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Reis glorios - Dipartimento di Filologia Moderna

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Un testimone siciliano <strong>di</strong> <strong>Reis</strong> <strong>glorios</strong> 13<br />

monianza giuntaci non possa essere la semplice copia <strong>di</strong> una precedente<br />

trascrizione mnemonica o <strong>di</strong> una dettatura o anche la copia <strong>di</strong><br />

una precedente copia.<br />

Dall’accostamento <strong>di</strong> alcuni dei nostri reperti sembrerebbe che<br />

l’interesse dei collezionisti fosse rivolto principalmente alle melo<strong>di</strong>e:<br />

in ogni caso è la canzone nella sua unità <strong>di</strong> parole e musica che interessava,<br />

non il solo testo, tanto è vero che quanti sapevano o potevano<br />

farlo hanno accompagnato o fatto accompagnare la trascrizione con<br />

la notazione musicale. Questo tipo <strong>di</strong> interesse è particolarmente evidente<br />

per (6). I quattro componimenti raccolti sono <strong>di</strong>somogenei per<br />

lingua, forma e contenuto: tre in occitano, uno in un volgare italiano<br />

centromeri<strong>di</strong>onale; i tre occitani presentano dei francesismi; i tre occitani<br />

sono danze, quello italiano, una ‘canzonetta’, è privo <strong>di</strong> refrain;<br />

tre (due occitani e l’italiano) sono <strong>di</strong> tema cortese (uno degli occitani è<br />

una chanson de change), il quarto è un <strong>di</strong>alogo satirico-osceno tra un<br />

abate e una bella. L’unico carattere in comune sembra essere dato da<br />

melo<strong>di</strong>e ‘leggere’ e molto vivaci. Secondo Asperti, «non si può escludere<br />

che a un musico <strong>di</strong> passaggio tra le montagne <strong>di</strong> Sant Joan de les<br />

Abadesses sia stato chiesto <strong>di</strong> fissare per iscritto le melo<strong>di</strong>e che accompagnavano<br />

canzoncine del suo repertorio, o comunque da lui conosciute»<br />

10 , ipotesi tuttavia in contrasto con il fatto che la mano che<br />

le ha copiate è la stessa dei documenti: piuttosto che al giullare che si<br />

presta alla copia dovremmo eventualmente pensare al collezionista locale<br />

che è stato autorizzato a frugare tra le carte del giullare (e questo<br />

spiegherebbe da un lato i catalanismi grafici, dall’altro un tipo <strong>di</strong> notazione<br />

musicale forestiera).<br />

In (7) la notazione manca, sebbene, come si è detto, quasi certamente<br />

la canzone fosse musicata. Ma l’operazione <strong>di</strong> trascrivere testi<br />

senza notazione musicale non deve stupire: in effetti la notazione<br />

può mancare o perché non si hanno le necessarie competenze per<br />

appuntarla dopo avere ascoltato la melo<strong>di</strong>a o anche semplicemente<br />

per copiarla oppure perché già la si conosce benissimo: una melo<strong>di</strong>a<br />

è molto più facile da ricordare rispetto a un testo poetico, a volte<br />

complesso o composto in una lingua poco o per nulla familiare. In<br />

ogni caso, la conservazione anche del solo testo è importante perché<br />

10 S. ASPERTI, Carlo I d’Angiò e i trovatori. Componenti ‘provenzali’ e angioine nella<br />

tra<strong>di</strong>zione manoscritta della lirica trobadorica, Ravenna 1995, p. 113n.

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