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Rassegna dell'Esercito 2/2013 - Esercito Italiano - Ministero della ...

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ita dal drastico aumento dei costi di transito<br />

(36 dollari al barile) imposto dal Sudan<br />

che si è visto decurtare dei ¾ delle entrate<br />

derivanti dal petrolio; dopo una controfferta<br />

del Sudan del Sud (rimasta ignorata) di 1<br />

dollaro al barile al governo di Juba non è<br />

rimasta altra alternativa che fermare le<br />

estrazioni.<br />

Nel frattempo, al fine di liberarsi dal ricatto<br />

economico di Khartoum, il Sudan del Sud ha<br />

annunciato la volontà di costruire nuovi oleodotti<br />

per far arrivare il greggio fino in Kenya<br />

e Gibuti passando dall’Etiopia. Poiché la<br />

costruzione delle nuove infrastrutture richiede<br />

anni, nel breve periodo la ripresa <strong>della</strong><br />

produzione e vendita del petrolio dipende<br />

solamente dalla stipula di nuovi accordi economici<br />

con il Sudan.<br />

I territori del nord, ricchi di petrolio, restano<br />

contesi e la linea di confine tra i due<br />

Stati non è ancora chiaramente definita e<br />

riconosciuta. Ciò ha determinato tensioni<br />

militari che, nell’aprile del 2012, sono sfociate<br />

in scontri tra il Sudan People’s<br />

Liberation Army (SPLA) e le Sudan Armed<br />

Forces (SAF). Per salvarsi dalle violenze<br />

e dai bombardamenti, centinaia di migliaia<br />

di sudanesi sono fuggiti verso sud:<br />

circa 560 000 persone sono state raggruppate<br />

in due campi profughi nel nord<br />

del Paese. Tuttavia le strutture a disposizione<br />

delle persone ospitate risultano<br />

insufficienti e le condizioni di vita molto<br />

dure. Le organizzazioni non governative in<br />

azione continuano a lanciare frequenti<br />

allarmi circa le condizioni igienico-sanitarie<br />

ed alimentari, sollecitando un maggior<br />

sostegno economico.<br />

Oltre alle controversie ancora in atto con<br />

il Sudan, il nuovo Stato africano deve fronteggiare<br />

anche dissidi prettamente interni,<br />

quali scontri etnici (sul territorio del Sudan<br />

del Sud si contano più di cento etnie, di cui<br />

40 sono quelle numericamente considerevoli)<br />

e la presenza di milizie armate che non<br />

riconoscono il governo centrale (i Rebel<br />

Militia Groups e il Lord’s Resistance Army).<br />

Inoltre, un’ulteriore minaccia per la sicurezza<br />

di chi opera in Sudan del Sud è rappresentata<br />

dai campi minati non bonificati e<br />

Unexploded Ordnance (UXO). Come conseguenza<br />

dei precedenti 20 anni di guerra<br />

civile, infatti, il Sudan del Sud risulta essere<br />

una delle aree maggiormente minate al<br />

mondo.<br />

COMPITI DELL’ONU<br />

<strong>Rassegna</strong> dell’<strong>Esercito</strong> on line n. 2/<strong>2013</strong><br />

Tra i compiti degli MLOs, vi sono frequenti<br />

contatti e attività di pattuglia allo scopo di<br />

sostenere le locali autorità militari e civili.<br />

Con la Risoluzione 2057, il 5 luglio 2012<br />

il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite<br />

ha rinnovato la UNMISS, centrando il mandato<br />

sulla protezione dei civili e sull’innalzamento<br />

del livello di sicurezza nel Paese.<br />

Nell’adozione <strong>della</strong> Risoluzione, il Consiglio<br />

ha sottolineato l’esigenza di concentrarsi<br />

sulla effettiva capacità dell’ONU (<strong>della</strong> componente<br />

militare e di quella civile) di conseguire<br />

risultati tangibili per la ricostruzione e<br />

crescita del Paese.<br />

Nel 2005 l’Italia aveva contribuito alla<br />

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