />
di delicatezza, come il palpito d’un petalo che è<br />
nulla e sa di immenso.<br />
Il “Nontiscordardimè”<br />
Giovani, innamorati, passeggiavano, sul sentiero<br />
che alto costeggiava il fiume, i loro sogni, la loro<br />
felicità. E sulla scarpata strapiombante sulle acque<br />
tumultuose vide, la ragazza, un morbido cuscino<br />
di miosotis che le acque minacciavano nello scorrere<br />
furioso. Negli occhi, nelle parole di lei colse,<br />
l’innamorato, la preoccupazione per quell’avvicinarsi<br />
dell’acqua al tenero sorriso della primavera.<br />
La sfumatura di rimpianto suonò nel suo cuore:<br />
affrontò la ripa scoscesa per salvare quel nulla che<br />
sapeva… di sole, di vita nuova…<br />
Ma infida era la prova, e traditrici le pietre: e mancò<br />
il piedi, e inarrestabile fu la caduta: la mano alla<br />
ricerca disperata di un sostegno afferrò il piccolo<br />
cuscino azzurro. Deboli erano le radici, e la mano<br />
strinse quel pugno di fiori, lo staccò da terra.<br />
Tentò la ragazza il disperato soccorso: il braccio<br />
teso, solo sfiorò la mano irrigidita nell’attesa di<br />
aiuto, e ne colse il ciuffo di fiori; e mentre l’acqua<br />
travolgeva il corpo smarrito, una voce nel gran<br />
ruggito del torrente invocò: “non dimenticarmi…”.<br />
Non dimenticò l’innamorata, sconvolta nel suo<br />
dolore, e poco sopravvisse a quel tragico momento:<br />
“nontiscordardimè…”. Non dimenticò: e l’eterno<br />
ricordo volò nel tempo con il nome del piccolo<br />
fiore azzurro…<br />
leggende di montagna<br />
89
leggende di montagna<br />
90<br />
La margherita<br />
Gli angeli avevano buttato, a manciate, le stelle<br />
in cielo: ma c’era buio, intorno, e silenzio. E tanta<br />
paura: anche se la paura più grande veniva di<br />
dentro, dal cuore che batteva, batteva ed era diventata<br />
ossessione: più svelto, più svelto, svelto...<br />
Cento e cento volte aveva percorso la strada - su<br />
e giù, estate ed inverno - per scendere al paese: il<br />
bosco, prima; poi la curva tra i muretti sbrecciati,<br />
e la lunga discesa ancora, nei prati; e il ponte sul<br />
torrente, e la strettoia. Ma la notte, il buio... solo: e<br />
quella cosa che mordeva dentro. Come rotola giù<br />
un sasso, sbattendo contro i macigni, sfiorando gli<br />
alberi, come ubriaco.<br />
Sbarrati nel buio, gli occhi, ma non vedevano. Nelle<br />
pupille, bruciante, un'altra immagine: il gran letto,<br />
la scarna figura senza più forza né sorriso, immobile<br />
in un abbandono che a tratti dava il tenore<br />
dell'irreparabile.<br />
Poi, l’ombra d'un gesto: ed era di nuovo la speranza,<br />
il ricacciar le lacrime perché non fossero per lei<br />
- se pur se ne avvedeva - altro dolore.<br />
Doveva correre, cercare il dottore prima che fosse<br />
troppo tardi, supplicarlo di andare su, dalla mamma<br />
per curarla, per guarirla...<br />
Perché, Signore, ritorni come prima: non importa<br />
se qualche volta le mani erano pesanti, e la voce<br />
e il volto si facevano duri, severi. Signore, purché<br />
ritorni come prima: non in quel letto, sempre stanca,<br />
sempre più lontana. L'affanno gli troncava il respiro,<br />
gli annebbiava la vista.<br />
Di qui ... no: eppure la strada ... ma questo non l'ho<br />
mai visto ... Ma dove sono, mamma, mamma!<br />
II cuore martellava furioso in gola: un’improvvisa<br />
stanchezza fu come un peso insostenibile sulle<br />
spalle.<br />
S’arrestò smarrito: i singhiozzi s'affollarono, scoppiarono<br />
in un urlo che era disperazione, impotenza:<br />
si lasciò andare bocconi sul prato, ombra<br />
nell'ombra. Le margherite sollevarono il capo<br />
stupite.<br />
Le margherite erano allora un fiore tutto bianco,<br />
lieve come un sospiro. Sollevarono stupite la candida<br />
corolla e stettero a guardare il bambino tra<br />
l'erba. Come tutte le creature predilette da Dio,<br />
lessero nel suo animo, conobbero la sua tristezza;
come tutte le creature buone, ne condivisero la<br />
solitudine angosciata. Aiutarlo, aiutarlo: ma come?<br />
Signore, dacci una mano tu: dì cosa possiamo fare,<br />
noi poveri fiori, immobili nel prato, per un bambino<br />
che piange, per la sua mamma che sta morendo...<br />
Gli angeli dal cielo guardavano commossi: le margherite<br />
protendevano le bianche corolle, quasi a<br />
supplicare.<br />
Una stella: ce ne sono tante in cielo, tante ... Strapparono<br />
una Stella dal cielo, la calarono dolcemente<br />
sulla terra. Dolce scese nella notte, come una<br />
carezza si posò su una corolla, al centro dei petali.<br />
E il fiore ed il prato si illuminarono: i petali si chiusero,<br />
punta contro punta, perché non sfuggisse il<br />
tesoro. Fu come una piccola lucerna: nella notte<br />
qualcosa di vivo, di amico. "Bambino, bambino"<br />
sussurrarono le margherite: "adesso non devi più<br />
avere paura del buio. Coglila, coglimi: non importa<br />
se poi morirà, la luce della Stella: non importa se poi<br />
morirò: coglimi e portami con te. Ti illuminerò la strada,<br />
ti sarò vicina fino al paese. Poi reclinerò il capo, e<br />
la luce si spegnerà. Ma tu avrai trovato il dottore, e la<br />
mamma guarirà. Bambino...". Con la mano tremante<br />
colse il fiore: la strada, sì, ora la riconosceva.<br />
Per tanti giorni non aveva più avuto tempo di<br />
correre nel prato, quanto da fare, in casa: e non<br />
pesare, soprattutto sulla mamma, che cominciava<br />
a poco a poco ad alzarsi, a riprendere forze, a<br />
fare i primi lavori, ma con calma, perché un nulla<br />
la stancava ancora ... Finché un mattino - e c'era,<br />
finalmente, una gran luce negli occhi, e un gran<br />
sorriso sulle labbra per tanto tempo schiuse solo<br />
all'urto dei singhiozzi – la mamma prese tra le sue<br />
la manina del bimbo: "Adesso il mio ometto mi<br />
accompagnerà fuori, per una bella passeggiata".<br />
Traversarono il cortile, lenti si avviarono lungo il<br />
sentiero del prato.<br />
E fu allora che vide: vide le margherite tutte fiere<br />
del gran cuore d'oro che il cielo aveva mandate ad<br />
ognuna di loro: premio all'amore, premio al sacrificio.<br />
Ognuna col suo gran cuore d'oro, senza luce perchè<br />
non c'erano bambini che avessero paura del<br />
buio, ma - dice la leggenda - pronte ancora ad illuminarsi,<br />
a offrirsi, ogni volta che una lacrima od un<br />
grido d'aiuto giunga a sfiorarle nella notte.<br />
La stella alpina<br />
Ti vorrei dare questa stella alpina.<br />
Guardala: è grande e morbida.<br />
Sul foglio, pare un'esangue mano abbandonata.<br />
Sbucata dalle crepe di una roccia,<br />
o sui ghiaioni, o al ciglio di una gola,<br />
là si sbiancava alla più pura luce.<br />
Prendila: è monda e intatta. (A. Pozzi)<br />
In bilico sui crepacci, esili sull'orrido dei burroni, le<br />
stelle alpine invitano ad osare; spesso, il sussurro<br />
lieve d'un richiamo, oppure il ghermire improvviso<br />
tra l'oblio delle vette, dove il fascino dell'irraggiungibile<br />
sfiora con gelida carezza di morte.<br />
Aride come la sofferenza, splendide come gocce<br />
purissime d'argento velate dal rimorso dell'amore<br />
tradito, le stelle alpine perpetuano il dolore senza<br />
conforto e senza speranza della Dama Bianca, regina<br />
delle nevi eterne.<br />
Siede la Dama lassù, dove la roccia stenta a scrollarsi<br />
di dosso il manto che autunno e inverno e<br />
primavera tessono instancabili e l'estate non ripone<br />
perché troppo breve è il tempo e impari sono<br />
le forze: lassù dove i monti paiono aver rubato,<br />
all'azzurro cosi vicino, miriadi di stelle che danzano<br />
sbarazzine al vento o sorridono nel gioco di<br />
mille colori, sul soffice letto che il cielo ha posato<br />
in silenzio, tra cime ed abissi. Siede sul trono<br />
di ghiaccio, e l'ululato delle bufere e l'omaggio<br />
che monti, venti, tormente depongono ai suoi<br />
piedi. Siede immobile ed altera: il manto la fascia<br />
con l'ermellino del suo candore e lo scintillio dei<br />
suoi gioielli; nello sguardo, nel fondo degli occhi<br />
si specchiano i ghiacciai, corruscano le nubi, ammiccano<br />
le stelle, giocano gli orizzonti, cantano gli<br />
ardimenti. Ma la difendono i folletti armati con le<br />
lance di cristallo: perché la Dama attira ma non si<br />
dà, è conquista senza compimento, sogno senza<br />
risveglio, illusione senza speranza. E l'alpinista che<br />
montagna<br />
d'improvviso incontra il suo sguardo, beve nella<br />
dolcezza del suo sorriso, è come l'innamorato che di<br />
sente il cuore impazzire alle soglie dell'incontro<br />
atteso, invocato e temuto. Temuto nell'attesa, non<br />
più ora che in quegli occhi e in quel sorriso c'è<br />
ansia, promessa e appagamento. Egli non sente<br />
nello sguardo di gelo la vanità dell'invito: è la vita leggende<br />
91
leggende di montagna<br />
92<br />
che canta in lui, lo porta ad osare, osare sempre<br />
più, sulla parete levigata dal passo dei millenni,<br />
sul ghiacciaio rappreso dal soffio delle bufere. Ma<br />
i folletti vegliano attenti. La gelosia arma le loro<br />
schiere: nessuno può raggiungere la Dama Bianca,<br />
non v'è mano umana che arrivi a sfiorarne; in<br />
un'ultima carezza - una sola, prima del sacrificio - il<br />
candido, bellissimo volto.<br />
Nel grido d'angoscia dell'uomo, nell'urlo del terrore<br />
improvvisamente ritrovato, si placa la ìmpari<br />
lotta. Le lance di gelo non hanno mancato il bersaglio:<br />
e il pugno stretto alla corda o aggrappato<br />
allo spigolo che trancia le carni si apre nella condanna<br />
delta sconfitta. II gelido crepaccio di neve,<br />
l'orrido burrone, sono la tomba solitaria per chi<br />
tanto ha osato. La tragedia offusca per un attimo<br />
lo sguardo delta Dama Bianca: prigioniera del suo<br />
fascino, solitaria nell'inaccessibile reame. Essa soffre<br />
nell'impotente maestà la rinnovata angoscia<br />
dell'amore inappagato, della crudele illusoria promessa.<br />
Piange, allora, la Dama Bianca, mentre i folletti<br />
la osservano stupiti: piange dell’aridità vana<br />
della sua bellezza, della condanna nascosta nel<br />
suo sguardo, resa ingannevole dal suo sorriso. E<br />
le lacrime solcano le superfici dei ghiacciai, scendono<br />
fra le rupi, s'arrestano sul ciglio degli abissi,<br />
formano le gocce argentee delle stelle alpine,<br />
morbida bellezza, spesso irraggiungibile...<br />
Un’altra tragedia, come non ne mancano nelle<br />
leggende alpine, legate al fascino, al terrore, alla<br />
bellezza delle vette e della scoscesa ripidità delle<br />
pareti - il richiamo della lotta, la gioia della vittoria,<br />
il prezzo pagato all'invito irresistibile - è legata al<br />
fiore misterioso della "STELLA DEI MONTI".<br />
Disdegnava la bella Berta, figlia del borgomastro,<br />
le attenzioni del mugnaio hans, che per lei<br />
si struggeva. E quando al gatto Peter parve che<br />
la Berta dimostrasse qualche interesse per il suo<br />
padrone, e glielo ebbe confidato, allora hans<br />
fattosi coraggioso tentò le prime "avances", che<br />
ancora una volta la scontrosa respinse lasciando<br />
hans stupefatto: "Se mi vuoi bene, - disse la Berta<br />
- portami l'acqua della fonte dei nani". Era la fonte<br />
dell'acqua della vita, e per unanime conoscenza<br />
irraggiungibile. Ma per hans, che voleva la bella
Berta, era più grande la speranza che la difficoltà.<br />
S'incammino con la brocca, tra pietre scoscese e<br />
macigni instabili, il fragor delle slavine e il freddo<br />
pungente.<br />
E giunse alla fonte, che non era una sorgente ma<br />
una tranquilla pozza d'acqua. Felice tentò d'immergere<br />
la brocca: dura come pietra era però la<br />
superficie. Provò allora, con un sasso, a rompere<br />
l'ostacolo. E il laghetto si tramutò in infinite piccole<br />
stelle bianche e luccicanti, ma i nani insorsero:<br />
"era il nostro segreto, morirai" e lo precipitarono<br />
dalla rupe…<br />
Si svegliò, al mattino, hans: e nel pugno stringeva<br />
una stella bianca, il fiore delle rocce, la stella alpina,<br />
il fiore della vita e della morte. Berta? Beh, era<br />
un po' troppo capricciosa...<br />
Ma c'e pur anche una dolce leggenda - una<br />
leggenda che affonda nella storia, che è legata al<br />
momento della nascita d'un Bimbo nella terra di<br />
Palestina, è dunque una leggenda grande d'amore<br />
- che parla del misterioso "éDELWEISS".<br />
La stella che aveva guidato i Magi, compiuta la sua<br />
missione, cerca qualche posto solitario, dove vivere<br />
ricordando quel meraviglioso momento.<br />
Non il mare (troppo splendore), non il piano (l'indaffarata<br />
quotidianità degli uomini), non la montagna<br />
(il vento... e le tenebre delle foreste...).<br />
E vola alla ricerca: ma ecco le alte cime, e le nevi, ed<br />
i ghiacciai solitari e scintillanti. Quanto silenzio!<br />
Come essere nella gran immensità del cielo. E dal<br />
cielo la stella si stacca, e scende dolce su quelle<br />
cime solitarie, e si divide in tanti piccoli diamanti...<br />
"Fiore meraviglioso", lo scopre, stanco, il montanaro<br />
nel duro passare: "...tutto qui è bianco: neve,<br />
ghiaccio, petali: édelweiss, immacolato come l'ambiente<br />
in cui ha trovato rifugio, immacolato come il<br />
gran dono che ha fatto all'umanità ignara...".<br />
leggende di montagna<br />
93
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A Sauze d'Oulx la prima volta della ...<br />
l'evento<br />
96<br />
Tiziana Nasi, Mauro Meneguzzi Sindaco<br />
di Sauze d'Oulx e Nicola Dutto<br />
I ragazzi del CTO Torino Lo staff della Summer Weels<br />
di BARBARA PASQUA<br />
Nicola Dutto e Franco Iannone Dj Ringo e la sua moto<br />
nel segno del bel tempo e dello splendido scenario montano di Sauze d’Oulx si è svolta, l’11 e 12 settembre<br />
scorso, la prima edizione della Summer Wheels, evento ideato dal centauro cuneese Nicola Dutto.<br />
LA SUmmER WhEELS è UNA CRONOSCALATA, UNICA NEL SUO GENERE, DOvE L’ ”INGREDIENTE NOT-<br />
TURNO”, UNA DELLE SEI mANChE SI è INFATTI SvOLTA DI NOTTE, è STATO IL FILO CONDUTTORE ChE<br />
hA PORTATO I CONCORRENTI A SOLCARE LE STRADE STERRATE DELL’ALTA vALLE DI SUSA, NEL PIENO<br />
RISPETTO DELL’AmBIENTE. Tutti insieme, moto e quad, piloti professionisti, piloti per passione e piloti con<br />
disabilità, non solo per la gare, ma soprattutto per stare insieme, divertirsi e condividere la stessa grande passione.<br />
L’evento, ha ottenuto la collaborazione e l’appoggio del Comitato Italiano Paralimpico, che ha visto in<br />
prima linea proprio la presidente regionale Tiziana Nasi. Gran parte del ricavato sia della gara sia delle vendite<br />
magliette e zainetti commemorativi sono andati proprio a questo comitato.<br />
“Ringrazio davvero tutti – ha detto un emozionato Nicola Dutto durante le premiazioni dello scorso settembre<br />
a fine gara – il Moto Club Alfieri di Asti e la mia compagna Elena Foi che sono stati le mie gambe e le mie braccia e dei<br />
quali so di potermi fidare sempre, ma soprattutto un ringraziamento particolare va ai miei nuovi fratelli dell’unità<br />
Spinale del Cto di Torino, pazienti, infermieri e fisioterapisti che mi hanno accompagnato qui a Sauze e chi mi stanno<br />
accompagnando dal giorno del mio incidente. All’inizio non è stato facile – continua Nicola - Quando sono<br />
arrivato all’unità spinale tutti pensavano che fossi un pazzo esuberante, ma poi abbiamo<br />
imparato a conoscerci e sono diventati per me una nuova famiglia”.<br />
Alla manifestazione erano rappresentate tutte le squadre ufficiali di Beta, Gas Gas, honda hM, husqvarna,<br />
Polaris che in piazza III Reggimento Alpini hanno esposto le rispettive gamme di moto della prossima stagione.
Summer WeelS<br />
Il palcoscenico è stata la splendida Sauze D’Oulx, conosciuta da moltissimi motociclisti italiani e internazionali<br />
nonché dal grande pubblico, perché da ormai due anni ospita la finale della Winter Wheels.<br />
“Abbiamo scoperto un mondo nuovo – ha confessato il sindaco Mauro Meneguzzi – una realtà che non conoscevamo<br />
in prima persona ma che ci è piaciuta moltissimo. Siamo felici di aver ospitato questa manifestazione e mi<br />
impegno personalmente a portarla avanti anche nei prossimi anni”.<br />
Apri pista d’eccezione è stato Dj Ringo, nota voce radiofonica nazionale e pilota di moto per passione. Non è<br />
la prima volta che Ringo è a Sauze, ma questa volta non da ospite ma da partecipante alla manifestazione. Ma<br />
Sauze D’Oulx ha segnato anche il grande ritorno sulle piste, a soli 6 mesi dall’incidente di Udine, del centauro<br />
cuneese che ha fatto da apri pista alla guida del Polaris RzR 800 messa a disposizione dalla Polaris Italia. Con lui<br />
anche Jarno Boano sulla nuova Beta RR 450. “Vorrei portare Nicola con me al Rally dei Faraoni – ha confidato Dj<br />
Ringo –. La sua forza di volontà e la sua determinazione sono da prendere da esempio. Quando è salito sul Polaris<br />
ho rivisto nei suoi occhi la grinta e la voglia di rimettersi in gioco”. Da parte sua Nicola promette di tornare presto<br />
in pista: “Il mezzo che ho provato è davvero eccezionale, tornando ad allenarmi e con qualche modifica potrei anche<br />
riuscire a partecipare nel <strong>2011</strong> alla Baja California” sorride. Tornando alla cronaca della gara, grandi nomi si<br />
sono sfidati sugli sterrati del comune valsusino. Più di 60 i piloti alla partenza e alla fine a vincere la classifica<br />
assoluta moto è stato Balletti Oscar pilota ufficiale honda, secondo il suo compagno di squadra Fabio Mossini<br />
e terzo Mirko Gritti della Beta. Nei Quad primo posto per Lorenzo Redaelli Lorenzo del team Quadrupede su<br />
honda, seguito da Silvestro Paris del Team M.G.M su Polaris ed Enrico Sorlino del team Val Borbera su Can Am.<br />
Un premio speciale per Barbara Bolognesi, unica donna in gara, ed Andrea De Bene, atleta con disabilità, del<br />
Quad And Cro. Una menzione speciale anche per il sempre frizzante Franco Iannone, voce ufficiale sia della<br />
Summer che della Winter Wheels. Si chiude così la due giorni della Summer Wheels, un successo di pubblico,<br />
una gara emozionante e soprattutto una grande dimostrazione di come sport e solidarietà possano crescere<br />
e vincere insieme.<br />
l'evento<br />
97
con le<br />
ciaSpole<br />
nel parco<br />
escursioni<br />
98<br />
3 PERCORSI NEL GRAN BOSCO DI SALBERTRAND<br />
di SImONA mOLINO<br />
la montagna è bella in ogni stagione, per chi<br />
la ama. I colori della primavera e dell’autunno<br />
sono inimitabili, ma anche l’inverno, quando<br />
tutto è coperto da un candido mantello innevato,<br />
ha le sue suggestioni: la teoria dei colori sostiene<br />
che il bianco sia la somma di tutti i colori,<br />
non per niente il luccichio dei cristalli di neve<br />
e gli arcobaleni tra i rami degli alberi illuminano<br />
il bosco di mille sfumature. I percorsi che vi<br />
suggeriamo vogliono essere un invito alla visita<br />
del Parco naturale del Gran Basco di Salbertrand<br />
nella stagione invernale, a piedi, praticando la<br />
nascente tecnica del nordic-walking (in caso di<br />
scarso innevamento, con il solo ausilio dei bastoncini,<br />
con le ciaspole o gli sci. Un’occasione<br />
per vivere la montagna con un approccio silenzioso<br />
e rispettoso; per ascoltarne le voci del<br />
bosco e scoprire le tracce lasciate sulla neve dai<br />
suoi abitanti: uccelli, scoiattoli, lepri, cervi, ca-<br />
prioli ed il lupo sono incontri fugaci e fortuiti ma<br />
non impossibili. Non bisogna dimenticare che<br />
esiste un regolamento di fruizione del Parco<br />
(L.R. 22 aprile 1991 n.16) secondo cui l’accesso al<br />
Parco può avvenire esclusivamente sulle strade<br />
o sui sentieri segnalati; è inoltre consentito l’uso<br />
di sci di qualsiasi tipo per escursioni sui tracciati<br />
corrispondenti alle strade del Parco ed è vietato<br />
lo sci fuoripista (salvo autorizzazione della Direzione<br />
dell’Ente). La strada che dall’Area Attrezzata<br />
Pinea (Salbertrand) raggiunge l’Area attrezzata<br />
Serre Blance, sopra Monfol, è consigliata<br />
come percorso di sci da fondo-escursionismo:<br />
32 tornanti, 610 m di dislivello e 7000 m di distanza,<br />
molto frequentata anche in estate dagli<br />
amanti della mountain-bike. A differenza di questo<br />
primo tratto, la strada che da Serre Blance<br />
porta alle Grange Seu (200m di dislivello e 6000<br />
m di lunghezza) in caso di buon innevamento<br />
viene battuta con il gatto delle nevi e, visto il
Verso il Lago Laune.<br />
dislivello minimo, è decisamente più praticata<br />
… in ogni stagione! Per gli appassionati delle<br />
ciaspole, si è deciso di individuare alcuni percorsi<br />
corrispondenti ai “sentieri del Gran Bosco”,<br />
segnalati sulla cartina del Parco; itinerari molto<br />
frequentati nel periodo estivo, curati dai guardiaparco,<br />
accuratamente tracciati sul territorio<br />
e tabellati, quindi visibili anche in presenza di<br />
un abbondante manto nevoso. Sono stati evitati<br />
tutti quei percorsi potenzialmente pericolosi in<br />
quanto attraversati da valanghe storiche anche<br />
se non frequenti.<br />
ITINERARIO n.1<br />
PERCORSO PER CIASPOLE<br />
ISTITUTO vEzzANI-CASE LAmPUIE’<br />
Località Sauze d’Oulx - Richardette<br />
PERCORSO: Istituto Vezzani (quota 1860 m. slm)<br />
- Lago Laune (quota 2043 m. slm) - sentiero del<br />
Parco n.4 - sentiero del Parco n.3 - strada dell’Enfer-<br />
Bivio Lampuiè.<br />
Partenza quota 1860 m. slm<br />
Arrivo quota 1790 m. slm<br />
Dislivello complessivo 390 m.<br />
Lunghezza percorso 5600 m.<br />
Tempo di percorrenza 2 ore e 30 circa<br />
Il percorso parte dall’Istituto Vittorio Vezzani<br />
lungo la strada Richardette – Sportinia.<br />
Tra gli edifici dell’Istituto Sperimentale seguire<br />
la strada forestale che conduce all’alpeggio<br />
Laune. Passando davanti all’alpeggio e proseguendo<br />
dolcemente verso destra si segue una<br />
vecchia pista forestale che con un grosso tornante<br />
a sinistra abbraccia il laghetto della Laune.<br />
Qui comincia il sentiero n.4 “Giro intorno al<br />
lago”. Il percorso incontra una sbarra e prosegue<br />
in piano per 200 m attraversando un boschetto<br />
di larici coetanei piantati dall’uomo. I primi cembri<br />
si incontrano poco dopo in un lariceto più<br />
rado. Il percorso sale, sempre ben segnalato, incontrando<br />
un rimboschimento di pino cembro<br />
protetto da barriere ecologiche. Con un po’ di<br />
fortuna, in primavera in questa zona, si possono<br />
osservare i galli forcelli.<br />
A quota 2175 m, poco prima della caratteristica<br />
curva Sentiero sulla n° 4 strada del Blegier denominata “Ferro<br />
escursioni<br />
99
escursioni<br />
100<br />
di cavallo”, un cippo di legno indica sulla sinistra<br />
la confluenza con il sentiero n.3. Comincia qui<br />
una discesa attraverso boschi di larici e cembri<br />
intervallati da radure che conduce rapidamente<br />
alla strada forestale che sale al Col Blegier. Frequenti,<br />
in questa zona gli incontri con cervi e<br />
caprioli, i più diffusi ungulati del Parco. Da qui<br />
una lieve discesa, la strada conduce alla zona<br />
dell’Enfer e in circa 20 minuti al bivio delle case<br />
Lampuiè (sulla strada asfaltata, poche centinaia<br />
di metri sotto l’Istituto Vezzani).<br />
ITINERARIO n.2<br />
PERCORSO PER CIASPOLE<br />
mONFOL - mONTAGNE SEU<br />
Località Sauze d’Oulx – Monfol<br />
Percorso: Monfol (quota1662 m slm)- Serre Blance-<br />
Montagne Seu (quota 1771 m)<br />
Partenza e Arrivo quota 1662 m. slm<br />
Dislivello complessivo 340 m.<br />
Lunghezza percorso 9600 m.<br />
Tempo di percorrenza 4 ore circa (anello breve<br />
2 ore circa)<br />
Da Sauze d’Oulx, seguire le indicazioni per Gran<br />
Villard - Monfol lungo la strada asfaltata che viene<br />
normalmente sgomberata dalla neve.<br />
Partenza ed arrivo del percorso sono in corrispondenza<br />
della bacheca del Parco vicino alla<br />
fontana di Monfol.<br />
Grange Seu. Foto Dino Torchio<br />
Area attrezzata Serre Blance.<br />
Proseguire a piedi lungo la strada per circa 700<br />
m sino all’area attrezzata di Serre Blance (quota<br />
1700 m). Comincia qui un percorso molto frequentato<br />
dagli amanti dello sci da fondo escursionismo<br />
che conduce, scendendo verso sinistra<br />
a Salbertrand, proseguendo verso destra alle<br />
Grange del Seu. Lungo la strada Monfol–Seu, a<br />
1730 m. di quota, in corrispondenza del bivio per<br />
l’alpeggio Randuin, ha inizio il sentiero n.10 “La<br />
pista di esbosco”. In basso si apre una radura che<br />
nel suo punto più alto ospita un’altana, capanno<br />
d’osservazione del Parco. Dopo circa 1000 m.<br />
si entra nel bosco di abeti bianchi e abeti rossi<br />
(il Gran Bosco vero e proprio per proteggere il<br />
quale è nato il Parco). A 1850 m il sentiero sbuca<br />
sulla strada del Seu, dopo oltre un’ora di marcia<br />
da Monfol. A questo punto si presentano due alternative:<br />
rientrare a Monfol (in un’ora circa), o<br />
proseguire per Montagne Seu.<br />
Per rientrare direttamente a Monfol, voltare a<br />
destra e percorrere la strada sino ad arrivare in<br />
zona Pra du Col, a quota 1802 m (punto panoramico<br />
da cui si può godere una splendida vista<br />
sullo Chaberton, la Grand Hoce e su tutta la Valle<br />
di Oulx fino a Bardonecchia); prima di compiere<br />
il tornante verso destra imboccare il sentiero n.6<br />
“La scorciatoia”, che con una rapida discesa di<br />
775 m e 140 m di dislivello conduce alla fontana<br />
di Monfol. Per raggiunge la Borgata del Seu (in
circa 40 minuti) svoltare a sinistra e proseguire<br />
lungo la strada. er chi, giunto al Seu, ha ancora<br />
voglia di proseguire, suggeriamo una breve<br />
deviazione: poco prima delle case del Seu, una<br />
strada forestale attraversa i prati salendo verso<br />
l’alpeggio delle Selle. Dopo circa 500 m, si<br />
incontra il bivio del sentiero n.7 “La mulattiera<br />
del Gran Bosco”, da seguire per circa 760 m fino<br />
a raggiungere il sentiero naturalistico autoguidato<br />
che, sulla destra, attraverso un fitto bosco,<br />
rientra sulla strada Monfol-Seu. Svoltando a destra,<br />
si ritorna al Seu, svoltando a sinistra, in circa<br />
mezz’ora si raggiungerà il Pra du Col, a quota<br />
1802 m imboccare il sentiero n.6 “La scorciatoia”,<br />
che con una rapida discesa di 775 m e 136 m di<br />
dislivello conduce alla fontana di Monfol.<br />
ITINERARIO N.3<br />
PERCORSO PER CIASPOLE<br />
ANELLO dell’ECOmUSEO<br />
Località Salbertrand<br />
Percorso: sede Parco- Area attrezzata Pinea-<br />
Ghiacciaia – Carbonaia – Ponte Chenebiere –<br />
sede Parco<br />
Partenza e Arrivo quota 1000 m. slm<br />
Dislivello complessivo 100 m.<br />
Lunghezza percorso 4000 m.<br />
Tempo di percorrenza 2 ore circa<br />
Partenza ed arrivo del percorso sono in corri-<br />
spondenza della sede del Parco naturale del<br />
Gran Bosco a Salbertrand (zona ex vivaio forestale,<br />
alle spalle delle aree di servizio autostradali).<br />
Presso il centro visite è possibile ricevere<br />
informazioni sull’area protetta e sui vari percorsi,<br />
acquisire materiale promozionale e divulgativo,<br />
acquistare pubblicazioni tematiche nel<br />
book-shop, accedere alla biblioteca, visitare i<br />
diorami che riproducono i vari ambienti del Parco<br />
con gli animali che li abitano ed il centro di<br />
documentazione Spazio Escarton con il plastico<br />
multimediale. L’orario di apertura del centro visite<br />
è dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00<br />
e dalle 13.30 alle 15.00. In annate generose di<br />
precipitazioni nevose, vista l’esposizione a nord,<br />
il tratto di circuito ecomuseale che tocca i siti di<br />
Ghiacciaia, Carbonaia e Glorieuse Rentrée può<br />
essere interamente percorso con le racchette da<br />
neve. Pannelli esplicativi sistemati presso le varie<br />
sezioni consentono di percepire il significato<br />
dell’Ecomuseo Colombano Romean: un percorso<br />
scoperta lungo il quale natura e cultura materiale<br />
raccontano pagine importanti del nostro<br />
passato, di vite scandite dall’alternarsi delle stagioni,<br />
vincolate all’abilità di sfruttare le preziose<br />
risorse offerte dall’ambiente circostante. Dalla<br />
sede del Parco, percorrere la strada che, attraverso<br />
i prati, raggiunge l’area attrezzata Pinea.<br />
Da qui, in pochi minuti, è possibile raggiungere<br />
il sito ecomuseale della Ghiacciaia per un inconsueto<br />
giro intorno al laghetto ghiacciato e la<br />
visita alla Smoke-sauna. Ritornando verso l’area<br />
attrezzata Pinea, seguire a sinistra le indicazioni<br />
che conducono alla Carbonaia: attraversata la<br />
strada che sale a Sersaret- Serre Blance, imboccare<br />
il sentiero che costeggia il margine del bosco<br />
e che confluisce sul Sentiero dei Franchi (lungo<br />
il confine del Parco). Dalla carbonaia, attraverso i<br />
prati di Chenebiere (in passato destinati alla coltivazione<br />
della canapa), la strada che costeggia la<br />
Dora, conduce al sito dedicato alla storica battaglia<br />
tra valdesi e truppe franco-piemontesi durante<br />
il Glorioso Rimpatrio e più in là al campo sportivo<br />
ed alla sede del Parco.<br />
escursioni<br />
101
tradizioni e cultura<br />
100<br />
di PAOLO BLANC<br />
La patata<br />
nella<br />
cucina della<br />
Valle di Susa<br />
e Val Chisone<br />
la patata era uno degli elementi essenziali dell'alimentazione delle popolazioni azteche e di tutta<br />
l'America Centrale e Meridionale, ma, fino alla metà del xVI secolo era sconosciuta in Europa.<br />
Portata nel vecchio continente dai conquistatori spagnoli intorno al 1550, inizialmente fu apprezzata come<br />
pianta ornamentale per i suoi fiori ma non come alimento. Per almeno un secolo la sua presenza passò quasi<br />
inosservata, poi, a causa delle continue carestie, si scoprì che il tubero poteva essere utilizzato come alimento<br />
ed in alcune località iniziarono i primi tentativi di coltivazione. Ma la strada per la sua diffusione era ancora lunga:<br />
fu solamente in occasione della carestia del 1770 e per effetto degli studi di un farmacista di nome Antonio<br />
Parmentier il quale lanciò un'efficace "campagna promozionale", che la patata iniziò ad essere coltivata in tutta
I mangiatori di patate. Van Gogh, 1885. Olio su tela.<br />
Europa, grazie anche alla grande adattabilità della<br />
pianta ai diversi tipi di clima e di terreno. In Piemonte,<br />
molto probabilmente, i primi a coltivare<br />
la patata furono i valdesi; infatti, secondo quanto<br />
riportato da Silvio Berger su "Itinerario gastronomico<br />
pinerolese", un valdese di nome Seignoret<br />
proveniente da Luserna, il 22 aprile 1701, consegnò<br />
a henry Arnaud, moderatore e colonnello dei<br />
valdesi in esilio in Germania, 2000 patate da distribuire<br />
per la semina. Ciò significa che nella zona<br />
la patata doveva già essere coltivata da qualche<br />
anno.<br />
IN VALLE DI SUSA, COMUNQUE, NEGLI ULTIMI<br />
DECENNI DEL 1700, LA PATATA RIVESTIVA GIà<br />
UN RUOLO MOLTO IMPORTANTE NELL'ALIMEN-<br />
TAZIONE, per diventare, nel corso del secolo successivo<br />
e fino al secondo dopoguerra, uno degli<br />
ingredienti indispensabili per la sopravvivenza.<br />
Sono infatti numerosissime le ricette a base di<br />
questo tubero appartenente alla famiglia delle<br />
Solanacee; quasi sempre, variano da famiglia a<br />
famiglia e spesse volte, trattandosi di ricette popolari,<br />
mai codificate, una preparazione con le<br />
stesse caratteristiche viene denominata in modo<br />
totalmente diverso da un paese all'altro.<br />
Una caratteristica di queste vallate è l'utilizzo a<br />
"crudo" della patata. Ciò potrebbe essere dovuto<br />
al fatto che fu una delle prime zone ad impiegarla<br />
in cucina, per cui non sapendo bene come lavo-<br />
Antico sbuccia-patate del 1300.<br />
rarla, iniziarono a cucinare molti piatti partendo<br />
dalle patate crude grattugiate.<br />
Ne sono esempio: le "CAJETTE" o "CAGLIETTE",<br />
grossi gnocchi preparati con patate crude grattugiate,<br />
farina, toma e cipolla soffritta con l'eventuale<br />
aggiunta di un trito di verdure di stagione<br />
od erbe come ad esempio per le "CAjETTE DI<br />
ROCHEMOLLES" in cui sono presenti le ortiche;<br />
la "FRjTà D'TARTIFLES", una frittata senza uova<br />
fatta con patate crude grattugiate ben schiacciate<br />
in padella, cotta per circa 20 minuti nel burro<br />
profumato con spicchi d'aglio; la "GLARA" DELLA<br />
VAL CHISONE, un tortino salato preparato con un<br />
impasto analogo a quello delle "cajette" ma con<br />
poca o niente farina ed un po' di latte per ammorbidire;<br />
i "PILOT", frittelle a base di patate crude<br />
grattugiate impastate con latte, farina e uova, tipiche,<br />
anche queste della Val Chisone.<br />
Ma con le patate, si cucinano anche: la "TARTIFLA<br />
A LA SARINERA" O "SARIGNà", un umido di patate<br />
e fettine di lardo (in origine) o salamini; le "GHI-<br />
NEFLE", morbidissimi gnocchi fatti al cucchiaio<br />
grossi come una "quenelle", impastati talvolta con<br />
l'aggiunta di un trito di verdure lessate e soffritte<br />
e conditi con toma; la PUREA DI FAVE, PATATE E<br />
CASTAGNE, un tempo consumata con il formaggio<br />
ma ottima pure con la selvaggina in umido; la<br />
"SUP", una zuppa di patate, porri, fave e pasta rotta<br />
o corta; il "FRICANDEAU BUSIARD", un umido<br />
food<br />
103
food<br />
104<br />
di patate e verdure di stagione chiamato in questo<br />
modo perché il "fricandeau della festa" prevede<br />
l'aggiunta di costine di maiale o di fette di salame<br />
o di pezzi di salsiccia o di spezzatini di vitello;<br />
la "FRICASà ‘D TARTIFLE", patate stufate con un<br />
soffritto di cipolla a cui a fine cottura si aggiunge<br />
abbondante toma grassa affinché fonda (ricetta<br />
analoga si può gustare anche oltralpe); la TORTA<br />
DI PATATE ED ERBE, realizzata con una purea di<br />
patate insaporita con erbe o verdure soffritte nel<br />
burro, racchiusa fra due strati sottilissimi di pasta<br />
di pane (un tempo si preparava in occasione della<br />
panificazione); la singolare TORTA DI SAN PIE-<br />
TRO, fatta con una purea di patate, fave e castagne,<br />
legate con uova e cotta su un fondo di pasta<br />
di pane di segale, servita irrorata con burro e rosmarino.<br />
TUTTI QUESTI PIATTI, CON QUALCHE<br />
PICCOLA VARIAZIONE IN MODO DA ADATTAR-<br />
LI AI GUSTI ATTUALI (MA SENZA STRAVOLGERE<br />
LE BASI), MERITEREBBERO DI ESSERE PROPO-<br />
STI AI TURISTI PER MANTENERE VIVE LE TRA-<br />
DIZIONI CULINARIE LOCALI E PER SVOLGERE<br />
UN'AZIONE DI "CULTURA DI TERRITORIO".<br />
A Sauze d'oulx le<br />
patate certificate<br />
Nel territorio di Sauze d'Oulx e nelle sue frazioni,<br />
da sempre viene coltivata la patata con risultati<br />
più che eccellenti. Sauze, continua nel tempo a<br />
mantenere intatte coltivazioni e tradizioni che<br />
contraddistinguono le nostre montagne. La patata,<br />
appunto, frutto della terra e del sapiente lavoro<br />
nei campi.<br />
Tra le patate di montagna coltivate a Sauze d'Oulx<br />
troviamo: le BIMTJE, dalla pasta gialla e adatte<br />
alla coltura nei terreni montani; le DESIRÈE, con<br />
buccia rossa e pasta gialla; la ROSEVAL, dalla buccia<br />
color vino e pasta gialla, ottima cotta al vapore,<br />
senza dimenticare le ricercate RATTE.<br />
La patate di Sauze sono certificate “Made in Sauze”<br />
e recano il marchio De.C.O. (Denominazione<br />
Comunale Origine).
frittata<br />
di patate<br />
INGREDIENTI per 4 persone:<br />
4 belle patate // 40 gr di burro // 3 cucchiai<br />
di olio // 2 spicchi di aglio // sale.<br />
PROCEDIMENTO:<br />
1) Sbucciare le patate e grattugiarle.<br />
2) In una padella antiaderente scaldare<br />
l'olio ed il burro con l'aglio senza farlo colorire<br />
poi estrarlo ed aggiungere le patate<br />
schiacciandole con una forchetta in modo<br />
da dargli la forma di una frittata.<br />
3) Cuocere per 5 minuti su fiamma bassa poi<br />
incoperchiare e cuocere per altri 5 minuti. A<br />
questo punto "girare" la frittata e cuocerla<br />
anche dall'altra parte coperchiando per i<br />
primi 5 minuti e scoperchiando negli ultimi<br />
5 minuti in modo che a fine cottura risulti<br />
croccante. Servire come contorno. A.B.<br />
la sarignà<br />
patate ripiene con<br />
spuma di porri<br />
INGREDIENTI per 4 persone:<br />
4 belle patate // 3 porri // 1 ciuffetto di prezzemolo tritato //<br />
1 cucchiaio di parmigiano reggiano grattugiato // 1 cucchiaio<br />
di groviera grattugiato // 1 uovo // 30 g di pancetta affumicata<br />
tagliata a piccoli dadini // sale // pepe.<br />
PREPARAZIONE<br />
Lavate le patate, asciugatele, poi avvolgetele in carta di alluminio<br />
e lasciate cuocere in forno per 40 minuti. Mondate i porri,<br />
eliminate la parte verde, lavate la rimanente, fateli sbollentare<br />
per 10 minuti in acqua salata in ebolizione, poi scolateli.<br />
Tagliate un'estremità alle patate, asportate un po' di polpa interna,<br />
quindi tritatela insieme con i porri; unitevi ora l'uovo, il<br />
parmigiano reggiano ed il gruviera grattugiati, il prezzemolo<br />
tritato, i dadini di pancetta affumicata e riempite con questo<br />
impasto le patate svuotate.<br />
Allineate adesso le patate così preparate in una piccola pirofila e<br />
passatele in forno caldo (200°) per circa 10 minuti; appena pronte,<br />
servitele subito in tavola.<br />
A.B.<br />
INGREDIENTI per 6 persone:<br />
- kg 1,200 di patate<br />
- kg 0,600 di salsiccia o cotechino<br />
- gr 100 di lardo<br />
- 15 bacche di ginepro<br />
- timo, acqua, sale<br />
PREPARAZIONE<br />
Sbucciare le patate e tagliatele a dadi abbastanza grossi in una cocotte di ghisa o terracotta. Aggiungete la<br />
salsiccia tagliata a tocchetti di 5-6 cm, se mettete il cotechino fatelo cuocere per 20 minuti dall’inizio della bollitura,<br />
il cotechino va messo intero nella cocotte.<br />
Unite il lardo tagliato a piccoli dadi, il ginepro, un pizzico di timo in foglie e un pizzico di sale e un 1/4 di acqua.<br />
Coprite e mettete in forno ben caldo per circa 1 ora. Il piatto è pronto quando le patate risultano ben cotte e si<br />
è assorbita tutta l’acqua.<br />
Lo stesso piatto può esser fatto senza salsiccia, aggiungendo 50 gr di burro, e prende il nome di “Patate alla<br />
Sarinera”, in patois “Tartifle a la Sarinera”. Quest’ultima variante viene di solito accompagnata con toma di alpeggio.<br />
B.V.<br />
tradizioni e cultura
giovani campioni<br />
Cronache di vicende<br />
Momenti di storia e vita quotidiana dell'800 e '900 in Valle di Susa<br />
Testi tratti da "La Valsusa"<br />
21 agosto 1897<br />
Spionaggio franceSe al rocciamelone<br />
Il 15 corr. alcune persone che avevano compiuta l’ascensione<br />
al Rocciamelone avvisarono 2 carabinieri e 2 guardie di<br />
finanza che sulla vetta trovavansi un ufficiale 3 sergenti e 1<br />
soldato francesi, muniti di macchine fotografiche e d’altri<br />
istrumenti, evidentemente allo scopo di fotografare le nostre<br />
opere di fortificazione. I carabinieri impresero la salita e<br />
riuscirono ad arrestare uno dei sergenti che fu tradotto alla<br />
stazione di Viu’. Gli fu sequestrata una macchina fotografica.<br />
Gli altri riuscirono a fuggire, scendendo sul ghiacciaio di<br />
Bessan uno cadde e rimase mal concio, un altro scivolò in<br />
un crepaccio, trovandovi la morte.<br />
21.5.1898<br />
cronaca Del circonDario<br />
Le prodezze dei seguaci di Mercurio<br />
- Ad Avigliana i soliti ignoti rubarono a Maritinasso<br />
Francesco £ 100 in rame e una quantità di mele,<br />
ed a Fenoglio Carlo 3 galline.<br />
- A Villardora B. B. e R, A. allegerivano Bugnone Giovanni<br />
del portafogli contenente £ 22.<br />
- A Foresto sempre gli ignoti, penetrati, mediante scasso,<br />
nella casa di Darnesio Francesco, ne asportarono 3 bottiglie<br />
di vino, una d’inchiostro ed un palanchino.<br />
- A Mompantero da un podere di Bianco Dolino Evasio<br />
furono rubati circa tre quintali di fieno.<br />
- A Sant’Antonino i cavalieri notturni visitarono la calzoleria<br />
di Falco Enrico, e presero un paio di stivaletti e un orologio.<br />
- A Oulx due bambine undicenni rubarono al negozio di<br />
Perasso Vittorio £ 15 in rame, uova e sardine.<br />
Oulx, viottolo<br />
nel Borgo Superiore<br />
Soldati in Valsusa. Foto d'epoca. Collezione privata.<br />
28.7.1899 - armi armaTi e manoVre<br />
nelle Valli Di SuSa<br />
Le valli susine rigurgitano di soldati. Due treni speciali ogni<br />
giorno conducono a migliaia i militi sui monti per le manovre.<br />
Ecco il quadro di combattimento. La valle superiore<br />
di Susa ha due vie d’accesso: Monginevro e Moncenisio, ed<br />
ognuno di questi valichi ha una convalle propria, un "canale".<br />
In quel del Ginevro scorre la Dora Riparia, in quel del<br />
Cenisio si precipita la Cenischia. Tutti e due s’uniscono presso<br />
Susa formando così una sola valle, più aperta piana e ridente.<br />
Le imminenti manovre si svolgeranno nella Val Cenischia.<br />
In Val Dora vi sarà azione solo nella parte inferiore ed<br />
in quanto può essere in Relazione colla Val Cenischia, poichè<br />
quella comprende altre piazze forti, come Exilles, ecc.,<br />
mentre tutte le difese di Val Cenischia, all’infuori di quelle<br />
al Cenisio, formano la cosìdetta Piazza di Susa, oggetto del<br />
progettato assedio.<br />
Non è quindi che l’assedio, perchè detto di Susa, si svolga<br />
attorno alle antiche mura Romane.<br />
Le operazioni d’attacco si rivolgeranno contro la piazza<br />
tutta, prendendo le mosse dallo sbocco del Cenisio nella<br />
valletta sottostante.<br />
Le fortificazioni del Cenisio non avranno alcuna azione nelle<br />
manovre. Il Cenisio, secondo il tema, ha già capitolato. Le<br />
truppe nemiche non devono pensare che a scendere in val<br />
Cenischia, a Novalesa, Venaus, Giaglione e Mompantero per<br />
poi arrivare a Susa. Azione importante e vivissima avranno i<br />
forti e le batterie costituenti la piazza.<br />
Oltre alle "bocche stabili" ve ne saranno parecchie altre mobili,<br />
che occuperanno e difenderanno le posizioni a seconda<br />
dei movimenti e delle necessità.<br />
Il partito invasore sarà agguerito di maggiore artiglieria,<br />
dovendo lottare contro vere opere offensive e difensive.<br />
Anche le truppe d’appoggio - fanteria, alpini - saranno superiori<br />
nel partito d’attacco.
note e curiose Seconda<br />
1903 - l'orribile morTe Del SinDaco<br />
Di mollièreS<br />
Il sig. Francesco Roche, sindaco di Mollières è stato vittima<br />
sabato scorso di un terribile accidente. Mentre era in condotta<br />
di un carro carico di tronchi, all'altezza della regione<br />
Moretta sulla provinciale Oulx-Cesana, cadde a terra per<br />
l'urto di una sbarra del veicolo. Questo, trascinato rapidamente<br />
dai cavalli, gli passò con le ruote sul corpo, uccidendolo!<br />
Lunedì ebbero luogo in Cesana, ove il cadavere della<br />
povera vittima del lavoro era stato trasportato, i funerali<br />
che riuscirono imponenti. Erano presenti o rappresentati<br />
quasi tutti i Sindaci del Mandamento.....<br />
2.5.1914 - oulx<br />
eVaSione Dal carcere<br />
La mattina del 24 u.s. il custode delle carceri mandamentali<br />
della nostra Città aveva la brutta sorpresa di trovare il carcere<br />
vuoto, stanteché l'unico detenuto, certo Loco Piana Attilio<br />
fu Giustino di anni 28, nato a Strona (Novara), era evaso<br />
dal carcere nel cuore della notte. Questo giovane signore<br />
era stato estradato dalla Francia per furto qualificato, condannato<br />
quindi ad un anno ed un mese di reclusione.<br />
A Losanna-Ginevra, già arrestato evadeva dal carcere e se<br />
ne veniva a Chambery ove veniva nuovamente arrestato e<br />
tradotto a Bardonecchia e quindi alle nostre carceri.<br />
Il giorno 24 ebbe la visita della sua signora e di una piccola<br />
creaturina e nella notte evadeva. Dicesi che il merlotto<br />
diventato uccel di bosco, per riuscire nel suo intento siasi<br />
servito di un cucchiaio rotto, col quale abbia svitato la serratura<br />
del portone che da nel cortile del carcere e quindi<br />
abbia scavalcato il muricciolo di cinque metri e sia quindi<br />
scomparso. Le prime indagini vennero fatte dal brigadiere<br />
Bartolomeo Mordiglia e da altri Carabinieri con somma<br />
oculatezza e si ritiene che il cucchiaio rotto trovato non sia<br />
il solo mezzo di evasione.<br />
Il Custode, un onesto ed ottimo uomo che tutto il paese<br />
compiange, visto che il triste fatto, di cui sarà capro emissario,<br />
lasciò la casa e moglie e bambini per tema di essere<br />
arrestato.<br />
Cartolina d'epoca<br />
17 noVembre 1923 - ceSana<br />
TerremoTo<br />
parte<br />
"Ogni qual volta la nostra bassa Italia o l'estremo Oriente<br />
sono funestati da questo flagello, Cesana se ne risente. Ricordo<br />
un tal fatto dopo i grandi terremoti ultimi della Sicilia<br />
e della Calabria. Quest'anno, il 10 settembre, verso le 5,35<br />
cioè dopo la grande catastrofe del Giappone in questo paese<br />
ci furono tre forti sussulti di terremoto, preceduti da forte<br />
boato. Il primo novembre corrente alle 5,24 nuovamente<br />
ebbimo un boato ed un fortissimo colpo di terremoto ondulatorio,<br />
nel senso di Bousson verso Cesana; ed ecco sui<br />
giornali annunciarci che a circa 12 mila leghe da Firenze vi<br />
devono essere state scosse di terremoto. Che il monte Chaberton<br />
abbia delle segrete relazioni con gli antipodi?".<br />
10 novembre 1923 - SauZe D'oulx<br />
imporTanTe iniZiaTiVa per la luce eleTTrica<br />
"Domenica 28 ottobre alle ore 14 nell'aula comunale ha avuto<br />
luogo un'assemblea, con l'intento di impiantare la forza<br />
idraulica per la luce elettrica a Sauze d'Oulx. L'assemblea<br />
riuscì numerosissima e tutti plaudirono all'ardita iniziativa<br />
che apporterà un maggiore sviluppo a questo caratteristico<br />
e simpatico paesello che si è meritato il nome di Perla della<br />
val di Susa (...)".<br />
giovani campioni
È una delizia: è tutta ostruita a causa della neve; e gli operai<br />
hanno scioperato perché ... troppo pagati dall'impresa.<br />
Con L.8,80 al giorno non si mangia. Eppure essi non hanno<br />
eccessive pretese; non domandano che L. 10-12 al giorno,<br />
"Videant consules!"<br />
22 gennaio 1927 - claViereS<br />
l'allenamenTo Degli olimpionici<br />
Proseguono intensamente, a Clavières, gli allenamenti dei<br />
futuri olimpionici che parteciperanno alle gare di Chamonix<br />
nel prossimo anno. Le ottime condizioni della neve favoriscono<br />
le prime prove. Prove modeste per ora: i campioni<br />
radunati a Clavières compiono giornalmente percorsi di<br />
10-12 chilometri curando soprattutto lo stile. L'allenatore<br />
norvegese Olawsen si è dichiarato soddisfatto delle attitudini<br />
fisiche dei nostri atleti, ma intende curare la loro tecnica,<br />
ancora rudimentale ed inesperta sotto molti aspetti.<br />
Soltanto Luigi Faure, il nostro campione nazionale, che già<br />
ha avuto occasione di partecipare a parecchie competizioni<br />
in cui erano in lizza ottimi elementi stranieri, può vantare<br />
una discreta preparazione tecnica.<br />
15 febbraio 1930 - oulx<br />
un aeroplano Sugli Sci<br />
"Sul campo di fortuna di Oulx un piccolo aeroplano Fiat da<br />
turismo ha compiuto interessanti esperimenti di decollaggio<br />
e di atterramento coi pattini. (...) Il pilota ha compiuto<br />
numerose acrobazie ed ha atterrato più volte (...). Sia nel decollaggio<br />
che nell'atterramento i pattini hanno funzionato<br />
a meraviglia dando la sensazione che l'aeroplano scivolasse<br />
108<br />
sulla neve (...)".<br />
scanner - l’azienda 1925 - la STraDa ceSana-SeSTriereS...<br />
Sestriere, acquerello .<br />
23 gennaio 1932<br />
ValoriZZare la noSTra monTagna<br />
"La funivia del Sestrières ha iniziato domenica 17 corr. il<br />
tanto atteso servizio pubblico trasportando all'Alpette e<br />
al Monte Sises frotte di sciatori impazienti di sperimentare<br />
le emozioni che si possono provare sorvolando, a qualche<br />
diecina di metri di altezza, i pendii nevosi che fino a sabato<br />
si dovevano faticosamente scalare con gli sci, e di gustare<br />
l'aebbrezza di una veloce discesa non preceduta da una sfibrante<br />
salita". Il Sestrieres è stato preso d'assalto ("abbiamo<br />
contato sulle larghe spianate ben 32 capaci torpedoni e un<br />
centinaio di vetture") da 1500 persone.<br />
1935<br />
SeSTriereS DiVenTa SeSTriere<br />
Il 29 marzo la Camera approva la modifica alla denominazione<br />
del comune che da Sestrières diventa Sestriere. ".<br />
20 febbraio 1937 - SeSTriere<br />
TuriSmo inVernale. arriVano gli SciaTori<br />
Non può credere quanto la cronaca racconta. La domenica<br />
14 febbraio ha avuto il Sestriere la sua giornata che forse si<br />
può dire insuperabile. Tutti gli alberghi sono rigurgitanti da<br />
qualche settimana; migliaia di richieste sono state inaccettabili.<br />
Al sabato Cesana, Oulx si riempivano in valle segusina<br />
e in valle Chisone, Pragelato, Fenestrelle e Mentoulle parimenti.<br />
Pazzesco il vedere il treno degli schiatori al giungere<br />
in stazione ad Oulx!..."<br />
Sestriere, 1937. Bella ragazza in posa sulle piste.<br />
Tratto da "Sestrieres dalle origini agli anni '50"
1939<br />
fauSTo coppi corre a SuSa<br />
"Fausto Coppi, la "rivelazione" del Giro del Piemonte, ha<br />
vinto il circuito di Susa: una delle gare più belle per vivacità<br />
di disputa e caratteristiche di percorso che si siano svolte<br />
quest'anno in Piemonte"<br />
1942 - la STaZione alpina SperimenTale<br />
Di Salice D'ulZio<br />
Un gioiello incastonato nella corona dei nostri monti<br />
"A 1.850 m. sul mare, in posizione incantevole sopra Salice<br />
d'Ulzio, sorge da dieci anni una Stazione Alpina sperimentale<br />
alle dipendenze del Ministero dell'Agricoltura. Ideata<br />
allo scopo di conoscere le possibilità di sfruttamento della<br />
flora alpina ai fini dell'arricchimento del patrimonio zootecnico,<br />
la stazione è venuta prendendo uno sviluppo veramente<br />
notevole, accrescendo ogni anno la propria attività...<br />
La stazione risulta una delle meglio attrezzate d'Europa e<br />
vera avanguardia di quante ne stanno sorgendo a simili altitudini".<br />
1948 - SalaberTano<br />
la ripreSa Dell'inDuSTria Del merluZZo<br />
C'è chi parla di fabbrica del merluzzo, ma per quanti surrogati<br />
abbia inventato la guerra, a Salabertano il merluzzo<br />
non si fabbrica ancora. La Dora, è vero, regala spesso qualche<br />
trota, ma nessuno l'ha mai scambiata per il classico pesce<br />
dei giorni di penitenza.<br />
Prima della guerra s'era fatto un grande impianto per la<br />
lavatura ed essicazione del merluzzo che veniva dai porti<br />
del nord della Francia; poi il pesce secco veniva avviato nei<br />
grandi centri dell'Italia settentrionale.<br />
I tecnici avevano trovata la località e la ventilazione favorevole<br />
alla bisogna e la industria aveva prosperato assai.<br />
Poi, la guerra, che arenò ogni cosa, fece chiudere i battenti<br />
anche alla fabbrica e il merluzzo diventò cosa rara; i consumatori<br />
lo sanno.<br />
Adesso si è ricominciato. Arrivano i grandi carichi di pesce<br />
fresco e si lavora a ritmo continuo.<br />
Sono 25 famiglie che stanno alle spalle di altrettanti operai<br />
che traggono da questa fabbrica vita e benessere. E' vero<br />
che il viaggiatore arriccia un po' il naso quando il treno fila<br />
nei pressi della fabbrica, tuttavia vince la curiosità, e non c'è<br />
chi si risparmia uno sguardo d'interesse verso la distesa di<br />
pesce che, sventrato e disposto in filari simmetrici, asciuga<br />
al sole.<br />
C'è da augurarsi che il prodotto non venga tutto spedito<br />
lontano ma che venga anche messo in commercio sulle<br />
piazze della valle con evidente favore di prezzo. Al signor<br />
Stefano Beurier, fondatore della ditta, il ben tornato e l'augurio<br />
di prosperità.<br />
1959<br />
ulZio o oulx?<br />
Tour de France (1949, 19 giugno) Coppi e Bartali<br />
insieme in fuga nella tappa Briançon-Aosta.<br />
Tratto da "100 Photos pour un siècle de sport".<br />
Ed. L'Équipe et le Musée Olympique de Lausanne.<br />
E' un problema di toponomastica al quale tenta di fornire<br />
una risposta Federico Marconcini. "nelle carte di donazione<br />
o di confermazione che sono nel Cartarium Ulciensis Ecclesiae<br />
e le cui date variano dal 1065 al 1222 non mai altrimenti<br />
è menzionata Oulx che col nome di Ulcium...". Altre fonti<br />
stabiliscono che il nome più antico del comune è Ulces.<br />
Ulzio deriverebbe dal latino Ultium che all'ablativo diventa<br />
Ultio. La grafia francese Oulx si sarebbe formata "naturalmente<br />
e spontaneamente".<br />
Claviere - strada nazionale e Dogana. Primi '900. (Collezione privata).<br />
1° febbraio 1964 - claViere<br />
caDe la fronTiera al cenTro Del paeSe<br />
scanner - l'azienda<br />
L'accordo è raggiunto: il paese sarà finalmente riunito. Il<br />
confine verrà arretrato di circa 300 metri, in direzione di<br />
Monginevro, per permettere a sedici caseggiati del nucleo<br />
centrale di Claviere di ritornare all'Italia.<br />
109
Sestrieres SpA<br />
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VIALATTEA il MAGAzINE N° 3 / <strong>2010</strong>-<strong>2011</strong> - Anno IV<br />
PERIODICO DI INFORMAzIONE TURISTICA,<br />
SPORTIVA E CULTURALE<br />
VIALATTEA il MAGAzINE - SESTRIERES SpA<br />
DIRETTORE RESPONSABILE: Rita QUARTA<br />
ART DIRECTOR: Paolo Blanc<br />
COMMERCIALE & PUBBLIChE RELAzIONI:<br />
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HANNO COLLABORATO<br />
Giovanni BRASSO, Alessandro PERRON CABUS, Roberto<br />
COTA, Fabio GROSSO, AMERIO, Alberto Cirio, Josè URSO,<br />
Sandro PLANO, Valter RE, Ilaria PERRON CABUS, Vittorio<br />
SALUSSO, Luigi RICOTTI, Ufficio Stampa Sestrieres SpA,<br />
Luisella BOURLOT, Gino BRESSA, Ruggero GIACOPAzzI,<br />
Rossana CARRETTO, Alena SEREDOVA, Agenzia Casadei<br />
Management, Sergio MUÑIz, Luca FILIPPI, Pierluigi PAI-<br />
RETTO, Gianfranco MARTIN, Salvatore MAzzA, Riccardo<br />
ChIARLE, Claudio ChIAVES, Valter BRUNO, Luca RAN-<br />
CATI, Marita BOBBA, Alberto CASSE, Paolo MARRE, Gigi<br />
GABETTO, G. V., Stefano FINOTTELLO, Barbara PASQUA,<br />
Nicola DUTTO, Simona MOLINO, LA VALSUSA, Sergio<br />
CERUTTI.<br />
FOTOGRAFIE<br />
Fotografie di Redazione, Archivi delle Aziende, Archivi<br />
dei Giornalisti, Archivi Sestrieres SpA, Maurizio Colli,<br />
Valter Bruno, Carla Scorza, Alberto Casse, Paolo Marre,<br />
Archivio Comune di Sauze d'Oulx, Ufficio Informazioni<br />
Turistiche Sauze d'Oulx, Archivio Comune Cesana T.se,<br />
Archivio Parco del Gran Bosco di Salbertrand.<br />
EDIzIONI, PROGETTO, GRAFICA E IMPAGINAzIONE<br />
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Info: rita.quarta@libero.it<br />
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Vialattea il Magazine è supplemento di In Alta Valle<br />
Trib. di Torino n° 10/07 del 20/02/07<br />
La redazione di Vialattea il Magazine e la Sestrieres SpA<br />
ricordano con affetto il Prof. Giovanni Visentin<br />
per le sue pagine di saggezza, cultura ed amore.<br />
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