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Nicola Criniti Economia e società sull'Appennino piacentino

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NICOLA CRINITI<br />

ECONOMIA E SOCIETÀ<br />

LA TAVOLA ALIMENTARIA<br />

VELEIA TE *<br />

I. La scoperta e la fortima della Tnbirln veleiate - 2. Descrizioiie gencrale del rcperlo - 3.<br />

Il qiza


NICOLA CRINITI<br />

Pur spettando solo a nie ogni responsabilità sciciitilica di questo la\$oro - consegiiato nell'estate 1986, nia<br />

peiisalo e discusso per più anni con studenti e colleglii iiell'Istituto di Storia dell'Università di Parma -,<br />

desidero attestare pubblicainente il niio grande debito verso le puntuali ed intelligenti ricerclie della niia<br />

allieva CINZIA BISAGNI RACCHINI, specie per la parte antiqiiario-litiguistica. e verso la sila paziente e sagace<br />

iii\festigazione dei testiriroriin. A questa giovane ed eiitusiasta sti~diosa della civiltà veleiate, la cui tesi<br />

di laurea Iia meritato nel 1986 il pre~iiio "h'laria Belliticioili" dell'ateiieo pariiieiise, vada nuovaniente la niia<br />

più profonda riconosceiiza.<br />

Il I


L/\ TAVOLA AI,IiliEi\'TARI/I VELEIATE<br />

I. LA SCOPERTA E LA FORTUNA DELLA TABULA VELEIATE (1)<br />

Verso la fine del iiiaggio 1747 (2), alcuni sterratori che lai~orava~io agli ordini di don Giuseppe<br />

Rapaccioli nel prato aiitistaiite alla pieve di S. Antoiiiiio a iLlaciiiesso (3) 'scopriroiio conie il priiicipio<br />

d' uiia Tavola ... di broiizo ... e teriiiiiiato lo scavo sticldetto, quale era di lungliezza braccia<br />

otto e piìi e largliezza sette, viddero clie detta Tavola si posava rpel siio rovescio'(4)I sopra d'iina<br />

pietra di niarnio bianco fatto conie i11 colonila ...' (5).<br />

Senza iiepplir iiiiiiiagitiarlo, col ritro\~anieiito - nella Lana della Basilica - della TAV (6) questo<br />

parroco 'igiioraiite ... indolente' (7) dava spunto, se non ancora inizio ed iiiipulso, noli solo ai<br />

ben piìi noti scavi di Veleia (8). di cui si parla in altra parte di questo \~oliiiiie, ma aiiclie ad una<br />

siiigolare e feconda storia piaceiltiiio-pariiieiise (ed iiltra) di conflitti tliploiiiatici, gelosie scieiitifiche<br />

e ~~oleniiclie ricerclie storico-arclieologiclie iiiceiitrate sul prezioso registro di ipoteche foiidiarie<br />

dell'Appeiiiiiiio piaceiitiiio. Storia clie qui è iiecessario anzitutto, e se pur breveiiiente,<br />

raccoiitare, partendo per quanto è possibile dalle testiiiioiiiaii~e coiiteiiiporaiiee, anclie iiiaiioscritte<br />

(9).<br />

Forse iioii erano mancate iii prccecleiiza sporadiclie e claiidestiiie ricerclie di niateriali arclieolo-<br />

gici in questo settore dell'alta valle del Cliero, per iiiotivi veiiali, coiiie si scrisse (10): ma la sila<br />

posizioiie appartata sulle falde del nioiite Ro\'iiiasso (a 4601470 riietri d'altitiidiiie), ad una quaran-<br />

tina tli cliiloinetri da Piacenm, iioii a\,elra Fatto e iioii fece filtrare specifiche e piìt precise iiotizie,<br />

a tal punto che la stessa claiiiorosa no\lella del rin\~eiiiiiieiito apparve allora avvolta da aloiii di<br />

iiiisteriose contraddizioiii, C tutt'ora 'coiiie precisaiiiente sia stata trovata qiiesta tavola Eaiiiosa<br />

non si sa' (I I).


910 NICOLA CRINITI<br />

111 effetti, se pare assotlato clie il lavoro di rinforzo effett~iato per 'riparare a certa laviiia,<br />

clie iiiinacciava ruiiia al proprio prato' (12) in Macincsso [che era feuclo del coiitc tvlaurizio Caraccioli<br />

(13) e, iii quegli aiiiii, sotto doininio austriaco (14)], fu accelerato dall'avido prelato e dal suo<br />

niassaro Giovanni Roldi all'iiiipro\~uisa scoperta della TAV, resta insoluto aiizitiitto il problcnia<br />

della coiidizioiie (li ritrovanieiito della lamina broiizea.<br />

La niaggioranza degli st~itliosi - sulle prinie testinioiiiaiize. nessuna oculare (15) -vuole fosse<br />

integra e poi rotta per iiiipazicnza e cupidigia ['credendola coperta d'i111 q~ialclie Tesoro' (16)l:<br />

altri - coii motivazioiii clie non soiio certo trascurabili, e di cui dirò piì~ avaiiti - peiisaiio fosse<br />

già spezzata (l 7) e solo, in qiiella tarda primavera del 1747, sclieggiata ulteriortiieiite per iiiiperizia<br />

coli i prinii colpi di piccone. Etl aiiclie il coiite Angelo Beiiso di Praiiiolo, presideilte clel Supreliio<br />

Consiglio di Giustizia e di Grazia tlel ducato di Piaceiiza (allora sabauda), clie - ancora prima<br />

d'essere inforiiiato ~~Cficialiiieilte, e confusaiiieiite, dal podestà di Rtistigazzo, Elia Avaiiziiii -aveva<br />

reperto presso il caiioiiico Costa (che già lo custodiva: cfr. iiifra), tlel gennaio 1748, non può clie<br />

coiifermarne la rottura. senza alcuiia altra indicazione utile (19).<br />

Nel frattempo, i frainiiieiiti avevano corso un pericolo gravissiiiio: 'o ignoralite o malizioso'<br />

(20). tloii Rapaccioli, 'iiient'altro consideratido iii quella che l'iiitriiiseco valore del bronzo' (21),<br />

aveva prov\~eduio subito a vendere a fonderie e coniuiiità tlella zona le laniiiie, 'per scudi 90', clie<br />

distribuì metà alla pieve, uii quarto a sè ed il restante al suo niassaro e ai suoi aiutanti (22). 11<br />

materiale bronzeo era stato sparso in lutto il Piacentino: la maggior parte a Borgo S. Doiini~io<br />

(il nome di Fideiiza, fino al 1927) aiiziiutto, dove rischiò di servire alla fusioiie di iitia caiiipana;<br />

iii nii~ior niis~iru a Piaceiiza e a Fiorenzuola d'Arda (23); e, fuori del cliicato, pure forse a Creinoiia<br />

(24).<br />

Un caiionico della cattedrale (li Piaceiiza, il conte Giovaiiiii Roncovieri, cui era venuta iii iiiano<br />

a Fiorewuola una particella della TAV (25), pur seiiza essere iiiio specialista, 'vedciido l'aliticliità<br />

de' caratteri' irititi l'importanza della cosa (26) e - coiii\~olgeiido ecoiioriiicai~~e~ite un altro<br />

canoiiico, e teologo, della cattedrale, il conte Antonio Costa (27) - si iiiise alla lunga e laboriosa<br />

ricerca, cliretta ed attraverso ititeriiiediari (28), dello siiiembrato e sparso reperto. Prima del gennaio<br />

1748 (29). I'illiiiiiiiiato canonico potè a caro prezzo raccogliere 'iiella sua casa di Piacenza'<br />

(30) tutti i frammeiiti [salvo qualclie frustolo, mai più ricuperato (31)l: ed aiiclie se lo scaltro ed<br />

ambizioso Costa offuscò, poi, praticamciite per seinpre, il iioiiie e il ricortlo del piìi scliivo Roiicovieri,<br />

come si vedrà piìi in là (32). è giusto attribuire a quest'ultiiiio il nicrito della secoiida scoperta<br />

e tlella salvezza della TAV. Il Costa, scrisse poleiiiicametite il De Lama (33). 'seppe procurarsene<br />

solo il vanto'.<br />

In effetti, il canonico Costa prese ben presto in iiiano la faccenda, gestendola già nel 1747 i11<br />

tal itiodo da diveillare sostaiizialiiieiite l'uiiico, diffidente ed elusivo, interlocutore dei politici e<br />

degli stiidiosi. E così, il pieniontese conte Angelo Beiiso, ad eseiiipio, nelle sue iiiissi\~e al segretario<br />

degli Iiiteriii dello stato sabautlo della fine 17471 inizi 1748 (34). o papa Benedetto XIV nelle<br />

sue lettere al vescovo di Piaceiiza, Pietro Cristiani, dei primi mesi del 1748 (35), parlano quasi solo<br />

del Costa, sia cotiie proprietario, sia coi11e esperto della TAV: e nel niondo delle lettere italico,<br />

il nostro caiionico era corteggiato C vezzeggiato, qiiasi fosse stato 1'~iiiico clepositario della Iaiiii~ia.<br />

Lo vediaino bene, del rcsto, iielle trattative diploiiiaticlie clie alcuiii stati della peiiisola - nel<br />

174711748 - avviaroiio per ottenere il possesso della laiiiina: I'aiiticipiaiiio. ed accorpiaiiio, a q'iesto<br />

~x~iito per cliiarezza, aiiclie se in alcuiii casi le vicende politiche si iiitcrsecarono con quelle<br />

scientifiche, cui riserviaiiio un altro successi\~o paragrafo.


LA TAVOLA ALII\.IEI\'TARIA VELEIATE 91 1<br />

Si iiiteressaroiio subito alla sorte della TAV - per motivi di prestigio - il regno tli Sardegna di<br />

Carlo Emaiiiiele I11 e lo stato della Cliiesa di Benetletto XIV: in qiiest'ultiiiio caso, si deve dire,<br />

la preocciipazioiie tlo\cette essere prettaiiiente scientifica, visti la natura e la formazioiie iiiaiiriiioiii~iratoriana<br />

del poiitefice (36) e i suoi Frequenti iiiterveiiti a sostegiio della ciiltiira e delle scieiize,<br />

iioii ultinia I'istitiizioiie iiel 1740 dell'Accadeiiiia di Storia roiiiaiia e antichità (oggi Poiitificia<br />

Accademia Romana cli Archeologia).<br />

Di froiite all'assoluto, e iin po' siiigolare, tlisinteresse dell'iiiipero absburgico (37), sotto la cui<br />

giurisdizioiie cadeva la zona veleiate (fino al trattato di Aqiiisgrana del 18 ottobre 1748), ed alla<br />

debolezza, per così dire, coiitrattuale di Piacenza [beiicliè l'abate Alcssaiidro Cliiappiiii stesse arriccliendo<br />

il Miiseo arclieologico-artistico, il priiiio clella città, da lui istittiito iiella carioiiica tiella<br />

cliiesa di S. Agostin<br />

te Costa.<br />

Per i Sabaudi sembra clie I'iiiiziativa partisse teiiipestivanicnte dal loro niiiiistro a Piacenza<br />

(39). che fiii dalla prima inissiva suggeriva al conte di S. Loreiizo una eveiituale collocazioiie iiella<br />

Regia Uriiversità di Torino (40): il Beiiso cercava parimenti di coiiii~olgere il proprietario del terreno,<br />

il conte Maurizio Caraccioli (41) e, all'iiiizio, sembrerebbe anclie il M~iratori (cfr. iiifra), che<br />

tuttavia si dimostrava contrario ad ogni forma di espropriazioiie, coiiviiito coiii'era clie da parte<br />

tlei grantli centri di cultura 'troppo è il voler anclie privare tlel poco clie Iiainio le altre città' (42).<br />

Di poco posteriore è la corrispoiidenza tra papa Lambertini e il vescovo di Piaceiiza Pietro<br />

Cristiani (che era, tuttavia, già iii stretto coiitatto coi padroiii del rnomeiito): avvisato da 'alcune<br />

lettere' (43) della scoperta, cliiedeva all'ordinario locale 'per Noi la prelazioiie' s~ill'acqiiisto della<br />

TAV [clie voleva porre nel iìtIuseo Capitoliiio (44)l. faceiido il Costa 'tle iioleiite voleiitein' (43, cosa<br />

clie richiese alcuni mesi ....<br />

Trovatasi, frattanto, di froiite l'azioiie diploiiiatica sabauda (tlefiiiita, coi1 fiiie ironia, 'mire<br />

superiori'), il poiitefice seiiibrò far marcia indietro (46), anclie se i11 realtà fii Carlo Eiiiaiiuele 111<br />

-attraverso l'atti\'issiiiio conte Beiiso - a disimpegnarsi (47): iiia la calcolata e temporeggiatrice<br />

ritrosia del Costa, verso ciii Iia parole pungeiiti ed ironiche (48), convinse il papa nell'aprile a ri-<br />

iiiinciare - con una qiialclie iiialcelata irritazioiie - all'affare (N), tioiiostaiite la tardiva preoc-<br />

cupazione (mediata dal Cristiani, dal Beiiso e dal Caraccioli) e 'le cortesi esibizioni' autografe del<br />

28 marzo (50) da parte tlel Costa e del Roncovieri (che vi appare per la prima volta). Coiiie aveva<br />

scliiettaniente scritto neppiire un mese prima, rieclieggiaiido forse Lucrezio (IV, 1173), 'siaiiio sta-<br />

ti 73 anni seiiza questa laiiiiiia, stareiiio ancora coli tiitta indiffereiiza senza la medesima tutto<br />

il teiiipo clie piacerà a Dio di teiierci iii questo iiiotido' (51).<br />

La questione, se si eccettuano forse - iiell'ultima parte del 1748 - sussulti autoritari del<br />

regiio tli Sardegna (52). si chiuse li: e per iiii deceiiiiio iioii si parlò piìi, a livello diploiiiatico, della<br />

TAV. Filippo I tli Borbone - duca di Pariiia, Piaceiiza e Guastalla per la pace di Aquisgraiia del<br />

18 ottobre 1748 [ma entrato a Parma il 9 iiiarzo e a Piaceiiza il 6 iiiaggio 1749 (53)l - si trovò a<br />

dover affroiitare gravi probleiiii ecoiioiiiici e sociali, prima ancora clie cultiirali e scieiitifici, e<br />

iion volle occiiparsi di una - per quanto iiiiportaiite - epigrafe broiizea (54): fors'aiiclie percliè<br />

gli iiiaiicaroiio, coiiie si è scritto (55), i111 Di1 Tillot ed 1111 Paciautli ....<br />

A onor del vero, si mostrò un tiepido interesse alla fiiie dell'estate 1753, quaiido Roberto Rice<br />

- priiiio iniiiistro e segretario di stato cli doli Filippo - invitò il goveriiatore tli Piaceiiza Giovaii-<br />

iii Fraiicesco Garbariiii ad acquistare a spese p~ibbliclie la fraiiiiiieiitata larniiia bronzea dai due<br />

caiionici, percliè - ricoiiiposta sotto la giiida di Ubertino Landi (gentiluomo di camera tlel duca)


912 NICOLA CRINITI<br />

- venisse collocata 'nella pubblica Piazza, o nel Palazzo della Coiiiuiiità predetta' (56). Ma l'azione<br />

esplorativa proiiiossa - a iioiiie tlell'Ariziaiiato tli Piaceiiza - da Fraiicesco Taiiii (tlepiitato<br />

dell'Aiizianato) e dal iiia~.cliese Francesco Maria Casati Roglieri (deputato della Coiigrcgazioiie tlel<br />

Reggin~eiito) iiell'autuniio dello stesso aiiiio, iioii portò ad alciin risultato (57), percliè si scolitrava<br />

iiiiovameiite con l'avidità insaziabile, quanto calcolata, dei cluc caiioiiici [e con uiia certa loro stizza<br />

per iioii essere stati coiitattati tlirettaiiieiite (58)l e pnre coii ~ina qiialclie itidifferenza delle autorità<br />

locali, taiitopiìi preoccupate cial cospicuo costo tlell'operazione progettata (59).<br />

E tlella cosa iioii si lece piìi nulla: fii allora, veraniente. clie Piaceiiza perse la possibilità di<br />

conservare in sitii il prezioso tlocuiiieiito epigrafico. Aveva ben visto il Muratori, scrivendo lapiclarianieiite<br />

al Cliiappiiii qualclie aiiiio priiiia: 'clii offrirà iitolto l'avrà' (60).<br />

Clii~isa la pareiltesi tliploiiiatica, si apriva, o iiieglio si sviluppava la ben piìi ricca vicenela scientifica<br />

della TAV, iniziata già - coine si è piìi sopra notato - verso la fine tlel 1747.Iii q~iello scorcio<br />

tl'aiiiio, iii effetti, le pi-iiiie riglie tlella TAV - ancora divisa tra le due abitazioni dei caiioiiici pia-<br />

ceiitiiii (61) - erano state trascritte a cura del segretario tlel Costa e venivano diffuse i11 copia<br />

(e i11 rilxoduzione) iin po' tlappertiitto, conie è aii~pianieiite testinioiiiato tlagli epistolari conteriiporaiiei:<br />

il testo restante veiuie sapieiiteiiieiite ceiitelliiiato, facelidolo copiare 'ina molto adaggio'<br />

(62). Solo piìi tarcli il Roiicovieri - aiiclie per siiperare il geloso ecl opportiiiiistico riserbo dell'altro<br />

proprietario - tlo\rette pro\~\~eclere a farne una 'sua' trascrizione coinpleta ecl autoiioina.<br />

Già nel iioveiiibre 1747 copie cartacee clella pr~iescri/~tio circolavaiio a Roiua (in iiiano a Contuccio<br />

Coiitiicci ed Alessaiitlro Cliiappiiii (63). ad esenipio); nel diceiilbre a Modena [Ludovico Aritoiiio<br />

i\"liiratori, avvertito del resto tlallo stesso Costa il 29 iio\,eiiib~.e, ricevette il testo iiiiziale,<br />

e l'iiivito atl illustrare il reperto, 1'8 dicembre (64)l; nel geiiiiaio 1748 a Toriiio (65), e iioii niolto<br />

dopo a Firenze (66) e a Verona (67); c via via altrove (68). Ec1 iiiia copiosa letteratura epistolare,<br />

noi1 seinpre di taglio scieiltifico (eli qiiella diploiiiatica si &già [letto), si intrecciò iiell'Italia centrosettentrionale<br />

quasi conteiiiporaneai~ieiite, tra il Costa e il kluratori (69); tra il i\~Iuratori ed il Chiappiiii<br />

(70). e piire coii altri personaggi clella cultlira e della politica italiana (71); piìi tardi tra il i\,iacfei<br />

e il Roncovieri (72). e così via.<br />

Ma beli più rilevailte, per la sila capillarità e piibblicità, fu l'azione tlelle gazzette letterarie<br />

tlell'epoca: in effetti Gio\.anni Lailii, il battagliero bibliotecario tlella Riccardiaiia di Fireiize, aveva<br />

prestaiiieiite dato I'aiiriiiiizio - p ~x apl)rossiiiiali\~o e 11011 corretto - clella scoperta tlella TAV<br />

nel suo autorevole perioclico 'No\~elle Letterarie', già il 12 geiiiiaio 1748, e il 23 febbraio poteva<br />

pubblicare Liiia piìi precisa Lettera tli aiioiiiiiio (Aiitoiiio Costa), corredata tla liiia piìi esatta trascrizione<br />

della pr-aescripiio (73): e noil iiiolto tlopo, Aiitoii Fraiicesco Gori - sulla scorta di inforiiiazioiii<br />

persoiiali (tlel Costa, aiiclie qui?) - poteva riprodurre piir egli la pri~escripiio coii ~nia<br />

breve tlescrizioiie della TAV, tielle sue S)~rrrl>oliie Litternrine (74).<br />

Nello stesso periodo, il colto gesuita Coiituccio Coiitucci ptibblicava correttaiiieiite le priiiie<br />

tre graiicli i-iglie della TAV (diiiiostraiido clie Z - =, alla riga 3O, era la rappresentazioirc grafica<br />

di qrtirrc~rr~.~, e 11011 iina decorazione: cfr. infra), e offriva la priiiia siiitetica, qiiaiito eqiiilibrata<br />

ricostruzioiie dcll'aspetto cconoiiiico della TAV (75). L'iiitelligeiite lettiira tlel fiitiiro prefetto tlel<br />

Museo Kirclieriaiio a Roixia ebbe iiiia notevole eco, aprendo per priiiia (iioiiostaiite il iiialdestro<br />

teiitativo tlel ìvlaffei di sottacei-la: cfr. iiifra) la stratla all'iiiterpretazione scieiitifica della laniiiia,<br />

di ciii si fa divulgatore aiizit~itto il seiiipre attento Laiiii nel giugiiolliiglio: criticata dal Gori ed


91 4 NICOLA CRINITI<br />

iiieiitre al Maffei \~eiiiva inviata dal Costa (101) uiia buoiia parte del testo (28 gennaio 1749: per<br />

iiitero, e più corretto, l'avrà per teiiipo solo dal Roiico\~ieri (102). di li a poco, in ogni caso entro<br />

febbraio), anclie al Muratori - grazie al sempre sollecito Cliiappiiii (103) -era finalmente giunta<br />

la copia integra (104), 111a clie poi risultò inadeguata ed iiiiprecisa (105).<br />

I1 Modeiiese, clie stava pazieiiteiiiente lavoratido ad iiii vasto comnientario tlella TAV, inizial-<br />

ineiite in latino (106) (coiiie si è già tletto, previsto per le il4erizorie della Società Coloiiibaria) e quindi<br />

in italiano, iioii poteva clie cercare di accelerare la pubblicazioiie tlell"Elena (lei iiostri di' (107),<br />

affidata a A.F. Cori (alle cui cure, del resto, era stata lasciata I'eclizioiie della trascrizioiie tlel Co-<br />

sta (108). rivista - non sappiaiiio bene fino a qual pulito - dal ivluratori stesso). Varie pressioni<br />

furono tuttavia fatte siil Modenese percliè cedesse l'oiiore dcll'editio pririceps al Veronese, in iin<br />

priiiio iiioiiieiito dal Mallei stesso (109). e poi - in questa fase - attraverso I'arciprete Giaiifraii-<br />

cesco A,iuselli (l IO), iiiiiiiifico editore della T/er.oiin Illlrstrntn e tlel il4trsetrrn Ver-orrerise (in cui. ap-<br />

iiitligiiato per il coniportaiiieiito del Vei.onese (l 12), e del Costa (l 13). e ne1 coiitempo rassicurato<br />

dalla 11011 esaltaiite 'uscita' tlel coiicorrente (1 14) - si diuulgaua da Verona iicll'Italia setteiitrionale<br />

(l 15) 1111 estratto della sola edizione critica 'del sublime e perspicace ingegno del aiaffei' (Laiiii):<br />

i11 realtà, era solo la riprodiizioiie del testo 'Roiico\'ieri' (1 16).<br />

111 una siiigolare, forse iieppur troppo insolita gara, il i\Iodenese faceva allora subito diffoiidere<br />

il froiitespizio del suo prossiiiio lavoro (1 17). clie \~edeva luce autonoilla - in due discussi<br />

(dal Cliiappiiii, ad eseiiipio) foi'iiiati diversi: per il coiiiiiieiito, particolarnieiite attento agli aspetti<br />

tecnici e topografici (1 18), e per il testo latino del CostalA~Iuratori, che lo segue (1 19) - solo nel<br />

maggio (120). \reiii\~aiio poi raccolti nel quinto toiiio tlelle S)vrzbolne Litternrine del Gori (121), pur<br />

sempre iii data posteriore all'edizioiie tlefi~iitiva - a sua volta iii parte corretta sul piìi esatto e<br />

preciso Miiratori (122) e coiiiiiieiitata con graiitle erudizioiie (specie per l'aspetto socio-econoinico<br />

delle rlistribiizioni alimentarie) - del Ataffei nel iI.I~tseictiz Verotrer~se (123).<br />

Non tiiolto dopo, in Francia, il graiitle storico del diritto Aiitoiiie Terrasson pubblicava coine<br />

iiietlita la sola etlizioiie paleografica tlella TAV (124), francesizzata (clr. l'uso di 'J' invece di 'I',<br />

di 'U' seiiiivocale, etc.) e con uiia breve nota esplicatix~t, sulla falsariga tlella trascrizione 'Roiicovieri',<br />

quale iii pratica appare iiel testo del Veroiiese (125).<br />

I cltie caiionici piaceiitiiii avevano così otteiiuto di dare la niassiina pubblicità al testo veleiate,<br />

clie diveiiiie subito patriiiioiiio culturale e foiite di discussioni erudite atl ogni li\~ello. Restaroiio<br />

però caposalcli - per uii ciriquaiitennio - le diie edizioni tiiuratoriaiia e rnaffeiaiia: se piire<br />

la priina - gi~istanie~ite piìi v01 te riproposta i11 seguito (126). aiiclie per la praticità della divisioiie<br />

in colonne e della iiiiiiierazioiie - mostra inaggiore acribia e consisteiiza a fronte di una qualclie<br />

cursorietà, non solo editoriale, e di iion poclie coiifusioiii e scoi'rettezze epigrafico-~>aleograficlie,<br />

prontariiciite già segnalate dai coiiteiiiporaiiei (127), della secoiida.<br />

I tliie grandi er~itliti erano tlel resto alla fine della loro vita, non solo scientifica: la co~iiplessa<br />

e un po' aiiibigua \'iceiida dclla TAV iion sembrò, tiiito soiiiiiiato, aver incrinato i sinceri loro rapporti<br />

di amicizia e di stiiiia, solo ii~omentaiieaiiiente offuscati (128).<br />

Dopo ~iii sileiizio piìi clie q~iiiiqiieiiiiale (129). rotto solo dalla proliisione giuridica del bavarese<br />

I.C. Stigliz (130). piotiieristica e praticaiiieiite isolata per t111 ciiiqiianteiinio, e dagli iiitelligeiiti ac-


Lrl TAlfOLA ALIi\.lENT/lRIA IfELEIATE 915<br />

ceimi tlel Poggiali (e cfr. iiifra e ti. 153). nel geiiiiaio del 1760 il goveriio ducale - grazie all'atteii-<br />

zioiie e cura del nuovo (l8 gi~igiio 1759) niiiiistro segretario di stato G~tillaume Du Tillot - seinbrò<br />

preoccuparsi seriailiente della TAV I'per esporla coi1 decenza alla pubblica vista' (13111.<br />

E, partendo forse proprio dalla 11.lerriorin clei due caiionici iiiviata ai primi del 1754 alla corte<br />

(cfr. supra il. 58), il tesoriere gelierale tli Piacenza Aiiibrogio Martelli cercò tli coiitattare i due<br />

Piacciitini per coiiosceriie le prelese. Anciie iti questo caso le trattative si arenarono piesto (priiiii<br />

di febbraio 1760) per la diffideiiza, qui non ingiustificata, per il fatto clie il Martelli aveva dovuto<br />

sottacere il 'q~ialclie genio' specifico clel duca: il Du Tillot, tiittavia, 11011 era disposto a tergi\~ersazioiii<br />

e già il 15 febbraio (132) veiitilò durameiite, attraverso il Martelli, la possibilità di un esproprio<br />

della lainiiia.<br />

Due gioriii dopo Costa e Roiicovieri erano già giunti a più iiiiti coiisigli, poiieiido come condizioiie<br />

al Martelli clie il reperto restasse a Piacenza e, aiicor più pressaiiteiiieiite, 1"aniiua pensione<br />

dicliiarato di offrire volentieri, un decennio prima, una cifra doppia - 'uii capitale clie trasceiidesse<br />

le dueinila doble' (133).<br />

I1 Du Tillot, giocaiido abiliiieiite sii una osseqiiiosa, filiale offerta 'gratuita' della lamina da<br />

parte dei caiionici al duca (qiialora fosse stato diretta~neiite interessato), invitò il tesoriere gencrale<br />

a perfezioiiare iniiiiediatameiite e a coiicludere l'atto di cessioiie al Borbone della TAV da<br />

parte dei due: atl essi sarebbero spettate Lilla tabaccliiera d'oro col ritratto tlucale e, dopo q~ialche<br />

teiiipo, uiia pensione di dueiiiila lire parineiisi (134).<br />

I1 26 febbraio la TAV, assiciiie a CII, XI 1149, arri\,ava alla cortc partiiense (135) e veiiiva preseiitata<br />

1'1 1 niarzo nel palazzo ditcale di Colorno a Filippo I dal solo Costa (136): il Roiicovieri,<br />

probabilmente coiitrario al trasferinieiito a Parma ed alle trattative persoiiali del collega, aveva<br />

preferito non averiie piìi parte (137). ed era costretto così atl uscire defiiiiti\rainente dal iiiercato<br />

veleiate (iioii dalla ribalta testiiiioiiiale e docurneiitaria, iionostaiite I'eiiiargiiiazione sottile e progressiva<br />

attuata a suo dailiio tlal Costa).<br />

Le vicende seguenti, iii effetti, coiiiuolsero il solo Costa: dopo aver ricevitto clal Du Tillot l'iiicarico<br />

- il 25 aprile (138) - di stutliare e piibblicare CIL );I 1146, la le.' Ritl?rin (139). proprio<br />

allora scoperta a Veleia, incarico clie svolse eiitro luglio coli grande fatica e solo percliè aiutato,<br />

iii assol~ito segreto, dal cassinese Pier Luigi Galletti, scrittore latiiio tlella Biblioteca Vaticaila tli<br />

Roiiia, noto arclieologo ed epigrafista (140), il canonico Fu noiiiiiiato iiisperatameiite - il 20 settembre<br />

(la patente è cie11'8 ottobre) - 'Prefetto e Direttore dei Afiusei ed Anticliità per tiitti i Reali<br />

Nostri Stati '(141): regii coiiimissarii alla direzioiie degli scavi a Maciiiesso, iniziati il 14 aprile<br />

(142), soiio Anlbrogio Akirtelli e Giacomo Nicelli, che iie f~iroiio iii effetti i veri respoiisabili.<br />

Gli veniva iiaturalinente affidata la TAV, secoiido uiia sua precisa speranzalricliiesta del marzo<br />

1760 (143): iiiiiaiizitutto I'urgeiite sua ricomposizioiie, al cui probleiila - specie dopo aver riavuto<br />

1wesso di sè (aprile 1762) i fraiiiiiieiiti (144) - il Costa si dedicò per lungo tempo (145). seiiza<br />

poterlo risolvere, visto l'alto costo dell'operaziolie coiiiplessiva (146).<br />

E se per questo aspetto il caiioiiico aveva coiiivolto uii abile artigiaiio <strong>piacentino</strong>, Giuseppe<br />

Filiberti, per la pubblicazioiie scieiitifica della TAV - pur dopo uii quindiceiiiiio di iiiillantati studi<br />

- e clei iiuo\ri reperti veleiati dovette ri\folgersi per iniiiterrotti cliiariineiiti ed affaimosi aiuti,<br />

oltre clie ai già citati padre Galletti e all'er~idito luccliese Giaii Doiiieiiico Maiisi, al conte De Caylus<br />

a Parigi (147) e quindi a Parma, obtorto collo, al padre Paolo Aclaria Paciaudi, 'Bibliotecario<br />

e Antiquario' diicale (148). A questi iiltiiiii l'aveva indirizzato lo stesso Du Tillot, gi~istaiileiite preoccupato<br />

della lentezza del 1a1,oi.o e, ben presto, della sua qualità, visto quanto già gli aveva scritto


916 NICOLA CRINITI<br />

il teaiiiio il 22 febbraio 1762: 'il povero caiioiiico iion sà cosa si dice: tutto è coiifusioiie, s~iperflui-<br />

tà, etl imbecillità'.<br />

Verso altri stiitliosi liniitrofi, e iioii 'raccoiiiaiidati', il suo coniportaiiiento ELI sempre geloso<br />

e scostante (149): così, 1111 altro grande erudito, dal 1751 gentiliioino di Caiiiera di S.A.R. e colon-<br />

nello tli Iiifanteria a Pariiia, il coiite coiiiasco hitoii Gioseffo Della Torre cli Rezzonico. clie stava<br />

scrivenclo - iii coiicorreiiza col Costa (150) - Liiia storia delle ricerclie etl anticliità veleiati (l51),<br />

e clie gli aveva proposto, nei priiiii illesi clel 1761, tli collaborare allo stiidio sulla TAV, ebbe tla<br />

lui - coiiiiiueiitc il Du Tillot, clie gli era ostile - uii diniego totale (152). E pure il sacertlote e<br />

storico piacenti110 Cristoforo Poggiali - fors'aiiclie percliè considerato Lino dei poclii capaci di<br />

leggere la TAV sull'originale (e sospettato di voler subeiitrare al caiioiiico coiiterraiieo) - [LI co-<br />

stretto nel 1761 a rinuiiciare allo stiidio delle cose veleiati (153).<br />

luiiga malattia del canotiico (settembre ss. 1762), furono le diniissioiii del Costa, certo sollecitate<br />

dal Du Tillot, iiel niaggio 1763 (155): e la rinuiizia clucale - del resto caldeggiata dall'iiiteressato<br />

Paciaiidi, clic succedette nella tlirezioiie degli scavi (156) - di piibblicare la sua Rnccolta sulle<br />

anticliità \leleiati (157).<br />

Dopo i reperti veleiati e i vari iiiaiioscritti del canoiiico, arrivò a Parma il 3 aprile 1764 aiiclic<br />

la fraiiiiiieiitata TAV (158). clie \,ciiiva collocaia presso la R. Accacleiiiia delle Belle Arti (159), ivi<br />

riiiiaiieiitlo fino al l3 Itiglio 1801, quaiido fu trasferita al R. ibluseo cl'Anticliità (160).<br />

Gli scavi cli Velcia, della piccola Poiilpei (161) - come fu luogo comune ripetere, fino ad epoca<br />

recente, per ttii facile coiifroiito tra le tlue piiilcipali scoperte tlella iiietà tlel XVIII secolo (o1ti.e-<br />

tiitto, 'ispirate' tla due fratelli Borbone ...) -, Furoiio beli presto iiieta tli visite (che qui iion è il<br />

caso di affroiitare) e di iiiostre esteniporaiiee per i persoiiaggi illustri di passaggio, coiiie il duca<br />

tli York nel iiiaggio 1764 (162). E naturaliiieiite, se fu seiiipre la pittura, il Correggi0 iii particolare,<br />

il priiicipale vettore clella fort~iiia tli Parma tra i viaggiatori eiiropei (163). qiialclie atteiizioiie<br />

sembrò suscitare aiicbe la TAV, almeno tra i più a~vertiti [coiiie già, del resto, quaiido il reperto<br />

era a Piaceiiza (164)l.<br />

'Uii iiiauvais air de iiiystère qiie la Cour affecte tl'y iiiettre' (165). tuttavia, noli periiietteva<br />

- aiiclie ad Ed\vartl Gibboii e all'aiiiico Williaiii Guise (14 giugno 1764) - di andare al di là di<br />

uiia breve lettura di iioii piìi di iiiezz'ora dell'iscrizione (e della uisioiie tlell'etlizioiie iiiuratoriaiia):<br />

coiiie per i reperti di recente scoperta (dei quali il ctiica voleva riser\zarsi gelosanieiite l'editio ~ ri~i-<br />

ceps), aiiclie per la TAV seiiibra fosse proibito - secoiitlo uii uso assai discutibile, talvolta ancor<br />

oggi tristeiiieiite in voga - prendere qualunqiie appiiiito (166).<br />

Beli più evidente, ecl ininterrotto, iiivece fu I'iiiteresse e lo stiidio tlegli eruditi ed antichisti<br />

per gli scavi i11 gelierale, e per la TAV iii particolare, sulla qliale si iiiisurò per tutto il XVIII e<br />

XIX secolo tiil piccolo stiiolo tli ricercatori iiostrani e stranieri.<br />

Già solo I'csaiiie del iiiateriale iiiaiioscritto iiietlito offre una testiiiionianza stiipefaceiite del-<br />

la vivacità di tili filone, tuttora iioii bei1 esplorato (cfr. infra iiii. 214 ss., 228): ai lavori più iiiipegiia-<br />

tivi del Costa, del Rezzoiiico, del Cittadiiio Piacentiiio (che tliede, aiiclie, la priiiia, e fino a teiiipi<br />

recenti iiiiica traduzione italiana completa: cfr. il. 12), tli cui si è già detto, ed alle iiiaiioscritte,


oggi iiitro\,abili, 114ertiorie del gesuita Staiiislao Bartletti (167), si deve aggiiiiigere tutta itna serie<br />

di altri tesfitrroriin (appunti, lettere, staiiipe e facsiiiiili, coiitributi vari) raccolti, a volte dispersi,<br />

iielle Biblioteclie ed Arcliivi di Parina e Piaceiiza (168).<br />

Piìi iuisurabili e qiia~itificabili, ma certo iiiferiori alla realti, i contribiiti a staiiipa: priino cro-<br />

iiologicaiiiente - a parte uiia coiiteiiiporaiiea, aiioniiiia e iiiisteriosa i\'lroiin, i>ern e rlistirrln reln-<br />

ziorze sulla scoperta tii Veleia (169) -, fu forse 'il dottissinio Laiiii' (170), che si siorzò, iii ciiiqiie<br />

Lettere piibblicate dal 1764 al 1768 sul sito periodico (l71), di dinlostrare, coi1 iiii luiigo e discusso<br />

esaiiie topografico (stiiiiolo, poi, di vari coiisiiiiili lavori topoiiiiiiici), clie la TA\' spettasse a Lucca<br />

C clie i I.ircerises fossero i priiicil>ali proprietari dei fondi obbligati (172).<br />

E quindi, iieppiire iiii dcceiiiiio dopo, appari\raiio le edizioni tlcll'abate luccliese Sebastiano<br />

Donati (173) [preaiin~iiiziata a Doniciiico Passioiiei alinciio tre Iiistri priiiia (174)l e di G. Brotier<br />

(175), quest'ultiiiia poi utilizzata iiella 'edizioiie' di A.G. Cara Dc Caiio~iico (cfr. iiifra), aiiibediie<br />

degli studiosi locali: sulla scia del Laiiii, in effetti, 'I'iiigegiiosissiino' padre Federico Viiiceiizo da<br />

Poggio - confutando il Muratori C il Maffei - giiingcva ad afferiiiare clie la TAV 'apparteiieva'<br />

a Lucca e che i beiieiiciarii del pro\vcdiiiieilto erano i Lucclicsi (176). E proprio anclie iii relazioiie<br />

a queste posizioiii estreme, confuse coli più ragionevoli osser\~azioiii (ad esempio sul rapporto tra<br />

/~r.nescri[~/io e duplice coiitciiuto dell'iscrizioiie), iiacquero due vaste, ed oggi pressocliè dirneiiticatc.<br />

opere clie - iii dettaglio - si iiiipegiiarono iiello studio ed ideiitiiicazioiie dei pngi e dei frirrrli<br />

veleiati.<br />

Ambedue di stiitliosi locali piemontesi iioii spro\~\reduti - I'astigiaiio Secoiitlo Giuseppe Pittarelli<br />

(177) C il suo antico meceiiate, il iiobile uercellese hitoii Giacinto Cara De Cailonico (178)<br />

-, aiiibedue legate al futiiro, erudito bibliotecario della Utii\rersitaria di Toriiro (179), 111a già iioto<br />

latiiiista ed epigrafista, il barone Giuseppe Veriiaua di Freiiey, le due opere si caratterizzarono<br />

per puntigliosi, quanto a volte gratiiili C faiitasiosi, recuperi topoiioiiiastici.<br />

L'lden delln Sl~iegnziorre del Pittarelli cu letta all'Accadeiiiia R. di Filosofia e Stiidii Utili di<br />

Fossaiio nel 1785, se pur poi pubblicata nel 1788, I'aiiiio iii cui usci\aa Dei pnglri rlell7rgro ffeleinre<br />

del Cara (a cui fu nota, ma non citata, l'opera dell'Astigiaiio), due aiiiii dopo seguita a sua volta<br />

dal ~>rolisso, arido e a volte acriiiioiiioso oprrs rriienioiitesizzazioiie' clie avri una qiialclie fortuna<br />

coi cartografi francesi della priiiia tileti dell'ottoceiito, il 14'alckeiiaer (180) aiizitutto e il sito stesso<br />

collaboratore Desjardins (iiei suoi lavori sulla TAV cli iiii sessanteiiiiio ~lopo: cir. iiifra).<br />

Il secolo si coiiclude\~a, aliiieiio per quanto rigttarda la TAV , i11 sordina, iioiiostaiite \vi si interessassero<br />

personaggi di LIII certo rilievo: il colto padre cassiiiese Andrea Mazza, fratello del piii<br />

iioto poeta parmigiaiio Aiigelo e discusso bibliotecario, tra il 1764 e il 1779, della Palatiiia (181).<br />

clie stava preparaiido almcno dal 1777 'iin'opera graiidiosa etl erudita' (182), iiiai completata; e<br />

il suo illustrc corrispondeiitc roiiiaiio, l'abate Gaetaiio hllariiii, il pioiiicre dell'epigrafia iiioderiia<br />

ed allora prefetto tlell'Arcliivio di Caste1 SaiitSAtigelo (183); il coiite ildinese, iiia pariiiigiano d'cducazioiie<br />

e d'adozioiie, e discusso erudi to, Giiulaiiio Asquiiii (184); iiifiiie, I'uoino politico e giiirista,<br />

iria aiichc aiitiqiiario e storico, pariiiigiano Atitoiiio Bertioli (l85), cui pure si deve uiia coiiiposita


918 NICOLA CRINITI<br />

silloge di la\~ori, manoscritti e a stampa, veleiati, suoi ed altrui, da lui raccolti (186).<br />

La coiidizioiie iiianoscritta di quasi tutti i contributi ebbe iiaturaliiiente i111 gran peso nella<br />

loro qiiasi totale iiiincitleiiza: piìi singolare, e tutto soiiimato iiispiegabile, fu la sorte del vasto<br />

ed er~idito la\~oro - con edizioiie critica, rivista e corretta sul MuratorilMaffei, dettagliato coniiiieiito<br />

storico-ecoiioiiiico (coii atteiizioiie qiiasi esclusiva all'aspetto fiiiaiiziario) e traduzioiie spagnola<br />

(di B. Arana, su una sua precedeiite versioiie italiana) della TAV - del poligrafo<br />

"barciiioiiciise" Juan Francisco (de) Mastleii, gesuita esule negli Stati della Cliiesa dagli anni settaiita,<br />

ignoto a tutti gli studiosi seguenti, fors'aiiclie per la sua iiisospettabile collocazione all'interiio<br />

di uiia storia tlella civiltà ispaiiica (187).<br />

G.<br />

ne I, il barone Vivaiit Deiion, direttore generale dell'allora iviusée Ceiitral des Arts, de la Moniiaie,<br />

des Médailles etc. (odierno i\iluseo del Louvre), otteiie\fa dall'adiiiiiiistrateur général di ParmalPiacenzalGuastalla<br />

M.-L:É. Moreau de Saiiit-Méry (a sila volta cultore di storia degli stati parmensi<br />

ed artefice del trafugaineiito e trascrizione di noti poclii iiianoscritti ~~eleiati) un secondo 'trasferiiiieiito'<br />

a Parigi delle opere d'arte, aiiticlie e iiioderne. e iiaturalmeiite dei reperti veleiati, la TAXI<br />

e la Les Rtrbrirt iimaiizitutto (188).<br />

Si completava, così. Liiia precisa operazioiie, iniziata iiel iiiarzo dello stesso anno e volta aiiclie<br />

all'acquisto coatto e rapinoso delle aiiticliità pariiieiisi (di cui si aveva a Parigi iiiia coiioscenza<br />

tanto precisa da poter segnare il meglio 'de deus, et trois étoiles' ...), dopo clie il ducato era<br />

caduto I'aiino precedeiite, coi1 varie viceiide, iii inatio frailcese. E Pietro De Lama. clie tlal 1799<br />

reggeva con tanto eiitusiasnio il Museo (i11 cui poi la laiiiilia era stata trasferita dall'Accademia<br />

nel I~iglio 1801), riuscì solo a nascondere a Fraiiqois Raveiiet, iiicaricato del sacclieggio, alcuni<br />

friistoli miiiori tlella TAV (189).<br />

A Parigi, tuttavia, pur iiella prestigiosa coriiice inuseale voluta dal Bonaparte, la TAV giacque<br />

negletta ed abbaiidoiiata iiei suoi undici frainmenti cliiusi in casse nei magazzini del Musée<br />

Central (190): coine tutti gli altri reperti veleiati, per più di uii deceiiiiio riinase coilipletanieiite<br />

diiiienticata etl ignorata dagli studiosi - pure dal celebre Eimio Quirino Visconti, conser\fatore<br />

del Museo delle Statue e professore d'archeologia al Louvre (191) -e dalle stesse autorità governative<br />

e museali (192), iiicredibilniente,<br />

(Friedricli August Wolf, autore iiel 1808 di iiiia iiiforniata e dotta trattazione giuridica sulle<br />

distribiizioni aliineiitarie traiaiiee (193). arriccliita da una coiiiposita edizione 'critica' basata siil<br />

Roiicovieri/Maffei e sul Brotier (194), conosce aiicora la TAV alla 'Gallerie' di Parina (195) ... senza<br />

clie vi sia alcuno clie lo corregga!)<br />

Assegiiato a Maria Luigia d'Absburgo-Loreiia il ducato di Pariiia, Piacenza e Giiastalla, il 9<br />

giugno 1815, anclie i reperti pariiieiisi e veleiati ~~eniiero riveiidicati dai legittiiiii proprietari (196).<br />

Superando una certa opposizioile austriaca (197) e coli l'aiuto dei tempestivi e pazienti uffici del<br />

giaiiseiiista e giacobiiio piaceiitiiio Giuseppe Poggi La Cecilia (198), rappreseiitaiite a Parigi - iii<br />

varie vesti - del diicato fin dall'età iiapoleoiiica, ina da sempre c~iltore e sosteiiitore degli studi<br />

veleiati nella sua patria (l99), si otteiieva la restituzione, pliitroppo non completa, delle opere d'arte<br />

e dei reperti sottratti al ducato (200).<br />

E grazie aiiclie al sacrificio del Cristo ctl sepolcro di B. Scliedoiii, che servi iieli'ottobre 1815<br />

da ... buoii~iscita dei reperti veleiati (201), il 26 febbraio 1816 la TAV ritoriiai,a, congli altri reperti,


a Pariiia, dopo tiii leiito viaggio italico tlurato quattro illesi (202). Ma per qiiasi un aiiiio e mezzo,<br />

la 'inal concia' TAV vi 'giaceva uiiiile s~il paviineiito ... per iiiaiicaiiza di fotitli' (203), nonostante<br />

la generosità ed abnegazione del De Laiiia (204), dal 22 marzo 1816 prefetto del A,luseo Arclieologico.<br />

E solo una provvideiiziale visita del hletternicli, il 5 setteii1bl.e 1817, fece giungere iin cospicuo<br />

aiuto econoniico per riattare 'questo rediice iiioiitiiuento' (205) e restituire pietiaiiiente agli studiosi<br />

e ai viaggiatori tutto l'insieme veleiate (206).<br />

Il De Lama, clie aveva itiutilnietite cercato di trarre iiii facsiiiiile stereotipo dalla TAV 'gettaiido<br />

sopra la laniina staglio' (207). affidò il restauro ai fratelli Aiiioretti (Pietro, in particolare), cui<br />

già si doveva la realizzazione dei caratteri botloiiiaiii. Gli uridici franimeiiti fiiroiio fatti coiiicidere<br />

- secondo la testimonianza del De Laiiia (208) - 'colla sola pressione', coii uiia qualclie difficoltà<br />

lungo le linee di rottura orizzotitali 'percliè la ruggine antica aveiido ingrossata la superficie<br />

delle fratture rendeva piìi difficile il perfetto coii~bacianiento' (209).<br />

di tutte le lettere, sirigolarinc~ite tli qiielle che iiiducevano in qualclie diibbictà, le ripulii senza<br />

scoprire il iiictallo ...' (210). A questa fase si devono forse riferire la trentina di piccoli tasselli,<br />

in particolare delle colomie 111, VI e VII, cui si accennerà piìi in là (e cfr. n. 268), ed il ritocco con<br />

colori ad olio attestato iiei registri contabili del Museo Arclieologico (211).<br />

La TAV, infine, dopo clie i suoi fraiiinienti erano stati iiiseriti in uiia cornice di rovere dorata<br />

(dell'aiitica cornice niariiiorea eraiio superstiti solo poclii framiiieiiti), fu fissata al muro (come<br />

dovette esserlo in origine nella Basilica veleiate) tiella 'caiiiera 111 o galleria' (212) del Miiseo con<br />

sei viti tlorate (dal 1825 spostata dal iiuovo direttore, Micliele Lopez, con gli altri bronzi nella 11<br />

sala (213)).<br />

Senza riuscire a dare la sperata e prevista trattazione coiiiplessiva su Veleia e le sile aiiticliità<br />

(214), il De Lama offriva iiel coiiteinpo la priiiia, vera ed inforinata edizioiie della TAV, tuttora<br />

pregevole, se piir evideiitetiieiite datata (215), così coiiie 'ragguardevole' fu iiidiibbiaineiite I'appena<br />

seguente opera siilla les Rt1br.i~ (216). Segiiendo iin po' lo scliema generale del Muratori (ma<br />

da lui, e da quasi tutti i predecessori, discostaiidosi per la lettura aiitoptica, I'ainpia iiiformazioiie<br />

ed una consuetudine plurieiiiiale col reperto), ncl 1819 (?)pubblicava la Tni>oln nlitrieritrii-in velejnte<br />

deiin Trnjnrici (2 17).<br />

Iii essa, ad ampi capitoli tlescrittivi (218) e particola1.i (219). ancor oggi in parte utili, faceva<br />

seguire una lodevole edizioiie - secondo l'origiiiale (pp. 108-28) e in sciogliniento (pp. 129-54), clie<br />

suscitò tuttavia iion poclie perplessità, specie per le integrazioiii (220) -, arricchita da abboiida~iti<br />

indici oiioinastici e topoiioinastici.<br />

Fii indiibbiaiiieiite uii'opera pioiiieristica per l'epoca, erl un modello nel s~to genere (anclie<br />

se lasciava indeterminato il problema topografico1tol)oiiomastico e non seiiibrava coiiipretidere<br />

a fo~ido le distribuzioni alinieiitarie), clie iiiise in onibra le edizioni precedeiiti (221) e da cui partirono<br />

- almeno fino alla piìi attendibile etliziorie del Borinaiin (cfr. iiifra) - non poclii siutliosi<br />

dell'ottocento. (E. Spaiigciiberg (222) ad esempio, e più tardi G. HSiiel(223). iion si peritarono di<br />

riprodurla, pur coii qualclie scorrettezza, iiitegraliiiente).<br />

I1 successore stesso del De Lama, iiel 1825 (fino al 1847), e già suo apprezzato aiutante dal<br />

18101181 1 (224). Micliele Lopez. si limitò ad accertare la topografia veleiate sul canipo (225), riser-<br />

\rancio la sila scrittura alla critica d'arte (e ad iiiia fitta corrispoiicteiiza coii gli stiidiosi iiostraiii):<br />

i suoi iiitei~~enti siilla TAV furono esclusivanieiite tecnici, e di (iiiigliore) sistemazione del reperto(226).<br />

Al De Lama, iiivece, si riallacciò espressamente Francesco Nicolli, canoiiico di Fioreiizuola<br />

tl'Artla e studioso poliedrico - 'riingrii sirrdii et rliligeritine serl pnrirriz rloctr-irrn irrstriicflrs' (Bor-


NICOLA CRINITI<br />

iiiaiiii) - spccialiiieiite di topoiiiiiiia e topografia locali (227). Spiiito (e fiiiaiiziato) allo stiidio della<br />

TAV - coiiie si è già acceiiiiato - da Giiiseppe Poggi, per iiiediazioiie tlel vicario geiiwale di Piaceiiza<br />

Viiiceiizo Benetletto Bissi [aiicli'egli faiitore tli iin serio studio 'piaceiitiiio', iioii nieraiiieiite<br />

caiiipaiiilistico. del docuiiieiito (228)], lasciò varie opere aiitiquarie piaceiitiiio-pariiieiisi, per lo<br />

piìi iiiaiioscritte (229): e fra di esse è da porsi iiiia lunga e laboriosa disaiiiina autoptica - svolta<br />

tra il 1826 e il 1827 (230) -, che è alla base di altre sue opere (231) e clie aiiticipò iiiolte tielle posteriori<br />

correzioiii all'edizione De Laina e delle iiuo\.e letture della TAV.<br />

Ma era destiiio clie la laiiiiiia iioii avesse uii iiuo\~o editore italiaiio: iiiorto il Nicolli (1835).<br />

tutto il suo vasto e coiiiposito iiiateriale iuaiioscritto eiitrò iiella biblioteca del Bissi, e \'eiiiie affi-<br />

dato atl uii altro canoiiico, Liiigi Maria Cipelli, giovaiie arclieologo ed orieiitalista, clie iioii iie fece<br />

però iiulla (232). e piire ad i111 altro eclettico personaggio, il magistrato e letterato di Busseto Giti-<br />

seppe Vitali. clie iie fu iiivece stimolato.<br />

. . .<br />

iii tre voliiini (234): iiia, pure iii questo caso, noi~ostaiite iiii coiigriio fiiiaiiziaiiieitto del Poggi per<br />

la staiiipa, per iiialattia dell'aiitore veiine piibblicata solo la priiiia (del 22 noveiiibre 1835) di ciiique<br />

vaste Lettere preparatorie (235). seiiipre niercè il geiieroso Bissi, cui del resto eraiio iiitlirizzate,<br />

che se iie fece nel 1842 prefatore ed editore (236).<br />

Dopo aver offerto una aiialisi geiierale del coiiteiiiito ecoiioiiiico e giuridico della TAV (e le<br />

solite divagazioiii sul valore del sesterzio: pp. 29-60), il Vitali riprodiice il testo del De Laiiia seiiza<br />

sciogliiiienti (pp. 61-86) e - sullo sclieiiia nicolliano - elenca le correzioni all'edizione critica (pp.<br />

91-95), i11a pure gli errori più o 111eiio iiiateriali tlella TAV (111'. 96-1 13: a pp. 114-22 corregge seiiza<br />

rispariiiio, su fragili basi, iiiia gran quaiititi di iiiiiiieri). Quest'o/~irs sirigrilnre (Desjardiiis) \'eiiiic<br />

presto diiiienticato, forse iiigiustaiiieiite (il Boriiianii stesso iion lo vide): così conie gli altri, iion<br />

si era alzato oltre lo sclieiiia geiierale e il progetto grandioso, liiiiite cui iioii sfuggì aiiclie uii altro<br />

rilevaiite ed eclettico persoiiaggio il conte Bertiardo Pallastrelli, iiiedie\rista e iiuiiiisiiiatico, I'ulti-<br />

111o dei tlotti piaceiitiiii ad iiiteressarsi es /)r.o/esso della TA\/ (237). senza tuttavia che la cultiira<br />

europea se iie accorgesse o quasi.<br />

I1 Pallastrelli, clie a\,elra acqiiistato iiel 1844 circa la ricca biblioteca del Bissi [in cui eraiio<br />

entrati aiiclie i iiiaiioscritti del Nicolli (238)l. si era piir'egli ciiiiei~tato coli la TAV, lasciaiitlo però<br />

solo dei lavori inaiioscritti di iiii qiialclie valore, già apprezzati ai suoi tenipi, i11 ciii iioii iiianca<br />

l'iis~iale rile\~azioiie degli errori delaiiiiaiii rig~iardo alle stiiiie e ai prestiti (239). Ma iiiill'altro.<br />

La sospirata iiiio\ra edizioiic critica, piìi clie tlal Desjartliiis (cfr. iiifra), sarebbe stata tlata solo beli<br />

piìi tardi (1888). e cial valeiite arclicologo ed epigrafista piiissiaiio Eugeii Boriiiaiiii, forse il iiii-<br />

gliore allievo di Tli. Moiiiiiiseii, per il Cor/)cts Iirscri/~tiorirritl Lntiirrirlirrr iiioiiiiiiseiiiaiio (cfr. 11. 6),<br />

dopo uii'atteiita preparazioiie ed uiia appassioiiata freq~ieiitazioiie dei luoglii iicgli aiiiii settantalottaiita<br />

(240). Aiiteiitico iiioiiiii~ieiito della scienza positi\iistica tedesca, al lavoro del Boriiiaim<br />

si riallacciaroiio tutti gli stiidi e le raccolte dell'ultiiiio secolo, dal Dcssau alla Siiiall\\~ootl (241).<br />

E, iioiiostaiite i liiiiiti clie abbialiio già iiidicato ed iiidicliereiiio [ad esenipio la scoiiioda trascrizioiie<br />

a lettere capitali, seiiza scioglitiieiiti e correzioni, e coli rare iiitegrazioiii, priva di ~iii vero apparato<br />

(242)l. e clie rentloiio auspicabile iiii i~uo\~o, piìi pratico e razioiiale lavoro coinplessivo (che<br />

si spera di dare iii uii prossimo futuro), è l'edizioiie piìi ricca e, pur iiella siiiteticità, aiiclie siil


piaiio tlell'iiiforiiiazioiie generale affidabile nel suo iiisieiiie.<br />

Altrettanta, e maggiore fortuiia, ebbe, iiaturalnieiite, I'~~tilizzazioiie scieiltifica della TAV, alizitutto<br />

per la storia giuridico-econoiiiica del 1/11 secolo d.C., specie dopo la recente scoperta nel<br />

Beneveiitaiio dell'altra bro~izea tnb~lln nlir~ieritnrin traiaiiea dei Ligrrl-es Bnebinr~i, di poco precedente<br />

la veleiate (243), clie riniiovò I'iiiteresse degli studiosi. E la strada, fecoiidissiiiia e tuttora<br />

discnssa. fu tracciata dal foiidaiiieiitale coiitributo del 1844 di Willieliii Heiizeii (244) e riaperta<br />

uii quaraiiteiiiiio dopo (la uii breve, 111a peiietraiite studio di Tlieodor i\"loiiiiiiseii, iii cui si ualorizzava<br />

-per la priiiia volta orgaiiicaiiieiite - l'aspetto foiidiario tlell'età traiaiiea nelle due laniiile<br />

broiizee (245). E, iioii a caso, dallo Heiizeii parti Ernest Desjardins iiel 1854-58 (246). al i\~Ioiiiiiisen<br />

reagì Felis Géorges De Paclitere nel 1909-14 (247), nei due più iinportaiiti studi storico-econoiiiici<br />

sulla TAV del XIX-XX secolo.<br />

lastrelli, in particolare) e conobbe bene alciini dei maiioscritti veleiati più importatiti: coiitava ilifatti<br />

di pubblicare una piìi vasta ed inipegiiativa memoria sulle aiiticliità veleiati (249). All'aiialisi,<br />

meticolosa e iioii seiiipre accettabile, dell'organizzazioiie e della topografia del VeleiatelPiacentii10<br />

(250). e delle distribuzioiii aliiiieiitarie (251), aggiunse in appeiidice alla sua dissertntio ncncler~iicn<br />

una trascrizione a lettere capitali della TAV (p& 111- XXIV e correziotii a pp. XXV-XXVI),<br />

clie - iionostante il luiigo lavoro preliiiiinare s\rolto (252) - 11011 è superiore a quella del De Lariia,<br />

di cui pure si propose di correggere sul bronzo gli errori teriiiiiiologici e toponimici (253).<br />

I1 De Paclitere, iiivece, operò Liria pii1 rigorosa e serrata analisi ecoiioiiiica delle istitiizioiii<br />

alinientarie iii generale e nello specifico veleiate (254). che si distacca iiettaiiiente dalla più cursoria<br />

disainina desjardi~isiaiia: nella TAV scorge l'iiiglobainento e la progressiva concentrazione della<br />

piccola proprietà agraria romana nel latifondo (255). E, nel quadro di un progettato lavoro sulla<br />

politica agraria degli iinperatori soniani (256), offre una ricostruzione ben piìi attenta ed iiiiiovati-<br />

\,a della storia rurale dell'Appennino <strong>piacentino</strong> - clie esplorò capillarnieiite più volte (dal 1907<br />

al 1913, aliiieno) - dalle origini celto-liguri agli inizi del I1 secolo d.C. (257). Tra i saldi e proiiiettenti<br />

filoni di ricerca riproposti su basi scientificlie (la1 valoroso, e preiiiaturanietite scoriiparso,<br />

stiidioso fralicese c'eraiio pure - oltre alla struttura ed organizzazione territoriale veleiate [cFr.<br />

pp. 9 ss. e 24 ss.: clie il Foriiieiiti~ii, aiiclie so più robuste basi topo~ioniasticlie, ha potuto correggere<br />

e completa^.^, 111a iion iiiodificare sostaiizialnieiite (258)l - l'analisi linguistica (p. 6 ss.), clie<br />

tende a risalire dagli aiiticlii noiiii prediali ai toponinii roiiianzi e moderiii (259).<br />

segnalare il lungo e prezioso lavoro iii specie della Petracco Sicardi (260),<br />

Ed è qui tlo\~eroso<br />

clie - distinguendo gli ele~iieiiti latini da quelli di substrato (ligurelceltico, in particolare) e docu-<br />

mentando le anoiiialie del latino 'veleiate' (cfr. infra) - ha ricostriiito iiii atteiidibile, se pur par-<br />

ziale di necessità, quatlro della antica topoiioiiiastica, clie tuttavia attende aiicora uiia coiiipleta<br />

ed orgaiiica verifica sul terreno (261). per ricoiidurre correttamente e plausibilinente i toponinii<br />

attuali anclie alle altre deiioiniiiazioni prediali della zona testiinoniate nella TAV.<br />

Ma qui - e, non ultiino, per lo sforzo, piìi volte tentato, di valorizzazione tiiristica (assai me-<br />

no, ideologica) del Veleiate da parte dell'EPT e del Coiiiune di Piacenza che, Fili dalla 'roniaiia'<br />

«Mostra delle antichità i~elleiati e piacentinen a Piacema nel 1938, portò però aiiclie a restauri<br />

e ricostruzioni 11011 sempre ineccepibili (262) - siaino orinai in età 'storica' (263). I tre ricchi etl<br />

articolati Coiivegni di Studi Veleiati del 1954, 1960 e 1967 (264), iii cui all'epigrafe è stato sempre<br />

riservato uno spazio non indiffereiite, sono del resto patrimoiiio comune, ben noto e presente a<br />

tutti, e sarebbe inutile qui dilungarsi (265).


NICOLA CRINITI<br />

11. DESCRIZIONE GENERALE DEL REPERTO (266)<br />

I1 grande reperto bronzeo -non perlettaniente rettangolare - è formato da sei lamine (circonda-<br />

te da una cornice bronzea, modanata a listelli piani o a sguscio appena accennato, larga cm 5,<br />

fissata con dei chiodi ai bordi esterni, che sono ben visibili nel facsimile 'Bertioli'): le tre superio-<br />

ri misurano cm 56 X 120, 57.5 x 135. 58 X 29; le tre inferiori cm 80 X 128, 80 X 135, 80 X 22.5.<br />

Coniplessivamente. quindi, in altezza si va dai cm 136 del lato sinistro ai cm 138 del lato destro,<br />

in larghezza dai cm 284 del lato superiore ai cni 285.5 del lato inferiore, per una superficie com.<br />

plessiva di ni2 3.9 circa: lo spessore è cm 0.8 [il peso superava le 600 libbre, I kg 200, secondo<br />

le testimonianze coeve (267)l.<br />

Incassata in origine, come si è già detto, nella Basilica veleiate, in una cornice di marmo lu-<br />

nense (di cui, appunto, furono recuperati irt situ alcuni frustoli assieme agli undici grossi Crani-<br />

menti della TAV: non ci sono invece segni di fori per una eventuale inchiodatura alla parete), fu<br />

ricomposta - 'colla sola pressione' (e quindi senza saldatiire testimoniate) - da Pietro Amoretti,<br />

per conto del De Lama: questi - in corrispondenza di piccole lacune prodottesi nel tempo tra<br />

frammento e franimento, e segiialate del resto nelle precedenti edizioni del MaffeilAturatorilCit-<br />

tadino Piacentino e seguenti. e nel facsimile tardosettecentesco 'Bertioli' (268) -parrebbe, presu-<br />

inibilmente, avervi fatto colare del bronzo, poi uniCormato ali'oiiginale, e riiscritto per quanto<br />

fu possibile.<br />

In effetti, nella sua edizione nel 1819, le lacune, in particolare delle colonne 111, VI e VII, risul-<br />

tano colmate per gran parte, così come nella TAV odierna: tali integrazioni, quasi tutte puntual-<br />

mente iiidicate (se pur non giustificate) dal Bormann, ed ignorate apparentemente da tutti gli<br />

studiosi posteriori, sembrano poter essere confermate sia dal fatto che la trentina di tasselli (269)<br />

noli appaiono intaccati dalle ossidazioni, che interessavano - con diverse gradazioni - i bordi<br />

di Crattura e la superficie del testo, e che tuttora rendono verdastri e gianulosi alcuni settori del-


LA TAIfOI,A ALIMENTARIA IfELEIATE 923<br />

l'iscrizione, difficilmente leggibili (in particolare, la parte superiore della coloima II e la parte<br />

ceiitrale delle colonne IV-V); sia da un primo esame paleografico, clie rivela in esse - graffite,<br />

piìi clie iiicise a solco triangolare, come tutte le altre - un ~ LIC~LIS incerto ed approssiniativo (cfr.<br />

e.g. VI1 9 C 5; IV 60: e n. 282) e la mancanza delle sottili linee di guida orizzontali e verticali, che<br />

interessano tutto lo speccliio epigrafico, conlpresi gli spazi tra le colonne di testo e quello della<br />

prnesct-ipfio (e noil risultano solo nella parte anepigrafe della VI1 coloima).<br />

Restiamo, tuttavia, aricora nel campo delle ipotesi, per quanto forse plausibili, visto il silen-<br />

zio ufficiale del De Lania al riguardo (clie accenna, in effetti, solo all'antico intervento correttivo<br />

delle iinpcrfezioni di fusione: cfr. n. 269): sarebbe, certo, assai utile, quanto ora come ora pratica-<br />

niente iiiipossibile, iiii esame iiietallografico della lainina, per appurare non tanto la genuinità<br />

del reperto [clie appare indiscutibile, salve isolate posizioni settecentesclie, di cui si è già detto),<br />

quanto se i tasselli siano superficiali o non, e se siano Forniati dalla stessa lega, e se questa sia<br />

di contemporanei e la stessa proposta d'attribuzione del Borniann di CIL XI 1148 ad essa, in un<br />

primo momento (270): anche i numerosi framnienti broiizei raccolti tra il 1760 e il 1764 a Veleia<br />

[CIL XI 1149 ss. (271)l sembrano appartenere ad altre iscrizioni alinientarie, senza però che si pos-<br />

sa dire con certezza - 111a cfr. infra a 4.A - se precedenti o seguenti la TAV.<br />

Possiamo infine supporre che la TAV, come ogni altro documento e registro fondiario di cor-<br />

rente consultazione, fosse poi - contestualmente o meno - accompagnata da singoli cliirografi,<br />

poco comodi tuttavia e destinati facilmente alla distruzione. Se poi ci fosse una seconda iscrizione,<br />

clie non tanto elencasse i nomi dei piieri etpuellne nlinzer~tarii, vagheggiata da alcuni studiosi<br />

sette-ottocenteschi (272). quanto espriinesse su pietra, come altrove, la gratitudine dei beneficati<br />

(273), noil è testin~oiiiato, nè ci è dato sapere: e, per il priino caso, pare improbabile agli studiosi<br />

moderni.<br />

Il testo, coiiie si è già accennato, è forinato cla due blocchi di obbligazioni, del 991101 e 10711 14<br />

d.C.: il piìi antico - VI1 31-60 = obbl. 47O-51 -è trascritto in appendice al testo principale delle<br />

posteriori 46 obbligazio~ii (A 1-3 e I-VI1 30). La prnescriptio della seconda istituzione della TAV,<br />

a mo' di titolo, è iinpaginata su tre righe centrate nello specchio epigrafico superiore, rispettivamente<br />

luiiglie cin 280, 277 e 11 1 (occupa, iii quest'ultinio caso, solo la parte ceiitrale dello spazio<br />

disponibile): le lettere sono altc cm 4.2 nella r. I, cin 3 nella I1 e cm 2.3 nella 111 (contro cin 0.7,<br />

media, delle lettere delle sette colonne sottostanti, oscillanti tra cm 0.5 per le più piccole in fine<br />

riga (274) C 0.911.1 per le litferne lorzgne).<br />

Il testo degli atti ipotecarii è invece distribuito in sette colonne sottostanti di varie niisiire:<br />

col. I : alt. cm 122.7 l largti. cm 36.5 (e 103 righe di testo)<br />

col. I1 : alt. cin 124.7 1 largli. cni 36.5 (e 104 righe di testo)<br />

col. TI1 : alt. cm 122 1 largli. cm 36.5 (e 101 righe di testo)<br />

col. IV : alt. cm 121.8 1 largli. cni 36.5 (e 101 righe tli testo)<br />

col. V : alt. cm 121.6 1 largli. cin 36.5 (e 101 riglie di testo)<br />

col. VI : alt. cm 121.6 1 largh. cm 36 (e I01 righe di testo)<br />

col. VI1 : alt. cm 75.5 1 largh. cm 33 (e 60 riglie di testo nella parte superiore).


NICOLA CRINITI<br />

È plaiisibile clie più lapicidi locali -viste le dimensioiii tlella TA\J, le cili sei laniirie, di diuer-<br />

sa composizioiie e durezza, furono indubbiameiite utiite iii clifferciiti nioiiieiiti, priiiia della lavo-<br />

razione - abbiano curato l'incisione di quasi 40.000 caratteri: questo parrebbe particolarmente<br />

attestato nella col. 111, dove esclusi\.ameiite sono rilevabili anoinalie niorfologiclie intestimoniate<br />

altrove (cfr. irifra). L'iiitlustria inetallurgica, d'altro canto, è attività artigianale attestata a Veleia.<br />

e forse fin dall'età preroniaiia (275): non ne abbiamo, tuttavia, testimoniarize archeologiclie, quali<br />

resti di fonderie, scorie di fusioni, etc.<br />

Lettere coli forme e dimeiisioiii diverse o irregolari, e particolarità ricorreliti, coi1 frequenze<br />

variate tra coloiina e coloima, soiio evidenti: sul margine destro si nota qualclie uso di iiessi (cfr.<br />

infra) e troncamenti (e riduzioiii delle diiiieiisioiii delle iiltinie lettere), anche se di noriiia è atte-<br />

stato il tradizioiiaie a capo (piìi o iiieno, graniiiiaticalmeiite, corretto). In ogni caso, la largliezza<br />

delle lettere muta - per liiotivi anche, ma noii esclusi\,aniente, d'inipaginazione - da uiia riga<br />

Ognuiia delle 51 obbligazioni del testo costitiiisce un blocco a sè iiell'inipaginaziorie del testo:<br />

a siiiistra di ogni coloiiiia, la rientranza del margine del testo rispetto al prenomeliniziale del no-<br />

me dell'obbligante distingue le differenti e susseguenti ipoteche (e cfr. infra): alla fine della niag-<br />

gioranza di esse il lapicida fa piinto, andando a capo, e lasciando a volte un iion indifferetite spazio<br />

atiepigrafe (276). È da iiotare clie a VI1 50 il lapicida Iia -quasi per inerzia ripetitiva -interrotto<br />

il testo deli'obbligazioiie 49O e a VI1 51 lia messo in rilievo - fuori linea, a sinistra - le prime<br />

lettere della sua continiiazioiie, coine se fosse una 111io\~a obbligaziotie, quale invece noti è [coritra<br />

Bormann, ritengo a torto (277)l.<br />

Il testo è complessivaiiiente bei1 leggibile, con qualclie diflicoltà non tanto sulle linee di frattura,<br />

quanto là dove I'ossidazione verdastra, di cui si è già detto, non permette (li distinguere i<br />

particolari (segni di interpuiizioiie, lineole soprastanti i iiiinieri e le lettere). Le lettere delle sette<br />

colonne, incise a solco triaiigolare approssimativo in iiiodo pressochè costante ed uniforine su<br />

binario, non sempre paiono curate e regolari (278), anclie per la diversa durezza del materiale,<br />

con iion itifreqiienti e tipici effetti di maiio libera (una certa inclinazione delle lettere, e.g.): più<br />

studiata e profoiida I'incisioiie della pt.nescr.iptio. a lettere capitali uniformi, clie tuttavia paiono<br />

ancli'esse attuate senza strumenti di precisione. Rari solio i casi di lettere tracciate irregolariileiite<br />

e collocate fuori delle linee di guida (cfr. I 14, 48, 93): a I11 16, 18, 20 sono iti corrispondenza I<br />

dei tasselli aggiunti, su cui non c'è alcuna traccia di linee di guida orizzontali.<br />

Nelle sette coloiine sono in particolare caratteristiclie le differenze tra A e 114, capitali tiella<br />

IV colonna, piìi cursorie nelle altre: notevoli appaiono anclie la I~semicoiisonantica, con asta dia.<br />

gonale sinistra nettamente alluiigata ad arco (nella col. 111: e cfr.. per uii eseiiipio inferiore sinistro,<br />

IV 72). e la Q coli liingo proluiigamerito decorativo, sottostante piìi lettere (cfr. e.g. VI 4, 20,<br />

42 (con teiitativo di erasione?) e VI1 35). a rronte delle prevalenti forme più regolari: curiosa anclie<br />

la G cetligliata della V colonria, rr. 70-80 (279).<br />

Le litterne lorlgne, caratteristiclie dal I secolo d.C., soiio presenti in tutte le sette colonne in<br />

almeno 463 casi (280), per qiiasi 213 in posizioiie iniziale (ben poclie. 38, in posizione filiale). Metà<br />

sono I(234, di cui 2 numerali): in iiiinor numero L (59, di cui 23 numerali), T (41), S (30), C (21:<br />

nessuii numerale), P (21). F (20); non seinbraiio testimoniati E, A7, X, l', Z. L'uso è irregolare, noil<br />

sempre dovuto a desiderio di risparriiiare spazio, forse più a motivi decorativi, ma si possono ricavare<br />

alcune costanti: anzitutto sono alluiigate le lettere iniziali dei prnerlonlirln (raraineiite<br />

dei rloil~inn) clei contraeiiti il prestito, salvo sette casi in cui si riscontra un'altezza regolare:


LA TAVOLA ALIII~EA'TARIA VELEIATE 925<br />

so obbl. (I 64), So obbl. (I1 l), 13' obbl. (I1 36), 25O obbl. (IV 83), 27' obbl. (I\/ 101), 32' obbl. (\I<br />

101). 50' obbl. (VI1 54). È inoltre da segnalare 1'1 lorrgn prevaleiite in IN e ITEi14 e nella desinenza<br />

-1.5 dell'ablativo plurale; in posizione intermedia è più frequente I'allunganie~ito solo per R e T:<br />

per L numerale le testimonianze sono equaniente divise tra forme allungate e nonnali.<br />

Come per le litterne lor7gne, anclie la (scarsa) presenza di npices e sicilici si deve attribuire più<br />

ad uso grafico - occasionale? - clie a notazione foneniatica vera e propria: in effetti, nella dozzi-<br />

na d'esempi di czpices (213 interessanti ablativi plurali il1 -iS) e iiei tre sicilici riscontrati, sarebbe<br />

assai difficile vedere testimoniata - data oltretutto le loro estrema rarefazione nel testo - da<br />

distribuiti con più abbondanza nelle colonne I11 -1V-V, in minor misura nelle VI-VII, e risultano<br />

scarsissinii nelle priine due (iiiesistenti, cosi come le litterne longne , nella pmescriptio): interessano<br />

per almeno i 213 la desinenza -ViM [cfr. all'inizio di riga in VI 58: e sG12112is a I11 47; IV 61, 80, 98;<br />

V 96 (282)l. In quattro casi - 152; 111 78; V 34; VI 75 - coinvolgono anche litterae longne: in un<br />

caso - V 34 - la lettera finale e quella iniziale della parola seguente (debef~~). Tre lettere in<br />

legatura si hanno, i11 finale, solo in f1%(11111) di V 61 e VI1 26, e in cessertzdi VI 75.<br />

Sbarrette orizzontali sui numeri cardinali indicano, com'era tradizionale, le migliaia (inancaiio<br />

chiaramente solo a 1 18 e 71; V 48 e 60; VI 83): per 1000 è usato di norma - salvo che iii I1<br />

17; I11 62; IV 35, 100 - la forma 'calcidica'; per 2000 11 (salvo che in V 97 e VI 101, in cui è reso<br />

con due segni 'calcidici' affiancati); per 5000 -cfr. VI 1 e 90 -è usato il segno grafico, e non il più<br />

comune V. La sbarretta orizzontale che si riscontra su N = n(tr~iz~rtcts) appare moltiplicativa solo<br />

in quei casi (cfr. e.g. VI 29) in cui il numero precedente non sia sorinontato dalla lineola indicante<br />

le migliaia (ina non altrove: cfr., cosi, I 18, 71; V 48, 60; VI 83): per lo più, tuttavia, è - se noli<br />

superflua, ad esempio a IV 89 - certo decorativa, cosi come appare eiicorniastica N a I\/ 60 e 76<br />

e VI 2 e 37, in cui è abbreviazione di rz(ostro), riferito ad irizp(erntore).<br />

Le centinaia di migliaia sono regolarmente espresse - in I1 38; I11 53; VI 77 - per mezzo delle<br />

tre sbarrette, due verticali ed uiia orizzontale superiore, che incorniciano il numero (283). La più<br />

rara, ed antica, sbarretta orizzontale attraversa invece, a metà lettera, D, distinguendo così il cardinale<br />

500 dal segno alfabetico, e 11 + S (I + S nella seconda parte della TAV, in prevalenza),<br />

nella rappresentazione del sestertius. I1 qtrir?crrns, infine, è indicato con la caratteristica e decorativa<br />

impaginazione dei segni di cinque iirzcine (ondulati il1 A 3, inclinati in VI1 36).<br />

Presente e diffusa l'interpunzione puiitiforine nelle sette colonne di testo (qualche dubbio resta,<br />

e qualche fraintendimento è possibile, a causa della forte ossidazione, tiella parte superiore<br />

della I1 colonna e in quella mediana delle colonne IV-V), regolare anclie dopo parole abbreviate<br />

e i prne,zon2irin (non HS), qualche volta testimoniata nella inedesima parola tra radicale e suffisso<br />

(cfr. e.g. I 14, 24, 94: e si veda a VI 72 I/OCABVLIS.QVE), mancante invece in fine riga e tra preposizione<br />

ed aggettivo geo-toponomastico (284).<br />

In relazione ad una più fitta o più rada impaginazioue, quando non nieranieiite decorativo,<br />

parrebbe piuttosto iniputabile I'inseriniento di puliti, che dividono parti di uno stesso iiumero<br />

(cfr. e.g. I11 88; IV 99; V 5; VI 29.76-77) o, iminotivatamente, uiia medesima parola (cfr. ad esempio<br />

I 10. 32; I1 32, 38 (bis), 87; 111 28; IV 60 (con tentativo di erasione?); V 11; VI1 35: e CAA4.PV.M<br />

a VI 84).


926 NICOLA CRINITI<br />

Nella prnescriptio i caratteristici e variamente orientati punti separativi a flyir2g bircl, incisi<br />

con maiio più leggera, soiio usati regoiariiiente: significati\raiiieiite sostituiti in scala superiore,<br />

a A 1 e 2, da due Iie(leraz, clie deliinitano la titolatiira ufficiale dell'imperatore; ad A 3 da clue gliir-<br />

laiitle a viticci, attraversate tla iin ramo di palma, che raccliiudoiio gli estreiiii dell'ipoteca.<br />

Valore ancor più spiccatanierite decorativo lianiio - come poi sarà usiiale dall'età traiaiiea<br />

- le piccole heclerae incise a sinistra della I coloiina, all'altezza della r. 30 e tra la 111 e la IV coloii-<br />

na, all'altezza della r. 18 (più solenni, invece, appaiono le ederine a VI 39 e 78, laddove cliiiidoiio<br />

le obbligazioni 38O e 43") e la -finora ignota - palinetta tra la IV e la 11 colonna, all'altezza delle<br />

rr. 21-22 (285).<br />

D.<br />

- certo per letturaldettatiira errata dell'origiiiale - la trascrizioiie ertr-n orclii~eiii degli eleiiienti<br />

costitueiiti l'oggetto dell'ipoteca in I11 35,92; 111 76; VI1 46-47): il centinaio, e più, di errores fnbri-<br />

les riscoiitrabili (286) soli beli poca cosa se riportati ai 40.000 (+)caratteri incisi ed alla qiiaiitità<br />

di elementi orioinastici, toponomastici e tecnici clie soiio riportati nelle tre riglie della prciescriy-<br />

tio e nelle 671 righe di testo (e cfr. 11. 311).<br />

Oltretutto, coiiie si è ben osservato (287). gli errori si aniiiiassaiio iii zone precise della laiiii-<br />

iia, tali da far sospettare la stancliezza, più che la tlistrazione proluiigata o I'inconipetenza (eoiiie<br />

per tiitta la V coloima, la più scorretta, o la 111, costellata di desiiieiize irregolari) dell'incisore:<br />

finali iielle coloime I, rr. 80-97; 11, rr. 83-104; 111, rr. 60-99; VI, rr. 81-88; e centrali iielle coloniie<br />

IV, rr. 44-48; VI, rr. 40-50; 1711, rr. 39-49.<br />

Tipologica~neiite possiaino rilevare oiiiissioni di parole, di lettere (iii iiiaggioranza fiiiali), del-<br />

le sbarrette orizzontali che segnalaiio le migliaia (cfr. siipra): e iiiseriiiiento di lettere e di parole<br />

superflue, o piire ripetizioiie di sillabe (cfr. VI 40-41; VI1 39-40), in fine rigaliiiizi riga segiieiite.<br />

Noli rari gli scambi tli lettere (più frequenti I per E ed E per I): nei casi di scaiiibio I/T, I/E, I/L,<br />

L/E si è anche pensato - forse noli a torto - ad una incisione parziale ecl incompleta della lettera.<br />

Così coiiie, e specie iielle prime due coloniie (cfr. I 14, 17,18,39,41, 88; I1 24, 51 (bis): e I11 63;<br />

V 91; VI 67). I'iiicisore - dopo aver tracciato il piede e i tratti orizzontali ed obliqiii (iiia cfr. e.g.,<br />

iii A l, TU per 117) - parve tralasciare, lo notava beiie già il De Lania, l'iiicisioiie, iii tntto o iii<br />

parte, del segno verticale, per la I in particolare (288).<br />

Errori di coiicordatiza, che iioii si sa bene se attribuire all'esteiisore o all'iiicisore del testo<br />

(O al iiiediatore tra i due, se ci fu), e clie - iii ogni caso - testinioniaiio forse iiii progressivo allen-<br />

tarsi tlelle nornie niorfo-sintattiche relative (riflesso della liiigua parlata), soiio infine riscoiitrabi-<br />

li un po' dappertutto, anche se iii misura noli rilevante (289). Di genere (I 97; 11 23; 11 94), tli nuiiiero<br />

(iioinilproiiomil~~erbi: una decina di esempi), di caso (un esempio di accusativo per ablativo (VI<br />

30). una serie di ablatiui per accusativi (I11 15,81; VI 85-86): e cfr. le anomalie di concordaiiza dei<br />

toponinii citati a 11 6; 111 27-28-29, 37, 60, 64, 66, 70-71, 72, 85, 93; V 85; VI 85, 86; e per i snltirs<br />

pr~ierlinqiie di VI 65-71 [e cfr. 1111. 312, 315, 5311).<br />

Una qiialclie cotisape~~olezza dell'incisore, o almeno uiia miniiiia atteiizioiie e forse revisioiie<br />

dei conimitteiiti (o di chi per essi), è riscontrabile iiei rari tentativi di correzioiie - che ci è dato<br />

riscontrare - di errori (a I1 77, 80; IV 60 (?); VI1 9) o di sproporzioiiate iiicisioiii (VI 42; e cfr. il<br />

caso già citato di VI1 9): e nelle altrettanto rare lettere aggiiinte superioriiieiite a I1 80; I11 55; 1111<br />

21. Noii iiiolto di più, purtroppo, è possibile dire, coine ho già segiialato, per I'iinperfetta cotiser-


LA TAVOLA ALIIMEA'TARIA VELEIATE 92 7<br />

\razione di alcune parti della lamina: ma ritengo l'esemplificazione data sufficiente e sigiiificativa<br />

aiiclie conie spia del medio livello culturale del Veleiate.<br />

La TAV, per il suo leganie topografico con Veleia e i territori circostanti (Piacenza, Painia, Lucca,<br />

Libnrrm), Iia offerto molte indicazioni d'interesse locale, anclie sul piano lingiiistico (290): e si presenta<br />

conle uno dei testirtzorrin piìi notevoli della complessa roiiianizzazione della Padania rneridionale<br />

e dell'Appe~inino ligure-tosco-eiiiiliaiio, a fronte della tenace continuità dell'elernento<br />

indigeno. La morfologia e la terininologia giuridica - striitturatc in modo iipetitivo e rigido [si<br />

badi, ad esempio, al caratteristico sintagiiia 'nccil~ere rlebet/deberzt ... et oblignre' (291)l- offrono<br />

ben scarse possibilità di analisi. Per contro il dato toponomastico (ed oiiomastico) rivela - senza<br />

ligure; *drriros- è teiiia celtico per indicare insediamento o fortezza; -r?zel(l)o- è tema iiiediterraneo<br />

per indicare altura o colle (292) (e cfr. in dettaglio infra, V.B).<br />

La latinizzazioiie iiella zona fu, beninteso, indubbiamente prepoiideraiite, nia non si era ancora<br />

afferiiiata pienamente ai prinii del I1 secolo d.C. siille lingue prelatine degli indigeiii, proprio<br />

per la coiises\~atività del territorio veleiate, tutto sommato iiiontano ed appartato.<br />

Iii effetti, in questa sorta di registro parziale del censo, I'obligntio (cfr. n. 397) è strutturata<br />

- seconclo i classici inoiiienti della descriptio ed nesiiiizcltio - in inodo tale da presentare il iiome<br />

del proprietario dichiaraiitelcoiitraeiite il prestito e dell'eventuale intermediariolprocuratore iiicaricato<br />

della dichiarazione (parenti ed aiiiici, ma soprattittto liberti o schiavi (cfr. n. 335), piì~<br />

d'uno se si trattava di grandi proprietà, come a V 55 ss.), la stima delle proprietà date in pegno<br />

(etl eventuali ipoteche o gravaiiii aiitecetleiiti), la soniina corrisposta in prestito dall'aniniinistrazione<br />

per conto dell'iniperatore e i nomi di almeno due proprietari di fondi confinanti [come richiedeva<br />

la legge (293)l. La parte offerta in garatizia doveva essere caratterizzata in modo esauriente<br />

e coiiipleto. sia oiiomasticanieiite (~~ocnbrrlrrr~z fitrirli: cfr. VI 61, e infra), sia tipologicamente (parte<br />

o intero; coltivato, pascolo, pertiiieiize eventiiali, clie potessero accrescerne il valore venale), sia<br />

topograficainente [nel pngrrs, o distretto, e - se era il caso - in iiii suo ambito più particolare,<br />

il ~>ictts (cfr. iiifra)]. E proprio parteiido da questa molteplicità (li dati, conie si è già acceniiato<br />

e si dirà riieglio piìt iii là, si è potuto giiiiigere ad itiia ideiitificazioiie più attendibile, ma pus sempre<br />

parziale, delle deiiominazioni prediali offerte dalla TAV, specie per i toponiini caratterizzati<br />

- iii misura, tuttavia, no11 così rilevailte, coiiie si è a ~'olte affermato - da accertato iiifliisso ligure<br />

(294) [co~itro~~erse, spesso, l'attribuzione, la reale consistenza e l'attuale 'collocazione' di altri<br />

etimi prelatini (295)l.<br />

Già l'esame foiietico generale (296) seiiibra coiiferiiiare (specie iiei topoiiiiiii) una certa tleviazione<br />

dalla coiisolidata tratlizione latina, per motivi diversi dall'error. fnbrilis. Così, avvaleiidosi<br />

pure della significativa testinioniaiiza rel>itbblicana offerta dalla Tavola broiizea di Polcevera [cd.<br />

Serzterztin 1\4i,i~rciorrrrit (297)1, si è potuto rilevare - tialla freq~ieiiza delle vocali nelle basi o parti<br />

radicali riteiiitte estranee alla liiigtia latiiia - il Forte arretraiiiento di O a V (quest'ultima, così<br />

coiiie I(298). aiiclie in fuiizioiie consoiiaiitica), oscillazioiii di titiibro (alteriianza E/I, HO, 0/1f (299),<br />

conservazioiie di dittoiiglii (-AE-, -AI7-, -El"), tiioiiottoiigazione del dittongo -AV- > -O- (parziale<br />

[>-OV-] iii altri casi), seiiiplificazione -A- ; -10- > -I- ; -A0- > -IO-: dove,<br />

tuttavia, potrebbe essere stato influente - coine per le siiicogi - aiiclie il fatto grafico (300)l.


NICOLA CRINITI<br />

Attra\rerso, invece, il rilet~aiueiito della frequenza delle singolc consoriariti nei toporiiiiii riteiiiiti<br />

estranei alla lingiia latina, si sono riscontrate (301) oltre a comiini ricorrenze tlelle occlusive<br />

(la sorda T e la sonora B in 44 casi, e.g.) e, ancor piìi, delle costrittive [in specie delle liquide<br />

R e L, rispettivaiiieiite 52 e 43 casi (302)l- una dozzina tli nessi consoiiaiitici a due lettere [con<br />

rnassiiiia freqiiciiza, piìi di una decina tli casi. per -TR- (303)l e cinque a tre lettere (cfr. il cogriolrieir<br />

grecaiiico Apllrorrrs).<br />

Non irrilevaiite, poi, appare l'alternanza - frequente nelle iscrizioni latine - tra consonailti<br />

seriiplici e geiiiinate (304) [il caso piìi caratteristico è il costante irr I/eleinfe (305) a froiite tli pngcts<br />

I~elleitrs - I11 21, 73; IV 63; VI 20; VI1 39 - e ftrnd~rs i/elleinrrtrs - VI 13, 96; VI1 10 - (306)l e<br />

tra assiiiiilazionelnon assimilazione di nasali + consonanti (per il gruppo -ND- (307), in particolare).<br />

Iii vocaboli di origine latina, iiifine, sono segnalati casi di alternanza tra sorcle e sonore (-B-l<br />

-P- ; -C- I -G - ; -T- I - D-), fatto tiittavia forse piìi propriariielite grafico che fonetico (308): o ipercorrettisino?<br />

iin qualche allentamento, se noii evolu~io~ie. delle norme siiitatticlie classiche. In linea generale si<br />

può affermare che i topo~iimi (cliè a questi, priiicil>aInieiite, qui si accenna) sono caratterizzati dal<br />

tipico suffisso prediale -nntrs-, clie rimanda al gentilizio dei proprietari: uscite aiioiiiale, quindi, rispetto<br />

alla inorfosiiitassi latina delle deiioiiiiiiazioni prediali e delle loro annessioni, sono consitlerate<br />

dagli stiitliosi quelle non concortlate con f~rridrlni//~rndos, snlttrs etc. e spiegate, via via, con I'ellissi<br />

(parziale) di denoniiriazioiii prediali o con la sincope delle stesse (cfr., così, n. 312), con complementi<br />

di denominazione, con locativi cristallizzati [cfr. VI 69-70: e ibiderii, si vedaiio gli ablativi plurali<br />

in funzione locativa (309)l.<br />

Indubbiamente, in ogni caso, è testimoniata - almeno nella 111 colonna -la conser\~atività di<br />

fondo (etnica, oltre clie linguistica) dell'appartata zona appenninica veleiate (310). Senza tiittavia<br />

voler trascurarelaconcreta possibilitàclie si tratti diermresfnbriles, vuoi per distrazionemateriale<br />

dell'incisore di fronte a 1111 testo tanto ripetitivoe a volte difficile da trascrivere (come già sosteiinero<br />

qiiasi un secolo fa il Gatti ed 1111 quarantennio dopo il De Paclitere), vuoi per la trasformazione<br />

della natura del bene iondiario, avxrentita dopo la sua registrazione catastale [come opportunamente,<br />

e recentemente, lianiio ribadito la Petracco Sicardi, in varie sedi, e il Luraschi (311)l.<br />

Alle anomalie di concordanze del genere (cfr. gli accusativi del pronome relativo (3 12), e.g.), del<br />

1iii1iiero(313)eclelcaso(3 14)(coii tipici, ed assai discussi, esempi toponoiiiastici(315), clie sembrano<br />

anclie qui risalire a meccaniche e soniniarie trascrizioni di iiiiità catastali, tratte da registrazioni<br />

censuali, precedenti e diverse, ormai superate: si aggiungano i f~r,zdi e snlius all'ablati\ro - locativo?<br />

- invece clie al iiorinale accusativo), si è del resto già accennato sopra.<br />

Voglio qui solo aggiutigere - a proposito delle forme ablati\rali - l'irregolare alternanza tra<br />

-E e -1della desinenza singolare negli aggettivi toponiniici con siiffisso -eiisis, caratteristico del latiiio<br />

tarclo[iiiiattentoesame autoptico ha permesso di scartare l'ipotesiche -1risulti da una i~icisione<br />

parziale della lettera -E (3 16)] e - in nonii coli tema -0- (3 17) -la mancanza di raddoppianiento\~ocalico<br />

nel plurale (laddove noii è infrequente che la I sia longn, in qiialclie caso soriiiontata dall'npes).<br />

Si notino, infine, tra gli avverbi l'uso di itern (mai abbreviato, e con frequenti 1 lo~~gne, piìi raramente<br />

con T lotrgne), che introduce normalmeiite la tlicliiarazione completa di un bene o I'eleiico<br />

in dettaglio di un complesso di proprietà; tra le preposizioni, l'uso variabile ed arbitrario di crrrlz<br />

[= et? (318)], in dipendenza da ftr~rdrrs/snltirs. e di pro, clie identifica - col significato di 'in proporzioiie<br />

a,..' - il numero delle parti ipotecate di alcuni fondi (con eccezione di I1 83-84; V 4-5; VI1 4);<br />

tra le coiigiiinzioni, il regolare uso di et nell'introdurre l'ipoteca (ob1ignr.e) e nella stretta connessione<br />

con i nonii dei confinanti (319).


111. IL QUADRO SOCIO-ECONOMICO SOTTESO ALLA TABULA VELEIATE<br />

Gli abitanti di Veleia e dei vasti clintorni colliiiari-nioiitagnosi (320) dovettero appartenere al cep-<br />

po ligure (321), che popolò stabilmente la zoiia - attorno ad un mercato, secoiido alcuiii - nella<br />

secoiida età del ferro: più tardi subeiitrarorto - coi1 lenta espulsioiie dei Liguri sulle zone colliiiari-<br />

montagnose - non iiiargiiiali ilifiltrazioni galliclie luiigo le valli (ben testimoiiiate, ad esempio,<br />

dalla presenza prevalente di toponiini celtici eli pianiira in -ago).<br />

Come Iio già iiidicato (cfr. siipra) quest'evoluzioiie della {cicies veleiate è confer~iiata dalla liiiguistica<br />

- specie per la tenace e stratificata presenza del ligtire, e più siiperficiale, del celtico:<br />

fino alla progressi\^^, solo rallentata dai Liguri, ma defiiiitiva occupazione roniaiia nel I1 secolo a.C.<br />

Velcia, ciilitns foederntn, clovette essere eretta a coloiiia di diritto latiilo ne11'89 a.C. per la cd.<br />

les Poriipein (le Trcitrspnclntlis e rtiiiiiicipi~irrz, coli I'estensio~ie della cittaclinanza romana, nel 49<br />

a.C.: la iiiiitevole e fluida realtà tribale dei Ifeleintes (che già avevano, tradizionalmente, significativi<br />

iiioinenti di aggregazione econoinico-politica iiei coi~cilinb~tl~i e nei vici) trovava così, in tarda<br />

età repubblicana, strutture ed organizzazioni permanenti, iiell'urbanizzazioiie del proprio oppidilnr,<br />

forse capitale sinecistica (322). Pur gravitando sempre verso l'area ligure, stringeva in effetti<br />

legami intensi con Piacenza e Parina - cui erano stati sottratti, con Lucca, territori per il nuovo<br />

municipio veleiate - dal primo secolo dell'i~iipero.<br />

La res piiblicn I~eleicttiirtil (323) fu iscritta - unica delle città emiliane (Parma era iscritta alla<br />

tribì~ Pollia, Brescello all'Arnense, Piaceiiza alla Voturia) - alla tribù Galcria (324), coine Luni,<br />

Geiiova e Pisa (Lucca era iscritta alla Fabia), ed inserita poi nell'VIII Regio (325) [nota coine Aetrzi-<br />

/in forse solo dalla fine clel I secolo d.C. (326)l. Grosso rrzodo Veleia fiori iiell'età giulio-claudia,<br />

come gli scavi arclieologici -che lianiio anche messo in luce l'urbanistica terrazzata, almeno cinque<br />

fasi edilizie urbane e la rete fogniaria - hanno splendidameilte confermato: ed all'età augiistea,<br />

infatti, risalgono numerosi proprietari originari di fiitrdi della TAV (frequentemente, come<br />

si vedrà, non piì~ in mano dei loro discendenti).


930 NICOLA CRINITI<br />

Molte altre questioni di Veleia sono oggi discusse, dalla sua funzione di nodo stradale tra la<br />

Padania iiieridionale e il litorale tirrenico, tutto somniato iiiodesta e secoiidaria (visto clie le grandi<br />

vine - anzitutto IAeirzilin, cui era collegata da due tracciati niiiiori verso Piacenza, lungo la<br />

valle del Riglio, e verso Fioreiizuola, lungo la valle del Chero (327) - passavano ben lontano), o<br />

di centro termale/terapeutico [in fondo, iion sarà un caso clie nella prima età flavia il primatista<br />

di loiigevità dell'epoca. 150 aiiiii!, fosse il veleiate A.1. Mttciirs Felis (328) ... l. Ma è questo i111 ambito<br />

non Facile da connotare iii poclie riglie, quasi quanto la 'misteriosa' fine di Veleia per tlissesto<br />

idrogeologico ilti timi indizi soiio delle inoliete del V secolo) e la distribuzione della sua vasta cir-<br />

coscrizione tra Piacenza e Parma, tanto dibattiiti iiell'otto-no~recento (329): e in questo specifico<br />

contesto praticamente irrilevante.<br />

Il liinitato territorio urbano Iia la forma di un quadrilatero di ni 200 X 200 circa: il Foro,<br />

costruito secondo gli scliemi \ritruviani, è cliiuso al traffico veicolare, e sembra quasi il peristilio<br />

per cosi dire, la parte rnonunientale e piìi ricca, indubbiamente iiieglio struttiirata: e, nell'iiisieme,<br />

si rileva - anclie attraverso l'analisi cultuale - una romaiiizzazione diffusa sia nel ceiitro<br />

residenziale, sia nelle colliiie circostanti, clie doveva la sua fortuna certo anclie a consistenti pro\,videiize<br />

politiche (clie, indirettainente, la TAV senibrerebbe coiiferiiiare).<br />

Nel centro cittadino, in defiiiiti~ra, i residenti dove\rario essere -con tutta l'opinabilità di questi<br />

calcoli - iin migliaio, o noii molto di più: cosi, nel vasto territorio suburbano collina1.e-nioiitagiioso<br />

[forse distribuito viritaiiaiiiente (330)], clie si è ipotizzato arri\.asse a 100011200 km2, gli abitaiiti,<br />

contadini per lo più, dovevano essere in misura noti superiore di dieci/venti volte al centro urbano,<br />

in ogni caso iion oltre 5/10 per km2 (331). Veleia, quindi, pare ri\lelare una densità inferiore<br />

a qiiella media dell'Italia setteiitrionale romana (che tiittavia è calcolata anche sulla pianura): quest'iildubbio<br />

iinpoveriinento demografico (332) era dovuto sia a progressivo spopolaniento di questo<br />

ed altri territori italici a favore dei piìi grandi e fiorenti centri di pianura, sia alla inassiccia<br />

utilizzazione di maiiodopera schiavile (e, iion ~iltinio, alla diffusa limitazione delle nascite), clie<br />

dovette creare gravi preoccupazioiii proprio a Traiano (sul piano niilitare, anzitiitto (cfr. infra 4.<br />

C): la scomparsa di Veleiati delle legioni del I secolo iioii è senza sigriificato).<br />

Si può anclie aggiiingere, pure qui con tutta la pr~idenza e I'arbitrarietà del caso (333), clie<br />

iii età traianea - in i111 doc~iiiieiito peculiare coiiie la TAV (ma altre conferine, più sparse, si trovaiio<br />

nel piccolo corpiis epigrafico veleiate, CIL XI 1143 ss.) - oltre a nuiiierosi persoiiaggi [2/3 circa<br />

(334)l che posseggono, già solo dalle terre ipotecate, il censo decurionale di 100.000 sesterzi<br />

(e cfr. le frequenti attestazioni tli decretn rlecrir-iorzrtrrr nel Foro), soiio testimoniati quattro personaggi<br />

clie Iiaiiiio iiii censo senatori0 e cinque i111 censo equestre. I liberti testinioniati nella TAV<br />

sono sette, gli scliiavi cinque (335): un dato, qiiiiidi, irrisorio a paragone della inassiccia presenza<br />

scliiavile di vilici nelle campagne della Cisalpiiia.<br />

Ed è bene nieitere subito in rilievo, tiittavia - a fianco di un certo declino demografico ed<br />

economico, per crisi delle strutture e tecniche agricolo-pastorali (e silvicole), e per loiita~iaiiza,<br />

iion solo viaria, dai flussi coiiiiiierciali e mercantili piìi vi~~i -, una chiara arretratezza dei rapporti<br />

socio-partecipativi: per riassuiiiere, e qiialcos'altro si dirà piìi in là, nessuno dei grandi proprietari<br />

clella TAV - noii iiecessarianieiite locali - appartiene all'aristocrazia dell'urbe, a genti<br />

senatorie o all'alta burocrazia imperiale, e neppure, parrebbe, alla dinamica nobiltà cisalpiiia,<br />

in ogiii caso noli ne ris~ilta alcuno clie abbia (avuto) iina qualclie rilevanza sul piano italico.<br />

La TAV, appiinto, testinioiiia eseinplariiiente il punto ciilmiiiaiite del riflusso socio-economico<br />

della zona, iniziato nella seconda metà del I secolo d.C., ed insieiiie offre utili iiidicazioiii sult'inar-


LA TAVOLA ALIiI4EA'TARIA 1/ELEIA TE 931<br />

restabilità del tlegrado di un paesaggio agrario a volte ingrato [il terreno appeiminico, noli particolarinente<br />

fertile, è iii ii~aggioranza calcarco, scistoso ed argilloso (336)l e sul progressivo inipoverimeiito<br />

di quella parte dell'Appennino (337). La coiisistenza e relativa riccliezza della<br />

iioiiieiiclatura dei prnerlin impegiiati nella TAV iisulta, in fondo, un melaiiconico iiidizio della passata<br />

prosperità della regione.<br />

In effetti, le iioii numerose tracce arclieologiclie non avrebbero inai potuto permettere tli iiiiinagi-<br />

tiare la cornposita ed articolata realtà degli staiizianieiiti agricoli nel Veleiate (e zone circonvici-<br />

iie: per i pngi, e le loro estensioni, rimando al capitolo topografico), quale risulta nella TAV -<br />

clie offre, iion diiiienticliiailiolo, i1 più dettagliato elenco esistente di strutture Fondiarie nellSIta-<br />

di uii secolo e tilezzo fa (338).<br />

Come pressochè in tutto il territorio eiiiiliano, la produzioiie agricola di piaiiuralcolliiia era<br />

orgaiiizzata all'interno del frtridrrs (339), ~iiiità foiidiaria tradizioiiale ed ecoiiomicameiite autosufficiente<br />

di beni rurali, area destinata di per sè alla colti\~azioiie, spesso deliiiiitata da muretti i11<br />

laterizio (coriie altrove è, arclieologicaiiieiite, attestato), iiia non sempre cosi cliiarainente deter-<br />

ininato.<br />

E al fiirzdirs (cui si può avvicinare, quasi come siiioninio (340). il pr-(terlitrrii, col piìi preciso<br />

sigiiificato giiiridico etl ctimologico di comprensorio agricolo colti\labile, dato iii garanzia dai pro-<br />

prietari per ottenere un prestito dallo stato) sono pertinenti tutta uiia serie tli esteiisioni di terre-<br />

no, clie qui di seguito sclieniatizzo partendo dalla TAV.<br />

In geiierale, osserviamo grandi tciiute (agri: clie riflettoiio uiia termiiiologia superata, cfr. 11.<br />

353) e piccoli poderi (ngelli): se coiiipascuali, a destiiiazione lilista, pertiilenti anche ecoiiomicarneiite<br />

a iiiio o piìi frrircli (o snltits: cFr. più sotto), so110 definiti corrirr~itrrio~ies e pro iirrlii>iso (341)<br />

[iileiitre yopirlits è la strada - e nger iiicolto? - piibblica di possesso cotiiune, del pngcts o del<br />

i~icrrs, cleinento di coiifine per piìi dei 213 delle proprietà (342)l; se staccate, ed inserite tra i frrrrrli,<br />

tiierirles (343).<br />

Iii particolare, distinguiaiiio paleosuperfici soiiiiiiitali (cnrirpi): nlliri~iorres, se poste lungo i torreiiti<br />

appemiinici o, alluvionali, tla loro originati [di i~ndn - (diritto di) guado - si parla a VI 84<br />

(344)l. Luoglii coltivati solo i11 parte, in zoiic collinariliiioiitatie non iiiipervie, e coli destin a~ione . '<br />

bosclii\lo-pascolati~ra [iiia non è facile, iii definitiva, deteriniiiariie tipologia e sfruttaineiito prevaleiiti<br />

(345)], soiio i snltirs, in origine coriiiiiiitari [che, molto estesi (346). pare avessero un iiiaggior<br />

valore proporzionale rispetto agli stessi firrrdi (347)l; posti in zone più elevate e destinati prevaleiiteirieiite<br />

a col tiuazioiie, colles (a I2), o a coinl~asciio/selr~a coiiiiiile, e fuori dai territori iiiiinicipali.<br />

rriorites (348) [nel sigiiificato specifico di territorio di pascolo, o alpeggio, (t~)~~erzrziiriis (349)l.<br />

Le terre a coltiira specializzata friitticola veiigoiio definite liorti; iiiesse a debbio, debelrrs (teriiiiiie<br />

paleoliglire (350), chc appare nella TAV anclie nella toponimia): le aree 11011 coltivate boschive<br />

sui criiiali, adatte piire a far legna e beli diffiise fino al secolo scorso, veiigono più propriaiiieiite<br />

chiamate siliute (351). Se iiifiiie i posscssi fondiari coiiiprentloiio zone coltivate ed incolte (silvicole<br />

o pascolative), di precsisteiite iiiil~iaiito e tradizione ligure (cosi coiiie, del resto, le citate coriiiritirrioiies),<br />

sono eiidiadicaniente definite snltits prnedinqcte [nella 43O obbligazioiie dei colorii<br />

Litceiises (352)l: e , cori significato forse iioii dissiniile, sctltrrs siile frtiidits (-i) e frtrrdirs (-i)sii~e snltrrs<br />

(353), aiicbe in altri coiitesti.


NICOLA CRINITI<br />

Vi soiio, poi, iiat~iralnieiite compresc strutture abitative e produttive (ma, caratteristicameiite,<br />

nessuna iiilln rrrsricn scavata): colo~iicte, fattorie ed insediaiilenti d'età imperiale rornaiia di co-<br />

Iolii e lavoratori agricoli (354), e cascte, casali/masserie, od altre costruzioni rurali, e la parcella<br />

di terra relativa, per ricovero di contadini e pure, se forse noli esseiizialnieiite, tli animali (355);<br />

ovilict, nel solo caso tli V 58 (356), a fronte di niinierose indicazioni di pascoli ed alpeggi (la transiiinaiiza<br />

ovina non era praticata), non tali tuttavia da fare concorreiiza agli alle\~anienti e mercati<br />

di Parma e Modeiizi.<br />

Ed infine, fabbi'iclie per la Iavorazio~ie dell'argilla [figlirzne (357)], che sfruttavano l'abbondante<br />

prese~iza tli terreni argillosi, per uso domestico parrebbe (contenitori per cereali, laterizi etc.),<br />

forse piì~ che per esportazioni (358). come invece a Piacenza e Cremona.<br />

Tutto questo composito inondo agricololpastorale, collinare/nioiitagiioso, trovava la sua collocazioiic<br />

anministrati\ra nel rntrrzicipitr~~r, che si divideva a sua volta in concrete (ma i confini<br />

rion appaiono a volte cosi netti) circoscrizioni distrettuali romane, i pngi (359): questi, se pur non<br />

(fatto che è invece da escludere, in ogni caso, per il Piacentino e il Parmense), iiidubbiainente tuttavia<br />

ne ereditavano peculiari atlattamenti fisiografici ed economici, senza possibili sovrapposiaioni<br />

[che poi a volte trasmisero all'ordinaniento plebaiio com~iiiale (360)l.<br />

Naturali sottodivisioni subordiiiate ai pagi - ma apparentemente non presenti in quelli di<br />

pianura (ad esempio nel Piaceiitino) e di collina, e solo testiilioniati per il \'eleiate - erano i vici<br />

(361), unità territoriali ed insedianienti aperti, di modesta estensione, clie continuavano nell'anibito<br />

aiilmiiiistrati\~o quirite una tradizione più nettamente autoctona prerotnana, come conferma<br />

del resto la toponomastica indigena relativa. Ma di quest'aspetto, cosi conie per i pagi e i frtricli,<br />

si dirà qualcosa in più in 5.B-D.<br />

I segni di crisi sono numerosi e rilevanti. Anzitutto, i frrrzdi medio-piccoli, che sono prevalenti nella<br />

Padania della seconda metà del I1 secolo a.C. (per diretta testimonianza dei seiratori cesariani<br />

Saserna, che erano Cisalpini), risultano da tempo sottoposti alla pressione ed ai periodici tentativi<br />

di inglobameiito tlei grandi proprietari terrieri circostanti: in quell'ottica latifoiidistica (clie nella<br />

Transpadana Iia insospettati precedenti celtici!) che panre così deleteria, iii modo un po' troppo<br />

retorico e generalizzato, ad un Plinio il Vecchio (362), ma non poi al nipote, o, negli stessi anni,<br />

al Trimalcliione petroniano, che andava proclaniaiitlo a chiare lettere la sua propeiisione inegaloillane,<br />

e prograniinatica, all'investimento fondiario su larga scala (363).<br />

In effetti, da accurati esami - irt pritizis, dalla stessa complessa e plurima denominazione ufficiale<br />

delle proprietà chc, conservando di noima il gentilizio del primo padrone e degli ex-intestatari<br />

susseguenti, rivela il rapidoe progressi\~opassaggio dall'uno all'altro di piccoli appezzamenti (364) -<br />

appare chiaro clie agli inizi del I1 secolo non sono molti i fondi in mano dei discenderiti di coloro<br />

che erano elencati nel catasto triumvirale/augiisteo: e questo, non solo nel Veleiate, ma pure nelle<br />

circoiivicine comuiiità di Piaceiiza, Parma e Lucca.<br />

Si era avviato un caratteristico ed inesorabile processo di assorbimento di poderi autonomi<br />

di 501100 iugeri (12.5125 ettari t), specie se confinanti, e di imponente concentrazione fondiaria<br />

sotto controllo di pochi ricchi proprietari (365). che prclude in alcuni casi al latifoildo cliiuso, processo<br />

più avanzato che nella quasi coeva tnbtrln dei Lig~iresBnebinr2i. E questo fenomeno è coiiferniato,<br />

d'altro canto, tlall'isolata presenza - nelle zone più fertili, piano-collinari - di proprietà


LA TAVOLA ALII\~EA'TARIA I/ELElATE<br />

non vaste (e cfr. infra e n. 430) a fianco di eiroriiii esteiisioiii, tlestiiiate iicl I1 secolo ad iiitegrarle.<br />

Basterebbe poi notare, da inla parte, coiiic le cinqiic piìi grandi proprietà della TAV siaiio<br />

sparse in almetio dieci /)agi diversi (cfr., e.g., le forti colicentrazioni foridiarie iici pngi veleiati Ambitrebio<br />

e Doiiiizio), dall'altra che nelle iiiaiii degli iiiiestatari delle priiiie 46 obbligazioni risulta-<br />

110 terreni apparteiiuti nel I secolo a piccoliliiiedi proprietari 617 volte più iiuiiierosi (366).<br />

Si aggiunga, iiifiiie, clie i solirrs, origiiiariarne~itc cotiiuiiitari (cfr. supra), nella TAV - quindi<br />

ai priiiii del I1 secolo - appaiono Ireqiieiiteiiieiite i11 possesso di privati e senibrano quasi oriliai<br />

solo servire alla deliiiiitazioiie di frrridi all'inter~io della nicdesima grande proprietà (piìi o iiieiio<br />

latiforidistica).<br />

[Diverso, se piir non irrilevaiite, aiiclie solo per misurare il coiitributo ecoiioriiico iioii veleiate<br />

agli nlirrzeirtn. è, dal canto suo, I'aiialisi delle proprietà pubbliclie (367) coiifiiianti, clie qui iiiserisco<br />

dei socii, titolari di coiisorzio foiidiario (369). del f~ir~clris Tn,vt(lrrrilne a \I 2 (per i colorri Ltrce~rses<br />

cfr. iiifra e iui. 354,444); e del deiiianio iiiiperiale, clie aveva presumibilinente il coiitrollo di una<br />

vasta area, sullo spartiacque tra le alte valli del Cliero e dell'Arda, poco a sud di Veleia (370)J.<br />

E certo clie i terreni veleiati, alto-collinari e iiioiitaiii, dove\~aiio di per sè già essere ecoiioiiiicamente<br />

inferiori a qiielli di foiidoualle (e le loro produzioni e la~lorazioni derivate non concorrenziali<br />

con quelle piaceiitiiie, crcnionesi e pariiieiisi, per citare gli immediati coiifiliatiti): la loro<br />

coiiceiitraziotie progressiva, sempre più evidente, in riiani di poclii - oltretutto spesso non originari<br />

della zona - risultò deiiioti\~aiite per gli ngricolne e i colorri (e non estranea ad una difficile<br />

crisi demografica, come si dirà).<br />

Al di là e al di sotto di queste indicazioni scliematiche, 11011 è poi inutile rilevare il concreto,<br />

e conseguente, problema econoinico-sociale dell'affittaiiza: gli appezzanienti, in iiiaggioranza tli<br />

noti vaste dimensioiii e di iion grande resa, veiiivano dati in affitto o in possesso precario ai contadini,<br />

precedenti possessori, clie quindi si trovavaiio nei confroriti dei niiovi, ricchi piupi-ietari,<br />

in iina coiidizione non dissiniile da quella di clierztes (371).<br />

I IatiFoiidi, in definitiva, anche e soprattutto per la loro stessa caratteristica di economia clie<br />

lia bisogiio di vendere, noil appaiono - taiitopiìi in questa zona tutto somiiiato, si è visto, appartata<br />

dell'Appenniiio piaceiitiiio - in condizioni floride: e I'in\restimento fondiario rischia, o risulta<br />

spesso, essere improduttivo o alnieiio antieconoinico per i iiiedi-grandi proprietari. Segno eclatante<br />

è il fatto, testinioniato proprio dalla TAV, che si impegni parte delle terre nelle istituzioni<br />

alinierttarie per avere assegnazioni di denaro fresco da parte tleil'itiiperatore.<br />

Ma la creazione degli nli~izerrtn (372) iioii voleva essere una seniplice elargizione del prirrceps.<br />

Il fiscris, la sua cassa privata (e 11011 l'crern~irtrii statale), coinporta~idosi quasi coine un vero e proprio<br />

istituto di credito e proovedentlo direttamente a prestiti od altro, secondo l'escniplare cd originale<br />

meccaiiismo ideato - appositamente per l'Italia (un altro - solo? - esempio ad Atene)? -<br />

già almeiio, come par certo, tlall'iniperatore Nerva (373), cercb di iiitervenire aiiclie su iiii piano<br />

socialiiieiite piìi significativo (vista la concreta impossibilità, per ovvia ostilità senatoria, di distribuire<br />

terre ai cittadini poveri).<br />

E, concesso - in via del tutto stmordiiiaiia (ina non irripetibilc?) - 1111 prestito a tempo iiideterminato<br />

(restitiiibile?) sii garanzia ipotecaria tli proprietà agrarie, si dispose che le reridite iioii<br />

vei~issero incassate dal fiscrrs, ma convogliate in sede miinicipale, e distribuite in contanti o in natura<br />

(frumento) - sotto coiitrollo centrale - a fanciulli nati liberi da gciiitori locali, maschi e<br />

femmine.


934 NICOLA CRINITI<br />

Come ben sintetizzò un epitomatore tardoiniperiale (374). '[Nertm] ~)trellnsptrerosqtie irntos pcireirtibtts<br />

egestosis sii~?rpt~i 1)tiblico perltnline oppicln ali iiissit'. Gli alirr~ei~fn - poi mutuati, se noil<br />

già anticipati, anclie da privati (Plinio il Giovane (375), ad esempio) -nacquero da questa fonda-<br />

mentale logica solidale, tesa - non ce lo iiascondiatiio - ad un duplice, e strettamente collegato,<br />

fine, sia di ripopolameiito delle campagne, piu ancora clie di rilancio del tasso d'incremento cle-<br />

iiiografico (coincidente con iin preoccupante flusso niigratorio tlall'Italia), per l'esigenza di pso-<br />

curare braccia virili all'esercito, alla burocrazia, a1 mondo del lavoro; sia, pur in niisura inferiore,<br />

di sovvenzione, se noli di rilancio, deile decadenti attività agricole, cui offriva iiii credito inaspet-<br />

tato, e Corse a buon niercato.<br />

Traiano, coerente con la sua rivalorizzazione della ceiitralità econoniica e civica della peniso-<br />

la (376). applicò fino in fondo, e concretanieiite, questa traccia iiinovatrice, con un razionale pso-<br />

gsanima socio-economico assisteiiziale, di aiuto ai giovaiii indigenti e di sostegno - coinuiique


LA TAVOLA ALIA4EA'TARIA VELEIATE<br />

IV. LE FONDAZIONI ALIMENTARIE TRAIANEE E I PROBLEMI GIURIDICO-<br />

FINANZIARI CONNESSI<br />

Traiatio, in sintonia con quello che fu definito il suo caratteristico (e programmatico) paternalisino<br />

umanitario inoderato ed evergetismo filantropico - l'i~zdtrlger~tia yrirtcipis delle ~~rnescriytiorzes<br />

della TAV (378) -, riorganizzò ben presto e regolamentò con precisione l'istituto degli<br />

nlinzeritn. E ne affidava I'aniministrazioiie - clie sembrò poi quasi restare limitata, fors'anclie<br />

per un presumibile rilancio dell'autonomia cerealicola locale, all'Italia centrale, testimo~iiata in<br />

una quarantina di coniunità (379) - a senatori di rango consolare (più tardi pure a yrnefecfi nliiizentnrii,<br />

e ad altri personaggi, di rango equestre), di provata esperienza (380).<br />

Nella TAV è, anzitutto, espressamente ricordato - nell'elenco delle obbligazioni piìi antiche<br />

47'-SI0, a VI1 31 - il console suffetto de11'84 C.Cornelio Gallicano (381): badaiido alla niaiicanza<br />

- nella titolatura traiaiiea a VI1 32-33 - del cogrzorizer? e,v i~irlitte Dncictrs, testiiiioniato già nel<br />

tardo autuiiiio 102 (382). e al fatto clie l'imperatore era entrato a Roma nella tarda primaveralestate<br />

99 e ne era partito per la guerra contro Decebalo il 25 niarzo 101 (383). possiamo datare l'attività<br />

di Cornelio Gallicano tra il 99 e il 101, se noli addirittura attorno al 101.<br />

Ad una seconda fase è, invece, attribuibile la parte obbligazionaria più recente e vasta: seguente.<br />

è probabile, il ritorno di Traiano a Roma dopo la fine delle guerre daciclie, ai primi del<br />

107, ma precedente la partenza per la guerra partica nell'ottobre 113 (384). La mancanza da una<br />

parte, nella titolatura imperiale a A 1-2. dei cogrzorrrirza es i~irtrite Optirntrs - ricevuto iiella tarda<br />

estate 114 (385) -e, specialmeiite, Partliictrs - ricevuto il 20121 febbraio 116 (386) -, e la stessa<br />

ben più graiide disponibilità economico-Finanziaria attestata in questa parte. apparentemente giustilicata<br />

dall'enorme afflusso equilibratore dell'oro dacico in Italia (387), fanno datare le prime<br />

46 obbligazioni acl un'epoca dopo il 106, e iioii oltre il 114.<br />

Si noti che di questa, piì~ generosa e moderna fase di applicazione degli cilirtier?ta non è ricordato<br />

dalla TAV alcun respoiisabile otl ainministratore: nel suo contesto, invece, è ricordato - a


936 NICOLA CRINITI<br />

111 53 [a proposito di possessi di L. hnio Rufiiio (388)l- il console suffetto del 94 T. Ponipo~lio<br />

Basso, clie dovette coiititiuare, o coiiipletare in ininiediato prosieguo di teiiipo (iiia cfr. qui tla prcs-<br />

SO), l'opera (li Cornelio Gallicaiio, con cui in effetti è citato a 111 12-13, nella 16' obbligazione, in<br />

seconda posizione, a proposito di ini proprietario che si era già inipegiiato nella prima appticazione<br />

della 'legge' (cfr. VI1 37 ss.), C. Celio Vero.<br />

Poiiipoiiio Basso, del resto, appare iiienziotialo in qiiesta funzione pure in una epigrafe broiizea<br />

da Fereiitiiio del 1011102 (389). Ed anclie partendo da qiiesta particolare coinpetenza attestata<br />

per l'illustre perso~iaggio. si è acutaiiieiite, e forse gi~istarneiite, ipotizzato (390) clie le due citazio-<br />

iii a liti riferentisi nella TAV iiascondaiio un originario iiiter\eiito alinieiitario (addirittura d'età<br />

iierviana?), 11011 riportato - coiiie invece quello seguente di Coriielio Gallicano - percliè forse<br />

cliiaraiiiente attestato nelle tlue siisseguenti obbligazioni di Celio Vero e di Aniiio Rufino (391).<br />

E questa priiiiitiva distribuzione parrebbe attestata da - pur troppo brevi e coiiveiizionali<br />

17' obbligazione (in cui appliiito Pompooio Basso è espressamente citato conie comniissario) e<br />

per l'accostaiiiento plausibile di personaggi di 1149 ad ndfiries tlella TAV. In 1149 a-l avremmo,<br />

tra l'altro, una registrazione (topografica?) delle proprietà e (lei proprietari iiiipegnati ed una quantificazioiie<br />

degli impegni: in 1151 altre procediire (ualutati\re?) dell'operazione. Ma, naturaiiiieiite,<br />

noli è possibile dire niolto di piì~.<br />

Il nome di Coriielio Gallicano, è poi da aggiungere a liio' di concliisione, ritorna ancora in<br />

altre tre obbligazioni (cfr. I1 37; V 38,5657): legate - le prinie due (13' e 30') - a mutuatari presenti<br />

nell'eleiico più antico per altri fondi impegnati (Al. A~ionimeio Persico nella 13" e iiella 50'<br />

obbligazione, a VI1 54 ss.; C. Vibio Severo nella 30" e nella 49O obbligazione, a VI1 48 ss.); la terza,<br />

31°, a Cornelia Severa, erede e Ciglia di un ricco proprietario, clie già in parte aveva anteriormente<br />

ipotecato (L. Cornelio Severo nella 48O obbligazione, a VI1 45 ss.).<br />

Come ~iell'aiialoga, di poco precedente, tcrbtrln dei Ligiiri Belitiani (cfr. supra e n. 243). il fisco iinperiale<br />

- su condizioni forse già ben definite e note [e tuttavia secontlo principi giuridici iioii facilnieiite<br />

determinabili, e tuttora discussi (392)l - dove\~a attuare unsoperazione di prestito di<br />

capitali a tempo indeterminato, non dissimile dalla costituzione di una rendita seniplice perpetua<br />

consolidata, a fondo 11011 perduto.<br />

E quindi - dietro precisa e dettagliata garanzia della stima dei fondi (393), e loro pertinenze,<br />

registrati nei catasti municipali e denunciati [l~rofessio: la cui procedura non è del tutto chiara<br />

(394)l dai singoli proprietari direttamente (395) o attraverso procuratori (396) - \~eiiiva versato,<br />

sotto forma di mutuo, ordinario e \~oloritario, gara~itito da ipoteca, di proprietà agrarie (oblignfio<br />

prcredior~rriz (397): cfr. TAV A l), a tempo indeterminato (cfr. più sotto), un capitale (sors) di<br />

sesterzi commisurato in quantità variabile (cfr. infra) al valore globale dichiarato.<br />

Lo sclierna della 1" obbligazione, I 1-4, si coninlenta da solo per la sua esetnplarità: lo faccio<br />

seguire imniediatamente dalla traduzione italiana solo per una maggiore perspicuità. 'C. I/ol~trlzriitrs<br />

114errior et I/olitrrzrlin Alce, per Vol~trri(~iiciiz) Dindcoizerzir~ii libert~rr?r sirttrri, professi sitrzt f~rfid~ttiz<br />

Qttiririnc~riri A~rrelinriirni, colleriz 114irletnteriz cirm silt~is, qui est irz Veleinte pngo Aiiibitrebio,<br />

ndfiizib~is 114. Morrzrrzeio Persico, Snfrio Severo et pol~(irlo), (sesterfi~trrz) CI~III (~riili~crri): nccil~er<br />

debe < H > t (sesfertiitnz) T/III (ririlin) DCLXXXXII ~~(~crirti~~r~iz) et fitridtcriz ~(itpra) ~(criptttni) oblign-


LA TAVOLA ALZMENTARIA VELEIATE 93 7<br />

re.' I 'C. Voluiiinio Memore e Volumnia Alce, a inezzo del loro liberto Voluinnio Diadunleno, lianno<br />

dichiarato il fondo Quintiaco Aureliaiio (e) il colle Muletate con i boschi, che si trova nel distretto<br />

Ainbitrebio del (territorio) veleiate, confinante con M. Mommeio Persico, Satrio Severo<br />

e la strada pubblica, per (un valore di) 108.000 sesterzi: devono ricevere 8.692 sesterzi ed ipotecare<br />

il suddetto fondo.'<br />

Non sappiamo, esattamente, se il prestito ottenuto fosse corrispondente alle richieste e liberamente<br />

accettato dai inuniFici privati, o non piuttosto - conl'è diffi~sa dottrina - praticamente<br />

imposto coattivamente (398): ina è indubbio che la collaborazione in prima persona dei proprietari<br />

- forse iion entusiasti di questo onere praticamente irresciiidibile e dell'inevitabile deprezzamento<br />

fondiario connesso (cfr. infra) - dovette essere in ogni caso decisamente stiniolata, e<br />

disciplinata, dall'imperatore, senza coiitraddizioni col suo tradizionale prograninia di buoiigoverrio<br />

(399), proprio percliè veiiisse garantita semiautomaticaiiiente, anclie in futuri anni difficili, il siic-<br />

all'erario niunicipale (che era solo depositaiio per conto del jiscus imperiale), in inodo virtualiiieiite<br />

perpetuo, il 5 % annuo (401). Di per sè, infatti, oltre alla irripetihilità del prestito iniperiale,<br />

si è pressocliè d'accordo nel considerare irredeinibile il capitale versato, e quindi sostanzialmente<br />

perpetui gli interessi (402): anclie se noil si può del tutto escludere la possibilità di scioglimento<br />

del contratto, purchè ne fosse assicurata la continuità col passaggio ad altri. Non si doveva, dunque,<br />

prevedere la restituzione da parte dei proprietari delle soinme ricevute (di cui, in ogni caso,<br />

restava proprietario e creditore l'imperatore), salvo - si è pensato - nel caso di insolvibilità degli<br />

interessi, in cui potevaiio entrare in atto azioni di recupero attraverso affitti forzati, vendite<br />

e confisclie di beni fondiari obbligati.<br />

L'aiinnontare degli interessi (tisura ~ L~~~ZCLOZX) veniva ridistribuito mensilmente da un magistrato<br />

locale come concreto sussidio a ragazzi indigenti, ingeriiii (403), presumibil~ileiite inferiori<br />

ai diciott'anni se maschi, ai quattordici se femmine (404) (è ignoto se fin dalla nascita o, come appare<br />

più probabile, dai tre anni in poi): è quanto risulta chiaramente dalla prnescriptio più receiite<br />

a A 1-3 (per la più antica cfr. VI1 31-36).<br />

Il con~plesso meccanisino giuridico-fiiianziario attuato da Traiano nelle diverse fasi testimoniate<br />

nella TAV, si è già notato, veniva indubbiamente incontro - se pur in modo parziale e un po' maccliinoso<br />

- ad una sentita esigenza di solidarietà e sovveiizione di categorie in difficoltà.<br />

Ignoriaino, tuttavia, coli quale criterio e modalità avvenisse la scelta, in qualche niodo ovviamente<br />

prograniiiiata, e in quale preciso ambito (urbano o non piuttosto - come l'alto numero<br />

di beneficiati, sproporzionato per il piccolo centro veleiate, fa facilmente supporre per la TAV<br />

(405) - foraneo (406) ?). E pure ignoriamo, ad esempio, se in caso di non infrequente scomparsa<br />

-visto l'elevato tasso di mortalità nei ptreri dell'epoca - del beneficiato, si attuasse una qualclie<br />

forma di sostituzione (407).<br />

È certo però che i 300 nliiizerttarii elencati nella TAV - 19 nella prima fase. 281 nella seconda -<br />

dovevano essere iizgeriui di condizione bisognosa (408), figli legittimi (cfr. VI1 34 e A 2), e non orfa-<br />

ni: e, senza clie se ne abbia aicuiia spiegazione, solo nella posteriore applicazione dell'istitiizione<br />

sono inseriti due illegittimi (409) (spt~rii: cfr. A 2).<br />

I 263 (18 + 245) legitinzi ricevevano ciascuno 16 sesterzi mensili (192 annui), le 35 (1 + 34)


938 NICOLA CRINITI<br />

legitirrine -così come I'uiiico illegittiiiio di A 2 - ciasciiiia 12 sesterzi mensili (144 annui), qiiiiidi<br />

uii qiiarto iii iiieno dei maschi: secoiitlo uiia valiitazione peiializzaiite consueta iiell'aiiticliità ro-<br />

mana. clie è coiiferniata dai l0 sesterzi mensili (120 aiinui) riservati all'unica illegittiilia beiieficia-<br />

ria di A 2: iti totale, 55.800 (3600 + 52.200) sesterzi complessivi.<br />

Scbeinatizzando - nella priiiia fase:<br />

ma.le. [ 181 sest. 16 iiieiis. 1 192 aiiii. 1 3.456 tot. ann.<br />

fe.le. [ Il sest. 12 iiiens. 1 144 anii. 1 144 tot. ailn.<br />

3.600 tot. ann,<br />

- nella secoiida fase:<br />

ma.le. L2451 sest. 16 meiis. 1 192 ann. 1 47.040 tot. aiiii.<br />

fe.le. [ 341 sest. 12 meiis. 1 144 aiiii. 1 4.896 tot. atiri.<br />

52.200 tot. ann.<br />

Se da questi dati passiamo a dei confronti concreti, coli tutte le cautele del caso, possiai~io<br />

ricordare clie attortio a quest'epoca il costo della razione quotidiana di uii soldato è valutata attorno<br />

al sesterzio ed iiii vicitor- poteva iiiangiare a iiieiio di i111 sesterzio: i111 opernrirrs d'età tardo-<br />

repubblicana aveva, ii~vece, bisogiio per il siio qiiotidiaiio niit~iinento di tre sesterzi (410).<br />

In eifetti, e lo cito sempre coi1 graiidc prudeiiza, un'anfora (1. 26-26) di friiiiiento - la misiira<br />

standard iiiensile, cioè, dell'aliiiientazione di clu noli era addetto a lavori pesanti - si poteva ac-<br />

quistare a prezzo controllato, qualclie deceiiriio prima (non diversamente clie iii età ciceroniana,<br />

grosso rirodo), a 36 assi = 9 sesterzi, in periodo tli carestia a 48 assi = 12 sesterzi: uii'anfora di<br />

larina si poteva avere a 90 assi = 22.5 sesterzi, a prezzo tli iiiercato (41 l).<br />

Iii defi~iitiva, quindi, per quel che possiamo dedurre anclie solo da questa docuiiientazione<br />

eseniplificativa. la pecrrriin nlirireritnrin, piibblica e privata, noii doveva essere inolto lontaiia dal<br />

iiiiniino vitale, bastante all'epoca al inaiiteiiimento - nliriier~t~rrir (412). appiiiito - dei giovani be-<br />

neficiari: ed offriva, nel coiitesto veleiate, un contributo tutto soiiimato sostaiizioso ad uii numero<br />

notevole di nuclei faiiiiliari dei ceti subalteriii più poveri, sollevati dall'urgente costo qiiotidiano<br />

del cibo di 264 uiiità niascliili e 36 feniniiiiili (413).<br />

Che poi i masclii fossero nella TAV la stragrantle maggioranza (8,8110), diversaillente clie iii<br />

istituzioiii aliiiieiitarie private (414). è spiegato faciliilente iioii taiito dalla ben nota piìi alta nior-<br />

talità infantile fenmiiiiile (11011 tale, tuttavia, da essere superiore iiove volte a quella iiiascliile!),<br />

quanto piìi dalla maiicanza - per quel 1,2110 - di giovani niasclii con i reqiiisiti ricliiesti e certo,<br />

aiicor più, dallo scopo perseguito tenacemente dal priiiceps [e beli illustrato, e.g., dalla forinella<br />

'c~firi?eritrtrifi' all'interno del fornice ~lell'arco di Traiaiio a Beiievento (cfr. n. 416)l.<br />

Egli, infatti, preoccupato altresì del tlegratlo deniografico dell'ltalia irrgerrrrn, coiiie si è già<br />

accennato, cercò di favorire in tutti i iiiodi la Coriiiazioiie e il rafforzaiiiento dei quadri dell'esercito<br />

e della burocrazia (415), iii iin periodo clic vedeva Roma iiiipegnata su iiiolteplici froiiti, di guerra<br />

(sril>siclitr~ir bellorr~rri, bcii notava il coevo Pliiiio il Giovaiie (416), piir a proposito dell'esteiisione<br />

delle frtr~rteri/citiorres gratuite a 5.000 ragazzi dell'urbe) e di ricostruzione ecoiioiiiico-finaiiziaria.<br />

In foiitlo, noii va sottaciuto, uiia maggiore stabilità resitlenziale ilelle canipagiie, più aiicora<br />

clie uii iii~pulso demografico - ipotizzabile iii coiiiiessioiie coli regolari distribiizioiii aliiiientarie -<br />

avrebbe potuto procliirre, coiiie effetto collaterale, ma noii secondario, uii'iiiceiitivazione delle attività<br />

lavorative locali, coli uii coiisegiiente allargaiiiento del iiiercato, ed una piìi respotisabile


partecipazione rurale (niascliile!) ai tradizionali obbliglii statuali: forse, nei presupposti traianei,<br />

anclie questo tentativo di contrastare la rarefazione di braccia inascliili, causata da coiicentrazio-<br />

ne di riccliezze, non dovette essere del tutto assente (417).<br />

Dal canto loro, 45 proprietari terrieri privati, grandi e medi (q~iattro tra i più grandi - C. Celio<br />

Vero, obbl. 47" e 16"; M. Monimeio Persico, obbl. 50° e 13O; C. Vibio Severo, abbi. 49O e 30'; e<br />

Cornelia Severa, obbl. 31°, figlia ed erede di L. Cornelio Severo, obbl. 48' (418) - iterando), e i<br />

colorti Lircer~ses dell'obbl. 43O ottenevano abbondante denaro liquido, fatto non frequente, se non<br />

itisperato (iiia cfr. supra), ad uii saggio d'interesse assai vicino alla stima media annua delle rendi-<br />

. .<br />

Con due liiiiitazioni, tuttavia: la clientela di riguardo, si è fatto notare, e tra essa in particolare<br />

i proprietari terrieri, poteva spuntarc tassi note\~oln~ente iiiferiori, fors'anchc di metà. E poi,<br />

l'aiiiiiioiitare del prestito doveva apparire, tutto soiiimato, modesto, se non esiguo - e quindi, forse,<br />

ecoiioiiiicaiiientc non così vaiitaggioso (specie se iiivestito nell'acquisto di altre terre, pur'aiiche<br />

nella più fertile piana colliiiare veleiate] - rispetto all'eiitità delle garanzie fondiarie offerte<br />

(421), pretese dal fisco iiiiperiale, parrebbe di intuire, in previsione di futuri decrernenti delle rendite<br />

fondiarie.<br />

E le stesse proprietà, si è già notato, gravate


NICOLA CRINITI<br />

il sostentamento dei p~ceri et puellne della zona, come si è già detto. Indubbiamente - con un atteggiamento<br />

tutto sominato calcolato - veniva incontro a quei ceti italici, anche rurali, che avevano<br />

sostenuto la politica del principe, in una sorta di ricomposizioiie solidaristico-clientelare di<br />

rapporti interpersonali.<br />

Non possiaino, però, escludere così drasticamente che - coinvolgendo i proprietari, a \~olte<br />

assenteisti, in una funzione privata d'interesse pubblico prettamente locale - avesse come<br />

obiettivo, almeno nei progetti iniziali, una qualche promozione ecoiiomica. Non tanto un risanamento<br />

dei debiti delle aziende fondiarie (431), quanto un aumento e migliorameiito produttivo,<br />

se non addirittura trasformazione, delle attività agricole e silvo-pastorali (dal legnanie al-<br />

l'allevamento ovino), di lunga tradizione ligure, sulle colline veleiati (432): e fors'anche una incentisazione<br />

della messa a coltura di terreni incolti, come l'alta percentuale di snlttis e c~gri prtblici<br />

potrebbe suggerire.<br />

che al massinio sembravano spingersi ad una ulteriore acquisizione di lotti o ad una migliore uti-<br />

lizzazione del lavoro schiavile, dovette essere un forte freno anche a questo razionale, forse solo<br />

ipotizzato, rinnovato sfruttainento tielle campagne (433).<br />

I1 minuzioso e dettagliato elenco di ogni obbligazione ci perniette di ricostruire, fondamentalmente,<br />

il meccanismo finanziario dell'operazione. Nella più antica fase - obbligazioni 47"-5 1 (VI1 37-60)<br />

- a fronte di una stima complessiva di 720.000 sesterzi viene concesso un prestito di 72.000 sesterzi<br />

(VI1 32), con un rapporto percentuale di 1110, costante anclie nelle singole valutazioni delle<br />

proprietà (434).<br />

Proprietà - alla cui formazione concorrono f~rfzdi e snltrrs impegnati nella loro totalità (435)<br />

o per una sola parte, fino a 1/24 (436) - che vengono prese in considerazione, parrebbe (col Desjardins1De<br />

Pachtere, ed altri, ritengo infatti VI1 48-53 un'unica obbligazione 49O, come ho già detto),<br />

solo se di valore complessi\~o stimato eguale o superiore a 60.000 sesterzi (nella seguente istituzione<br />

si scende a 50.000 sesterzi).<br />

Nella fase piì~ recente - obbligazioni lo-46O [I 1 - VI1 30 (437)l - la stima coinplessi\~a delle<br />

proprietà, calcolando la deduzione dell'obbl. 43O (altrimenti dovrebbe essere aumentata di 900.000<br />

sesterzi), è diciotto volte superiore alla precedente: 13.008.792 sesterzi, se si sominano le cifre globali<br />

di ciascuna proprietà, indicate all'inizio di ogni obbligaziozie; 13.123.077 sesterzi, se si sonimano<br />

i valori dei singoli fondi (438).<br />

A fronte di questa somma (439) viene concesso un prestito complessivo (probabilniente arrotondato<br />

per praticità) di 1.044.000 sesterzi secondo la pi.nescriptio A I, in effetti di 1.043.060 sesterzi<br />

latte le somnie dei sirigoli prestiti, pur operato anclie qui qualclie opportuno intervento sul<br />

testo tradito (440): con una media, per proprietà, di quasi 22.700 sesterzi.<br />

In ogni caso, in questa seconda e ben più abbondante distribuzio~ie di denaro imperiale, le<br />

percentuali risiiltano nel coinplesso inferiori di un 2%, quanto variabili - se pur non di molto -<br />

da obbligazione a obbligazione. Il prestito globale concesso risulta infatti attorno a11'8% del valo-<br />

re fondiario denunciato (441), con una percentuale confermata singolarmente dalle undici pro-<br />

prietà caratterizzate da unica valutazione (442) (con una minima osciilazioiie da 7,93 % - obbl.<br />

34' - a 8-05 % - obbl. 8' e 39O -).


LA TAVOLA ALIi\4ENTARlA VELEIATE 941<br />

Per le altre 35 proprietà plurime I'oscillazione è poco più marcata, andando dal 7.69 % del-<br />

I'obbl. 44O a11'8,27 % dell'obbl. 17O (ma almeno 213 sono anche qui attorno a11'8 %): le due eccezioni<br />

sono il 6-99 % dell'obbl. 21° e 1'11,39 % dell'obbl. 4' (dove, tuttavia, la somma dei valori indicati<br />

all'interno dell'obbligazione riporta, rispetti\wne»te, a11'8,62 % e a11'8,88 %).<br />

In particolare, poi, le sei obbligazioni clie noli differiscoiio iiella TAV tra totale indicato all'iiiizio<br />

e somma dei singoli valori denunciati all'interno (obbl. 6O, 9O, IO0, 27", 35", 36O), l'oscillazione<br />

è minima, tra 7,88 e 8,04 % : lo stesso dato è, grosso ~izodo, confermato dalle sei obbligazioni<br />

più rilevanti (13', 16O, 17O. 30°, 31°: e 43O, la più consistente, che tuttavia offre soltanto un'unica<br />

val~itazione complessiva delle proprietà), clie da sole coprono più del 46 % tlel valore complessivo<br />

delle 46 obbligazioiii, con ui~'oscillazione appeiia appena proiiunziata.<br />

111 definitiva, quindi, si richiesero in garanzia (443). nella prima applicazione, beni fondiari<br />

che fossero valutati dieci volte il prestito: nella seconda applicazione, mediamente, almeno 12,5<br />

Anclie le valutazioni delle singole proprietà variano notevolmeiite: lasciando a parte il caso dell'obbl.<br />

43O, dei coloni Lilce~ses, il cui valore denunciato - 1.600.000 sesterzi (operata la deduzione)<br />

- è unico per una molteplicità di possessi (444). le dieci Formate da un uiiico fondo vengono<br />

valutate da un minimo tli 50.000 sesterzi (obbl. 8' e 29O), evidente soglia per poter fruire del prestito<br />

imperiale, ad un massimo di 158.800 sesterzi (obbl. 41').<br />

Tra le 35 proprietà multiple, le cinque più grandi (tranne la terza, oltretutto, intestate a personaggi<br />

che appaiono già nella prima istituzione), sono così caratterizzate, in ordine decresceilte:<br />

[obbl.] [valutaz. globale in sest.] [numero fondi etc. [massinioln~ininio valore di<br />

denunciati siiigolarn~.] un fondo etc. iii sest.]<br />

Le quattro più piccole (ma sotto i 100.000 sesterzi è denunciato quasi 113 delle proprietà mul-<br />

tiple, 11):<br />

12O : 58.800 ( 58.700) 3 24.000 1 12.700<br />

27O : 58.350 3+1 24.000 1 12.000<br />

36O : 55.800 2 36.000 1 19.800<br />

33O : 53.900 ( 53.800) 2 40.000 I 13.800<br />

111 complesso, si va dunque - per uno stesso proprietario - da un valore denunciato minimo<br />

di 50.000 sesterzi (obbl. 8' e 29') ad un massimo di 1.508.150 (obbl. 48" + 31°), con una media<br />

generale attorilo ai 283.000 sesterzi (ma 41 proprietà si pongono tra 50.000 e 510.000 sesterzi):<br />

il più ricco proprietario, da solo, possiede due volte e mezzo le proprietà con~plessive di quasi<br />

un quarto dei proprietari attestati nella TAV (445).<br />

Vale ancora la pena notare - senza entrare nel merito, qui, della difficoltà di determinare


942 NICOLA CRINITI<br />

per Veleia la reale entità ecl esteiisioiie (purtiitta\ria non indifferenti: cfr. supra) tlelle proprietà,<br />

già messo ben in luce dal De Pachtere (446) - clie il valore siiigolo iiiassinio in assoluto (400.000<br />

sesterzi) è denunziato per un snltrrs nella 9" obbligazione. Ma in altri quattro casi, sempre per<br />

dei snlt~ts, si superaiio i 300.000 sesterzi: 350.000 nelle obbl. 16O e 17O (coiiie per I'obbl. 48'<br />

- anclie qui uii s~~ltrrs - della prima assegnazione); 301.000 iiell'obbl. 30° (e cfr. 275.000 nell'obbl.<br />

6O, per un altro snltris).<br />

Siaiiio, cioè, già di per sè di fronte ad enoriiii aggregazioiii fondiarie, se noil aiicora a veri<br />

e propri latifoiidi cliiusi, come si è accennato: l'eseiiiplificazioiie seguente, per le proprietà piìi<br />

grandi, lo coiiferma age\,oliiiente.<br />

In effetti, attoriio all'iiiiiiieiiso snltirs Biirrtri(r Albifei~~iirs Betirtinirrrs (obbl. 16O e 17O: 111 32<br />

e 75). sparso su territorio veleiate e lticcliese, vi sono terreni, piìi o nieiio dispersi, per un valore<br />

quasi doppio per la parte di C. Celio Vero (obbl. 16O, cfr. 479, se non addirittura triplo<br />

iiie snltrrs Blnesioln (obbl. 48': VI1 45), steso iiel territorio veleiate (pngrrs Bngieirtirrs) e libarriense<br />

(pcrgrrs ~\'ioi~itlcrs): nia nell'istituzione principale (obbl. 31") dicliiaraiio vastissimi possedimenti<br />

ben aggregati nel Veleiate (specie nel pngirs Air~bitrebicrs: per 400.000 sesterzi!), Piacentiiio<br />

e Pariiieiise.<br />

Iiifiiie, I'ultiiiio proprietario clie - coi tre precedenti - dichiari un censo seiiatorio, M. Moriimeio<br />

Persico (obbl. 13O, cfr. 50°), concentra nel pagtrs seleiate Ati?l>itr.ebi~is la grande maggioraiiza<br />

dei suoi beni fondiari, anche piccoli, per un valore superiore al milione di sesterzi. Ma anclie<br />

C. Vibio Severo, proprietario dell'enorme snltrrs sive firr~di Uliln sive T~elnbrcre et Crnedelilts (obbl.<br />

30' : V 41), iiel Veleiate, e di poco al di sotto tlel censo senatori0 (e cfr. obbl. 4Y0), rivela una iioii<br />

indifferente diversificazione fondiaria.<br />

(E non si dinienticlii che i valori reali potevano essere beli più alti, visto clie - non diversa-<br />

mente che per 1111 frrtldtrs - 11oii tutte le parti lortnaiiti un snlt~rs - come, e.g., qttello eiioriiie e<br />

molteplice, il più graiitle in assoluto della TAV, tli Sulpicia Priscilla (obbl. 9O: I1 5 ss.) - risultava-<br />

no inipegnate).<br />

Il numero dei f~rr~cli, snltrrs, prnerlin, coloirine, cnsne etc., a volte assai piccoli e sparsi in pcrgi<br />

diversi da qtielli veleiati (C coiisiderati. naturalmeiite, sia nella loro integrità, sia per iiiia parte),<br />

pub essere assai vario e rilevante anclie iii proprietà di media ampiezza, come è testiiiioiiiato cliia-<br />

ranlente, ad esempio, dalle obbligazioni 2' (6 + 9 unità) e 45' (7 + 4 uiiità).<br />

Più appezzarneiiti, iiidubbiaiiieiite coiifiiiaiiti o prossimi gli uni agli altri, poi, valutati co111plessivameiite<br />

etl ainiiiinistrativame~ite uiiificati nella registrazione (447), senibrano corrispoiidere,<br />

invero, ad uii'uiiica proprietà, di fatto se noli di diritto. Le proprietà piìi estese (448) paiono<br />

del resto raggrupparsi verso le estremità dei territori iiiuiiicipali e coloiiiari, là dove era più facile<br />

inipatlronirsi, ex ir1r.e o es frnride, di terre (snliirs, in particolare) pubbliche non deliiilitate o<br />

di parcelle agricolo-bosclii\.e, anclie fertili, abbaiidoiiate.<br />

I11 sedici casi, piccoli e grandi, infine, si segnala scrupolosanieiite, in effetti, il gravame di<br />

i~eciignlin (449), per inclusioiie di terre coniunali nei prnedicr rrrsticn, clie ovvianiente ne diniiiitiivano<br />

il valore coiiinierciale: in coiiiplesso, tuttavia, appaiono liberi da illiposte foiidiarie i 213 delle<br />

proprietà.<br />

Noii diiiieiiticliiaiiio, per coricludere, clie nella TAV - clie offre tili vasto elenco tli beni prediali<br />

del territorio, nia non è un dettagliato ceiisimetito catastale - sono certo elencati solo una<br />

parte dei proprietari della zona, visto clie molti - tra essi il ricco agrario, del Veleiate ?, P. Liciriio<br />

Catone (cfr. 11.430) - preferirono non ipotecare i propri frtrrdi (450), forse percliè iioii ne alre-


LA TAVOLA ALIMEArTARIA VELEIATE 943<br />

vano necessità, forse perchè vole~~aiio iiiisuranie iiel tempo la coiiveiiienza (come si peiisò per la<br />

priiiia applicazioiie dell'istituzioiie traiaiica testiiiioiiiata iiella TAV).<br />

Ed anzi, cia calcoli iiaturaliiiente iiidicativi e i111 po' arbitrari, parrebbe clie solo rina quota<br />

- 15120% ? - cielle proprietà agricole veleiati venisse coiiivolta iiegli nli~r~er?tiì e clie quiiidi si<br />

clo\resse di iiecessità ricorrere anclie, e soprattutto ?, al contributo di proprietari dei centri viciiii<br />

(451): privati, iiidobbiaiiierite. ma anclie altre coiii~iniià agricole circostanti.<br />

In effetti, oltre ai colorii Lircerzses (cfr. supra). è rileuaiite l'iiiipegno di fcrizdi e snlfirs collocati<br />

anche iielle vicine comunità piaceiitiiie (app~ciito le obbligazioni 44O. 4S0. 46'). iii particolare, C<br />

parmensi - i cui leganii coi] Veleia sorio dociiiiieritati epigraficaiiie~ite (ed oiioiiiasticaniente)<br />

C beli iioti (452) - e delle figuri Lucca e Libarila.<br />

Maiicaiio, iiivecc, testiiiionianze di altri centri confinaiiti, fiorenti in età augustea - iii specie<br />

Fideritin (e Forcrri? 1\101~irrrr ?) -, quasi segiiale, se iioti coiiferma, si è notato, clella grave crisi


NICOLA CRINITI<br />

V. I PAGI, I VICI E I FUNDI VELEIATI: LA DOCUMENTAZIONE<br />

TOPONOMASTICA - TOPOGRAFICA RELATIVA<br />

L'Avanzini, nel 1748, cercando di leggere nelle prime righe della TAV topoiiiiiii di località circostanti,<br />

aveva inconsape~~oliiiente aperto un campo di ricerche fecondissimo, di cui si occuparono<br />

- 11011 rarainente in niodo rumoroso e farraginoso, spesso inconcludente e pure acritico - quasi<br />

tutti gli studiosi seguenti: secondo filoni locali - toscaiio (dal Lami in poi), piemontese-cisalpino<br />

(Pittarelli, Cara, Walckenaer, etc.), piaceiitino (Nicolli e Vitali, in particolare) - che sono di scarsa<br />

affidabilità, specie per i primi due, come ho già acceniiato nel primo capitolo.<br />

È solo iiell'ultimo secolo che gli studi di topografia e topoiloinastica veleiate - attraverso<br />

le nunierose e dettagliate inforinazioni della TAV (clie, iion dinienticliiamo, derivano - più o nieno<br />

direttamente - dai libri di censo) - Iianno permesso una credibile, pur limitata, ricoinposizione<br />

del territorio in età roinana (454).<br />

Parterido sia dalla corrispondenza - probleniatica, tuttavia, per la quasi totale assenza tli<br />

dati archeologici a sostegno - tra toponimi (e10 la loro fonetica) antichi, roiilanzi ed attuali (alla<br />

luce delle caratteristiche morfoiogiclie e della situazione socio-economica del territorio) e dalla,<br />

pur parziale, continuità di confini romani con coiifini diocesani e di fondi romani con pievi cristiane;<br />

sia dalla determinazione dell'evidente contiguità di due pngi in cui sia diviso il inedesiino<br />

fondo e - coine iiitui bene il De Paclitere (455) - dall'identità ononiastica di proprietari clie ritornano<br />

altrove in pngi diversi come ndfitres (e dalla stessa correlazione/coincideiiza tra questi e le<br />

persisteiize topononiasticlie); si è potuto anche tentare di delineare una carta topografica dell'Appennino<br />

veleiate abbastanza atteridibile nclle linee generali (456) quanto provvisoria, se noli ipotetica<br />

e tuttora discussa, per quel che riguarda la coiifigurazione e la localizzazione esatta della<br />

iiiaggioranza dei pngi (e taiitopiù dei fitr7di etc.).<br />

Qui di segiiito - anche per l'impossibilità di inoltrarsi in questa sede nella coniplessa ed iiitricata<br />

probleniatica conriessa (linguistica, topononiastica, topografica) -, preferisco offrirne le


LA TAVOLA ALIMENTARIA VELEIATE<br />

linee portanti, scendeiido in dettaglio solo in casi particolari, e a titolo eseniplilicativo: la stessa<br />

incredibile, quanto spesso velleitaria e qualche volta gratuita, bibliografia specifica [specie loca-<br />

le, sui singoli toponimi (45711, verrà di necessità citata cursorianiente e solo se utile alla discussio-<br />

ne, per evitare l'ulteriore appesantiniento delle note.<br />

Una minoranza dei toponimi della TAV, si è già visto, appare deviare da forine foiieticlie e niorfologiche<br />

latine, riirelando i segni della presenza storica, priina ancora clie etnica e linguistica, iiitligena,<br />

ligure anzitutto e celtica (458). In particolare, poi, si sono riscontrati - oltre al tipico e<br />

maggioritario suffisso prediale latino -nrro- (4S9), a fianco dell'identico suffisso prediale d'origi-<br />

iie ccltica, iiiiito n j:eiitilizi ioi>iiiiii, -(ic11- I -1rko-, -1rgo- coiiic -jo- [nuovo] e -*rlttrros- [iiisedianiento (fortificato)], e l'adattamento<br />

ligure scrltus Nei~idttr~trs a VI1 54 (472); i fir)idi Birdacelitrs a V 4, Cnrigelltrs a 111 97, Liccole~tctis<br />

a VI 23 (473)l.<br />

D'altro canto, sono stati segnalati in toponimi della TAV aiiclie elementi indoeuropei ed etruscoitalici<br />

(474): oltre a qualche noine radicale [ad esempio, il discusso ftrrrdtrs Ttrllnre - dall'etrusco<br />

ttilnr = cippo di corifine (47S)? - di 111 29, 31,711 e composto (si pensi al pngirs veleiate Ailzbitrebicts<br />

(476). formato dalla preposizione Le. *nnrblii- [tutt'intoriio a], I'idroninio Trebin [Trebbia] e<br />

il suffisso -io- [cfr. più sotto]), è noto tutto un gruppo di nomi derivati da suffissi, anzitutto il diffusissiiiio,<br />

ariche iiell'Italia tardo-repubblicana, -io- [in più di una ventina di casi (477)l.<br />

Per la forniazione di aggettivi toponiinici da sostantivi o nomi propri, sono usati anche altri<br />

suffissi, quali mi-, clie forma etiiici da topoiiinii [cfr., e.g., oltre alle innunierevoli testinioiiiauze<br />

di irr Veleinte, il 1)ngirs Lrrrns [I1 85 e V 501 e il col- 114trletns [I 21, nel Veleiate, e il pngtrs libarnense<br />

iblonirzas a IV 35 e VI1 46 (478)J e il derivativo -irr(o)- (cfr. il ftrrzdtrs Ltrbnttti~ri a 11 19 (479): e il doppio<br />

suffisso -ik-ho- nel f~r~~dirs Cnrrici~rirs a IV 43): e cfr. -nrrro- [ir~ Libctrr~er~se a IV 35, 86; V 22;<br />

VI1 46 (48011 e -errr?o- (pngtts Bngierrrztrs (481), nel Veleiate).<br />

Si possono, poi, identificare altri toponirni ed etnici della fase roiiiana forinati da innesti


946 NICOLA CRINITI<br />

- su basi iioii latiiie - di suffissi prediali latiiii (482): in particolare, -eirsi- [per la Formazione di<br />

etnici da iol>oiiirni urbani: cfr. il pcigris veleiate Albeiisis - tlal ligure (?) nlbn [capoliiogo] - e il<br />

già citato irr Libnriroise (483)l; -éto- [per foriiiazioiii topoiiiiiiiclie collettive da fitoiiiiiii: cfr. snltirs<br />

prnediciqiie Benrsetis tli VI 66 (484)l; -trlo-, poi beli tliffiiso nella tarda latinità per formazioiii toponimiclie<br />

[cfr., e.g., l'aiioiiialo [trridrts Tnxtciiirtlne a \' 4 e i socii Tn.~intiitlnles a V 2 (485)l.<br />

Iiifiiie, iioii è seiiza iniportanza segnalare che i noiiii tlei pngi testimoniati iiella TA\r soiio di<br />

per sè non escliisi\~i della zona, ed altrove testiiliotiiati (coiiie si indicherà via via iii nota). E oltre<br />

ad origini geograliclie (Airrbitrebitts: plaiisibilnieiite A~ui~iodtrriris e Si~iiieirsis, e l~ellitrs [o, iiieiio<br />

plausibiliiieiite, da gentilizio?]) ed ctiiiclie preroiiiaiie e roiiiane (Bngieririlrs, Stritiellrts, I~ercellerisis,<br />

I~eroi~erisis: forse Albeirsis, coii Bogieilvrirs e Stntiellrrs p~roiiiaiio, e I~nlerrtirrirs [o da nome beiieaiiguraiite?]),<br />

possono essere ricoiitlotti a teoiiimi roiiiaiii (Apolliriciris, Cerinlis, Dinrriirs,<br />

Hercirlfii?iirs, Iiirior~i~~s, ~Idnrtirrs, ~ldercirrinlis, 114irieri~iiis [bis], Veiieritis, e Snlrrfnris? (486): col suffisso<br />

iioii si spiegaiio faciliiieiite i iioiiii pi'eroniaiii dei 11ngi libariieiisi Eboretrs e ~\.loriirins. e del veleiate<br />

I,ttrns (487).<br />

Dalla coiiiposita realtà toponiiiiica della TAV, clie offre uii quadro pur parziale, ma stiniolaiite,<br />

dei colitatti ed intercoimessioni etiiiclie cli questa porzioiie del Piacentiiio, è opportuno passare<br />

al piì~ coiicreto dato geografico qiiale risulta dalla lamina: iir prirriis, all'esteiisiotie, disciissa, di<br />

Veleia (488) e del suo territorio (e, per conseguenza, ai suoi confini coii Piaceiiza, Pariiia, Lucca<br />

e Libnriin [Serravalle Scriuial).<br />

Uno sclieiiia possibile di itleiitificazione e ricostriizione topografica, sostaiizialnieiite secoiido<br />

la critica giìi recente, clie lia iti parte smeiitito lo scetticismo bortiiaiiiiiaiio (489), porta - se<br />

pur spesso ipoteticamente - acl iiiia serie tii iiiiportaiiti suggestioiii, se non coiiclusioiii, che qui<br />

presento piir nella loro, forse inesorabile pvo\visorietà, parteildo dai trentatre pcigi, i cui ambiti,<br />

già si è detto, non pote\laiio soviapporsi: anzitiitto dai quindici veleiati e, per quel clie si piiò dire,<br />

dagli altri diciotto: 3 libarnensi, 1 liiccliese, l parilieiise, 13 piaceiitini. Quiiidi si tocclieranno i<br />

iioue vici veleiati e quei fiiit(li piìi laciliilente localizzabili o per qiialclie verso interessanti (490).<br />

Ne risulta, lo anticipo per cliiarezza, iin piìi piiiitiiale riscoiitro dei conipositi confini cli Veleia<br />

[alla I-es prrblicn l~eleintitrrr~, del resto, spetta - cfr. 163; I11 74; IV 60, 64; \/I1 39 - una proprietà<br />

tra le valli del Ceno, del Niire e del19Arda (491)l. Ad occidente confina: a iiortlliiord-ovest,<br />

coiiie a iiordliiord-est in sostaiiziale coiitiniiità coli le assegiiazioiii del 111.11 secolo a.C., col territorio<br />

pianeggiaiite di Piaceiiza (492) (la res pirblicn Pl~rce~itiiro~-~trir a\.eva del resto proprietà - cfr.<br />

I1 46 ss., 65 ss. - aiiclie nel Veleiate, attorno a Caverzago); ad ovest col territorio aspro ed iiiipervio,<br />

a prevalente pascolo e selvatico, di Libnrrrri, Serra\.alle Scrivia (493); di seguito, a sudlsudovest<br />

coii qiiello tli Liicca (494) (la I-es ~~trblicn Lticerrsitiiii è titolare, del resto, di vaste proprietà<br />

iiel \leleiate, nella parte meridioiiale e iiioiitagiiosa, specie nei pngi Statiello, in iiiiiior iiiisura Al-<br />

bense, Velleio, ~Ietliizio C - a I11 4 - nel settentrionale Irirro~iitts).<br />

r\d oriente conliiia: a iiordliiord-est col territorio di Piacenza (e col discusso Airtins (495): [zolla<br />

di] Fiorenziiola tl'Arda?) e ad estlsutl-est con qiiello di Parma (496).<br />

Ailzitiitto, il ii~rrriicipiiirii veleiate appare iiiiiiiediataiiieiite coiifinaiite coi pngi piaiio-colliiiari<br />

Iitr~o~iiiis [tra il corso superiore del Riglio, fors'aiiclie del Niire, e del Cliero (497)l a nord-ovest


e Florei~rs [dal Cliero all'Arda, e forse oltre, nella zona di Liigagiiaiio Val d'Arda (498)l ad est. Ad<br />

occidciite, poi, a iiord-ovest gli appartenevano i pngi: Ltrras [sulla sinistra del Trebbia, nel bacino<br />

del Luretta (499)l. Strlcits [se è collocabile tra il Luretta e il Trcbbia (500)l e Arribifrebiirs [la parte<br />

inlcriore delle valli Trebbia e Nure (501)J.<br />

Ad ovest gli apparteneva il Doritifitrs [tra il Trebbia e il Perino, fiiio alla va1 Nure, verso Bobbio<br />

(502)], con linee di coiifiiie allo Spettine coli 1'Arirbifrebitrs e i11 va1 Trebbia, a Materano (firrrrlirs<br />

~\.iirttiertinrzris), col Bngieririrrs, e vicino - cfr. I1 89-90 - aiiclie allo Itiriorri~ts: a s~id-o\'est i tre coiitigui<br />

Bngier711iis [tra l'alta va1 Trebbia e la va1 d'Avete, fino a Ferriere, sulla riva sinistra del Nure<br />

(503)], Albensis [nell'alta valle del Nure, del Ceno C del Lecca, di iiiassiina (504)], Sfntiell~is [nella<br />

zona di Bedoiiia [scrltirs Bifitrrinl, tra il Ceno e il Taro (505)l; ed infine il T/elleitrs, in zona inontagiiosa<br />

e, iionostaiite il nome, lo~itano da Vcleia [tra il corso superiore del Nure e il Lecca (506)l.<br />

Ad oriente, invece, a parte il Flo~eiirs, in cui corre il confine col discusso territorio Arificis (verso<br />

Nell'ordiiie: Snhlitrs [nella conca di Pellegrino Pariiiense, nia forse ilella valle del Ceno fino a Varsi<br />

(507)], e i confinanti - cfr., rispetti\'aiiiente, VI1 58 e 111 37 - I~nleritrs [nella colica, forse del<br />

Cenédola (508)l e Snltrtnris [a ca\rallo del Ceno, tra Varsi e Bardi (509)l; quindi. il iumaiiizzato 114~rlirtiris<br />

[nella Valrn6zzola. tra il M6iizola e il Taro (510)l e il contiguo (?) Dinriiirs [verso il Taro, nella<br />

Valni6zzola, iiltonio a Testaiiello (51 l)].<br />

Verso l'esterno, poi, ad occideute il Lrirns è coiifiiie setteiitrioiiale col territorio montagnoso<br />

di Libcwnn [Serravallc Scrivial, che scendeva nell'alta va1 Nure, idealmente proseguito sul Trebbia<br />

da Altzbitrebirrs e, iii specie, Doir~itiiis (cfr. \I 22 e VI1 46): quest'ultiino~)ngtrs, del resto, risultava<br />

confinante col contigiiopcigtrs libarneiise Eboretu [che coinprcndeva, grosso irtorlo, il territorio<br />

bobbiese (512)l; il Bagieiino coll'altro libariiense 114oniirrrs (sulla sinistra dell'alta va1 Nure), i11 cui<br />

dove\ra passare il coiifiiie - al Nure - con Veleia (513); e I'Albense con I'ultirrio pago libarnense,<br />

il ~\.inrfitrs (514) (separato a nord, dal 1\4orriricis, dalla linea Avetolrio RiiffinatilRocca Marcia?).<br />

Più sotto, coi iileridioiiali pngi Alberrsis e Slntielltrs - là dove la res priblicci Litcensiirr~i lia<br />

proprietà montane non indifferenti - coiifiiiaiio il territorio di Lucca e il suo montagiioso pngtrs<br />

~\.iirrer~~ius [iiell'alta valle del Ceiio, al confine coli Veleia (515): cfr. I11 32 ss. e 75 ss.], clie è ovvianiente<br />

divcrso - conle alreira già iiitciito il De Laiiia - dall'onioiiiiiiopngrrs <strong>piacentino</strong> di V 90 ( 516).<br />

Ad oriente, il pngrrs Snhlirrs, che è pure - col Snltrfnris - forse in parte pariilerise (cfr. 111<br />

37). e gli altri pngi sottostaiiti confinano - dalla coiiflueiiza TarolCeno a Berceto, grosso rrrorlo<br />

- col territorio di Pariiia, iir cui è del rcsto conipreso il pogtrs ~l'lercrrricrlis (517), i11 zona colli~~areriioiitagnosa,<br />

fino al Parriia (~iell'ainbito di Foriiovo, plausibilmente).<br />

Per qiiaiito poi riguarda il territorio <strong>piacentino</strong>, clie lio lasciato per ultinio, 11011 c'è molto da<br />

dire dei suoi niiiiierosi pngi, per la loro non frequente citazione nella TAV e quindi assai difficile<br />

localizzazione (salvo una generica, iila iiiiprecisa, posizione settentrioiiale). Tra i dati accettabili,<br />

se iioii probabili, soiio ttittavia la collocazio~ie a nord-ovest, in zona piano-collinare tra la va1 Luretta<br />

e la va1 Nurc, del pngris I/eriericts (518). piire forse in parte veleiate (cfr. V SO), conliiiante<br />

in ogni caso col veleiate Ltrrris: del pngiis Vercellerrsis (519). nella \,al Tidoiie (e iiella va1 Trebbia<br />

fino ad Aricaraiio, a ridosso del ueleiate p. A~ribifrebiiis?).<br />

A nortl si possono localizzare il pngrrs Siririerisis [nel territorio di Carpaneto Piaceiltino (520)?1<br />

ed il finitiino (?) pogris Hercrilnriiirs (521), il piìi citato dei prrgi piacentini col I/ercellertsis, confiiiaiite<br />

a sua volta col Veleiate Flor-eirts (cfr. VI 45): e, attraverso i coiitigui e sottostanti pngi orieiitali<br />

Valerio e Salutare (cfr., rispettivaiiieilte. V 47 e 70), si è anche pensato dovesse passare uii<br />

altro confiiie tra Veleia e Piacenza.


948 NICOLA CRINITI<br />

Per il 1)ngtrs Farrclficaritrs (522), infine, la cui collocazione nella media va1 Nure ha labili riscontri<br />

topoiiimici, e non è altrinienti determinabile (cfr. 111 48), si può solo aggiungere che due<br />

(?) omonimi ~~ccgi sono anche ricordati in Lombardia, in zone non lontane: in un'iscrizione votiva<br />

di Petlergnaga-Oriano (CIL V 4148 = ILS 6703 = 1.1. X, V, 980). poco a nord del confine cremonese<br />

all'oglio (ora al Museo Roinano di Brescia), ed in una tegola fittile ritrovata a Casteggio, in provincia<br />

tli Pavia, ad una cinquantina di cliilometri ad ovest di Piacenza (CIL V 7356: potrebbe anche<br />

riferirsi al pngus <strong>piacentino</strong>).<br />

Per gli altri otto 1)ngi piacentini - Apolli~?nris (523), Bringor?tir?tis (524). Cerinlis (525), Itrlitrs<br />

(526), 114irzer-i~itis (527), Noi>iorliintrs (528). Vnler2tiriirs (529), Vemnensis (530), - non abbiamo alcun<br />

elemento concreto, ora come ora, clie ci permetta di dire qualcosa di serio sul piano topografico.<br />

I novi i~ici,dal nome preroniano di origine figure (531), sono invece tutti collocati in pngi veleiati<br />

ed in zone tnoiitagnose (cfr., più sotto, il victrs Cclf~rr~~ictctis e il I>~CLIS ~Vitelitrs, tanto per fare<br />

nosne pi.obabiln~ente estraneo alle aree ligure/celticaletrusco-italica (532); nel pago Doniizio il Cnf~~).r?iftctis<br />

(533), in \tal Nure (Cogtio San Bassano, nel comune <strong>piacentino</strong> di Farini d'olmo?); nel i<br />

pago Bagienno l'h~ni?e/itis, iii \?al Nure, dove - secondo G. Devoto - si sarebbero insediati in età<br />

storica degli itn~erzes, per un i~ersncrur?i (534), e il Nitelitls [Nicellil, nel comune piaceiitino di Ferriere,<br />

in alta va1 Nure, a mille metri d'altitudine (535); nel pago Velleio I'Uccin (536); nel pago Albense<br />

il Blo~irlelin (537), conca a coltivo di fronte a Farini d'Olnio, in va1 Nure, caratterizzata -<br />

sempre secondo il Devoto - dalla terra 'rossa' (?), il Ltlbeliiis, attorno a Liveglia, nell'alta valle<br />

del Ceno (538), e il Sece~in, parzialmente nel bacino del Lavaiana, di fronte a Ferriere, in va1 Nure<br />

(539). Nel pago Salvio è, infine, l'unico i~ictrs orieiitale, l'lri>accirs, che tloveva estendersi nella conca<br />

di Pellegrino Parmense (540).<br />

Quanto ai ftrridi, snlttrs, etc. non sarebbe qui possibile farne un discoiso oinogeneo, dati sia il loro<br />

grande numero (541) e dispersione, sia la prevalente indeterminatezza di accertamento e collocazione<br />

sul territorio, clie pongono innuniere\~oli problemi toponomastici e topografici. Preierisco,<br />

quindi, elencare - senz'alcuna pretesa di completezza (anche perchè lio volutamente tralasciato<br />

le innun~erevoli e fantasiose proposte sette-ottocentesclie, ed oltre ..., dei filoni locali), ma per prima,<br />

essenziale informazione - quelli localizzabili piìi o meno attendibilniente, o clie offrono un<br />

qualche interesse, nell'ordine alfabetico del toponiino latino preso in considerazione (altri toponimi<br />

in -nrztrs, che qui iion ripeterò, sono raccolti iiella n. 459).<br />

Per offrire, poi, anclie uno strumento pratico, se pur ovviamente parziale, di idesitificazione<br />

e lettura tlei toponinii della TAV, lio dato il rimando testuale, l'indicazione del pngtrs e del territorio<br />

di appartenenza (così tla avere un'idea almeno approssimata della reale loro localizzazione<br />

antica) e del nome moderno, ove possibile, a volte con altre indicazioni essenziali: i rimandi selettivi<br />

in nota permettono, in ogni caso, di localizzare e distinguere ftr~zdi e snlftrs omoninii e di risalire<br />

agevolmente alle discussioni e trattazioni più recenti e complete, clie sarebbe qui impensabile<br />

anche solo riassumere sirzgi/lntii?i.<br />

(Si tengano presenti le seguenti abbreviazioni:<br />

C. : coloriin<br />

f. : /trrrcltrs (-i)


- e per i territori d'appartenenza:<br />

[LIB] : Libarfin (Serravalle Scrivia)<br />

[LUI : Lucca<br />

[PC] : Piacenza<br />

[PR] : Parma<br />

[VELI : Veleia )<br />

LA TAVOLA ALIMENTA RIA VELEIATE<br />

F. Ad,usiacus I VI1 41 1 p. Stntiellirs [VELI I Drusco, nel comune parmense di Bedonia (543)<br />

F. Albonin>rtrs I I 37 1 p. Ii~i?oizius [VELI 1 ? (544).<br />

F. Alfin I IV 41 111. Vercellerzsis o Ar,zbitrebitts [PCIVEL] 1 Alfiano, località piacentina oggi scomparsa,<br />

sulla destra del Trebbia ? (545).<br />

F. Allelinrztis I I 23 1 p. Dor?~itiifs [VELI I ?: cfr. 11. 726.<br />

F. Anzirziarlits I VI 30 /p. Floreitis [VELI/ Mignano, nel comune <strong>piacentino</strong> di Morfasso. in va1 d'Arda<br />

(546).<br />

F. Arniidis I 111 37 1 p. Snlictnris e Snlviiis [VELIPR] 1 ? (547).<br />

F. Arzclrnria~ziis I IV 42 /p. Vercellensrs [PC] I Ancarano (Sopra), nel comune <strong>piacentino</strong> di Rivergaso,<br />

sulla destra del Trebbia (548).<br />

F. Antorzia~zus I V 50 /p. Verleri~is e Liwas [VELI I Antugnano, nel comune <strong>piacentino</strong> di Piozzano,<br />

sulla destra del Luretta ? (549).<br />

F. Arbistrinrzcts I V 85 1 p. Me,ri(r-ialis [PRI l ? (550).<br />

Apperrriir~iis Areliascifs l V 21 /p. Eboretrs [LIB] I Areglia, Frazione del comune <strong>piacentino</strong> di Bobbio,<br />

sulla si~iistra del Trebbia (551).<br />

F. Arrntzinn(i) I 111 96 / p. Sali~iits [VELI I nella zona di Pellegrino Parmense? (552).<br />

F. Arstlr7inctrs I I 18-19 1 p. Iii~io~liiis [VELI I ? (553).<br />

C. Artefigin / I 34 1 p. Iiirzonitts [VELI 1 ? (554).<br />

F. Asellinniis l 111 1, 8 1 p. Iitrzorziits [VELI I Aselle, località scomparsa della va1 Nure ? (555).<br />

F. Assceiin I IV 80-81 1 p. Florei~fs [VELI I Assè, nel comune <strong>piacentino</strong> di Farini d'Olmo, in alta<br />

va1 Nure ? (556).<br />

S. Afiefin I I 97-98 1 p. Doizzifiiis [VELI I ? (557).<br />

S. Attinrriis I I1 53, VI1 51 (nella forma alterata Attiriaiin) /p. Antbitrebius [VELI I Azzano, nei pressi<br />

della piacentina Travo, sulla sinistra del Trebbia ? (558).<br />

S. Avegn I VI1 37, 111 72 (s.f. Aiiegn) I p. Alberzsis o Velleius [VELI 1 ? (559).<br />

F. Bnebinn~is l I1 50 111. Anrbitrebiils [VELI I Bobbiano, nel comune <strong>piacentino</strong> di Travo, sulla sinistra<br />

del Trebbia ? (560).<br />

S.P. Bnrgne I VI 70 l (proprietà dei colo~li Lucerzses) 1 ? (561).<br />

F. Bnssilinr~~is 1 I83 /p. Albensis [VELI / Bassano, nel Piacentino, sulla sinistra del Riglio ? (562).<br />

S.1, Beriisetis I VI 66 I (proprietà dei coloni Liice17ses) I Berceto, sulla destra del Taro, nel Parmen-<br />

se (563).<br />

F. Bet~itiarziis cfr. i. Vet~ctinrlcts (n. 712).


950 NICOLA CRINITI<br />

F. Biitelits / 111 4 1 p. I~rrroriiits DfEL] 1 ? (564).<br />

S. Bititrrin 1111 32, 75: e VI 60 (S.[). Biliiriine sive qiro nlio i>ocnbirlo sttrit) l p. Albeirsis, iblirieri~iits,<br />

Stcttiellirs [VELILUI I la pariiiense Bedonia, iii va1 Ceno (565).<br />

F. Bii~eliits I 111 56-57 1 p. Bngierrr?irs [VELI 1 ? (566).<br />

S. Blnesioln IVII 45 1 p. Bngieririirs e 1\4orrirrns [VELILIB] l in posizione elevata, tra i monti Aserei<br />

ed Albareto ? (567).<br />

S.P. Boielis I VI 70 1 (proprietà dei color?i Litceiises) l ? (568).<br />

S.P. Borntiolne I VI 67 1 (proprietà dei colorti Lircer7ses) I il coinuiie parmense di Bore ? (569).<br />

F. Bitdnceli~is I V 4-5 11). Dinr?itrs [VELI / ? (570).<br />

F. Brlelnbrne I 1 59-60 1 p. Snlirtnris [VELI I nella Valm6zzola (571).<br />

F. Cnbnrdincirs / 11 48; e cfr. 65-66 (Cnbnrrlinctrs i>ettts) I p. Artibiirebirrs [VELI I Caverzago, nel co-<br />

. .<br />

F. Cnesinrii 1111 96 1 p. Snli>i~rs [VELI I Sessano, nel coniune di Pellegriiio Pariiieiise (574).<br />

F. C~rlvetztiariits I I1 57-58 1 p. Airibitrebii~s [VELI ? I Calenzano, nel comuiie piaceiitino di Béttola,<br />

in va1 Trebbia ? (575).<br />

S. Cnr?inri~ts I I1 64 1 p. ilrrzbitrel>iiis [VELI ? I Caiaiio, a nord di Carmiaiio nel Piacentino, iii va1<br />

Niire ? (576).<br />

F. Cnrrirzinr>its I I 37 1 p. Iirrzoriiits [VELI 1 Carignoiie, nel coinuiie piaceiitiiio di Morfasso, a sud<br />

di Veleia (577).<br />

F. Cnrigeirtts I I11 97 11). Snlvi~rs [VELI 1 Careiio. a sud di Pellegriiio Parrneiise (578).<br />

(F.) C(rrr-icir?iis I I\{ 43 1 p. Vercellensis o Artrbitrebiirs [PCIVEL] I ? (579).<br />

F. Car-rzrf(ir?innirs 1 V1 44 1 p. Flor-eiirs o Hercirlc~riiirs [VELIPC] 1 ? (580).<br />

S. C[rrttcln I VI1 57 11,. Snh~i~cs e I/n/e,?iis [VELI I Carozza di Viaiiiiio, nel conlune parriieiise di Varano<br />

de' Melegari (581).<br />

F. Cnssinrrlrs IIV 71, 75 /p. Iirrroiriits siile qui (11iirs [VELI/ Cassano, nel coinulle piaceiitiiio di Poiite<br />

dell'Olio, sulla destra del Nure (582).<br />

Silime C(tstricinrine I V 94 Ip. I'ercellertsis [PC] I Casturzano, iiel comune di Saii Giorgio Piacentino<br />

(583).<br />

F.s. Cntircirir?rrs I 111 6 e 1 28 (/.S. Cntirsnriinrri) i p. I~rr?oniiis [VELI I Galusaiio, nel comune tli Sati<br />

Giorgio Piacenti110 (584).<br />

F. Criliirrziocirs I \l 52 1 p. Verreri~ts e Lrrrns [VELI I Scarniago, nel coiiiune piaceiitino di Travo, sulla<br />

sinistra del Trebbia: cFr. supra, ijicirs Cntirrriincirs, coli cui tiittavia iioii pare si identificlii.<br />

Apper~iziirrrs Cn~~dnlnsctis IV 21 /p. Eboreiis[LIBlI la piaceiitiiia Coli, sulla destra del Trebbia (585).<br />

F. Criirdincne l VI 25 l[). Stntiellits [VELI 1 ? (586).<br />

C. Cirriterrcs I I11 15 1 11. Iitrioriiits [VELI I Céllei-i, iiel coiiiliiie di Carpaiieto Piacenti110 ? (587).<br />

F. Cirrtrinrriis I I1 77 1 p. I/erterirrs [PC] I Ceiio, nel coniuiie <strong>piacentino</strong> tli Farini d'Olnio, iiell'alta<br />

va1 Nure (588).<br />

F. Cloris I I11 27 1 1). Dorititiirs [VELI 1 ? (589).<br />

F. Clorlinrcirs I IV 55 l 11. Di«riitts [VELI l ? (590).<br />

F. Cloiister I 111 29, 69 111. Albei?sis [VELI I 'luogo chiuso' (591).<br />

S./). Coelicrr?n 1 VI 66-67 i (proprietà dei colorii L~iceiises) 1 ? (592).<br />

F. Corbellinri~rs 1 111 8 111. Irriroriirrs [VELI I Croviano, nel co~ii~iiie <strong>piacentino</strong> di Gropparello, sulla<br />

siliisira del Cliero (593).<br />

F. Co~'rre/inrrirs 11 33 e 35 (C. Corr?elinr?n) 11). Ii11ro1?iits [VELI I Coriieliano, iiel coinuue di Saii Gior-


gio Piaceiitiiio, all'iiiibocco della va1 Riglio (594).<br />

F. Coi~nriine l \T 58, 60 / 11. Arirbitre1)i~is [\/ELI 1 ? (595).<br />

S.f. CI-[redeli~is I V 41 / 11. i14ed~ctiris [VELI 1 ? (596).<br />

F. Crestinrriis ! IV 29 11). Alberisis [VELI / nel territorio del coiiitiiie piaceiitino di Béttola, nell'alta<br />

\,al Nure ? (597).<br />

i? Crussilinctrs I I 58 111. Stntielltts [VELI 1 ? (598).<br />

F. Crrrrrnllin (?) I I11 42 1 p. I/ercellerisis [PC] I ?: crr. 11. 312.<br />

S. Del~eli I VI1 37 e 111 73 (s.f. Debelis) 111. A1berisi.s o l/elleitrs [\/ELI 1 ? (599).<br />

F. Dellinrriis 1 11 69, cfr. 111 49-50 111. F1oreiii.s [VELI I ? : cfr. il. 745.<br />

S./). Dirrirrrir I VI 68 1 (proprietà dei colorii Lrrcelises) 1 ? (600).<br />

S. D~IIS~(II~IIS 1\11 40//i>. S(il~>ilis [\1ELl/cfr. iiionte Dosso, a sud del coniiiiie pariiiense di \/arsi (601).<br />

stilla sinistra tlel Nure (602).<br />

F. Fcrbinrrrrs I TV 49 11). I'ercellerrsis [PC] I Fabbiaiio, iicl coiiitiiie piaceiitino di Borgoiiovo Va1 Tido<br />

iic ? (603).<br />

C. Fer-I-(iriin I VI 41 1 11. Scrli~irrs I\/ELl 1 ? (604).<br />

I;: Flnccellincris l I 33 / 1). Iirriorliiis [VELI 1 ? (605).<br />

F. Geiriirriaiii I I1 3 1 / 11. Srillrtnris [VELI I Costageiniiiiaiia, iiel coiiiune paiiiieiise di Bartli, o Casc<br />

Geininiaiii, nel coiiiuiie pariiiense di Varsi ? (606).<br />

F. Gerinvin i \/I 23 / 11. Dinrriris [VELI / ? (607).<br />

C. Geriliniin / 11 44 111. Arirbitrebirrs [\/ELI I ? (608).<br />

F. Grnrriririi I I\/ 5 1 p. Floreiirs [\/ELI/ Gragiiaiio, iii va1 Ceno (609).<br />

F. Grnirinrrtis 1 \TI 13 111. Snli~irrs [VELI I Gragiiano, nel coiiiuiie di Pellegriiio Pariiieiise (610).<br />

S. Heli~ori~is 11 93-94 1 p. Doriiitiris [VELI 1 ? (61 1).<br />

F. Hislriodirritts / VI 85 111. Sirrrierisis [PC] I ?: cfr. ti. 302.<br />

F. Hostilinrrits I I I l 11). Icrrroriiits [VELI I Iustiaiio, iiel coiiiliiie piacciitiiio tli Vigolzoiie, iiella iiiedia<br />

va1 iV1ii.e ? (612).<br />

F. Ibittn 1 1 57 / p. Stntiellris [\/ELI 1 ? (613).<br />

F. Ibocelis I 111 60 1 p. Dorriitiirs [\/ELI 1 ? (614).<br />

F. Irrriielilrs I I11 99 111. Floreitrs [VELI 1 ? (615).<br />

F, Irrlic~riiis I 11 89 /p. I~rrrorriirs e Dorrtitirrs DrEL] / Clii~ilaiio, nel coniiiiie piacciitiiio di Vigolzoiie,<br />

sulla destra del Trebbia ? (616).<br />

F, Ii~~~rrefirrsi 1491p. Bcigierrritts D'ELI I ? : cfr. supra iiicio Ii~nrrelirts, con cui probabilmente coincide.<br />

S.P. 1,nei~eli 1 VI 65-66 1 (proprietà dei colorii I,itceirses) 1 ? (617).<br />

F. Lnei~in I I\/ 6 e 5 (nl~per~rririiis Lriei~in) 11). Floreiirs [\{ELI 1 ? (618).<br />

F, Lcircorrinrr~rs i 1, 79-80 / 11. T~nletrtiiriis [PC] / ? (619).<br />

S.p. Lntai,io I VI 65 / (proprietà dei colo1ri Lrrcerises) 1 ? (620).<br />

F, Lereiniiiirs I I1 46 /)I. Arirbitrebirrs [\/ELI l contiguo a Caveizago, iiel Piaceiitiiio (621).<br />

S.[). Lesis l VI 68 1 (proprietà dei colorzi Litcerises) / ? (622).<br />

S. Lericoiirefitts / VI1 37 e I11 72 (Leiicitrireliris) /p. All>eiisis o I/elleiirs [VELI / "collina bianca", cfr


952 NICOLA CRINITI<br />

l'idroniino Lecca, affluente del Ceno, nel Piacentino (623).<br />

F. Librelitrs l I11 22 1 p. Statiellits [VELI 1 ? (624).<br />

F. Liccoletic~ts I VI 23 1 p. Diarzitrs [VELI 1 ? (625).<br />

F. Licitziatztrs l I1 68 I 1). Aiizbitrebiits [VELI I Lisignano (Veccliio), nel comune <strong>piacentino</strong> di Gazz6la ?<br />

(626).<br />

F. Ligttsfictts I I1 61 I p. Ar?zbiti.ebius [VELI ? I Lugarzano, nel comune <strong>piacentino</strong> di Béttola, in alta<br />

va1 Nure ? (627).<br />

F. Locresiatz(i) I VI 7-8 1 p. Donzitiirs [VELI I Lugliersano, nel comune <strong>piacentino</strong> di Béttola, in va1<br />

Nure ? (628).<br />

F. Litbntrfini I I1 19 1 p. Vnlerius [VELI l ?: cfr. n. 479.<br />

F. Lirciaiitrs I IV 32 1 p. Albensis [VELI 1 ? (629).<br />

F. Litcilintzi I I1 24 l p. Valeriits [VELI I Lusignani, nel comune di Pellegrino Parmense (630).<br />

. .<br />

F. A4ainnztileiar2trs 1111 18, cfr. IV 17-18; V 8 1 p. Donzitita [VELI I ? : cfr. n. 721.<br />

F. Mnnciarzirs I I11 4 l p. Iirno~ius [VELI l Mansano, nel comune <strong>piacentino</strong> di Vigolzone, alla sinistra<br />

del Nure ? (632).<br />

F. Mnrzlinritrs 1 I 11, 13 1 p. I~t~~or~ii~s [VELI 1 ? (633).<br />

F. Mnrcilinrztts I VI1 5-6 1 p. Herculnni~ts [PC] 1 ? (634).<br />

F. A4nriarzus I I1 21 /p. Snlvitrs [VELI I Mariano, nel comune di Pellegriiro Parmense (635).<br />

F. A4nrinrzirs I IV 76 1 p. Floreiits [VELI 1 ? (636).<br />

F. A4nticiarzi I I1 29 1 p. Salittnris [VELI 1 ? (637).<br />

F. iblessiniztts l I1 54, cfr. VI1 51 1 p. Anzbitrebiirs [VELI I Missano, frazione del comune <strong>piacentino</strong><br />

di Gazzola, sulla sinistra del Trebbia (638).<br />

F. A4essianus I 147, cfr. I23 1 p. Doiiiifiirs [VELI I Missano, nel co~iiiine <strong>piacentino</strong> di Béttola, nella<br />

va1 Nure (639).<br />

F. iMestriaritrs I V 98 11). Hercitlarzitrs [PC] I Mistriano, nel Piacentino, sulla destra dell'Arda? (640).<br />

F. A4etelliarztrs I11 41 1 p. Atnbitrebius [VELI I Madellano, nel comune piacesitino di Travo, in va1<br />

Nure (641).<br />

S.P. Mettine I VI 69 I (proprietà dei colorii Lticerzses) I Metti, nel comune parmense di Bore (642).<br />

F. iMettttrzin I I 62 1 p. Snlutnris [VELI I nell'area sudorientale del Veleiate (643).<br />

F. A4ilielinc(tis) I IV 67 l p. Floreitts [VELI 1 ? (644).<br />

Collis 114itletas I1 2 1 p. Ainbitrebitts [VELI I 'terra rossa' ? (645).<br />

F. A4i1ttierziar1iis i V 11 e IV 93-94 (f. ~Mtrttieizani ) l p. Dotnitiits e Bngierznirs [VELI I Materano, nel<br />

comune <strong>piacentino</strong> di Bobbio, sulla destra del Trebbia (646).<br />

F. Naei~iarzirs I IV 59 1 p. A4edtttitrs [VELI I Niviano, nel comune <strong>piacentino</strong> di Rivergaro ? (647).<br />

F.s. Nnriarttts I 111 6 e I 28 (f.s. Natiaiti) l p. Iilrtorzitw [VELI I ? : cfr. n. 366.<br />

S. Nevidttrzirs I VI1 54 1 p. SLI~CLIS [VELI l 'la rocca nuova' ? (648).<br />

F. Nitielitts 1111 35 /p. Bagieniztrs [VELI l Nicelii, nel comune <strong>piacentino</strong> di Ferriere, nell'alta va1<br />

Nure: cfr. supra IJ~CLIS Nitelitrs , con cui è identificato.<br />

F. Notzincirs I VI1 42 1 19. Stntielltts [VELI 1 ? (649).<br />

F. h~oi~ellint~(tts) I IV 78 1 p. Itrnorzitrs sive (qtti) nlius [VELI I Niviano, nel comune <strong>piacentino</strong> di<br />

Rivergaro? (650).<br />

F. Nttrizeriarz~is I VI 92,94, 95 1 p. He~~culn~ziiis [PCI I Costa dei Numeriari, nel comune <strong>piacentino</strong><br />

di Ponte dell'olio, in va1 Nure ? (651).


LA TAVOLA ALIMENTARIA VELEIATE<br />

F. Orbiniiioctts I V 3-4 1 11. Diniriirs [VELI I nella va1 di Taro (652).<br />

F. Pis~rrii~cc~rs I I1 31 /p. Snlirtnris [VELI I Pisonia, nel comuiie parmense di Varsi (653).<br />

F. Plnirtinntrs I VI1 13 1 11. Ifemi~eiisis [PC] I Piazzano, nel Piacentino ? (654).<br />

F. Polio,ziniitis 1111 47-48 Ip. Fnrmticniliis [PC] l Folignano, tiel comune piacenti110 di Ponte dell'Olio,<br />

in va1 Nure ? (655).<br />

F, Pollinr?trs l VI 31 l p. Floreitrs IVEL] I Polignano, iiel comune <strong>piacentino</strong> di Lugagnano Va1 d'Arda,<br />

tra Cliero ed Arda (656).<br />

S,l-> Poptis I VI 68-69 1 (proprietà dei colorzi Ltrceuses) l 'forno' (da pane o da argilla) (657).<br />

F. Precele 1 V 21 1 p. Doiiiilito [VELI I Parcellara, nel comune piacelitino di Bobbio, in \,al Trebbia<br />

(658).<br />

F. Propertinricts I I21 1 p. Itoiorziits [VELI I Rocca del Prope, nel comune <strong>piacentino</strong> di Farilli d'01-<br />

F. Pcrllieriic~iii I VI 11 11). Snlt~iiis [VELI I ? : cfr. n. 746.<br />

F. Rosinritts I I\/ 42 /p. Vercelleiisis o Ariil>ilrel)itrs [PCIVEL] I Rossaiio, frazione del coinuiie piaceiitino<br />

di Travo, sulla destra del Trebbia ? (662).<br />

F. Roiidelitrs 1111 67 e 23-24 111. Albeiisis [VELI I monte Rudella, nel comune <strong>piacentino</strong> di Fariiii<br />

d'Olmo, i11 alta va1 Nure ? (663).<br />

S. Rttbncnitsti I I1 9 e 6 (s.f. Ritl~ncotitrs)lp. Doiiiiticrs [VELI I Revigozzo, iiel comiine piacentiiio tli<br />

Béttola, nell'alta val Nure (664).<br />

F. Rictiliniiirs I IV 71 /p. I~rriorii~rs sive qtri fclitts WELI I Rudialio, nel Piacentino, sulla destra del<br />

Nure ? (665).<br />

F. Snccitnsictrs 1 I 85-86 1 p. Albeilsis [VELI I in vai Nure (666).<br />

F. Snfiriiniitts I V 97 1 p. Herciilrir?itrs [PC] l Zaffignaiio, nel comune piaceiltino di Ponte dell'olio,<br />

nella va1 Nure ? (667).<br />

F. Snfrinrtcts I I1 80 111. Ver-celleirsis [PC] I Sariano, nel comune <strong>piacentino</strong> di Gropparello, sulla<br />

sinistra tlel Vezzeiio ? (668).<br />

F. Scnrztir?inccrs l V 45 1 p. Doriiititts [VELI 1 ? (669).<br />

F. Scrofiilnri~ts I V 89 111. 1\4iizervitts [PC] 1 ? (670).<br />

F. Sei~inrrris I 111 38 1 p. ~\'lec/~ttius [VELI I Sigiiano, nel comune <strong>piacentino</strong> di Travo ? (671).<br />

F. Set~o,zictirtrs I I11 71 e 30 (Se~>t~oiiiniiirs) I p. All~e~isis [VELI 1 ? (672).<br />

F. Solircrrtts I I1 83 1 p. Verorieiisis WC] 1 ? (673).<br />

S.f. Solicelo I I1 6 (e cfr. I 96: C. Soliceli) l p. Dortiiti~rs [VELI I Costa Sereggia, nel Piacentino, al<br />

liniite dell'area boscliiva tra Periiio e Nure (674).<br />

F. Solorzicciitts I I11 54 1 p. Bagieiiiitrs [VELI 1 ? (675).<br />

F. Sl~eiiiielln I I11 58 1 p. Doriiitius [VELI I Spirtello, iii va1 Perino ? (676).<br />

F. Slniitnctts I VI 95 (f. Strciztnctis totrrs) I p. Hercitlniiitrs [PC] 1 ? (677).<br />

F. Stntiniitis I I1 44 1 p. ilriibitrebitrs [VELI I Stazzano, nel coinitne piacentiiio di Travo, i11 \,al Treb-<br />

bia? (678).<br />

F. Stntin~itrs I V 48 1 p. Vnleriirs [PC] 1 Stuzzano, nel comune <strong>piacentino</strong> di Vernasca (679).<br />

F. Sitccoizinirtrs I V 89 1 p. 114iiier1~iirs [PC] l ? (680).


954 NICOLA CRINITI<br />

Sili~ne S~iffitc~rine I IV 3 1 p. Florei~rs [VELI 1 ? (681).<br />

F. S~tlpicinizi I V 60 1 p. Arzzbitrebitrs [VELI I ? : cfr. 11. 768.<br />

F. S~lnznzetis I 111 93 1 p. Stntiell~is WEL] l 'il fondo superiore' (682).<br />

F. Syrellinrz~o I V 24 1 p. Donriti~ts [VELI 1 ? (683).<br />

S.I. Tnrborzine I VI 70-71 1 (proprietà dei colorti L~icerzses) 1 ? (684).<br />

F. Tarq~ritinntrs I IV 43 /p. Vercellerzsis o Arrzbitrebiits [PCIVEL] I S. Pietro in Tranquiano, nel comune<br />

<strong>piacentino</strong> di Agazzaiio ? (685).<br />

F. Tnirriaizi I V1 85 (f. Tntrrici~i diio) I p. Sirzr?erzsis [PC] I Torrano, nel coiilune <strong>piacentino</strong> di Ponte<br />

dell'olio (686).<br />

F. Tastnrz~rlne I V 4 1 p. Dinrzitts [VELI I Testanello (e cfr. Tasto), nel coiiiune parmense di Borgo<br />

Va1 di Taro (687).<br />

F. Tovinr?i 1111 62, 64 (f. Toilinriis); 1/11 41 (f.Toi~inr~ne) l p. Sfntielltts [VELI 1 ? (690).<br />

F. Tiillnre 1111 29,30,71 1 p. Alberzsis [VELI I Tollara, nel comune piacenti110 di Béttola, sulla sinistra<br />

del Nure ? (691).<br />

S. Tuppelitrs I I 100 e V 32 (f. T~tppilin ) 11). Dorrzititts WEL] / ? (692).<br />

F. T~rscl~tnttrs / I 60 /p. Snl~rtnris [VELI / Tosca, nel comune pariiieiise di Varsi ? (693).<br />

S.P. Uccine I VI 64-65 1 (proprietà dei colorri Lircerzses) I ? : cfr. supra victrs Uccin.<br />

F. Ulnniotzi~rs I VI 57-58 e V 65 (Ulnrrrtirzi~ts) I p. Bngierzntrs [VELI 1 ? (694).<br />

S.f. Uliln / V 41 (S./. Uliln sive Ifelnbrne) I p. A~lecltrti~rs [VELI I nella Valii16zzola (695)<br />

F. Urzn'igenis l 111 66 / P. Stcitielltts [VELI l ? (696).<br />

F. Vactrleiniztrs I I 31 1 p. ILIIIOIZ~L~S [VELI 1 ? (697).<br />

F. Vnrinnus I IV 59 1 p. Medirtitrs WEL] l Variano, nel coinnne piacenti110 di Morfasso, nell'alta<br />

valle dell'Arda ? (698).<br />

S.P. Varisto / VI 67 1 (proprietà dei coloni Ltrcerzses) l la parniense Varsi, in va1 Ceno (699).<br />

F. Varpri I VI 17-18 /p. Stntiell~is [VELI 1 ? (700).<br />

F. Vnfir~cirzi I I11 62 I p. Stntiell~ts [VELI 1 Badagnaiio, nel comune di Carpaneto Piaceiitino ? (701).<br />

F. Veccnlenitrs I I1 33 1 p. Snliit(iris [VELI I Vigolena, 1x1 coninne parmense di Varsi ? (702).<br />

S. I/eccirrs I VI1 37 c I11 72 (s.f. Veccitrs) I p. Alberzsis o Velleiits [VELI 1 ? (703).<br />

S.f. Velnbrcre I V 41 (s.f. Uliln sive Velnbrcie) I p. Medtrti~rs WELI I iiella Valm6zzola (704).<br />

S.P. Velinriiii~rz l VI 71 1 (proprietà dei colorii Ltrcerzses) 1 ? (705).<br />

S. Veli~is I VI1 57 l p. Scili~iirs e V(i1eritts [VELI I (Velio di) Serra\ralle, nel coiilune parmense di Vararlo<br />

de' Melegari (706).<br />

F. Velleinntis I VI 13 1 p. Snli~itts [VELI 1 ? (707).<br />

I;. Vellius I I1 49 1 p. Anrbitre1)iirs [VELI I Vei, nel comune <strong>piacentino</strong> di Caverzago (708).<br />

S. Velviae I 111 73; VI1 38 1 p. Alberzsis o Ifellei~ts [VELI 1 ? (709).<br />

F, I/erzzbrtozitrs I111 18 (f. Verzibrttrziirs pnterr~tis) I p. Dot?zitiirs [VELI 1 ? (710).<br />

F. Veirtilinrrtts I VI 44 l 1). Floreitrs o Herc~rlnizi~ts [VELIPCI I ? (71 1).<br />

F. Vettrtinriiis I V 83 1 p. A.iercttrinlis [PR] I Beduzzo, nel comune pai.iiiense di Coniglio, nella media<br />

va1 Parma ? (712).<br />

F, Vicarrinizirs I IV 18 1 p. Dornitiiis [VELI 1 ? (713).<br />

F. Vicirinrz~is I V 8 1 p. Dornitiiis [VELI I Viserano, nel comune piacenti110 di Travo, alla destra del<br />

Trebbia (714).


F. I~icriorrirs / \'I 101, cfr. VII 15 (rrreris 1~icr.inrrcr) l p. Herc~tlnrrirrs IPC] I ? : cfr. li. 748.<br />

F. Ilirinrirrs I I\' 17, cfr. V 18-19 11). Dotrtilirrs [VELI I \leriaiio, iiel coiiiiriie piaceiiiiiio di Béttola ? (715).<br />

F. Virinrtrrs I V 46 / 11. I/(rleriirs [PC] / Varialio. iiel Piacentilio, nei dinlori~i di I'eleia ? (716).<br />

F. Ilirocnesiris l I1 103 1 p. Snlrrlnris [VELI 1 ? (717).<br />

F. IYir/inrrrrs I l\' 14, cfr. 32 l p. Alberrsis [VELI / Versiaiio. iiel Piaceiitiiio, in ira1 Niire ? (718).<br />

F. I~itir/inriirs /VI 891 1). I~ercellerisis [PCII?: clr. il. 459.<br />

S. I~olrrrrrriiarrris l I 100.101 e V 32-33 (t. I~o/oli~r~iriiarrrrs) / p. Dorrri/itrs [VELI I ?: cfr. li. 757.<br />

F. ~/orrriiriinirits 1 V 20-21 1 p. Dor~iiliiis [VELI I Piaii tli Verniaiio (Vergiiaiio), sulle peiitlici del iiioiite<br />

Lazzaro, iii \$al Trebbia (719).


NICOLA CRINITI<br />

VI. L'ASPETTO ONOMASTICO E PROSOPOGRAFICO TESTIMONIATO NELLA<br />

TABULA VELEIATE<br />

Gli airtroponinii (720) testimoniati iiella TAV sono, iiatiiraliiieiite, posteriori ai topoiiiiiii [che<br />

in parte riflettono, a loro volta, gentilizi aliiieno d'età aug~istea e post-augustea (721)l ed ascrivibili,<br />

di per sè, alla tarda età flal~ialprinia età antoiiiiia: la loro uscita è, in gran iiiaggioraiiza, quella<br />

ben nota in -iirs (722). Alcuni, tuttavia, presentano aiicora foriiiaiiti di natura preromaiia, iilatiteliuti<br />

ed adattati alla niorfologia latina (723). clie qui sclieiiiatizzerò (senza tiittavia ripetere la bibliografia<br />

relativa ai s~iffissi etc., già offerta siipra per i topo~iinii).<br />

In effetti il substrato ligure è anzitutto ravvisabile nei due cogrioir~ii~n etnici Ligirririirs - I<br />

53: liapas in CIL XI - e Ligrrs, piìi com~iiie - VI l I (724) -, così come il siibstrato celtico nel<br />

diff~isissinio cogiloi?ierr Gnll~ts (725). In particolare, poi, sono testimoniati noini formati col tipico<br />

suffisso ligure -el-, coiiie Attielitrs/AttieInirs (rispettixraliierite, rrorrierr [Il 291 e cogrrot~ierz [Il 31, 341.<br />

due hapas in CIL XI: e cfr. il snlt~is veleiate /ltielin) e la serie dei frntres (Alleli [V I], Stor~iceli [I<br />

321. S~~lloeli [I 181: tutti e tre hapas in CIL XI (726)); con la radice - celtica o ligiirc? - *~ekko-<br />

(cfr. il cogizoilieri Veccrrriitis a 1' 2 (727): ancli'esso un ~rr~ic~ri~~ iii CIL XI); col doppio suffisso<br />

i~idoeuropeo-etrusco-italico -ik-irro- [cfr. i frnfres Ulvi S~olicirri a 1 13, la cui duplice cleiioiiiinazione<br />

non ritorna in CIL XI (728)l.<br />

Al substrato celtico senibrano appartenere il rioriierr Blnii~rriirs (IV 74), 1111 Iiapas iii CIL XI,<br />

e i cogr~orlzirzn, non presenti altrove iii CIL XI. Brrrclo (V 84: cfr. n. 729) e - forse - il già citato<br />

I~eccrri~iris. Elemeiiti indoeuropei ed etrusco-italici sono poi ravvisabili, almeno, nelle basi di AI-rlrrltiirs<br />

(729), geiitilizio diffuso nell'area etrusca etl iiiiibro-sabellica, e ben testimoiiiato nel CIL<br />

XI, e del pliiricitato Irelleirrs (730). litiiitato tuttavia in CIL >;I a questa ristretta zona della Padaiiia<br />

iiieridioiiale, venendo infatti ricordato - oltre alla TAV - aiicora solo in 1042a, nella zona<br />

della reggiaila Brescello. Ma è iiieglio, per ora, feritiarsi qui.<br />

È preferibile, invece, offrire un elenco di rzor~iirla rari o citati solo iiella TAV per tutto CII,


LA TAVOLA ALIMEAJTARIA ITELEIATE 957<br />

X1 (731). Tra i iror~rirrn, clie soiio degli Iiapas, ricordo: Alleli {r~rires (cfr. supra), Attiolirztrs [V 72<br />

(732)], Biiiii {rcrires [I1 42 (733)l. Blnirrriiirs (cfr. sopra), Cnltrrriits [I 36 (734)1, L~tbirictrs [\l 90 (735)J.<br />

i\.lnrciliris [VII, 3, 5, 6 (736)). 11.letttricinli (737), Mirttliizi (I1 85), 1\4orrirrzeitrs (738), AJoi>eIli frntres e<br />

h~o~,elliits [I 24; 111 60, 62, 69; VI 93.96 (739)], Po/nrrrerrr~s (1 7, 27: e cfr. infra i'onioninio cogiloiilerz,<br />

Iiapas aiicli'esso), Sitr-iiis (V11 IO), Soloiiiirs (V 74: e cfr. il fttrzdtrs veleiate Solorzicir~tts), Stoniceli<br />

frntres (cfr. supra), S)~llneli frntres (cfr. slipra), Tnrstfirirrs [I1 22 (740)l. Uli>ii frntres [I 13 (741)l. Vi~i,.<br />

titrs (742). Tra quelli citati una o due sole altre volte iiel CIL XI, oltre alla TAV, cfr.: Ainsi frntres<br />

[I 22: a 5648 (743)], Alboiriirs [IV 29: a 1073, Parma (744)l. Dellitrs (pluricitato nella TAV (745): a<br />

6674. 14, 15; 6843, Bologiia), Fisiirs (I1 90; IV 36; VI 81: a 2203 e 7215 [Plzisitrs]), Ptr//ierttrs [I 27:<br />

a 6787, Riiiiini (746)], Rnecitts (VI1 24: a 3205), Tertitis (V 76: a 2015), Trebellitrs (V 65: a 525, 5916),<br />

Velleiits (cfr. siipra), VibtrI[itrs [IV 60; V 93: a 1134, Fornovo; 1149~. 4, Veleia (747)], Vicritrs [Il 21;<br />

IV 95, 100: a 360; 6310. 1 12, 19 (748)l.<br />

Si deve poi iiotare clie, data la iiatura circoscritta del docuinento, mancano per i personaggi citati<br />

sia la iiidicazione della tribìi (749), sia il patroiiiniico, forse percliè pote\lano essere facilmente<br />

ideiitificati localmeiite (unica eccezione, mi pare, a I1 12): e i trin rtoriiirzn (750) stessi sono usati<br />

irregolarine~ite.<br />

Il priierror~zeri è preseilte, di iiornia, per i proprietari, con uiia netta preseiiza di C(nitrs) e L(rrcitrs),<br />

minore di i\d(nrc~cs) e P(~rb1icts): per lo piìi non risiilta per gli cidfirzes c gli intermediarii (e, sal\ro<br />

il caso di C. Delliiis Herrries a I1 95, è del tutto niaiicaiite per i liberti), secondo uii fenomeno che<br />

si geiieralizza iiel 111111 secolo (751).<br />

Il rtorrrerl è dato i~itegralmente: in uii solo caso, per il liberto (C,) I/olttrrz(rzi~ts) Dindtrrrleizirs<br />

a I I, si ha una abb~.eviazioiie di coniodo (il gelitilizio è citato tre volte nella riga).<br />

I1 cogrrorirerr è non raramente tralasciato. tra gli irdfiiies iii particolare (e cfr. il caso dell'intermediario<br />

Beftrtitrs (Firscirs), liberto di Bettrtin Fttscn, a VI 36): nia almeno i11 quattro casi - l'antica<br />

proprietaria Pyiscilln a VI 74 (una Strlpicin?) e tre ctdfiries (a I48 Aptlror~rs, altrove noto nella TAV<br />

coine P. Afrnrriirs Apflior-trs; a VI 87 Qirnrttts i\loi/estrrs [due cogrzorizirzn!]; a V 1 Vera - risulta uiiico<br />

elemeiito di ideritificazione personale. Per la noli regolarità dell'iiso onomastico rispetto alla<br />

tradizioiie basti, del resto. q~ialclie esciiipio. C. Coeliiis I/ertrs a 111 Il e VI1 37 (proprietario) e I<br />

29 (nrllir~is) I Coelirrs I/ertrs a VI 63 (veccliio propr.) e i11 iiumerose citazioni come ndf. 1 C. Coetitrs<br />

a 111 66 (ndf.); - C. Nnei>itrs Firrittrs a VI 52, 53 ss. (propr.) e IV 92 ss. (ndf,) I A'nei~itrs Firiiztts a<br />

1 50 e I11 55 (nrlf.) I C. A'neiiirrs a I 43 (ndf.); - L. Viriits FLISCLIS a VI1 18 (propr.) 1 Viritrs Fitsct~s<br />

a IV 2 (ad{.) l L. Viritts a VI 97 (ndf.). E si veda il caso di Snl. i\.ieteliits Firrrziritrs a I1 67 e i\4etel/its<br />

Firriiirrrrs a I11 82, ndfiriis i11 ambedue i casi, clie offre altresì un caratteristico saggio di alternanza,<br />

ciii si è già accciiiiato, ecl un esempio del raro ed antico preiioitie Srrl(i~icrs)(752), Iiapas nella TAV.<br />

In due casi, poi, abbialiio apparenteiiiente la testinioilianza di due rrorrzirrn: a VI 48, Q. Accnetts<br />

Aebirtirrs Snt~rrrrirrcrs coiiie proprietario (ma Aebtrtirrs Sntzrrr~irr~ts, conle nrlf., a 111 29, 31, 70 ss.,<br />

74); a VI 42, C. et L. Hereriiri A'nei~i frntres - iiia solo A'«ei~i frntres a I 17; I1 30; IV 64 - colile<br />

ntlf. (e cfr. L. A'neiiiiis a VI 52, come interiiiediario). In iiii caso di adL, la corretta clizione Pnlnriierrtrs<br />

Prisctrs, cfr. 1 26, risiilta iiivertita a I7 (Prisctrs P~rlnrrletztts): e cfr. a 122 un altro ndf.. Atilitrs<br />

Pnl(rrrzeilris (dove Pnlnr~rer~tts è correttatneiite usato come cogrroiz~eir, cfr. infra). A I 79 e VI 100,<br />

infine, il noto riurr7err Vibitrs - clie, pur esseildo forse il piìi citato della TAV (753), non si ricollega<br />

a precedenti illustri (cfr. piìi sotto) - è usato coiiie cogiiorizeil di nclfirris.


NICOLA CRINITI<br />

Qiiaiito all'iiisieme dei geiitilizi - di proveiiieiiza cmiliaiia (Piaceiiza, Pariiia, Modeiia: e I'alfiiie<br />

Creinoiia) e ligiire (Luiii), per probabile iiiigrazione pacifica, iiel I1 secolo a.C., verso la zoiia<br />

colliiiare-iiioiitagiiosa velci.ate di coloiii locali, insoddisfatti (lei lotti agrari ad essi coiicessi -, aliiieiio<br />

uii qiiarto seiiibraiio derivati da qiielli di personaggi clie nel 111111 secolo a.C. (754) operaroiio,<br />

iiiilitariiieiite (coiitro i Galli 13oi ed Iiisitbri, i Ligiiri, etc.) o niagistratiziaiiieiite, iiella Padaiiia<br />

iiieridioiiale e Ligiiria, o tlei tresviri color~ine iledricrorrlne clella zoiia eiiiiliano-ligtire (755) (specialirieiitc<br />

Piaceiiza e Creiiioiia iiel 218 e 190: niciio iiicisivameiite Pariiia nel 183 e Luiii nel 177).<br />

La stessa freqiieiiza dei rrorriirrn iiella TAV [escluse riatiiralniente le citazioiii pluriiiie del medesiiiio<br />

persoiiaggio (756)l seiiibra coiiferiiiarlo, aiiclie se coli eccezioiii [i già citati Ifibii, presenti<br />

una dozziiia di volte; i I~ol~itrir~ii (757) e gli Airfortii (758) 718 volte; gli Alq~ii (759). i C[rlidii (760).<br />

i Ilirii (761) 516 ~rolte: tiitti qiiaiiti iioii seiiibraiio, qiii, avere ascendeiize, per così dire, seiiatoric<br />

note od iuotizzabili (762)l.<br />

che coiitro la peiietrazione cartagiiiese nel iiord (P.C. Scipioiie, coiisole iiel 21 8, a Piaceiiza), coiitro<br />

gli Iiisiibri e i Ceiioiiiaiii (C.C. Cetego, console iiel 197 iii Italia setteiitrioiiale) e coiltro i Boi (L.C.<br />

h'ierula, coiisole iiel 193 iii Gallia; P.C. Scipioiie Nasica, console nel 191 iii Gallia Cisalpiiia); iii<br />

attività di goveriio (M.C.Cetego, proconsole nel 203 iii Gallia Cisalpina; P.C. Cetego. console nel<br />

181 e procoiisole iicl 180 in Liguria), di tletluzione coloiiiaria, e/ sirriilin, coiiie tresi>ir- coloriine (lerl~rcirrirlne<br />

(ad Aqiiileia: nel 183-181 P.C. Scipioiie Nasica cit.; nel 169 M.C. Cetego, poi coilsole nel<br />

160). conie deceriii~ir- ngris dnrrclis nclsigrrnirdis (viritailaiiieiite, iii Gallia e Liguria: nel 173 P.C. Cetego<br />

cit.), conie qrrirrq~rei~ir fir~ilibrrs cogrroscerrdis sfi~f~rerrrlisqrre (tra Pisa e Luiii: nel 168 P.C. Blasioiie,<br />

poi pretore attoriio al 165).<br />

Il geiitilizio I~nleriris (764), (la1 canto suo, piiò aiicli'esso ricoiidiirsi, piìi o iiieiio, ad uiio dei<br />

Vnkrii (qiiasi tiitti del riiiiio patrizio) clie - nella priiiia ineti del I1 secolo a.C. - furono coilivolti<br />

iiell'ltalia settentrioiiale iii attività belliclic coiiiro i Boi ed Insubri (L.V. Flacco, console iiel 195<br />

e proconsole iiel 194 in Gallia Cisalpiiia) e i Ligiiri (h1i.V. Levino, già pretore iiel 182, coiiie luogoteiieiite<br />

nel 181; M.V. Messalla, coiisole iiel 180 in Liguria; C.V. Levino, coiisole suffetto iiel 176 iii<br />

Ligiiria); iii deduzioiie di coloiiie come fresi~ir colurrine derlrrc~iirrlne. nel 190-189 a Piaceiiza e Cremoiia,<br />

coi1 foiidazioiie di Bologna iiel 189 (L.V. Flacco cit.; L.V. Tappoiie, già pretore nel 192, I'uiiico<br />

del i.aiiio plebeo).<br />

E qiiesti sono solo un paio di eseinpi significativi, clie i11 foiido valgoiio grosso r~rotlo per tutti.<br />

Siiiiile, infatti, appare il caso - seiiza scendere iii particolari, per i qiiali riiiiaiido alle iiitlicazioiii<br />

iii iiota - di geiitilizi citati iiclla TAV aliiieno una deciiia di volte (Afilii L7651 e r\~rieiiii [766]), 718<br />

volte (Licirrii L7671 e Srill)icii [7681) 0 almeiio 415 volte (Aebiilii L7691 e Cnssii [7701). E qiiesto vale<br />

aiiclie per geiitilizi citali tiella TAV 3 volte o nieiio (771): Aelii, Afr.ciliii (772). Ai111ii (773), ALII-eli;,<br />

Bnebii (774), Clrecilii, Doriiilii, Fdii (775). Hereirrrii (776). ildirrintii, Popillii, Tereilfii.<br />

1 cciito e piìi cogrioriii~in (777) offrono uii qiiadro abbastanza articolato, se pur piiittosto regolare<br />

per qiianto riguarda il loro usu (cfr. siipra). Uii q~iiiito tioii ritoriia iii CIL XI, qiiasi i111 altro settiiiio<br />

vi P assai sporatlicaiiieiite testimoiiiato: in ogni caso, apparteiigoiio tiitti a persoiie libere. I<br />

cog~iorrririn dei cinque scliiavi (For/~rrrn/rrs, Orresirrrrrs, Pririiigerri~rs, I/icfor; Zosiriirrs) e di sei, dei<br />

sette liberti, espressameitte citati iiella TAV, soiio ben cliffusi iiella parte occideiitale dell'i~iipero.


LA TAVOLA ALIMEAJTARIA VELEIATE 959<br />

Conferiiiando. poi, una certa conservati\~ità, ccononiica e sociale insieme, i cognomi grecariici<br />

- clie, aliiietio nelle più o 111c110 reniote origini, possono segnalare iina origine schiavile ('orientale':<br />

in età imperiale, tuttavia, \~erii\~aiio ornlai dati anclic a schia\~i d'origine occidentale [778]) -<br />

non soiio iieppure un quarto di tiitti i cogiror~ririn, in iiiisura quindi inferiore a qiiella di altri centri<br />

einiliani (779).<br />

Scliematizzando, so110 degli Iial>as in CIL XI (e, se piìt volte citati nella TAV, tutti riferiti al<br />

medesimo personaggio): Agens (VI 41), Aptlioi-trs (1 48,92; 11 8, 10; IV 19; V 9, 16, 19,65: grecanico),<br />

Attielntrs (cfr. supra 6.4 Bncclrtrs (Il 22; I11 98: grecanico), Bttr(lo (cfr. n. 729: celtico), Collirz~rs<br />

(111 78, IV 40, 45; V 40), E]~irrieles (11 14, 98; I11 89; IV 4; VI 31, 44: grecanico). Ernfo ([fenim.] VI<br />

93; VI1 4, 6, 7, 10: grecaiiico), Feigo (V 76). G~~lr~liictrs (VI1 59 [ina cfr. varie citazioni, in CIL XI,<br />

di Grnplre, Grnplrisl: grecaiiico), Ligrrrirrtrs (cfr. siipra 6.A). Pnlnr?rerfrrs (I 22: e cfr. supra a 6.B I'oinoiiimo<br />

noifierf, liapas ancli'esso - grecanico?), Pnrrn (111 100; VI 28: celtico? [7801), Rtrparcellitrs<br />

Citati una o due volte, oltre alla TAV (ed anclie qui - salvi Adtrlescens e Vibitts [due persone<br />

diverse] e Serzinus [tre persoiie di~ersc] - tutti riferiti al medesinio individuo), in CIL XI (e non<br />

preso in considerazioiie Gnlliccrrzrrs, che è il cogrrorrieir del più antico commissario della TAV): Accepttrs<br />

(VI 28: a 1057, Parnia; 7397 [7831), A(lepfrts (V 74: a 1149.d 5, Veleia [784]), Adtrlescei~s (I 15<br />

e 111 15; I1 2: a 6859, Bologila), Alce ([fenim.] I I: a 4141; cFr. 6989, Luni - grecaiiico), C(rto (ben<br />

diffuso in Italia e nella Gallia meridionale, è il cognonie pliiricitato del grande proprietario P. Licirfitrs<br />

Cnto: a 962, 6691. 18), Cerisor (I1 100: a 643), Diogn ([niascli.] 11 90; IV 36: a 3932 [Diogis] -<br />

grecanico), Idnetrs (VI1 57: a 5080 - grecanico), Itr\>erzis (TI 99: a 3767). Persicirs (I 3; I1 36, 56; I11<br />

80, 84; V 59; VI1 54: a 2043, 3781 - grecaiiico), Pliilneizn (VI1 3: a 2504 e 5783a [Pliilnerfisl - greca-<br />

nico), Ptisilltrs [VI 29: a 6881, Bologria), Seirirfris [III 91 e IV 2; VI1 22, 25; VI1 26: 1149.a 5 [cfr. 1149.a<br />

2 ?], Veleia (785)], Strccessor(III43: 6126.10), T'ibitts (I 79; VI 100: a 1210, Veleia; 6700.251 - diffu-<br />

sissinio nella TAV come gentilizio [cfr. supra e 11. 7531).<br />

11 cogno~lrerr (li gran Iiiiiga più diffuso - e ben noto, del resto, in tutto l'impero roinano d'occidente<br />

- è Verrts (786): tipologicaiiieiite (787). è derivato da caratteristiclie interiori (come altri,<br />

diffusi cognoiiii quali Sei)ertis, Firtrrtts/Finrrirrtrs, Mer,for 17881: e Calo, 1\4o~lesttrs, Pietas, Probtrs,<br />

Ptrderzs, Set>er?ts, T/erecttrrdrrs). Sono altresì ben testimoniati cognomi relativi alla nascita (Prisctts/Priscilln/Pri~~~trs,<br />

Sectiridrrs: e Pri~riigeirirrs, Tei-~t~lldTertt~lli~r~s), alla parentela (Nepos: e Pupilltrs?),<br />

ad origini etniche [oltre ai gii citati, Snbirztrs, che ritorna in 6674.40: è molto discusso,<br />

e dubbio, il valore testiinoniale di siffatti cognoiiii ai fini della determinazione della provenienza<br />

(789)l.<br />

Con frequenze inferiori sono usati cogrforirirrn derivati da condizione sociale (Irzgerrrrtrs: due<br />

soli personaggi [I/alerin, Velleitis] nella TAV), da geiitilizi (Pollio: e Tittrlitrs ?), da ~)rnerzorr~irrn (r\.ln~<br />

cellrrd1\4nrcellii~tts e Proctrlri~: fra i piìi citati), da teoniiiii (Apolloifitis, 1\4nrticilis, Snttrrrfiiitts: e Bnc-<br />

C/IIIS, Herrrzes, 114ttsn); e cognoiiii clie si riferiscono a caratteristiclie fisiche (Bnssrrs, Crescerfs, Flortrs,<br />

Ftisctrs, Pntrlliiztis/Polln, Rtrfirirrs, Strnbo), che sono beiiea~~guraiiti (Accel~trts, Iinttsttrs, Fni~o,; Felis,<br />

Forttrrinttts, Ltrcrio, Vicfor) ed epocali (Adrrlesceris, Iriiferris, Ptrsillrrs, Serre), clie si ispirano al<br />

inondo aiiiinale (Btrrdo, Pnrrn) e vegetale (Cirirzntilris).<br />

È utile, infine, cleiicare una serie di cogrzorrririn forniati sui participi, clie indiclierebbero I'apparteneiiza<br />

ad iin ceto sociale iiiferiore: cfr. i rarissimi -in CIL XI - Accepttrs [cfr. supra], Adep<br />

ttrs, Agetrs; e i più diffusi CI-esceils, E,i-ornfrrs ed E.tpectntrts (che - con 0l)tnttrs - soiio anclie relativi<br />

alla nascita), Sert,nrrdtrs. E si badi ai rrorrritrn ngeirfis: Arlitrfo>; Ceriso,; Strccessor (tipico dei liberti<br />

dell'ltalia settentrionale, iila assai raro nel contesto di CIL XT), Victor.


BORMANN DEL C0<br />

~LV.INSINGVLOS m-x<br />

un4 LATINAR UM (790)<br />

ND - IVANELIV<br />

. BT . A?<br />

IN, - PlUlEDIA . RYITI<br />

XXIII . N ET . O<br />

I. SYNT . IN YELEIAT<br />

INlO . RViYPAtCELLIO . E<br />

Tvm . PRO - PAXTE . DlmlD - QV1 SYNT . IN . VELBATE . @h<br />

. VARIO . E7 COLLI0 . PVDLNTE . ET . POP - . PRO . FEP<br />

IN xs n ccxxxtii . N . lrrm . FVNO . mrrru~~~ . PAG I . s<br />

. w~~ . P ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ I<br />

xs mi WC . N in HS . m<br />

ICYS . P ROFFSIYI. EST. ssiAEDI& . RYSTICA . #t6 CCX~GE<br />

. XXC<br />

ERE . DEBLT HS XViil . XXYIII . i( . ET . OBLIGARE . F VNDOZ II<br />

P . LOCO . I. I . LT<br />

P I R ~ A N V ~oc0.s.s.<br />

~ *or . chriols vrao . ET . PIO<br />

T . FYNDOS . YIR1ANOI . ULIDIANOS - SALVIANOI . DVOS<br />

SIYLRO - LT . ALBIO. SECYNDO . ET < E . COMINIO . ET - FOP ' QVOS<br />

m IN IH m ITLM . FYND . 8ASIIIIANVM CATVRNI<br />

- S . AOi . ATILIO . FIRMO < i,. ANN~Z. iUTRIB . E,. POP . IT. iYND


96 4 NICOLA CRINITI<br />

VLM PXOi5SIVi EST . &le IX IN 1IJ V


LA TAVOLA ALl1\4EA'lilRl/l VELEIATE<br />

il, . tr m C e 8 ,V ,,i m CCCI - liin . F\XJ . VS*BRVS>Y* PArERxVx *", ,sr<br />

VEiEliTE - ?Li$ - 11D ~ . YIBhaXVX . LIm.SL!VX a> VELE~ATS ?.&C . S ~AT~E<br />

H6 . m ~TLY. . Sl\P - CIIIII\\Y. . 19 XEiElAIL . PAG - IYIIOSIO ~0i.<br />

LT - ~ i i i. s FRATL~B. ET F V ~ ? - i~a~c~.iiiv.w. rorvn. ~r F\,ND. prrrar.<br />

*i.& E T i.AXrL- X LT.LI(. I< 15 ii. - iiEY . i\'SD - RO\'OLLl\\\ GL~TIAN(.JI . C\ . SlVE F\.SDOI . *SEGA* . YEC


968 NICOLA CRINITI<br />

L,(I\,~.c*TO\I.tT (Oi:: t\f**.ti.,O>..*E~.l>."F.L.i 1- xYX.c-IS-I?. 111 ,>-i-<br />

$TE* SVXD -C~li~illivl iiTtOll%\n. s,iitavr;. PRO v - r,iaiti - P-I'-ii-Aoi-LVri, licE. IS ** - LT F\W. ~XA\T~ASV.~.


* Di preziose ossei~,azioni e suggerimenti sono debitore agli<br />

amici e collcgl>i Maria Giovanna Arrigoni Bel.titii (Istituto di<br />

Storia. Uni\,et-sità di Paima). hlarcoBianchini(U.P. Socictài\izibiente<br />

Territorio. Università di Brescia), Giuseppe Consiglio<br />

(Istituto di Storia, Università di l'arnia), Pier Liiigi DaII'Aglio<br />

ni, G. Ghcrzi, F. Gliizzoni. N. Lanera, D. Lassandiu, G. hlainino,<br />

E. hleroni. T. Ranipoldi, h{. Ricci, A. Rossi. L. Sereni. M.<br />

TorceUan. A. Zaninoni, B. Zucciielli: ed ai miei allieviT. Albasi,<br />

M.N. Anedda, C. Betta, G. Biutinzzi. R. Criccliini, h1.C. Futrii.<br />

h1.C. Grossi, E. hlagnani, B. blaiiotti. C. Tnrusconi, G. Topi.<br />

P. Ugl>iiii. Un vivo ringraziamento. per la loro liberalità, va<br />

poi al hlusco Ai-clieologico Nazionale di Pai-nia (in particolare,<br />

al suo direttore hl. h'larini Culvani ed alla dott.ssa M. Catarsi<br />

DaII'Ag1io)ed agli Archivi di Stato di Paimae di Piacetira;<br />

ed alle Biblioteche: del hlonte di Pieth di Biisseto (ed al suo<br />

direttore C. Mingardi); Coii>utiale di Como: Statale di Cremona;<br />

Atiibrosiann, Comunale Centi-alc. d'Al-te del CasteUoSforresco,<br />

della Fondazione Feltrinelli, dell'lstituto Lombargliscniidi Ifeleitrlsec. Sl/III, in 'Aewim'<br />

8(1934)pp. 553.630; PETRACCO SICARDIII = G. PET&\CCO<br />

SICARDI. Ploblr>rri di ~o>j>ag>afin r~eleinte, in 111 Coni< lfel., pp.<br />

207-18: PETRACCO SICARDI12 = M.. (Snlltts). (prue>,.,,


~>a~ziali. lavori it,.<br />

l~,l~l,t~l~l~,. \ci.i ,iiciii. t~i;,. cfr. ,\,\.\'\'.. lii,l~i ~le~11'~~iii~n,ello. Boloena 1977. v. 35 ss.): e D. OLIVIERI.<br />

Itilor,ro U;iii di 1i;ogo e;»ilinazi e ~nrticol~r>iieizle j>inceirlie<br />

su alcu.r>i saeri contenuti in l?ll/lll Corri: l'e/., che verranno ?li, in'BSP'56(1961) p. 112. - Eclr. nn. 360e 506(perla sua<br />

l l : t i ~ t l l i i 181.<br />

tic. IL. l>tl,li


ettil: e si veda, Der altri facsimili. n. 186 le. . . nel testo, Drsjardks).<br />

7. REZZONICO. Delle Ai~ticltità cil., fasc. Illibro I. p. 7.<br />

8. Per il toponimo'\'eleia', ben attestato nella tradizione epigiaficn<br />

ed orinai prevalente nella tradizioric scientifica (ma<br />

non nella cartogl-afia dell'IChl e del TCI) sulla sua più disciitibile<br />

forma con liquida geminata (cfr., in ogni caso, sull'alteinanra<br />

nella TA\' t,-a consonante semplice e gemitiala, infra<br />

e nn. 304-306). basti rimandare al lavoro fondamentale di A.<br />

DECRASSI. IJcleif~.u) in una lettera ufficiale<br />

cema): e di hi.C. Ai-rigoni Bertini la Pamin), C. Betta la Bcoanio del 23 dicembre 1747, ora all'Archivio di Stato di Torino. come<br />

le alt,-e che uia via si citeranno (cfr. in E. NASALLI ROC-<br />

CA, Arzcorn stte~rmre di<br />

Traiatto, in 'BSP' 19119241 p. 103: un trentenniodopo lo stes-<br />

10: L'accusa veniva avanz&a nelTo ste& 1748 ~ ~~A\'ANZI- soautore -La Pieec cit.. p. 202 - afferniò che Macinesso era<br />

NI. I(r.l,r. i il.. li. 123 (cisii nuli/ic sul piuscgiiiiiir,iiir>-<br />

>cavi, clupu l;, xu~,crt,t dcll:$ 'l',\\1)


L,A TAVOLA ALII~~EA'TA RIA I'ELEIA TE 975<br />

in NASALLI ROCCA, ilrrmm srrlle pri,»c ~pice,idc cit.. p. 103) come ancora mancanti si primi di getmaio 1748?<br />

e di G. LAMI, i\'oi*ellr I.e~lerurir. t. \rI111, Fiieiire 1748. C. 120 32. Coli l'eccezione del cassinese Oroitzio Stabili. lettore di<br />

(23 febbraio 1748): scgititi. pri. lo più. &i tutti gli studiosi in"- teologia alla Badia di S. Alaria in Firenze (iii una epistola del<br />

dcrni, a partire dal AIUKATORI [cit. a ti. 1181. p. 6.L'uiiic;t di- 27 giugiia 1748 a G.R. Mancini, rrsa pubblica dal LAMI, i\'"lesa,<br />

n iiiia conoscenza, del disinteresse del Rapaccioli, irelle Lrlleiarie cit., t. \fITII, C. 453)e del i\li\FFEl (cit. a n. 123,<br />

'ioipsziente di veridere qrrell.i nielr;trizia per tanto bene em- p. 399 e giii in i~nn lettera al Roncox,ieri - del 17497 - pubgai-ne<br />

[ai 'poverelli'] il iicnrnto'. fu fatta rippassionaiaiiiente. blicaia in parte dal TONONI p. 143). - E cfr. infra i>. 48.<br />

unii i'entina d'anni douo. . dal CITTADINO PIACENTINO. Iir- 33. Ch.. DE LAMA, Isciizio~li cit.. p. 23 e n. 2 (e cfr. Arolizie<br />

liem sl>iegiorie cit., p. 9).<br />

16. ANONIAIO 'RONCO\~IERI'. Relie cit.. p. 125. 34. Riportate in NASALLI ROCCA, A,!cor« srrlle ~>riiire iricrlr-<br />

17. Decisa. ed anclie mutii,atii. tnn pirssocli2 i>iasroltatae di- de cit.. p. 103.<br />

n~enticats(ii~n cfr. G. SUSINI, in A. FRO\'A-R. SCARthVl. Pni; 35. Ripoitatr in AIASNOVO, Lo Tavola cit.. pp. 102-.I.<br />

~>r


976 NICOLA CRINITI<br />

ora. II. CRICCHINI, Le epigitrfi Ii,.Il,> ,,>>>i>..<br />

~ ~ - ~ ~~ -...... , , ~ ~ ~ ~ . ~<br />

i~i~ei!~/c cit.. pp. 103-6: e le pi-eiicciipszioni - affnristiclir, tutto<br />

soiliniato - del Caslii al Aluratori, quali risultano ti"di Pincrjtzn e Io<br />

'liztoln Troii. il 13 geiiniiio ni 1753 e 1754 (i*ll'Arcl>ivio di Stato l. Clrinl>pi,ti cit.. 13s 421. GHI, Gli 'Az,zin>,i'cit.. p. SiU ss.<br />

p. 371).<br />

60. C! A. Cllipi>li "il.. ni- 437, p. 386 (8 novem-<br />

45. Cfr. letteradel 10genaaio 1748, in AIASNO\IO, I.. 103-4).<br />

62. Così il Benso n1 si10 governo. il 23 dicembre 1747, il 9 e<br />

48. Cfr. lettera del 13 marzo l748 tiri hlASNO\iO, 1,s iili~oln il l7 geilnaio 1748 etc. (cfr. NASALI.1 ROCCA,Aircorn srisl. or 3 del Coil<br />

Bii-icliinoche il Cnrnlir~-e'. era stato il Benso oella sua lettr- sta al AIiiratoii. del 22 aprile e SORBELLI. L.A. iIlrirrrrori cit.,<br />

ra del 6 iiistzo(irrle p. 164 n. 1, e cfr. p. I49 ss.<br />

cit., p. 105): niwoi- pii, duri. e motiviiti, i giudizi del co,iterra- 63. Cfr. i\IUMrORI. Cleggiocpiiricit., tirr 419~21,<br />

Iieo Cliiiippini (ci). .. e.g., in i\IUIUTORI, Cnrleggiocorr A. Clzire: e tlsscriv~inc una pipr<br />

poi.tnnienti> del Costa in NASALLI ROCCA cit., p. 102 (e cfr. te per il Aliiratori solo nel noscmbic. qiiando il repcrto si<br />

siipm n. 38). cosi come carnpariilislicn eia stata I'esaltazioiie trovava teinporancnmcnte mccolto in cssa Roncovieri (cfr. AIUdei<br />

due cacionici, il Costa in ]>ai-ticolare, in TONONI passim: RATORl cil., Iirr 435 e 438. pp. 384 e 387). E si veda I'EpirI.<br />

cornpiliitoiia. ed nppi-ossit~iati\,a, la voce di T. DI ZIO. Corro, ni- 8 del Costa.<br />

Arito>iio, in Uiiionnrio Biugrnfico


spwx, piibblicnte dal TONONl pp. 145-46).<br />

68. A Ilimiiii, ad erenipio. dal Cliinppini ebbe diretta notizia<br />

lo stodiriso locale Giovanni Bianclii. ner trniuo (cfr. AIUM-<br />

TORI, Corteggio cott A. Cliirrtriatoiinrin, in ~Dep. St.<br />

Pa. Ant. Pio!,. i\ludrn.lAtti A1eni.x 7 (1955) p. 225 ss.<br />

71. Cotiic k testimoniato sop1.8 ne1 testo(e p111.e~ ".g., dalIo~1e~so<br />

cartcgpu AliiraforilCl>iappini, in i\IURATOM. Cnilcggioco~z<br />

A. Cl,inl>pi>ti cit., nrr 421-43, pp. 371-391): e cfr. SORBE1.1.1,<br />

Lt«iossinio curatore dcll'ediziriiie<br />

CostnIAlui-.?tori della Ti\\'. tiori era piiz.ticolarmente stimato<br />

dal Alul-atui-i. ed nnclic in seguito - cfr. infra - In col-iispoiideiiza<br />

fra i dise si iiiantennr sci iin tono LUI oo'distaciati> 1171 i 123311 - ri i.~.~I.i ..........<br />

t;<br />

BOLOGNINI, Scipiouc dloJfei ciilio e gioi-rinliitn. iii AA.\r\r.,<br />

Sl!«li llnffcin»i. Toi.ino 1909. pp. 572-73. e nassim (e. infra, la<br />

~ ~~ ~. , ., ,<br />

pp. 1023: l'edizione della pr-oescr-iprio è riportain dal LAAII,<br />

i\roi~elle Lettenzrie cil., t. \'IIII, cc. 373-75 (I 4 giugno 1748), in<br />

iina lettera dcl 25 maggio dell'eiudito riminese Giovanni Biaii-<br />

LA TAVOLA ALIi\.IEiVTARIA VELEIA 7% 977<br />

1 ~ ~ ~ ~ ~ 1 ~<br />

tiun sempre lin>pido, col Aluintori. anclie se - nella scelta cio-<br />

in Scritti .. E. dlo~inci, Roma 1901. i. 26) si.: e F.II. DE' AN:<br />

GELIS. Coizlircci, Co,,titccio, in Dirio>za/in> degli Irnli,.lill-e più corrrltanieiite la<br />

-- . . . .<br />

aggiiiiise arich'egli al suo testo iie coiisirnile aitio elenco (CF,.:<br />

nella sua cdizioiic Icii. n n. 1231. p. 487). - E CF).. inha.


978 NICOLA CRINITI<br />

81. Sottofoi-iiiadiLertera. intatti, riunsenl Alodenese. nel nlai.<br />

. .<br />

sta -che gii riel iiinrro aveva pi.oposto, contemporanranicr,teal<br />

Mul-atori, i~na i-idottaLerter-n al hlaffei, per il suo,\lrl,i!ti cit., nr 458, p. 400: e hlaffei al Roncovieri, iti<br />

TONONI p. 146) -ottrnrieio, paindossnlmente. il I-isultatoclie<br />

il Goi-i, anclie pr~~suggcrioientodell'ii.ritato hlut.atoii, non inserisse<br />

'la sua filastrocca ... inutilc afiatto'(Gori al hlizratovi,<br />

covieri 'ch'egli la stampasse da s?. E cfr. le Episi. nrl. 14-16<br />

del Costn.<br />

82. wi leit-wi>tie del hliirntori e dei suoi cori-ispotidenti nel<br />

48/49 (ecfi-. o.48): si vedii,r,g.. il i\lriintori al Tamburini (iii<br />

Cur-leggio con A. Tn~,l»i,i»i cit.. m-1- 382 r 384, pp. 359 e 362)<br />

c al Gori (in Episl«lnrio SI cit., nr 5548. p. 5155 e X11 cit., nr<br />

5717.p. 5322:~ ilGorial klixratoi-i, ibid. SII, ur5729,p. 5331).<br />

E cfr. CRINITI, L. A. dlrtnrlori cit., passiin.<br />

83. Cfr. hlURATORI. Carteggio cori A. Cllil>iiii cit.. nl- 445,<br />

p. 392 (gennaio 1749). A,ia siill'aviditi ed iticortsnzn del Costa<br />

si potrebbe fare ~m'nntulopia. aiiclie solo dalla corris~~ondcr>raii>iii-atoriann<br />

rdita: crl-.. id esenipio. per Ir pwtcsc di essere<br />

abbo~idantemrnte pagato per la copia dalla TA\', il Aliiratori<br />

al Gori - in El>islalnrio XI cit.. nr5548, p. 5155 - eal Tnmburini<br />

- iri Cirrtemio ..., c,orr E TnerbrtorL!.<br />

dell'edizione niuiatorinnii. il h1israto1.i al Cliiappini - in Car;<br />

teggiocot?A. Clrinl>pi#ricit., nr451.p. 396-ealGori-inEl,i~<br />

stolaiio SI1 cir., nr 5717. p. 5322. E si vedano Ir El>i.sl. ~ii-i- 3.<br />

5, 12 del Costa.<br />

84. hlURATOR1. Epistolniio XII cit.. inr 5708, p. 5316 (a1 Guri,<br />

18 marzo 1749): al CITTADINO PIACENTINO, Ii~lienr sr>icrririi~icit.,p. 8 ss.):niilla<br />

risoltii, a questo rigiiilt.blico scandalo (hlU-<br />

&\TORI, C~irleggio cori A. Cl~i~i,ri ci!.. nr 443. p. 391).<br />

93. Cfr. 1s tcstinionianziii8iicit.. nr 438. p. 387): e SORBEL-<br />

LI, L.A. dliirato~i cit., p. 145. E si vedano le Episl. nri- 5 e 11<br />

del Costii.<br />

94. Cfr. supra: e hIURATOR1, Cnrreggioco,>A. Clrinppir~i cif..<br />

rii- 439, p. 388 (28 no$,eliibi-e 1748).<br />

95. Ch-. Cliiappiiii s Aliiratori (in i\IURATORI, Cr446[16gennniu 17491e 447, p. 393): eSOR-<br />

BELLI. L.A. dlrimtori cit.. o". 151-52. E si veirl. nr 8<br />

coiiisooudenzadcl 1749col Iloncorieriicitata iri TONONI un.<br />

, '<br />

142 e 146): e nella voce, fatta circolare dal Coria(cfi-. Episl. nr E il LziAlI. i\~oi-elle 1,elternrie ;il.. .~~ t. X 117491, cc. b25-26). del 31<br />

14). clir al Roiicorierifossr slata'iubatn' Incopia ... (il Alui-ato~ dicembre' 1748 alla contessa Fi-aricescn Pompri Ti-iriin'o(ibid.,<br />

,, ~ 1(;,,,i, 1 ;t\\:,, ~LL~II,,,.,.t)<br />

nr 1151. pp. 1227-28)edelZ gennaio i749 aGiuseppe Biaocliit',<br />

1,. (' t~,\l


dal klaffei iiella sua edizione [ci(. a n. 1231.<br />

102. Clte, nella lettera citata nella riotn precedente, fu sollecitato<br />

a persuadere il collega prrcliè non fauorisse il Alodenese:<br />

già il REZZONICO, Delle Artticlri~à cit., fusc. Illibro l, p.<br />

15 riteneva la trascrizione Roncoviei-i piìt fededegna. E cfr.<br />

la Epirt. nr 14 del Costa.<br />

103. E fui-s'anchepcr inter\er>to del suoamico, cardinal Giulio<br />

Albcroni: cfr. Icttera dcl 3 maggio del Tamburini al kluratori.<br />

iri i\lURATORI. Cnrleeeio .... con F. T iiiiii gli .i,i\t .il ti~!ti.t<br />

l 1s. I)..I~~,,z,,~,,~ fi,,,,,z \)>~.l,#,,,,,~


982 NICOLA CRINITI<br />

guente): acri, e giuste tutlai~ia, furono le siir Osseri~nziorii srizn~~oscrirto rlelCo>rre Cortn sr"',,",', P' 1067. 112 (\iii tii..i iiiii I~~.KL.I!II~!). 1II~It7OI I..\<br />

al., 1,. 32 ,, \l,\l, ), l;$.<br />

\or.t$:b !tcI 1740, ,n,', ,I :tlk ,t;t\a .tucIw LI:, l


LA TAVOLA ALIt\4Er\'TARIA VELEIATE 983<br />

p. 27 ss.; NASALI.1 ROCCA, Lio)giiifirre (li Lcrgng~inilo. 4 miglia i trrulzli. Piacenra-Parnia 1760: i.ipoi.tata dal i\IONi\-<br />

CO, Velein [ci!. n n. I], p. 19 LI. 4 (clie segnala anclie unii copiii,<br />

intl-oi-abile. all'lstituto Ai-clieoloaico Tedesco di Ronia), non<br />

è stata relierila.<br />

170. DE LAAI*\ p. 17.<br />

171. Cfr. G. LAhl1, Lettem tegiar&,e. spesso tratta dal hljffei): cf; 1'.<br />

CORNELII TACITI Opeis. citr. G. BROTSER, I. I\', Edii>borgi-<br />

Lotidii~ii 1796, pp. 555-66 (In 1" edizione parigina è del 1771).<br />

Nell'rdiziune Paira, tioii si la cenno<br />

nel Dizio#rnrio Biogrufico zorie degli sclittori<br />

e letteiali pn>r~iigin?ii. v. l\!, Pnriiia l833 = Bologna 1973,<br />

p. 306 sr.; I'IGORINI. O#igi,ze cil., p. 15 ss.; U. BENASSI, Ln<br />

riierlte s'sggiuiigerA. nlmeno,<br />

In Letreru al P. ilfld, Pniniia 1789. ~nis alla Bibliuteca Palatiiia<br />

di Parn>it, in cisi t-espinge in particolare il metodo del<br />

Pillitrt.lli (cfr. DESJAIIDINS!2 p. 16).


183. Clr. 1.etlerr ;<br />

cii~escoi~ile nto -<br />

coi, I'ngrononiin e la lingiiistica (celticn) - In 'T,\\J, avendo n<br />

qucsi'ulti~iio riguardo fecondi rapporti col Dc Laii~a, di cui anzi<br />

sono preseilti, In+ le Citrle Asqiiini cit., Ir bozze unclt.nti.<br />

e in generale, si veda S. PANCIERA. Un fogisfio aiatoiii delle tavole<br />

. .<br />

C. del testo: 137,\ e 137B: altre "arti, nlcuiie iiicoii>~lete e i-i<br />

NICOLA CRINITI<br />

r delle lacttnriincrosta~i~>ni drll'epuca. segnate a tratteggio:<br />

e cfr. iiifi-a nii. 268.69). tuttavia assai utile ed affascinante: so<br />

. ~<br />

de cit.. pp. 105.h: e supl-a in. 65).<br />

187. Le pp. 129-287 del quinto tomo


LA TAVOLA ALI11<br />

SS\~IIl-SSS (clie riporin oiia lettera del Poggi al Bissi, del<br />

15 settembre 1833, sull'ni-gomer>to); ROTA, Le coriel110, negli anili segueiiti -<br />

in un esnmr dettagliatu dclla doci,i~ieiilozione sulle ptrellae "li.<br />

!rretztnri


la lettera a A1. Angelelli. del 28 settenibre 1817. iri Lettere va-<br />

rie cit.<br />

209. DE LAMA p. 7 n. 2: e la lettera all'Angelelli cit. nella iio-<br />

-<br />

wirie cit.<br />

211. Cfr. Cutlii del dlr


LA TAVOLA ALIt1,lENTARIA VELEIATE 987<br />

al 1.apez si dwe un catalogo manoscritto dclle Iscririoui nitri- crnza 1834): e gli appunti c scritti iana, i\,i conservati. per altri corrispondenti - in ms \'itali 94 (alla Passrriiti Lancfr.<br />

BORi\IANN p. 205).<br />

di) -cfr. NASALLI ROCCA, 1 ~iznitoscritti cit., pp. 109-10; RA-<br />

227. Sulla base, i>aturalmente. della T,\\': cfr.. in particola- BITTI. Giitsel~pe Poggi cit.. p. 90.<br />

re, Risco>tlri E uole di alcze Poggi cit., pp. 87-89: siil Cipelli,<br />

Slnti Ducnli io n iro,>ti [cit. a n. 31. p.<br />

103 ss.), le pimtiiali critiche di DESJARDINSI2 p. 18 (sibila bnse<br />

delle opere a stampa: iian gli fu ~ossibilc, iqfutti. vedere<br />

a Piacrtiza i testi I-accolti nel ms Pallastrelli 69 [ck. infra n.<br />

2311, che più propriaoiente si riferiscono allaTA\>); NASALLI<br />

ROCCA, I>iin>iosciitti cit., p. 108 5s.; hIONACO, UIT >~iorioscriflo<br />

cit., p. 447 ss.; ARISI, Il i \ I ~ citi, ~ s p. ~ 15: ~ E. NASALLI ROC-<br />

CA, I >zelln Tnl>rrlnAliriie,rtniio. in IIICo>nt<br />

l'e/., p. 201 n. 5 e Lo storiogmfin pincetztir~n r In Deprtlnzioite<br />

di Storici Patii", in AA.\f\l., Storin tcisior~e \LI, Lettere cit., pp. 3-27 (l'originale è nel citato<br />

ms Vitali 94): sue lettere ad I da eruditi dell'rpoca sixlle anticliità<br />

veleiati sono riel nis Vitali 108. -Su \~incrnaoBenedettu<br />

Bissi, callerioiiista infaticabile ed organizzatore di una<br />

piccola 'Galleria' acitiqinaria a Piacenea (la sila prima. e più<br />

\,asta. raccolta nitmisti,atica venne acquistata nel 1833 dal kluseo<br />

Ai-clieologico di Parma [cfr. PIGORINI, Origilri cit., p. 37<br />

e IIReglu ,\l,rseo rit., p 17; ARISI, Il dlrtscocit. p. 14; PAGLIA-<br />

Ni. Aspetti cit., p. 2041; i suoi marnii. anticlti e - in maggior<br />

numero- inedievali, hnrono poi depositati nel 1903 al Aluseo<br />

Civico


988 NICOLA CRINITI<br />

238. Cfr. BORAIANN p. 241: alln niol-te del coiite (1877) hiio-<br />

noceduti - asricnieiillr raccoltc numismaticlic(foinintrsi at-<br />

torno al più piccolo, sccondo medagliere. ereditato dal Bissi)<br />

ed rircheologiclic (ora al i\luseo Civico di Piacenza) - alla Bi-<br />

blioteca Passeriiii Lalidi di Piacenzs. rirl fondo clic porta il no-<br />

nir del Pallastrelli (ch-. ARISI, Il .\lragi \,eleitti). - Sul Pallasirelli. clic 1x1 tra i fondatori del-<br />

la Deputazione di Storia Patria di Pama e Piacenza. cfr. DE-<br />

SJARDINSI2 pp. 18-19 (clic ebbe fecondi contatti con lini);<br />

dito, del IRSS], ibid., p. 600 ss.) - fii ti-adotto. noil a caso, ncl-<br />

In Bibliorecn di Sroiin eco#lor>,ic kc,lc~ VI, l'>&!, 53. 1 ~1, l J1.31, ILKI~<br />

11111 .&\.t#~ti ~tt,.t1titt~l,~t~~J~<br />

I'IIII~>I~II.III~P li,.<br />

ii>i~l ~ ~ ! C4~ttt:Lt:t. , , ~ , , t . ~ i,, ~ri/trt,zge~t der- m?irrische Kiiirchrs P/o>fnlr~lruclrl. Base1 1847 - Aaleti 1986.<br />

cfr. p. 226: bcn piìi interessanti, siille tai,ole aliaiei>tarie. i la-<br />

\.ori precursori di Bartolomeo Borghesi, del 1835.40 (ripubblicati<br />

in Oerria>rs coiirplètes, t. I\r, Pniis 1865, pp. 270-73; t.<br />

VI. 1868. pp. 498-507: e cfr. Lertew n1 csis. dL Loper, ibid.. t.<br />

\'Il, 1870. pp. 449-52 [del 18441): ,<br />

245. Coixic ben notava il por critico DE PACHTERE pp. 5-6:<br />

il lavoro del AIOAIAISEN - Die iralische Bo!. v. 1'. Berli,, 1908= 1966, pp. 123-45: e<br />

cfr. Bu


Jacopo Sanvitale l o statisia di Fontanellato che h, anclie<br />

appirirato poeta clasiico-romantico - su notizie rice\,ute dal-<br />

~n>r>rn dal cai-ducciano Guido i\larroni. il priilio dedicato a Lo<br />

iu~,u>~rntlisnlioiz de In Crlliqtie &i<br />

Pii, Rome 1983, p, 358 (e hl:~. ROSS IGNANI. Rivestir>rertri ir>rer>rin>;<br />

clritatto>zici i>$ hioitzo rsigrie cit., p. 52 ss.). Da ixn esamc della Bisagni (cui un'integradoiie): cfr. BISAGNI I, p. 127.<br />

si dei,e anche la rilevazione succitata) risultano più di un cen- 283. Osciu-n. a questo proposito, I'affeimaziotie dello CHEVALtinaio<br />

nel testo (da pochi millimetri a più di 1 cni di diame- LIER, La i-o>~rnriisntio,r cit.. p. 308 ti. 6.<br />

tro), senza contare quasi uiia cinquantina di fori dei chiodi, 284. Cfr., con alti-e osseii~aziooi, BISAGNI I, p. 131 ss. (e p.<br />

che univano le lastre alla coiaice. parrebbe[?latturati dal DE 105): pimtuale segnalazione di ogni cauatteristica ed anoma-<br />

LAMA (v. siipra). - E cfr. nota precedeiite.<br />

lia iiitetpiintira. indicata nel testo, nell'apparato critico di B1-<br />

270. In effetti, I'affertilazione fii corlrtia ibid.. inAtdirr>r A- . C. -. N.- T TT<br />

L19261 p. 1252: il franimento broilreo veronese (= CIL \r 3449: 285. Ig~ioiaio per lo più dagli stiidiosi (anche dal Bol-oiann).<br />

riproduzione in FR. RITSCIXL, Piiscne Lnli!?ilizorrrtr»err- tiari 6 facilmente riconoscibile per. la difficoltà di intru\~ederlo<br />

In eyigrer una esauriente infoi-niazione: il Borniann<br />

ss.): e ,lei testo a 4.A.<br />

272. Dal POGGIALI, ,\ler>rorie cit., p. 108, al AIORCELLI, De<br />

stilo cit. [a n. 1731, p. 238, al DE LAAIA p. I6(pedissequo il TO-<br />

NONI p. 126). 288. Ch.. BISAGN I, pp. 129(c 115)eE. tiell'apparatocritico.<br />

~~~<br />

~ ~ - ~ -


289. Cfr. del resto, I'ainpia disamina diBISAGN1 I, p. 147 ss.:<br />

e nel testo. e irifra n. 309 sr.<br />

290. In qiresto paragrafo liiiguistico - pazienteniente letto e<br />

~>ostillato da R. Finarzi i\lassariello - è di grande aiuto il liicido<br />

e sintetico esame rlella BISAGAT I. p. 137 ss. (cui si farà.<br />

a suo Iiiogo, ol>portimo richiamo: e cfr. s p. 44 esauriente bibliogl-afia).<br />

In generale. tuttavia, si \,edano sui substrati ligiiree<br />

celtico(e. in generale. siil grado di latinirrazione dell'ltalia<br />

settentrionale: e ch-. infia n. 320 5s.): DE PACHTERE p. 47 5s.;<br />

B.A. TEFSACINI. St>igolnriire ligrtri. in 'Ai-=li. Glutt. Ital.' 20<br />

(1926) p. 126 si.; G. SERRA. Coltlril>ro>,ur»nsficonlln leoiin<br />

della cr»triiiirifri ,>e/ Iledioeiw delle co>rrrritirri rtiruli i-o>r>nrte<br />

epvemrrrnue ~lell'lrnlin sririe cit.. p. 113; B~SAGNI 1, p. 141 ss.<br />

302. l'o~~il)t:n III 27 I..~\I, .IIICII: 11c.1Ii8<br />

,i,iw~~, i ,~tc~~~~~.~~I~c;i<br />

tipi^,^ Al L < J ~ $ ~ ~ > I ~ . ~ ! \laa, ~ I I ~ 0," , ~ licut<br />

CI,. l'l~Tl


NICOLA CRINITI<br />

. .<br />

SI. 0. 1252 e da CON\\'AY cit. lit n. 2901. 0. 380 ss. lc,t ' S!tu/! ~ , l ~ l' ~ .\'~~~~~Ilt/l~~~~~~<br />

~ ~ l i ~ , ~ l'h8 ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~<br />

li,, cou i$rtts> !l I~cJ~c. ~II~PC,II~>~. ~I,,~I,c.IIC>~~L~<br />

LIII., ,ot$>:a cr~>~r,\':t 1'J~~407 ~ ~ l'v1 I'.iti~i>lir.~iii.i. C. \i>. rru \.i< ii.8.<br />

-u<br />

. . . . . .<br />

da un verbo sottiliteso.' pi-odtiziune ~>ul>blicistica si veda il diligente elenco - fino al<br />

315. Le ploposle di integrazione per i topoiiimi rlir pi.rsmi- 1970 -del DA AIARETO, Bibliopr%> ;t8~tJrn.tlic di r ~~n~~~1~I~8tw.t<br />

dc.1 raw (p,., vIc#> l,!!t, 121 l'fv. l'l .\'/l 111, S. 47 (L, l FtlRJll~S'l 1x1, I.I~:


iin i-eloziuvie sugli scavi del 1876. piiht>licnta iii 'NSctY 2t18771<br />

»n. . . 157.921. in TONONI p. 132 ss. il suo diru1gato1-e, sulla scia<br />

o>ariiittia~a(ecCr. in l'eilein cit., p. 95 sr. la polemica col DES-<br />

JARDINSII 1,. 21 ss.. clie iieern fatta sits - più di trent'anni<br />

prima ... -la ti-at>,~t,tisnrioii cit., pp. 32 11. IO. 51 ii. 1.10,<br />

e P. TOZZI. Sttrtell'ci~o nlitico. Padova 1988. p. 440 ss.); PETIWCCO SICAII-<br />

DI12 p. 289 SE.; PET&\CCO SICARDI-PETIWCCO p. 173 ss.;<br />

BUCK. Agr.ic!~llrrir cit.. p. 12 ss.; P,\\'. DE NEE\rE, Coloiiils.<br />

An~ster~~ 1984. pp. l67 ss., 224 ss.; BISAGNI n, pp. 15-16,<br />

340. Cosl i\fObli\lSEN, L,, rasticn sll'arrnlisi /isiin dello l',t/ Ceaiu, iii M.\'\'., P~zssnio, ~>reseitle e 111triirr<br />

,iz. ITeI., p. 173 ss. (non sriiipre attendibile); DARDAI- TI Sltrdi cit.. n. l4 n. 29: BISAGNI 11. D. 17.<br />

NE p. 232 ss.; DUNCAN-JONES p. 312 e i>. l (e Tlze prllpose<br />

344.~1r. \~EY~EII pp. 10i ti. I (vede nei ;sni cil. In<br />

sull'altra rizrs), 116: BIS,<br />

n. 61; pp. 138. 268 ss.<br />

336. 'Tpo~siu yil' è I'icasticn, pcr qitanto generica, definizione<br />

di Stt-abone (Geogr \l, 2. 1). un secolo prima dellii TA\', del<br />

territorio ligure posto tre la Padania e I'Etrurin: pcr In pedo-<br />

... . -~ ~ ~~-~ ~ ~~<br />

lagia dell'Appetmino pincri>tino rll-.. in pe~ticulal-e, RER, Corta<br />

I>ed


NICOLA CRINITI<br />

94 e 98 (te,-mine gallico); PETKACCO SICARDI-Ci\PRINI pp. Per 10 slorier.o»zriiin del pngo, ibid., p. 51 ss.; SERENI pp.<br />

34-35. 56. 352. 400 ss. (e Ln colurngrr Itnlini>z' (e con brione ragioni per<br />

cit., p. 31 ss.; BISAGNI II, a.1.; K.-P. JOHNE, Toloiri~nli'Pliilolugiis' 132 (1988)pp. 308-21. - Ecfr. 363. Cfr.. e.g., Petr. Sntyricoii 48, 53, 77: da cotifrontat-e coi<br />

nola seguente. contemporanei Coli~mella re rorl. 1,3, 12 e Sencca de be». VII,<br />

355. Cfr. E. DE RUGGIEIIO, Cosa, in UEAR Il. Soolcto 1910 10. 5.<br />

= Roma 1961, p. 126 (a p. 416 coloitia); SCHULTEN, Fro~dirs 364. Cfr. BORi\'IANN p. 220; DE RUGGIERO, illir~>e>itn cit., p.<br />

cit.. pp. 343 ss., 347: A. STEIN\\'ENTER, Fitr!r>zior,r cit., p. 716 ss.; DE PACHrrtertlo.<br />

\\'icn 1942. p. 16 ss.; A. JOSEPIION, Cnsne lillemri~rn. TERE pp. 47 ss.. 57 ss., 104 ss.; SCHULTEN. Ftrridrgs cit., p.<br />

Uppsala 1950. p. 30 ss. (criticato. tra gli altri. da Veync, cit. 339 ss.; E.hl. STAER~LIIN. A'orn nlln isoizioize rtnslini Icit. a n. 5221. ,. o. . 221 -\.alle idei,.<br />

CAPRINI pp. 51.67 e PETRACCO SICARDI12 p. 300: in gcne- tifkaine uno con Paderno. nei co~>iune ~iacentino di Ponte delrale,<br />

T. HELEN. Oi-gnt~imliorr ofRo>>tnri Bricli Pr,idt~inu.c~t t'//. Xl e673 5.61 . 11 S8641~~ l 1'11. I > * J < ~ .i7 ptiri;,. i(ii.~bi I . ~ I I I u L ~ c I II,LISI>, ~<br />


LA TAVOLA ALIA4L:<br />

te [si, r\'aiini>trs cfr. SCHULZE p. 480 n. 61: o anchc il rnlltrs<br />

Titppelirrs lfolri~iir~irr!s (1 100-1). che per metà è di L. Cui-nelio<br />

Onesiino, per l'altra metà - come firjtdrre,ilorins y r,itn cnrin de Pli>iio e1<br />

Jove>r. in 'Est. Clas.' 1 (1951) pp. 139-45 e tiNDREOTTU2 p. 27<br />

ss. (e Velein cit.. p. 38 ss., sitlla persistenra e decadenza degli<br />

reiztn nel 11 secolo: ma cfr. ora S. B&RANGER. Pe>eiti!!nr et<br />

les 'Alitrie~ltn', in Bo~ia. Hist.-Arrg.-Colloq~~i~#~!~ 1975.76, Bonn<br />

1978. pp. 75-86: A.R. BIRLEY. Perli,rw oizI(< h\. r. ti11'i.i i, 400 SiiIII(V.!I;>I,,u?~ilinri o1 ll!r Etzd o/ Ilre Les Inzitnitrroriele di Trninrto. h'lilano 1973,<br />

pp. XS\'II1, SXXIlI, 13.40.44, con altre indicazioni. e Sigirificnti<br />

slurico-polilici delle figio-<br />

»ele


\VHITE.'TIZ~ 1;tteis cit.: p. 422 ss.) cfr. del resto, SiRAGO p.<br />

289 ss.; ANDREOTTI. Velein cit.. pp. 42 ss.. 55 n. 29; KUZISCIN<br />

p. 216 sr. -E v. n". 374-75.<br />

407. Conie è altrove attestato in nlitrrer!ln privati, ad esciiipio<br />

nell'iscrizioric africana CII. \'IU 1641 [cit. a n. 4041. 16-20: e<br />

cfr. ANDREOTTI, I'elein cit.. pp. 42-43, 55 n. 29.<br />

408. Suiia base sociale delle distribuzioni alimentarie. si vedano,<br />

iii ogni caso, le pci-plessith di A.R. HAi\DS, Clln!iliesn8rlc, Lotidon 1968. pp. I I4 ss.. 168<br />

n. 133, criticate da LO CASCIO p. 312 e 11.4 e DUNCAN-JONES<br />

p. 303 ss. e n. 5 (in generale cfr. pp. 300 ss., 317 ss.: e 288 ss.,<br />

382 ss.): e cfr. DUNCAN-JONES. Tlrr prti = iiisti filii,<br />

ih: hIASCHI, Ln tnbitln nliirre,ttn~i,iische,i cit. [a n. 7501. p. 50 ss.<br />

410. Cfr. Cic. pro Rorcio cor?,. 10, 28, da accostare al celebl-e<br />

passo del 1/nizgrlo di hlatteo 20. 8 ss.: per rina prinia disciissiune<br />

generale si vedano S. hIROZER, pii.^ e1 irr>irrtre,alio!t<br />

doizs liiccirleiir m>rinit>, Gdansk 1975, pp. 39 ss.. 69 ss.. 89 ss.;<br />

P. DE AIARTINO. Sloiin eco!ror>ticn irianea, rali$iatn a 80 zr\N-JONES p. 298 ss.: e hLAZZA. Lotte cit., pp. 183, 586<br />

o. 105.<br />

423. Dell'ioiniensa bibliografia al rigiiardo - fin del i\Iill-atorilhlaffei<br />

- indico auei titoli clie mi naiono niù intrresranti<br />

e pertinenti sol nian; genet.nle, pul.con diverse niotirazioni<br />

~ii2 p. 14is.; ti~zii, ~~ttecit., 177 is.: LO CASCIO p. 31 I<br />

ss.; DUNCAN-JONES pp. 288 3s.. 315 ss.: PUGLIESE, Assistertra


. ~~~<br />

NICOLA CRINITI<br />

cit., 1). 3178 ss. - E ci[.. n. 377<br />

434. Cfr. gli sclieo~i dettagliati - coii nomi dei proprietari.<br />

fondi obbligati ( e re1ntii.e stiiiie, parziali e totali) e prestiti<br />

conseguenti, loro collucarioric nei pngi e nelle comunità (e singole<br />

risttine da versare, che non sono indicate se noti global-<br />

;ir. 349 SS.:', ; 13tJ~;sl~l l I,,Sl,,#/,< il., 1,. 18 \, ; l .O~~,\~~lii~>. 11.1 zti, l. 117 r ii. 411 li t.1~ tluL;t B ~ t c ~ ~ ~ (obbl. ~ c 2". ~ ~ 3'. t 4O. ~ lSO, ~ ~ !ho, 17'. 19 % .31°, 37", 4ZY, 44") è stipe-<br />

428: Conic si fece. con varie iiiot;varioni. almen~ dal DESJAR- rioi-e, per.rliciotto(So, 1 1°,12', 13". 14", lSO. 20°, 21°, 22-, 24-,<br />

DINS. Alii>reiztniiicit.. p. 184 e dallo HIRSCIIFELD, Die kni- 25". 26O. 2S0, 30e, 32*, 33', 45'. 4h0) C iiiferiore.<br />

439. Sul discusso, e tutio~-a aperto problema dellc variazioni<br />

dei salori fondiari nella TI\\', via \.ia inteso come segno della<br />

. registrazione primitiva in dettaglio e di coi.rerioni seguenti.<br />

P. 195 ;S.: h1diZA. ~olle cit.,'~. 180~s.: VEYNE. Il unuc cit., in base ai rendiinenti, nel carnl>lesso(cfr. DE PACHTEKE pp.<br />

60 si.. 98 ss., 106 5s.). o anche delle stime del nro~rietario. co-<br />

. .<br />

tiic valore di mercaio, r della controstinia - rrcerisiis -dei<br />

ciiii$i,iirraj i. pC.a ilct~t,itiii.iiiic~ilti.~tr ili lii~,!t!i>~I, Sl(;li>i,i $11 IOiiii .i ~C, ac~,8/#,~8>t~t:d~8~#i<br />

CL!., 111, 8 h,., 1,) \, , 2tltJ.10 t). 25<br />

I'. \V. Illi VI~l:\'l;. (',i/iizl>. 171 ,, . ?20 ,, e 178,. l',i.<br />

t ,>. . ini .... I,J~ ,, IC \'ESSI. 2 ,,. 1781 SII. 285 I~OLIItn;i nlir?rer~lnr>,cit., D. 59; A~%REOTTI: l'dei;? cit.. D.<br />

46 \\.I. iii ii::tii rc~i~t>c~i.i61i.~ili. ili iliii. ~i~iti;~l,iIii.t Ji\c.~r;,,<br />

iii ~.q>l>uiit> riL~titlic;iiiiii \L, \r.iiiic.tu i il~~>t'.i!~. (li>thc. i~,ii.<br />

,iilni. dr,i i.aii,iiiiir\:iiis>t ;C,-<br />

~ ~~ ~- ~~~~.~ ..... ..... ~~tari<br />

su "iniezioni di uossibili incrs~iicnti e nuovi rendinifnti.<br />

vista la'pratica difflkoltà di attuare hitiil-C revisioni catasta:<br />

li). cfr. sopratti>tto BORi\LhNN p. 221 ss.; LO C*\SCIO p. 331<br />

ss. (anche pei- I'obbl. 41') e DUNCAN-JONES 1). 312 ss. (con<br />

opportime coi.rrzioiii alla l'A\?: e cfr. Tlie Pzo.yore cit., p. 137).<br />

440. Cfr .. per tutti. la tabella citata del BORi\IANN, ed in particolare<br />

n. 225 n. 1. hutiicreroli. divergenti ed insoddisfacenti,<br />

i tentatiri di giiistificacione dclle differenze contabili (farse<br />

percliè calcolate sulla capacità contributiva potenziale: cfr. nota<br />

precedente): si vedano, in particolare, LO CASCIO p. 330<br />

cettabilercentuale di 6.1596.<br />

non si inipcgaò negli nlii>ze»;,#~C C,!.. t> 160 \. . \'l;YSl: l t,. 211, \%<br />

~<br />

DARDAINE p.233: BE NEE\~. Colotzi


n. 343 per il discusso, ed "obscui~" - VEYNEII p. 189 n. l -.<br />


DU2 pp. 290,293 ss.; PETRACCO SICARDI-PETRACCO p. 175<br />

ss.; BISAGNI I, p. 157.<br />

461. Cfr., del resto. la chiara ed inioi-oiata sintesi della BIS,\-<br />

... . -<br />

GNI I. DD. l53 ss.. 171 ss. r>. 49 ss.. cui molto dcro: Dei- gli in-<br />

flussi di substrak specifici cfr. le note seguenti.<br />

462. Cfr. in ~>arlicolal-e PETRACCO SIChRDI-CAPRINI. cfr.<br />

..~~-~~.<br />

~~~ ~ ~ .<br />

..<br />

Sociologin cit. [a n. 3591, p. 263 ss.: e cfr. E. VETTER. RE \Ti.<br />

A 1, Stuttgart 1939, cc. 785-86: TIBILETTI BRUNO p. 183; PE-<br />

T&\CCO SICARDI-CAPRINI p. 76. - E n. 691.<br />

476. Cfr. PETRACCOSICARDUI p. 209e PETRACCO SICARDI-<br />

CAPRINI p. 34: I'clezico delle cituzioi>i in BOR. 225.<br />

477. Cfr. clet~clii in PETRACCO SICAIWI-CAPRINI p. 25 e BI-<br />

SAGNI I. pp. 158-59: e si vedano HOLDER Il. cc. 59-62; PE-<br />

TRACCO SICARDI12 P. 293 ss. (e 1.n tapo?ryi>tie cit., p. 112;<br />

Propost


Parm.' 3 (1938) p. 45 ss.; HAIVSLIK, Plncetztin cil., cc. 1905-6:<br />

i\!. CORRADI CER\>I, Per il coiifitie accidetzmle &ll'lr1Il ie-<br />

,;i~,#~~~,!c~~t,~l~~~,,<br />

\1t,~c~11~~~3.~~~ . Il l.in,arc,8!,u&#, I.:\ Spc.,i:t 1961.<br />

1,. 111 s,., ,\Sl)Kl..Ol l'l, ilt,lt,!cl < >I., 1, l7 0. 7; l'f:.'l'KACC'O SI.<br />

I.\I, . l),\l 229 l.i,K,\St>lll,<br />

Co»rrir,l cit.. pp. 295 ss.. 380nii. 498-99: e ;"gran. 452. - Un<br />

elenco dei pngi piacentitii (con indicazioni dei hutdi etc., proprietari<br />

ed ndfiites. e rimandi alla TAV) in DESJARDINSII pp.<br />

XLIX-LI: e cfr. BISAGNI I, pp. 201-3.<br />

493. Cfr. DESIARDINS12 p. 7; TH. MOhIAISEN, in CZL V. p.<br />

838; BORMAIVN p. 222: HOLDER Il. cc. 203-4; DE PACHTE-<br />

RE n. 9 5s.; D. FOGLIATO, Iri irlnrgirie alla (Tniroln treleinte).<br />

lrelein, in AA.V\I., ~er-in Irirforicn a!ttiqiel cornuiie <strong>piacentino</strong> di Gazrola ): ,>la cfr. itifia<br />

LA TAVOLA ALIA4EAlTARZA VELEIATE 1001<br />

501. Cfr. DE-\'ITI, p. 252;HOLDERI.c. 123eU,c. 1908:JDNG.<br />

Bobbio cit.. pp. 60-61 (pensò a Travo); SCIIULZE p. 542:<br />

J.B.KEUNE. RE, Suppl. lU, Stuttgart 1918, C. 90: DE PACH-<br />

TERE pp. 24 ss., 37 ss., 74 ss.; FORhlENTINI p. 3 ss.; GRECO<br />

BERGAAMSCHI, Appttttri cit., p. 76 ss.; PETRACCO SICAR-<br />

DI11 pp. 209~s.. 215(e Topo>zi>izicit., III. p. 15); CORDINI. Irelein<br />

cit., pp. 23 ss., 34 ss., 43 ss., 91, 94; DARDAINE p. 228;<br />

TIBILETTI BRUNO p. 186; PETRACCO SICARDI.CAPRIhT pp.<br />

34.61.76; PETRACCO SICARDI-PETRACCO p. 180: TOZZI, Slti-<br />


NICOLA CRINITI<br />

KEUNE, RE I. A 2, Stuttgart 1920, C. 2056: LURASCHI, Co-<br />

»re»r cit., pp. 295, 380 un. 499-502.<br />

508. Cfr. FORMENTINI p. 15 ss. (nel territorio di Pellegl-ino<br />

Parmense?); PETRACCO SICARDIII pp. 210,214 ss. (e Ilcorttribriro<br />

cit.. p. 87 ss.): LURASCHI. Co>rzailz cit.. . D. . 296 ss. -<br />

I. cfr. iiii uniitiiilu (?: I'c~l~.>l-iir, cii.. IDEI. 2tJS rr.. . 380 no>. ~~~~ 41J8 ~. il111<br />

~ ~~~.<br />

A. ZANINONI, Per la storia del pni;ietonio ~~esco~~ile piaceilti-<br />

>io: Vnrsi secc. IX-XIII, io 'ASPP' 38 (1986 L= 19871) p. 41 1. -<br />

E cfr. gli omonimi pagi nel Beneventano (Tmr Lig. Beb. I1 66.<br />

70; 111 15, cfr. 19) e in hlauretania, nella zona di Gui-aya (CIL<br />

VI11 21452 = ILS 6884).<br />

516. BORMANN pp. 222. 254: e ch. FORhlENTINI pp. 9 ss.,<br />

17 ss.; H. PHILIPP. RE X\'. 2, Stuttgafl 1932, C. 1808; PETRAC-<br />

C0 SICARDVI p. 214 ss. (e Ilcotllribr~focit., p. 87 n. 5); LURA-<br />

SCIII, Contioli cit., p. 295 ss.; BOGNETTI, Strtdi cit.. inder.<br />

- E cfr. nota precedente.<br />

517. Ch-. 1.1. PHILIPP. RE XV. 1. Stuttgart 1931, C. 974: G. AIA-<br />

RIOTTI. Ileoriciliabolo ligrdre l>i:ttw p:t!!c~~be. cfr. cu~.,tt:


LA TAVOLA ALIMENTARZA VELEIATE<br />

HELD, RE XVII. I. Stuttgail 1936, C. 1191; PETRACCOSICAR- rapporto apofonico con Vecciits [cfr. infra S. I'ecciiisl?).<br />

DI11 p. 215; PETRACCO SICARDUZ p. 295 e n. 16: PELLEGRI- 537. 1 75 (e ss.) e 1V 23 [cfr. BORhtANN p. 225 e n. 2; BISA-<br />

NI, Topoi!o~~znslicn cit., p. 46: PEmACCO SICARDU3 pp. 77-78, GNI Il. p. 1051: cfr. la base germanica *blrrizdn- per 'rossiccio',<br />

92. E si veda siipra e n. 472; infi-a S. i\'eiirdiotitllle>rsis). Cfr. HOLDER 111, C. 238; FOR- SICARDI.CAPRIN1 p. 39; PETRACCO SICAROI-PETRACCO p.<br />

MENTIN~ p. 3 ss.; LAMBOGL~A. Roiiinitifà cit., p. 18 11. I; PE- 181 e n. 16.<br />

TRACCO SICARDIII p. 215; PETRACCO SICARDU3 p. 84 n. 26. 538. VI 50. Cfr. PETRACCO SICARDI. Il coittribnlo cit., pp.<br />

531. Elenco dei vici -e presunti tali: cfr. più sotto- inBOR- 86.94 ss. (e La Ioporiyitie cit., p. 113); PETRACCO SICARDU3<br />

AiANN p. 225 (con indicarione dei territori d'appartelienza, p. 75; PETRACCO SICARDI.CAPRIN1 p.60: e DE-VIT I\!, p. 189;<br />

dei pngi e rimandi alla TAV); CONI\'AY pp. 381-82 [e cfr. su- SCHULZE p. 445 n. 8; H. PHILIPP, RE X111.2, Stuttgart 1927,<br />

pra n. 4901; PETRACCO SICARDVI p. 213 ss.; KUZISCIN pp. C. 1534; C. SAMONATI, in DEAR 111, Roma 1972. pp. 1872-73:<br />

193-94 (e rimandi alla TAV). - Il BORhlhiVN (pp. 222, 225: e TLBILETTI BRUNO p. 206 n. 94.<br />

con lui HOLDER 1-11, a. v,; CON\VAY p. 382) propose di ag- 539. 167 (e ss.) e IV 23 [cfr. BORhlANN p. 225 e n. 2; BISAgiungervi<br />

in tuno o in parte - per confronto tra vic(oJ Uccine GA'I Il, p. 1051. Cfr. TERRACINI. Spigolnltire cit., p. 145; SERdi<br />

VI 20 e s.p Uccine di \'I 64-65 - i dieci snllt


Asculi~m in età roniaiiu, Pisa 1982, pp. 292-93: R. CORDELLA-<br />

N.CIUNlT1, Iscrizio,,i Inline dii\'orcin e IT I, D. 5'51: SCHULZE o. 445 n. 8: TBILETTI<br />

BRUNO p. 206 n. 94; TE~CINI. ~itlor,io ndnlcrr>ti louolti8ni delli'ifalle<br />

&//n Coprin iir Li


.. . ~ ~.,<br />

~. ~<br />

~ ..<br />

186 . Sii1~.1 t. 171.<br />

5'1~1 ('11 l'!:'l lI,\CCO slc',\lIl~l.~',\l~lIlSl 1,. .l>. .k~z,,o,<br />

cu. I )I).<br />

c c 11,.<br />

- 1: 'li *i#.<br />

pra 5.8.<br />

580. Cfr. DE-\rlT Il. pp. 140, 147 (con altre letture): HOLDER<br />

I. C. 815: SCIIULZE D. 353: PETRACCO SICARDI11 v. 209 n.<br />

$i 366.<br />

$85 (:li. I'ICrKr\)>.<br />

.43.44; l'l~.'l'lI~~~:~~t) SlC,\Kl~l.l'l~K,\~:CO p 17+


supra n. 590. E cfr., nei vago veleiate hleduzio. un ft


desimo nome in non lontani pngi velciati (cfr. DE-VIT IV, pp.<br />

613.14): Dianio I\' 31 e Salvio (m 96: VI 12; e cfr. \'I1 58). -<br />

sponde.<br />

649. Cfr. HOLDER U. C. 757: PETRACCO SICARDI13 D. 76 le<br />

LA TAVOLA ALItMENTARIA VELEIATE 1007<br />

. .<br />

Il coiiiributo cit.. p. 93 n. 12).<br />

650. Cfr. CORDINI p. 92 ss.: e DE-VIT IV. p. 729; TIBILETTI<br />

BRUNO p. 206% 94; CALZOLARI p. 135. -E cfr. supra f. Nne.<br />

trin>rrtr (e n. 647). infra n. 739.<br />

651. Cfr. FRESCAROLI p. 221: e DE-VIT I\'. p. 739.<br />

652. Cfr. HOLDER U. C. 864: PETRACCO SICARDI13 p. 77 (e<br />

I'."' IY2U. >ielt Solotrirts);<br />

SCHULZE p. 239; J.B.KEUNE. RE 1II.A i, Stuttgai-i 1927.<br />

C. 981; CALZOLARI p. 140.<br />

676. Cfr. PETRACCO SICARDI-CAPRINI p. 73; PETRACCO<br />

SICARDI-PETRACCO p. 177 e n. 10: e HOLDER 11, C. 1625:<br />

SCHULZEp. 445 n. 8; J.B. KEUNE, RE 1II.A 2. Stuttgart 1929,<br />

C. 1611; TIBILETTI BRUNO p. 206 n. 94.<br />

677. Cfr.HOLDER1I.c. 1635; J.B. KEUNE.REill.A2,Siuttgart<br />

1929, C. 2142; PETRACCO SICARDI13 p. 77.<br />

678. Cfr. PARIS FIORANI p. 81; CORDINI p. 35 ss. (o Statto.<br />

nel medesimo comune?); CALZOLARI p. 143: e J.B. KEUNE,<br />

RE 1II.A 2, Stuttgart 1929. C. 2182. E si veda l'omonimo fio>dr)>. 218 a,. 2, 239. J 13. KI


NICOLA CRINITI<br />

oaeo veleiate Statielio 11 54-55: ch-. GIULIANI. Sneei cit.. o. 706. Ch. FORi\lENTINI D. 15 ss. le Sltigolnlar-e cit.. p. 145 ss.; SERRA p. 133 ss.; FOR- PETRACCO SICARDIR p. 292.<br />

i\LENTL\TI, Ligrires cit. p. 220; L. BANTI. RE \'LA l, Stuttgart 707. Cfr. FORi\IENTIi\TI p. 16: SCHULZE p. 377: e infra n. 730.<br />

1936. C. 1023: TIBILETTI BRUNO n. 193: PETRACCO SICARDI- Si veda I'omoninio frotdrtr ncl oaeo . - niacentiiio Ei-culaiiio, a<br />

CAP~NI DD.. 75-76 (alta valle del'~aroj o conca di Varese Li- \TU 10. cfr. \'I 96-97.<br />

. "" ..<br />

69i. FORMENTINI p. 9 (e Per /. 51 ss.); SERRA<br />

p. 133 n.4: BATTISTI. Osrerr~nziorticit., p. 257 (e Sirl no»le cit.,<br />

SICARD~CAPRINI p. 79; FETRACCO SICARDI11 p. 216 n. 22<br />

(e La twdizioue cit., p. 1020). E si vedano: SCHULZE p. 378;<br />

p. 409); G. ALESSIO. Relilli lopi>?tor>tnslici ligriri i! Proveirzn,<br />

in 'St. Etr.'21 (1950) p. 455 (e ibid. 1954. p. 484 ss.); SERENI.<br />

Lo cornrotild cit., p. 13 ss.: PARIS FIORANI p. 81; TIR p. 70<br />

(e MONACO n. 403); CORDINI P. 87: contro i'idrntificazione<br />

i~~~li,.i~~z~:~lc (del F~utt~c~t~ti~tij C,' ia;tsc~~~.~l~ili Ixs~i lira.<br />

I:~~ia~iilic. 131:.'I K,\CCO SICAI. /> >\ ,XS *\ l l ~ ~ ~ ~ ~ l ~ l. ~ l ll~~l.i'.l<br />

~ l l ~ l ~ l t$ii:icc,n,.il. LII. 1>1<<br />

'I'II(:i\I'KISl 1,. 77. I'Ili2 1, 2'11 ti. 5; l'l'l K.\(('O Sl(',\lticit., p. 607 ss. n. 4 (gratuitamente<br />

[cfr. supra n. 7021 lo identifica con Vigevaoo): TIBILElTI BRU-<br />

NO p. 186.<br />

718. Cfr. PARIS FIORANI p. 81. Omonimi /,rr>di nel pago <strong>piacentino</strong><br />

Erculanio (\q1 21. 261 e veleiate-libarnense d4oriiuns<br />

l 3.1)<br />

71c1. (:fx. l'l! l'lI-I'II I Ilh(:C‘U 1,. 17.1:


Cnesinrti. suprs) ed assai raraniente tra Piacenza e Paima (cfr.<br />

F. CENEKINI, I 'Coesiii prosopogrnfin delle regiorii lfl, 1.I'II<br />

e I/, in AA.\W., Ctriitu, Faenra 1985,<br />

p. 230;iVotas« tricit., p. 98 si. Treesenipi tra tanti(qua1cun'altro m-rà<br />

dato nelle note semienti1 - .. nossono essere: - il f. Von»i>ritrl zrril>r?t


e dei rappt-esentanti nel ceto senatorio: cfr. SCHULZE p. 367<br />

[che noi* la cital; CRINITI, L'eyigrefe cit., p. 176): chi FRESCA.<br />

ROLI, Per la storin cit.. p. 183. Si vedano i f. Atrris. a IV 10. varie altre volte ri-<br />

NICOLA CRINITI<br />

\CC ,t. iiiin ii


771. Cfr.. del resto, FRESCAROLI, Per-In slorincit., p. 175 5s.;<br />

DARDAINE o. 219 ss.: e BORi\lANN p. 229 ss. (e 226 ss. per<br />

i fr,iidi).<br />

772. Cfr. DARDAINE p. 220(e citazioni iii BORMANN p. 230):<br />

e si vedano i /ra AI. Fabirrs dlnrcelllrt

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