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vialattea magazine 2010-2011

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il Magazine<br />

fin ch'a fioca a va tüt bin


dall'interno<br />

QUATTRO CHIACCHIERE<br />

CON IL PRESIDENTE<br />

LORO IN FERRARI<br />

... NOI IN PANDA!<br />

le istituzioni<br />

ROBERTO COTA<br />

ALBERTO CIRIO<br />

SANDRO PLANO<br />

il territorio<br />

LO CHABERTON<br />

TRA STORIA<br />

ED ESCURSIONISMO<br />

IL LUPO E L'ERMELLINO<br />

INCONTRI NON PIù<br />

INASPETTATI<br />

turismo<br />

SAUZE D'OULx DAGLI ALBORI<br />

DELLO SCI ALLA VIALATTEA<br />

TRE PERCORSI CON LE CIASPOLE<br />

NEL PARCO DEL GRAN BOSCO<br />

gli amici<br />

della <strong>vialattea</strong><br />

ROSSANA CARRETTO<br />

ALENA SEREDOVA<br />

SERGIO MUÑIZ<br />

LUCA FILIPPI<br />

PIERLUIGI PAIRETTO<br />

GIANFRANCO MARTIN


Reho . Via Assietta 3. 10050 Sauze d'oulx To


07 Calendario gare <strong>2010</strong> - <strong>2011</strong><br />

08 Quattro chiacchiere con il Presidente<br />

della Sestrieres SpA Giovanni Brasso - Rita Quarta<br />

10 Loro in Ferrari...noi in Panda! - Alessandro Perron Cabus<br />

14 Poesia: Sestriere - Amerio<br />

17 Lo sci prima attrazione del Piemonte - Roberto Cota<br />

19 La neve che regala emozioni - Alberto Cirio<br />

20 I progetti finanziati dalla Comunità Europea - Sandro Plano<br />

22 "Fin ch'a fioca a va tüt bin"! - Ilaria Perron Cabus<br />

24 Beast, il gatto più grande del mondo - Vittorio Salusso<br />

28 La Vialattea Top Secret - Luisella Bourlot<br />

30 Pane al pane e vino al vino - Luigi Ricotti<br />

32 Lo Ski-pass diventa buono - Uff. Stampa Sestrieres SpA<br />

36 La storia dello Sci Club Sauze d'Oulx - Ruggero Giacopazzi<br />

38 Rossana Carretto. Una grande artista di casa<br />

in Vialattea - Rita Quarta<br />

41 Alena Seredova, mix di dolcezza e sensualità - Rita Quarta<br />

45 Sergio Muñiz a Sauze d'Oulx - Rita Quarta<br />

48 Campioni si nasce. Vacanze sportive - Gigi Gabetto<br />

50 Mr. Luca Filippi, dal circuito di Monza<br />

al circuito della Vialattea - Paolo Blanc<br />

54 Pierluigi Pairetto. "Amavo il prato verde,<br />

ora queste montagne" - Paolo Blanc<br />

58 Gianfranco Martin. Sestriere è per tutti - Max Genesi<br />

62 La "Via Lattea", la via della fede - Riccardo Chiarle<br />

68 Lo Chaberton. Il monte nelle nuvole<br />

tra storia ed escursionismo - Valter Bruno<br />

76 Sauze d'Oulx. Dagli albori dello sci alla Vialattea - Luca Rancati<br />

80 Incontri ...non più inaspettati. Intervista ad Alberto Casse<br />

e Paolo Marre - Paolo Blanc<br />

88 I fiori della montagna. Antiche leggende - G.V.<br />

96 La prima volta della Summer Weels - Barbara Pasqua<br />

98 Con le ciaspole nel Parco del Gran Bosco - Simona Molino<br />

102 La patata nella cucina della Valle di Susa<br />

e Val Chisone - Paolo Blanc<br />

106 Cronache di vicende note e curiose - tratto da La Valsusa<br />

sommario


GENNAIO <strong>2011</strong><br />

14-23 SESTRIERE<br />

IPC SKI WORLD CHAMPIONSHIP<br />

DISABILI<br />

29-30 SESTRIERE<br />

WORLD CUP SCI ALPINO<br />

DH-SC-(SG-SL)-W<br />

MARZO <strong>2011</strong><br />

08 SESTRIERE<br />

SELEZIONE PROVINCIALE<br />

TROFEO PINOCCHIO<br />

13 SESTRIERE<br />

TROFEO BOLAFFI<br />

15-20 SESTRIERE<br />

FIS POLICE SKI<br />

GS-SL-M<br />

APRILE <strong>2011</strong><br />

08-09 SESTRIERE<br />

FINALE MASTER CUP FIS<br />

SL-GS<br />

10 SESTRIERE<br />

Calendario<br />

<strong>2010</strong>-<strong>2011</strong><br />

30° UOVO D'ORO<br />

calendario<br />

7


i vertici<br />

8<br />

Quattro chiacchiere con il<br />

Presidente della Sestrieres SpA<br />

Giovanni Brasso<br />

di RITA QUARTA<br />

Si stanno spegnendo le luci nell’imponente Sala<br />

del Senato di Palazzo Madama nella quale si è appena<br />

conclusa l’annuale conferenza stampa di presentazione<br />

dell’imminente stagione invernale della<br />

Sestrieres S.p.A.<br />

Conferenza stampa atipica, in qualche modo inusuale,<br />

per l’intrattenimento comico satirico di apertura<br />

ma anche per i contenuti, a proposito dei quali vale la<br />

pena fare degli approfondimenti.<br />

Proprio a questo scopo abbiamo il Presidente Ing.<br />

GIOVANNI BRASSO a nostra disposizione per alcuni<br />

minuti. Quindi riaccendiamo i riflettori, o meglio,<br />

apriamo i taccuini…<br />

Ingegnere, a molti il suo intervento durante la<br />

conferenza stampa “passato presente e futuro<br />

della Vialattea” è parso studiato e ben preciso,<br />

cosa ci dice a questo proposito?<br />

Non si è trattato di un intervento studiato ma di<br />

una disamina puntuale, lucida e fredda della situazione,<br />

basata su dati oggettivi riguardanti non<br />

solo la Sestrieres ma tutto il mondo delle società<br />

che gestiscono impianti a fune. Anche nei precedenti<br />

articoli sul nostro <strong>magazine</strong> ho sempre in<br />

qualche modo preannunciato le ipotesi trattate<br />

nella conferenza, di diverso c’è solo che stiamo arrivando<br />

al momento delle scelte e tutti dobbiamo<br />

rendercene conto.<br />

Ci spieghi meglio.<br />

La costruzione e la gestione degli impianti di risalita<br />

a fune e delle piste da sci hanno dei costi elevatissimi<br />

e sono soggetti a situazioni di variabilità<br />

che, in qualche modo, vanno ancora ad aumentare<br />

questi costi; non è possibile crescere contando<br />

esclusivamente sul costo del biglietto giornaliero,<br />

settimanale o stagionale che sia, in quanto questo<br />

costo in primis deve essere compatibile con le capacità<br />

di spesa del cliente, ma soprattutto deve essere<br />

compatibile con le proposte di altri mercati.<br />

Quindi?<br />

Quindi se si vuole restare ad alti livelli, ma soprattutto<br />

se si vuole crescere, si deve diversificare<br />

l’attività aziendale, cosa non facile in quanto non<br />

dipende solo dalle società degli impianti, ma da<br />

tutto il contesto socio-politico e territoriale che le<br />

circondano.<br />

A questo proposito cosa ci dice della Sestrieres?


Noi siamo contenti del lavoro fino ad ora svolto<br />

ed abbiamo le idee molto chiare sul futuro, sappiamo<br />

che, concluso il quinto anno di attività, ci<br />

troveremo di fronte ad un bivio, a delle scelte ben<br />

precise dalle quali non si potrà tornare indietro:<br />

crescere, e crescere con il territorio, o strutturarsi<br />

attorno al nostro core business adottando una politica<br />

ancor più aggressiva in termini di ottimizzazione<br />

delle attività e contenimento dei costi.<br />

Detto più semplicemente, per i non addetti ai<br />

lavori, questo cosa significa?<br />

Significa che, nel malaugurato caso in cui non si<br />

potesse crescere con il territorio, dovremo eliminare<br />

tutte quelle attività collaterali non facenti<br />

capo al prodotto neve, ma solamente fonte di<br />

costi; dovremo intervenire eliminando altri “rami<br />

secchi”, occorrerà ragionare sulle date di apertura<br />

e di chiusura della stagione, dovremo ridurre<br />

gli impianti di arroccamento, che sono il vero e<br />

grande problema della Vialattea, ma soprattutto<br />

dovremo insistere sul doppio modello gestionale,<br />

quello feriale, che vede impianti e piste sotto<br />

utilizzati, e quello festivo, che funziona abbastanza<br />

bene; il tutto evidentemente senza limitare o<br />

danneggiare in alcun modo la parte sciistica, cioè<br />

le piste, che, andranno a costituire l’unico core business<br />

verso il quale si orienteranno gli interessi<br />

della società.<br />

Ma cosa si aspetta dalla strategia sopra riportata?<br />

Una società ancor più dinamica, versatile ed aggressiva,<br />

capace di adattarsi alle più mutevoli<br />

condizioni gestionali che, abbattendo o azzerando<br />

i costi superflui, potrebbe addirittura essere in<br />

grado di ridurre le tariffe per il cliente, verosimilmente<br />

aumentando la fascia di clientela soprattutto<br />

giornaliera.<br />

Ma allora questa ipotesi rappresenta la soluzione<br />

di tutti i problemi?<br />

Purtroppo no! Questa soluzione sicuramente risolverebbe<br />

i problemi economici, quelli aziendali,<br />

ci renderebbe forti e competitivi e anche capaci<br />

di impegnarci in esperienze diverse, ma certamente<br />

farebbe tramontare il sogno della “grande<br />

Vialattea” che, se pur faticando e zoppicando, oggi<br />

rappresenta uno dei più grandi comprensori europei.<br />

Per “esperienze diverse”, si riferisce alle sirene<br />

dei paesi dell’Est o della Cina, delle quali abbiamo<br />

sentito parlare?<br />

Le sirene ci sono e cantano bene e le esperienze<br />

diverse ovviamente ci stimolano e ci interessano;<br />

molti nostri competitor, anche italiani, sono già<br />

attivi in mercati diversi, noi prenderemo in considerazione<br />

queste proposte in futuro, anche dopo<br />

aver valutato le possibilità di sviluppo che ci verranno<br />

offerte sul nostro territorio.<br />

Per concludere?<br />

Per concludere, direi che i sogni sono belli ma<br />

sono sogni, e con i sogni purtroppo non si vive;<br />

per trasformarli in realtà ci vuole intelligenza, capacità,<br />

lavoro, lungimiranza, disponibilità e collaborazione<br />

di tutti, soprattutto si deve credere che<br />

perseguire i sogni possa essere una cosa di interesse<br />

generale e collettivo.<br />

Non possiamo permetterci di fare chiacchiere<br />

inutili, di perdere tempo e di farci promesse che<br />

non siamo in grado o poi non vogliamo mantenere;<br />

dobbiamo ricordarci tutti che la nuda e cruda<br />

realtà è che nel privato i conti devono sempre<br />

quadrare con la speranza che tutti, prima o poi,<br />

comincino a capire che questo dovrebbe accadere<br />

anche nel pubblico.<br />

Adesso tutto sembra chiaro, le idee, i progetti, le prospettive<br />

e la determinazione… si può chiudere definitivamente<br />

il sipario…<br />

Una giornata sugli sci in<br />

Vialattea con il Ministro alla<br />

Giustizia Angelino Alfano<br />

...Tappa al punto<br />

d'incontro del Fraiteve


i vertici<br />

10<br />

Loro in Ferrari<br />

…noi in Panda !!!<br />

di ALESSANDRO PERRON CABUS<br />

Amministratore Delegato Sestrieres SpA<br />

...proprio così Amici, se volessimo fare un’analisi<br />

delle disponibilità economiche messe a disposizione<br />

ai comprensori sciistici localizzati nelle regioni<br />

a statuto autonomo dagli Enti pubblici per<br />

poi compararle con quelle del Piemonte, sarebbe<br />

come se noi, partecipando al medesimo campionato,<br />

ci presentassimo sulla linea di partenza con<br />

una Panda e dovessimo comunque tentare di tener<br />

testa agli altri comprensori che si trovano invece<br />

al volante di Ferrari, Williams o McLaren.<br />

Su quella Panda potremmo anche mettere ai comandi<br />

il pilota più bravo e motivato di tutti i tempi<br />

e nei box potremmo avere la miglior squadra di<br />

meccanici al mondo, ma sicuramente non disporremmo<br />

mai della competitività necessaria per<br />

batterci ad armi pari.<br />

Occorre fare tale semplice paragone per far meglio<br />

comprendere ai non addetti ai lavori l’enorme<br />

disparità di mezzi che esistono, purtroppo, tra<br />

un’azienda di trasporti a fune Piemontese ed altra<br />

di qualsiasi località, sita in regioni a statuto autonomo,<br />

quali ad esempio Alto Adige e Valle d’Aosta<br />

… Per non parlare poi della vicina Francia o<br />

dell’Austria, paesi nei quali le opportunità messe a<br />

disposizione alle località turistiche da parte delle<br />

Amministrazioni pubbliche, sono per noi inimmaginabili.<br />

In Piemonte esistono circa 50 Gestori di impianti<br />

di risalita, quasi tutti privati, i quali, giocoforza,<br />

devono ragionare ovviamente in termini di economia<br />

di impresa, con il preciso ed inevitabile<br />

scopo di raggiungere a termine anno fiscale almeno<br />

il famoso “break even point”, cioè il punto<br />

di pareggio tra costi sostenuti e ricavi effettuati,<br />

che permette di chiudere il periodo di riferimento<br />

in pareggio, senza perdite né guadagni. Questi


privati spesso si trovano di fronte alla necessità di<br />

effettuare investimenti notevoli con risorse aziendali<br />

a volte insufficienti, si devono costantemente<br />

confrontare con il territorio, sollecitati da più parti<br />

a mantenere in efficienza nel migliore dei modi il<br />

comprensorio e l’offerta sciistica, possibilmente<br />

anche senza aumentarne le tariffe di fruizione;<br />

inoltre, devono essere in grado di garantire l’apertura<br />

degli impianti in periodi chiaramente impro-<br />

"biSogna fare i Conti Con la ConCorrenza di una<br />

viCina valle d’aoSta Che nel Solo 2008, ha<br />

ConSeguito Contributi in Conto Capitale fino<br />

all’80% della SpeSa per il rinnovo impiantiStiCo"<br />

duttivi come quelli di inizio e fine inverno, così<br />

come in stagioni anomale e critiche (basta ricordare<br />

il 2006/2007), rischiando addirittura il default<br />

della propria azienda. Questi gestori si trovano a<br />

fare i conti con la concorrenza di una vicina Valle<br />

d’Aosta che nel solo 2008, ha conseguito contributi<br />

in conto capitale fino all’80% della spesa per<br />

il rinnovo impiantistico e, sempre nella medesima<br />

stagione, ha ottenuto un rimborso per il servizio<br />

i vertici<br />

11


i vertici<br />

12<br />

di soccorso sulle piste di 4.130.595,00 euro. Sempre<br />

la Regione Valle d’Aosta interviene autonomamente<br />

su pianificazioni di particolare<br />

rilevanza, una di queste, la telecabina<br />

Aosta – Pila, costata più di 23 milioni<br />

di euro. Un altro progetto che vedrà<br />

la luce nell’immediato futuro è legato<br />

alla nuova funivia del Monte Bianco,<br />

progetto che prevede l’esborso di 120<br />

milioni di euro, a totale contributo regionale!<br />

“L’Adige” (il quotidiano di Bolzano),<br />

nell’edizione del 5 gennaio 2009, riporta ufficialmente<br />

le cifre che la Trentino SpA (società pubblica<br />

finanziata dalla Provincia per lo sviluppo delle<br />

varie attività turistico-industriali) ha erogato nel<br />

triennio 2008/<strong>2010</strong> a sostegno dei gestori degli<br />

impianti di risalita. I dati ufficiali riportano la cifra<br />

incredibile di 180 milioni di euro. Tra tali interventi<br />

emergono, ad esempio, 15 milioni di euro agli<br />

impianti della Panarotta, 18 per il collegamento<br />

Pinzolo-Campiglio, altri 7 milioni solo per Pinzolo,<br />

30 milioni per la località Lagorai, 16 per Folgaria ed<br />

altri in aggiunta poi per il Tonale, per San Martino<br />

di Castrozza e per Passo Rolle. Ci sono poi ancora<br />

tutta una serie di altri interventi a cavallo tra Trentino<br />

e Veneto, per oltre 70 milioni di euro pubblici.<br />

Logicamente siamo ben consapevoli che i nostri<br />

Legislatori Piemontesi, pur con tutta la buona volontà<br />

e lungimiranza di questo mondo, con le leggi<br />

di cui dispongono attualmente, difficilmente<br />

saranno in grado di proporre alle aziende private<br />

del settore, analoghe possibilità di investimenti<br />

e di crescita. Sull’altro versante, quello Francese,<br />

le stazioni turistiche godono di un numero imprecisato<br />

di fondi, alimentati da anni da una tassa di<br />

scopo ad esclusivo vantaggio delle stesse, e, oltre<br />

a ciò, sono messi in condizione di attuare una politica<br />

estremamente attenta e sensibile al settore<br />

turistico. Basti pensare che il calendario scolastico<br />

dei prossimi tre anni (ma è ormai per la Francia<br />

una consolidata consuetudine) prevede, oltre alle<br />

classiche vacanze Natalizie, ulteriori due settimane<br />

a cavallo tra febbraio e marzo, con date diversificate<br />

a seconda dell’area geografica. Il medesimo<br />

sistema applicato in Piemonte aumenterebbe<br />

in modo esponenziale il numero delle presenze<br />

"date anche a noi<br />

una fiammante<br />

ferrari e siamo<br />

sicuri di<br />

giocarcela con<br />

tutti"<br />

nel periodo migliore della stagione, senza per<br />

altro incidere minimamente sulla finanza pubblica.<br />

È facile quindi intuire che, di<br />

fronte a numeri del genere, non<br />

può esserci competizione alcuna<br />

e che, ferme restando così le<br />

cose, il gestore piemontese dei<br />

trasporti a fune può solo augurarsi<br />

di sopravvivere, sperando<br />

che il futuro porti situazioni ad<br />

esso più favorevoli. Vale la pena<br />

portare ad esempio un’altra argomentazione<br />

curiosa: la Sestrieres (azienda a<br />

capitale interamente privato) per organizzare la<br />

gara di Coppa del Mondo femminile di gennaio<br />

<strong>2011</strong> registra perdite di gestione pari a 250.000,00<br />

euro, contenute anche grazie ad un contributo<br />

della Regione Piemonte di pari entità. Per contro<br />

la società degli impianti di risalita dell’Alta Badia,<br />

per analoga manifestazione, riceve dal comitato<br />

organizzatore 200.000,00 euro, semplicemente ed<br />

esclusivamente per mettere a disposizione la pista<br />

di gara per l’effettuazione delle competizioni. Volendo<br />

poi ancora effettuare un semplice esercizio,<br />

a considerazione del comparto “impianti di risalita”,<br />

possiamo evidenziare una comparazione sulla<br />

base degli aumenti percentuali tra lo ski-pass e taluni<br />

servizi complementari al settore, ma che traggono<br />

inequivocabilmente beneficio dall’efficienza<br />

del sistema neve. Prendendo a campione il nostro<br />

domaine skiable Vialattea (del tutto similare alla<br />

totalità degli altri territori, soprattutto piemontesi),<br />

si può facilmente riscontrare che dalla stagione<br />

2000/2001 alla stagione scorsa, si sono registrati,<br />

su tutta una serie di servizi come alberghi, ristorazione,<br />

scuole sci, trasporti ecc., aumenti complessivi<br />

medi superiori al 60/70%, per non parlare poi<br />

del prezzo del petrolio (per noi una spesa determinante)<br />

che ha subito una maggiorazione pari al<br />

200%, mentre il costo dello ski pass, passando da<br />

26,33 a 34,00 euro, ha registrato un aumento medio<br />

del 30% circa.<br />

Potrei andare avanti ancora per molto, ma la cosa<br />

risulterebbe a questo punto superflua… la realtà è<br />

questa e quindi vorrei concludere dicendo … date<br />

anche a noi una fiammante Ferrari e siamo sicuri di<br />

essere in grado di giocarcela con chiunque!


Shopping - Food<br />

Service & co<br />

Sali e tabacchi<br />

Luca & Matteo<br />

i ragazzi dalle mani fortunate<br />

Superenalotto - Win for Life<br />

10 e lotto istantaneo - Gratta e Vinci<br />

Oulx, Via Monginevro 54 Via Nazionale - Pragelato - Tel 0122.78045<br />

01. Tabaccheria Luca e Matteo: i nostri, conosciuti come<br />

i ragazzi dalle "mani fortunate" hanno fatto della tabaccheria<br />

un simpatico punto di incontro. Inoltre Tabacchi,<br />

articoli regalo, slot, Wester Union. Gentilezza.<br />

NATURIA SRL<br />

V.le Gandhi, 6<br />

10056 Avigliana<br />

Tel. 011. 9348190<br />

Fax 011. 9348788<br />

info@naturia.it<br />

04. Naturia srt: è l'azienda leader nella distribuzione<br />

di prodotti enogastronomici in Alta Valle di Susa e<br />

festeggia quest'anno i 20 anni di attività. Un'accurata<br />

selezione dei produttori è sinonimo di alta garanzia.<br />

Ristorante Bar<br />

Selvaggia<br />

La<br />

Cucina Tipica<br />

Serate a Tema<br />

Fraz. Mollieres 43 - Cesana T.se (TO) - Tel. 0122.89290<br />

07. La Selvaggia: Silvia e Cosimo sono i nuovi gestori<br />

della Selvaggia di Mollieres. Un'ambiente caldo ed<br />

accogliente, una validissima cucina del territorio e<br />

nazionale. Spesso interessanti serate a tema.<br />

Via Ortigara 25 - Cesana T.se (TO) - Tel. 0122.897250<br />

10. La Cabassa: è uno dei più conosciuti locali del Comprensorio<br />

della Vialattea. L'anfitrione Mimmo ed il<br />

suo staff propongono buone pizze, grandi grigliate di<br />

pesce fresco o ottima carne. Buoni i dolci e la cantina.<br />

02. GOFREE: il Villaggio Turistico Gofree di Pragelato<br />

è una delle strutture ricettive più garantite del Comprensorio,<br />

con il suo ristorante tipico ed area chalet.<br />

Aperto tutto l'anno, vicino alla pista Olimpica di Fondo.<br />

Bar . Ristorante<br />

Solarium<br />

SESTRIERE - VIA SAUzE dI CESANA 1<br />

Tel. 335.7570890<br />

05. La Gargote: ritorna l'esclusivo chalet-ristorante<br />

posizionato nel cuore delle piste di Sestriere. Ambiente<br />

accogliente, cucina curata e di qualità, solarium<br />

d'eccezione. La Gargote è un locale unico da provare.<br />

ramassa<br />

amministrazioni immobili<br />

Corso ortigara, 31<br />

tel. 0122.83.11.16<br />

10056 oulx (to)<br />

08. Ramassa: una generazione di Amministratori di<br />

Immobili in Alta valle di Susa. La storica conoscenza<br />

del territorio facilita un'oculata gestione degli immobili<br />

e la risoluzione in tempi rapidi di ogni criticità.<br />

Risto-Bar Cioccolateria<br />

Jouvenceaux<br />

Fraz. Jouvenceaux 35<br />

Sauze d'Oulx<br />

Tel. 0122 850270<br />

11. Risto-Bar Cioccolateria Jouvenceaux: proprio<br />

sulla strada per Sauze, è un locale storico ancora oggi<br />

frequentato dai tanti local. Biglietteria pullman,<br />

giornali. Ricchi aperitivi tutti i giorni.<br />

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Tel. 0122 754041<br />

Email: info@hotellagolosetta.it<br />

Strada Azzurri d'Italia 4 - Sestriere (TO)<br />

03. Hotel Lago Losetta Melvin Jones: è una splendida<br />

struttura ricettiva di recente costruzione realizzata a<br />

Sestriere per ospitare in perfetta autonomia ed<br />

integrazione persone con disabilità e normodotati.<br />

06. Annie: da anni Mrs Gibbings si occupa di fornitura<br />

e personalizzazioni di divise, abiti professionali ed<br />

accessori per aziende dal settore sportivo a quello<br />

enogastronomico. Anche vendita al dettaglio.<br />

Cooperativa di Servizi<br />

GREEN SERVICE<br />

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impianti di irrigazione e idraulici esterni<br />

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Cell. 335.6634341 - Tel. 0122. 832313<br />

09. Green Service: una cooperativa in grado di soddisfare<br />

tutte le esigenze di privati, aziende ed enti.<br />

La professionalità degli operatori fanno di Green Service<br />

l'azienda leader nel settore in Alta Valle di Susa.<br />

istituzioni<br />

12. Hotel Chalet Casa Cesana: una struttura tipica<br />

montana a conduzione familiare, dove trascorrere<br />

13<br />

una<br />

vacanza all'insegna della tranquillità e della buona<br />

cucina, a 100 metri dagli impianti. Parco e solarium.


istituzioni<br />

14<br />

Sestriere<br />

Geometriche forme nuragiche,<br />

i gemelli tuoi,<br />

braccia protese,<br />

le ombre che dilatano<br />

l'obiquo dardo<br />

che torna al nido,<br />

paralleli giganti, gli abeti,<br />

pennoni alla fonda senza vela,<br />

le cui clorofille nutrono l'aria<br />

non sazia del tuo gioco d'amore.<br />

Nella valle risponde un eco<br />

dei campanacci delle tappezzate<br />

bovine all'addiaccio.<br />

sussurri di preghiera<br />

misteriosa notte,<br />

ove passi felpati del bosco<br />

diventano carezze di tumide labbra<br />

ovattate di porpora,<br />

palpito, ebbrezza, mistero,<br />

in te geloso scrigno,<br />

qui, dove il tuo pulito ber si può<br />

in un calice d'altare,<br />

tu che dormi ancora<br />

le tue vette accarezzate sono<br />

dal bacio biondo,<br />

pascolano nell'incontaminato blu<br />

greggi di terse nubi<br />

che succhiano il fumo congelato<br />

e dalle sperdute baite<br />

il richiamo di un canto<br />

per te Sestriere,<br />

che ascolti, dir ti voglio<br />

del meraviglioso che t'appartiene,<br />

io non ho voluto dire,<br />

son gli occhi miei<br />

che hanno colto<br />

quel che il cuor mi ha dettato,<br />

tu sei l'oblio per chi ha il dono<br />

di calcar la terra tua.<br />

Amerio


uSineSS card<br />

...ferma il tempo,<br />

guardati intorno...<br />

Io posso essere tutto ciò che vuoi...<br />

Io SoNo ...<br />

Cesana la bella!<br />

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24-26 GIUGNO <strong>2011</strong> - CESANA CAPOLUOGO<br />

FIERA DEL MAGGIO CIONDOLO<br />

Prima mostra mercato di fiori e piante di alta montagna<br />

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15


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LO SCI PRIMA<br />

ATTRAzIONE<br />

DEL PIEMONTE<br />

lA MONTAGNA è PARTE FONDANTE DEL DNA<br />

E DELL’IDENTITà PIEMONTESE: IL 43% DEL NO-<br />

STRO TERRITORIO è MONTUOSO E LO STESSO<br />

NOME DI QUESTA REGIONE, LA SUA ETIMOLO-<br />

GIA, “PIEMONTE” OVVERO “AI PIEDI DEL MON-<br />

TE”, LO INDICA IN MODO INEQUIVOCABILE.<br />

In questo contesto, gli sport invernali rappresentano<br />

uno strumento determinante per rendere<br />

vivo un patrimonio unico al mondo: lo sci valorizza,<br />

promuove e offre una prospettiva economica<br />

importante alla montagna. Un’opportunità che,<br />

associata al turismo estivo, ne fa il primo attrattore<br />

turistico di questa regione; il prodotto di punta<br />

che, negli ultimi dieci anni, ha contribuito a far<br />

crescere il turismo piemontese di oltre il 43%. E<br />

questo grazie all’eccellenza di un territorio che,<br />

non a caso, ha avuto il grande onore di ospitare i<br />

Giochi Olimpici Invernali del 2006.<br />

Le piste a cinque cerchi della Vialattea, insieme<br />

agli altri comprensori piemontesi, sono uno straordinario<br />

sistema d’accoglienza pronto a dare il<br />

benvenuto alla stagione invernale <strong>2010</strong>-<strong>2011</strong> e<br />

a incantare le migliaia di visitatori che ogni anno<br />

scelgono le nostre vette, grazie a impianti di ultima<br />

generazione inseriti nel cuore di una natura<br />

suggestiva, ricca di storia e di cultura e di sapori<br />

intensi e genuini.<br />

Roberto Cota<br />

Presidente della Regione Piemonte<br />

istituzioni<br />

17


PIEMONTE<br />

ChE REGALA<br />

EMOzIONI<br />

tutto quello che è neve in<br />

Piemonte regala emozioni: entusiasmanti<br />

discese, il brivido<br />

del fuoripista, snow-board, ice<br />

climbing, telemark, eliski, ma<br />

anche cene in alta quota e gite<br />

su slitte trainate da husky o cavalli<br />

in boschi innevati.<br />

Su queste vette, le piste e gli impianti che<br />

hanno visto i campioni della neve contendersi<br />

i podi olimpici sono un patrimonio accessibile a<br />

tutti gli amanti dello sci, insieme ai comprensori<br />

del Cuneese, della Valsesia, dell’Ossola e delle valli<br />

di Lanzo e Biellese. Un’eredità fatta di 53 stazioni<br />

sciistiche, 300 impianti, 1300 chilometri di piste<br />

ai massimi livelli e l’opportunità di conoscere<br />

le valli dell’arco alpino, con le loro tradizioni di<br />

enogastronomia e prodotti tipici. Con più di 3,3<br />

milioni di presenze turistiche, la montagna è il<br />

principale prodotto turistico del Piemonte, un settore<br />

strategico sul quale continuiamo a puntare,<br />

prendendoci cura di un pubblico che mostra già<br />

un’altissima propensione a tornare e guardando<br />

con interesse a nuovi mercati. In quest’ottica sono<br />

stati potenziati i collegamenti aerei di linea e lowcost,<br />

inaugurando anche una forte partnership<br />

promozionale con i vettori stessi, in particolare<br />

con compagnie quali Ryanair e Alitalia. Abbiamo,<br />

anche, stretto importanti sinergie con i più forti<br />

tour operator internazionali, nonché potenziato<br />

il marketing on-line, sempre più incidente nell’organizzazione<br />

delle vacanze “fai da te” con campagne<br />

promozionali orientate alle esigenze, anche<br />

economiche, del turista. E tutto questo senza dimenticare<br />

che la montagna piemontese è tanto<br />

sci per tutti, professionisti e famiglie, ma non solo:<br />

le vette alpine sono un vero paradiso per tutti gli<br />

amanti dello sport e della natura. Parchi Naturali<br />

da scoprire con escursioni di trekking a piedi o<br />

a cavallo, mountain bike, ma anche emozionanti<br />

arrampicate sulle pareti rocciose e ancora rafting,<br />

canoa o kayak lungo i fiumi di montagna. Scegliere<br />

il Piemonte significa, anche, un tuffo nella storia<br />

tra le mura di forti e fortezze e, soprattutto, la possibilità<br />

di conoscere da vicino la cultura delle genti<br />

di montagna e la loro straordinaria cucina. Un patrimonio<br />

che rende la montagna il luogo di partenza<br />

di un viaggio che, scendendo a valle, porta<br />

in splendide città d'arte come Torino, a specchiarsi<br />

nella suggestione dei Laghi d'Orta e Maggiore, fin<br />

tra le colline e i vigneti delle Langhe, del Roero e<br />

del Monferrato, candidate a diventare per l'UNE-<br />

SCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità.<br />

Alberto Cirio<br />

Assessore al Turismo Regione Piemonte<br />

istituzioni<br />

19


istituzioni<br />

20<br />

COMUNITà MONTANA VALLE SUSA E VAL SANGONE<br />

I PROGETTI FINANzIATI<br />

DALL’UNIONE EUROPEA<br />

nonostante il difficile momento che stanno attraversando<br />

le Comunità Montane e l’incertezza<br />

sul loro futuro destino, la Comunità Montana<br />

Valle Susa e Val Sangone, forte dell’esperienza e<br />

della conoscenza del territorio, acquisita in quasi<br />

40 anni di attività dalle tre precedenti singole<br />

Comunità (Alta Valle Susa, Bassa Valle Susa e Val<br />

Cenischia, Val Sangone) ha elaborato una articolata<br />

progettazione nell’ambito dei programmi<br />

dell’Unione Europea, candidando un PIT (Piano<br />

Integrato Transfrontaliero) nell’ambito dell’obiettivo<br />

di cooperazione territoriale Italia-Francia AL-<br />

COTRA 2007-2013. E ne ha ottenuto l’approvazione<br />

ed i corrispondenti finanziamenti.<br />

Il Piano è stato elaborato e presentato unitamente<br />

alla Comunità Montana del Pinerolese (che ag-<br />

SETTORE TEmATICO PROGETTO<br />

Ambiente e territorio Villaggio educativo per la sostenibilità<br />

nelle Alte Valli<br />

Economie rurali/agricoltura<br />

e prodotti tipici<br />

Boschi e foreste Valorizzazione delle risorse forestali<br />

delle Alte Valli<br />

AmmONTARE<br />

PROGETTO SUL TERRITORIO<br />

DELLA CmvSS<br />

164.600<br />

Sapori e prodotti delle Alte Valli 344.400<br />

557.268<br />

Turismo Geoturismo nel Geoparco delle Alpi Cozie 810.000<br />

Cultura Dai beni faro alla valorizzazione del sistema dei<br />

beni ambientali e culturali nelle Alte Valli<br />

Foto: Giuseppe Dimartino<br />

grega le tre precedenti Comunità Montane Valli<br />

Chisone e Germanasca, Val Pellice e Pinerolese<br />

Pedemontano) ed agli enti intercomunali francesi<br />

dei territori adiacenti (Briançonnais e Maurienne).<br />

L’insieme delle risorse che ricadranno sui territori<br />

interessati dal PIT ammonta a complessivi<br />

€ 8.982.600; di questi 2.350.368 interessano i Comuni<br />

dell’attuale Comunità Montana Valle Susa e<br />

Val Sangone.<br />

Il PIT è articolato in 5 progetti tematici (sulla base<br />

delle misure ed azioni ammesse a finanziamento<br />

dall’Unione Europea) che interessano diversi settori<br />

come riassunto nella sottostante tabella e si<br />

propone la valorizzazione del sistema dei beni<br />

ambientali, culturali e turistici e produttivi del territorio:<br />

474.100


Quasi tutti i progetti hanno implicazioni di carattere<br />

anche turistico per il territorio.<br />

Il progetto “VILLAGGIO EDUCATIVO” si propone<br />

di contribuire alla promozione e la diffusione di<br />

una maggiore coscienza ambientale sui territori<br />

montani e prevede l’adozione di buone pratiche<br />

per il consumo consapevole ed azioni di educazione<br />

ambientale, a scala locale e transfrontaliera.<br />

Il progetto “PRODOTTI E SAPORI” mira a supportare<br />

lo sviluppo sostenibile della montagna<br />

attraverso la valorizzazione delle sue produzioni<br />

tipiche e delle sue pratiche tradizionali e la promozione<br />

dei prodotti del territorio e del patrimonio<br />

gastronomico.<br />

Il progetto di "VALORIZZAZIONE DELLE RISOR-<br />

SE FORESTALI" oltre a favorire la corretta gestione<br />

dei boschi e la commercializzazione del<br />

legname considera le foreste come un elemento<br />

fondamentale per il territorio anche a fini turistici:<br />

contribuisce in modo determinante a migliorare<br />

l’attrattività del territorio caratterizzando il<br />

paesaggio montano. Senza dimenticare il ruolo<br />

essenziale del bosco per la difesa del suolo ed il<br />

mantenimento della qualità dell’aria.<br />

Il progetto “GEOPARCO” intende contribuire alla<br />

diversificazione dell’offerta turistica delle Alte Valli<br />

creando un nuovo prodotto che si fonda sulla specificità<br />

del territorio: le caratteristiche e valenze<br />

geologiche, che opportunamente valorizzate ed<br />

organizzate in “geoparco transfrontaliero” – sulla<br />

base di analoghe esperienze attivate in diversi paesi<br />

europei – verranno utilizzate per raccontare e<br />

presentare a pubblici diversi l’origine delle Alpi e<br />

l’influenza della geologia sulla vita degli uomini,<br />

attivando forme di turismo sociale, ambientale,<br />

educativo e sostenibile.<br />

Il progetto “BENI FARO” (ovvero gli elementi del<br />

territorio di importanza storica, culturale, ambientale<br />

e di attrattività turistica come fortificazioni,<br />

arte sacra, itinerari religiosi, archeologia, cultura<br />

materiale, parchi, ambiente etc.) si propone<br />

la creazione di un sistema transfrontaliero per la<br />

valorizzazione dei beni culturali ed ambientali<br />

partendo dai sistemi culturali esistenti in Valle di<br />

Susa (Tesori d’arte e cultura alpina), nel Pinerolese<br />

(Cammini di libertà tra arte e cultura), in Maurienne<br />

(Chemins du Baroque) etc. Il progetto prevede<br />

Foto: Alessia Micai, Rochemolles.<br />

altresì la creazione di prodotti turistici e culturali<br />

integrati, sviluppando l’organizzazione di itinerari<br />

culturali, anche in collaborazione di tour-operators<br />

ed agenzie e la realizzazione di “STAGIONI<br />

CULTURALI” sui territori interessati.<br />

L’insieme dei progetti garantisce quindi una concreta<br />

opportunità di interventi ed azioni per le<br />

Valli di Susa e Sangone per i due o tre anni di operatività<br />

dei progetti (durata differenziata di alcuni<br />

progetti) e consente nel contempo all’Ente intercomunale<br />

di continuare la sua azione a favore di<br />

un attento e compatibile sviluppo del territorio.<br />

Sandro Plano<br />

Presidente Comunità Montana<br />

Valle Susa e Val Sangone<br />

istituzioni<br />

21


dall’interno<br />

22<br />

“ Fin ch’a fioca a va tüt bin”<br />

Ilaria Perron Cabus<br />

durante l’autunno, mi capita spesso di scendere in città per lavoro e quasi tutte le volte durante gli appuntamenti<br />

mi viene fatta la medesima domanda: cosa si dice in montagna? Quali sono le previsioni per l’inverno,<br />

nevicherà o non nevicherà? Io ogni volta rimango spiazzata e seppur a malincuore (perché la gente di montagna<br />

per motivi scaramantici non vuol sentir parlare di neve sino a dicembre) rispondo: ma certo che nevicherà!<br />

A quel punto tutte, ma proprio tutte le volte l’interlocutore che ho di fronte mi guarda un po’ perplesso e mi<br />

dice “sì, ma i vecchi del paese cosa dicono?” E allora quest’anno, ho preso la decisione di fare una chiacchierata<br />

con quel simpatico “vecchietto” che qui in zona, viene da tutti indicato come il vecchio saggio, allo scopo di<br />

poter rispondere in modo più adeguato, quando il prossimo “Cittadino” mi porrà la solita, fatidica domanda.<br />

Incontro il “personaggio” seduto al tavolino d’ angolo di quello che Lui chiama “il suo ufficio” ma che in realtà<br />

è il piccolo bar nel quale trascorre diverse ore al giorno, tra la lettura del giornale e gli innumerevoli consigli<br />

che, anche se non richiesti, propina piacevolmente e ironicamente, e sempre in rigoroso dialetto (patuà) a chi<br />

quotidianamente ha la “fortuna o sfortuna” (dipende dai punti di vista) di essere bersaglio delle Sue “perle di<br />

saggezza”. Anche Lui, come vuole la tradizione, quando capisce che sto per parlargli di neve, si esibisce in una<br />

sequenza di gesti scaramantici, dei quali Vi risparmio per educazione la descrizione. Terminato il rituale “antisfiga”<br />

e ordinato un mezzo bicchierino di rosso (non so perché non ne ha ordinato subito uno, ma ha voluto<br />

più volte ordinarne mezzo) ha iniziato con malcelato orgoglio, a propinarmi tutta una serie di aforismi, detti,<br />

massime, proverbi e sentenze che la veneranda età gli ha permesso di accumulare nel corso di tutta una vita.<br />

Alla fine ripensando alle Sue risposte, sono più confusa di prima, non ho ben compreso se posso dormire sonni<br />

tranquilli o se preoccuparmi davvero … in quanto, dopo aver subito il Suo monologo per decine e decine di<br />

minuti, in pratica questo gentile signore sostiene che:<br />

Il segno premonitore più infallibile è l’altezza della pianta della Genziana, più è alta più neve arriverà, in seconda<br />

battuta ma altrettanto importante è l’altezza dei formicai che si trovano nel bosco, anche questi più son alti<br />

più la neve cadrà in abbondanza, sempre però che non ci siano state parecchie api in estate, e che i funghi prataioli<br />

non siano spuntati in abbondanza, poiché ciò renderebbe vana la fatica sia delle api che delle genziane!<br />

E alla mia domanda più concreta sul futuro “climatico” ha furbescamente “deviato” asserendo che al momento<br />

non lo si poteva ancora sapere in quanto doveva prima aspettare il sopraggiungere di un determinato periodo<br />

o giorno per poter elargire la sua visione definitiva e nell’intento di rendere ancora più interessante il discorso<br />

ai miei occhi, ha poi elencato a cascata, MOTTI, PROVERBI E MODI DI DIRE INERENTI L’INVERNO E LA NEVE.<br />

Con non poca difficoltà (dovuta anche alla lingua) sono riuscita a raccogliere questa chiacchierata e a suddividerla,<br />

in modo tale da fornire anche a voi un calendario completo per potervi qualora lo riteniate opportuno,<br />

organizzare al meglio l’inverno senza dover seguire i programmi televisivi del Colonnello Giugliacci.


OTTOBRE<br />

Se fioca s’la foja l’invern da nen noja / Se nevica sulla foglia, l’inverno non darà noia).<br />

NOVEMBRE<br />

Cum a fa a i Sant a fa a Natal / Il tempo dei Santi è già come quello di Natale.<br />

A San Clement l’invern a bùta i dent / Con San Clemente l’inverno ha il primo dente.<br />

A Sant’Andreja l’inver a munta ‘n careja / Con Sant’Andrea l’inverno monta in cassetta.<br />

DICEMBRE<br />

Fioca dsembrina per tre meis i l’avuma vsina / Una neve dicembrina per tre mesi sarà nostra vicina.<br />

Dzesembro trop be – marque pa bon an nové / Con dicembre troppo bello non lo è poi l’anno novello.<br />

Se la plòu a Senta Bibiana la plòu cařanta jû e 'na semana; ma Senta Barba i po rumpe la planetta / Se piove a Santa<br />

Bibiana piove per quaranta giorni o una settimana; ma Santa Barbara (4 dicembre) può stravolgerne il piano.<br />

Senza neve a Sant’Ambrogio, l’inverno sarà mogio.<br />

A Natal ‘l sulet, a pasqua il tisunet / A Natale il solicello, a Pasqua il focherello.<br />

A Natal i muscùn, a Pasqua i giasùn / Natale mosconi, a Pasqua ghiaccioli.<br />

GENNAIO<br />

A gennaio quando il sole la neve indora, neve, neve e neve ancora.<br />

Sut l’acqua fam e suta la fioca pan / Sotto l’acqua fame, sotto la neve pane.<br />

Le doze premié dzor de l’an marquon lo ten que faret le doze mei / I primi dodici giorni dell’anno indicano il tempo dei<br />

dodici mesi.<br />

Lo diesh Geunè clara geornà – deshtiot una bona annà / Il dieci gennaio con chiara giornata dischiude una buona<br />

annata.<br />

Se Sant’Antonio ha la barba bianca, se non nevica poco ci manca. // Sant’Antonio dalla barba bianca, se non piove, la<br />

neve non manca. // Dell’inverno non me ne curo, purché San Paolo non faccia scuro.<br />

FEBBRAIO<br />

Cel fait a lana, a fioca ant’la smana / Cielo a fiocchi di lana, pioggia nel giro di una settimana.<br />

La fioca d’fervè le galine a portu via cùn i pè / La neve di febbraio è fina, la raschiano le zampe di gallina.<br />

Sent'Urs: se l'urs u bitta fořa sa palha, la turna acumensâ l'ivêr. Cla nivořa l'iver sen fořa / Sant'Orso se l'orso mette fuori<br />

la paglia (cioè ad asciugare il suo pagliericcio), inizia di nuovo l'inverno.<br />

'S sant'Ouars eisouléllho soun ni, për caranto jouarn a sort papì; nivou e churumuzòlo 'd l'unvearn nou nën soun foro.<br />

(OCCITANO)<br />

Candelora in foglia, Pasqua in neve. // Candelora al solicello, siamo solo a mezzo inverno.<br />

San Matia a rùnp la giasa s’à la treuva, s’à la treuva nen a la fa / San Mattia spezza il ghiaccio che c’è o se non c’è lo fa.<br />

MARZO<br />

Mars u l'à encâ 29 nevatà / Marzo ha ancora 29 nevicate.<br />

APRILE<br />

Can la cuketta i bà lu veři dla femètra dl'itabbli la ribba ël uvêtën (la néa) / Quando lo scricciolo batte ai vetri della finestra<br />

della stalla arriva il cattivo tempo (la neve).<br />

Térso abriëlando, caranto jouërn coumando / Il terzo giorno d'aprile per quaranta giorni comanda.<br />

Ecco fatto quindi, calendario stilato, a voi l’interpretazione, ora potrete giorno per giorno programmare<br />

con “assoluta” certezza, il periodo migliore per scegliere le vostre giornate in <strong>vialattea</strong>!.<br />

Il mio incontro si chiude con i dovuti ringraziamenti al “vecchio saggio del paese”, ai suoi libri, ai suoi<br />

fogli, alla sua incredibile memoria, ai Suoi occhi colmi di saggezza contadina. Dopodiché con il simpatico<br />

ghigno stampato in viso di chi la sa lunga, mi saluta dicendo “ comunque sia Ilaria, can ël Chabartoun ou l'à<br />

soun chapé o qu' la fai brut o qu' la fai bé “ e va via ridendo, in poche parole mi ha detto che quando lo Chaberton<br />

ha il cappello o fa brutto o fa bello……mi sento un po’ simpaticamente presa in giro… in sostanza dopo<br />

tutte queste parole, con l’ultimo dei Suoi proverbi mi fa capire che alla fine il tempo fa assolutamente quello<br />

che vuole e non c’è segno premonitore o altro che ci possa far capire quando e quanta neve il Padreterno vorrà<br />

regalarci. Guardo fiera questo piccolo grande uomo, espressione delle mie montagne e quasi a volerlo stupire<br />

anch’io, gli dico butto lì il nostro motto “aziendale” : FIN Ch’A FIOCA A VA TÜT BIN ... lui mi fa l’occhiolino si tocca<br />

con la mano la falda del cappello in segno di saluto e con qualche mezzo bicchiere in più nelle gambe prende<br />

la sua via...<br />

dall’interno<br />

23


THE BEAST<br />

Simpaticamente la bestia<br />

di vITTORIO SALUSSO<br />

il gatto più grande del mondo


la bestia rimane dentro di noi, fa di noi dei pazzi<br />

scatenati. Già nel precedente Magazine vi avevo<br />

raccontato un po’ di vita nei cantieri, dietro le<br />

quinte di una scenografia che sembra fatta solo di<br />

neve e sciatori, ma non è solo così.<br />

Ora mi vengono in mente tutte le persone che<br />

ho incontrato, mi verrebbe meglio dire scontrato,<br />

a monte Fraiteve. Sto lì, proprio come una bestia<br />

e cerco di difendere i miei uomini dal gelo, sì dal<br />

gelo di chi fatica a capire i cambiamenti.<br />

Tutto sommato, tranne una giornata storta, una<br />

giornata di vento che ha messo a dura prova i nostri<br />

uomini, alla fine ho visto tanta gente contenta.<br />

Piccole soddisfazioni… Siamo un paese un po’<br />

vecchio ma proprio con i “vecchi simpatici perché<br />

non mollano” abbiamo smontato le funivie, costruito<br />

la telecabina a Borgata (ora la smontiamo!!!) invece<br />

che al Colle; la Banchetta senza intermedia<br />

al posto di due sciovie ecc. Tutti “drammi terribili”<br />

vissuti da attori che vedo con piacere ancora sciare<br />

(anche se da buoni piemontesi non lo vogliono<br />

dare a vedere) e che si divertono come bestie.<br />

Il vento in montagna c’è, come altri pericoli. Vorrei<br />

poter scrivere (come sul pacchetto di sigarette “Se<br />

fumi muori”): “ Se scii, e non rispetti le regole, puoi<br />

morire o magari farti male”. Non si può: mi dicono<br />

che poi non verreste più a sciare. Comunque io<br />

continuo a fumare. Meglio smettere: non di sciare,<br />

ma di fumare!<br />

Critiche, va beh!<br />

Abbiamo di nuovo come bestie ultimato i lavori<br />

nel Vallone. Silvano, quando sale lui sulla ruspa<br />

d’estate, possiamo veramente dire che non ce n'è<br />

per nessuno. Andrea, emulando Valentino Rossi, si<br />

fa male: “M…a, ora cosa succede?” vien da dire.<br />

Niente paura! Gianni e Davide, età media 26 anni,<br />

diventano dietro la bestia, le bestie. Martellando,<br />

martellando, quando arriviamo alla pista 51, nasce<br />

la 27 bassa, che di basso ha ben poco, ma<br />

la inseriamo già tra i famosi cambiamenti alla<br />

"Beautiful".<br />

Dopo il “vento” sul Fraiteve, con la sua folata di<br />

cambiamento, tocca ora ad una simpatica disquisizione<br />

artistica sul disegno della ski map che vede<br />

vincente Ilaria, giovane rampante. Modifichiamo<br />

così la segnaletica ed inseriamo 40 Info Point lun-<br />

dall’interno<br />

25


dall’interno<br />

24<br />

go le piste, anche perché abbiamo paura che il nostro<br />

coordinatore, vista l’età, si perda… (caro Gigi,<br />

poi dici che i giovani non ti aiutano). Puntiamo a<br />

unificare l’informazione, nasce la centrale operativa<br />

e con Dona uniamo le forze: cassiere più impiantisti<br />

uguale più informazione e più qualità.<br />

Emanuele, noto elaboratore di problemi, superando<br />

lo stress da palazzo si lascia un po’ andare<br />

e, con il prezioso aiuto di Elena, miracolosamente<br />

porta a casa il materiale per la segnaletica: legno e<br />

colori per indicare le località, gli impianti e le piste<br />

con le varie difficoltà, il tutto per evitare che se ci<br />

fosse anche solo una bestia che scia, si faccia male<br />

o si perda.<br />

In questo momento in cui sto scrivendo abbiamo<br />

diversi problemi, “Nella notte ti raserò l’aiuola”, la<br />

suoneria del mio telefono sembra anche lei impazzita,<br />

ed una dopo l’altra arrivano le grane: abbiamo<br />

bruciato un motore, abbiamo una perdita di aria,<br />

il gatto si è rotto ecc... che giornata! Meno male<br />

che nevica… mmmm!!! Niente paura è normale,<br />

ma a volte mi chiedo se d’estate non varrebbe la<br />

pena trasferirsi, tipo alle Maldive. Tanto … Marco,<br />

Gabriele, Fabrizio, Salvatore, ecc., con i nostri manutentori,<br />

lavorano tutta l’estate per contrastare<br />

lo stress da rottura, rottura in tutti i sensi… Siamo<br />

poi anche quelli che in azienda spendono di più!<br />

Palate di m…a da tutti, le macchine si rompono:<br />

deduco che siano delle bestie pure loro.<br />

Non riusciremo a coltivare 10 kg di pomodori al<br />

mq come i cinesi ma, se riuscissimo a cavarne un<br />

solo kg di quelli buoni, magari vivremmo lo stesso.<br />

Ammettiamolo: non possiamo competere con<br />

certe produttività. Proviamo allora a coltivare efficacemente<br />

il nostro micro cosmo, cerchiamo di<br />

far bene nel nostro piccolo, ognuno si impegni nel<br />

suo ruolo. Stiamo cercando di far passare questo<br />

messaggio ai nostri uomini perché diventino delle<br />

bestie in qualità e cortesia, come Monica che,<br />

nonostante il mio carattere, ogni mattina è pronta<br />

a sorridermi. Che impresa però! Quale politico<br />

può raccogliere l’immondizia che tutti noi buttia-


mo in giro, quale stazione invernale può evitare<br />

gli incidenti sulle piste se tutti gli sciatori vanno<br />

come pazzi e non si danno una regolata? (simpaticamente<br />

delle bestie)<br />

Vedo crescere i giovani con piacere e scherzo con il<br />

nostro Junior President, Gualtiero. Sto invecchiando,<br />

54 anni non sono poi tanti, ma mi spaventa<br />

l’idea di arrivare a 120: che fatica! Fatico soprattutto<br />

a capire questo paese, dove è più facile essere<br />

anziani piuttosto che giovani! Quindi mi impegno<br />

e investo sui ragazzi, o meglio, cerco di convincere<br />

il mio Presidente che è meglio attorniarci di belle<br />

collaboratrici. Aiuto! Ora Gigi si strofina le mani<br />

e Cristina, la mia fedele (si fa per dire) ingegnere<br />

(prossimamente mamma… help! Partorirà di sicuro<br />

su un impianto di risalita) mi dà del maschilista<br />

come al solito.<br />

Belle sì, ma brave. Se non altro abbiamo incontrato<br />

persone di cultura che hanno voglia di emergere<br />

e devo dire che in un mondo dove tutti sono “dottori”<br />

e tu non trovi un idraulico neanche a pagarlo<br />

oro, i nostri giovani laureati, che ora sono una decina,<br />

hanno una buonissima preparazione.<br />

Bisogna dar loro fiducia, noi, vecchie bestie brontolone,<br />

dobbiamo lasciarli fare, dar sicurezza e<br />

permettere loro di usare la nostra esperienza.<br />

Giovani e bestie, nel mix non poteva mancare ThE<br />

BEAST: il “gatto” più grande del mondo, il più giovane<br />

anche, ma è un segnale, un segnale che dimostra<br />

che questa azienda sta al passo con i tempi,<br />

o almeno ci prova in tutti i modi. Sta di fatto che<br />

negli ultimi quattro anni ci siamo innovati in tutto.<br />

Non importa se il mondo fatica a venirci dietro,<br />

noi ce l’abbiamo messa tutta. Concedetemi ancora<br />

di aggiungere che la perfezione non è essere<br />

perfetti ma tendere continuamente ad esserlo…<br />

In fondo, in fondo siamo anche un po’ umani.<br />

Penso a quanto mi odierà Claudia che dovrà italianizzare<br />

i miei pensieri, sono proprio una bestia! Difatti<br />

passo davanti all’ufficio di Manu che come al<br />

solito non parla, ma mi abbaia; mi consolo: questo<br />

mondo è pieno di bestie………….meno male!<br />

dall’interno<br />

27


dall'interno<br />

28<br />

la Vialattea<br />

Top Secret<br />

di LUISELLA BOURLOT<br />

giunti alla quarta edizione del Vialattea Magazine non potevo mancare … finora un po’ per carattere e un<br />

po’ per la tipologia di lavoro che svolgo all’interno della Vialattea ho evitato i contatti con il mondo esterno,<br />

ma credo sia giunta l’ora di spiegarVi chi c’è nelle retrovie a far quadrare i conti ….<br />

Lavoro alla Sestrieres da 28 anni, i primi due come occasionale agli impianti e alle casse e poi dal 1984 nel<br />

settore amministrativo, salendo tutti gli scalini fino a diventarne il direttore … sempre con entusiasmo e<br />

dedizione perché, devo dire, che sono da sempre innamorata del mio lavoro e della “mia” (posso dirlo?)<br />

Società …..<br />

Ho la fortuna di avere al mio fianco persone valide e motivate che compongono insieme alla sottoscritta la<br />

“Direzione Amministrativa”: dove lavorano 10 persone tutto l’anno (di cui 9 sono donne) che provvedono


alla tenuta della contabilità, alla stesura delle dichiarazioni fiscali, dei bilanci,<br />

alla gestione delle banche, al controllo di gestione attraverso la predisposizione<br />

dei budget e dei forecast, al controllo budget in tempo reale, alla contrattualistica<br />

sia attiva che passiva, alla gestione dell’ufficio personale ed infine<br />

anche alla gestione dei sistemi informatici di tutta l’azienda. Mi è sempre piaciuto<br />

pensare all’Amministrazione di un’azienda come ad un “navigatore”, che<br />

deve trasmettere tempestivamente le informazioni necessarie al Pilota, per<br />

giungere al traguardo senza sorprese e magari vittorioso …. forse sono un po’<br />

presuntuosa nel pensare che il nostro lavoro consente a chi deve prendere le<br />

decisioni di studiare le giuste strategie e a chi è sul campo di operare contando<br />

sulle informazioni che servono a raggiungere il traguardo ...<br />

Ora, vorrei “navigare” per un breve tratto anche con Voi: inizio con il dirVi che<br />

nella Vialattea lavorano circa 320 dipendenti di cui 80 tutto l’anno, perché anche<br />

quando gli impianti sono chiusi la stazione continua a lavorare per preparare<br />

gli impianti, le piste, la comunicazione, la politica commerciale, il bilancio...<br />

Il costo relativo alla forza lavoro è di circa 8 milioni di Euro all’anno.<br />

Ma lo sapete quanto costa un gatto delle nevi? In media circa 350 mila Euro e<br />

per non parlare di quello di ultima generazione appena arrivato in Vialattea<br />

(quello bianco) il “Beast” (la bestia) che costa ben 400 mila Euro. Ogni gatto<br />

consuma circa 28 litri di gasolio all’ora e alla fine dell’anno la Vialattea acquista<br />

circa 600.000 litri di gasolio; la Vialattea spende circa 3 milioni di Euro, tutto<br />

compreso, per preparare tutte le sue piste. E quanto costa produrre la neve? Un<br />

metro cubo di neve costa circa 3,5 / 4 Euro; la Vialattea registra costi tra i 4 e i 5<br />

milioni di Euro anche in una stagione come il 2009/<strong>2010</strong>, nella quale le precipitazioni<br />

naturali non si sono fatte desiderare. E non è finita … la Sestrieres destina<br />

oltre 2 milioni di Euro all’anno per gestire in sicurezza il proprio personale<br />

ed i propri clienti, in particolare ha investito nelle comunicazioni wireless, ha<br />

creato una centrale operativa per la gestione delle informazioni tecniche, sta<br />

rinnovando la segnaletica, ha installato degli info - point al fine di raggiungere<br />

sempre più i propri clienti per agevolarli e farli sciare sempre più in sicurezza;<br />

inoltre ad ulteriore garanzia di tutti gli utenti è compresa nello skipass la copertura<br />

assicurativa di responsabilità civile v/terzi.<br />

Spesso ci chiedono quando scadono i contratti per l’energia elettrica … ogni<br />

utenza ha la sua scadenza, ma Vi posso dire che la Vialattea alla fine dell’anno<br />

spende circa 2,5 milioni di Euro di energia elettrica e può contare finalmente<br />

sul mercato libero che crea qualche efficienza! Insomma pensate che in una<br />

stagione, che conta in media 130 giornate di apertura, il costo giornaliero di<br />

gestione omnicomprensivo medio di un impianto è di circa 4.500 Euro (media<br />

tra sciovie, seggiovie, telecabine e funivia), dove ad esempio una giornata della<br />

Telecabina costa 7 mila Euro! Non parliamo solo dei costi, per fortuna possiamo<br />

contare su un fatturato tutto compreso di 25 / 30 milioni di Euro a seconda<br />

dell’andamento meteo della stagione. E … adesso basta mi sono già esposta<br />

molto e poi lo sapete che molti dati custoditi dall’amministrazione sono “top<br />

secret”, sempre che un giorno non ci intercetti Wikileaks!<br />

UNA BUONA STAGIONE A TUTTI!<br />

dall’interno<br />

29


dall'interno<br />

30<br />

Pane al pane<br />

di LUIGI RICOTTI<br />

nel corso dell’inverno, quando il tempo e la<br />

pigrizia me lo consentono, vado a sciare e quasi<br />

sempre sono solo ed in incognito, pertanto mi capita<br />

di salire sugli impianti con altre persone, che<br />

parlando tra di loro, usano termini o si pongono<br />

delle domande (se non addirittura risposte) riguardanti<br />

gli impianti di risalita. Mi sembra quindi<br />

opportuno fornire alcune informazioni anche se<br />

superficiali, sulle caratteristiche dei nostri impianti.<br />

Tanto per incominciare la nomenclatura di ogni<br />

tipo di impianto è definita per legge e vi assicuro<br />

che come al solito è anche molto complicata;<br />

per esempio un tipo di seggiovia è così definito:<br />

“funivia monofune a movimento unidirezionale<br />

continuo e collegamento temporaneo dei veicoli”.<br />

Non voglio arrivare a tanto, però, molto più terra<br />

terra (ma correttamente), possiamo classificare gli<br />

impianti in questo modo:<br />

SCIOVIA: non chiamatela skilift, (non lo fanno<br />

nemmeno i popoli di lingua inglese); è il classico<br />

impianto ove lo sciatore è trainato da un dispositivo<br />

(chiamato appunto “traino”) ammorsato<br />

alla fune traente dotato di “piattello” ed in cui è<br />

previsto che l’azione sullo sciatore al momento<br />

dell’aggancio avvenga progressivamente grazie a<br />

dispositivi idraulici o elettromagnetici. La velocità<br />

di questi impianti può variare da 2 a 3 metri al secondo<br />

(m/s) e la “portata” può raggiungere le 900<br />

persone all’ora (pers/h).<br />

SEGGIOvIA FISSA: è la classica seggiovia ove la<br />

seggiola (“veicolo”) è rigidamente “ammorsata”<br />

(e non agganciata) alla fune “portante/traente”. I<br />

veicoli possono essere a più posti, ed il numero di<br />

posti nonché il tipo di servizio ne determina la velocità<br />

massima. Per intanto se è previsto il trasporto<br />

di “pedoni”, questi non possono essere più di due<br />

per seggiola (anche per le seggiovie quadriposto)<br />

e la velocità massima consentita per legge è di 2<br />

m/s. Se l’impianto è ad uso esclusivo di sciatori (naturalmente<br />

con gli sci calzati) le velocità massime<br />

sono: 2,5 m/s per le biposto, 2,3 m/s per le triposto<br />

e 2,2 m/s per le quadriposto. La biposto del Colò,<br />

essendo equipaggiata di “tappeto mobile per facilitare<br />

l’imbarco”, può girare a 2,8 m/s. Queste diverse<br />

velocità sono stabilite dalla normativa e tengono<br />

conto della diversa massa dei vari tipi di seggiola<br />

che impatta con lo sciatore.<br />

Le portate massime variano<br />

dalle 1200 p/h della biposto<br />

alle 2400 p/h della quadriposto.<br />

Attenzione però che<br />

queste portate sono teoriche<br />

e calcolate per seggiole<br />

a pieno carico, cosa che<br />

avviene raramente (scalpitiamo<br />

quando siamo in<br />

coda, ma non occupiamo<br />

tutti i posti quando è il<br />

nostro turno di salire).<br />

Sotto questo aspetto<br />

l’impianto più penalizzato<br />

è la quadriposto; un<br />

esempio per chiarire: il<br />

Chamonier (quadriposto)<br />

ha raggiunto un’efficienza massima del 52,37<br />

% cioè a dire una portata reale di 1257 p/h contro<br />

le 2400 teoriche, mentre il Colò (biposto) di recente<br />

costruzione ha già raggiunto un’efficienza del 83,55<br />

% pari a 1000 p/h contro le 1200 teoriche!<br />

SEGGIOvIA AUTOmATICA: è quella seggiovia<br />

ove i veicoli arrivando alle stazioni si disaccoppiano<br />

dalla fune portante traente così da poter<br />

essere rallentati da dispositivi (detti “travi di lancio”<br />

e/o “travi di rallentamento”) ad una velocità<br />

tale da consentire un’agevole accesso agli sciatori.<br />

La fune portante traente di questi impianti, può<br />

raggiungere anche velocità ragguardevoli (5 m/s)<br />

che dipendono esclusivamente dalla lunghezza<br />

delle travi di lancio e rallentamento e quindi delle<br />

stazioni. Si deve tenere conto infatti che gli spazi<br />

per accelerare e decelerare i veicoli sono in rapporto<br />

quadratico con la velocità (qualcuno ricorda<br />

che s=v2/2a ?) e pertanto il solo passaggio da 4<br />

m/s a 5 m/s comporta stazioni più lunghe di circa


5 metri cosa che peraltro in<br />

alcune situazioni morfologiche<br />

del terreno non è<br />

possibile. Sono certamente<br />

gli impianti più graditi<br />

dallo sciatore, infatti<br />

consentono risalite veloci<br />

senza peraltro togliere<br />

gli sci. Le portate orarie<br />

sono le stesse di quelle<br />

delle seggiovie fisse; e<br />

non stupitevi, perché<br />

la portata dipende da<br />

quante seggiole ogni<br />

ora arrivano alla stazione<br />

di monte e poiché<br />

fisiologicamente e per<br />

legge, per qualsiasi tipo<br />

di impianto, non è possibile scendere al di sotto di<br />

6 secondi tra un veicolo e l’altro, i conti sono presto<br />

fatti: 3600/6 = 600 seggiole all’ora e 600 x 4 posti<br />

= 2400 pers/h.<br />

TELECABINA: innanzi tutto, per cortesia non<br />

chiamatele “ovovie”, un termine che oltre ad essere<br />

sbagliato è anche molto riduttivo. Un tempo,<br />

quando le cabine erano a due posti effettivamente<br />

avevano la forma di un uovo, ma ora non più. Sono<br />

impianti che tecnicamente hanno le stesse caratteristiche<br />

delle seggiovie automatiche, ma sono<br />

equipaggiati con veicoli “chiusi” il che consente<br />

maggior numero di persone a bordo e maggiori<br />

altezze da terra e quindi percorsi più lunghi. Per<br />

altro comportano stazioni più importanti tenuto<br />

conto delle masse in gioco e della velocità che può<br />

anche superare i 6 m/s.<br />

FUNIvIA: è quella comunemente chiamata “teleferica”<br />

(sbagliando: la teleferica è quel tipo di<br />

e vino al vino<br />

impianto con tanti vagonetti che trasportano<br />

normalmente del materiale, come ad esempio la<br />

Savona-Cairo Montenotte che avrete certamente<br />

visto andando al mare). E’ composta da una o due<br />

funi “portanti” per ogni “via di corsa” sulle quali<br />

scorre una cabina, trainata dalle funi “traenti”, che<br />

assume un movimento a “va e vieni” tra una stazione<br />

e l’altra. Essendo dotata di fune di “soccorso” e<br />

quindi non richiedendo la eventuale calata a terra<br />

dei passeggeri (attenzione, la dicitura non tragga<br />

in inganno la fune di soccorso è semplicemente un<br />

anello di fune al quale, alla bisogna, si può collegare<br />

un carrello che appoggiandosi sulle portanti<br />

può raggiungere le cabine ferme e trasbordare le<br />

persone riconducendole alle stazioni di valle o di<br />

monte) può sorvolare il terreno a grande altezza<br />

(in teoria senza limiti) ed è quindi adatta per percorsi<br />

difficili con andamento del terreno particolarmente<br />

accidentato. Come tipo di impianto ha<br />

però molti limiti in quanto la portata oraria dipende<br />

dalla lunghezza del percorso, dalla velocità del<br />

veicolo e dalla sua “capacità” (per le seggiovie la<br />

lunghezza dell’impianto può teoricamente essere<br />

infinita senza per questo limitare la portata è infatti<br />

sufficiente che la cadenza sia sempre di 6 secondi).<br />

Una funivia moderna raggiunge tranquillamente<br />

i 12 m/s (per darvi un’idea corrispondono a<br />

43 km/h) e le cabine possono anche ospitare quasi<br />

200 persone. Questi, in due parole, sono i tipi di<br />

impianto che trovate in Vialattea, ma ne esistono<br />

molti altri, che però non sono oggetto di questa<br />

“chiacchierata in seggiovia”. Non solo, non Vi sto<br />

nemmeno a raccontare le varie “perle” udite da<br />

queste orecchie (una per tutte: salendo in funivia<br />

ed in telecabina: ma le cabine che scendono vanno<br />

più veloci!: spero proprio di no perché sarebbe<br />

veramente un guaio, in quanto i veicoli sono tutti<br />

ammorsati alla stessa fune e quindi vanno tutti<br />

alla stessa velocità. Non voglio scomodare Einstein,<br />

il quale teorizzava che la velocità (e il tempo)<br />

dipendono dallo stato dell’osservatore, ma<br />

semplicemente dirvi che all’occhio di chi guarda,<br />

la velocità relativa diventa doppia così da obbligare<br />

anche il cliente che scende a dire: ma le cabine<br />

che salgono vanno più veloci!).<br />

Se qualcuno fosse interessato ad approfondimenti,<br />

può contattarmi via mail presso la Sestrieres.<br />

dall’interno<br />

31


dall'interno<br />

32<br />

LO SKIPASS<br />

DIVENTA BUONO<br />

iL CO-mARkETING CONTINUA AD ESSERE<br />

UNO DEI PUNTI DI FORzA DELLA FILOSOFIA<br />

COmmERCIALE DEL COmPRENSORIO SCIISTI-<br />

CO. La Vialattea ha sviluppato negli ultimi tre anni<br />

un complesso progetto. ha coinvolto prestigiose<br />

aziende che operano in svariati settori del mercato<br />

ed ha sfruttato le sinergie e gli interessi comuni<br />

per raggiungere un importantissimo obiettivo:<br />

abbattere i costi per il consumatore finale.<br />

L’utilizzo dei coupon, distribuiti unitamente agli<br />

skipass giornalieri e stagionali, è costantemente<br />

e notevolmente aumentato. I numeri hanno ampiamente<br />

confermato il gradimento dell’iniziativa<br />

e, in alcuni casi, hanno superato svariate migliaia<br />

di contatti. La Vialattea e le aziende partner sono<br />

riuscite a fidelizzare una clientela comune ed il<br />

successo dell’iniziativa deve proprio esser ricercato<br />

nei benefici reciproci ottenuti da parte di tutti i<br />

partner coinvolti e soprattutto da parte del cliente<br />

finale che ha colto l’elevato risparmio derivante<br />

dal progetto.<br />

QUEST’ANNO C’è UNA GRANDE NOvITà NEL<br />

PROGETTO DI CO-mARkETING: SI RISPARmIA<br />

ANChE SUGLI SkIPASS GIORNALIERI vIALAT-<br />

TEA; il blocchetto di coupon consegnato unita-<br />

mente allo skipass giornaliero conterrà infatti un<br />

buono grazie al quale il cliente potrà beneficiare<br />

di uno sconto di 10 euro sul successivo acquisto di<br />

un giornaliero “mani libere” Vialattea, dal lunedì al<br />

venerdì (24 euro anziché 34 euro). La promozione<br />

non sarà valida nei periodi festivi dal 23.12.10 al<br />

9.01.11 e dal 3 all’8.03.11. Per usufruire dell’agevolazione<br />

sarà indispensabile munirsi della tessera<br />

Vialattea Ski Card. La Ski Card è personale e non<br />

cedibile e può esser tenuta comodamente in tasca.<br />

Il supporto potrà esser acquistato, previa registrazione<br />

sul sito www.<strong>vialattea</strong>.it, presso tutte<br />

le biglietterie del comprensorio al costo di 5 euro<br />

ed avrà la durata di anni 3. La Vialattea Ski Card<br />

potrà anche esser utilizzata per acquisti di giornalieri,<br />

a prezzo pieno, su internet, in tal caso si<br />

potrà accedere direttamente agli impianti sciistici<br />

del comprensorio della Vialattea senza recarsi alle<br />

biglietterie. Il giornaliero verrà caricato senza data<br />

e potrà essere utilizzato in un giorno a scelta, purché<br />

entro la stagione in cui viene acquistato.<br />

Qui di seguito le altre agevolazioni offerte nel<br />

blocchetto di coupon:<br />

COOP<br />

6 euro di sconto, a fronte di una spesa minima di<br />

60 euro, coupon utilizzabile in tutti i supermer-


cati Coop e ipermercati Ipercoop di Novacoop in<br />

Piemonte. Sono cumulabili un massimo di 3 buoni<br />

per 180 euro di spesa. Con lo stagionale ricevi subito<br />

20 buoni sconto.<br />

kAPPA<br />

Sconto del 30% con lo stagionale su tutti gli acquisti<br />

presso i negozi Robe di Kappa, Superga, K-Way,<br />

AlloSpaccio, Kappa Outlet, theGigastore.com e<br />

Robe di Kappa Junior, fino a 1000 euro di spesa e<br />

sconto di 15 euro con il giornaliero, a fronte di una<br />

spesa minima di 50 euro.<br />

FONDIARIA SAI<br />

15 euro di sconto sull’acquisto di una nuova polizza<br />

con premio assicurativo non inferiore a 100<br />

euro. I buoni sono cumulabili fino ad un massimo<br />

di 3; con lo stagionale ne ricevi subito 3, per un<br />

valore di 45 euro. Promozione valida presso tutte<br />

le agenzie del gruppo.<br />

DECAThLON<br />

Buono sconto del valore di 10 euro per un trattamento<br />

sci o snowboard per i possessori di skipass<br />

giornaliero e stagionale, utilizzabile presso alcuni<br />

centri Decathlon del Piemonte e della Liguria.<br />

COSTA CROCIERE<br />

Nuovo partner della Vialattea che mette a disposizione<br />

dei clienti dello skipass stagionale e dei suoi<br />

famigliari favolose crociere a prezzi imbattibili.<br />

SPONSOR<br />

FONDAzIONE TORINO mUSEI<br />

Mette a disposizione dei possessori di skipass ingressi<br />

gratuiti nei 4 musei civici di Torino (la GAM-<br />

Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea,<br />

Palazzo Madama-Museo Civico d’Arte Antica, il<br />

MAO-Museo d’Arte Orientale ed il Borgo e la Rocca<br />

Medievale).<br />

SERRAvALLE DESIGNER OUTLET<br />

Sconto di 5 euro a fronte di 100 euro di spesa, praticato<br />

in tutti i negozi dell’outlet che partecipano<br />

all’iniziativa (sono cumulabili fino a 2 buoni) ed ulteriori<br />

riduzioni del 5-15% con la Serravalle Shopping<br />

Card sui prezzi outlet.<br />

AQUATICA<br />

Il complesso sportivo Galileo Ferraris di Torino<br />

mette a disposizione entrate gratuite in piscina in<br />

giorni ed orari prestabiliti.<br />

CINEmA PAThè LINGOTTO<br />

Il biglietto, per tutti gli spettacoli nelle 11 sale del<br />

cinema, costerà al cliente Vialattea solamente 5<br />

euro. Per i film in 3D ingresso ridotto a 9 euro.<br />

RIMANE INOLTRE CONFERMATA LA COLLABORAzIONE<br />

TRA VIALATTEA ED I SUOI SPONSOR ISTI-<br />

TUzIONALI:<br />

UNICREDIT<br />

ACI<br />

ABARTh<br />

RADIO ITALIA<br />

TELECUPOLE<br />

29


l'azienda<br />

34<br />

GRUPPO FONDIARIA SAI,<br />

la sicurezza di una vita serena<br />

dal settore auto all’innovazione di prodotto, dalle<br />

coperture sanitarie a quelle previdenziali, il Gruppo<br />

Fondiaria Sai continua a fare innovazione per raggiungere<br />

l’obiettivo di sempre: la serenità dei suoi<br />

clienti. Vocazione sociale e attenzione ai bisogni<br />

di un mercato in costante evoluzione sono gli atteggiamenti<br />

che da sempre orientano l’azione del<br />

Gruppo Fondiaria Sai, realtà nata dalla fusione di<br />

due primarie Compagnie assicurative nel panorama<br />

nazionale: Sai (Società Assicuratrice Industriale) e La<br />

Fondiaria Assicurazioni.<br />

Leader nell’auto e nell’innovazione<br />

Solidità e affidabilità sono caratteri distintivi del<br />

Gruppo Fondiaria Sai, che si traducono sia in efficienza<br />

gestionale, sia nella capacità di studiare<br />

soluzioni sempre in linea con le esigenze dei suoi<br />

assicurati. Al di là della tradizionale immagine<br />

che fa dell’assicuratore una figura prudente e responsabile,<br />

per il Gruppo Fondiaria Sai efficienza<br />

significa anche un’adeguata e redditizia gestione<br />

dell’area finanza, fattore di sicurezza e tranquillità<br />

per gli oltre nove milioni di clienti del Gruppo.<br />

Per rispondere ai bisogni di sicurezza degli italiani,<br />

inoltre, il Gruppo Fondiaria Sai continua a innovare<br />

prodotti e servizi, tra i quali spicca il progetto<br />

Auto Presto e Bene, che rappresenta un salto di<br />

qualità nella concezione dell’assicurazione auto,<br />

comparto dove una quota di mercato del 23% assegna<br />

al Gruppo la leadership nazionale. L’offerta<br />

personalizzata continua a rinnovarsi con coperture<br />

pensate su target sempre più specifici, come il<br />

mondo della piccola e media impresa, gli acqui-<br />

renti sistemi per la produzione di energia sostenibile<br />

e gli anziani.<br />

Le soluzioni sanitarie e previdenziali<br />

Il progressivo invecchiamento della popolazione,<br />

in particolare, ha posto alle Compagnie una nuova<br />

sfida, coinvolgendole direttamente nello sviluppo<br />

del welfare state, settore nel quale le assicurazioni<br />

saranno chiamate nei prossimi anni a dare prova<br />

della loro funzione sociale. Su questo fronte, il<br />

Gruppo Fondiaria Sai ha già messo a punto risposte<br />

adeguate all’allungamento delle aspettative<br />

di vita nel nostro Paese, approdo certamente positivo<br />

della nostra società, che tuttavia apre nuove<br />

domande nella gestione della spesa sanitaria<br />

e previdenziale. Se in ambito sanitario la stipula<br />

di polizze collettive è una soluzione efficace per<br />

garantire in futuro a tutti i cittadini una copertura<br />

medica, sul fronte pensionistico la previdenza<br />

complementare è sicuramente la soluzione ideale<br />

per assicurare agli italiani uno livello di pensione<br />

adeguato alle necessità della terza età, stagione<br />

della vita che sotto molti aspetti è la più fragile.<br />

Stipulare un fondo assicurativo previdenziale, inoltre,<br />

significa anche sottoscrivere un investimento<br />

sicuro, con un rendimento certo, risultato che va<br />

tenuto in debita considerazione, soprattutto in<br />

tempi incerti come quello che stiamo vivendo. In<br />

tema di rendimento, infine, il Gruppo Fondiaria Sai<br />

è orgoglioso di poter dire che già oggi è in grado<br />

di garantire ai cittadini rendimenti minimi pari a<br />

quelli del TFR. Per concludere, la visione del mercato<br />

e le più recenti coperture assicurative fanno<br />

del Gruppo Fondiaria Sai un attore di primo piano<br />

nella tutela e nella crescita della società contemporanea,<br />

ruolo sociale che coincide con la missione<br />

di un’azienda che continua ad avere un solo<br />

obiettivo: la quotidiana serenità dei suoi clienti.<br />

Gino Bressa<br />

Direttore Relazioni Esterne e Comunicazione<br />

Polo di Torino


storia degli sci club<br />

36<br />

LA STORIA dELLO SCI CLUB SAUzE d'OULx<br />

di RUGGERO GIACOPAzzI<br />

lo Sci Club Sauze d’Oulx nasce 55 anni fa da<br />

un’idea dell Ing, Stefano Caretta, costruttore degli<br />

impianti di risalita che collegavano il nostro Paese<br />

con le zone di Clotes, Lago Nero e Capanna Mollino<br />

e la zona di Prariond con la conca di Sportinia.<br />

L’Ing. Caretta è stato anche animatore del movimento<br />

sportivo che in quegli anni pionieristici<br />

andò ad accomunare gli sciatori valligiani e numerosi<br />

cittadini che amavano frequentare queste<br />

Vallate. Lo Sci Club Sauze d’Oulx, allora denominato<br />

Sci Club Sportinia, ebbe la capacità e il dono<br />

di far convivere in perfetta armonia creando un<br />

vero spirito di squadra queste realtà così diverse<br />

tra loro, ma così unite dall’amore e dalla passione<br />

per questo meraviglioso sport.<br />

Le due anime si integrarono in maniera perfetta<br />

e amicizie solide nate in quegli anni convivono<br />

tutt’oggi nei ricordi e nel brillare degli sguardi<br />

quando vengono raccontate ai nipoti, attuali atleti<br />

dello Sci club, dai nonni che furono bandiere di<br />

questo sodalizio.<br />

Pochi Club nella nostra Valle possono con orgoglio<br />

vantare un palmares così importante e ricco<br />

di trionfi dalle categorie dei nostri più piccoli<br />

atleti, ai campioni che hanno segnato la storia<br />

dello sci internazionale arrivando alle vittorie in<br />

Coppa del Mondo ed alle Olimpiadi.<br />

I nomi che fecero la storia e le origini del sodalizio,<br />

ci scusiamo sin d’ora con quelli che dimentichiamo<br />

ma sono talmente tanti, partendo da i<br />

locali Faure, Eydallin, Giolitto, Gally, Bergoin che in<br />

quegli anni a cavallo della guerra furono costretti<br />

a spostarsi al Colle del Sestriere mettendo il loro<br />

valore a disposizione della mitica “Scuderia”, passando<br />

per gli anni 50/60 con la famiglia Schenone,<br />

Vera e Carlo, a Pierlorenzo Clataud; negli anni 70<br />

l’esplosione di un gruppo fortissimo con Giuliano<br />

e Carlo Besson, Alessandro Perron Cabus, Renzo e<br />

Piero Gros, quest'ultimo punta di diamante e fiore<br />

all’occhiello non solo di Sauze e della Valle di Susa,<br />

ma dell'Italia sportiva tutta. Carlo Besson e Piero<br />

Gros rivestono tutt’ora la carica di Presidenti Onorari<br />

della Società.<br />

Altri nomi illustri che hanno tenuto alto il blasone<br />

con i nostri colori Paolo e Carlo Garutti, Daniele<br />

Gay, Elena Gai, Laura Oddenino, Mattia Casse e<br />

tanti altri …..<br />

In queste ultime stagioni le più grandi soddisfazioni<br />

sono arrivate dalle categorie dei nostri piccoli<br />

atleti, che hanno trionfato in numerose competizioni.<br />

I nostri Baby Sprint, Baby e Cuccioli hanno<br />

con le loro vittorie rinnovato una tradizione di<br />

successi che speriamo prosegua nella prossime


Stagioni.<br />

In questi ultimi mesi lo Sci Club ha impostato<br />

un’operazione di rafforzamento, che, senza snaturare<br />

l’animo e la compattezza di un gruppo efficiente<br />

e collaudato, dovrebbe portare a migliorare<br />

ancora l’ottimo lavoro fin qui svolto da tutto<br />

il team.<br />

Alla guida tecnica dello Sci Club è arrivato Luca<br />

Pesando, ex atleta di Coppa del Mondo, Istruttore<br />

Nazionale ed Allenatore di provata esperienza,<br />

per chi non se lo ricordasse, Luca calcava le scene<br />

della Coppa del Mondo, negli anni in cui il palcoscenico<br />

era completamente dominato da un certo<br />

Alberto Tomba.<br />

Il gruppo degli Allenatori, che in questi anni ha<br />

dato ottima prova di sé, è stato mantenuto nel segno<br />

della continuità, integrando questo bagaglio<br />

di esperienze con l’inserimento di alcuni giovani,<br />

che porteranno una carica di entusiasmo per ottenere<br />

il miglior mix possibile, affinché i nostri atleti<br />

siano messi nelle migliori condizioni per ottenere<br />

importanti risultati, sempre all’insegna del divertimento<br />

e della sana passione, per una delle più<br />

belle emozioni che può dare questo magnifico<br />

sport.<br />

Lo Sci Club può vantare nell’organico tecnico tre<br />

Istruttori Nazionali: Giuliano Vitton, Luca Pesando<br />

e Simone Eydallin, che, oltre al loro contributo rivolto<br />

all’agonismo puro, saranno d’esempio e di<br />

stimolo per tutti quei ragazzi che hanno come<br />

obiettivo la professione del Maestro di Sci.<br />

Il Consiglio in carica, guidato dal Presidente Bernardino<br />

Eydallin, si è posto come fine nei prossimi<br />

quattro anni di lavoro, la riorganizzazione e il<br />

rinnovamento strutturale, per dare al Club tutti gli<br />

strumenti necessari affinché si ritorni ad essere tra<br />

le prime e migliori Società a livello nazionale.<br />

Questo è l’augurio che facciamo a tutti i nostri<br />

atleti e alle loro famiglie, ed è doveroso da parte<br />

di tutti noi profondere le nostre energie e tutte<br />

le risorse a disposizione per arrivare a questo traguardo.<br />

vORREmmO ChE TUTTI I NOSTRI RAGAzzI<br />

TERmINASSERO LE LORO GIORNATE DI<br />

ALLENAmENTO CON IL SORRISO SULLE<br />

LABBRA, STANChI mA FELICI E<br />

SOPRATTUTTO ORGOGLIOSI DI ESSERE<br />

ATLETI DELLO “SCI CLUB SAUzE D’OULX”<br />

ALLENATORI SCI CLUB SAUzE D’OULx<br />

STAGIONE <strong>2010</strong>-11<br />

• LUCA PESANDO<br />

DIRETTORE TECNICO E RESPONSabIlE<br />

GIOV. 1<br />

• FAUSTO CHIARAVALLI<br />

allENaTORE GIOVaNI 1<br />

• DAVIDE PONCET<br />

allENaTORE GIOVaNI 1<br />

• GIULIANO VITTON<br />

allENaTORE RESPONSabIlE GIOVaNI<br />

PRESElEZIONE<br />

• GIANLUCA EYDALLIN<br />

allENaTORE GIOVaNI PRESElEZIONE<br />

• PAOLO DOTTA<br />

allENaTORE RESPONSabIlE allIEVI<br />

• STEFANO LAGANà<br />

allENaTORE allIEVI<br />

• DARIO TISSERAND<br />

allENaTORE RESPONSabIlE RaGaZZI<br />

• LAWRENCE EDWARDS<br />

allENaTORE RaGaZZI<br />

• MASSIMO ANTONIAZZI<br />

allENaTORE RaGaZZI<br />

• GIORGIO AMBROSIANI<br />

allENaTORE RESPONSabIlE CUCCIOlI<br />

• ANDREA VIANO<br />

allENaTORE CUCCIOlI<br />

• SIMONE EYDALLIN<br />

allENaTORE RESPONSabIlE babY<br />

• GIULIANO ALLEMAND<br />

allENaTORE babY<br />

• LUCA DE TOMASO<br />

allENaTORE RESPONSabIlE babY SPRINT<br />

• DAVIDE BRUGNOLI<br />

allENaTORE RESPONSabIlE SNOWbOaRD<br />

• RUGGERO GIACOPAZZI<br />

allENaTORE RESPONSabIlE MaSTER<br />

• FRANCO CASALE<br />

allENaTORE MaSTER<br />

storia degli sci club<br />

37


Rossana<br />

Carretto<br />

Una grande artista di casa<br />

sulle nostre montagne di RITA QUARTA


ossana Carretto è di Novara, l’ho conosciuta<br />

qualche anno fa, fresca fresca di Colorado Cafè,<br />

4 anni di presenza fissa. Il suo personaggio unico<br />

ed inimitabile, la signorina Ada, è entrato sin dalle<br />

prime apparizioni in tv, nel cuore delle famiglie<br />

italiane. Da allora una carriera brillante tra teatro<br />

e palcoscenici, piazze e set televisivi. Al suo fianco<br />

hanno recitato e recitano personaggi di spettacolo<br />

e di cuore come il suo caro amico Enzo Iacchetti,<br />

e poi ancora Ale e Franz, Diego Abatantuono<br />

e tanti altri. Una carriera che nasce dallo studio<br />

e dall’impegno. Rossana è una persona speciale,<br />

umile che non dimentica gli amici, a differenza di<br />

tante sue colleghe che una volta famose dimenticano<br />

… Ricordo ancora quando la chiamai per<br />

la prima volta ad esibirsi ad Oulx: al suo primo<br />

spettacolo arrivò gente da Torino e dintorni con<br />

mazzi di fiori e regali, onorati e consapevolmente<br />

certi di “essere ricevuti”. Allora uno scambio di battute<br />

con la “vecchia” amica di Accademia Wanda<br />

di Wanda Circus, attrice, regista, sceneggiatrice e<br />

strampalata artista di strada, e poi in scena brillante,<br />

esuberante, sexy, commovente, coinvolgente,<br />

una star a tutto tondo. Attrice drammatica e nel<br />

contempo con le sue macchiette comiche spasso-<br />

sissime. Un animale da palcoscenico …<br />

Allora Rossana, ci risentiamo dopo tempo, una<br />

carriera che va avanti con in mezzo una bellissima<br />

bimba, da donna a donna, vero che è tosta?<br />

hai ragione: è veramente tosta! Come tutte le<br />

mamme che lavorano devo cercare di incastrare<br />

tutti gli impegni, in primis quelli legati a mia figlia.<br />

È dura, ma basta un suo sorriso e passa tutto.<br />

Racconti ai nostri amici della Vialattea qualche<br />

cosa di te, della tua carriera, dei tuoi inizi? Un racconto<br />

diverso, come mi parli al telefono, libero da<br />

schemi e da troppa riverenza…<br />

Fin da bambina mi è sempre piaciuto cantare,<br />

stare sul palco ed alle elementari la mia maestra<br />

mi ha spinta ad esprimere il mio talento istintivo.<br />

Poi dall’istinto infantile alla professione d’attrice ci<br />

scorre un oceano di studio (e detto inter nos non<br />

finisce mai!). E così negl’anni del liceo ho “divorato”<br />

testi teatrali, visto tutti gli spettacoli a cui potevo<br />

assistere e poi successivamente ho frequentato<br />

corsi di dizione, recitazione, mimo, danza, stage<br />

con insegnanti dell’Actor’s Studio di New York;<br />

sono anche volata a Londra a studiare clownerie<br />

con Philippe Gaulier. E pian piano ho iniziato a lavorare<br />

come professionista, diretta da registi come celebrity<br />

39


celebrity<br />

40<br />

Giampiero Solari (regista di Fiorello,<br />

Michelle hunziker), ritrovandomi<br />

sul palco con bravissimi attori come<br />

Gigio Alberti, Maria Amelia Monti,<br />

Paolo Pierobon (il cattivo De Silva in<br />

“Squadra Antimafia”), Enzo Iacchetti<br />

con quale oltre a tante turnè teatrali<br />

sono stata il suo “incubo” nella sitcom<br />

“Il mammo” (interpretavo Giada<br />

Coletti, l’innamoratissima datrice di<br />

lavoro di Silvano, ossia Enzo). E poi<br />

l’esperienza nel cabaret, anche qui<br />

con la fortuna di iniziare con grandi<br />

comici quali Flavio Oreglio, Antonio<br />

Cornacchione, Ale&Franz, Leonardo<br />

Manera, per arrivare a “Colorado”<br />

e ritrovarmi a duettare con Diego<br />

Abatantuono!<br />

Come accennato accanto a te hai<br />

avuto uomini e donne di spettacolo<br />

che tutt'ora hanno grandissimo<br />

successo. Chi è rimasto vero?<br />

DI CERTO ENZO IACCHETTI, E NON LO DICO PER<br />

LA LUNGA AMICIZIA CHE CI LEGA (LUI è IL MIO<br />

FRATELLONE), MA PERCHé è DA TUTTI RICO-<br />

NOSCIUTA LA SUA SINCERITà E GENTILEZZA.<br />

POI DIEGO ABATANTUONO, SIMPATICO DEN-<br />

TRO E FUORI DAL SET E SEMPRE DISPONIBILE<br />

CON TUTTI.<br />

In generale, posso dire di aver avuto la fortuna di<br />

lavorare con grandi professionisti, artisti che sanno<br />

bene quali immani sacrifici bisogna fare per riuscire<br />

nel nostro mestiere e che, per questo, hanno<br />

sempre dato spazio alla concretezza e all’umanità<br />

piuttosto che a darsi delle arie.<br />

Quando ti ho accennato dell’intervista sul Vialattea<br />

Magazine, mi hai detto ”sono una bravissima<br />

sciatrice…”. Allora conosci il Comprensorio della<br />

Vialattea e le sue piste?<br />

Lo conosco eccome! Spesso sono stata a sciare a<br />

Claviere.<br />

Cosa ne pensi?<br />

Penso che sia un comprensorio meraviglioso. ho<br />

il ricordo di giornate intere a sciare passando da<br />

una pista all’altra senza mai rifare la stessa. Una<br />

vera goduria!<br />

Da quanto tempo manchi dalle nostre montagne?<br />

Come sciatrice manco da qualche<br />

anno … ahimè! Ma adesso risentendoti<br />

verrò a trovarvi ed a trascorrere<br />

qualche sana giornata in montagna.<br />

Cosa rappresenta per te la montagna?<br />

Aria frizzante che dà energia, colori<br />

che aprono la mente. E poi sciare mi<br />

rilassa moltissimo, in compagnia o da<br />

sola è uno sport che mi rigenera.<br />

Progetti per il futuro?<br />

Sto valutando proposte per un mio<br />

nuovo spettacolo e delle altre cose<br />

importanti tra tv e cinema. Ma non<br />

posso dire niente, non per scaramanzia,<br />

ma perché potrei essere citata!<br />

Torino e la sua provincia sono un<br />

“covo” di artisti, crescete, studiate e<br />

poi … andate altrove. Possibile che<br />

non si riesca a tenere a casa i “nostri”<br />

talenti? Cosa bisognerebbe fare o meglio<br />

cosa ci manca?<br />

Credo che Torino sia una città che negli<br />

ultimi anni ha fatto molto per sostenere l’arte<br />

e la cultura in genere, così come l’intera regione.<br />

Lo dico pensando, ad esempio, al gran numero di<br />

film che sono stati girati nel capoluogo negli ultimi<br />

anni. Per il resto non credo che dipenda dal cosa<br />

manca. Probabilmente dipende anche da ciò che<br />

vuoi ottenere dal tuo lavoro. Per quanto riguarda<br />

gli attori, se ambisci a diventare un professionista,<br />

sai fin dall’inizio della tua carriera che per fare tv e<br />

cinema devi inevitabilmente frequentare Milano e<br />

Roma.<br />

Per ben due volte gli anni scorsi hai entusiasmato<br />

il pubblico dell’alta valle con spettacoli dal tutto<br />

esaurito, cosa che difficilmente qua si riesce a vedere<br />

… sappi che presto ci sarà una terza volta<br />

… dimmi quando, se verrai da sola o con qualche<br />

spettacolo teatrale e con quale guest star…<br />

Anch’io mi sono molto divertita, per questo spero<br />

di tornare presto da voi col mio spettacolo comico<br />

"Una Donna Impenetrabile", carrellata di donne<br />

che avete visto a Colorado Café, o magari con un<br />

altro spettacolo comico a tre per la regia di Enzo<br />

Iacchetti e dal titolo che è tutto un programma…<br />

"Questa Sera cose Turche". Insomma, quattro risate<br />

e poi skipass per tutti!!


mix di dolcezza e sensualità<br />

Alena Seredova di<br />

RITA QUARTA


"Amo la montagna,<br />

Amo sciare,<br />

Amo la settimana bianca"<br />

alena Sreredova è bella, bellissima. Una delle<br />

più ammirate sex simbol dei nostri tempi. Fonde<br />

l'amore per il suo lavoro all'amore per la famiglia,<br />

suscitando un mix di ammirazione e simpatia che<br />

poche sue colleghe riescono a trasmettere.<br />

Alena vive a Torino, una città che in qualche modo<br />

ha fatto sua, è la compagna del campionissimo<br />

portierone della Juve e della Nazionale<br />

Gigi Buffon. Mi dicevano che era una<br />

donna difficile da raggiungere e da<br />

intervistare, invece Alena, con uno<br />

scacco matto al re, ha spiazzato<br />

i più, ed ecco l'intervista.<br />

Praga – Torino: che rapporto hai con<br />

le due città?<br />

Praga rimarrà per sempre la mia città, che<br />

adoro, dove sono cresciuta, dove c'e mia mamma<br />

e mio papà.... e che ritengo la città più bella del<br />

mondo.... a Torino c'è invece la mia casa, nel piccolo<br />

somiglia tanto a Praga (cultura e storia, fiume,<br />

tanto verde), mi piace tanto ma ... mi mancano le<br />

amicizie.<br />

Una carriera artistica completa, teatro, televisione,<br />

moda, cinema. Ci racconti della tua


primissima volta sul palco e davanti ad una<br />

telecamera?<br />

Se non ricordo male ho cominciato con un concorso<br />

di bellezza quando avevo 14 anni..... a dire<br />

la verità non mi piaceva tanto, ma avevo bisogno<br />

di lavorare....ho cominciato in Italia ad amare il<br />

mio lavoro.<br />

Nella tua esperienza di attrice hai lavorato con<br />

grandi registi ed accanto a famosi attori, in “ho<br />

visto le stelle” di vincenzo Salemme con Claudio<br />

Amendola, in “Chistmas in Love” con Danny<br />

de vito e massimo Boldi, regia di Neri Parenti.<br />

Ti vedremo presto nuovamente sul set?<br />

hai citato i miei primi due film.... esperienze bellissime.<br />

ho girato poi altri due film di Carlo Vanzina<br />

e l’ultimo di Eduardo Tartaglia (tutti per il cinema).<br />

Anche in questi ultimi due lavori ho recitato accanto<br />

a grandi star come Gigi Proietti, Biagio Izzo,<br />

Maurizio Casagrande, Nancy Brilli e tanti altri......<br />

mi parli di “Alena Collection”?<br />

Alena Collection termina il suo percorso ... Era una<br />

bellissima esperienza realizzare costumi come<br />

piacciono a me, ma purtroppo la crisi economica<br />

ha colpito l’azienda che mi produceva tutto (made<br />

in Rep. Ceca, niente Cina) e ora mi devo guardare<br />

intorno per nuove collaborazioni.<br />

Sei impegnata sul fronte del sociale con iniziative<br />

benefiche in Italia ed all’estero. me ne vuoi<br />

parlare?<br />

Quella mia personale è Sos Villaggi... una lunga<br />

collaborazione piena di varie iniziative..... poi collaboro<br />

anche con altri ma solo occasionalmente.<br />

Il mondo del calcio ti ha visto protagonista nel<br />

2005 con la trasmissione “La domenica sportiva”.<br />

Ti piace il calcio o c’è qualcosa che non va?<br />

Nel 2005 ho capito che essere la fidanzata di un<br />

calciatore vuol dire non poter più dire la tua opi-<br />

nione, perché tutti pensano che ti è stata suggerita<br />

dal tuo compagno, e questo paradossalmente<br />

lo può daneggiare... da quel momento non parlo<br />

più di calcio... per ora.<br />

Sei bellissima, hai un viso dolce e sensuale, sei<br />

famosissima e per marito hai un campione,<br />

non siete mai sui rotocalchi scandalistici, niente<br />

gossip … come fate ad essere così popolari e<br />

nel contempo così discreti?<br />

Uno deve saper usare la testa, sapersi comportare<br />

con rispetto verso il proprio compagno ... e poi le<br />

foto si fanno solo in certi posti, basta non frequentarli....<br />

anche se con i cellulari oggi ti fregano.<br />

hai sposato un grande calciatore legato al<br />

mondo torinese della Juve, degli Agnelli. Dal<br />

calcio passiamo allo sci, questo <strong>magazine</strong> è<br />

l’house organ della Sestrieres spa, il comprensorio<br />

sciistico delle montagne olimpiche di Torino<br />

e Sestriere ne è il cuore pulsante.<br />

Ti piace la montagna? Scii?<br />

Conoscerai senz’altro queste montagne …<br />

Io vengo da un paese dove sciano quasi tutti....<br />

amo la montagna, amo sciare, amo proprio la settimana<br />

bianca... Il mio compagno non può sciare,<br />

ma quando smette di giocare a calcio, gli insegnerò<br />

io..... A mio figlio più grande voglio prendere<br />

per questo inverno i piccoli sci di plastica.....<br />

HO PORTATO IN MONTAGNA, SULLA VIALAT-<br />

TEA, TUTTI E DUE I PICCOLI QUANDO AVEVA-<br />

NO UN MESE.... FUNIVIA, GATTO DELLE NEVI<br />

AD UN MESE DI VITA...


dal primo mattino...<br />

Caffetteria - Croissants<br />

Snack - Focacce - Piatti caldi - Apericena<br />

SeStriere - piazza agnelli 1/g<br />

tel. 0122 77542<br />

fino a tarda notte...<br />

pubbli&co


sergio<br />

muñiz<br />

l'attore che spacca<br />

in coda ai botteghini ...<br />

di Sauze<br />

di RITA QUARTA


i sindaci<br />

46<br />

È senza dubbio uno degli uomini di spettacolo più<br />

riservati e schivi in assoluto.<br />

Sergio Muñiz è stato scovato un giorno qualsiasi del<br />

gennaio passato alla biglietteria Vialattea di Sauze<br />

d’Oulx. Aria da vacanziero, informale, come uno dei<br />

tanti "sciatori della domenica”.<br />

A riconoscerlo nella tuta da sciatore la ragazza in biglietteria,<br />

dicono diventata paonazza per l’emozione.<br />

Così, poi come per caso qualche ora dopo ne è venuta<br />

una piccola intervista, naturale nella sua essenza come<br />

lo è la personalità di Sergio.<br />

“Sono a Sauze con alcuni amici, mi hanno invitato nella<br />

loro casa per trascorrere qui qualche giorno di riposo”.<br />

Cosa ne pensi del paese?<br />

E’ UNA TIPICA CITTADINA MONTANA, MA TI<br />

DICO SINCERAMENTE CHE C’è VERAMENTE<br />

TANTA GENTE.<br />

Ma sei così schivo?<br />

Sì, la notorietà mi piace e chi lo nega, ma vedi, mi sento<br />

un tantino in imbarazzo quando la gente mi riconosce<br />

o addirittura mi addita. Sfreccio veloce sulle piste e raramente<br />

mi fermo.<br />

Le piste della Vialattea ti piacciono?<br />

SONO ECCEzIONALI, SI vA ChE è UNA mERAvIGLIA,<br />

SONO vERAmENTE BELLE E POI IL PA-<br />

NORAmA è STRAORDINARIO.<br />

Cosa ti lega allo sci?<br />

Mi piacciono le discese, il brivido della pista, il vento,<br />

domare la neve, la montagna.<br />

Quale altro sport che pratichi si avvicina allo sci?<br />

Per assurdo il surf, l’emozione non è certo la stessa, ma<br />

si avvicina molto. Non è facile spiegare le sensazioni<br />

che provoca cavalcare il mare vivo che si muove sotto<br />

la tua tavola e non è neanche facile imparare a farlo.<br />

Oltre al surf, quali sono i tuoi hobby?<br />

La chitarra, sicuramente, tutto iniziò acquistandone una<br />

per gioco. Da allora scrivo regolarmente musica e testi<br />

quando l’ispirazione chiama. E dall’hobby ne è nata<br />

una passione, tradotta anche nella pubblicazione di un


primo singolo “La Mar”. A dicembre del 2009 è uscito il<br />

mio primo album “Sergio Muñiz”, 10 brani, tutti scritti<br />

e cantati da me con il supporto di fantastici musicisti.<br />

Adesso ho iniziato delle prove musicali, sto formando<br />

una band, e appena pronti andremo in giro a proporre<br />

la nostra musica. È un sogno che si sta realizzando,<br />

come ti dicevo prima, la musica è una vera e propria<br />

passione, il sogno nel cassetto, ed ora si sta concretizzando.<br />

Non parto in accelerata, il mondo della musica<br />

è diventato difficile, ma ci metterò tutta la passione e<br />

la serietà che si deve. Magari ci vediamo in montagna<br />

anche per un concerto.<br />

Sergio, tornerai quindi sulle nostre montagne?<br />

Spero di si, magari questo inverno con tutta la famiglia<br />

e chissà, visto che la mia bimba avrà quasi tre anni potrebbe<br />

iniziare proprio lì le sue prime piccole emozioni<br />

sulla neve.<br />

I tuoi progetti?<br />

È da poco uscito il film "Sharm el Sheick, un'estate indimenticabile",<br />

e continua a riscuotere consenso sia nella<br />

critica che nei botteghini. Nel cast ci sono grandi personaggio<br />

come Giorgio Panariello ed Enrico Brignano.<br />

È una commedia all’italiana, divertente per nulla volgare,<br />

insomma da vedere. Il mio ruolo è quello del belloccio,<br />

non un ruolo impegnato, non ho potuto esprimere<br />

il massimo come attore, ma è stato divertente e divertirsi<br />

lavorando, credo che sia privilegio di pochi.<br />

A febbraio invece uscirà la serie tv “Squadra antimafia”<br />

e qui sì che è stato bello, ho interpretato il ruolo del cattivo,<br />

anzi cattivissimo. E poi ancora set e musica…<br />

L’ultima parte dell’intervista si è conclusa solo poche<br />

settimane fa, al telefono eravamo come amici di lunga<br />

data … “ci vediamo presto per trascorrere qualche giorno<br />

in montagna, magari per lavoro. Ma questa volta verrò<br />

con la famiglia così anche i nostri bimbi giocheranno insieme”.<br />

Tv, set, palcoscenici, il mondo dei vip, del gossip, del<br />

lusso, dell’esagerazione…<br />

Sergio Muñiz: forse ... per certi divi non è sempre così!<br />

i sindaci<br />

47


VACANZE SPORTIVE SUMMERSPORT <strong>2011</strong>:<br />

CAMPIONI SI CRESCE<br />

La Summersport organizza per l’estate <strong>2011</strong> ad Oulx e<br />

Sauze d’Oulx la 27° edizione della grande vacanza<br />

sportiva dedicata al calcio, al tennis, alla pallavolo, all’equitazione,<br />

alle arti marziali, alla danza ed allo stage multisport.<br />

La vacanza raduna giovani di diversa età e provenienza accumunati<br />

dall’amore per lo sport e del piacere di trascorrere giorni<br />

di vacanza con amici ed amiche che parlano lo stesso linguaggio,<br />

ripassando o imparando ex novo i “fondamentali”,<br />

aiutati da uno staff tecnico all’avanguardia, presieduto dal<br />

Dott. Gigi Gabetto, che garantisce un’esperienza professionale<br />

necessaria alla buona riuscita di una vacanza sportiva.<br />

Il tempo libero darà la possibilità di provare e scoprire<br />

nuove emozioni con attività complementari quali nuoto,<br />

beach volley, mini basket, calcio a 5, parco divertimento in<br />

sospensione, escursioni e serate organizzate con giochi e<br />

sorprese dai nostri animatori che termineranno con musica<br />

ed allegria per tutti.<br />

La Summersport ha origini molto lontane (1985) ed è dedicata<br />

alla memoria del mitico Guglielmo Gabetto, centravanti<br />

della Nazionale e del “Grande Torino”. Nel 1982 il figlio<br />

Gigi Gabetto fonda a Torino una delle prime scuole calcio<br />

italiane di grande spessore tecnico ed organizzativo, mirata<br />

più alla fase formativa dei giovani che a quella prevalentemente<br />

agonistica.<br />

Nel 1985 nascono gli stage estivi, vacanze dedicate al calcio<br />

come motivo trainante (da noi ideati e poi riproposti dai<br />

più grandi club italiani).<br />

Siamo i primi in Europa, ed il successo di numeri e qualità<br />

è subito evidente. Agli stage hanno partecipato Nesta,<br />

Di Vaio, Balzaretti, Possanzini, Grabbi, tutti ragazzi che hanno<br />

raggiunto la celebrità calcistica, grazie anche alla collaborazione<br />

tecnica del nostro presidente con molte società<br />

professionistiche. Il successo più importante però, è stato<br />

nella formazione e partecipazione di tutti coloro che hanno<br />

trovato nei consigli tecnici e morali le motivazioni giuste per<br />

continuare questa entusiasmante esperienza di sport e di vita.<br />

Oltre al calcio, per privilegiare anche la parte femminile della<br />

vacanza, abbiamo aggiunto in seguito i corsi di tennis, pallavolo,<br />

equitazione, judo e multisport sempre coordinati da<br />

tecnici altamente specializzati. Per il prossimo stage <strong>2011</strong><br />

(6 settimane dal 19 giugno al 30 luglio) verrà introdotta<br />

anche la danza (classica-moderna- funky/hip-hop). Tra i<br />

vari personaggi dello sport abbiamo avuto il piacere di ospitare<br />

il campione europeo e mondiale di pallavolo Luigi<br />

Mastrangelo. La scelta della location nel comprensorio di Oulx<br />

e Sauze d’Oulx con la sistemazione logistica presso il Grand<br />

Hotel La Torre di Sauze (4 stelle, con piscina, palestra, teatro,<br />

109 camere), la vicinanza degli impianti sportivi quali il<br />

centro sportivo “Pin Court” di Sauze (1 campo da calcio in<br />

erba, 4 campi da tennis, 2 da calcetto, 1 beach volley, un<br />

palazzetto dello sport, il circolo ippico) e quelli di Oulx ( 1 campo<br />

sintetico regolamentare, 2 campi di tennis, 1 beach volley,<br />

2 palestre) hanno favorito, senza dubbio, il buon esito<br />

delle vacanze sportive.<br />

Il risultato finale dell’edizione <strong>2010</strong> (con molte presenze anche<br />

dall’estero) ci ha fatto capire di aver svolto un ottimo lavoro<br />

sia sotto il piano della soddisfazione professionale, sia per<br />

aver raggiunto il nostro scopo di coniugare lo spirito della<br />

vacanza/divertimento con l’attenzione ed il rispetto delle regole<br />

comportamentali alla<br />

base di qualsiasi sport e<br />

sia per aver contribuito a<br />

far conoscere e valorizzare<br />

l’organizzazione<br />

logistico-sportiva della<br />

nostra ‘Val di Susa’<br />

anche durante la stagione<br />

estiva.•<br />

Dott. Gigi Gabetto, dal ’94<br />

al ’99 Responsabile del<br />

Settore Giovanile del<br />

Torino Calcio.


VACANZE SPORTIVE<br />

un<br />

cavallo<br />

per<br />

amico<br />

tecnica,<br />

passione<br />

e divertimento<br />

manchi solo tu<br />

nati con<br />

la racchetta<br />

in mano<br />

cultura fisica<br />

e allenamento<br />

morale<br />

Vi aspettiamo a Sauze d’Oulx<br />

dal 19 giugno al 30 luglio <strong>2011</strong><br />

per info: tel. 011-19505116 - www.summersport.it<br />

una vacanza<br />

tra battute<br />

e schiacciate<br />

artcafeadv.com


celebrity<br />

DAL CIRCUITO<br />

DELLA<br />

vIALATTEA<br />

AL CIRCUITO<br />

DI mONzA<br />

Mr<br />

Luca Filippi<br />

50<br />

di PAOLO BLANC<br />

AUTODROMO DI MONzA, DALLA GP2<br />

ALLA AUTO GP. LUCA FILIPPI, SUL<br />

CIRCUITO DI CASA, DOMINA GARA 2,<br />

ChIUDENDO IL CAMPIONATO PRO-<br />

PRIO COME LO AVEVA COMINCIATO.<br />

Il pilota piemontese, che aveva vinto la gara<br />

d’apertura della serie a Brno, si è levato la soddisfazione<br />

di mettere il suo sigillo anche sulla chiusura<br />

del campionato dominando Gara 2 a Monza<br />

e regalando alla SuperNova la prima vittoria della<br />

stagione.<br />

Luca Filippi è un pilota italiano di soli 25 anni,<br />

proteso verso una grande carriera, si vocifera<br />

addirittura in F1: è ricco di talento, una grande<br />

passione per lo sport ed i motori in particolare. A<br />

questo proposito vanta un palmares veramente<br />

invidiabile. Luca si è avvicinato alle 4 ruote grazie<br />

ai go-kart con cui ha corso dal 1995 al 2002,<br />

ottenendo grandi soddisfazioni e capendo fin da<br />

subito quanto fosse importante continuare su<br />

quella strada. Grazie ad una selezione che vinse,<br />

risultando miglior under 18, ha iniziato a correre<br />

in macchina nel campionato Mazda, poi è passato<br />

alla Formula Renault (3° in campionato), nel 2005<br />

è stato campione di Formula 3000 ed è da allora<br />

che la sua carriera è decollata. Dopodiché la Gp2,<br />

il campionato più importante al di sotto della F1,<br />

lo ha messo in luce con il 3° posto finale del 2007,<br />

il 5° nel 2009 ed il 2° nel <strong>2010</strong> nella serie asiatica.<br />

Inoltre ha effettuato un test per la Minardi F1 team<br />

nel 2005 e tra nel 2007 e 2008 è stato tester di<br />

honda F1 team al fianco di Button e Barrichello.<br />

Luca Filippi è certamente un grande pilota che<br />

sta seguendo un percorso simile a quello dei più<br />

grandi campioni dell’automobilismo italiano e<br />

non solo. Ma la cosa che più colpisce ed in un certo<br />

senso ci riguarda, è che Luca Filippi è di Mondovì,<br />

una cittadina a poco più di 100 chilometri da Sestriere.<br />

E qui le domande vengono spontanee…<br />

Mi ha parlato di te l’amico Alberto Casse. Mi ha<br />

detto che sei una persona speciale. Doti naturali,<br />

destrezza, determinazione, qual è la tua forza, il<br />

tuo segreto per emergere?<br />

Sicuramente la forza di volontà e la determinazione<br />

che ho sempre avuto nel raggiungere i miei


i sindaci<br />

52<br />

obiettivi. Sin da bambino, che si trattasse di sci, pallavolo o kart, puntavo diritto a ciò che volevo ottenere, poi<br />

con testardaggine e costanza lo raggiungevo. Spesso anche tra arrabbiature e delusioni, ma non ho mai mollato,<br />

anzi, più era dura e più ero motivato.<br />

Cosa si prova a scendere nell’arena? La folla, la tensione, la paura …<br />

Quello è il momento della verità, il momento in cui le tue ambizioni ed il desiderio di competere trovano libero<br />

sfogo, dove i tuoi sforzi che ti hanno portato sin lì potranno finalmente essere ripagati con gli interessi. È l’habitat<br />

naturale dello sportivo, la tensione ti irrigidisce i muscoli, la “paura” non è un freno ma il termometro che<br />

ti fa capire quanto sia importante quello che ti stai per giocare. La folla non esiste, gli avversari scompaiono e<br />

ci sei solo tu ed il traguardo che desideri più di ogni altra cosa al mondo.<br />

Qual è stata la punta massima di velocità che hai toccato?<br />

I 337 con la GP2 a Monza. Ma la velocità vera l’ho sentita nei curvoni veloci di Barcellona con la honda di Formula<br />

1 con cui raggiungevo 5 G di accelerazione laterale.


E la famiglia ….<br />

Sono le solide fondamenta su cui ho potuto costruire<br />

il mio passato, il mio presente e le basi per<br />

la famiglia che vorrei nel mio futuro.<br />

F1, si sta facendo parecchio per la sicurezza dei piloti<br />

nonostante lo show business. La prevenzione<br />

mi sembra manchi ancora un pochetto per il motociclismo:<br />

i cordoli, la famigerata erba sintetica.<br />

Cosa pensi al riguardo?<br />

La sicurezza è importante e bisogna migliorarla<br />

ogni giorno, però un pilota sceglie la macchina o<br />

la moto come uno sciatore sceglie gli sci. Poi una<br />

volta che li metti ai piedi devi essere consapevole<br />

dei rischi a cui vai incontro.<br />

A proposito di business, si corre la notte, si predispongono<br />

circuiti per le vie cittadine di grandi città.<br />

A proposito della diatriba Monza-Roma cosa<br />

ne pensi?<br />

Credo che l’automobilismo in Italia sia Monza, il<br />

mitico tempio della velocità. Però non penso che<br />

ci sia una vera rivalità tra i due diversi eventi e sarei<br />

molto felice se Roma potrà ospitare il circuìto<br />

della Formula 1.<br />

Veniamo a noi, altri sport praticati oltre<br />

ai circuiti?<br />

Sci e pallavolo sono gli sport che più amo, non riuscirei<br />

mai a stare senza anche se il rischio di piccoli<br />

infortuni c’è sempre. Ma in realtà non ci penso e<br />

quindi scio da 20 anni. ho gareggiato fino alla categoria<br />

allievi ed è proprio lo sci che mi ha dato<br />

l’amore verso le competizioni. A volte vorrei riuscire<br />

a ritrovare il mix di grinta-inconsapevolezza<br />

che hanno innato tutti i baby sprint al cancelletto<br />

di partenza. Pratico anche snowboard che è una<br />

passione trasmessa da un paio di anni dalla mia<br />

fidanzata e poi vado matto per il beach volley in<br />

estate.<br />

Cosa conosci del comprensorio della Vialattea?<br />

ho diversi amici che sono maestri in Vialattea ed<br />

ogni anno passo alcuni giorni con loro tra neve<br />

e divertimento. Inoltre negli anni ho gareggiato<br />

diverse volte partecipando anche alle finali nazionali<br />

dei Giochi della Gioventù e poi mi sembra di<br />

ricordare il Trofeo di pasquetta. La mia pista preferita<br />

è la Banchetta Kb, spettacolare!<br />

Luca Filippi, un bel ragazzo, guadagni bene e giri il<br />

mondo in modo diciamo esclusivo, hai l’interesse<br />

dei media, la fama. Anche la tua vita è cambiata?<br />

La mia vita è lo sport ed io pratico lo sport da<br />

sempre quindi direi proprio di no, ho avuto tante<br />

fasi diverse nella mia crescita ma sostanzialmente<br />

credo di essere tale e quale al baby sprint di cui<br />

parlavo prima.<br />

Progetti per il <strong>2011</strong>? Si dice che la F1 ti sta strizzando<br />

l’occhiolino…<br />

Certo che la F1 rimane il mio sogno ed il mio obiettivo.<br />

Sono stato collaudatore honda F1 nel 2007 e<br />

2008 prima che lo chiudessero purtroppo la loro<br />

attività sportiva, è stata una grande esperienza<br />

ma vorrei un’altra vera chance e mi sto impegnando<br />

per guadagnarmela al più presto.<br />

Alberto Casse e Luca Filippi ai box di Montecarlo.<br />

Le foto di pag 51 sono di Alberto Casse.<br />

53<br />

i sindaci


arte<br />

54<br />

"Amavo il prato verde, ora queste montagne!"<br />

Pierluigi Pairetto<br />

Una bella chiacchierata con l'ex arbitro<br />

internazionale, sauzino doc...<br />

di PAOLO BLANC


una mattina di fine agosto, un incontro casuale in un parco giochi di Sauze d'Oulx, il<br />

suo, un volto che noi sportivi non possiamo dimenticare, Pierluigi Pairetto mentre gioca<br />

con i suoi due bambini più piccoli. "Dai vallo a fermare". Così Rita, giornalista d'assalto<br />

vola ad importunare l'ex arbitro. "Scusi dottor Pairetto, sono la responsabile editoriale del<br />

Vialattea Magazine, avremmo piacere di farle un'intervista...". Detto fatto, Pierluigi accetta<br />

di buon grado, ricordo il suo sorriso sincero di consenso. Appuntamento qualche giorno<br />

dopo, la sala ATL a nostra completa disposizione per la somma gentilezza di Giovanna e<br />

Cinzia. Pairetto giunge puntuale, con il giovane Simone a fianco. Cominciamo così, spaparanzati<br />

su di un comodo divano, il sole e le montagne di Sauze che ci confortano alle<br />

spalle...<br />

Da quanti anni sei nel mondo del calcio?<br />

Praticamente da quando avevo 14 anni. ho cominciato giocando per due anni nelle giovanili<br />

del Torino e poi a 16 anni ho iniziato ad arbitrare le squadre dei bambini. Si parte<br />

dalle categorie inferiori, al tempo gli allievi, poi giovanissimi, esordienti e via con la<br />

scalata. Insomma se dobbiamo fare un calcolo, sono circa 44 anni che sono nel mondo<br />

del calcio.<br />

Ti manca il calcio?<br />

Non più di tanto anche perché continuo a seguirlo. Uno dei miei figli più grandi, Luca<br />

è arbitro di serie C. Alberto l’altro mio figlio, ha giocato per tantissimi anni nel Don<br />

Bosco di Nichelino, in Promozione ed attualmente è dirigente del Chisola Calcio<br />

che milita in Eccellenza. Simone, il penultimo dei miei figli lo scorso anno ha l'intervista<br />

55


56<br />

giocato nella Juventus, nei piccolini<br />

e da quest’anno è nel Chisola. Quindi,<br />

come puoi vedere sono sempre “in<br />

campo”. E per quanto mi riguarda sono<br />

osservatore dei ragazzini alle loro prime<br />

armi. È una bella esperienza, veramente.<br />

Quale squadra nel corso degli anni della tua carriera<br />

ha mostrato maggior fair play? Hai un ricordo?<br />

È difficile dirlo, molto dipendeva dagli anni e dai<br />

giocatori che componevano la rosa. E poi ogni<br />

squadra ha sempre qualche giocatore più indisciplinato.<br />

Ci sono comunque giocatori che ti rimangono<br />

impressi nella memoria, posso citare<br />

Scirea che, oltre ad essere stato un grande amico,<br />

è sempre stato un giocatore eccezionale ed<br />

in campo ha sempre dimostrato le sue qualità, le<br />

sue doti personali e non parlo di tecnica. Oriali,<br />

vero signore in campo. E poi come non ricordare<br />

il grande Maradona. Un giocatore straordinario e<br />

di grandissima correttezza, massimo rispetto per<br />

l’avversario. Non era né irrequieto con gli arbitri<br />

né isterico con gli avversari. Lui è stato veramente<br />

un grande. Di più recenti c’è Giuanluca Pessotto<br />

al quale mi lega una profonda amicizia, anche lui<br />

ha sempre mostrato massimo rispetto, qualità e<br />

dignità in campo.<br />

Il giocatore più talentuoso che hai arbitrato?<br />

Assolutamente MARADONA, MI RIPETO, E NON<br />

HO DUBBI. NELLA MIA VITA NON HO MAI VISTO<br />

UN GIOCATORE CON COSì TANTO TALENTO. HO<br />

VISTO ANCHE UN PO’ DI PELè, ANCHE LUI UN<br />

INDISCUSSO TALENTO, MA MARADONA è STA-<br />

TO L’ASSOLUTO, NON PARAGONABILE A NES-<br />

SUNO. Aveva delle potenzialità incredibili. Il suo<br />

era talento puro, non aveva pari in assoluto. Poteva<br />

vincere da solo qualsiasi partita, la palla sembrava<br />

fosse una propaggine del corpo, la ammaestrava,<br />

la destreggiava, ci faceva quello che voleva<br />

e la palla era lì, attaccata. Per mia fortuna ho vissuto<br />

il primo scudetto conquistato da Napoli. Era<br />

la penultima di campionato, contro la<br />

Fiorentina e terminò 1 a 1, ma era la<br />

partita decisiva, quella che sanciva la<br />

squadra campione d’Italia. Per il Napoli e<br />

per Maradona fu l’apoteosi.<br />

Ancora qualche aneddoto dei tuoi anni, di quegli<br />

anni…<br />

Mi ricordo quando arbitrai la finale del Campionato<br />

Europeo a Wembley e l’incontro con la Regina,<br />

fu bellissimo, un momento estremamente toccante,<br />

e poi lo stadio è veramente straordinario. Lì c’è<br />

la tradizione, la cultura del calcio inglese e poi a<br />

questo unire la straordinarietà di vivere un europeo.<br />

Il tifoso inglese ha molto fair play, allo stadio<br />

ci sono le famiglie, se la squadra ha dato il massimo,<br />

anche se si perde, il tifoso inglese continua ad<br />

incitare, applaudire … certo anche loro hanno gli<br />

hulligans…<br />

Cosa ne pensi del rapporto che qui da noi fatica<br />

ad instaurarsi tra famiglia-tifosi-stadio-giocatori,<br />

troppo spesso andare allo stadio è un rischio…<br />

Mi ricordo gli europei giovanili che arbitrai in Danimarca,<br />

erano ormai 6 o 7 anni che arbitravo in<br />

Italia la serie A ed ero abituato alle tensioni del nostro<br />

campionato. Nei 15 giorni di permanenza andammo<br />

a vedere qualche partita del loro campionato<br />

principale. Bene, pensa che dopo le partite,<br />

i bambini correvano per il campo, andavano dai<br />

giocatori, parlavano e stringevano le mani. Nelle<br />

serie minori, corrispondenti alle nostre B e C, per<br />

intenderci, dopo le partite dirigenza e giocatori<br />

stendevano sul campo una grande tovaglia e si<br />

faceva per così dire merenda. Da noi è impensabile,<br />

a volte anche in 3° categoria ci sono tensioni<br />

incredibili. È chiaro, c’è meno tecnica di gioco e di<br />

conseguenza aumenta l’intimidazione nei confronti<br />

dell’avversario.<br />

Bisognerebbe forse lavorare più sulla cultura del<br />

calcio…<br />

È molto difficile, si può sperare SOLO IN UN CAM-


BIO GENERAZIONALE AUSPICANDO MAGGIO-<br />

RE CULTURA APPUNTO. E POI FONDAMENTALI<br />

SONO GLI STADI, ABBIAMO BISOGNO DI STADI<br />

NUOVI, PROGETTATI PER LA FAMIGLIA, CON<br />

SPAZI ALTERNATIVI…<br />

Magari con settori dedicati alla storia del calcio…<br />

Esattamente, bisognerebbe concepirli come luoghi<br />

di aggregazione, non come arene. Pensiamo<br />

ad esempio al Barnabeu a Barcellona, anche se è<br />

uno stadio un po' vecchietto, degli anni ‘60 o allo<br />

stadio del Real Madrid al Camp Nou.<br />

Bene, appena metti piede nello stadio senti la<br />

tradizione, la cultura, respiri serenità, tranquillità,<br />

si vedono le famiglie e parliamo di Spagna. La famiglia<br />

è la chiave di svolta. Penso che il guaio più<br />

grande del calcio giovanile siano proprio i genitori,<br />

che invece di instaurare un rapporto fatto di<br />

cultura di serenità, di amore sportivo, di passione,<br />

alimentano la partita come dramma sociale, con<br />

incitamenti a sguaiati, aggressivi, sia nei confronti<br />

degli arbitri, sia nei confronti degli avversari… e<br />

così dove si vuole andare.<br />

Veniamo alle nostre cose. Sei un sauzino doc.<br />

Ebbene sì. Sono anni che frequento queste montagne.<br />

Da piccolo con i miei genitori siamo sempre<br />

stati ad Oulx. Abitavo in via Des Ambrois e mi ricordo<br />

che giocavo a pallone con i miei amici in quella<br />

strada in discesa.<br />

Poi ho acquistato casa qui, a Sauze. Da vent’anni è<br />

ormai tradizione trascorrere qui buona parte della<br />

vacanze di Natale. Scio, mi piace molto. Le nostre<br />

piste sono favolose, la Vialattea è veramente straordinaria.<br />

Quando ero a Gran Villar ero solito percorrere<br />

le piste del Genevris. I miei figli sono praticamente<br />

cresciuti a Sauze, qui hanno imparato a<br />

sciare affiancati dall’instancabile Marino, anche il<br />

piccolo Simone è suo allievo. D’estate invece faccio<br />

chilometri e chilometri in quad, lungo le strade<br />

percorribili. Io e Simone. Ci alziamo presto al mattino,<br />

zaino in spalla e via per i monti. Poi ci fermia-<br />

SCio, mi piaCe molto. le noStre<br />

piSte Sono favoloSe, la <strong>vialattea</strong><br />

È veramente Straordinaria.<br />

mo a mangiare in quota, ristorante o rifugio. Siamo<br />

andati più volte sopra Sauze, conosciamo a perfezione<br />

la Valle Argentera, il Seguret e la galleria del<br />

Pramand. Credo che sia importante incentivare la<br />

promozione di questi luoghi magici, abbiamo una<br />

fortuna tra le mani e non riusciamo in toto a sfruttarla.<br />

Per che squadra simpatizzi?<br />

Beh, ho giocato tanto nel Toro e di conseguenza<br />

nel cuore rimane, poi Juve, è innegabile, ma soprattutto<br />

da più piccolo.<br />

In alta valle ci sono tanti giocatori ed allenatori<br />

che vengono in vacanza o ad ossigenarsi con l’aria<br />

buona...<br />

Sì, a Sauze ad esempio c’è il mio amico Gasperini,<br />

anche lui era un giocatore atipico proprio per<br />

il grande rispetto che ha sempre dimostrato nei<br />

confronti degli avversari e degli arbitri, anche nei<br />

momenti caldi. Proprio una gran bella persona.<br />

E poi c’è Cannavaro a Sestriere e Ciro Ferrara e tanti<br />

altri.<br />

Tre squadre per la vittoria del Campionato?<br />

L’Inter sta pagando questi anni di vittorie, è probabile<br />

che stiano influendo tutti quegli infortuni<br />

a raffica. Rimane una squadra molto forte e continuerà<br />

a portarsi dietro l’eredità di Mourinho,<br />

antipatico o istrione, ma un grande allenatore. Lo<br />

ricordo, a questo proposito, tanti anni fa al Porto,<br />

quando vinse la Champions League, era idolatrato<br />

da tutti. “Il più grande nella storia” dicevano e questo<br />

quando ancora si doveva affermare a livello<br />

mondiale.<br />

È un tecnico molto preparato e non lascia mai nulla<br />

al caso. Nei momenti difficili poi riesce a spostare<br />

l’attenzione dei media su di sé, lasciando così<br />

tranquilla la squadra. Un grande insomma e del<br />

resto i risultati li ha portati.<br />

Ad ogni modo, per la vittoria finale non dimentichiamo<br />

la voglia di rivalsa del Milan e di Ibra.<br />

Come outsider vedo Juve, Roma e Napoli.


il personaggio<br />

58<br />

Gianfranco Martin<br />

di mAX GENESI<br />

Gianfranco inizia a sciare a 5 anni a Sestriere con<br />

il padre Sergio. Atleta della squadra nazionale dal<br />

1987 al 1995; ha partecipato a due edizioni dei<br />

Giochi Olimpici: ad ALBERTvILLE '92 (Francia),<br />

dove hA vINTO LA mEDAGLIA D'ARGENTO IN<br />

COmBINATA, e a Lillehammer '94 (Norvegia); nel<br />

'93 ha partecipato ai Campionati del Mondo a Morioka<br />

(Giappone).<br />

Per cinque anni ha partecipato a tutte le gare di<br />

Coppa del Mondo nelle discipline veloci e ad alcuni<br />

appuntamenti nelle discipline tecniche.<br />

Maestro di sci dal 1995 e allenatore federale dal<br />

1996, Allenatore del Comitato Regionale A.O.C.<br />

nel '97 e della Squadra Nazionale "C" maschile nel<br />

'98. Dopo, una lusinghiera carriera da "tecnico":<br />

Giochi Olimpici Torino 2006 - Vice Direttore di Gara<br />

per SG. e Dh. Giochi Paralimpici - Direttore di Gara<br />

per tutte le prove dello Sci Alpino.<br />

Membro dell’IPC (International Paralympic Com-<br />

"Sestriere<br />

è per tutti"<br />

mittee). ASTC (Alpine Skiing Technical Committee)<br />

con la qualifica di head of Competition Europe.<br />

Classificatore del Comitato Italiano Paralimpico<br />

(CIP). Formatore Senior del Comitato Italiano Paralimpico<br />

(CIP). Membro della Commissione disabili<br />

del Collegio Regionale dei Maestri di sci del Piemonte.<br />

Allenatore Squadra Nazionale “A” di Sci Alpino<br />

verso i Giochi Paralimpici di Vancouver <strong>2010</strong>.<br />

La passione di Gianfranco per lo sci non si arresta<br />

e nel 2004, proprio a Sestriere, decide di compiere<br />

una scelta coraggiosa: mette in piedi una realtà<br />

sportiva che offre opportunità di partecipazione<br />

alle attività istituzionali a Tutti… nasce Freewhite.<br />

Cos'è Freewhite?<br />

"Freewhite Ski Team è un'Associazione Sportiva<br />

Dilettantistica, affiliata FISI, CIP, FISIP, FISDIR,<br />

SOI. Freewhite Sport Disabled ONLUS - ci spiega<br />

Gianfranco -. é un'Associazione che si dedica alla<br />

stesura dei progetti per persone disabili e al reperimento<br />

dei fondi utili alla promozione di attività<br />

sportive e sostegno alla persona ed alle famiglie".<br />

Chi è il suo presidente?<br />

"Il Presidente è il mio caro amico Dario Capelli. Io<br />

sono il Vicepresidente".


Poi Gianfranco continua a raccontarci della sua<br />

associazione: "L’Associazione ha quale principale<br />

obiettivo la conoscenza della montagna e lo sviluppo<br />

tecnico delle discipline sportive proposte ai<br />

propri associati senza limiti e soprattutto in perfetta<br />

inclusione tra persone normodotate e persone<br />

con disabilità. Il sodalizio propone attività sportive<br />

per ragazzi dai 3 ai 17 anni nella formula Sci Club e<br />

sviluppa progetti sportivi per le persone con disabilità<br />

di tutte le età e per tutte le patologie, anche<br />

senza prospettiva di autonomia".<br />

La montagna è talvolta ostica...<br />

"La montagna è considerato da sempre un ambiente<br />

ostile per le persone con disabilità".<br />

Ed allora cosa è cambiato?<br />

" Mi sento in grado di dire che la montagna è oggi<br />

accessibile e fruibile, per tutti, in tutte le stagioni<br />

grazie alle molteplici opportunità da noi fornite.<br />

Le proposte della Freewhite prevedono impegni<br />

in tutte le stagioni e sono relative a molteplici<br />

attività ludico sportive: sci alpino, snowboard,<br />

mountain bike – tandem – Buggy Bike – handbike<br />

– Trike, tiro con l’arco, tennis, golf, piscina, pesca<br />

sportiva, quad, escursionismo, arrampicata.<br />

La Freewhite è dotata di attrezzature adattate per<br />

le singole disabilità grazie al contributo di Fondazioni,<br />

Enti, Aziende e Privati. Le attività proposte<br />

sono accessibili a tutti e molte di queste vengono<br />

fornite a titolo gratuito grazie al contributo di<br />

Aziende ed Enti che hanno creduto nei nostri progetti.<br />

LA SESTRIERES SPA, AD ESEMPIO, PROPO-<br />

NE NEL COMPRENSORIO SCIISTICO DELLA VIA-<br />

LATTEA TARIFFE AGEVOLATE SUGLI IMPIANTI<br />

DI RISALITA PER LE PERSONE DISABILI, NATU-<br />

RALMENTE PREVIA VALUTAZIONE DI GRAVITà<br />

DA PARTE DELLA FREEWHITE. Sestriere può fregiarsi<br />

quindi dell’appellativo di località turistica<br />

accessibile e fruibile anche grazie alla presenza<br />

sul territorio della struttura ricettiva hotel Lago<br />

Losetta Melvin Jones, interamente accessibile<br />

e fruibile utilizzata come base logistica da parte<br />

della Freewhite per l’organizzazione di soggiorni<br />

di “vacanza e sport per tutti”. La Freewhite ha voluto<br />

tutelare e proseguire lo spirito Paralimpico di<br />

Torino 2006 nello Sci Alpino, realizzando nel 2008<br />

i Campionati Italiani, nel 2009 e <strong>2010</strong> una tappa<br />

della Coppa del Mondo IPC e nel <strong>2011</strong> i CAMPIO-<br />

NATI DEL MONDO IPC e i Giochi Nazionali Invernali<br />

Special Olympics. Questi importanti eventi,<br />

voluti dalla Freewhite con grande impegno anche<br />

economico, vogliono essere motore di promozione<br />

dello Sport Disabili e della grande potenzialità<br />

di accoglienza della località di Sestriere verso le<br />

persone con disabilità.<br />

Informazioni per lezioni di sci alpino e attività sportive:<br />

www.freewhite.it – www.freewhiteonlus.org –<br />

info@freewhite.it – info@freewhiteonlus.org –<br />

Gianfranco 393/9317821. Informazioni per soggiorni<br />

Hotel Lago Losetta: www.hotellagolosetta.<br />

it – info@hotellagolosetta.it – tel. 0122/754041 fax<br />

0122/755107<br />

59<br />

il personaggio


l'azienda<br />

60<br />

Agenzia Traiano Fondiaria-Sai,<br />

In vista della stagione sciistica <strong>2010</strong>-<strong>2011</strong>, l’agenzia<br />

Traiano Fondiaria-Sai ricorda a tutti gli appassionati<br />

delle due lamine che il modo più facile per<br />

sciare in sicurezza è la prudenza, ma per essere<br />

preparati a qualsiasi imprevisto è meglio sottoscrivere<br />

una polizza Protezione Neve.<br />

Con la ripresa della stagione sciistica, è tornata in<br />

auge la questione della sicurezza sulle piste, tema<br />

intorno al quale negli ultimi anni l’attenzione della<br />

stampa è cresciuta di pari passo con il diffondersi<br />

delle discipline alpine. Come noto, l’analisi<br />

preventiva di rischio è sempre complessa, a maggior<br />

ragione quando si tratta di discipline sportive<br />

come lo sci, rispetto al quale l’eccessivo clamore<br />

mediatico di alcuni incidenti avvenuti sulle piste<br />

ha portato a percepire in modo distorto il rischio<br />

sulle piste sciistiche. Condizionati dalle notizie diffuse<br />

dai media, molte persone preferiscono così<br />

rinunciare a iniziare o a proseguire l’attività sportiva,<br />

arrecando un danno economico a un sistema<br />

che coinvolge imprese turistiche, ricettive e commerciali<br />

di intere regioni. La situazione ci porta<br />

a riflettere con più attenzione non soltanto sulle<br />

forme e i contenuti della comunicazione pubblica<br />

– che non è sempre fedele alla realtà – ma anche<br />

sul rischio concreto che uno sportivo deve affrontare<br />

sciando. A questo proposito non possiamo<br />

certo dire che sciare sia come giocare a dama in<br />

salotto, ma se osserviamo numeri e statistiche –<br />

cioè la fonte più attendibile al riguardo - la realtà<br />

che emerge è ben diversa da quella descritta su<br />

alcuni giornali, e il rischio reale è decisamente più<br />

contenuto e sicuramente in media con quello di<br />

altri sport.<br />

Disattenzione, la prima causa<br />

di incidenti<br />

L’analisi dei rischi assunti fa parte dei compiti quotidiani<br />

di un assicuratore, esercizio che riguarda<br />

tutte le polizze volte ad assicurare beni, persone o<br />

attività ed è effettuata osservando le statistiche e<br />

l’incidenza periodica della sinistrosità. Alla fine di<br />

questo processo si hanno elementi sufficienti per<br />

affermare che molti degli incidenti che avvengono<br />

sulle piste sciistiche sono dovuti a disattenzione,<br />

piuttosto che a fantomatici ostacoli, improvvise e<br />

anomale precipitazioni nevose o peggio ancora a<br />

improbabili valanghe. Occorre in ogni caso prestare<br />

molta attenzione agli eventi dannosi (e talvolta<br />

eclatanti) oggetto di cronaca giornalistica, perché<br />

l’indice di rischio dello sci alpinismo e del “fuori pista”,<br />

teatro privilegiato di gran parte degli incidenti<br />

sugli sci, è elevato, mentre non possiamo dire lo<br />

stesso della pista e delle aree attrezzate, dove vige<br />

un sistema di regole di sicurezza di competenza<br />

del gestore dell’impianto. Non a caso, l’operatività<br />

della polizza Protezione Neve è valida esclusivamente<br />

per gli incidenti che avvengono sulle piste<br />

da discesa gestite e messe in sicurezza dalla Sestrieres.


il partner di chi ama sciare in sicurezza<br />

Evitare le imprudenze<br />

Sappiamo che per sciare correttamente e in sicurezza<br />

occorrono un insieme equilibrato di componenti<br />

psicofisiche, ambientali, tecniche e comportamentali.<br />

Proprio questo equilibrio rende lo sci<br />

un evento sempre unico, affascinante, sano e praticabile<br />

a tutte le età, in grado di emozionare tutti<br />

in modo diverso. La condizione è che si conoscano<br />

i propri limiti, la neve, la montagna e l’attrezzatura<br />

necessaria (quest’ultima sempre più evoluta e in<br />

evoluzione). In altre parole bisogna conoscere il<br />

contesto per non commettere imprudenze.<br />

È necessario, inoltre, rispettare le regole e l’ambiente<br />

per evitare danni a se stessi e agli altri.<br />

Ciò che sopra ogni cosa bisognerebbe evitare sulle<br />

due lamine, però, sono l’alta velocità e le acrobazie,<br />

soprattutto nei giorni festivi, quando le piste<br />

sono più affollate e frequentate da sciatori di<br />

ogni livello e bravura.<br />

L’imprudenza, infatti, è la prima causa della dei sinistri<br />

sulle piste.<br />

La pista? Non c’entra<br />

Quindi non si può parlare di sport pericoloso,<br />

quando si parla di sci, né ci sembra corretto inserire<br />

la battitura delle piste tra le cause di incidente<br />

tra gli sciatori della Vialattea: alcuni sciatori vorrebbero<br />

le piste sempre perfettamente battute, ma<br />

oltre al fatto che questo è praticamente impossibile,<br />

considerate le componenti ambientali e tecniche,<br />

viene da chiedersi se è davvero auspicabile,<br />

visto che il divertimento ne verrebbe fortemente<br />

penalizzato. Inoltre, per quanti sforzi possa fare<br />

il gestore per rendere battute le piste, non potrà<br />

mai eliminare tutti i potenziali ostacoli, soprattutto<br />

in alcuni periodi della stagione o della giornata<br />

durante i quali sono possibili formazioni di piccoli<br />

dossi dovuti a neve programmata o precipitazioni<br />

di neve naturale, oppure al progressivo deterioramento<br />

dovuto all’intenso utilizzo delle piste.<br />

Il nostro ragionamento punta a far emergere un<br />

concetto: non è pericolosa la pista da sci in quanto<br />

tale, ma piuttosto l’uso imprudente e sconsidera-<br />

to che a volte se ne fa. Se questo concetto fosse<br />

ben compreso, basterebbe a ridurre drasticamente<br />

il rischio (percepito e reale) sulle piste.<br />

Le responsabilità del gestore<br />

Un’altra considerazione, rilevata in alcune denunce<br />

di sinistro, è legata alla responsabilità del gestore.<br />

A questo proposito è bene sottolineare che<br />

quest’ultimo non è sempre responsabile di tutto<br />

ciò che accade sulle piste, come stabilisce, peraltro,<br />

la nuova legge regionale del febbraio 2009.<br />

Chi gestisce una pista non potrà mai prevedere<br />

nebbia, gelo e tutte le variabili legate al livello di<br />

preparazione e bravura dell’utente. Nella stessa<br />

legge, tra l’altro, è stata ben definita la norma di<br />

utilizzo delle piste e degli impianti. Quest’ultima,<br />

assieme alla crescente maturità degli sciatori, consentirà<br />

a tutti la corretta gestione del potenziale<br />

sinistro. In tal senso, ci fa piacere rimarcare che<br />

abbiamo avuto forti segnali di collaborazione dai<br />

nostri assicurati: vorremmo ringraziarli tutti, perché<br />

avendo compreso la filosofia del nostro lavoro,<br />

ci hanno aiutato - crediamo con soddisfazione<br />

di tutti -nella gestione dei danni.<br />

La collaborazione con la Sestrieres<br />

Nulla sarebbe possibile, in ogni caso, senza la<br />

collaborazione della Sestrieres, che ci supporta<br />

puntualmente con la sua organizzazione, a partire<br />

dalla sicurezza del comprensorio, passando dal<br />

soccorso sulle piste per terminare con la gestione<br />

amministrativa e quella dei centri medici, quando<br />

necessario. Le considerazioni espresse in questo<br />

articolo sono frutto della nostra esperienza:<br />

crediamo che possano essere di aiuto per vivere<br />

serenamente e felicemente la prossima stagione<br />

sciistica. Noi cercheremo di fare, come sempre, la<br />

nostra parte. Il premio al nostro impegno continua<br />

a essere il gradimento delle nostre soluzioni assicurative.<br />

Continueremo su questa strada, perché<br />

la soddisfazione del cliente, per noi dell’Agenzia<br />

Traiano di Fondiaria-Sai, è la più grande soddisfazione<br />

della nostra professione.<br />

Salvatore Mazza<br />

61<br />

l'azienda


sociale<br />

62<br />

LA "VIA LATTEA"<br />

Storia e simbolismo di una delle più antiche vie della fede:<br />

il pellegrinaggio a Santiago De Compostela<br />

di RICCARDO ChIARLE<br />

per andare a Santiago si percorreva la direzione<br />

da Est a Ovest, in una sorta di percorso iniziatico<br />

verso la santità. Nel quarto libro "Codex Calixtinus"<br />

(versione compostellana del xII secolo del<br />

famoso "Liber Sancti jacobi", veniva fissata l'immagine<br />

dell'Iter Stellarum", la Via Lattea, sognata<br />

dall'imperatore Carlo Magno come incitamento<br />

eroico alla riconquista dei territori spagnoli.<br />

LA VIA LATTEA ERA IL CAMMINO UNIFICATORE<br />

TRA ORIENTE E OCCIDENTE, ITINERARIO INTERIO-<br />

RE DI ASCESI E PERCORSO GEOGRAFICO INSIEME.<br />

LA STORIA<br />

Negli anni 812-814 d.C., in un angolo remoto della<br />

Galizia, nella Spagna settentrionale, il vescovo<br />

Teodomiro, guidato da una stella, scoprì la tomba<br />

di San Giacomo, apostolo di Gesù. Da qui il nome<br />

di Compostela o "Campo della stella", anche se a<br />

dire il vero, questa etimologia è controversa. Secondo<br />

la tradizione, San Giacomo predicò in Spagna,<br />

dove fu spinto con la sua imbarcazione da<br />

una tempesta e dove in seguito gli apparve anche<br />

la Madonna. Fece poi ritorno in Palestina, forse per<br />

lo scarso successo della predicazione, che aveva<br />

svolto presso popolazioni di origine celtica, senza<br />

dubbio coriacee al nuovo credo cristiano. In Terra<br />

Santa si compì il suo destino: venne imprigionato<br />

e poi decapitato da Erode Agrippa nel 44 d.C..<br />

I suoi discepoli allora presero il suo corpo, lo imbarcarono<br />

e giunsero fino in Galizia, patria adottiva<br />

del Santo, dove lo seppellirono in una "area<br />

marmoricis", nel posto dove sarebbe sorta l'attuale<br />

cattedrale. San Giacomo apparve in seguito ai<br />

soldati cristiani di Ramiro I in lotta contro i Mori<br />

nell'844 a Clavijo. Così nell'899 Alfonso III decise di<br />

meglio onorare il Santo con la costruzione di una<br />

prima basilica in pietra, che fu rasa al suolo nel 997<br />

dai Mori di Almanzor. La costruzione del secondo<br />

tempio (era rimasta solo la tomba nella nuda terra<br />

per il povero San Giacomo) segnò anche l'inizio di<br />

quella che sarebbe diventata l'attuale cattedrale.<br />

Fu nel 1078 che Alfonso VI re di Leon e di Castiglia<br />

fece iniziare i lavori. Fu istituita una tassa prosantuario,<br />

il "Voto de Santiago", che rimase per un<br />

millennio ed aiutò la città a crescere intorno al suo<br />

San Giacomo. Strutture per ospitare i pellegrini,<br />

commercio e artigianato si svilupparono allora in<br />

modo decisivo. Atti ufficiali come la bolla "Regis<br />

Aeterni", con la quale Alessandro III fondò la "grazia<br />

dell'Anno Santo Compostelano" (1179), confermato<br />

poi anche da Callisto II, fecero decollare Santiago,<br />

che diventò il santuario più visitato di tutto<br />

il mondo Cristiano, superando di gran lunga Roma<br />

e Gerusalemme. II 25 luglio, festa di San Giacomo,<br />

diventò occasione di un giubileo straordinario.<br />

Le vicende del pellegrinaggio hanno conosciuto<br />

alti e bassi nel corso della storia. Dopo il successo<br />

iniziale, nell'epoca della Riforma e delle guerre<br />

di religione, l'affluenza di pellegrini diminuì fino almeno<br />

al 1588, quando l'Arcivescovo San Clemente<br />

nascose addirittura le reliquie del Santo per timore<br />

di attacchi della pirateria inglese. In epoca barocca<br />

si ebbe poi una ripresa, ma solo dopo la bolla del<br />

Papa Leone xIII, "Deus Omnipotens" (1884), nella<br />

quale si riconosceva l'autenticità delle reliquie e la<br />

legittimità del culto di San Giacomo, ripartì un pellegrinaggio<br />

di massa paragonabile a quello dei primi<br />

tempi. Negli anni recenti possiamo ricordare che anche<br />

Giovanni Paolo II nel 1982 e 1989 ha fatto, primo<br />

Papa nella storia, il pellegrinaggio a Compostela.<br />

LA "mAPPA” DEL PELLEGRINAGGIO<br />

Le vie che portavano a Santiago de Compostela<br />

erano principalmente quattro:<br />

la "Via Podense", che partiva da Le Puy;


Santiago, scorcio della Cattedrale.<br />

Sacra di San Michele.<br />

la "Via Tolosana", che partiva da Aries, la più<br />

meridionale;<br />

la "Via Turonense", che partiva da Tours;<br />

la "Via Lemovicense", che partiva da Limoges.<br />

Queste quattro vie erano sostanzialmente le vie<br />

esistenti in territorio francese, e naturalmente,<br />

direi necessariamente, vista la geografia del viaggio,<br />

si univano poi in Spagna, a Puente de la Reina<br />

(a sud-ovest della attuale Pamplona), dove poi<br />

proseguivano in un solo cammino fino a Santiago.<br />

A dire il vero la "Podense", la "Lemovicense" e la<br />

"Turonense"si univano gia in Francia, ad Ostabat,<br />

entrando in Spagna per il passo di Roncisvalle e<br />

St. Jean Pied-de-Port, ma poco importa...<br />

Queste erano le vie accreditate nella "Guida del<br />

Pellegrino" del xII secolo, il celebre "Codex Calixtinus"<br />

composto di ben undici libri ciascuno dedicato<br />

ad un tema specifico. In particolare il libro V<br />

del "Codex" è una "guida del pellegrino". nel senso<br />

più moderno: fornisce notizie su itinerari, tappe,<br />

alloggi, pericoli, riferimenti culturali, notizie storiche,<br />

devozioni da compiere, reliquie da visitare e la<br />

descrizione della Cattedrale di Santiago. Non che<br />

non esistessero altri percorsi per arrivare a Santiago<br />

de Compostela, ma questi che ho citato furono<br />

"canonizzati" nella Guida, in modo che il pellegrino<br />

potesse percorrere le vie sulle quali fosse più<br />

facile trovare l'assistenza di cui aveva bisogno. In<br />

Francia un punto di appoggio importantissimo era<br />

Cluny (26 km a nord-ovest di Macon, 94 km a nord<br />

di Lione). Complesso abbaziale dove i pellegrini<br />

potevano trovare assistenza materiale e spirituale<br />

oltre che una protezione politica, che per altro li<br />

avrebbe accompagnati poi fino alla meta.<br />

IL PERCORSO ITALIANO<br />

In Italia i pellegrini della fede partivano spesso<br />

verso Santiago includendo Roma come punto di<br />

partenza o in ogni caso come tappa iniziale. Forse<br />

per amore di "completezza" il percorso si snodava<br />

lungo la penisola, da Roma verso nord, toccando<br />

centri importanti quali Viterbo, Assisi (San Francesco<br />

avrebbe compiuto il pellegrinaggio tra il 1213<br />

e il 1215), Siena, Lucca, Fidenza, Piacenza, piegando<br />

poi verso Genova oppure verso Alessandria e<br />

Torino in direzione Monginevro attraverso la Valle<br />

di Susa e, più raramente, la Val Chisone, sostando<br />

in Pinerolo, al monastero benedettino di Santa<br />

63<br />

sociale


sociale<br />

64<br />

Maria (fondato nel 1064) o ancora verso Vercelli<br />

(per dirigersi al Gran San Bernardo). I pellegrini potevano<br />

contare sull'assistenza delle Abbazie tra le<br />

quali una delle più importanti era l'Abbazia di San<br />

Michele in Valle di Susa. L'attuale Sacra di San Michele<br />

era nei secoli xI e xII al massimo splendore.<br />

In quegli anni poteva infatti vantare una biblioteca<br />

fornita e prestigiosa, una scuola di grammatica di<br />

fama internazionale, una serie di contatti culturali<br />

di alto livello e una signoria sui territori circostanti<br />

il monte Pirchiriano, su Sant'Ambrogio, Giaveno<br />

ed Avigliana, nonché su alcuni territori francesi nei<br />

pressi di Aurec, in Alvernia, regione da dove partì il<br />

primo pellegrinaggio compostelliano. Il motivo di<br />

questa estensione del potere dell’Abbazia di San<br />

Michele, è storico. Il nobile hugon de Montboissier,<br />

che regnava sul castello di Aurec sur Loire, decise<br />

in quegli anni di regalare alla Chiesa un’Abbazia in<br />

espiazione dei suoi peccati: l’Abbazia di San Michele,<br />

appunto, con diritto feudale sui possedimenti<br />

del paese di Aurec. Bisogna considerare poi che il<br />

primo pellegrinaggio partì nel 950 da Le Puy-en-<br />

Velay, dove il vescovo Gotescalc, al ritorno, fece<br />

costruire su uno sperone verticale di roccia una<br />

chiesa dedicata proprio a San Michele, in una sorta<br />

di gemellaggio religioso con la Sacra valsusina.<br />

Unite dalle loro origini, le chiese di S. Michele sul<br />

Pirchiriano e quella sul Piece di Le Puy, lo rimasero<br />

anche come riferimento per i pellegrini di Compostela,<br />

anche se coloro che sostavano alla Sacra non<br />

raggiungevano di norma Le Puy, ma piegavano a<br />

sud verso la più comoda via "Tolosana". Sempre in<br />

Val di Susa esistevano altri punti di appoggio per i<br />

pellegrini. Poco distante dalla Sacra, l'Abbazia di S.<br />

Antonio di Ranverso poteva offrire con il suo Ospedale,<br />

tenuto dall'Ordine degli Antoniani (fondato<br />

nel 1070 dal barone Jocelyn di ritorno da Costantinopoli<br />

con le reliquie di S. Antonio), ulteriore ricovero.<br />

Ai piedi delle montagne si trovavano anche<br />

la meno celebre, ma predominante in Valle di Susa,<br />

Abbazia di S. Giusto di Susa, e I'Abbazia della Novalesa,<br />

anche se un po' "fuori percorso" rispetto al<br />

sentiero che portava i pellegrini verso il valico del<br />

Monginevro, più basso di quello del Moncenisio e<br />

più agevole da raggiungere.<br />

Riassumendo, i pellegrini arrivavano da Roma, seguendo<br />

percorsi che li portavano a costeggiare il<br />

Buttigliera Alta - Sant'Antonio di Ranverso.<br />

Portale dell'ospedale dei pellegrini.<br />

mare verso Genova, Nizza e Aries, oppure li conducevano<br />

a nord verso Alessandria, Torino, Val di<br />

Susa, Val Chisone, Monginevro, Le Puy-en-Velay,<br />

oppure ancora più a nord verso il passo del Gran<br />

San Bernardo a congiungersi con gli altri "cammini"<br />

provenienti dall'attuale Germania (la "Oberstrasse")<br />

a Losanna, Ginevra e poi ancora verso<br />

sud (vie "Podense" e "Tolosana").<br />

L'ABITO DEL PELLEGRINO<br />

I pellegrini dovevano portare un abito "povero",<br />

una bisaccia fatta di pelle di una bestia morta, un<br />

bastone, una conchiglia come simbolo del pellegrinaggio,<br />

ricamata sulla veste all'andata e una<br />

"vera" al ritorno, per "gloria dell'Apostolo, in suo<br />

ricordo e in segno di un così lungo viaggio" (cosi<br />

recita la "Guida"}. La povertà era necessaria perchè<br />

il pellegrino doveva fare penitenza e quindi<br />

vivere i disagi che la povertà comportava, e questo<br />

nella fede che il Signore lo avrebbe aiutato e<br />

protetto. II pellegrino doveva poi essere pronto a<br />

dare aiuto al suo prossimo ed a riceverne, e questa<br />

disposizione spirituale era simboleggiata dalla<br />

bisaccia, che doveva essere sempre aperta e senza<br />

legacci. Emerge qui il valore della carità e si comprende<br />

come lungo le vie nascessero ospedali,


ospizi e strutture per i pellegrini. Un valore, quello<br />

della carità, che diede luogo ad un grande senso<br />

di solidarietà fra i pellegrini ma anche con alcune<br />

delle popolazioni stanziali toccate dal cammino.<br />

II bastone serviva al pellegrino per appoggiarsi.<br />

Era quindi una specie di "terza gamba", e simboleggiava<br />

la fede nella Santissima Trinità in cui il<br />

pellegrino doveva perseverare. II bastone serviva<br />

anche come difesa personale contro le bestie (il<br />

diavolo) che potevano aggredirlo, o i briganti... Infine<br />

la conchiglia, già ricamata sulla veste, che si<br />

comperava a Santiago a simboleggiare l'avvenuto<br />

incontro col Santo, rappresentava la conoscenza<br />

acquisita e conservata dentro di sé. La conchiglia<br />

quindi simbolo del pellegrinaggio ma anche del<br />

pellegrino e dello stesso San Giacomo. Nel segno<br />

della conchiglia nacque una sorta di confraternita<br />

sovranazionale legata al pellegrinaggio, dove pur<br />

parlando lingue diverse, i partecipanti si trovavano<br />

affratellati dal culto comune. I pellegrini furono<br />

protetti da leggi canoniche e civili. II Papa Nicola<br />

II ordinò la scomunica per coloro che avessero<br />

derubato o danneggiato i pellegrini di Santiago.<br />

Sempre il Codex Calixtinus ricorda che i pellegrini<br />

sono esentati dal pagamento doganale e il sovrano<br />

Sancho III di Navarra diffida chiunque a mettersi<br />

contro di loro. Si diventava pellegrini quando se<br />

ne assumevano le vesti attraverso un rituale vero<br />

e proprio che sanciva un distacco dalla quotidianità,<br />

che doveva durare per tutto il viaggio. Un po'<br />

come avviene oggi per il musulmano che compie<br />

il pellegrinaggio alla Pietra Nera, nella città Santa<br />

della Mecca, anche il pellegrino cristiano medievale<br />

si spogliava della sua identità terrena per<br />

assumere una diversa identità spirituale, uguale a<br />

quella di tutti gli altri pellegrini davanti a Dio. Un<br />

abito esteriore ed interiore che doveva portarlo<br />

attraverso la pratica delle devozioni e dei rituali<br />

prescritti lungo il percorso fino alla meta, insieme<br />

terrena, Santiago de Compostela, e meta fisica, la<br />

propria salvezza spirituale. Infatti apprendiamo<br />

dalle biografie proprio di Santi e Vescovi che il pellegrinaggio<br />

era quasi un obbligo che completava<br />

la vita spirituale. In questo significato si inquadra il<br />

viaggio, già ricordato, compiuto da San Francesco<br />

d'Assisi intorno al 1213-1215 a Santiago de Compostela.<br />

Tragitto prima di Astorga (Castiglia).<br />

Astorga. Ostello a Rabanal del Camino.<br />

La salita di Foncebadòn.<br />

La Cruz de Ferro.<br />

Il punto più alto, mt 1504.<br />

Le foto di questa pagina sono<br />

di Maurizio Colli.<br />

65<br />

sociale


METAN ALPI SESTRIERE<br />

ricarica l’Ambiente<br />

Una lunga storia all’insegna del fare, creando<br />

sempre nuove opportunità sui sistemi territoriali<br />

nella salvaguardia dell’ambiente. E’ la storia del<br />

Gruppo Metan Alpi che al Colle garantisce calore<br />

pulito, alto confort, basso impatto ambientale e<br />

tanti nuovi progetti per il futuro che riguardano<br />

anche la mobilità. La svolta verso la sostenibilità<br />

ambientale a Sestriere ebbe inizio nel 1989, grazie<br />

all’attività del Gruppo Metan Alpi (Sestriere e Val<br />

Chisone), presente sulle Montagne Olimpiche da<br />

oltre 20 anni.<br />

“Abbiamo accettato la sfida di portare il gas naturale<br />

da Perosa Argentina fino a Sestriere, Cesana e<br />

Bardonecchia - spiega l’ingegner Andrea Chiaves<br />

- presidente del Gruppo torinese Metan Alpi - servendo<br />

anche i comuni intermedi di Roure, Fenestrelle,<br />

Usseaux, Pragelato, Sauze di Cesana, Oulx, Sauze<br />

d’Oulx, Salbertrand), attraversando terreni ritenuti<br />

impossibili e sostenendo oneri di investimento ritenuti<br />

non remunerativi dalle grandi Società del gas”.<br />

In questi vent’anni la nostra società non ha mai<br />

mancato alle sue promesse e non si è mai trovata<br />

in contenzioso con le Amministrazioni Comunali.<br />

Anzi nel suo operare ha sempre dimostrato piena<br />

disponibilità, talvolta oltre i propri impegni, ad accogliere<br />

le richieste degli 11 comuni ove ha portato<br />

il gas naturale. Ripercorrendo la storia di questa<br />

magnifica avventura imprenditoriale, l’ingegner<br />

Chiaves, sottolinea: “Nel 1991 Metan Alpi Sestriere<br />

ha lanciato la sfida di costruire un teleriscaldamento<br />

in alta montagna a Sestriere. A tale impianto sono<br />

seguiti nel 2005 quelli di Pragelato e Sansicario. In<br />

ogni iniziativa ha riscosso il pieno apprezzamento<br />

degli utenti serviti, per l’economia e la qualità<br />

ineccepibile del servizio, per la presenza continua<br />

nell’area del proprio personale (scelto tra gli abitanti<br />

del territorio) e degli uffici aperti al pubblico con<br />

continuità”. E a malincuore ricorda: “Vicende spiacevoli<br />

della compagine societaria ci hanno costretti<br />

intorno all’anno 2000 a rinunciare a parte del bacino<br />

che avevamo già metanizzato con grandi sforzi<br />

di impegno economico e personale”.<br />

“Il gruppo Metan Alpi - conclude l’ingegner Chiaves<br />

- ha quindi i numeri, per l’esperienza maturata,<br />

la tecnologia più avanzata, la credibilità, la capacità<br />

e la correttezza sempre ed in ogni occasione dimostrate,<br />

per proporre un piano-programma per il<br />

bacino, che vuole essere di eccellenza, per la qualità<br />

dell’aria, il risparmio di energia e la qualità e lo sviluppo<br />

dei servizi energetici”. Il Gruppo Metan Alpi<br />

continua a caricare di verde l’ambiente alpino ed<br />

offrirà nuove possibilità alla vasta utenza, anche<br />

nell’ottica di nuove tecnologie sempre mirate<br />

all’efficienza, riduzione dei costi costi ed inquinamento.<br />

Ufficio Stampa MetanAlpi Sestriere


territorio<br />

68<br />

LO CHABERTON<br />

il monte nelle nuvole,<br />

tra storia ed escursionismo<br />

La prima erta che si incontra sul percorso da Monginevro o Claviere,<br />

presso le Grange de Baisses.<br />

Dal Ricovero Sette Fontane, vista sulla spianata del Rio Secco,<br />

con gli impianti di risalita del Rocher Rouge.<br />

Testo e foto di vALTER BRUNO<br />

La spianata con l’attraversamento del Rio Secco, sulla destra<br />

il sentiero che porta al Colle dello Chaberton, visibile tra il<br />

monte e le pendici dello Chaberton stesso.<br />

Il sentiero che dal Ricovero Sette Fontane porta al Colle dello<br />

Chaberton.


Il sentiero che dal Colle porta alla cima dello Chaberton. Il Colle dello Chaberton visto dall’alto, dal sentiero<br />

che porta alla cima del monte.<br />

il Piemonte occidentale, a causa della sua posizione<br />

geografica, è ricco di fortificazioni risalenti<br />

a diverse epoche storiche. Soprattutto a partire<br />

dal ‘700, quando i territori francesi al di qua delle<br />

Alpi, Val Susa e Val Chisone, passarono ai Savoia e<br />

questi furono parte attiva nelle sanguinose guerre<br />

di successione, prima quella spagnola e poi quella<br />

austriaca, la necessità di impedire l’accesso alla<br />

capitale sabauda alle truppe francesi divenne assolutamente<br />

primaria, per cui si diede vita ad una<br />

serie di piazzeforti. La stessa necessità si ripeté a<br />

più riprese in epoche successive e, con interventi<br />

diversificati, si aumentò la quantità delle fortificazioni<br />

e la qualità di quelle preesistenti a fine<br />

‘800, con l’adesione del regno d’Italia alla Triplice<br />

Alleanza e in occasione dell’entrata dell’Italia nel<br />

secondo conflitto mondiale.<br />

Nella sola provincia di Torino le piazzeforti erano<br />

almeno cinque, a presidio di varchi attraverso i<br />

quali le truppe nemiche avrebbero potuto trovare<br />

agevole passaggio. Si contano dunque le piazzeforti<br />

del Moncenisio, a difesa dell’omonimo colle,<br />

comprendente diverse costruzioni datate fine<br />

‘800 inizio ‘900: i forti Roncia, Varisello, Cassa (poi<br />

demolito per far spazio alla diga), le batterie Paradiso,<br />

La Court e Pattacreuse e la caserma del Malamot.<br />

Vi è poi la piazza di Fenestrelle – Assietta, a<br />

difesa della Val Chisone, con il forte Moutin, eretto<br />

nel 1694 dai francesi, poi sostituito dal grandioso<br />

forte dei quattromila gradini, la cui costruzione<br />

iniziò nel 1727 per terminare 122 anni dopo, i<br />

forti eretti sul finire dell’800: Serre Marie, del Colle<br />

delle Finestre, oltre alle batterie del Gran Serin,<br />

del Monte Gran Costa e del Mottas. Altra piazza<br />

importante quella di Exilles, per proteggere la Val<br />

Susa con l’omonimo forte, più volte distrutto e riedificato<br />

con materiali, forme e dimensioni differenti<br />

a partire addirittura dal VII secolo fino al ‘900,<br />

e gli altri forti di Sapé, Fenils e Serre la Garde. Non<br />

distante la piazza di Bardonecchia, sorta nella seconda<br />

metà dell’800 per proteggere l’uscita italiana<br />

del traforo ferroviario del Frejus e poi rinforzata<br />

nell’imminenza del secondo conflitto mondiale,<br />

che contava i forti di Bramafam, Pramand, Foens,<br />

Jafferau, più lo sbarramento di Rochemolles, le<br />

opere delle Quattro Sorelle e quelle del Frejus.<br />

Troviamo infine la piazza di Cesana, con il forte di<br />

Champlas Seguin, lo sbarramento di Claviere, le<br />

batterie del Petit Vallon, ma soprattutto la batteria<br />

dello Chaberton, la cui storia continua ad incuriosire<br />

così come la sua ascesa ad affascinare.<br />

Il monte Chaberton, alto 3.130 metri, sovrasta il<br />

colle del Monginevro, valico alpino tra Francia e<br />

Italia di importanza strategica, porta attraverso<br />

la quale eserciti sono transitati nei due sensi fin<br />

dai tempi più remoti. Sicuramente fu utilizzato in<br />

territorio<br />

69


territorio<br />

70<br />

Il passaggio tra le torri e dello Chaberton. Il tunnel ricoperto di ghiaccio. La foto è stata scattata all’inizio<br />

del mese di settembre, dopo una calda estate.<br />

epoca romana: in particolare viene citato come<br />

uno dei possibili passaggi utilizzati dall'esercito<br />

cartaginese di Annibale nel 218 a.C. e nelle guerre<br />

di conquista delle Gallie. Sempre in epoca romana<br />

il Colle del Monginevro segnava il punto di<br />

partenza della Via Domizia, la strada costruita per<br />

iniziativa del console Gneo Domizio Enobarbo e<br />

inaugurata nel 118 a. C., che collegava l'Italia alla<br />

recentemente conquistata hispania attraverso il<br />

sud della Gallia. Da Augusta Taurinorum (Torino)<br />

fu realizzata una strada interamente carrozzabile<br />

che attraversava Segusia (Susa), raggiungeva il<br />

Matrona Mons (Monginevro), e di lì scendeva a<br />

Brigantio (Briancon).<br />

Se il lato ora in territorio francese non dava eccessive<br />

preoccupazioni, il versante italiano, formato<br />

proprio dalle prime pendici dello Chaberton, per<br />

la sua conformazione presentava grandi difficoltà,<br />

che Ammiano Marcellino, storico romano di età<br />

tardo imperiale, così descrisse: “dalla parte della<br />

Gallia infatti appare come un pendio quasi dolce,<br />

ma il versante opposto è orrido per le rocce che si<br />

levano a picco, specialmente in primavera, quando,<br />

sciogliendosi il gelo e la neve al soffio dei venti caldi,<br />

gli uomini che scendono con passo malfermo, attraverso<br />

dirupi scoscesi da entrambe le parti e crepacci<br />

nascosti dal ghiaccio, precipitano insieme agli animali<br />

da soma e ai carri.”<br />

Venendo a tempi più recenti, con l'adesione del<br />

Regno d'Italia alla Triplice Alleanza, stretta con<br />

l'Impero Austro-ungarico e con la Germania nel<br />

1882 quale patto militare difensivo, inizialmente<br />

voluto principalmente dall’Italia, desiderosa di<br />

rompere il suo isolamento e di contrastare la Francia<br />

che aveva occupato Tunisi, tornò d’attualità la<br />

difesa dei confini occidentali.<br />

Gli Alti Comandi italiani misero dunque in atto la<br />

fortificazione di quella frontiera e, dopo aver ultimato<br />

le fortificazioni al valico del Moncenisio, per<br />

la difesa del Monginevro venne decisa la costruzione<br />

di un forte sulla sommità del monte Chaberton,<br />

che dominava la conca di Briançon, città<br />

già interamente fortificata dal grande ingegnere<br />

militare francese Vauban nel xVIII secolo. Dalla<br />

cima del monte si sarebbe stati in grado di agire<br />

sulle numerose batterie che facevano parte della<br />

munita piazzaforte francese, tutte particolarmente<br />

vulnerabili perché poste ad una quota sensibilmente<br />

più bassa.<br />

Vi è chi sostiene che la decisione di costruire<br />

un'opera fortificata di quel tipo e a quell'altitudine,<br />

considerando le circostanze e l'epoca nella quale<br />

venne presa, fu oltremodo coraggiosa, altri invece<br />

evidenziano l’eccessiva fiducia delle alte sfere<br />

militari italiane, le quali ritenevano eternamente<br />

inviolabile quel sito, non mettendo nel conto il co-


Dallo Chaberton, vista su San Sicario, a sinistra, e sulla la pista di<br />

Bob e slittino di Cesana Pariol. Sempre a sinistra, si intravedono in<br />

lontananza le torri di Sestriere.<br />

Dalle torri dello Chaberton, vista su san Sicario e, in lontananza,<br />

Sestriere.<br />

stante progresso tecnologico che inevitabilmente<br />

avrebbe prima o poi permesso a ben nascoste artiglierie<br />

di raggiungere anche i 3130 metri dello<br />

Chaberton.<br />

I lavori iniziarono nell'estate del 1898, dopo la costruzione<br />

di una strada rotabile che si arrampicava<br />

per 14 chilometri dal paese di Fenils fino alla sommità<br />

del monte.<br />

I resti delle torri dello Chaberton. Diametro di 6,95 metri, in<br />

origine erano alte quasi otto metri.<br />

Sempre dalla cima dello Chaberton, vista su Monginevro<br />

coi suoi impianti di risalita. Sulla destra La Vachette<br />

e la strada verso Briançon.<br />

I problemi costruttivi che si affrontarono furono<br />

essenzialmente di ordine climatico in quanto,<br />

causa l’elevata altitudine ed il conseguente forte<br />

innevamento invernale, i lavori potevano essere<br />

eseguiti solamente nella bella stagione.<br />

Venne ricavato un piazzale dietro ad uno spalto<br />

roccioso dove venne costruito un basso fabbricato<br />

atto a contenere le camerate, i magazzini, l'in-<br />

territorio<br />

71


territorio<br />

72<br />

La meravigliosa vista che si gode dalla cima dello Chaberton: a partire da destra, il massiccio des Ecrins, con la cima più alta, la Barre des Ecrins<br />

(4101 m) e ai suoi lati il Dome de Neige (4015 m) e il Pic Lory (4086 m), al suo fianco il Pelvoux (3943 m); procedendo verso sinistra la valle che scende<br />

a Briançon e il Monginevro. Al centro svetta la punta del Pic de Rochebrune (3325 m) e proseguendo si vedono gli imbocchi delle valli Thures e<br />

Argentera divise dal Roc de Boucher (3285 m), quindi Sestriere sovrastata da Rognosa (3280 m) e Banchetta (2822 m), e ancora il Fraiteve (2701<br />

m), l’Assietta, la Ciantiplagna (2849 m) e una piccola porzione dell’alta Val di Susa.<br />

fermeria, il comando e le cucine, mentre nella roccia<br />

sottostante venne realizzato il deposito delle<br />

munizioni delle artiglierie.<br />

Sopra il fabbricato si costruirono otto torri cilindriche<br />

in muratura alte 7,70 metri e di diametro<br />

6,95 metri, con all’interno una scala elicoidale che<br />

portava in cima alla torre e, attraverso una botola,<br />

all'interno di una casamatta metallica girevole a<br />

protezione dell’artiglieria, costituita da un cannone<br />

da 149/35. Ogni torre aveva il proprio montacarichi<br />

e la propria riserva munizioni.<br />

Le casematte avevano una corazzata leggera, progettata<br />

per riparare l'arma ed il personale addetto<br />

al tiro, composto da un capo-pezzo, un puntatore,<br />

un caricatore, un porgitore, un preparatore e due<br />

o tre serventi, dalle schegge di granata e dalle intemperie<br />

atmosferiche, poiché non si pensava potessero<br />

venir colpiti da colpi provenienti dall'alto.<br />

La batteria, a differenza di altre fortificazioni di<br />

alta quota, fu costantemente presidiata, tranne<br />

nel periodo della prima guerra mondiale, il cui<br />

teatro fu il fronte orientale, e in quello immediatamente<br />

successivo.<br />

Nella stagione fredda il presidio era a carico dei<br />

battaglioni Fenestrelle e Exilles del 3° reggimento<br />

Alpini, che inviavano a turni della durata di un<br />

mese un plotone di trenta soldati al comando di<br />

un tenente, mentre in estate il presidio era costituito<br />

dagli artiglieri al servizio ai pezzi.<br />

Dopo quarant’anni di vita tranquilla, con il 10 giugno<br />

1940, quando l'Italia entrò in guerra con la<br />

Francia, nonostante fosse ormai inadeguato per<br />

concezione tecnica, lo Chaberton venne chiamato<br />

a sostenere il suo compito. Gli otto cannoni dello<br />

Chaberton erano inquadrati nella 515a batteria<br />

xxxIV Gruppo dell'8° Raggruppamento Artiglieria<br />

della Guardia alla Frontiera. Comandante della<br />

batteria era il capitano Spartaco Bevilacqua a cui<br />

rispondevano una ventina tra ufficiali e sottufficiali<br />

e circa 320 artiglieri.<br />

I francesi, consapevoli della pericolosità offensiva<br />

del forte, avevano schierato la 6a Batteria del 154°<br />

Reggimento di Artiglieria da Posizione armata di<br />

mortai Schneider da 280 millimetri, i soli in grado<br />

di colpire, grazie alla loro traiettoria fortemente<br />

parabolica, un obiettivo posto ad altitudine così<br />

elevata. Una sezione di due pezzi era stata collocata<br />

a Poét-Morand e un'altra all'Eyrette, nel vallone<br />

di Cervierès, fuori dalla visuale degli osservatori<br />

italiani.<br />

Nei primi giorni di guerra il forte più alto d'Europa<br />

non fu attivo, mentre il 16 e il 17 giugno la batteria<br />

sparò qualche salva intervenendo in duelli di artiglieria<br />

tra forti francesi ed italiani.<br />

I cannoni dello Chaberton iniziarono a tuonare<br />

con continuità la mattina del 20 giugno, quando<br />

ebbero l’ordine di colpire i forti Janus, Gondran,<br />

Infernet, Troi-Tétes e una serie di batterie campali<br />

francesi.<br />

Il 21 giugno il tiro riprese, ma questa volta i francesi<br />

non stettero a guardare: già nel corso della<br />

mattina i colpi della 6a Batteria cominciarono le<br />

operazioni di aggiustamento del tiro e solo l’improvviso<br />

calare della nebbia interruppe l’avvicinamento<br />

al bersaglio.<br />

Nel pomeriggio, però, col diradarsi della nebbia,<br />

il tiro riprese più preciso, mentre gli italiani, pur<br />

consapevoli del pericolo che gravava su di loro,<br />

continuavano il fuoco sugli obiettivi assegnati.<br />

La difesa degli artiglieri italiani fu esemplare e coraggiosa,<br />

ma non diede risultati apprezzabili, in<br />

quanto non si riuscì a localizzare la provenienza<br />

delle granate avversarie, che inesorabilmente raggiunsero<br />

lo scopo.<br />

Alle 17.15, venne colpita la torre 1, e quindi, in successione<br />

la 3, la 4 e la 5. Nella 3 si sviluppò un in-


cendio che interessò la riservetta munizioni, e soltanto<br />

il pronto accorrere di alcuni artiglieri impedì<br />

una catastrofe. Alle 18.05 venne colpita anche la<br />

torre 2 e, poco dopo, la 6.<br />

Quando, intorno alle 20, cessò il tiro, il bilancio<br />

per gli italiani si rivelò drammatico: nove artiglieri<br />

morti e una cinquantina feriti, sei torri su otto<br />

completamente inutilizzabili, la teleferica distrutta<br />

e tutti i collegamenti interrotti.<br />

Il 22 giugno lo Chaberton comunicò di essere ancora<br />

in grado di sparare con la 7a e l'8a torre, cosa<br />

che fece fino a sera, mentre i francesi spararono<br />

ancora alcuni colpi senza ottenere risultati degni<br />

di nota.<br />

Il 23 giugno lo Chaberton appoggiò l'attacco di<br />

alcune compagnie del 30° Fanteria della divisione<br />

Assietta, mentre i francesi tirarono ancora contro<br />

il forte. Il giorno seguente i mortai di Poét-Morand<br />

fecero partire ancora qualche colpo, ma la guerra<br />

ormai stava per finire e infatti l’armistizio del 24<br />

giugno pose fine al bombardamento francese.<br />

Abbandonata completamente dopo l’8 settembre<br />

1943, la batteria fu nuovamente occupata da<br />

reparti della Folgore della R.S.I. nell'autunno del<br />

1944, in coincidenza con l'avanzata delle truppe<br />

alleate nella Valle della Durance.<br />

Le severe clausole del Trattato di Pace del 1947<br />

assegnarono i ruderi della fortificazione e una cospicua<br />

parte del monte Chaberton alla sovranità<br />

francese, dipartimento delle Alte Alpi, comune di<br />

Névache. La storia del più famoso forte si concluse<br />

nell'estate di dieci anni dopo, quando salirono<br />

sulla vetta gli operai di una ditta specializzata, con<br />

il compito di smantellare totalmente le casematte<br />

e i relitti arrugginiti delle bocche da fuoco, recuperando<br />

l’acciaio e i materiali in qualche modo<br />

riutilizzabili. Rimasero solo più i ruderi delle otto<br />

torri, a testimoniare l’esistenza di quello che era<br />

stato, nei primi anni del xx secolo, il forte più alto<br />

d’Europa. Inaccessibile, invulnerabile: questi sono<br />

gli aggettivi più utilizzati al tempo e che oggi riecheggiano<br />

nelle ricostruzioni di numerosi storici<br />

e appassionati. Sicuramente al momento dell’ide-<br />

azione (1898) il livello tecnologico raggiunto dalle<br />

artiglierie non era tale da far supporre che un<br />

mortaio, posizionato in un sito non visibile dalla<br />

sommità dello Chaberton, avrebbe potuto raggiungere<br />

la batteria a 3.130 metri di quota, né<br />

l’aviazione aveva ancora visto la luce, risalendo al<br />

1903 il primo volo dei fratelli Wright. Ma da quel<br />

momento al successivo in cui, giugno 1940, quella<br />

batteria entrò effettivamente in attività, di anni<br />

ne passarono ben 42: è possibile che nessuno, in<br />

quel quasi mezzo secolo, si sia reso conto della<br />

rapida obsolescenza strategica cui era soggetta<br />

la batteria? Nessuno realizzò che, da inviolabile,<br />

la cima dello Chaberton si era trasformata in facile<br />

bersaglio? P.G. Corino, nel suo “La montagna<br />

fortificata” avanza l’ipotesi che la cosa fosse stata<br />

presa in considerazione: “Alcuni interventi attuati<br />

nelle viscere della montagna fanno pensare ad una<br />

presa di coscienza della non felice sistemazione delle<br />

artiglierie, seguita dall'avvio di un possibile intervento<br />

di spostamento dell'armamento in casematte<br />

in caverna, ma al riguardo non si è rintracciata documentazione<br />

che supporti tale ipotesi, al di là di<br />

alcuni cenni in rapporti non ufficiali.”<br />

Ciò non toglie, tuttavia, che la vita operativa della<br />

batteria dello Chaberton non sia durata che lo<br />

spazio di una settimana, dai primi colpi sparati il<br />

16 giugno all’armistizio del 24 giugno 1940, e che<br />

vi abbiano perso la vita dieci militari italiani, i nove<br />

Una immagine del mortaio Schneider da 280 mm., l’arma che<br />

colpì la batteria dello Chaberton sparando da Poet Morand ed<br />

Eyrette, località francesi nel vallone di Cervières, presso Briançon,<br />

nascoste alla vista degli artiglieri italiani di stanza sulla cima<br />

dello Chaberton.<br />

territorio<br />

73


territorio<br />

74<br />

già citati alla batteria (3 medaglie d' argento e 6<br />

medaglie di bronzo) e in seguito uno all' ospedale<br />

di Pinerolo (medaglia d' oro).<br />

Nello splendido sito internet dedicato alla vicenda<br />

dello Chaberton, assolutamente da visitare per<br />

avere un quadro esaustivo dell’argomento (http://<br />

Foto archivio Sestrieres SpA<br />

chaberton.altervista.org), Roberto Guasco ha raccolto<br />

una interessantissima serie di documenti<br />

dell’epoca, fotografie ed anche un filmato tratto<br />

dal Journal de guerre n. 4 dell’ottobre 1939, trasmesso<br />

all’epoca in tutte le sale cinematografiche<br />

francesi, in cui si vedono chiaramente i mortai


Schneider a Poet Morand. L’autore del sito sostiene<br />

che il filmato non sia sfuggito agli italiani, che<br />

però non cercarono di capire dove queste armi<br />

fossero dislocate: “… è la prova evidente che non<br />

si fece nulla per evitare il massacro degli artiglieri<br />

dello Chaberton”. Dal punto di vista geografico e<br />

geologico, lo Chaberton è una notevole piramide<br />

rocciosa, che si estende con versanti di notevole<br />

pendenza verso est ed ovest. La vetta si trova sulla<br />

cresta spartiacque che si estende da nord a sud,<br />

limitata idealmente a nord dal Colle dello Chaberton<br />

e a sud dal Colle del Monginevro. La vetta fu<br />

pesantemente modificata nel corso dei lavori di<br />

costruzione della batteria fortificata e si presenta<br />

oggi come un'ampia spianata, raggiunta dall'antica<br />

strada militare di servizio. Il monte costituisce<br />

una classica meta per itinerari escursionistici e<br />

scialpinistici.<br />

IL PERCORSO PIù FACILE, mA DECISAmENTE<br />

PIù LUNGO, SI SvILUPPA LUNGO L'ANTICA<br />

STRADA mILITARE ChE PARTE DA FENILS,<br />

FRAzIONE DI CESANA TORINESE, SUL TRAC-<br />

CIATO DELLA vECChIA STRADA CARROzzA-<br />

BILE DELLO ChABERTON.<br />

La strada sale da Fenils al Colle dello Chaberton,<br />

e da qui fino in vetta. Dalla partenza saranno<br />

trascorse almeno cinque ore. Pur con qualche<br />

difficoltà, la strada è percorribile anche con la<br />

mountain bike.<br />

UN ITINERARIO PIù DIFFICILE, CON DIFFICOL-<br />

Tà DI TIPO ALPINISTICO, SI SVILUPPA LUNGO<br />

LA CRESTA SSE, MA IL PERCORSO PIù UTILIZ-<br />

ZATO DAGLI ESCURSIONISTI PUò PARTIRE DA<br />

CLAVIERE, IN TERRITORIO ITALIANO O DA<br />

MONGINEVRO, IN TERRITORIO FRANCESE,<br />

per seguire, poco dopo la partenza, un unico itinerario.<br />

Volendo partire da Monginevro, si può lasciare<br />

l’auto poco oltre l’ampio parcheggio riservato<br />

a camper ed autocaravan che si trova svoltando<br />

a destra appena oltre l’ex posto di frontiera francese.<br />

Si imbocca quindi una comoda carrozzabile<br />

sterrata sulla sinistra, dove campeggia l’inquietante<br />

cartello “Chaberton 5 h”. Non lasciatevi scoraggiare!<br />

Con un minimo di allenamento, si può arrivare<br />

alla meta in poco più di tre ore. Seguendo la<br />

carrozzabile, da quota 1900 si risale il vallone delle<br />

Baisses, costeggiando il Rio Secco sulla destra oro-<br />

grafica, in dolce salita fino alle Grange les Baisses,<br />

dove una prima importante erta ci porta a quota<br />

2100. Superato il dislivello, ci si ritrova in un’ampia<br />

spianata e si riconoscono sulla sinistra gli impianti<br />

di risalita del Rocher Rouge. Il nostro percorso attraversa<br />

il letto del Rio che, almeno in estate tiene<br />

fede al suo nome, essendo asciutto, e ci si prepara<br />

alla lunga salita verso il Colle dello Chaberton,<br />

che inizia dopo aver superato, a quota 2253, quel<br />

che resta del Ricovero Sette Fontane, raso al suolo<br />

da una slavina nella primavera del 2009. A quota<br />

2674 si raggiunge il Colle dello Chaberton, dove<br />

si trovano dei baraccamenti ottocenteschi e due<br />

opere in caverna di epoca successiva destinate a<br />

difendere l'accesso al colle, congiungendosi così<br />

con il percorso che sale da Fenils. Proseguendo<br />

si risale il crinale del monte con varie svolte, tra<br />

reticolati e resti di opere di sbarramento, fino a<br />

raggiungere lo spalto della batteria, a quota 3130<br />

m. Qui la fatica della salita viene ripagata: la vista<br />

spazia dal Monte Bianco sino al Monviso e oltre,<br />

in uno scenario di incomparabile bellezza. Le rovine<br />

della Batteria dello Chaberton sono ancora<br />

visitabili, ma si deve prestare particolare attenzione:<br />

la parte sotterranea non è illuminata ed è<br />

spesso ingombra di ghiaccio. Inoltre, trattandosi<br />

di un'opera lasciata a se stessa, senza alcun tipo<br />

di manutenzione da decenni, si possono correre<br />

parecchi rischi. Tutta la batteria è percorsa da un<br />

corridoio principale ora pieno di neve e da un’intercapedine.<br />

Da ambo le parti è possibile accedere<br />

alle stanze e alle torri, ma solo una è percorribile<br />

fino alla sommità. Più che dalla visita ai ruderi,<br />

invero un po’ tetri e sinistri, il vero piacere è dato<br />

dal panorama, che a 360 gradi è eccezionale. Più<br />

che a tristi e drammatici ricordi di guerra, meglio<br />

rivolgere il proprio pensiero a qualcosa di superiore<br />

che, davanti ad uno spettacolo del genere,<br />

diviene tangibile.<br />

Bibliografia essenziale: Edoardo Castellano, Distruggete lo Chaberton!,<br />

Edizioni il Capitello, Torino, 1984 // Pier Giorgio Corino e Piero Gastaldo,<br />

"La Montagna Fortificata", ed. Melli, Borgone di Susa, 1993 // Pier Giorgio<br />

Corino, “La batteria dello Chaberotn e la piazza militare di Cesana”, Elena<br />

Morea editore, Torino, 2006 // Mauro Minola, Beppe Ronco: Fortificazioni<br />

nell'arco alpino, Quaderni di cultura alpina, Priuli & Verlucca editori, Torino,<br />

2008, // Silvia Tenderini "Ospitalità sui passi alpini" ed. Centro Documentazione<br />

Alpina, Torino, 2000. Sitografia essenziale:<br />

http://chaberton.altervista.org<br />

http://www.bardonecchiafortificata.it/batteryChaberton.htm<br />

http://www.icsm.it/world/reportage/chaberton.html<br />

http://www.reocities.com/antichevie/monginevro.html<br />

territorio<br />

75


storia del turismo<br />

76<br />

Sauze d’Oulx<br />

Dagli albori dello<br />

sci alla Vialattea<br />

di LUCA RANCATI<br />

Si può ritenere risalente agli anni Trenta del secolo<br />

scorso il rapido sviluppo degli sport invernali<br />

sulla neve a Sauze d’Oulx, mentre il Senatore Giovanni<br />

Agnelli e il figlio Avv. Edoardo Agnelli stavano<br />

costruendo Sestriere praticamente dal nulla.<br />

L’economia di Sauze sino ad allora si era basata<br />

essenzialmente sull’agricoltura e sull’allevamento:<br />

nel 1933 era stata impiantata nella frazione<br />

Grand Chalp, a 5 km da Sauze d'Oulx (1900 metri<br />

di altitudine) la Stazione Alpina intitolata all’On.<br />

Vittorino Vezzani, direttore dell’ Istituto zoologico<br />

e Caseario del Piemonte, allo scopo di fornire<br />

"un'alpe ben organizzata alla quale condurre nel<br />

periodo estivo il bestiame" e "consentire all'Istituto<br />

di compiere quegli studi e quelle esperienze<br />

che possono servire a perfezionare i metodi in uso<br />

nelle montagne piemontesi per la produzione dei<br />

latticini". Sauze non ebbe ragione di preoccuparsi<br />

per il grave problema dello spopolamento che<br />

affliggeva altre borgate montane, i cui abitanti<br />

emigravano verso la Francia, e presto comprese la<br />

sua vocazione turistica: è da ricordare che proprio<br />

in alta valle di Susa nel 1896 l’ingegnere svizzero<br />

Adolfo Kind importò lo sci dalla Germania e dalla<br />

Francia. A Placido Eydallin va il merito di aver dato<br />

inizio alla tradizione turistico-alberghiera del paese<br />

con l’apertura nel 1919 dell’albergo Miravalle<br />

(ora del gruppo Abc) , il primo idoneo ad ospitare<br />

sciatori. Durante la stagione invernale ci si poteva<br />

valere dei più preparati istruttori di sci, quasi tutti<br />

allievi di Luigi Faure, per cinque anni di seguito<br />

campione italiano, che raggiunse l'apice della<br />

carriera sportiva nel 1924 con la partecipazione<br />

alle Olimpiadi di Chamonix. Nel 1933, Luigi Faure,<br />

1955. Lavoro nei campi zona "Baiã".<br />

1955. Antonio Gally, Rosina Eydallin, il sindaco prof. Piero Faure con il mulo.<br />

Sotto: 1956. Partenza slittone Lago Nero.


Placido Eydallin, Beniamino Gally, Fiorentino Bergoin<br />

e Carlo Giolitto vennero richiesti a Sestriere<br />

per affiancare hans Nobl nell'insegnamento della<br />

nuova disciplina sportiva. Il podestà Toesca annunciò<br />

che la strada di collegamento con Oulx,<br />

su cui era già attivo un servizio di autocorriera tra<br />

la stazione ferroviaria di Oulx e il paese di Sauze,<br />

sarebbe stata ampliata e costruita anche la circonvallazione,<br />

vedendo in questi lavori un presupposto<br />

essenziale per la crescita turistica della località.<br />

Già a metà degli anni ’30 erano disponibili svariate<br />

discese dalla cima del Triplex verso Sauze: la prima<br />

alternativa prevedeva il passaggio per Capanna<br />

Kind, l’attuale pista numero 11, “profittando di un<br />

magnifico lancio attraverso la conca pianeggiante<br />

del Lago Nero”, oppure era praticabile la “Via di<br />

Mezzo”, oggi nota come pista 29, “scivolando fuori<br />

dalla conca sottostante al Colletto del Triplex, nella<br />

stessa direzione impressa agli sci dallo schuss<br />

iniziale” e penetrando nella zona boschiva di Pian<br />

della Rocca dove erano già state effettuate alcune<br />

rettifiche al percorso con il taglio di piante. Compiendo<br />

la discesa su Sauze passando per la radura<br />

su cui sorge il Rifugio Ciao Pais, a 1800 m. circa, era<br />

possibile “rimanere colpiti dal carattere particolarmente<br />

favorevole per lo sci della lunga costiera<br />

montagnosa che si stende al di là del Triplex” : Col<br />

Bourget, Punta Moncrons, Colle Cotte Plane (Costapiana)<br />

, Monte Genevris. Risale invece al 1936 il<br />

primo impianto di risalita della zona, una slittovia<br />

con partenza da Clotès. Nel 1937 si costruì la Torre<br />

di Sauze ad opera dell’Ing.Vittorio Bonadè Bottino,<br />

esponente del Futurismo architettonico, che nel<br />

1933 aveva costruito le torri al Colle del Sestriere<br />

e successivamente ne costruirà un’altra a Marina<br />

di Massa. Dobbiamo aspettare il termine del secondo<br />

conflitto mondiale per assistere ad ulteriori<br />

sviluppi, nel 1946 è infatti realizzata la slittovia del<br />

Lago Nero, la cui stazione di monte era prevista<br />

all’interno della Capanna Mollino. L’idea di costruire<br />

al Lago Nero un ristoro con annesso solarium e<br />

albergo risale al 1944, quando l’imprenditore automobilistico<br />

Piero Dusio, presidente della Società<br />

slittovie di Ulzio (poi dal 1945 Società Clotés),<br />

pianificò l’espansione edilizia della zona di Sauze<br />

d’Oulx e Clotés. L’architetto torinese Carlo Mollino<br />

iniziò il progetto nel 1946, sviluppando in rapida<br />

1959. Seggiovia per Clotes, Albergo Sport e Casa Gorlier.<br />

Partenza seggiovia Clotes.<br />

Scorcio panoramico. Sotto: campi da sci.<br />

l'evento<br />

77


storia del turismo<br />

78<br />

successione diversi schizzi preliminari. L’edificio,<br />

inaugurato nel 1947, differirà dai progetti di costruzione<br />

e da quelli pubblicati, corretti da Mollino,<br />

soprattutto negli interni. Il progetto prevedeva<br />

al piano terreno la sala macchine della slittovia, al<br />

primo piano il bar ristorante con terrazza solarium<br />

rivolta a sud verso monte. Una scala posta al centro<br />

della sala ristorante avrebbe dovuto condurre<br />

alle stanze da letto ricavate nel volume del tetto e<br />

destinate a una cinquantina di ospiti, il che però<br />

non verrà mai realizzato. La fine degli anni Quaranta<br />

vide l’ “invenzione” dello sci moderno a Sportinia,<br />

il cui nome di origine era Clos Sabouiller, ad<br />

opera dell’Ing. Ettore Caretta di Torino e del figlio<br />

Ing. Stefano Caretta. Nel 1946 nacque la seggiosciovia<br />

Sauze d’Oulx-Capanna Kind, impianto misto<br />

con seggiole ed elementi di traino per gli sciatori,<br />

con stazione di partenza presso la frazione di<br />

Prariond, negli anni immediatamente successivi<br />

venne realizzata anche la sciovia del Triplex.<br />

Nel 1949 è invece la volta della seggiovia di Clotès<br />

che sino ai primi anni Sessanta manterrà la propria<br />

stazione di partenza nell’attuale piazza Assietta,<br />

dovendo successivamente essere spostata verso<br />

monte a causa dello sviluppo edilizio del paese.<br />

Fu merito della buona azione di marketing attuata<br />

dall’Ing. Caretta l’arrivo a Sauze dei primi turisti<br />

stranieri: si trattava di gruppi di parigini intorno al<br />

1963-’65, invece intorno al 1969-’70 cominciarono<br />

ad arrivare i primi ospiti inglesi. In questi stessi<br />

anni si ha un gran fiorire di nuovi impianti di risalita<br />

ad opera della ditta Marchisio di Torino: una<br />

delle prime realizzazioni in zona fu la sciovia del<br />

Bourget, risalente al 1963. Un industriale tessile di<br />

Chieri, Mario Ciaudano, dopo una vacanza a Sauze<br />

si innamorò dei luoghi e decise di trasferirvisi<br />

iniziando a investire nello sviluppo degli impianti<br />

del Monte Genevris: il primo ad essere costruito fu<br />

la telecabina di Richardet, realizzata nel 1966. Nel<br />

1967 l’area sciabile fu ampliata con un primo skilift<br />

allo Chardonnet, seguito nel 1968 dallo skilift del<br />

Costapiana e nel 1970 dal Tuassières. In zona esistevano<br />

già le due piccole sciovie di Gran Villard e<br />

del Pian del Sole nonché la prima sciovia del Moncrons,<br />

storicamente gestita dalla società Sportinia,<br />

che conduceva non in punta come oggi ma poco<br />

più in basso, approssimativamente dove ha inizio<br />

Oulx. Pubblicità Sportinia all'ingresso del paese.<br />

Carlo Giolitto<br />

la pista 33. L’8 aprile del 1967 venne data notizia<br />

della possibilità, per l’Ente Provinciale al Turismo,<br />

di prevedere la candidatura delle Alte Valli di Susa<br />

e Chisone per le Olimpiadi invernali ’76, una volta<br />

creato il piano comprensoriale per la realizzazione<br />

delle infrastrutture che avrebbero permesso alla<br />

valle di competere autorevolmente con Chamonix<br />

e Gstaad. E’ in questo contesto che maturano<br />

ulteriori realizzazioni funiviarie : nel 1974 la società<br />

Sportinia realizza la nuova seggiovia biposto Sauze<br />

d’Oulx-Capanna Kind e potenzia la seggiovia<br />

di Clotès, che sarà aggiornata ulteriormente nel<br />

1979 con la costruzione della seggiovia biposto.<br />

Nel 1975 venne costruita la prima linea della seggiovia<br />

di Rocce Nere, nel 1976 un nuovo e potente<br />

skilift sino in cima al monte Triplex, mentre risale<br />

al 1977 il collegamento seggioviario tra Jouvenceaux<br />

e Sportinia con l’intermedia a Sarnas. Una<br />

nuova società, la Pian della Rocca, (inizialmente<br />

costituita da Francesco Poncet) nel 1976 investì<br />

nella costruzione di una seggiovia biposto da Clotès<br />

al pianoro alle pendici del Col Bourget, e su-


ito dopo costruì le sciovie del Baby Roch e del<br />

Primo Sole. Sono gli anni d’oro dello sci alpino che<br />

vedono protagonisti alla ribalta mondiale i grandi<br />

campioni sauzini della Valanga Azzurra, primo tra<br />

tutti Piero Gros che nella stagione 1973-1974 conquista<br />

cinque gare di Coppa del Mondo, la Coppa<br />

generale e il bronzo nel gigante ai Mondiali di St.<br />

Moritz. II 1976 lo vede raggiungere l’oro Olimpico<br />

nello Slalom Speciale di Innsbruck e sempre lo<br />

slalom gli consente, ai Mondiali di Garmisch, del<br />

1978 di conquistare l'argento. Giuliano e Carlo<br />

Besson, Pierlorenzo Clataud, Alessandro Perron<br />

Chalet Mollino.<br />

Prospettiva originale di Carlo Mollino dell'interno del ristorante.<br />

Cabus, Daniela Giolitto, Carlo e Paolo Garutti,<br />

Daniele Gay, Federico Gattiglio sono solamente<br />

alcuni di una nutrita schiera di vincitori di gare<br />

importanti. Alla fine degli anni Settanta la ditta<br />

Marchisio di Torino prima menzionata continuò a<br />

essere protagonista della costruzione di ulteriori<br />

impianti di risalita. La società Sportinia creò i presupposti<br />

per il futuro collegamento con Sestriere<br />

e Sansicario costruendo nel 1976 la sciovia del<br />

Rio Nero e due anni dopo la sciovia del Basset. La<br />

società Genevris invece investì nel 1979 nel raddoppio<br />

dello skilift Chardonnet mentre nel 1980<br />

impiantò la sciovia del Rifugio Alpino incrementando<br />

il servizio effettuato dal Tuassières. L’anno<br />

1986 vide protagonista la stessa società Genevris<br />

nell’importante e coraggioso investimento per la<br />

costruzione della seggiovia triposto della Gran<br />

Comba,commissionata alla società Leitner di Vipiteno.<br />

Attorno alla metà degli anni Ottanta, dopo<br />

che gli impiantisti di Sauze si erano già riuniti in un<br />

consorzio denominato Orsa Maggiore, si sono poste<br />

le basi per la nascita della Vialattea. La Sestrie-<br />

Carlo Mollino sulle piste di Sauze.<br />

res spa, nata nel 1984 dalla fusione delle Società<br />

Sportinia e Slittovia Sauze d’Oulx nella società SIF<br />

di Sestriere, presieduta dalla signora Tiziana Nasi,<br />

acquisì nel 1990 anche gli impianti del Monte Genevris<br />

e nel 1991 quelli del Pian della Rocca. Era<br />

così completo con tutti i collegamenti il comprensorio<br />

come lo conosciamo oggi, assieme alle aree<br />

di Sansicario, Cesana e Claviere, già acquisite dalla<br />

Sestrieres nel 1989.<br />

Foto: Comune di Sauze d'Oulx; Paolo Bressano "La Nostra Storia;<br />

""Carlo Mollino 1905-1973.<br />

storia del turismo<br />

79


INCONTRI…<br />

NON PIÙ<br />

INASPETTATI<br />

di PAOLO BLANC<br />

È una delle esperienze più affascinanti ed imprevedibili che possano capitare in alta valle di Susa: trovarsi<br />

a tu per tu con un occasionale amico a quattro zampe, capriolo, volpe, scoiattolo, cinghiale, tasso, cervo,<br />

camoscio che sia, o alzare lo sguardo e scorgere, contro la neve, un superbo gipeto che ci 'scansiona'.<br />

è quasi consuetudine, in auto o durante escursioni, fare incontri ravvicinati con i nostri compagni di vita<br />

montana, gli animali del bosco o della radura, che, in maniera sempre più oppressiva e quasi disincantata,<br />

cercano un contatto…<br />

Spesse volte sulla SS24 Oulx-Cesana, mi imbatto risalendo in auto in questi amici: spengo i fari, azzero il<br />

volume esagerato del cd, cerco solo la luce tenue della luna per non dare fastidio. Sento la loro tensione ed<br />

il cuore che pulsa forte tanto quanto il mio quando cercano vie d’uscita dal gard-rail, ne capto la paciosa<br />

tranquillità quando sono appagati dal cibo e lentamente risalgono la china, ad est. Qui di seguito riporto<br />

alcune testimonianze di amici, bravissimi fotografi, che, a differenza mia, cercano un contatto diretto con<br />

la montagna e ben più di me sono soliti vivere quei silenzi, “solo” con la loro fida macchina fotografica.<br />

E fare incontri … che non sono più inaspettati incontri.


Il Gipeto. Foto Paolo Marre


Alberto Casse<br />

LE EMOZIONI<br />

“La natura è emozione e stupore. Una pianta, un animale, una corolla di un fiore, una zampa, le fronde che toccano<br />

il cielo. Al ritmo del passo lento, con la macchina nello zaino alla ricerca di una nuova emozione. L’attesa<br />

di un animale, del muso che esce da una tana o che fa capolino tra i cespugli … quando quegli stambecchi mi<br />

guardano dall’alto di quella roccia sembra che aspettino un ‘clic’, un clic continuo e persistente 5, 10, 20 scatti,<br />

scatti che amo quanto i miei sci… Così, grazie al maestro della fotografia Massimo Sebastiani, giorno dopo<br />

giorno, scatto dopo scatto, ho imparato segreti, a cogliere particolari e sfumature, ad apprezzare cose che prima<br />

nemmeno vedevo… Sono stato sciatore agonista, allenatore, maestro di sci, si dice che il primo amore non<br />

si scorda mai, ma non avevo fatto i conti con delle nuove emozioni. Allo stesso modo anche la passione per la<br />

caccia sta scemando… un clic e porto a casa l’animale … vivo”.<br />

GLI OCCHI DEL LUPO<br />

“Sapevo che era in quella zona, ero salito più volte per fotografarlo, ma ogni mio tentativo era sempre stato<br />

vano. Quella mattina di fine agosto (<strong>2010</strong> ndr) come al solito avevo lasciato l’auto e mi ero incamminato verso<br />

la montagna. Era appena l’alba. Dopo circa un’ora di marcia un fatto inconsueto ed inaspettato: 8, 9 femmine<br />

di cervo davanti a me, spaventate. Ma ciò che allora mi colpì è che tutte quante camminavano nella medesima<br />

direzione, poi si arrestavano e quasi in contemporanea si voltavano guardando indietro, quasi di fianco, alla<br />

loro altezza. Mi ricordo che subito pensai a qualcuno, a qualcosa che le aveva turbate e mi venne spontaneo,<br />

quasi naturale, farmi vedere dinanzi a loro. Ciò nonostante le femmine non distoglievano lo sguardo, fosse stata<br />

però una persona sarebbero partite, scattate via, sono solite farlo. Questa volta no, erano come interessate<br />

nel capire che cosa c’era là…<br />

Decisi, vado in quella direzione… Prima un tratto di montagna piuttosto ripido, poi un pianoro, 100 metri quadri<br />

non di più, solo rododendri e cespugli radi. D’un tratto in un angolo intravidi quattro zampe che si muovevano<br />

tagliando l’aria, dal basso all’alto per intenderci. Pensai c’è un cane e si sta strofinando la schiena sull’erba<br />

… Poi l’animale si acquatta e … allora ho capito che era un lupo. Il lupo a 20 metri da me. Allora ho fatto un<br />

passo indietro, una grossa pietra mi ha permesso di nascondermi. Solo fuori l’obbiettivo e la mano decisa per<br />

scattare la foto ferma quanto più possibile. Penso che le mie pulsazioni in quel momento saranno state sui 130<br />

battiti. Mi sono concentrato, ho pensato alla tecnica adottata dai biathlonisti, quasi non respiravo. Poi il lupo si<br />

tira su, alza la testa, annusa qualcosa nell’aria, rincula e scende da un dirupo dietro di lei. Sì, era una bella lupa<br />

paciosa, mi sembrava con la pancia piena, forse i cervi visti prima ne avevano aimè un brutto ricordo.<br />

Rimasi lì qualche minuto ancora, sopraffatto dall’emozione, non credevo ai miei occhi, dopo una vita che lo<br />

cercavo, lo avevo preso, immortalato: è lui! Poi ricordo solo una discesa mozzafiato verso l’auto ed il fotografo:<br />

la mia mano sarà stata ferma?”.


Paolo Marre<br />

IL CONTATTO IN PUNTA DI PIEDI<br />

NEL BOSCO IN PUNTA DI PIEDI<br />

Prima che fotografo, ‘nasco’ come appassionato. Questo non è un lavoro, bensì una passione. Prima di possedere<br />

una macchina fotografica, fin da ragazzo seguivo gli animali, andavo in montagna a cercarli, a scoprirli, a<br />

vederli. Poi, grazie alla fotografia, ho capito che potevo portarli a casa: tutti o quasi, gli animali che vivono in<br />

questo splendido habitat montano. E con le foto le emozioni provate dinanzi a loro…<br />

Mi piace immortalare la fauna, ma ad una precisa condizione: quella di non turbare l’animale. Ed a questo<br />

proposito sono solito dire ‘il miglior teleobiettivo sono le mie gambe’. In buona sostanza cerco di avvicinarmi<br />

quanto più possibile al soggetto per avere una buona qualità di immagine, ma nel mio scatto non voglio vedere<br />

né paura, né tensione. Inoltre a me piace fotografare a ‘casa mia’, o meglio, nelle ‘mie’ montagne dell’alta<br />

valle, in luoghi che conosco e che mi sono familiari … i miei animali… Si instaura così un rapporto diretto con<br />

la natura, quasi una sottile sfida con l’animale e più quest’ultimo è selvatico, più il contatto e le emozioni sono<br />

forti. Sì, amo interagire con i miei amici a quattro zampe, capita nelle mie escursioni di avvicinarmi nel bosco ad<br />

un capriolo a 20, 15, 10 metri, spesso lui nemmeno si accorge di me e continua a star lì incurante, a fare la sua<br />

vita… Allora ho raggiunto il mio obiettivo. Sono entrato a casa sua … ma in punta di piedi.<br />

L’ERMELLINO, CHE FASCINO!<br />

In questi ultimi anni mi sono avvicinato all’ermellino ed è un animale che tutt’ora sto scoprendo. È fantastico! È<br />

piuttosto raro incontrarlo, addirittura il suo habitat è estremo. L’ermellino vive nel ‘deserto della montagna’, da<br />

2500 metri a salire, dove rutto è rado, la vegetazione minima e la fauna ridottissima. È un animale ‘selvaggio’,<br />

veramente spettacolare, fa parte innanzitutto della nostra fauna tipica alpina insieme alle pernici bianche, la<br />

lepre variabile, altri ‘prodigi’ della nostra montagna. L’ermellino ha però un fascino particolare, oltre a vivere<br />

in condizioni estreme, addirittura ci sverna: riesce a trascorrere un lunghissimo inverno a temperature polari<br />

sotto metri e metri di neve ed a vivere tranquillamente. Questo mammifero appartenente alla famiglia dei<br />

mustelidi è un predatore formidabile, grande carnivoro. Il 90% della sua dieta sono le arvicole delle nevi, i topi<br />

di montagna. Vive in ambienti rocciosi, trascorre come dicevo l’inverno sotto la neve sfruttando i vuoti d’aria<br />

ed i passaggi naturali provocati dalle pietraie, qui costruisce cunicoli e gallerie. A volte buca la neve ma vive e<br />

caccia sotto, prevalentemente di notte per difendersi a sua volta dai predatori, rapaci in primis. L’ermellino a<br />

differenza di quanto si creda è veramente piccolo, anche più di uno scoiattolo. La lunghezza del corpo varia da<br />

22 a 33 centimetri e la coda da 8 a 12 cm. Il maschio è esageratamente più grande della femmina. Mi preme<br />

sottolineare che per una sola pelliccia di ermellino occorrono centinaia e centinaia di pelli… Il metabolismo<br />

dell’ermellino è molto accelerato, vive mediamente 2, 3 anni, è costantemente in movimento, non si ferma un<br />

secondo, brucia moltissimo sempre alla ricerca delle prede. È un animale velocissimo, difficile anche per questo<br />

da trovare, copre un’area molto vasta, ovviamente nella bella stagione è più visibile, marrone con la fascia bianca<br />

sotto, l’inverno è invece perfettamente mimetizzato con la sua bianca pelliccia. È uno stimolo fotografarlo<br />

per tutte queste ragioni che ho elencato, l’ermellino è forse l’animale più difficile da immortalare, ma, a forza di<br />

studiarne vita e abitudini ci sono riuscito. E la soddisfazione è grandissima.<br />

Il tasso.


La CCM Finotello da 30 anni è attiva nel settore degli<br />

impianti di risalita occupandosi di progettazione,<br />

costruzione e montaggio di nuovi impianti<br />

LA STORIA DELLA CCM PARTE NEL LONTANO 1977 QUANDO MIChELE FINOTELLO APRE L’AzIENDA INIzIALMENTE<br />

DENOMINATA C.C.M. COSTRUzIONI CARPENTERIE MECCANIChE S.N.C., ChE NEI PRIMI ANNI DI VITA SI OCCUPA DI CAR-<br />

PENTERIE E LAVORAzIONI MECCANIChE, DIVENTANDO IN BREVE TEMPO FORNITRICE DI SOCIETà DI IMPIANTI A FUNE.<br />

Negli anni 90 inizia il cammino della società come costruttrice di impianti a fune in prima persona, il primo impianto con<br />

nome CCM viene realizzato per il comprensorio sciistico di Lurisia in provincia di Cuneo. Gli anni successivi sono stati di<br />

costante crescita portando alla realizzazione di un numero sempre maggiore di impianti per le principali località sciistiche<br />

piemontesi (Via Lattea, Mondolè Ski, Bardonecchia…) e iniziando in parallelo l’espansione nel mercato nazionale. La<br />

carta vincente che ha permesso alla piccola realtà piemontese di affacciarsi come competitor importante in un mercato<br />

tradizionalmente “chiuso” come quello funiviario è stata, ed è tutt’ora, la flessibilità dimostrata nell’incontrare le esigenze<br />

dei clienti oltre che, come vedremo, una serie di scelte e decisioni improntate alla qualità. Gli sforzi compiuti dall’azienda<br />

vengono premiati con l’avvicinarsi delle Olimpiadi di Torino 2006: per tale occasione di rilevanza mondiale la CCM si è<br />

aggiudicata le gare per la realizzazione di 3 opere olimpiche.<br />

Nel frattempo l’azienda ha affrontato altre due sfide fondamentali per proseguire nel cammino di crescita: la progettazione<br />

della seggiovia quadriposto ad attacchi fissi in modo da ampliare la propria gamma di prodotti e la messa in moto delle<br />

attività necessarie per rendere i prodotti CCM conformi alle nuove direttive comunitarie che prevedono la certificazione<br />

CE dei sottosistemi e componenti di sicurezza degli impianti funiviari.<br />

La prima seggiovia quadriposto CCM realizzata quindi secondo le normative europee è stata installata nel dicembre 2006<br />

sul tratto che conduce da Sagnalonga al Colle Bercia nel comprensorio sciistico della Via Lattea.<br />

Nel corso del 2009 sono stati realizzati 2 impianti per il comprensorio della Vialattea: la seggiovia biposto “Colò” e la sciovia<br />

“Rio Nero – Fraiteve”. La seggiovia è stata sfruttata tutta la stagione effettuando un numero di passaggi elevatissimo data<br />

la sua posizione cruciale all’interno del comprensorio.<br />

Inoltre nello stesso anno è stata realizzata una seggiovia quadriposto per il comprensorio di Maniva (BS), una seggiovia<br />

biposto per il comune di Roburent (CN) ed una telecabina biposto per la società di Lurisia (CN).<br />

LA CCM PER LA STAGIONE INVERNALE IN ARRIVO È IMPEGNATA NELLA REALIzzAzIONE DI 4 SEGGIOVIE BIPOSTO NUO-<br />

VE A ChIOMONTE (TO), PONTEChIANALE (CN), MANIVA (BS) ED A LIMONE PIEMONTE (CN), NELLA RIATTIVAzIONE DI<br />

UNA SEGGIOVIA BIPOSTO A VIOLA (CN) E NELLA COSTRUzIONE DI 2 SCIOVIE.


La CCM è impegnata nella costruzione dell’impianto denominato “Pian del Sole” presso il comprensorio sciistico di Limone<br />

Piemonte.<br />

La nuova seggiovia biposto ad ammorsamento fisso, che andrà a sostituire l’omonima sciovia in scadenza di vita<br />

tecnica,consente un collegamento funzionale tra i settori denominati “Sole” e “Pancani”. La seggiovia del tipo ad attacchi<br />

fissi, avrà la stazione a valle del tipo rinvio e tensione e la stazione di monte del tipo motrice fissa.<br />

La nuova seggiovia, avrà una portata oraria 1200 sc/h, sarà adibita al trasporto di soli sciatori in salita alla velocità a regime<br />

di 2,80 m/s, essendo attrezzata a valle con tappeto di imbarco agevolato.<br />

Presso la località di Maniva che sta proseguendo nei lavori per il rilancio del comprensorio sciistico della Valtrompia, grazie<br />

all’impegno della famiglia Lucchini, nel corso del 2009 la CCM aveva già realizzato la seggiovia quadriposto “Persech”<br />

e quest’anno è impegnata nella realizzazione dell’impianto “Persole - Dasdana” che consiste in una seggiovia biposto ad<br />

ammorsamento fisso, che andrà ad insistere su un nuovo pendio. La nuova seggiovia avrà una portata oraria 1200 sc/h e<br />

sarà adibita al trasporto di soli sciatori in salita alla velocità a regime di 2,80 m/s, essendo attrezzata a valle con tappeto di<br />

imbarco.<br />

Nella località di Pontechianale che è da più di 40 anni la stazione invernale di riferimento della Valle Varaita, la CCM sta realizzando<br />

la nuova seggiovia biposto “Maddalena – Serviero” che sostituisce la vecchia seggiovia monoposto costruita nel<br />

1962 dalla Marchisio. Il nuovo impianto va a sostituire e a potenziare il servizio di trasporto già realizzato fino ad oggi dalla<br />

seggiovia monoposto, che dall’abitato di Pontechianale porta sulle pendici del monte “Tre Chiosis” in zona Serviero, consentendo<br />

l’accesso all’ area sciabile del comprensorio ed alle strutture ricettive oggi presenti presso la stazione a monte.<br />

A Chiomonte vicino alla città di Susa nell’ononima valle è n corso di realizzazione la seggiovia “Chiomonte – Pian del Frais”<br />

che nasce come sostituzione di un impianto ormai smantellato per il collegamento tra il capoluogo di Chiomonte ed il<br />

comprensorio sciistico del Frais. La seggiovia, di lunghezza sviluppata di circa 1787,64 m e dislivello di 695,70 m, è adibita<br />

al trasporto sia di sciatori sia di pedoni.<br />

Inoltre la CCM è impegnata nel comprensorio di San Gréé di Viola che si trova sul territorio comunale di Viola in provincia<br />

di Cuneo e fa parte della Comunità Montana Valli Mongia Cevetta e Langa Cebana. Dopo diversi anni di inattività, il<br />

comprensorio sciistico è stato oggetto di uno studio per la sua riqualificazione. Tra gli interventi previsti è stata realizzata<br />

la seggiovia biposto ad ammorsamento fisso denominata “San Grato – Pian del Bal”. La costruzione dell’impianto è stata<br />

ultimata ad inizio 2005 ma non è stato possibile effettuare il collaudo per l’apertura al pubblico esercizio per problemi<br />

indipendenti dall’amministrazione pubblice e dal costruttore. Essendo nel contempo variata la normativa, per ottenere<br />

il collaudo ministeriale l’impianto di risalita deve ottemperare a quanto richiesto dalla direttiva europea CE. A tal fine, la<br />

ditta costruttrice è impegnata nell’esecuzione degli interventi volti all’ottenimento della marcatura CE, al ripristino dopo<br />

il periodo di fermo ed alla messa in esercizio della seggiovia.


leggende di montagna<br />

88<br />

I fiori<br />

della<br />

montagna<br />

Le antiche leggende<br />

di G. v.<br />

Il Rosengarten<br />

Del “Rosengarten” non parla oramai più che qualche<br />

vecchio, sempre più stanco e sempre più<br />

solo, durante le lunghe veglie nelle tiepide stalle.<br />

Era l’incantato giardino delle rose, che copriva<br />

dei suoi colori e dei suoi profumi le valli: e le rose<br />

crescevano fin dove dimoravano camosci e stambecchi,<br />

al limite dei gelidi fiori della neve, corona<br />

dei misteriosi amori dei giganti alpini: “… mentre<br />

dominavano colle fronti altere la terra, essi non si<br />

appagavano dell’ardente e rapido bacio delle saette;<br />

sdegnavano le lievi carezze delle nubi che passavano,<br />

si dolevano, inebriati nella serenità del cielo, di<br />

rimanere senz’amore e senza corona. Allora le nubi<br />

che amavano i giganti cominciarono a cedere intorno<br />

ad essi in forma di fiori delicati e strani, che ricoprirono<br />

le rupi, le creste, i burroni e si strinsero vicino<br />

alle fronti superbe dei colossi innamorati, formando<br />

un serto più bello d’ogni corona imperiale, il serto<br />

dell’amore e della gloria”. (Savi-Lopez).<br />

E si dice anche che, al tempo in cui la montagna<br />

era fiorita di rose, tra le rose abitavano piccoli nani<br />

sudditi di re Laurino. S’innamorò Laurino della bellissima<br />

figlia del re vicino: ma il suo ambasciatore<br />

fu respinto in malo modo; e rapì allora Laurino la<br />

bella principessa, e la tenne prigioniera per sette


anni. Fu scoperto il luogo: e ne venne grande lotta,<br />

ed i soldati che volevano liberarla calpestarono<br />

e distrussero le rose. Vinse dapprima Laurino, e<br />

cercò la pace: poi, ingannato, fu preso prigioniero.<br />

Una sera d’inverno, riuscì a fuggire tre le sue montagne.<br />

Ma odiò le rose: esse hanno fatto scoprire il<br />

mio regno. E fu la vendetta: le rose scomparvero,<br />

non potevano più vedersi né di giorno né di notte.<br />

Ma aveva dimenticato, Laurino, il crepuscolo: così<br />

ogni giorno, dopo il tramonto, si rivedono le rose<br />

del giardino incantato: e la gente della montagna<br />

esce al ammirare quel gran manto meraviglioso<br />

che si stende alto sulle cime, quel gran manto di<br />

rose che c’era, tutto il giorno, quando gli uomini<br />

erano più buoni.<br />

Così l’uomo, che doveva trovare nel “Rosengarten”<br />

una felicità cristallina come l’acqua delle fonti, fu<br />

punito dalla sua cattiveria: e del fulgore del “Rosengarten”<br />

non resta, fra rovine e desolazione, che<br />

qualche rara timida rosa delle Alpi.<br />

Ma dove la neve concede un piccolo spazio avaro,<br />

e più giù, dove le praterie ondeggiano al vento<br />

dei ghiacciai, è ancora tutto un trionfo di vita,<br />

scintillante di gemme, segnato da pennellate di<br />

purissimo smalto. Eppure “là ove qualsiasi paesaggio<br />

su eclissa di fronte al quadro sfolgorante di un<br />

prato gioioso di fiori nel pieno splendore del sole”, le<br />

leggende sono talvolta tristi, e parlano di pianto,<br />

e anche di morte.<br />

Come a rimordente ricordo di un’altra bellezza<br />

smarrita per sempre: o perché anche nella felicità,<br />

l’anima umana coglie – lieve come una brezza –<br />

un brivido di dolore: e il giglio di montagna ed il<br />

garofano, ad esempio, possono così nascere solo<br />

“da un povero cuore umano che più non batta e non<br />

ami”.<br />

Fiori e bambini: tante leggende li hanno protagonisti,<br />

poesie della natura e dell’esistenza, miracolo<br />

entrambi. Anch’essi sono spesso segnati dal<br />

dolore: quasi a ricordare che non è tutto gioia, se<br />

anche il sorriso timido di un bimbo può spegnersi<br />

in una lacrima. E sovente il fiore è tenerezza, commozione:<br />

sentimento d’amore, di partecipazione.<br />

Può essere l’aiuto concreto, la sorpresa per un<br />

gesto di generosità: sensazioni sfumate sempre<br />

di delicatezza, come il palpito d’un petalo che è<br />

nulla e sa di immenso.<br />

Il “Nontiscordardimè”<br />

Giovani, innamorati, passeggiavano, sul sentiero<br />

che alto costeggiava il fiume, i loro sogni, la loro<br />

felicità. E sulla scarpata strapiombante sulle acque<br />

tumultuose vide, la ragazza, un morbido cuscino<br />

di miosotis che le acque minacciavano nello scorrere<br />

furioso. Negli occhi, nelle parole di lei colse,<br />

l’innamorato, la preoccupazione per quell’avvicinarsi<br />

dell’acqua al tenero sorriso della primavera.<br />

La sfumatura di rimpianto suonò nel suo cuore:<br />

affrontò la ripa scoscesa per salvare quel nulla che<br />

sapeva… di sole, di vita nuova…<br />

Ma infida era la prova, e traditrici le pietre: e mancò<br />

il piedi, e inarrestabile fu la caduta: la mano alla<br />

ricerca disperata di un sostegno afferrò il piccolo<br />

cuscino azzurro. Deboli erano le radici, e la mano<br />

strinse quel pugno di fiori, lo staccò da terra.<br />

Tentò la ragazza il disperato soccorso: il braccio<br />

teso, solo sfiorò la mano irrigidita nell’attesa di<br />

aiuto, e ne colse il ciuffo di fiori; e mentre l’acqua<br />

travolgeva il corpo smarrito, una voce nel gran<br />

ruggito del torrente invocò: “non dimenticarmi…”.<br />

Non dimenticò l’innamorata, sconvolta nel suo<br />

dolore, e poco sopravvisse a quel tragico momento:<br />

“nontiscordardimè…”. Non dimenticò: e l’eterno<br />

ricordo volò nel tempo con il nome del piccolo<br />

fiore azzurro…<br />

leggende di montagna<br />

89


leggende di montagna<br />

90<br />

La margherita<br />

Gli angeli avevano buttato, a manciate, le stelle<br />

in cielo: ma c’era buio, intorno, e silenzio. E tanta<br />

paura: anche se la paura più grande veniva di<br />

dentro, dal cuore che batteva, batteva ed era diventata<br />

ossessione: più svelto, più svelto, svelto...<br />

Cento e cento volte aveva percorso la strada - su<br />

e giù, estate ed inverno - per scendere al paese: il<br />

bosco, prima; poi la curva tra i muretti sbrecciati,<br />

e la lunga discesa ancora, nei prati; e il ponte sul<br />

torrente, e la strettoia. Ma la notte, il buio... solo: e<br />

quella cosa che mordeva dentro. Come rotola giù<br />

un sasso, sbattendo contro i macigni, sfiorando gli<br />

alberi, come ubriaco.<br />

Sbarrati nel buio, gli occhi, ma non vedevano. Nelle<br />

pupille, bruciante, un'altra immagine: il gran letto,<br />

la scarna figura senza più forza né sorriso, immobile<br />

in un abbandono che a tratti dava il tenore<br />

dell'irreparabile.<br />

Poi, l’ombra d'un gesto: ed era di nuovo la speranza,<br />

il ricacciar le lacrime perché non fossero per lei<br />

- se pur se ne avvedeva - altro dolore.<br />

Doveva correre, cercare il dottore prima che fosse<br />

troppo tardi, supplicarlo di andare su, dalla mamma<br />

per curarla, per guarirla...<br />

Perché, Signore, ritorni come prima: non importa<br />

se qualche volta le mani erano pesanti, e la voce<br />

e il volto si facevano duri, severi. Signore, purché<br />

ritorni come prima: non in quel letto, sempre stanca,<br />

sempre più lontana. L'affanno gli troncava il respiro,<br />

gli annebbiava la vista.<br />

Di qui ... no: eppure la strada ... ma questo non l'ho<br />

mai visto ... Ma dove sono, mamma, mamma!<br />

II cuore martellava furioso in gola: un’improvvisa<br />

stanchezza fu come un peso insostenibile sulle<br />

spalle.<br />

S’arrestò smarrito: i singhiozzi s'affollarono, scoppiarono<br />

in un urlo che era disperazione, impotenza:<br />

si lasciò andare bocconi sul prato, ombra<br />

nell'ombra. Le margherite sollevarono il capo<br />

stupite.<br />

Le margherite erano allora un fiore tutto bianco,<br />

lieve come un sospiro. Sollevarono stupite la candida<br />

corolla e stettero a guardare il bambino tra<br />

l'erba. Come tutte le creature predilette da Dio,<br />

lessero nel suo animo, conobbero la sua tristezza;


come tutte le creature buone, ne condivisero la<br />

solitudine angosciata. Aiutarlo, aiutarlo: ma come?<br />

Signore, dacci una mano tu: dì cosa possiamo fare,<br />

noi poveri fiori, immobili nel prato, per un bambino<br />

che piange, per la sua mamma che sta morendo...<br />

Gli angeli dal cielo guardavano commossi: le margherite<br />

protendevano le bianche corolle, quasi a<br />

supplicare.<br />

Una stella: ce ne sono tante in cielo, tante ... Strapparono<br />

una Stella dal cielo, la calarono dolcemente<br />

sulla terra. Dolce scese nella notte, come una<br />

carezza si posò su una corolla, al centro dei petali.<br />

E il fiore ed il prato si illuminarono: i petali si chiusero,<br />

punta contro punta, perché non sfuggisse il<br />

tesoro. Fu come una piccola lucerna: nella notte<br />

qualcosa di vivo, di amico. "Bambino, bambino"<br />

sussurrarono le margherite: "adesso non devi più<br />

avere paura del buio. Coglila, coglimi: non importa<br />

se poi morirà, la luce della Stella: non importa se poi<br />

morirò: coglimi e portami con te. Ti illuminerò la strada,<br />

ti sarò vicina fino al paese. Poi reclinerò il capo, e<br />

la luce si spegnerà. Ma tu avrai trovato il dottore, e la<br />

mamma guarirà. Bambino...". Con la mano tremante<br />

colse il fiore: la strada, sì, ora la riconosceva.<br />

Per tanti giorni non aveva più avuto tempo di<br />

correre nel prato, quanto da fare, in casa: e non<br />

pesare, soprattutto sulla mamma, che cominciava<br />

a poco a poco ad alzarsi, a riprendere forze, a<br />

fare i primi lavori, ma con calma, perché un nulla<br />

la stancava ancora ... Finché un mattino - e c'era,<br />

finalmente, una gran luce negli occhi, e un gran<br />

sorriso sulle labbra per tanto tempo schiuse solo<br />

all'urto dei singhiozzi – la mamma prese tra le sue<br />

la manina del bimbo: "Adesso il mio ometto mi<br />

accompagnerà fuori, per una bella passeggiata".<br />

Traversarono il cortile, lenti si avviarono lungo il<br />

sentiero del prato.<br />

E fu allora che vide: vide le margherite tutte fiere<br />

del gran cuore d'oro che il cielo aveva mandate ad<br />

ognuna di loro: premio all'amore, premio al sacrificio.<br />

Ognuna col suo gran cuore d'oro, senza luce perchè<br />

non c'erano bambini che avessero paura del<br />

buio, ma - dice la leggenda - pronte ancora ad illuminarsi,<br />

a offrirsi, ogni volta che una lacrima od un<br />

grido d'aiuto giunga a sfiorarle nella notte.<br />

La stella alpina<br />

Ti vorrei dare questa stella alpina.<br />

Guardala: è grande e morbida.<br />

Sul foglio, pare un'esangue mano abbandonata.<br />

Sbucata dalle crepe di una roccia,<br />

o sui ghiaioni, o al ciglio di una gola,<br />

là si sbiancava alla più pura luce.<br />

Prendila: è monda e intatta. (A. Pozzi)<br />

In bilico sui crepacci, esili sull'orrido dei burroni, le<br />

stelle alpine invitano ad osare; spesso, il sussurro<br />

lieve d'un richiamo, oppure il ghermire improvviso<br />

tra l'oblio delle vette, dove il fascino dell'irraggiungibile<br />

sfiora con gelida carezza di morte.<br />

Aride come la sofferenza, splendide come gocce<br />

purissime d'argento velate dal rimorso dell'amore<br />

tradito, le stelle alpine perpetuano il dolore senza<br />

conforto e senza speranza della Dama Bianca, regina<br />

delle nevi eterne.<br />

Siede la Dama lassù, dove la roccia stenta a scrollarsi<br />

di dosso il manto che autunno e inverno e<br />

primavera tessono instancabili e l'estate non ripone<br />

perché troppo breve è il tempo e impari sono<br />

le forze: lassù dove i monti paiono aver rubato,<br />

all'azzurro cosi vicino, miriadi di stelle che danzano<br />

sbarazzine al vento o sorridono nel gioco di<br />

mille colori, sul soffice letto che il cielo ha posato<br />

in silenzio, tra cime ed abissi. Siede sul trono<br />

di ghiaccio, e l'ululato delle bufere e l'omaggio<br />

che monti, venti, tormente depongono ai suoi<br />

piedi. Siede immobile ed altera: il manto la fascia<br />

con l'ermellino del suo candore e lo scintillio dei<br />

suoi gioielli; nello sguardo, nel fondo degli occhi<br />

si specchiano i ghiacciai, corruscano le nubi, ammiccano<br />

le stelle, giocano gli orizzonti, cantano gli<br />

ardimenti. Ma la difendono i folletti armati con le<br />

lance di cristallo: perché la Dama attira ma non si<br />

dà, è conquista senza compimento, sogno senza<br />

risveglio, illusione senza speranza. E l'alpinista che<br />

montagna<br />

d'improvviso incontra il suo sguardo, beve nella<br />

dolcezza del suo sorriso, è come l'innamorato che di<br />

sente il cuore impazzire alle soglie dell'incontro<br />

atteso, invocato e temuto. Temuto nell'attesa, non<br />

più ora che in quegli occhi e in quel sorriso c'è<br />

ansia, promessa e appagamento. Egli non sente<br />

nello sguardo di gelo la vanità dell'invito: è la vita leggende<br />

91


leggende di montagna<br />

92<br />

che canta in lui, lo porta ad osare, osare sempre<br />

più, sulla parete levigata dal passo dei millenni,<br />

sul ghiacciaio rappreso dal soffio delle bufere. Ma<br />

i folletti vegliano attenti. La gelosia arma le loro<br />

schiere: nessuno può raggiungere la Dama Bianca,<br />

non v'è mano umana che arrivi a sfiorarne; in<br />

un'ultima carezza - una sola, prima del sacrificio - il<br />

candido, bellissimo volto.<br />

Nel grido d'angoscia dell'uomo, nell'urlo del terrore<br />

improvvisamente ritrovato, si placa la ìmpari<br />

lotta. Le lance di gelo non hanno mancato il bersaglio:<br />

e il pugno stretto alla corda o aggrappato<br />

allo spigolo che trancia le carni si apre nella condanna<br />

delta sconfitta. II gelido crepaccio di neve,<br />

l'orrido burrone, sono la tomba solitaria per chi<br />

tanto ha osato. La tragedia offusca per un attimo<br />

lo sguardo delta Dama Bianca: prigioniera del suo<br />

fascino, solitaria nell'inaccessibile reame. Essa soffre<br />

nell'impotente maestà la rinnovata angoscia<br />

dell'amore inappagato, della crudele illusoria promessa.<br />

Piange, allora, la Dama Bianca, mentre i folletti<br />

la osservano stupiti: piange dell’aridità vana<br />

della sua bellezza, della condanna nascosta nel<br />

suo sguardo, resa ingannevole dal suo sorriso. E<br />

le lacrime solcano le superfici dei ghiacciai, scendono<br />

fra le rupi, s'arrestano sul ciglio degli abissi,<br />

formano le gocce argentee delle stelle alpine,<br />

morbida bellezza, spesso irraggiungibile...<br />

Un’altra tragedia, come non ne mancano nelle<br />

leggende alpine, legate al fascino, al terrore, alla<br />

bellezza delle vette e della scoscesa ripidità delle<br />

pareti - il richiamo della lotta, la gioia della vittoria,<br />

il prezzo pagato all'invito irresistibile - è legata al<br />

fiore misterioso della "STELLA DEI MONTI".<br />

Disdegnava la bella Berta, figlia del borgomastro,<br />

le attenzioni del mugnaio hans, che per lei<br />

si struggeva. E quando al gatto Peter parve che<br />

la Berta dimostrasse qualche interesse per il suo<br />

padrone, e glielo ebbe confidato, allora hans<br />

fattosi coraggioso tentò le prime "avances", che<br />

ancora una volta la scontrosa respinse lasciando<br />

hans stupefatto: "Se mi vuoi bene, - disse la Berta<br />

- portami l'acqua della fonte dei nani". Era la fonte<br />

dell'acqua della vita, e per unanime conoscenza<br />

irraggiungibile. Ma per hans, che voleva la bella


Berta, era più grande la speranza che la difficoltà.<br />

S'incammino con la brocca, tra pietre scoscese e<br />

macigni instabili, il fragor delle slavine e il freddo<br />

pungente.<br />

E giunse alla fonte, che non era una sorgente ma<br />

una tranquilla pozza d'acqua. Felice tentò d'immergere<br />

la brocca: dura come pietra era però la<br />

superficie. Provò allora, con un sasso, a rompere<br />

l'ostacolo. E il laghetto si tramutò in infinite piccole<br />

stelle bianche e luccicanti, ma i nani insorsero:<br />

"era il nostro segreto, morirai" e lo precipitarono<br />

dalla rupe…<br />

Si svegliò, al mattino, hans: e nel pugno stringeva<br />

una stella bianca, il fiore delle rocce, la stella alpina,<br />

il fiore della vita e della morte. Berta? Beh, era<br />

un po' troppo capricciosa...<br />

Ma c'e pur anche una dolce leggenda - una<br />

leggenda che affonda nella storia, che è legata al<br />

momento della nascita d'un Bimbo nella terra di<br />

Palestina, è dunque una leggenda grande d'amore<br />

- che parla del misterioso "éDELWEISS".<br />

La stella che aveva guidato i Magi, compiuta la sua<br />

missione, cerca qualche posto solitario, dove vivere<br />

ricordando quel meraviglioso momento.<br />

Non il mare (troppo splendore), non il piano (l'indaffarata<br />

quotidianità degli uomini), non la montagna<br />

(il vento... e le tenebre delle foreste...).<br />

E vola alla ricerca: ma ecco le alte cime, e le nevi, ed<br />

i ghiacciai solitari e scintillanti. Quanto silenzio!<br />

Come essere nella gran immensità del cielo. E dal<br />

cielo la stella si stacca, e scende dolce su quelle<br />

cime solitarie, e si divide in tanti piccoli diamanti...<br />

"Fiore meraviglioso", lo scopre, stanco, il montanaro<br />

nel duro passare: "...tutto qui è bianco: neve,<br />

ghiaccio, petali: édelweiss, immacolato come l'ambiente<br />

in cui ha trovato rifugio, immacolato come il<br />

gran dono che ha fatto all'umanità ignara...".<br />

leggende di montagna<br />

93


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A Sauze d'Oulx la prima volta della ...<br />

l'evento<br />

96<br />

Tiziana Nasi, Mauro Meneguzzi Sindaco<br />

di Sauze d'Oulx e Nicola Dutto<br />

I ragazzi del CTO Torino Lo staff della Summer Weels<br />

di BARBARA PASQUA<br />

Nicola Dutto e Franco Iannone Dj Ringo e la sua moto<br />

nel segno del bel tempo e dello splendido scenario montano di Sauze d’Oulx si è svolta, l’11 e 12 settembre<br />

scorso, la prima edizione della Summer Wheels, evento ideato dal centauro cuneese Nicola Dutto.<br />

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TURNO”, UNA DELLE SEI mANChE SI è INFATTI SvOLTA DI NOTTE, è STATO IL FILO CONDUTTORE ChE<br />

hA PORTATO I CONCORRENTI A SOLCARE LE STRADE STERRATE DELL’ALTA vALLE DI SUSA, NEL PIENO<br />

RISPETTO DELL’AmBIENTE. Tutti insieme, moto e quad, piloti professionisti, piloti per passione e piloti con<br />

disabilità, non solo per la gare, ma soprattutto per stare insieme, divertirsi e condividere la stessa grande passione.<br />

L’evento, ha ottenuto la collaborazione e l’appoggio del Comitato Italiano Paralimpico, che ha visto in<br />

prima linea proprio la presidente regionale Tiziana Nasi. Gran parte del ricavato sia della gara sia delle vendite<br />

magliette e zainetti commemorativi sono andati proprio a questo comitato.<br />

“Ringrazio davvero tutti – ha detto un emozionato Nicola Dutto durante le premiazioni dello scorso settembre<br />

a fine gara – il Moto Club Alfieri di Asti e la mia compagna Elena Foi che sono stati le mie gambe e le mie braccia e dei<br />

quali so di potermi fidare sempre, ma soprattutto un ringraziamento particolare va ai miei nuovi fratelli dell’unità<br />

Spinale del Cto di Torino, pazienti, infermieri e fisioterapisti che mi hanno accompagnato qui a Sauze e chi mi stanno<br />

accompagnando dal giorno del mio incidente. All’inizio non è stato facile – continua Nicola - Quando sono<br />

arrivato all’unità spinale tutti pensavano che fossi un pazzo esuberante, ma poi abbiamo<br />

imparato a conoscerci e sono diventati per me una nuova famiglia”.<br />

Alla manifestazione erano rappresentate tutte le squadre ufficiali di Beta, Gas Gas, honda hM, husqvarna,<br />

Polaris che in piazza III Reggimento Alpini hanno esposto le rispettive gamme di moto della prossima stagione.


Summer WeelS<br />

Il palcoscenico è stata la splendida Sauze D’Oulx, conosciuta da moltissimi motociclisti italiani e internazionali<br />

nonché dal grande pubblico, perché da ormai due anni ospita la finale della Winter Wheels.<br />

“Abbiamo scoperto un mondo nuovo – ha confessato il sindaco Mauro Meneguzzi – una realtà che non conoscevamo<br />

in prima persona ma che ci è piaciuta moltissimo. Siamo felici di aver ospitato questa manifestazione e mi<br />

impegno personalmente a portarla avanti anche nei prossimi anni”.<br />

Apri pista d’eccezione è stato Dj Ringo, nota voce radiofonica nazionale e pilota di moto per passione. Non è<br />

la prima volta che Ringo è a Sauze, ma questa volta non da ospite ma da partecipante alla manifestazione. Ma<br />

Sauze D’Oulx ha segnato anche il grande ritorno sulle piste, a soli 6 mesi dall’incidente di Udine, del centauro<br />

cuneese che ha fatto da apri pista alla guida del Polaris RzR 800 messa a disposizione dalla Polaris Italia. Con lui<br />

anche Jarno Boano sulla nuova Beta RR 450. “Vorrei portare Nicola con me al Rally dei Faraoni – ha confidato Dj<br />

Ringo –. La sua forza di volontà e la sua determinazione sono da prendere da esempio. Quando è salito sul Polaris<br />

ho rivisto nei suoi occhi la grinta e la voglia di rimettersi in gioco”. Da parte sua Nicola promette di tornare presto<br />

in pista: “Il mezzo che ho provato è davvero eccezionale, tornando ad allenarmi e con qualche modifica potrei anche<br />

riuscire a partecipare nel <strong>2011</strong> alla Baja California” sorride. Tornando alla cronaca della gara, grandi nomi si<br />

sono sfidati sugli sterrati del comune valsusino. Più di 60 i piloti alla partenza e alla fine a vincere la classifica<br />

assoluta moto è stato Balletti Oscar pilota ufficiale honda, secondo il suo compagno di squadra Fabio Mossini<br />

e terzo Mirko Gritti della Beta. Nei Quad primo posto per Lorenzo Redaelli Lorenzo del team Quadrupede su<br />

honda, seguito da Silvestro Paris del Team M.G.M su Polaris ed Enrico Sorlino del team Val Borbera su Can Am.<br />

Un premio speciale per Barbara Bolognesi, unica donna in gara, ed Andrea De Bene, atleta con disabilità, del<br />

Quad And Cro. Una menzione speciale anche per il sempre frizzante Franco Iannone, voce ufficiale sia della<br />

Summer che della Winter Wheels. Si chiude così la due giorni della Summer Wheels, un successo di pubblico,<br />

una gara emozionante e soprattutto una grande dimostrazione di come sport e solidarietà possano crescere<br />

e vincere insieme.<br />

l'evento<br />

97


con le<br />

ciaSpole<br />

nel parco<br />

escursioni<br />

98<br />

3 PERCORSI NEL GRAN BOSCO DI SALBERTRAND<br />

di SImONA mOLINO<br />

la montagna è bella in ogni stagione, per chi<br />

la ama. I colori della primavera e dell’autunno<br />

sono inimitabili, ma anche l’inverno, quando<br />

tutto è coperto da un candido mantello innevato,<br />

ha le sue suggestioni: la teoria dei colori sostiene<br />

che il bianco sia la somma di tutti i colori,<br />

non per niente il luccichio dei cristalli di neve<br />

e gli arcobaleni tra i rami degli alberi illuminano<br />

il bosco di mille sfumature. I percorsi che vi<br />

suggeriamo vogliono essere un invito alla visita<br />

del Parco naturale del Gran Basco di Salbertrand<br />

nella stagione invernale, a piedi, praticando la<br />

nascente tecnica del nordic-walking (in caso di<br />

scarso innevamento, con il solo ausilio dei bastoncini,<br />

con le ciaspole o gli sci. Un’occasione<br />

per vivere la montagna con un approccio silenzioso<br />

e rispettoso; per ascoltarne le voci del<br />

bosco e scoprire le tracce lasciate sulla neve dai<br />

suoi abitanti: uccelli, scoiattoli, lepri, cervi, ca-<br />

prioli ed il lupo sono incontri fugaci e fortuiti ma<br />

non impossibili. Non bisogna dimenticare che<br />

esiste un regolamento di fruizione del Parco<br />

(L.R. 22 aprile 1991 n.16) secondo cui l’accesso al<br />

Parco può avvenire esclusivamente sulle strade<br />

o sui sentieri segnalati; è inoltre consentito l’uso<br />

di sci di qualsiasi tipo per escursioni sui tracciati<br />

corrispondenti alle strade del Parco ed è vietato<br />

lo sci fuoripista (salvo autorizzazione della Direzione<br />

dell’Ente). La strada che dall’Area Attrezzata<br />

Pinea (Salbertrand) raggiunge l’Area attrezzata<br />

Serre Blance, sopra Monfol, è consigliata<br />

come percorso di sci da fondo-escursionismo:<br />

32 tornanti, 610 m di dislivello e 7000 m di distanza,<br />

molto frequentata anche in estate dagli<br />

amanti della mountain-bike. A differenza di questo<br />

primo tratto, la strada che da Serre Blance<br />

porta alle Grange Seu (200m di dislivello e 6000<br />

m di lunghezza) in caso di buon innevamento<br />

viene battuta con il gatto delle nevi e, visto il


Verso il Lago Laune.<br />

dislivello minimo, è decisamente più praticata<br />

… in ogni stagione! Per gli appassionati delle<br />

ciaspole, si è deciso di individuare alcuni percorsi<br />

corrispondenti ai “sentieri del Gran Bosco”,<br />

segnalati sulla cartina del Parco; itinerari molto<br />

frequentati nel periodo estivo, curati dai guardiaparco,<br />

accuratamente tracciati sul territorio<br />

e tabellati, quindi visibili anche in presenza di<br />

un abbondante manto nevoso. Sono stati evitati<br />

tutti quei percorsi potenzialmente pericolosi in<br />

quanto attraversati da valanghe storiche anche<br />

se non frequenti.<br />

ITINERARIO n.1<br />

PERCORSO PER CIASPOLE<br />

ISTITUTO vEzzANI-CASE LAmPUIE’<br />

Località Sauze d’Oulx - Richardette<br />

PERCORSO: Istituto Vezzani (quota 1860 m. slm)<br />

- Lago Laune (quota 2043 m. slm) - sentiero del<br />

Parco n.4 - sentiero del Parco n.3 - strada dell’Enfer-<br />

Bivio Lampuiè.<br />

Partenza quota 1860 m. slm<br />

Arrivo quota 1790 m. slm<br />

Dislivello complessivo 390 m.<br />

Lunghezza percorso 5600 m.<br />

Tempo di percorrenza 2 ore e 30 circa<br />

Il percorso parte dall’Istituto Vittorio Vezzani<br />

lungo la strada Richardette – Sportinia.<br />

Tra gli edifici dell’Istituto Sperimentale seguire<br />

la strada forestale che conduce all’alpeggio<br />

Laune. Passando davanti all’alpeggio e proseguendo<br />

dolcemente verso destra si segue una<br />

vecchia pista forestale che con un grosso tornante<br />

a sinistra abbraccia il laghetto della Laune.<br />

Qui comincia il sentiero n.4 “Giro intorno al<br />

lago”. Il percorso incontra una sbarra e prosegue<br />

in piano per 200 m attraversando un boschetto<br />

di larici coetanei piantati dall’uomo. I primi cembri<br />

si incontrano poco dopo in un lariceto più<br />

rado. Il percorso sale, sempre ben segnalato, incontrando<br />

un rimboschimento di pino cembro<br />

protetto da barriere ecologiche. Con un po’ di<br />

fortuna, in primavera in questa zona, si possono<br />

osservare i galli forcelli.<br />

A quota 2175 m, poco prima della caratteristica<br />

curva Sentiero sulla n° 4 strada del Blegier denominata “Ferro<br />

escursioni<br />

99


escursioni<br />

100<br />

di cavallo”, un cippo di legno indica sulla sinistra<br />

la confluenza con il sentiero n.3. Comincia qui<br />

una discesa attraverso boschi di larici e cembri<br />

intervallati da radure che conduce rapidamente<br />

alla strada forestale che sale al Col Blegier. Frequenti,<br />

in questa zona gli incontri con cervi e<br />

caprioli, i più diffusi ungulati del Parco. Da qui<br />

una lieve discesa, la strada conduce alla zona<br />

dell’Enfer e in circa 20 minuti al bivio delle case<br />

Lampuiè (sulla strada asfaltata, poche centinaia<br />

di metri sotto l’Istituto Vezzani).<br />

ITINERARIO n.2<br />

PERCORSO PER CIASPOLE<br />

mONFOL - mONTAGNE SEU<br />

Località Sauze d’Oulx – Monfol<br />

Percorso: Monfol (quota1662 m slm)- Serre Blance-<br />

Montagne Seu (quota 1771 m)<br />

Partenza e Arrivo quota 1662 m. slm<br />

Dislivello complessivo 340 m.<br />

Lunghezza percorso 9600 m.<br />

Tempo di percorrenza 4 ore circa (anello breve<br />

2 ore circa)<br />

Da Sauze d’Oulx, seguire le indicazioni per Gran<br />

Villard - Monfol lungo la strada asfaltata che viene<br />

normalmente sgomberata dalla neve.<br />

Partenza ed arrivo del percorso sono in corrispondenza<br />

della bacheca del Parco vicino alla<br />

fontana di Monfol.<br />

Grange Seu. Foto Dino Torchio<br />

Area attrezzata Serre Blance.<br />

Proseguire a piedi lungo la strada per circa 700<br />

m sino all’area attrezzata di Serre Blance (quota<br />

1700 m). Comincia qui un percorso molto frequentato<br />

dagli amanti dello sci da fondo escursionismo<br />

che conduce, scendendo verso sinistra<br />

a Salbertrand, proseguendo verso destra alle<br />

Grange del Seu. Lungo la strada Monfol–Seu, a<br />

1730 m. di quota, in corrispondenza del bivio per<br />

l’alpeggio Randuin, ha inizio il sentiero n.10 “La<br />

pista di esbosco”. In basso si apre una radura che<br />

nel suo punto più alto ospita un’altana, capanno<br />

d’osservazione del Parco. Dopo circa 1000 m.<br />

si entra nel bosco di abeti bianchi e abeti rossi<br />

(il Gran Bosco vero e proprio per proteggere il<br />

quale è nato il Parco). A 1850 m il sentiero sbuca<br />

sulla strada del Seu, dopo oltre un’ora di marcia<br />

da Monfol. A questo punto si presentano due alternative:<br />

rientrare a Monfol (in un’ora circa), o<br />

proseguire per Montagne Seu.<br />

Per rientrare direttamente a Monfol, voltare a<br />

destra e percorrere la strada sino ad arrivare in<br />

zona Pra du Col, a quota 1802 m (punto panoramico<br />

da cui si può godere una splendida vista<br />

sullo Chaberton, la Grand Hoce e su tutta la Valle<br />

di Oulx fino a Bardonecchia); prima di compiere<br />

il tornante verso destra imboccare il sentiero n.6<br />

“La scorciatoia”, che con una rapida discesa di<br />

775 m e 140 m di dislivello conduce alla fontana<br />

di Monfol. Per raggiunge la Borgata del Seu (in


circa 40 minuti) svoltare a sinistra e proseguire<br />

lungo la strada. er chi, giunto al Seu, ha ancora<br />

voglia di proseguire, suggeriamo una breve<br />

deviazione: poco prima delle case del Seu, una<br />

strada forestale attraversa i prati salendo verso<br />

l’alpeggio delle Selle. Dopo circa 500 m, si<br />

incontra il bivio del sentiero n.7 “La mulattiera<br />

del Gran Bosco”, da seguire per circa 760 m fino<br />

a raggiungere il sentiero naturalistico autoguidato<br />

che, sulla destra, attraverso un fitto bosco,<br />

rientra sulla strada Monfol-Seu. Svoltando a destra,<br />

si ritorna al Seu, svoltando a sinistra, in circa<br />

mezz’ora si raggiungerà il Pra du Col, a quota<br />

1802 m imboccare il sentiero n.6 “La scorciatoia”,<br />

che con una rapida discesa di 775 m e 136 m di<br />

dislivello conduce alla fontana di Monfol.<br />

ITINERARIO N.3<br />

PERCORSO PER CIASPOLE<br />

ANELLO dell’ECOmUSEO<br />

Località Salbertrand<br />

Percorso: sede Parco- Area attrezzata Pinea-<br />

Ghiacciaia – Carbonaia – Ponte Chenebiere –<br />

sede Parco<br />

Partenza e Arrivo quota 1000 m. slm<br />

Dislivello complessivo 100 m.<br />

Lunghezza percorso 4000 m.<br />

Tempo di percorrenza 2 ore circa<br />

Partenza ed arrivo del percorso sono in corri-<br />

spondenza della sede del Parco naturale del<br />

Gran Bosco a Salbertrand (zona ex vivaio forestale,<br />

alle spalle delle aree di servizio autostradali).<br />

Presso il centro visite è possibile ricevere<br />

informazioni sull’area protetta e sui vari percorsi,<br />

acquisire materiale promozionale e divulgativo,<br />

acquistare pubblicazioni tematiche nel<br />

book-shop, accedere alla biblioteca, visitare i<br />

diorami che riproducono i vari ambienti del Parco<br />

con gli animali che li abitano ed il centro di<br />

documentazione Spazio Escarton con il plastico<br />

multimediale. L’orario di apertura del centro visite<br />

è dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00<br />

e dalle 13.30 alle 15.00. In annate generose di<br />

precipitazioni nevose, vista l’esposizione a nord,<br />

il tratto di circuito ecomuseale che tocca i siti di<br />

Ghiacciaia, Carbonaia e Glorieuse Rentrée può<br />

essere interamente percorso con le racchette da<br />

neve. Pannelli esplicativi sistemati presso le varie<br />

sezioni consentono di percepire il significato<br />

dell’Ecomuseo Colombano Romean: un percorso<br />

scoperta lungo il quale natura e cultura materiale<br />

raccontano pagine importanti del nostro<br />

passato, di vite scandite dall’alternarsi delle stagioni,<br />

vincolate all’abilità di sfruttare le preziose<br />

risorse offerte dall’ambiente circostante. Dalla<br />

sede del Parco, percorrere la strada che, attraverso<br />

i prati, raggiunge l’area attrezzata Pinea.<br />

Da qui, in pochi minuti, è possibile raggiungere<br />

il sito ecomuseale della Ghiacciaia per un inconsueto<br />

giro intorno al laghetto ghiacciato e la<br />

visita alla Smoke-sauna. Ritornando verso l’area<br />

attrezzata Pinea, seguire a sinistra le indicazioni<br />

che conducono alla Carbonaia: attraversata la<br />

strada che sale a Sersaret- Serre Blance, imboccare<br />

il sentiero che costeggia il margine del bosco<br />

e che confluisce sul Sentiero dei Franchi (lungo<br />

il confine del Parco). Dalla carbonaia, attraverso i<br />

prati di Chenebiere (in passato destinati alla coltivazione<br />

della canapa), la strada che costeggia la<br />

Dora, conduce al sito dedicato alla storica battaglia<br />

tra valdesi e truppe franco-piemontesi durante<br />

il Glorioso Rimpatrio e più in là al campo sportivo<br />

ed alla sede del Parco.<br />

escursioni<br />

101


tradizioni e cultura<br />

100<br />

di PAOLO BLANC<br />

La patata<br />

nella<br />

cucina della<br />

Valle di Susa<br />

e Val Chisone<br />

la patata era uno degli elementi essenziali dell'alimentazione delle popolazioni azteche e di tutta<br />

l'America Centrale e Meridionale, ma, fino alla metà del xVI secolo era sconosciuta in Europa.<br />

Portata nel vecchio continente dai conquistatori spagnoli intorno al 1550, inizialmente fu apprezzata come<br />

pianta ornamentale per i suoi fiori ma non come alimento. Per almeno un secolo la sua presenza passò quasi<br />

inosservata, poi, a causa delle continue carestie, si scoprì che il tubero poteva essere utilizzato come alimento<br />

ed in alcune località iniziarono i primi tentativi di coltivazione. Ma la strada per la sua diffusione era ancora lunga:<br />

fu solamente in occasione della carestia del 1770 e per effetto degli studi di un farmacista di nome Antonio<br />

Parmentier il quale lanciò un'efficace "campagna promozionale", che la patata iniziò ad essere coltivata in tutta


I mangiatori di patate. Van Gogh, 1885. Olio su tela.<br />

Europa, grazie anche alla grande adattabilità della<br />

pianta ai diversi tipi di clima e di terreno. In Piemonte,<br />

molto probabilmente, i primi a coltivare<br />

la patata furono i valdesi; infatti, secondo quanto<br />

riportato da Silvio Berger su "Itinerario gastronomico<br />

pinerolese", un valdese di nome Seignoret<br />

proveniente da Luserna, il 22 aprile 1701, consegnò<br />

a henry Arnaud, moderatore e colonnello dei<br />

valdesi in esilio in Germania, 2000 patate da distribuire<br />

per la semina. Ciò significa che nella zona<br />

la patata doveva già essere coltivata da qualche<br />

anno.<br />

IN VALLE DI SUSA, COMUNQUE, NEGLI ULTIMI<br />

DECENNI DEL 1700, LA PATATA RIVESTIVA GIà<br />

UN RUOLO MOLTO IMPORTANTE NELL'ALIMEN-<br />

TAZIONE, per diventare, nel corso del secolo successivo<br />

e fino al secondo dopoguerra, uno degli<br />

ingredienti indispensabili per la sopravvivenza.<br />

Sono infatti numerosissime le ricette a base di<br />

questo tubero appartenente alla famiglia delle<br />

Solanacee; quasi sempre, variano da famiglia a<br />

famiglia e spesse volte, trattandosi di ricette popolari,<br />

mai codificate, una preparazione con le<br />

stesse caratteristiche viene denominata in modo<br />

totalmente diverso da un paese all'altro.<br />

Una caratteristica di queste vallate è l'utilizzo a<br />

"crudo" della patata. Ciò potrebbe essere dovuto<br />

al fatto che fu una delle prime zone ad impiegarla<br />

in cucina, per cui non sapendo bene come lavo-<br />

Antico sbuccia-patate del 1300.<br />

rarla, iniziarono a cucinare molti piatti partendo<br />

dalle patate crude grattugiate.<br />

Ne sono esempio: le "CAJETTE" o "CAGLIETTE",<br />

grossi gnocchi preparati con patate crude grattugiate,<br />

farina, toma e cipolla soffritta con l'eventuale<br />

aggiunta di un trito di verdure di stagione<br />

od erbe come ad esempio per le "CAjETTE DI<br />

ROCHEMOLLES" in cui sono presenti le ortiche;<br />

la "FRjTà D'TARTIFLES", una frittata senza uova<br />

fatta con patate crude grattugiate ben schiacciate<br />

in padella, cotta per circa 20 minuti nel burro<br />

profumato con spicchi d'aglio; la "GLARA" DELLA<br />

VAL CHISONE, un tortino salato preparato con un<br />

impasto analogo a quello delle "cajette" ma con<br />

poca o niente farina ed un po' di latte per ammorbidire;<br />

i "PILOT", frittelle a base di patate crude<br />

grattugiate impastate con latte, farina e uova, tipiche,<br />

anche queste della Val Chisone.<br />

Ma con le patate, si cucinano anche: la "TARTIFLA<br />

A LA SARINERA" O "SARIGNà", un umido di patate<br />

e fettine di lardo (in origine) o salamini; le "GHI-<br />

NEFLE", morbidissimi gnocchi fatti al cucchiaio<br />

grossi come una "quenelle", impastati talvolta con<br />

l'aggiunta di un trito di verdure lessate e soffritte<br />

e conditi con toma; la PUREA DI FAVE, PATATE E<br />

CASTAGNE, un tempo consumata con il formaggio<br />

ma ottima pure con la selvaggina in umido; la<br />

"SUP", una zuppa di patate, porri, fave e pasta rotta<br />

o corta; il "FRICANDEAU BUSIARD", un umido<br />

food<br />

103


food<br />

104<br />

di patate e verdure di stagione chiamato in questo<br />

modo perché il "fricandeau della festa" prevede<br />

l'aggiunta di costine di maiale o di fette di salame<br />

o di pezzi di salsiccia o di spezzatini di vitello;<br />

la "FRICASà ‘D TARTIFLE", patate stufate con un<br />

soffritto di cipolla a cui a fine cottura si aggiunge<br />

abbondante toma grassa affinché fonda (ricetta<br />

analoga si può gustare anche oltralpe); la TORTA<br />

DI PATATE ED ERBE, realizzata con una purea di<br />

patate insaporita con erbe o verdure soffritte nel<br />

burro, racchiusa fra due strati sottilissimi di pasta<br />

di pane (un tempo si preparava in occasione della<br />

panificazione); la singolare TORTA DI SAN PIE-<br />

TRO, fatta con una purea di patate, fave e castagne,<br />

legate con uova e cotta su un fondo di pasta<br />

di pane di segale, servita irrorata con burro e rosmarino.<br />

TUTTI QUESTI PIATTI, CON QUALCHE<br />

PICCOLA VARIAZIONE IN MODO DA ADATTAR-<br />

LI AI GUSTI ATTUALI (MA SENZA STRAVOLGERE<br />

LE BASI), MERITEREBBERO DI ESSERE PROPO-<br />

STI AI TURISTI PER MANTENERE VIVE LE TRA-<br />

DIZIONI CULINARIE LOCALI E PER SVOLGERE<br />

UN'AZIONE DI "CULTURA DI TERRITORIO".<br />

A Sauze d'oulx le<br />

patate certificate<br />

Nel territorio di Sauze d'Oulx e nelle sue frazioni,<br />

da sempre viene coltivata la patata con risultati<br />

più che eccellenti. Sauze, continua nel tempo a<br />

mantenere intatte coltivazioni e tradizioni che<br />

contraddistinguono le nostre montagne. La patata,<br />

appunto, frutto della terra e del sapiente lavoro<br />

nei campi.<br />

Tra le patate di montagna coltivate a Sauze d'Oulx<br />

troviamo: le BIMTJE, dalla pasta gialla e adatte<br />

alla coltura nei terreni montani; le DESIRÈE, con<br />

buccia rossa e pasta gialla; la ROSEVAL, dalla buccia<br />

color vino e pasta gialla, ottima cotta al vapore,<br />

senza dimenticare le ricercate RATTE.<br />

La patate di Sauze sono certificate “Made in Sauze”<br />

e recano il marchio De.C.O. (Denominazione<br />

Comunale Origine).


frittata<br />

di patate<br />

INGREDIENTI per 4 persone:<br />

4 belle patate // 40 gr di burro // 3 cucchiai<br />

di olio // 2 spicchi di aglio // sale.<br />

PROCEDIMENTO:<br />

1) Sbucciare le patate e grattugiarle.<br />

2) In una padella antiaderente scaldare<br />

l'olio ed il burro con l'aglio senza farlo colorire<br />

poi estrarlo ed aggiungere le patate<br />

schiacciandole con una forchetta in modo<br />

da dargli la forma di una frittata.<br />

3) Cuocere per 5 minuti su fiamma bassa poi<br />

incoperchiare e cuocere per altri 5 minuti. A<br />

questo punto "girare" la frittata e cuocerla<br />

anche dall'altra parte coperchiando per i<br />

primi 5 minuti e scoperchiando negli ultimi<br />

5 minuti in modo che a fine cottura risulti<br />

croccante. Servire come contorno. A.B.<br />

la sarignà<br />

patate ripiene con<br />

spuma di porri<br />

INGREDIENTI per 4 persone:<br />

4 belle patate // 3 porri // 1 ciuffetto di prezzemolo tritato //<br />

1 cucchiaio di parmigiano reggiano grattugiato // 1 cucchiaio<br />

di groviera grattugiato // 1 uovo // 30 g di pancetta affumicata<br />

tagliata a piccoli dadini // sale // pepe.<br />

PREPARAZIONE<br />

Lavate le patate, asciugatele, poi avvolgetele in carta di alluminio<br />

e lasciate cuocere in forno per 40 minuti. Mondate i porri,<br />

eliminate la parte verde, lavate la rimanente, fateli sbollentare<br />

per 10 minuti in acqua salata in ebolizione, poi scolateli.<br />

Tagliate un'estremità alle patate, asportate un po' di polpa interna,<br />

quindi tritatela insieme con i porri; unitevi ora l'uovo, il<br />

parmigiano reggiano ed il gruviera grattugiati, il prezzemolo<br />

tritato, i dadini di pancetta affumicata e riempite con questo<br />

impasto le patate svuotate.<br />

Allineate adesso le patate così preparate in una piccola pirofila e<br />

passatele in forno caldo (200°) per circa 10 minuti; appena pronte,<br />

servitele subito in tavola.<br />

A.B.<br />

INGREDIENTI per 6 persone:<br />

- kg 1,200 di patate<br />

- kg 0,600 di salsiccia o cotechino<br />

- gr 100 di lardo<br />

- 15 bacche di ginepro<br />

- timo, acqua, sale<br />

PREPARAZIONE<br />

Sbucciare le patate e tagliatele a dadi abbastanza grossi in una cocotte di ghisa o terracotta. Aggiungete la<br />

salsiccia tagliata a tocchetti di 5-6 cm, se mettete il cotechino fatelo cuocere per 20 minuti dall’inizio della bollitura,<br />

il cotechino va messo intero nella cocotte.<br />

Unite il lardo tagliato a piccoli dadi, il ginepro, un pizzico di timo in foglie e un pizzico di sale e un 1/4 di acqua.<br />

Coprite e mettete in forno ben caldo per circa 1 ora. Il piatto è pronto quando le patate risultano ben cotte e si<br />

è assorbita tutta l’acqua.<br />

Lo stesso piatto può esser fatto senza salsiccia, aggiungendo 50 gr di burro, e prende il nome di “Patate alla<br />

Sarinera”, in patois “Tartifle a la Sarinera”. Quest’ultima variante viene di solito accompagnata con toma di alpeggio.<br />

B.V.<br />

tradizioni e cultura


giovani campioni<br />

Cronache di vicende<br />

Momenti di storia e vita quotidiana dell'800 e '900 in Valle di Susa<br />

Testi tratti da "La Valsusa"<br />

21 agosto 1897<br />

Spionaggio franceSe al rocciamelone<br />

Il 15 corr. alcune persone che avevano compiuta l’ascensione<br />

al Rocciamelone avvisarono 2 carabinieri e 2 guardie di<br />

finanza che sulla vetta trovavansi un ufficiale 3 sergenti e 1<br />

soldato francesi, muniti di macchine fotografiche e d’altri<br />

istrumenti, evidentemente allo scopo di fotografare le nostre<br />

opere di fortificazione. I carabinieri impresero la salita e<br />

riuscirono ad arrestare uno dei sergenti che fu tradotto alla<br />

stazione di Viu’. Gli fu sequestrata una macchina fotografica.<br />

Gli altri riuscirono a fuggire, scendendo sul ghiacciaio di<br />

Bessan uno cadde e rimase mal concio, un altro scivolò in<br />

un crepaccio, trovandovi la morte.<br />

21.5.1898<br />

cronaca Del circonDario<br />

Le prodezze dei seguaci di Mercurio<br />

- Ad Avigliana i soliti ignoti rubarono a Maritinasso<br />

Francesco £ 100 in rame e una quantità di mele,<br />

ed a Fenoglio Carlo 3 galline.<br />

- A Villardora B. B. e R, A. allegerivano Bugnone Giovanni<br />

del portafogli contenente £ 22.<br />

- A Foresto sempre gli ignoti, penetrati, mediante scasso,<br />

nella casa di Darnesio Francesco, ne asportarono 3 bottiglie<br />

di vino, una d’inchiostro ed un palanchino.<br />

- A Mompantero da un podere di Bianco Dolino Evasio<br />

furono rubati circa tre quintali di fieno.<br />

- A Sant’Antonino i cavalieri notturni visitarono la calzoleria<br />

di Falco Enrico, e presero un paio di stivaletti e un orologio.<br />

- A Oulx due bambine undicenni rubarono al negozio di<br />

Perasso Vittorio £ 15 in rame, uova e sardine.<br />

Oulx, viottolo<br />

nel Borgo Superiore<br />

Soldati in Valsusa. Foto d'epoca. Collezione privata.<br />

28.7.1899 - armi armaTi e manoVre<br />

nelle Valli Di SuSa<br />

Le valli susine rigurgitano di soldati. Due treni speciali ogni<br />

giorno conducono a migliaia i militi sui monti per le manovre.<br />

Ecco il quadro di combattimento. La valle superiore<br />

di Susa ha due vie d’accesso: Monginevro e Moncenisio, ed<br />

ognuno di questi valichi ha una convalle propria, un "canale".<br />

In quel del Ginevro scorre la Dora Riparia, in quel del<br />

Cenisio si precipita la Cenischia. Tutti e due s’uniscono presso<br />

Susa formando così una sola valle, più aperta piana e ridente.<br />

Le imminenti manovre si svolgeranno nella Val Cenischia.<br />

In Val Dora vi sarà azione solo nella parte inferiore ed<br />

in quanto può essere in Relazione colla Val Cenischia, poichè<br />

quella comprende altre piazze forti, come Exilles, ecc.,<br />

mentre tutte le difese di Val Cenischia, all’infuori di quelle<br />

al Cenisio, formano la cosìdetta Piazza di Susa, oggetto del<br />

progettato assedio.<br />

Non è quindi che l’assedio, perchè detto di Susa, si svolga<br />

attorno alle antiche mura Romane.<br />

Le operazioni d’attacco si rivolgeranno contro la piazza<br />

tutta, prendendo le mosse dallo sbocco del Cenisio nella<br />

valletta sottostante.<br />

Le fortificazioni del Cenisio non avranno alcuna azione nelle<br />

manovre. Il Cenisio, secondo il tema, ha già capitolato. Le<br />

truppe nemiche non devono pensare che a scendere in val<br />

Cenischia, a Novalesa, Venaus, Giaglione e Mompantero per<br />

poi arrivare a Susa. Azione importante e vivissima avranno i<br />

forti e le batterie costituenti la piazza.<br />

Oltre alle "bocche stabili" ve ne saranno parecchie altre mobili,<br />

che occuperanno e difenderanno le posizioni a seconda<br />

dei movimenti e delle necessità.<br />

Il partito invasore sarà agguerito di maggiore artiglieria,<br />

dovendo lottare contro vere opere offensive e difensive.<br />

Anche le truppe d’appoggio - fanteria, alpini - saranno superiori<br />

nel partito d’attacco.


note e curiose Seconda<br />

1903 - l'orribile morTe Del SinDaco<br />

Di mollièreS<br />

Il sig. Francesco Roche, sindaco di Mollières è stato vittima<br />

sabato scorso di un terribile accidente. Mentre era in condotta<br />

di un carro carico di tronchi, all'altezza della regione<br />

Moretta sulla provinciale Oulx-Cesana, cadde a terra per<br />

l'urto di una sbarra del veicolo. Questo, trascinato rapidamente<br />

dai cavalli, gli passò con le ruote sul corpo, uccidendolo!<br />

Lunedì ebbero luogo in Cesana, ove il cadavere della<br />

povera vittima del lavoro era stato trasportato, i funerali<br />

che riuscirono imponenti. Erano presenti o rappresentati<br />

quasi tutti i Sindaci del Mandamento.....<br />

2.5.1914 - oulx<br />

eVaSione Dal carcere<br />

La mattina del 24 u.s. il custode delle carceri mandamentali<br />

della nostra Città aveva la brutta sorpresa di trovare il carcere<br />

vuoto, stanteché l'unico detenuto, certo Loco Piana Attilio<br />

fu Giustino di anni 28, nato a Strona (Novara), era evaso<br />

dal carcere nel cuore della notte. Questo giovane signore<br />

era stato estradato dalla Francia per furto qualificato, condannato<br />

quindi ad un anno ed un mese di reclusione.<br />

A Losanna-Ginevra, già arrestato evadeva dal carcere e se<br />

ne veniva a Chambery ove veniva nuovamente arrestato e<br />

tradotto a Bardonecchia e quindi alle nostre carceri.<br />

Il giorno 24 ebbe la visita della sua signora e di una piccola<br />

creaturina e nella notte evadeva. Dicesi che il merlotto<br />

diventato uccel di bosco, per riuscire nel suo intento siasi<br />

servito di un cucchiaio rotto, col quale abbia svitato la serratura<br />

del portone che da nel cortile del carcere e quindi<br />

abbia scavalcato il muricciolo di cinque metri e sia quindi<br />

scomparso. Le prime indagini vennero fatte dal brigadiere<br />

Bartolomeo Mordiglia e da altri Carabinieri con somma<br />

oculatezza e si ritiene che il cucchiaio rotto trovato non sia<br />

il solo mezzo di evasione.<br />

Il Custode, un onesto ed ottimo uomo che tutto il paese<br />

compiange, visto che il triste fatto, di cui sarà capro emissario,<br />

lasciò la casa e moglie e bambini per tema di essere<br />

arrestato.<br />

Cartolina d'epoca<br />

17 noVembre 1923 - ceSana<br />

TerremoTo<br />

parte<br />

"Ogni qual volta la nostra bassa Italia o l'estremo Oriente<br />

sono funestati da questo flagello, Cesana se ne risente. Ricordo<br />

un tal fatto dopo i grandi terremoti ultimi della Sicilia<br />

e della Calabria. Quest'anno, il 10 settembre, verso le 5,35<br />

cioè dopo la grande catastrofe del Giappone in questo paese<br />

ci furono tre forti sussulti di terremoto, preceduti da forte<br />

boato. Il primo novembre corrente alle 5,24 nuovamente<br />

ebbimo un boato ed un fortissimo colpo di terremoto ondulatorio,<br />

nel senso di Bousson verso Cesana; ed ecco sui<br />

giornali annunciarci che a circa 12 mila leghe da Firenze vi<br />

devono essere state scosse di terremoto. Che il monte Chaberton<br />

abbia delle segrete relazioni con gli antipodi?".<br />

10 novembre 1923 - SauZe D'oulx<br />

imporTanTe iniZiaTiVa per la luce eleTTrica<br />

"Domenica 28 ottobre alle ore 14 nell'aula comunale ha avuto<br />

luogo un'assemblea, con l'intento di impiantare la forza<br />

idraulica per la luce elettrica a Sauze d'Oulx. L'assemblea<br />

riuscì numerosissima e tutti plaudirono all'ardita iniziativa<br />

che apporterà un maggiore sviluppo a questo caratteristico<br />

e simpatico paesello che si è meritato il nome di Perla della<br />

val di Susa (...)".<br />

giovani campioni


È una delizia: è tutta ostruita a causa della neve; e gli operai<br />

hanno scioperato perché ... troppo pagati dall'impresa.<br />

Con L.8,80 al giorno non si mangia. Eppure essi non hanno<br />

eccessive pretese; non domandano che L. 10-12 al giorno,<br />

"Videant consules!"<br />

22 gennaio 1927 - claViereS<br />

l'allenamenTo Degli olimpionici<br />

Proseguono intensamente, a Clavières, gli allenamenti dei<br />

futuri olimpionici che parteciperanno alle gare di Chamonix<br />

nel prossimo anno. Le ottime condizioni della neve favoriscono<br />

le prime prove. Prove modeste per ora: i campioni<br />

radunati a Clavières compiono giornalmente percorsi di<br />

10-12 chilometri curando soprattutto lo stile. L'allenatore<br />

norvegese Olawsen si è dichiarato soddisfatto delle attitudini<br />

fisiche dei nostri atleti, ma intende curare la loro tecnica,<br />

ancora rudimentale ed inesperta sotto molti aspetti.<br />

Soltanto Luigi Faure, il nostro campione nazionale, che già<br />

ha avuto occasione di partecipare a parecchie competizioni<br />

in cui erano in lizza ottimi elementi stranieri, può vantare<br />

una discreta preparazione tecnica.<br />

15 febbraio 1930 - oulx<br />

un aeroplano Sugli Sci<br />

"Sul campo di fortuna di Oulx un piccolo aeroplano Fiat da<br />

turismo ha compiuto interessanti esperimenti di decollaggio<br />

e di atterramento coi pattini. (...) Il pilota ha compiuto<br />

numerose acrobazie ed ha atterrato più volte (...). Sia nel decollaggio<br />

che nell'atterramento i pattini hanno funzionato<br />

a meraviglia dando la sensazione che l'aeroplano scivolasse<br />

108<br />

sulla neve (...)".<br />

scanner - l’azienda 1925 - la STraDa ceSana-SeSTriereS...<br />

Sestriere, acquerello .<br />

23 gennaio 1932<br />

ValoriZZare la noSTra monTagna<br />

"La funivia del Sestrières ha iniziato domenica 17 corr. il<br />

tanto atteso servizio pubblico trasportando all'Alpette e<br />

al Monte Sises frotte di sciatori impazienti di sperimentare<br />

le emozioni che si possono provare sorvolando, a qualche<br />

diecina di metri di altezza, i pendii nevosi che fino a sabato<br />

si dovevano faticosamente scalare con gli sci, e di gustare<br />

l'aebbrezza di una veloce discesa non preceduta da una sfibrante<br />

salita". Il Sestrieres è stato preso d'assalto ("abbiamo<br />

contato sulle larghe spianate ben 32 capaci torpedoni e un<br />

centinaio di vetture") da 1500 persone.<br />

1935<br />

SeSTriereS DiVenTa SeSTriere<br />

Il 29 marzo la Camera approva la modifica alla denominazione<br />

del comune che da Sestrières diventa Sestriere. ".<br />

20 febbraio 1937 - SeSTriere<br />

TuriSmo inVernale. arriVano gli SciaTori<br />

Non può credere quanto la cronaca racconta. La domenica<br />

14 febbraio ha avuto il Sestriere la sua giornata che forse si<br />

può dire insuperabile. Tutti gli alberghi sono rigurgitanti da<br />

qualche settimana; migliaia di richieste sono state inaccettabili.<br />

Al sabato Cesana, Oulx si riempivano in valle segusina<br />

e in valle Chisone, Pragelato, Fenestrelle e Mentoulle parimenti.<br />

Pazzesco il vedere il treno degli schiatori al giungere<br />

in stazione ad Oulx!..."<br />

Sestriere, 1937. Bella ragazza in posa sulle piste.<br />

Tratto da "Sestrieres dalle origini agli anni '50"


1939<br />

fauSTo coppi corre a SuSa<br />

"Fausto Coppi, la "rivelazione" del Giro del Piemonte, ha<br />

vinto il circuito di Susa: una delle gare più belle per vivacità<br />

di disputa e caratteristiche di percorso che si siano svolte<br />

quest'anno in Piemonte"<br />

1942 - la STaZione alpina SperimenTale<br />

Di Salice D'ulZio<br />

Un gioiello incastonato nella corona dei nostri monti<br />

"A 1.850 m. sul mare, in posizione incantevole sopra Salice<br />

d'Ulzio, sorge da dieci anni una Stazione Alpina sperimentale<br />

alle dipendenze del Ministero dell'Agricoltura. Ideata<br />

allo scopo di conoscere le possibilità di sfruttamento della<br />

flora alpina ai fini dell'arricchimento del patrimonio zootecnico,<br />

la stazione è venuta prendendo uno sviluppo veramente<br />

notevole, accrescendo ogni anno la propria attività...<br />

La stazione risulta una delle meglio attrezzate d'Europa e<br />

vera avanguardia di quante ne stanno sorgendo a simili altitudini".<br />

1948 - SalaberTano<br />

la ripreSa Dell'inDuSTria Del merluZZo<br />

C'è chi parla di fabbrica del merluzzo, ma per quanti surrogati<br />

abbia inventato la guerra, a Salabertano il merluzzo<br />

non si fabbrica ancora. La Dora, è vero, regala spesso qualche<br />

trota, ma nessuno l'ha mai scambiata per il classico pesce<br />

dei giorni di penitenza.<br />

Prima della guerra s'era fatto un grande impianto per la<br />

lavatura ed essicazione del merluzzo che veniva dai porti<br />

del nord della Francia; poi il pesce secco veniva avviato nei<br />

grandi centri dell'Italia settentrionale.<br />

I tecnici avevano trovata la località e la ventilazione favorevole<br />

alla bisogna e la industria aveva prosperato assai.<br />

Poi, la guerra, che arenò ogni cosa, fece chiudere i battenti<br />

anche alla fabbrica e il merluzzo diventò cosa rara; i consumatori<br />

lo sanno.<br />

Adesso si è ricominciato. Arrivano i grandi carichi di pesce<br />

fresco e si lavora a ritmo continuo.<br />

Sono 25 famiglie che stanno alle spalle di altrettanti operai<br />

che traggono da questa fabbrica vita e benessere. E' vero<br />

che il viaggiatore arriccia un po' il naso quando il treno fila<br />

nei pressi della fabbrica, tuttavia vince la curiosità, e non c'è<br />

chi si risparmia uno sguardo d'interesse verso la distesa di<br />

pesce che, sventrato e disposto in filari simmetrici, asciuga<br />

al sole.<br />

C'è da augurarsi che il prodotto non venga tutto spedito<br />

lontano ma che venga anche messo in commercio sulle<br />

piazze della valle con evidente favore di prezzo. Al signor<br />

Stefano Beurier, fondatore della ditta, il ben tornato e l'augurio<br />

di prosperità.<br />

1959<br />

ulZio o oulx?<br />

Tour de France (1949, 19 giugno) Coppi e Bartali<br />

insieme in fuga nella tappa Briançon-Aosta.<br />

Tratto da "100 Photos pour un siècle de sport".<br />

Ed. L'Équipe et le Musée Olympique de Lausanne.<br />

E' un problema di toponomastica al quale tenta di fornire<br />

una risposta Federico Marconcini. "nelle carte di donazione<br />

o di confermazione che sono nel Cartarium Ulciensis Ecclesiae<br />

e le cui date variano dal 1065 al 1222 non mai altrimenti<br />

è menzionata Oulx che col nome di Ulcium...". Altre fonti<br />

stabiliscono che il nome più antico del comune è Ulces.<br />

Ulzio deriverebbe dal latino Ultium che all'ablativo diventa<br />

Ultio. La grafia francese Oulx si sarebbe formata "naturalmente<br />

e spontaneamente".<br />

Claviere - strada nazionale e Dogana. Primi '900. (Collezione privata).<br />

1° febbraio 1964 - claViere<br />

caDe la fronTiera al cenTro Del paeSe<br />

scanner - l'azienda<br />

L'accordo è raggiunto: il paese sarà finalmente riunito. Il<br />

confine verrà arretrato di circa 300 metri, in direzione di<br />

Monginevro, per permettere a sedici caseggiati del nucleo<br />

centrale di Claviere di ritornare all'Italia.<br />

109


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VIALATTEA il MAGAzINE N° 3 / <strong>2010</strong>-<strong>2011</strong> - Anno IV<br />

PERIODICO DI INFORMAzIONE TURISTICA,<br />

SPORTIVA E CULTURALE<br />

VIALATTEA il MAGAzINE - SESTRIERES SpA<br />

DIRETTORE RESPONSABILE: Rita QUARTA<br />

ART DIRECTOR: Paolo Blanc<br />

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HANNO COLLABORATO<br />

Giovanni BRASSO, Alessandro PERRON CABUS, Roberto<br />

COTA, Fabio GROSSO, AMERIO, Alberto Cirio, Josè URSO,<br />

Sandro PLANO, Valter RE, Ilaria PERRON CABUS, Vittorio<br />

SALUSSO, Luigi RICOTTI, Ufficio Stampa Sestrieres SpA,<br />

Luisella BOURLOT, Gino BRESSA, Ruggero GIACOPAzzI,<br />

Rossana CARRETTO, Alena SEREDOVA, Agenzia Casadei<br />

Management, Sergio MUÑIz, Luca FILIPPI, Pierluigi PAI-<br />

RETTO, Gianfranco MARTIN, Salvatore MAzzA, Riccardo<br />

ChIARLE, Claudio ChIAVES, Valter BRUNO, Luca RAN-<br />

CATI, Marita BOBBA, Alberto CASSE, Paolo MARRE, Gigi<br />

GABETTO, G. V., Stefano FINOTTELLO, Barbara PASQUA,<br />

Nicola DUTTO, Simona MOLINO, LA VALSUSA, Sergio<br />

CERUTTI.<br />

FOTOGRAFIE<br />

Fotografie di Redazione, Archivi delle Aziende, Archivi<br />

dei Giornalisti, Archivi Sestrieres SpA, Maurizio Colli,<br />

Valter Bruno, Carla Scorza, Alberto Casse, Paolo Marre,<br />

Archivio Comune di Sauze d'Oulx, Ufficio Informazioni<br />

Turistiche Sauze d'Oulx, Archivio Comune Cesana T.se,<br />

Archivio Parco del Gran Bosco di Salbertrand.<br />

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Vialattea il Magazine è supplemento di In Alta Valle<br />

Trib. di Torino n° 10/07 del 20/02/07<br />

La redazione di Vialattea il Magazine e la Sestrieres SpA<br />

ricordano con affetto il Prof. Giovanni Visentin<br />

per le sue pagine di saggezza, cultura ed amore.<br />

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