Reis glorios - Dipartimento di Filologia Moderna
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Un testimone siciliano <strong>di</strong> <strong>Reis</strong> <strong>glorios</strong><br />
e una riflessione sulla tra<strong>di</strong>zione stravagante<br />
Si considerino i seguenti testi:<br />
(1) Alba bilingue <strong>di</strong> Fleury (Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica<br />
Vaticana, Reginense Latino 1462), inizio del secolo XI, con notazione<br />
musicale. Copiata in uno spazio lasciato in bianco <strong>di</strong> un co<strong>di</strong>ce<br />
<strong>di</strong> Fulgenzio databile a cavallo dei secoli VIII e IX, consta <strong>di</strong> tre strofi<br />
latine <strong>di</strong> tre versi seguite da un ritornello <strong>di</strong> due in una varietà galloromanza.<br />
Una serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>zi rimanda all’area lionese-borgognona, ovvero<br />
alla zona dell’abbazia <strong>di</strong> Cluny, ma la copia fu con ogni probabilità<br />
eseguita a Fleury-sur-Loire, a circa 150 km. a nord-ovest, fuori dall’isoglossa<br />
franco-provenzale in cui rientra invece Cluny.<br />
(2) Frammenti del co<strong>di</strong>ce terenziano Harley 2750 (Londra, British<br />
Library), fine del secolo XI, accompagnati da notazione musicale<br />
con neumi tedeschi. Il primo (Las, qui non sun sparvir astur) si presenta<br />
come un lacerto <strong>di</strong> una canzone d’amore, originariamente in occitano<br />
o in pittavino; il secondo è <strong>di</strong> più ardua decifrazione.<br />
(3) Carta ravennate, fine del secolo XII o più probabilmente inizio<br />
del secolo XIII. I due testi poetici che contiene sono vergati da due<br />
mani <strong>di</strong>verse a tergo <strong>di</strong> una pergamena conservata nell’Archivio Storico<br />
Arcivescovile <strong>di</strong> Ravenna recante l’atto <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> una casa del<br />
1127. Precedono e seguono lo scritto due notazioni musicali riferite da<br />
alcuni musicologi ai testi stessi, da altri a testi <strong>di</strong>versi, non identificati.<br />
(4) Frammento piacentino, inizio del secolo XIII, corredato <strong>di</strong><br />
una notazione musicale riferibile al solo ritornello. Il componimento,<br />
* I titoli hanno le loro leggi <strong>di</strong> brevità. Un’intitolazione più appropriata per queste pagine,<br />
ma impresentabilmente secentesca, sarebbe stata: «Un testimone italiano meri<strong>di</strong>onale<br />
estremo, probabilmente siciliano, <strong>di</strong> <strong>Reis</strong> <strong>glorios</strong> in rapporto con il manoscritto occitano T e<br />
una riflessione preliminare su alcuni aspetti della tra<strong>di</strong>zione stravagante della lirica musicata<br />
nel Me<strong>di</strong>oevo». Ringrazio Pietro G. Beltrami, Corrado Calenda, Vittorio Formentin, Marcello<br />
Moscone, Giovanni Polara, Gaetana M. Rinal<strong>di</strong>, Iolanda Ventura e François Zufferey,<br />
con i quali ho avuto modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong>versi punti del presente e del precedente stu<strong>di</strong>o sull’alba<br />
<strong>di</strong> Giraut de Borneil: devo a loro molti preziosi suggerimenti e aiuti <strong>di</strong> vario tipo.