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Rassegna dell'Esercito 2/2013 - Esercito Italiano - Ministero della ...

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Il Generale Armando Vittorio Diaz.<br />

tò il Trattato di pace.<br />

A volere la guerra di Libia furono dei<br />

gruppi di potere, che portarono o meglio<br />

spinsero l’Italia e gli italiani verso un<br />

colonialismo non sentito dalla popolazione.<br />

Allora lo scetticismo era forte e nella<br />

Nazione era ancora aperta la ferita <strong>della</strong><br />

disfatta di Adua.<br />

Un grosso contributo lo diedero i<br />

media quasi tutti favorevoli alla guerra. I<br />

corrispondenti dalla Cirenaica e<br />

Tripolitania, poi chiamata Libia, raccontavano<br />

«le bugie d’oltremare» di una<br />

terra molto vicina alla madre patria, lussureggiante<br />

e piena di risorse minerarie<br />

<strong>Rassegna</strong> dell’<strong>Esercito</strong> on line n. 2/<strong>2013</strong><br />

da sfruttare. Si suggeriva una colonizzazione<br />

di massa delle terre fertili vicine<br />

alla fascia costiera, per dirottare l’esodo<br />

dei migranti che preferivano l’America.<br />

Purtroppo, allora, non si capì che il<br />

deserto libico galleggiava su un mare di<br />

«oro nero» e gas naturale.<br />

La conquista <strong>della</strong> Libia negli anni si<br />

rivelò un pesante fardello per l’economia<br />

statale; i costi <strong>della</strong> guerra lievitati notevolmente,<br />

sommati alle perdite umane e<br />

al costo delle enormi infrastrutture create<br />

nella giovane colonia furono enormi e<br />

la Libia in cambio non ci diede nulla.<br />

L’effetto immigrazione non produsse lo<br />

spostamento di massa, malgrado le agevolazioni<br />

che il governo di allora offriva<br />

agli emigranti, che si trasformavano in<br />

colonizzatori, e malgrado tutto gli italiani<br />

continuarono a preferire l’America.<br />

Oggi possiamo affermare, che la guerra<br />

contro l’Impero Ottomano servì a preparare<br />

e forgiare le Forze Armate italiane<br />

con tutti gli Stati Maggiori, che dopo<br />

questa parentesi coloniale si prepararono<br />

ad entrare in guerra nel 1915, con il<br />

primo conflitto mondiale, e a vincere.<br />

Il Generale Armando Vittorio Diaz, che<br />

nell’autunno del 1918 guidò alla vittoria<br />

le truppe italiane, fu un chiaro esempio:<br />

nel 1910, durante la Guerra italo - turca,<br />

comandò il 21º Reggimento fanteria e<br />

l’anno dopo il 93º Reggimento fanteria in<br />

Libia, che era rimasto improvvisamente<br />

senza comando.<br />

Sempre in Libia, a Zanzur, fu ferito nel<br />

1912, per arrivare fino al 4 novembre<br />

1918 quando l’Austria capitolò, e per la<br />

storica occasione Diaz stilò il famoso<br />

«Bollettino <strong>della</strong> Vittoria», in cui comunicava<br />

la rotta dell’<strong>Esercito</strong> nemico ed il<br />

successo italiano.<br />

□<br />

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