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Rassegna dell'Esercito 2/2013 - Esercito Italiano - Ministero della ...

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Tripolitania e <strong>della</strong> Cirenaica era stata<br />

pianificata segretamente con le diplomazie<br />

occidentali; il Ministro degli Esteri<br />

Marchese Antonino di San Giuliano stipulò<br />

accordi segreti che aprirono la strada<br />

all’azione militare.<br />

Secondo gli studi degli Stati Maggiori<br />

di allora, la guerra si sarebbe conclusa<br />

in breve tempo e con dei costi economici<br />

e umani limitati. La campagna militare<br />

venne studiata e preparata con una<br />

certa cura dal premier Giovanni Giolitti,<br />

per cui in pochi mesi di sforzo bellico si<br />

realizzò l’occupazione militare <strong>della</strong><br />

Libia, con le sue due grandi regioni: la<br />

Tripolitania e la Cirenaica.<br />

La guerra contro l’Impero Ottomano,<br />

innescò negli anni successivi un effetto<br />

devastante, che provocò il crollo <strong>della</strong><br />

«Sublime porta», con le rivolte nei<br />

Balcani e in Grecia. In Italia, tutti cantavano<br />

«Tripoli bel sol d’amore»; in effetti<br />

la Guerra italo - turca è rimasta nell’immaginario<br />

collettivo come un momento<br />

felice <strong>della</strong> giovane Italia, che portò il<br />

Regno Sabaudo nel contesto delle grandi<br />

potenze europee.<br />

Nel percorso storico <strong>della</strong> Nazione<br />

Italia, la guerra incise profondamente e<br />

creò un’eccellente base su cui poi si svilupparono<br />

gli eventi successivi, a cominciare<br />

da quelli bellici <strong>della</strong> Prima guerra<br />

mondiale. Non è appropriato parlare di<br />

guerra perché è stato un conflitto coloniale<br />

e d’invasione, ma oggi noi possiamo<br />

analizzarlo con il dovuto distacco e obiettività,<br />

cercando di analizzare con cautela<br />

le vicende che ci portarono a conquistare<br />

quella assolata terra nordafricana, strappandola<br />

alla Turchia.<br />

La preparazione del conflitto è stata<br />

una felice sinergia delle Forze Armate,<br />

l’intervento militare venne preparato con<br />

largo anticipo e con l’impiego di un’armata<br />

composta inizialmente da 35 000<br />

<strong>Rassegna</strong> dell’<strong>Esercito</strong> on line n. 2/<strong>2013</strong><br />

militari per poi arrivare a 100 000, che<br />

nel breve tempo riuscì ad impadronirsi di<br />

quasi tutta la fascia costiera libica.<br />

Con il pretesto di violenze subite da<br />

cittadini italiani nella Cirenaica e in<br />

Tripolitania, il 29 settembre del 1911,<br />

l’Italia dichiara guerra all’Impero<br />

Ottomano e la Regia Marina si mosse<br />

per sorprendere le navi da guerra turche<br />

ancora all’ancora nelle basi navali.<br />

L’effetto sorpresa riuscì e gran parte del<br />

potenziale bellico ottomano venne affondato<br />

negli attacchi lanciati al porto di<br />

Beirut e nel Mar Rosso.<br />

L’operazione Libia iniziò nel mese di<br />

ottobre. La perfetta sinergia Regia<br />

Marina - <strong>Esercito</strong> permise lo sbarco delle<br />

truppe con limitatissime perdite. L’azione<br />

militare iniziava sempre con il bombardamento<br />

dal mare delle fortificazioni<br />

costiere; il maggiore calibro delle possenti<br />

navi italiane riduceva al silenzio la<br />

fragile risposta ottomana. Le truppe ottomane<br />

e indigene, dopo una composta<br />

reazione avevano l’ordine di ritirarsi nell’entroterra,<br />

per poi colpire gli italiani con<br />

rapide azioni di disturbo, che continuarono<br />

anche dopo il Trattato di pace firmato<br />

a Losanna.<br />

Durante il breve conflitto bisogna ricordare<br />

l’impiego di nove aeroplani, inizialmente<br />

usati per l’osservazione e poi<br />

anche per le fotografie aeree e a seguire<br />

i primi bombardamenti azionati manualmente.<br />

Nasceva la prima Aviazione<br />

militare italiana. Da ricordare che non<br />

tutti erano dei piloti con le stellette, alcuni<br />

erano dei volontari che si prestarono<br />

alla causa coloniale. Si videro anche i<br />

primi camion adibiti al trasporto <strong>della</strong><br />

truppa e dei materiali che, non sopportando<br />

la polvere del deserto, vennero<br />

inizialmente accantonati per poi essere<br />

riutilizzati con opportuni accorgimenti<br />

tecnici.<br />

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