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PREMESSA Il presente progetto nasce dalla curiosità suscitata ...

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E’ dunque questa, la prima, imprescindibile fase per l’esegesi e l’interpretazione,<br />

che ci consente di inserire il poemetto pascoliano nel quadro organico dell’intera<br />

produzione letteraria latina e nel quadro organico della vita del Pascoli;<br />

meriterebbe, infatti, maggiore approfondimento un tema forse non scontato e che<br />

indirettamente si intuisce <strong>dalla</strong> lettura del poemetto qui in esame: il rapporto del<br />

tutto particolare, che emerge già <strong>dalla</strong> lettura della biografia di Maria 4 , tra il<br />

Pascoli (uomo dall’”anima francescana” 5 ) e il suo cane, Gulì, che potrebbe aver<br />

ispirato al poeta la volontà di celebrare le origini dell’animale legandolo a doppio<br />

nodo alla figura dell’uomo e “facendone anche argomento di storia epicodomestica”<br />

6 .<br />

4 Vicinelli 1961, passim. Squillace 2006, attraverso la lettura di Lungo la vita di Giovanni Pascoli,<br />

descrive l’ambiente domestico come una sorta di Arca di Noè, nella quale ogni animale aveva un<br />

proprio ruolo all’interno del delicato ménage familiare. Marabini 1973, invece, attraverso le lettere<br />

che i fratelli Pascoli costantemente si spedivano e attaverso le lettere inviate a terzi ricostruisce una<br />

sorta di “lessico familiare” del quale Gulì rappresenta l’interprete e il destinatario privilegiato.<br />

5 Masi 1937, p.3<br />

6 Aymone 2006, che poco più avanti afferma: “Del cane, della vita e della natura del cane, il<br />

Pascoli ebbe qualche oscuro connotato: la vana gioia scodinzolante, la solitudine naturale, gli<br />

slanci, irosi o fiduciosi, e l’appartenenza a un mondo da cui si è irreparabilmente esclusi, e che si<br />

va annusando, randagi”.<br />

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