15.06.2013 Views

PREMESSA Il presente progetto nasce dalla curiosità suscitata ...

PREMESSA Il presente progetto nasce dalla curiosità suscitata ...

PREMESSA Il presente progetto nasce dalla curiosità suscitata ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

tempo ed in concomitanza a Pecudes 11 . <strong>Il</strong> 1899 è un anno fecondo e di intenso<br />

lavoro per il Pascoli, anche se tutto il periodo trascorso a Messina dal 1898 al<br />

1903, a parte un lungo periodo di inziale inattività a causa del tifo 12 , gli regalerà<br />

serenità ed ispirazione 13 . Al f.37BIS, infine, non casuale è la menzione del cane<br />

11 E’ qui doveroso fare alcune premesse prima di procedere a determinare i tempi della gestazione<br />

di Canis: come ha esaurientemente spiegato Patrizia Paradisi (Paradisi 1992, pp.15ss.), Canis era<br />

nato come una piccola sezione da inserire in Pecudes, di cui sfrutta la medesima matrice<br />

lucreziana (l’uomo all’alba della civiltà), sia a livello stilistico che ideologico –ne sono una prova<br />

le tracce sui manoscritti di Pecudes (Paradisi 1992, pp.52-71) e le lettere che citerò<br />

successivamente; inoltre si noti che i ff.26-29 del manoscritto di Canis, inseriti in un quadernino di<br />

ridotte dimensioni, contengono, come già detto più sopra, appunti preparatori al poemetto Sosii<br />

Fratres Biliopolae (da ciò risulterebbe facile dedurre che il poeta abbia interrotto per qualche<br />

tempo la lavorazione di Canis per dedicarsi alla composizione di Sosii Fratres). Ciò detto si<br />

considerino alcune lettere che il Pacoli scrive a Maria il 20 novembre 1898: “Spero di terminare in<br />

questo frattempo Pecudes e dare una buona abbozzata a Sosii Fratres”, e poi il 23: “Oggi ho<br />

lavorato molto per la scuola e per i Sosii Fratres” e il 24: “Oggi gran lavoro di Pecudes e Sosii”.<br />

Verrebbe da ipotizzare che fin dal novembre del 1898 Giovanni Pascoli stesse lavorando a questo<br />

poemetto. Ne potrebbe essere la conferma una lettera scritta alla sorella in data 1 dicembre 1898:<br />

“Cara Mariuccina, sospendo il lavoro durato tutta la mattina di Pecudes (tutto bos et equus, il che,<br />

col proemio fa i due terzi del lavoro, se metto anche canis, i 3 quarti se non lo metto: oggi lavorerò<br />

sì a Pec. e sì a Sos.E quanto più lavorerei, se fossi qui. Ogni momento mi tocca di andare ad aprire,<br />

mi tocca subire lunghe visite […] mi tocca uscire per mangiare”. Una lettera del 13 dicembre,<br />

nella quale dà a Maria indicazioni su come raggiungerlo a Messina, ci fa capire che l’intenzione di<br />

inserire la sezione dedicata al cane non è stata confermata: “Sento una pace, ora, che ho spedito<br />

Pec.[ad Amsterdam]… L’hai letto, eh? C’è tutto: nel principio arguto, del bove qualche tenerezza:<br />

del cavallo grandiose imagini del tempo primitivo: nell’asino e porco, micrologia e arguzia, nelle<br />

pecore tenerezza di nuovo. Poi lo rifarò, così: 30 proemio, 100 prima parte, 100 seconda, 100<br />

terza. Poi faremo anche il cane che non ho potuto fare…”. Evidentemente, il Pascoli non era<br />

riuscito ad inserire la sezione riservata al cane nel suo Pecudes, forse pechè incompleta o forse<br />

perché il poeta decise, in corso d’opera, di voler dedicare al compagno dell’uomo un poemetto a sé<br />

stante (come poi di fatto avvenne).<br />

12 Dalle lettere che Maria scrive alla sorella Ida apprendiamo pene ed ansie per la salute di<br />

Giovanni. Scrive infatti il 14 aprile 1898: “Da vari giorni mi sono perfettamente ristabilita [anche<br />

Maria si ammala di tifo, alternativamente a Giovanni] e ho ripreso in tutto e per tutto il mio solito<br />

metodo di vita. Non così Giovannino…; perché, carissima Ida, Giovannino ha avuto il tifo! Per<br />

fortuna che l’organismo era forte! Io odio Messina, e il suo bel cielo sempre nuvolo, e il suo mare<br />

che non vedo, e il suo popolo… ma non c’è speranza che Giovannino ne possa almeno uscire<br />

prima di qualche anno… Non ne puoi avere un’idea…, paghiamo carissima anche l’aria che puzza<br />

di conceria e di gas… Bisogna cuocere tutto… nonostante tutte queste preoccupazioni, il male è<br />

venuto lo stesso… Govannino non può e non deve preoccuparsi di lavorare, e tu immagina…” E<br />

scrive ancora il 26 aprile: “Se vedessi com’è dimagrito! E chissà ancora quanto dimagrirà, specie<br />

nella convalescenza che sarà lunga… Prega, Ida mia, che si rimetta presto…, che gli possa tornare<br />

la sua allegria, che ora è sparita. Toltone qualche sorriso a me, il suo dolce viso è sempre mesto.”<br />

E qualche giorno dopo: “Siamo al 4 maggio e il minimum di calore (febbre) che ha nella sera è 39.<br />

Domani, sono 21 giorni che gli sono ricominciate le febbri; per solito al ventunesimo giorno si<br />

staccano a tutti; vedremo se si staccano anche a lui…”<br />

13 Sono questi anni di intenso fervore compositivo che vedono il Pascoli destreggiarsi tra i generi<br />

letterari e i contenuti più disparati, attraverso un percorso umano ed interiore che trasformerà<br />

l’homo sapiens in homo humanus -nei discorsi Una sagra, tenuto davanti agli studenti universitari,<br />

<strong>Il</strong> settimo giorno (o La domenica), tenuto presso la Camera di Commercio, e L’avvento, dedicato<br />

alle donne che si occupano di infanzia abbandonata, Pascoli matura una critica al crudo<br />

6

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!