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Una freccia di pietra focaia che pare usata dai soldati figuri (altra simile). Intorno a questi oggetti (se ben ricordo) esiste una illustrazione di d. Celestino Cavedoni: e devono essere stati dissotterrati circa nei dintorni di Maranello." (fig. 2). Ancora, nella minuta del catalogo 21), troviamo inserita al n. 539 la "mezzuole di serpentino nerastro" descritta con le parole dal Cavedoni e l'annotazione "V. Messag. Mod. N. 1486"; al n. 540 la cuspide cuneiforme di serpentino verde durissimo; al n. 545 la cuspide di pietra focaia, con la nota "V.M.M. N. 1486"; al n. 573 la lancia di rame, con l'indicazione "Maranello" (fig. 3). Infine il catalogo definitivo inserisce 22), riportando per esteso la descrizione del Cavedoni, i quattro oggetti in sostituzione rispettivamente di una "Venere con delfino", di una "Fortuna nuda con vela e delfino", di un "bustino di Diana" e di una "Figura muliebre nuda con gallo, forse la Vigilanza" (fig. 4). (Va notato che questi pezzi, moderni, con molti altri pure moderni segnati come mancanti dal Borghi e non pubblicati dal Planischig nella "Estenische Kunstsammlung", fanno attualmente parte delle collezioni Estensi; forse tornarono da Vienna definitivamente a Modena nel 1923, secondo le clausole del Trattato di San Germano. Il Planischig però afferma che non uno solo dei pezzi elencati nella stima Visconti dal n. 1 al 916 si tro- Fig. 3 - Appunti di Carlo Borghi in preparazione del suo Inventario: ai nn. 539, 545, 573 sono inseriti gli oggetti di Cumarola (v. nota 21). Foto Gavioli e Gagliardotto della Soprintendenza BB.AA.SS. di Modena. Fig. 4 - Pagina dell'Inventario definitivo di Carlo Borghi: gli asterischi indicano le sostituzioni di oggetti asportati dal duca con altri non ancora catalogati (v. note 16 e 22). Foto Gavioli e Gagliardotto della Soprintendenza BB.M.55. di Modena. vava a Vienna allorché egli compose il proprio catalogo.) Mancando fino ad ora un catalogo scientifico della collezione archeologica, l'inventariazione del Borghi è rimasta l'ultima; infatti il catalogo dei bronzi compilato negli anni Sessanta da un impiegato della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Modena ne è, per la parte riguardante il nucleo di primitiva provenienza Obizzi, semplicemente una copia (è noto che la Galleria Estense possiede oltre a questi un gran numero di altri bronzi, sia antichi che moderni, di diversa provenienza); dall' essere stato annesso alla Biblioteca Palatina dal 1822 al 1893, come si spiegherà, questo nucleo prese il nome di collezione Palatina; ai pezzi che lo compongono fu lasciato l'antico numero, risalendo indietro fino alla stima Visconti, accompagnato da una lettera "P" maiuscola il cui significato finì pertanto per essere dimenticato. La restituzione da parte dell'ex duca degli oggetti asportati fu trattata a Firenze nel 1868 23), ma tra gli oggetti restituiti non figura alcuno di quei 206 segnalati dal Borghi, forse perché, rima- 22) Carte 18 e 19. 23) ASCMO, Atti amministrativi, 1868, filza 723, Affari diversi, fascicolo 72, "Convenzione di Firenze, giugno 1868". V. anche A. MORSELLI, "II trattato di Vienna del 3 ottobre 1866 e i suoi riflessi modenesi", in "Atti e Memorie dell'Accademia di Scienze, Lettere e Arti", serie VI, voI. I, 1959, pp. 154-174; DE VOLO, "Vita di Francesco V", Modena, 1878-1885, voI. III, capp. LVI e L1X; VENTURI, "La R. Galleria Estense", Modena, 1882, cap. IX. 43

Una freccia <strong>di</strong> pietra focaia che pare usata dai<br />

soldati figuri (altra simile). Intorno a questi oggetti<br />

(se ben ricordo) esiste una illustrazione <strong>di</strong> d. Celestino<br />

Cavedoni: e devono essere stati <strong>di</strong>ssotterrati<br />

circa nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Maranello." (fig. 2).<br />

Ancora, nella minuta del catalogo 21), troviamo<br />

inserita al n. 539 la "mezzuole <strong>di</strong> serpentino nerastro"<br />

descritta con le parole dal Cavedoni e l'annotazione<br />

"V. Messag. Mod. N. 1486"; al n. 540<br />

la cuspide cuneiforme <strong>di</strong> serpentino verde durissimo;<br />

al n. 545 la cuspide <strong>di</strong> pietra focaia, con la<br />

nota "V.M.M. N. 1486"; al n. 573 la lancia <strong>di</strong><br />

rame, con l'in<strong>di</strong>cazione "Maranello" (fig. 3). Infine<br />

il catalogo definitivo inserisce 22), riportando per<br />

esteso la descrizione del Cavedoni, i quattro oggetti<br />

in sostituzione rispettivamente <strong>di</strong> una "Venere<br />

con delfino", <strong>di</strong> una "Fortuna nuda con vela e<br />

delfino", <strong>di</strong> un "bustino <strong>di</strong> Diana" e <strong>di</strong> una "Figura<br />

muliebre nuda con gallo, forse la Vigilanza" (fig.<br />

4). (Va notato che questi pezzi, moderni, con molti<br />

altri pure moderni segnati come mancanti dal Borghi<br />

e non pubblicati dal Planischig nella "Estenische<br />

Kunstsammlung", fanno attualmente parte<br />

delle collezioni Estensi; forse tornarono da Vienna<br />

definitivamente a Modena nel 1923, secondo le<br />

clausole del Trattato <strong>di</strong> San Germano. Il Planischig<br />

però afferma che non uno solo dei pezzi<br />

elencati nella stima Visconti dal n. 1 al 916 si tro-<br />

Fig. 3 - Appunti <strong>di</strong> Carlo Borghi in preparazione del suo Inventario:<br />

ai nn. 539, 545, 573 sono inseriti gli oggetti <strong>di</strong> Cumarola (v. nota<br />

21). Foto Gavioli e Gagliardotto della Soprintendenza BB.AA.SS.<br />

<strong>di</strong> Modena.<br />

Fig. 4 - Pagina dell'Inventario definitivo <strong>di</strong> Carlo Borghi: gli asterischi<br />

in<strong>di</strong>cano le sostituzioni <strong>di</strong> oggetti asportati dal duca con altri<br />

non ancora catalogati (v. note 16 e 22). Foto Gavioli e Gagliardotto<br />

della Soprintendenza BB.M.55. <strong>di</strong> Modena.<br />

vava a Vienna allorché egli compose il proprio catalogo.)<br />

Mancando fino ad ora un catalogo scientifico<br />

della collezione archeologica, l'inventariazione del<br />

Borghi è rimasta l'ultima; infatti il catalogo dei<br />

bronzi compilato negli anni Sessanta da un impiegato<br />

della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici<br />

<strong>di</strong> Modena ne è, per la parte riguardante il nucleo<br />

<strong>di</strong> primitiva provenienza Obizzi, semplicemente<br />

una copia (è noto che la Galleria Estense<br />

possiede oltre a questi un gran numero <strong>di</strong> altri<br />

bronzi, sia antichi che moderni, <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa provenienza);<br />

dall' essere stato annesso alla Biblioteca<br />

Palatina dal 1822 al 1893, come si spiegherà,<br />

questo nucleo prese il nome <strong>di</strong> collezione Palatina;<br />

ai pezzi che lo compongono fu lasciato l'antico<br />

numero, risalendo in<strong>di</strong>etro fino alla stima Visconti,<br />

accompagnato da una lettera "P" maiuscola<br />

il cui significato finì pertanto per essere <strong>di</strong>menticato.<br />

La restituzione da parte dell'ex duca degli oggetti<br />

asportati fu trattata a Firenze nel 1868 23),<br />

ma tra gli oggetti restituiti non figura alcuno <strong>di</strong><br />

quei 206 segnalati dal Borghi, forse perché, rima-<br />

22) Carte 18 e 19.<br />

23) ASCMO, Atti amministrativi, 1868, filza 723, Affari <strong>di</strong>versi,<br />

fascicolo 72, "Convenzione <strong>di</strong> Firenze, giugno 1868". V. anche A.<br />

MORSELLI, "II trattato <strong>di</strong> Vienna del 3 ottobre 1866 e i suoi riflessi<br />

modenesi", in "Atti e Memorie dell'Accademia <strong>di</strong> <strong>Scienze</strong>, Lettere e<br />

Arti", serie VI, voI. I, 1959, pp. 154-174; DE VOLO, "Vita <strong>di</strong> Francesco<br />

V", Modena, 1878-1885, voI. III, capp. LVI e L1X; VENTURI,<br />

"La R. Galleria Estense", Modena, 1882, cap. IX.<br />

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