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RASSEGNA STAMPA “MARINA” SETTEMBRE 2010 - ANMI Ladispoli

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Rassegna stampa mensile ad uso interno realizzata gratuitamente per il Gruppo di <strong>Ladispoli</strong><br />

dell’<strong>ANMI</strong> dal socio Fr-Ph Durbach (tessera n. 351729)<br />

Commissione Difesa del Senato<br />

Legislatura 16º - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 148 del 15/09/<strong>2010</strong><br />

DIFESA (4ª)<br />

MERCOLEDÌ 15 <strong>SETTEMBRE</strong> <strong>2010</strong><br />

148ª Seduta (pomeridiana)<br />

Presidenza del Presidente<br />

CANTONI<br />

Seguito dell'audizione, ai sensi dell'articolo 47 del Regolamento, del Capo di Stato<br />

maggiore della Marina militare, in relazione all'affare assegnato relativo alle linee<br />

programmatiche dei nuovi vertici delle Forze armate (n. 367)<br />

Riprende l’audizione, sospesa nella seduta pomeridiana del 14 luglio scorso.<br />

Il senatore PEGORER (PD) domanda delucidazioni sulla possibilità di conseguire un contenimento<br />

dei costi attraverso la costituzione di forze militari europee. Tale questione, peraltro, si porrebbe -a<br />

suo avviso- in stretta correlazione con la scelta strategica di fondo in ordine al modello di difesa da<br />

adottare.<br />

La senatrice NEGRI (PD) chiede chiarimenti sia relativamente alle problematiche connesse al<br />

progressivo invecchiamento dei sistemi d’arma, sia in ordine all’eccedenza di personale<br />

appartenente al ruolo dei marescialli, in ordine ai quali si potrebbe a suo avviso puntare sulla<br />

mobilità e la riconversione, posta l’indubbia onerosità del cosiddetto "slittamento".<br />

L’ammiraglio BRANCIFORTE pone innanzitutto l’accento sull’obiettiva difficoltà nel pervenire<br />

alla formazione di forze armate europee in assenza di una direzione unificata a livello politicomilitare.<br />

Inoltre, le formazioni esistenti (come, ad esempio, EUROMARFOR), sono state impiegate in<br />

un novero assai limitato di occasioni (come attestato, peraltro, dalla missione Atalanta a largo delle<br />

coste somale, per la quale si è preferito porre in essere un dispositivo militare specificatamente<br />

calibrato per quel tipo di scenario senza ricorrere a quelli già esistenti).<br />

Per quanto attiene, nello specifico, alla possibilità di pervenire ad un’effettiva riduzione dei<br />

costi per il tramite delle strutture militari europee, osserva quindi che la partecipazione nazionale a<br />

tali formazioni non può prescindere dal possedere uno strumento adeguato, sia dal punto di vista<br />

qualitativo che quantitativo (a titolo di esempio, la partecipazione alle operazioni per garantire il<br />

rispetto dell’embargo contro la Serbia richiese, a suo tempo, l’impiego a rotazione di quattro fregate<br />

per un totale di 8.000 ore di moto al fine di garantire la partecipazione di una sola unità), che<br />

appare difficilmente conciliabile con l’attuale situazione in cui versano le forze navali (oggetto di<br />

rilevanti ridimensionamenti sia per quanto attiene al naviglio che sul versante degli aeromobili da<br />

pattugliamento).<br />

Per quanto attiene, infine, alle problematiche connesse con lo slittamento del personale<br />

appartenente al ruolo dei marescialli, precisa che esse sono alla costante attenzione della Difesa.<br />

Prendendo spunto da alcune notizie di stampa in ordine ad un accordo tra la Francia ed il<br />

Regno Unito sull’utilizzo comune delle navi portaerei, la senatrice PINOTTI (PD) domanda se<br />

l’adozione di una soluzione analoga possa venire incontro alle esigenze della Marina militare<br />

italiana.<br />

L’ammiraglio BRANCIFORTE, dopo aver ricordato che la notizia riportata dalla senatrice<br />

Pinotti era stata successivamente smentita dal ministro della Difesa britannico, precisa che le<br />

marine occidentali svolgono da tempo attività congiunte per permettere ai piloti di appontare o<br />

decollare su o da qualsiasi piattaforma navale e per impedire, altresì, che i periodi di inattività delle<br />

navi a seguito di esigenze di manutenzione possano compromettere il loro costante addestramento.<br />

Sin dal 1991, infatti, i piloti italiani hanno operato su unità spagnole, inglesi ed americane.<br />

Nel 2008, inoltre, la Francia ed il Regno Unito hanno lanciato un’importante iniziativa -cui<br />

l’Italia ha aderito e che è attualmente in fase di sviluppo- per la costituzione di un gruppo<br />

multinazionale di navi portaerei, volto a conferire all’Unione europea delle effettive capacità di<br />

proiezione in ambito internazionale.<br />

TV (r) Dott. Fr-Ph Durbach – studiofpdff@yahoo.it - http://studiofpdff.blogspot.com/ 54

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