15.06.2013 Views

Versione .PDF - Un treno per Auschwitz

Versione .PDF - Un treno per Auschwitz

Versione .PDF - Un treno per Auschwitz

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Archivio storico “Bigio Savoldi e Livia Bottardi Milani”<br />

<strong>Un</strong> <strong>treno</strong> <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong><br />

Al visitatore<br />

materiali informativi e didattici<br />

[...] Visitatore osserva le vestigia di questo campo e medita: da<br />

qualunque paese tu venga, tu non sei un estraneo. Fa’ che il tuo<br />

viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile le nostra morte.<br />

Per te e <strong>per</strong> i tuoi figli, le ceneri di <strong>Auschwitz</strong> valgano di<br />

ammonimento: fa che il frutto orrendo dell'odio, di cui hai visto qui<br />

le tracce, non dia nuovo seme, né domani, né mai.<br />

Primo Levi<br />

(In onore degli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti)<br />

A cura di Silvia Boffelli, Piergiorgio Catalano,<br />

Igor Gabusi, Cristina Massentini, Marco Ugolini<br />

1


PER NON DIMENTICARE A QUALI ABERRAZIONI PUO’ CONDURRE L’ODIO<br />

RAZZIALE E L’INTOLLERANZA, NON IL RITO DEL RICORDO, MA LA<br />

<strong>Un</strong> paio di anni fa visitai il capo di<br />

concentramento di Bergen Belsen, in<br />

Germania. In mezzo ad un silenzio atroce,<br />

feci il giro delle fosse comuni in cui<br />

giacciono migliaia di vittime dell’orrore<br />

nazista, chiedendomi dove fossero i resti di<br />

una certa bambina che ci ha lasciato la<br />

commovente testimonianza di quella<br />

barbarie e la certezza che la parola scritta è la<br />

più grande e invulnerabile dei rifugi, <strong>per</strong>chè<br />

le sue pietre sono unite dalla malta della<br />

memoria. Cercai ovunque, ma invano: non<br />

trovai alcun indizio che mi portasse ad Anna<br />

Frank.<br />

Alla morte fisica, i boia avevano aggiunto la<br />

seconda morte dell’oblio e dell’anonimato.<br />

[...]<br />

All’angoscia del “cosa posso fare io <strong>per</strong>chè<br />

tutto questo non si ripeta più?” subentra il<br />

CULTURA DELLA MEMORIA.<br />

2<br />

Elisa Springer<br />

desiderio di conoscere e narrare la storia di<br />

ciascuna delle vittime, di aggrapparsi alla<br />

parola come unico scongiuro contro l’oblio,<br />

di dare nome e voce alle vicende gloriose o<br />

insignificanti dei nostri genitori, dei nostri<br />

amori, dei nostri figli, dei nostri amici, di<br />

trasformare la vita in una vera e propria<br />

forma di resistenza contro l’oblio, <strong>per</strong>ché,<br />

come ha detto il poeta Guimaraes Rosa,<br />

narrare è resistere.<br />

[...]<br />

La più drammatica delle proteste: “io sono<br />

stato qui e nessuno racconterà la mia storia”,<br />

[...] mai un testo che mi sia parso così duro,<br />

così enigmatico, così bello e al tempo stesso<br />

così straziante...<br />

Le rose di Atacama di Luis Sepùlveda<br />

Prigionieri che salgono su un<br />

convoglio.


Sezione prima<br />

"Il viaggio"<br />

Sommario<br />

§ Il progetto p. 3<br />

§ Il viaggio p. 5<br />

§ Informazioni p. 6<br />

§ Cracovia: mappa e indicazioni p. 8<br />

Sezione seconda<br />

"I materiali"<br />

§ La storia: contesto storico, cronologia generale e bibliografia essenziale p. 12<br />

§ La politica nazista verso “il diverso” e le leggi razziali p. 18<br />

§ Le deportazioni e lo sterminio p. 23<br />

§ I campi di concentramento e sterminio in Europa p. 24<br />

§ I campi di concentramento italiani p. 28<br />

§ <strong>Auschwitz</strong> p. 31<br />

§ La vita quotidiana nei campi p. 35<br />

§ Testimonianze: bibliografia essenziale p. 37<br />

§ Arte, letteratura e fumetto: bibliografia essenziale p. 40<br />

§ Videomemoria p. 41<br />

§ Discografia essenziale p. 44<br />

§ Sitografia essenziale p. 46<br />

2


La Fondazione “ Ex campo Fossoli” di Carpi, l’Archivio Storico “Bigio Savoldi e Livia<br />

Bottardi Milani” di Brescia e la Fondazione "Memoria della deportazione" di Milano, la<br />

Provincia di Milano ed il Comune di Co<strong>per</strong>tino<br />

in occasione del prossimo Giorno della memoria, 27 gennaio 2006, intendono riproporre<br />

l'iniziativa:<br />

<strong>Un</strong> <strong>treno</strong> <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong><br />

25 - 29 gennaio 2006<br />

Si tratta di un viaggio in <strong>treno</strong>, questa volta da Carpi a Cracovia di adulti e di<br />

studenti delle scuole medie su<strong>per</strong>iori e dell'<strong>Un</strong>iversità.<br />

L'idea di ripetere la straordinaria es<strong>per</strong>ienza dei seicento partecipanti al "Treno <strong>per</strong><br />

<strong>Auschwitz</strong>" in occasione dello scorso Giorno della Memoria è nata proprio "a caldo",<br />

quando, non ancora scesi dal <strong>treno</strong>, gli studenti e gli insegnanti, gli o<strong>per</strong>atori culturali<br />

ed i giornalisti coinvolti, nonché i testimoni hanno iniziato la loro ricchissima o<strong>per</strong>a di<br />

"Restituzione dell'es<strong>per</strong>ienza" raccontando, lavorando sui materiali prodotti, rivedendo<br />

immagini e riascoltando suoni, ma soprattutto iniziando a scrivere e ricevere riflessioni<br />

in una rete di relazioni che il progetto parallelo "Attori di viaggio" aveva previsto, ma<br />

che si è rivelato molto più efficace di ogni aspettativa.<br />

E' intenzione degli enti promotori, quindi, impostare la nuova iniziativa "<strong>Un</strong> <strong>treno</strong> <strong>per</strong><br />

<strong>Auschwitz</strong>" del 27 gennaio 2006 avvalendosi dell'es<strong>per</strong>ienza e dell'ottimizzazione<br />

dell'organizzazione già s<strong>per</strong>imentata ed approfondendo ulteriormente il "sistema di rete"<br />

fra le scuole italiane che aderiranno nonché formulando altri <strong>per</strong>corsi didattici<br />

propedeutici al viaggio, che l'Archivio storico B. Savoldi e L. Bottardi Milani e le<br />

Fondazioni "Fossoli" e "Memoria" si impegnano a preparare e proporre agli insegnanti ed<br />

agli studenti già dal prossimo mese di settembre.<br />

3


L’idea che anima questo progetto è ancora l’incontro di una generazione di<br />

cittadini europei anagraficamente e linguisticamente non dissimili da coloro che furono<br />

deportati sui treni dello sterminio 60 anni fa.<br />

Ma, se durante le <strong>per</strong>secuzioni naziste la destinazione dei treni era l’orrore, oggi si<br />

propone ai ragazzi di incontrarsi, dialogare, lavorare, viaggiare <strong>per</strong> costruire memoria.<br />

I luoghi hanno una grande importanza.<br />

Gli studenti invitati appartengono ad una nazione in cui la geografia del terrore<br />

disegnato la presenza dei campi di concentramento e di sterminio.<br />

I treni, pure, rivestono un ruolo fondamentale, poiché offrono la possibilità di rivivere<br />

l’idea dell’allontanamento coatto, attraverso l’Europa, mediante un mezzo di trasporto di<br />

massa, che con grande lentezza, ma anche con inesorabile puntualità raggiunse i campi.<br />

Ed è proprio in quest'ottica che il prossimo "Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" partirà da Carpi.<br />

La tradizione che abbiamo ispirato con il primo viaggio deve radicare in un <strong>per</strong>corso<br />

conoscitivo ed emotivo che tenga anche in conto dei luoghi.<br />

Primo Levi e altre migliaia di <strong>per</strong>sone partirono da Carpi, da Milano...<br />

Magari il "Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" del 2007 partirà da Milano, ma fino ad allora ed oltre noi<br />

lavoreremo <strong>per</strong> offrire l'opportunità di un'es<strong>per</strong>ienza importante e significativa <strong>per</strong><br />

quanti più giovani sarà possibile.<br />

Il presente progetto in bozza ha la funzione primaria di diffondere la notizia<br />

dell'iniziativa in modo da offrire con largo anticipo agli enti, alle amministrazioni ed<br />

alle scuole la possibilità di decidere l'adesione, di deliberare in proposito, magari di<br />

stanziare fondi, ma soprattutto agli insegnanti di predisporre i necessarii programmi di<br />

preparazione dei ragazzi attraverso <strong>per</strong>corsi autonomi o adesione a quelli proposti dagli<br />

enti promotori.<br />

4


Il viaggio<br />

Il viaggio in <strong>treno</strong> partirà da Carpi il 25 gennaio 2006 e si concluderà il 29 gennaio<br />

2006.<br />

Il <strong>treno</strong> è “diviso” in vagoni da 54 o 60 posti - cuccetta ed ogni ente promotore, ha a<br />

disposizione 1 o più vagoni.<br />

Il costo del “biglietto del <strong>treno</strong>” (200,00 euro), come nel 2005 può essere collegato<br />

all’iniziativa tramite la formula “Regala un biglietto del Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>”, in modo<br />

che quanti più soggetti, scuole, enti pubblici o privati abbiano l’opportunità di<br />

finanziare o di autofinanziare il costo del viaggio, laddove intendessero impegnarsi,<br />

anche economicamente, <strong>per</strong> sostenere il progetto.<br />

Il costo del soggiorno e di tutte le iniziative che si svolgeranno a Cracovia collegate al<br />

viaggio ammonterà a 220,00 euro <strong>per</strong> gli studenti e 240,00 <strong>per</strong> gli adulti.<br />

Sono previste le quote di gratuità <strong>per</strong> gli insegnanti, da concordare con l'ente promotore<br />

di riferimento.<br />

Di seguito si presenta la bozza del programma del viaggio, sottolineando, <strong>per</strong> chi ha<br />

partecipato al primo progetto, che molta parte delle o<strong>per</strong>azioni di check in, spostamenti,<br />

trasferimenti in alberghi diversi, ecc. del "Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" del 2005 è stata<br />

ampiamente su<strong>per</strong>ata dal "rodaggio" effettuato e quindi l'organizzazione sarà sicuramente<br />

semplificata.<br />

Programma di massima<br />

1° giorno: CARPI<br />

mercoledì 25 Gennaio<br />

Ritrovo dei Signori partecipanti alla stazione ferroviaria di Carpi intorno alle ore 16,00. Assistenza <strong>per</strong> le<br />

o<strong>per</strong>azioni di imbarco sui vagoni numerati e sistemazione negli scompartimenti in cuccette a 6 posti letto.<br />

Partenza intorno alle ore 18,00. Si consiglia di arrivare alla partenza del <strong>treno</strong> avendo già consumato la cena o<br />

di portare eventuali provviste. Pernottamentoin <strong>treno</strong>.<br />

2° giorno: CRACOVIA<br />

giovedì26 Gennaio<br />

Prima colazione a pagamento nella carrozza comfort.<br />

Arrivo verso le ore 16,00 alla Stazione ferroviaria di Cracovia Plaszòw. Assistenza in arrivo e trasferimento in<br />

pullman privato in albergo.<br />

Sistemazione nelle camere riservate. Cena,incontro degli studenti con Nedo Fiano e <strong>per</strong>nottamento.<br />

3° giorno: CRACOVIA/AUSCHWITZ-BIRKENAU/CRACOVIA<br />

venerdì 27 Gennaio<br />

Prima colazione a buffet in albergo. Partenza alle ore 7,30 in pullman privato <strong>per</strong> OSWIECIM. Incontro con le<br />

guide alle ore 9,00. Alcuni gruppi inizieranno in mattinata la visita di <strong>Auschwitz</strong> I ed altri Auschiwitz II<br />

Birkenau, mentre nel pomeriggio si alterneranno. Trasferimento in pullman al ristorante alle ore 12,30.<br />

La visita di <strong>Auschwitz</strong> I prevede: visita dei blocks, del block italiano con il suo monumento, della camera a gas,<br />

del forno crematorio e del museo storico.<br />

Pranzo in ristorante.<br />

5


La visita di Auscwitz II Birkeanu prevede: visita guidata delle baracche, della zona dei forni, della baracca di<br />

ricevimento e della zona Canada.<br />

Verrà organizzato il corteo-fiaccolata (tutti i partecipanti sono invitati a portare una candela) dal monumento<br />

internazionale di Birkenau intorno alle ore 16,30 fino all’uscita del campo. Rientro a Cracovia.<br />

Cena e incontro nel Palazzetto dello sport di Cracovia <strong>per</strong> il concerto della Bandabardò, che viaggerà con i<br />

ragazzi anche sul <strong>treno</strong>. Pernottamento in albergo.<br />

4° giorno: CRACOVIA<br />

sabato 28 Gennaio<br />

Prima colazione a buffet in albergo. Mattino dedicato alla visita guidata di Cracovia.<br />

Ritrovo alla stazione ferroviaria di Cracovia Plaszòw alle ore 13,30. Partenza in <strong>treno</strong> intorno alle 14,30 <strong>per</strong> il<br />

rientroin Italia. Cena in <strong>treno</strong> (cestino) e <strong>per</strong>nottamento in <strong>treno</strong>.<br />

5° giorno: CARPI<br />

domenica 29 Gennaio<br />

Colazione a pagamentonella carrozza comfort. Arrivo intorno alle ore14,00 e fine del viaggio.<br />

Informazioni e segreteria organizzativa<br />

Fondazione "Ex campo Fossoli"<br />

Tel. 059688272<br />

fondazione.fossoli@carpidiem.it<br />

Archivio storico “B. Savoldi e L. Bottardi Milani”<br />

Tel. 0303729269<br />

archiviostorico.cdlt@bs.lomb.cgil.it<br />

Fondazione "Memoria della deportazione"<br />

Tel. 0287383240<br />

a.chiappano@fondazionememoria.it<br />

Ogni Ente promotore ha un suo referente.<br />

Fondazione "Ex campo Fossoli": Silvia Mantovani<br />

Archivio storico "bigio Savoldi e Livia Bottardi Milani": Lorena Pasquini<br />

Fondazione "Memoria della deportazione": Alessandra Chiappano<br />

Scuole (numero esatto di studenti ed insegnanti) e singoli sono tenuti a confermare la<br />

partecipazione al viaggio entro il 31 ottobre 2005.<br />

Organizzazione tecnica:<br />

Fabello Viaggi - Via Anfossi, 44 - 20135 Milano<br />

Tel. 0255195266 – 0254100980<br />

Fax 0255190051<br />

info@fabelloviaggi.com<br />

6


Percorsi didattici<br />

Sono previsti aggiornamenti riguardo i <strong>per</strong>corsi didattici proposti dagli enti promotori e<br />

si sottolinea che alle <strong>per</strong>sone referenti <strong>per</strong> l'organizzazione possono accedere anche gli<br />

insegnanti che intendano richiedere materiale sul "Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" del 2005 o<br />

particolari <strong>per</strong>corsi didattici.<br />

Lo scorso anno è stato scritto:<br />

"L’impegno a lavorare su questo terreno nasconde grandi insidie.<br />

Crediamo che sia un nostro dovere tentare.<br />

Scegliamo di mettere ragazzi adolescenti dinanzi al rischio ed essi reagiranno.<br />

Crediamo che in questo enorme sforzo loro ci saranno e saranno autentici e partecipi come<br />

solo i giovani sanno essere.<br />

Rischiamo".<br />

Dopo "<strong>Un</strong> <strong>treno</strong> <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" 2005 crediamo di poter affermare con grande serenità:<br />

rischiamo ancora.<br />

Brescia, settembre 2005<br />

7


INFORMAZIONI PRATICHE SULLA<br />

CITTA' DI CRACOVIA<br />

Capitale del regno polacco <strong>per</strong> quasi cinque<br />

secoli, Cracovia è la città che più di ogni altra<br />

a fu protagonista della storia di questo paese<br />

che ancora oggi, essendo stata risparmiata<br />

dalle distruzioni della seconda guerra<br />

mondiale, conserva intatta gran parte della<br />

sua ricchissima eredità: entro le sue mura<br />

medievali si custodiscono innumerevoli<br />

o<strong>per</strong>e d'arte e si tramandano antiche tradizioni.<br />

Poche invece sono le tracce lasciate dal<br />

<strong>per</strong>iodo postbellico: a scandire il profilo della<br />

città non sono i piani più alti dei grattacieli<br />

bensì le guglie delle sue chiese.<br />

Riconoscendo l'eccezionale patrimonio<br />

storico e artistico della città, nel 1978<br />

l'UNESC0 ha incluso il centro di Cracovia<br />

nel primo elenco del Patrimonio Mondiale<br />

dell'Umanità. Cracovia conta circa seimila fra<br />

edifici storici e monumenti e due milioni e<br />

mezzo di o<strong>per</strong>e d'arte, cifre che nessun'altra<br />

città polacca è in grado di vantare.<br />

Ma la visita alla città non si esaurisce con i<br />

tesori di epoche trascorse. Cracovia è un<br />

centro vivace e in grande fermento, dove<br />

passato e presente si fondono in <strong>per</strong>fetta<br />

armonia, una città con un carattere tutto suo,<br />

improntato alla tradizione e reso ancor più<br />

affascinante da una serie di leggende che<br />

avvolgono la sua storia fin dalle origini.<br />

Da sempre il principale centro della cultura<br />

polacca, Cracovia è legata ancora oggi a<br />

molti <strong>per</strong>sonaggi importanti del mondo<br />

artistico coli temporaneo: Andrzej Wajda,<br />

Roman Polaníski e Krzysztof Penderecki,<br />

solo <strong>per</strong> fare qualche nome. A Cracovia<br />

vivono i due premi Nobel <strong>per</strong> la letteratura<br />

Czeslaw Mitosz (1980) e Wislawa Szymborska<br />

(1996). Da questa città proviene anche<br />

il primo papa polacco della chiesa cristiana.A<br />

ragione Cracovia viene detta la città<br />

più colta della Polonia: oltre alla celebre<br />

<strong>Un</strong>iversità, vi hanno sede altri dodici istituti<br />

universitari, <strong>per</strong> un totale di 70.000 studenti<br />

Cracovia<br />

8<br />

GEOGRAFIA<br />

Cracovia si trova nella Polonia meridionale, circa<br />

100 km a nord dei monti Tatra che segnano il<br />

confine con la Slovacchia. Situata a un'altitudine<br />

di 216 m, la città sorge su un territorio<br />

relativamente piatto, contornato, soprattutto a<br />

sud, da numerose zone aspre e irregolari.<br />

L'area metropolitana è di 327 km 2<br />

comprende un 35 % di terreno arabile e un 5% di<br />

terreno boscoso.<br />

La città è tagliata in due dalla Vìstola (Wisla),<br />

il fiume più lungo della Polonia, che prosegue il<br />

suo corso in direzione est e poi nord, bagnando<br />

Varsavia e Gdarísk prima di sfociare nel Mar<br />

Baltico. La maggior parte dei quartieri cittadini,<br />

compreso il centro storico, si trovano sulla riva<br />

sinistra (nord) del fiume.<br />

Nota: Le informazioni<br />

di questa e delle<br />

pagine che seguono<br />

sono tratte da:<br />

DYDYNSKI K.,<br />

Cracovia, Guide<br />

Lonely Planet,<br />

edizione italiana E.D.T.<br />

Torino 2000.<br />

e


ORIENTAMENTO<br />

A Cracovia quasi tutte le mete d'interesse e di<br />

indirizzi utili si trovano comodamente<br />

all'interno della Città vecchia (Stare Miasto),<br />

un quartiere davvero poco esteso. Perfino i<br />

consolati, che in genere hanno sede in zone<br />

tranquille e lontane dal centro, qui, sono<br />

riuniti nel cuore storico della città o nelle sue<br />

immediate vicinanze.<br />

La Città Vecchia ha una su<strong>per</strong>ficie di circa<br />

un chilometro quadro, con al centro la piazza<br />

grande del mercato (Ryneck Glówny, che è<br />

circondata da un viale alberato (Planty) che in<br />

origine era un fossato. Al margine sud della<br />

Città Vecchia si trova il castello di Wawel e, a<br />

sud di questo, l'antico quartiere tli Kazimìerz.<br />

La stazione ferroviaria e quella degli autobus<br />

sono situate l'una accanto all'altra, lungo il<br />

margine nord-est della Città Vecchia. Proprio<br />

di fronte alla stazione ferroviaria ha sede<br />

l'ufficio turistico e <strong>per</strong> andare a piedi da Rynek<br />

Glowny alla stazione s'impiegano dieci minuti.<br />

TASSI DI CAMBIO<br />

La valuta polacca è convertibile e non presenta<br />

problemi di cambio. I tassi di cambio<br />

ufficiali rappresentano grosso modo il valore<br />

reale della valuta. Negli ultimi anni il<br />

tasso di svalutazione dello zloly rispetto alle<br />

valute forti è andato riducendosi<br />

notevolmente .<br />

1Euro= 4,17 Zloty<br />

9<br />

I principali monumenti e attrazioni di Cracovia<br />

§ II castello e la cattedrale del Wawel, forse i più<br />

importanti monumenti storici della Polonia<br />

§ La splendida Piazza grande del mercato<br />

§ II coro e il presbiterio della Chiesa di Santa<br />

Maria, con le sue vetrate policrome, i dipinti<br />

murali e la straordinaria pala d'altare gotica di<br />

Veit Stoss<br />

§ II Museo Czartoryski, con la sua vasta e<br />

variegata collezione di o<strong>per</strong>e d'arte tra cui<br />

l'enigmatica Dama con l'ermellino di Leonardo da<br />

Vinci<br />

§ La splendida collezione del Collegium Maius<br />

§ II magnifico Museo della farmacia<br />

§ <strong>Un</strong>a serata di musica klezmier suonata dal vivo<br />

in uno dei caffè di ul Szeroka<br />

§ La labirintica miniera di sale di Wielickza.<br />

vecchia di 700 anni


IL QUARTIERE EBRAICO<br />

Il quartiere ebraico dì Kazimierz occupava una<br />

zona che misurava non più dì 300 x 300 m, ma nel<br />

corso dei secoli diventò il principale centro polacco<br />

della cultura ebraica.<br />

Durante la seconda guerra mondiale gli Ebrei<br />

vennero massacrati dai nazisti e insieme a loro<br />

sono scomparsi il folklore, la vita e 1'atmosfera<br />

del quartiere: oggi soltanto le caratteristiche<br />

architettoniche consentono di capire che questa<br />

un tempo era una città ebraica.<br />

Miracolosamente tutte le sette sinagoghe sono<br />

sopravvissute, anche se non tutte in ottime<br />

condizioni.<br />

PODGORZE<br />

Podgórze è un vasto quartiere situato a sud di<br />

Kazimierz, al di là della Vistola. Mentre Kazimierz<br />

è il luogo in cui gli Ebrei vissero <strong>per</strong> secoli,<br />

Podgórze è quello che segnò la tragica fine della<br />

loro storia: si tratta infatti del ghetto in cui gli<br />

Ebrei di Cracovia furono riuniti durante la<br />

seconda guerra mondiale <strong>per</strong> poi essere sterminati<br />

nel campo di concentramento di Plaszów, situato<br />

a sud, o <strong>per</strong> essere inviati a morire nelle camere a<br />

gas di <strong>Auschwitz</strong> o Belzec.<br />

Il ghetto di Cracovia ieri<br />

10


Le origini del genocidio. Cenni storici<br />

Il partito nazionalsocialista sale al potere in<br />

Germania il 30 gennaio 1933 con la nomina di<br />

Adolf Hitler alla cancelleria del Reich.<br />

Fondato nel 1919 a Monaco di Baviera il partito<br />

diviene in pochi anni il nucleo intorno al quale si<br />

raccolgono le forti tendenze nazionalistiche e<br />

autoritarie presenti nella Germania del primo<br />

dopoguerra.<br />

Esso si pone come campione di una completa<br />

rigenerazione politica e morale del popolo<br />

tedesco fondata su una concezione forte di<br />

ineguaglianza biologica tra gli uomini. Sin da<br />

subito uno dei punti centrali del programma del<br />

partito è la teoria della razza secondo la quale il<br />

popolo ariano, cioè i nordici di sangue puro, ha<br />

la missione di dominare il mondo in quanto<br />

portatore di <strong>per</strong>fezione e civiltà.<br />

Compito più sacro dello Stato dovrà essere<br />

quello di salvaguardare la purezza razziale del<br />

suo popolo contro le degenerazioni derivanti<br />

dagli incroci razziali e da ogni altra tara che<br />

possa imbastardire, e rendere quindi inferiore, la<br />

razza.<br />

Sin dal programma del 1920 il nemico principale<br />

del popolo tedesco è individuato negli ebrei,<br />

considerati come i più <strong>per</strong>icolosi bacilli che<br />

infettano il corpo sano della nazione germanica<br />

fiaccandone lo spirito e indebolendone le forze.<br />

Sotto le più innocue apparenze essi sono<br />

considerati i diabolici promotori di una congiura<br />

mondiale, di cui il marxismo non è che una<br />

filiazione, atta ad impedire l’ascesa della razza<br />

pura alle posizioni di dominio che le competono.<br />

Il razzismo come sistema di pensiero è il punto<br />

più caratterizzante del nazionalsocialismo. Non<br />

appena giunto al potere, esso comincia a mettere<br />

in atto la sua politica di igiene razziale con<br />

incredibile coerenza, gradualità e razionalità.<br />

Non solamente nei confronti degli ebrei.<br />

L’antisemitismo si può considerare la punta<br />

dell’iceberg nella memoria delle <strong>per</strong>secuzioni<br />

naziste. Ma la gerarchia razzista metteva accanto<br />

agli ebrei, nella categoria dei "non-uomini" e,<br />

quindi, di coloro che dovevano essere eliminati,<br />

anche gli zingari e i disabili; mentre appena sopra<br />

di essi venivano le razze inferiori dei "mezziuomini",<br />

vale a dire le popolazioni slave e i russi,<br />

il cui destino doveva essere quello di essere<br />

dominati e asserviti alla razza pura.<br />

12<br />

CRONOLOGIA ESSENZIALE SUL NAZISMO E SUL<br />

FASCISMO<br />

1919 - Sono costituiti a Milano, su iniziativa di<br />

Mussolini, i Fasci italiani di combattimento, primo<br />

nucleo del partito fascista.<br />

1920 - Nasce in Germania, a Monaco, il partito<br />

nazionalsocialista, fondato da Adolf Hitler.<br />

1921 - Creazione del partito nazionale fascista.<br />

1922, 28 ottobre - Marcia su Roma; 29 ottobre -<br />

nascita del primo governo fascista.<br />

1923 - Viene approvata la riforma Gentile sulla scuola.<br />

1923 - A Monaco Hitler tenta di impadronirsi del<br />

potere, ma il colpo di stato fallisce e Hitler finisce in<br />

carcere, dove resterà solo 6 mesi. In questo <strong>per</strong>iodo<br />

scrive il Mein Kampf.<br />

1924 aprile - Elezioni in cui i fascisti ottengono, grazie<br />

all’appoggio di molti popolari, una schiacciante vittoria.<br />

1924 giugno - Rapimento e assassinio di Matteotti<br />

che denuncia brogli da parte dei fascisti durante le<br />

elezioni.<br />

1925 -’26 - Emanazione delle leggi fascistissime e<br />

trasformazione del regime mussoliniano in senso<br />

totalitario.<br />

1929 - Firma dei patti lateranensi con la Chiesa.<br />

1929 - Grande crisi economica su scala mondiale.<br />

Hitler sfrutta il malcontento popolare.<br />

1930 - I nazisti ottengono alle elezioni 107 deputati.<br />

1933 gennaio - Hitler è nominato Cancelliere.<br />

1933 febbraio - Incendio del Reichstag. Hitler riesce a<br />

farsi dare poteri speciali.<br />

1933 7 giugno - Per iniziativa di Mussolini, viene<br />

firmato a Roma il "Patto delle 4 Potenze": Gran<br />

Bretagna, Francia, Germania e Italia si assumono la<br />

responsabilità del mantenimento della pace in Europa.<br />

1934 gennaio - La Germania e la Polonia firmano un<br />

patto decennale di non aggressione.<br />

1934 giugno - Eliminazione delle SA da parte delle<br />

SS <strong>per</strong> volere di Hitler.<br />

1934 agosto - Alla morte del vecchio Presidente<br />

Hindenburg, Hitler diventa capo dello stato.<br />

1935 - Aggressione dell’Italia all’Etiopia. Condanna<br />

della Società delle Nazioni. Progressivo avvicinamento<br />

dell’Italia fascista alla Germania nazista.


Il regime all’o<strong>per</strong>a<br />

Dunque Hitler sale al potere il 30 gennaio<br />

1933. Già nel marzo viene creato il primo<br />

campo di concentramento, quello di<br />

Dachau, i cui primi "ospiti" sono gli<br />

oppositori politici del nazionalsocialismo;<br />

dapprima esponenti del partito comunista,<br />

poi anche socialdemocratici e cattolici.<br />

Particolarmente duro era il trattamento <strong>per</strong><br />

coloro che erano, oltre che oppositori, anche<br />

ebrei.<br />

Per quanto riguarda il progetto di selezione<br />

della razza, il nazionalsocialismo agisce<br />

molto rapidamente. Nel marzo 1933 viene<br />

organizzato il boicottaggio dei negozi<br />

ebraici. In aprile viene varata la legge sulla<br />

burocrazia, che mette a riposo i funzionari<br />

che non siano in grado di dimostrare la loro<br />

origine ariana. Il 14 luglio viene varata la<br />

legge contro le malattie ereditarie che<br />

sancisce il principio della sterilizzazione<br />

forzata di coloro che venivano definiti dal<br />

regime "malati di mente" (in questa categoria<br />

generale i nazisti facevano rientrare disabili,<br />

ritardati, sordi, ciechi e tutti coloro che<br />

potevano venir considerati portatori di<br />

debolezza e di tare nella razza).<br />

Al congresso del partito nazionalsocialista<br />

del 1935 viene ribadito e indurito il concetto<br />

di ineguaglianza biologica delle razze<br />

inferiori già presente nel programma del<br />

1920. Parte il programma di dissimilazione<br />

nei confronti degli ebrei.<br />

Il 15 settembre 1935 vengono varate le leggi<br />

di Norimberga destinate, secondo i nazisti a<br />

fissare i principi della libertà in Germania<br />

poiché "questa libertà proviene dal sangue, e<br />

potrà essere conservata in eterno soltanto<br />

attraverso la purezza della razza". Con le<br />

leggi di Norimberga gli ebrei (e gli zingari)<br />

ricevono lo status giuridico di appartenenti<br />

alla razza inferiore. Le principali disposizioni<br />

di queste leggi stabiliscono che cittadino a<br />

tutti gli effetti è soltanto il soggetto di<br />

sangue tedesco o affine e il divieto di<br />

matrimonio e di rapporti extramatrimoniali<br />

tra ebrei e soggetti di sangue tedesco.<br />

Con l’emanazione delle leggi di Norimberga<br />

si completa l’isolamento e la messa al bando<br />

degli ebrei: essi a questo punto sono<br />

13<br />

1935 settembre - Emanazione delle leggi di<br />

Norimberga: gli ebrei <strong>per</strong>dono la cittadinanza tedesca<br />

e sono vietati i matrimoni tra ebrei e ariani.<br />

1936 luglio - Italia e Germania inviano aiuti al<br />

generale Franco, che si è messo alla testa di un<br />

movimento fascista <strong>per</strong> rovesciare il governo<br />

democratico regolarmente eletto.<br />

1936 ottobre - Nasce l’Asse Roma-Berlino<br />

1937 - Pio XI emana l’enciclica Mit brennender Sorge<br />

in cui attacca le teorie razziste naziste.<br />

1938 - Annessione dell’Austria al Reich tedesco.<br />

1938 14 luglio - Viene pubblicato in Italia il Manifesto<br />

degli scienziati razzisti.<br />

1938 settembre - Emanazione dei primi provvedimenti<br />

contro gli ebrei italiani.<br />

1938, 30 settembre - Conferenza di Monaco (Hitler,<br />

Mussolini, Chamberlain, Deladier): cessione dei Sudeti<br />

alla Germania.<br />

1938 novembre - Proclamazione delle leggi razziali in<br />

Italia.<br />

1938, 9-10 novembre - «La Notte dei cristalli»,<br />

pogrom inscenato dai nazisti, distruzione di sinagoghe<br />

e negozi. Avvio in Germania di una politica sempre più<br />

antisemita.<br />

1939 gennaio - Creazione in Germania della «centrale<br />

del Reich <strong>per</strong> l’emigrazione ebraica», <strong>per</strong> organizzare<br />

e affrettare l’emigrazione degli ebrei dal Reich.<br />

1939 marzo - Hitler viola gli accordi di Monaco e<br />

invade la Cecoslovacchia.<br />

1939 aprile - L’Italia occupa l’Albania.<br />

1939 maggio - Italia e Germania firmano il Patto<br />

d’Acciaio (alleanza militare).<br />

1939 agosto - Patto di non aggressione tedescosovietico.<br />

1939, 1 settembre - Hitler invade la Polonia. La<br />

Francia e l’Inghilterra onorano gli impegni assunti con<br />

la Polonia e dichiarano guerra alla Germania: è l’inizio<br />

della seconda guerra mondiale. L’Italia <strong>per</strong> il momento<br />

non interviene. In Polonia iniziano immediatamente<br />

maltrattamenti e uccisioni di ebrei.<br />

1940 - Inizio del « programma eutanasia »: uccisione<br />

dei malati di mente in Germania, nome in codice T4.<br />

1940 aprile/maggio - Hitler inizia la guerra sul fronte<br />

occidentale; in poco tempo sono invase la Danimarca,<br />

la Norvegia, il Belgio e l’Olanda.<br />

1940 maggio - A<strong>per</strong>tura del campo di <strong>Auschwitz</strong> in<br />

Alta Slesia.


condannati alla morte civile e isolati<br />

all’interno della nazione, boicottati dal punto<br />

di vista economico, interdetti a qualsiasi<br />

carica, vessati dalla pesantissima e continua<br />

propaganda di regime e costretti a subire<br />

quotidiane angherie.<br />

Sotto la pressione insostenibile di questa<br />

situazione la comunità ebraica tedesca<br />

comincia a prendere la via dell’emigrazione.<br />

Tanti abbandonano il territorio del Reich tra<br />

il 1935 e il 1938. In questa fase si può dire<br />

che l’emigrazione ebraica coincide con i<br />

disegni dei nazisti che non avevano ancora<br />

elaborato piani precisi <strong>per</strong> la soluzione della<br />

questione ebraica.<br />

Il 1938 segna l’inizio della seconda fase della<br />

politica antisemita e, in generale, di<br />

applicazione lucida e coerente delle<br />

conseguenze estreme dell’idea della razza<br />

nazista. La data storica generalmente<br />

considerata il momento della svolta nella<br />

<strong>per</strong>secuzione antisemita è il 9 novembre<br />

1938, nota come la “notte dei cristalli”. In<br />

quella notte i nazisti distrussero a migliaia<br />

negozi, grandi magazzini, abitazioni e<br />

sinagoghe, così come decine di migliaia<br />

furono gli ebrei arrestati, mentre alcuni<br />

furono uccisi. Da questo momento la<br />

<strong>per</strong>secuzione lascia il livello episodico e<br />

individuale <strong>per</strong> assumere carattere collettivo<br />

e sistematico. Ma è bene ricordare che<br />

quando furono scatenati i progroms della<br />

notte dei cristalli l’esclusione degli ebrei dalla<br />

vita civile era già un fatto compiuto. E’ nello<br />

stesso <strong>per</strong>iodo che hanno inizio le prime<br />

deportazioni in massa di ebrei nei campi di<br />

concentramento.<br />

Tra il 1938 e il 1939, l’annessione<br />

dell’Austria e di parte della Cecoslovacchia<br />

prima e l’inizio della guerra con la conquista<br />

della Polonia poi, portano i nazisti a<br />

considerare una soluzione definitiva <strong>per</strong><br />

eliminare il problema delle razze inferiori.<br />

Nel gennaio 1940 Hitler dà via libera al<br />

programma di "eutanasia" <strong>per</strong> i "malati<br />

cronici" (disabili, ritardati, ecc.).<br />

Contemporaneamente i funzionari nazisti<br />

sono incaricati di trovare una soluzione<br />

decisiva <strong>per</strong> la questione ebraica nonché <strong>per</strong><br />

gli zingari e le popolazioni slave e russe,<br />

cadute a milioni sotto il potere del Terzo<br />

14<br />

1940 giugno - La Germania sfonda il fronte in<br />

Francia.<br />

1940 10 giugno - L’Italia entra in guerra a fianco<br />

della Germania.<br />

1940 ottobre - Attacco italiano alla Grecia.<br />

1941 - Vittorie di Rommel in Africa contro gli inglesi.<br />

1941 aprile - Hitler va in aiuto delle forze italiane in<br />

Grecia. La Grecia viene sconfitta.<br />

1941 aprile - Attacco dell’Asse contro la Jugoslavia.<br />

1941, 22 giugno - Attacco della Germania<br />

all’<strong>Un</strong>ione Sovietica. Immediatamente nei territori<br />

conquistati dai nazisti iniziano pogrom e uccisioni di<br />

massa di ebrei <strong>per</strong>petrati dagli Eisensatzgruppen.<br />

Mussolini, anche se non richiesto, invia un corpo di<br />

spedizione in aiuto dei tedeschi.<br />

1941 ottobre/novembre - Costruzione del primo<br />

campo di sterminio <strong>per</strong> gli ebrei a Chelmno. Le<br />

vittime vengono uccise utilizzando i Gaswagen.<br />

1941 dicembre - Entrano in guerra a favore di<br />

Francia, Inghilterra, <strong>Un</strong>ione Sovietica, gli Stati <strong>Un</strong>iti<br />

d’America, attaccati dai giapponesi il 7 dicembre a<br />

Pearì Harbour.<br />

1942 gennaio - Berlino: Conferenza di Wannsee,<br />

dove vengono programmate le fasi della «soluzione<br />

finale» della questione ebraica.<br />

1942 marzo - Costruzione del campo di sterminio di<br />

Belzec. Inizio dell’o<strong>per</strong>azione Reinhard:<br />

eliminazione degli ebrei polacchi.<br />

1942 giugno - Avanzata dell’Asse in Africa<br />

settentrionale. Viene raggiunta Al Alamein.<br />

1942 luglio - Inizio delle gassazioni di massa nel<br />

campo di sterminio di Treblinka.<br />

1942 settembre - I tedeschi entrano a Stalingrado.<br />

1942 ottobre - Rommel è costretto a ritirarsi in<br />

Africa settentrionale a causa della controffensiva<br />

britannica.<br />

1942 novembre - Inizia la controffensiva sovietica a<br />

Stalingrado.<br />

1942 dicembre - Attacco sovietico sul Don, dove è<br />

schierato il corpo di spedizione italiano, l’Armir.<br />

Ritirata dell’Asse.<br />

1943 febbraio - I tedeschi sono costretti ad<br />

arrendersi a Stalingrado.<br />

1943 primavera - Il Kommando 1005 riceve<br />

l’incarico di dissotterrare e cremare i cadaveri degli<br />

ebrei uccisi e cancellare le tracce delle stragi<br />

compiute.


Reich che controlla buona parte dell’Europa<br />

continentale.<br />

Nei primi anni di guerra, fino alla fine del<br />

1941, il progetto nazista di eliminare<br />

completamente la presenza degli ebrei<br />

dall’Europa è soprattutto indirizzato all’idea<br />

della deportazione massiccia verso est, cioè<br />

verso i territori sovietici di nuova conquista,<br />

<strong>per</strong> realizzare la totale "liberazione dagli<br />

ebrei" dei territori del Reich. Il dibattito<br />

interno al nazionalsocialismo <strong>per</strong> la<br />

soluzione della questione ebraica è anche<br />

influenzato dal prolungarsi della guerra e<br />

dalle esigenze economiche e produttive.<br />

Ma è bene precisare che il progetto di<br />

sterminare gli ebrei resta il punto fermo. Ciò<br />

che viene discusso è la ricerca del metodo<br />

più efficace e sicuro. Così, la razionale e<br />

pianificata <strong>per</strong>secuzione passa <strong>per</strong> varie fasi:<br />

dalle deportazioni ai ghetti alle fucilazioni di<br />

massa. Tra la fine del 1941 e l’inizio del 1942<br />

varie tecniche di stermino vengono<br />

s<strong>per</strong>imentate dai nazisti. Tra queste la più<br />

efficace ed "economica" si rivela quella<br />

dell’utilizzo delle camere a gas.<br />

Dall’inizio del 1942 fino alla fine della guerra<br />

saranno diversi milioni gli ebrei eliminati in<br />

questo modo: setacciati in tutta Europa,<br />

caricati e stipati su vagoni merci sigillati e<br />

trasportati nei campi di sterminio: qui<br />

vengono immediatamente selezionati gli<br />

inabili al lavoro (malati, vecchi, bambini fino<br />

ai 10-12 anni, donne con figli piccoli) che<br />

sono immediatamente eliminati. Gli altri<br />

vengono destinati al lavoro nei campi di<br />

concentramento in quanto, e fino a quando,<br />

sono considerati utilizzabili come mano<br />

d’o<strong>per</strong>a schiava da sfruttare.<br />

Solamente ad <strong>Auschwitz</strong>, il più grande<br />

campo di concentramento e, poi, anche di<br />

sterminio, tra il 1942 e il 1945 vengono<br />

eliminate col gas centinaia di <strong>per</strong>sone ogni<br />

giorno, deportate da tutti i Paesi europei.<br />

15<br />

1943 marzo - In Italia avvengono i primi scio<strong>per</strong>i contro il<br />

regime, a Torino e poi in altre città.<br />

1943 aprile - Il campo di Chelmno cessa di funzionare.<br />

1943 aprile/maggio - Rivolta nel ghetto di Varsavia.<br />

Dopo una eroica resistenza il ghetto è distrutto.<br />

1943 luglio - Gli angloamericani sbarcano in Sicilia.<br />

1943 24 luglio - Si riunisce il Gran Consiglio del<br />

fascismo. Mussolini è messo in minoranza.<br />

1943 25 luglio - Mussolini viene arrestato. Il re nomina<br />

capo del governo Badoglio, che annuncia il<br />

proseguimento della guerra.<br />

1943 agosto - Rivolta dei prigionieri di Treblinka.<br />

1943 8 settembre - L’Italia firma l’armistizio con gli<br />

angloamericani. Il re e Badoglio fuggono da<br />

Roma.<br />

1943 9 settembre - Nasce il Comitato di Liberazione<br />

Nazionale (CLN).<br />

1943 10 settembre - Roma è occupata dai tedeschi,<br />

così come tutto il Nord Italia.<br />

1943 12 settembre - I tedeschi liberano Mussolini che<br />

ricostituisce il partito nazionale fascista e dà vita a un<br />

governo fantoccio nel Nord Italia.<br />

1943 ottobre - Rivolta dei prigionieri del lager di Sobibor.<br />

1943 16 ottobre - Rastrellamento nazista nel ghetto di<br />

Roma. Più di mille ebrei romani finiscono<br />

nel campo di sterminio di <strong>Auschwitz</strong>.<br />

1943 novembre - Si intensifica il movimento di<br />

resistenza contro i tedeschi. Nascono le Brigate<br />

Garibaldi di orientamento comunista.<br />

1943 novembre - Durante il Congresso di Verona il<br />

partito repubblicano fascista dichiara gli ebrei «nemici».<br />

Intensificazione della caccia agli ebrei da parte dei nazifascisti.<br />

1944 gennaio - Sbarco alleato ad Anzio.<br />

1944 gennaio - Vengono create nuove formazioni<br />

partigiane: le Brigate Giustizia e libertà (partito d’azione)<br />

e Matteotti, di ispirazione socialista.<br />

1944 marzo - Scio<strong>per</strong>o generale dei lavoratori contro gli<br />

“Vi era una prospettiva politica comune, una direttrice di marcia che tendeva a<br />

unificare le es<strong>per</strong>ienze della destra in Europa”<br />

Enzo Collotti, Fascismo , fascismi


Alla fine della guerra saranno più di sei<br />

milioni le vittime della pulizia etnica nazista.<br />

<strong>Un</strong>a cifra impressionante di morti che non<br />

ha precedenti nella storia.<br />

<strong>Un</strong> lucido progetto di sterminio nato<br />

dall’ideologia razzista e portato avanti con la<br />

complicità, l’assenso e il silenzio di una parte<br />

non indifferente della società civile che non<br />

può essere liquidato come il frutto della<br />

volontà omicida di un pugno di criminali di<br />

guerra o della "follia" di Hitler.<br />

L’annientamento fisico e morale di milioni di<br />

individui nei campi di concentramento,<br />

l’uccisione dei malati di mente, lo sterminio<br />

sistematico, il dominio assoluto dell’uomo<br />

sull’uomo in nome della purezza della razza.<br />

<strong>Auschwitz</strong> è il simbolo di tutto questo, è il<br />

campo di concentramento e di stermino più<br />

noto. E’ il luogo dove centinaia di migliaia di<br />

<strong>per</strong>sone sono state eliminate nel breve<br />

volgere di pochi anni, il luogo scelto dai<br />

nazisti <strong>per</strong> portare a termine la loro o<strong>per</strong>a di<br />

stermino, l’ultima fermata <strong>per</strong> tutti coloro<br />

che la soluzione finale della questione<br />

razziale aveva destinato alla morte.<br />

Ma Aushwitz non è una mostruosità<br />

inspiegabile, un buco nero nella storia, una<br />

parentesi di barbarie e di follia a cui poter<br />

guardare come qualcosa di lontano, di<br />

estraneo, di diverso. Oggi sappiamo che il<br />

numero di uomini e donne coinvolti a vario<br />

titolo e con diversi livelli di consapevolezza<br />

nella macchina dello sterminio ammonta a<br />

circa un milione. Non solo "mostri", non<br />

solo tedeschi, non solo fanatici nazisti. Anzi,<br />

<strong>per</strong> la maggior parte gente normale, buoni<br />

padri di famiglia fedeli alle consegne del<br />

proprio lavoro, obbedienti ai comandi senza<br />

interrogarsi sulle conseguenze e la moralità<br />

del proprio o<strong>per</strong>ato. Tutta gente che ha<br />

"semplicemente" obbedito agli ordini.<br />

<strong>Auschwitz</strong> non è sepolto nella storia come<br />

non lo è l’ideologia che lo ha prodotto; il suo<br />

posto non è ai margini ma al centro della<br />

modernità. Interrogarsi su come <strong>Auschwitz</strong><br />

sia stato possibile significa interrogarsi sulle<br />

radici individuali e collettive del razzismo e<br />

dell’antisemitismo, del conformismo e della<br />

xenofobia, dell’obbedienza passiva e acritica<br />

alle gerarchie.<br />

16<br />

occupanti tedeschi.<br />

1944 23 marzo - Attentato dei partigiani a Roma in via<br />

Rasella; massacro tedesco alle Fosse Ardeatine: 335<br />

civili vengono fucilati.<br />

1944 27 marzo - Rientra in Italia Palmiro Togliatti,<br />

segretario del Partito Comunista, e propone un governo<br />

di unità nazionale e il rinvio alla fine del conflitto di tutte<br />

le questioni istituzionali (svolta di Salerno).<br />

1944 maggio - Inizia ad <strong>Auschwitz</strong> il massacro degli<br />

ebrei ungheresi.<br />

1944 4 giugno - Gli alleati entrano a Roma.<br />

1944 6 giugno - Inizia lo sbarco alleato in Normandia<br />

con la creazione del secondo fronte.<br />

1944 20 luglio - Attentato contro Hitler, che si salva.<br />

Immediata la repressione: più di 5000 <strong>per</strong>sone accusate<br />

di aver preso parte alla congiura vengono uccise.<br />

1944 11 agosto - Gli angloamericani entrano a Firenze.<br />

1944 settembre - Eccidio di Marzabotto: 1936 civili<br />

uccisi.<br />

1944 7 ottobre - Rivolta dei prigionieri ebrei dei<br />

Sonderkommandos di <strong>Auschwitz</strong> che riescono a far<br />

saltare il IV crematorio, ma non a organizzare una rivolta<br />

generale.<br />

1944 25 novembre - Per ordine di Himmler, ad<br />

<strong>Auschwitz</strong> si iniziano a smantellare i crematori e le<br />

camere a gas.<br />

1944 dicembre - Hitler organizza un’ ultima difesa<br />

tedesca sulle Ardenne, che <strong>per</strong>ò non incide di molto<br />

sull’avanzata alleata. La Germania è invasa da est e da<br />

ovest.<br />

1945 18 gennaio - Inizia l’evacuazione del campo di<br />

sterminio di <strong>Auschwitz</strong> a causa della fulminea avanzata<br />

dell’Armata Rossa.<br />

1945 27 gennaio - Liberazione del campo di <strong>Auschwitz</strong><br />

da parte delle truppe sovietiche.<br />

1945 aprile - Inizia la grande offensiva alleata in Italia.<br />

1945 18 aprile - Insorge Torino.<br />

1945 23 aprile - Insorge Genova.<br />

1945 25 aprile - Insurrezione generale in Alta Italia.<br />

Mussolini tenta a fuga.<br />

1945 28 aprile - Mussolini viene sorpreso mentre tenta<br />

di fuggire in Svizzera. Arrestato dai partigiani viene<br />

fucilato.<br />

1945 30 aprile - Mentre le truppe sovietiche entrano a<br />

Berlino, Hitler si suicida nella Cancelleria del Reich.<br />

1945 7 maggio - Resa incondizionata della Germania e<br />

fine della guerra in Europa.<br />

1945 20 novembre - Si apre a Norimberga il processo<br />

contro i criminali di guerra tedeschi.


Bibliografia essenziale sul<br />

regime fascista<br />

§ Burgio A. (a cura di), Nel nome della<br />

razza. Il razzismo nella storia d’Italia 1870-<br />

1945, Bologna, Il Mulino, 1999<br />

§ Collotti E., Fascismo, fascismi, Sansoni,<br />

Firenze, 1989<br />

§ Caffaz U. (a cura di), A cinquant’anni dalle<br />

leggi razziali. Discriminazione e<br />

<strong>per</strong>secuzione degli ebrei nell’Italia fascista,<br />

Consiglio Regionale della Toscana, La<br />

Giuntina, Firenze, 1988<br />

Camera dei Deputati, La legislazione<br />

antiebraica in Italia e in Europa, Roma,<br />

1989<br />

§ Dal Pont A., I lager di Mussolini. L’altra<br />

faccia del confino nei documenti della<br />

polizia fascista, Milano, La Pietra, 1975<br />

De Felice R., Storia degli<br />

ebrei italiani sotto il<br />

fascismo, Einaudi, Torino,<br />

1994<br />

§ De Felice R., Mussolini, (in<br />

vari torni), Einaudi, Torino<br />

§ Del Boca A., Legnani M.,<br />

Rossi M. G. (a cura di), Il<br />

regime fascista. Storia e<br />

storiografia, Bari, Laterza,<br />

1995<br />

§ Di Sante C. (a cura di), I<br />

campi di concentramento in<br />

Italia. Dall’internamento alla<br />

deportazione (1940-1945),<br />

Milano, Angeli, 2001<br />

§ Finzi R., L’università italiana<br />

e le leggi antiebraiche,<br />

Editori Riuniti, Roma, 1997<br />

§ Franzinelli M., I tentacoli dell’OVRA.<br />

Agenti, collaboratori e vittime della polizia<br />

politica fascista, Torino, Bollati Boringhieri,<br />

1999<br />

§ Germinario F., Razza del sangue, razza<br />

dello spirito. Julius Evola, l’antisemitismo e<br />

il nazionalsocialismo (1930-1943), Torino,<br />

Bolati Boringhieri, 2001<br />

Bibliografia essenziale sul regime nazista<br />

§ Allen W. S., Come si diventa nazisti. Storia<br />

di una piccola città 1930 - 35, Einaudi,<br />

Torino, 1994 (interessantissimo esempio di<br />

micro-storia: l’autore cerca di spiegare le<br />

trasformazioni avvenute in una<br />

piccola città tedesca e la sua adesione al<br />

movimento nazionalsocialista)<br />

§ Burleigh M., Wip<strong>per</strong>mann W., Lo stato<br />

razziale. Germania 1933, Rizzoli, Milano,<br />

1992<br />

17<br />

§ Klinkhammer L., L’occupazione tedesca in<br />

Italia 1943-1945, Torino, Bollati Boringhieri,<br />

1993<br />

§ Israel G., Nastasi P., Scienza e razza<br />

nell’Italia fascista, Il Mulino, Bologna 1998<br />

§ Picciotto Fargion L., Il libro della memoria.<br />

Gli ebrei deportati dall’Italia 1943 - 45,<br />

Mursia, Milano, 1991<br />

§ Rochat G., Il colonialismo italiano, Torino,<br />

Loescher, 1973<br />

§ SalvatorelliL. e Mira G.. Storia d’Italia nel<br />

<strong>per</strong>iodo fascista, Torino, Einaudi, 1964<br />

§ Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei.<br />

<strong>Auschwitz</strong><br />

Cronaca dell’elaborazione delle leggi<br />

razziali del 1938, Zarnorani, Torino, 1994<br />

§ Sarfatti M., Gli ebrei nell’Italia fascista,<br />

Einaudi, Torino, 2000<br />

§ Tranfaglia N., La prima guerra mondiale e<br />

il fascismo, Torino, UTET, 1995<br />

§ Zuccotti S., L’Olocausto in Italia, TEA,<br />

Milano, 1995<br />

§ Collotti E., La Germania nazista, Einaudi,<br />

Torino, 1962<br />

§ Collotti E., Hitler e il nazismo, Giunti,<br />

Firenze, 1994<br />

§ Frei N., Lo stato nazista, Bari, Laterza,<br />

1992<br />

§ Kershaw I., Che cosa è il nazismo?<br />

Problemi interpretativi e prospettive di<br />

ricerca, Bollati Boringhieri, Torino 1993<br />

(strumento particolarmente utile <strong>per</strong>


orientarsi nel dibattito storiografico su<br />

diversi nodi: dal rapporto fra politica ed<br />

economia, al ruolo di Hitler nello sterminio<br />

degli ebrei)<br />

§ Mosse G. L., Le origini culturali del terzo<br />

Reich, il Saggiatore, Milano, 1994<br />

§ Natoli C., (a cura di), Stato e società<br />

durante il Terzo Reich, Milano, Angeli,<br />

1993<br />

§ Sbirer W. L., Storia del Terzo Reich,<br />

Einaudi, Torino, 1962<br />

Hitler<br />

§ Fest J., Hitler, Rizzoli, Milano 1991<br />

(biografia di amplissime dimensioni)<br />

§ Kershaw I., Hitler e l’enigma del consenso,<br />

Laterza, Bari, 1997 (analisi dei meccanismi<br />

di potere all’interno del terzo Reich)<br />

Il 31 marzo 1933, dopo appena due mesi<br />

dalla nomina di Hitler a cancelliere, fu<br />

emesso nella Germania nazista il primo<br />

decreto discriminante <strong>per</strong> gli Ebrei: i giudici<br />

ebrei dovevano dare le dimissioni entro<br />

ventiquattro ore.<br />

Questo non fu l’unico<br />

emendamento in<br />

Germania in difesa della<br />

razza ariana. Il 7 aprile<br />

del 1933, infatti, fu<br />

emessa la legge <strong>per</strong> la<br />

ricostruzione e la<br />

semplificazione<br />

dell’amministrazione<br />

civile dello Stato che<br />

autorizzava al<br />

licenziamento di<br />

qualsiasi impiegato che<br />

non aveva i requisiti<br />

della razza ariana.<br />

L’11 aprile 1933 fu<br />

definito il termine “non<br />

ariano” come applicabile<br />

a coloro che avevano<br />

La difesa della razza<br />

Il nazionalsocialismo riconosce<br />

l’ineguaglianza degli uomini voluta da Dio e<br />

dalla Natura come base della vita civile e ne<br />

trae le sue conclusioni. Politicamente ciò<br />

significa l’idea di un capo, di un Fuhrer,<br />

significa favorire un ordinamento gerarchico<br />

basato sul valore degli uomini e sulla<br />

responsabilità <strong>per</strong>sonale, che solo così<br />

diventa attuabile. Dal punto di vista biologico<br />

significa lottare contro la degenerazione<br />

all’interno di un popolo: ciò si attua<br />

avvantaggiando le parti sane e capaci<br />

rispetto a quelle malate e rifiutando il<br />

miscuglio razziale attraverso l’esclusione di<br />

ogni influenza di razze straniere.<br />

Dal discorso di Gerhardt Wagner, capo dei<br />

medici del Reich, al congresso della NSDAP<br />

a Norimberga nel 1935<br />

18<br />

§ Kershaw I., Il «mito Hitler». Immagine e<br />

realtà nel terzo Reich, Bollati Boringhieri,<br />

Torino, 1998 (l’autore analizza l’immagine<br />

che Hitler aveva costruito di sé)<br />

§ Kershaw I., Hitler, 1889 -1936, Bompiani,<br />

Milano, 1999 (prima parte di una<br />

monumentale e documentatissima<br />

biografia)<br />

§ Kershaw I., Hitler, 1936 - 1945, Bompiani,<br />

Milano, 2000<br />

§ Lukacs J., Dossier Hitler, TEA, Milano<br />

2000<br />

§ Rosenbaum R., Il mistero di Hitler, Oscar<br />

Mondadori, Milano, 2000 (l’autore offre un<br />

avvincente affresco delle interpretazioni<br />

che gli storici hanno dato <strong>per</strong> spiegare il<br />

«fenomeno» Hitler)<br />

anche solo un nonno “non ariano”.<br />

Il 25 aprile 1933 viene fissato lo sbarramento<br />

numerico agli studenti e agli universitari<br />

ebrei.<br />

Il 15 maggio 1933 un decreto legge sulle<br />

aziende agricole prussiane definì l’agricoltore<br />

cittadino tedesco di<br />

sangue ariano (il<br />

decreto legge divenne<br />

legge nazionale il 29<br />

novembre 1933).<br />

Il 1° giugno 1933<br />

viene vietato<br />

l’arruolamento nella<br />

Reichswehr ai “non<br />

ariani”.<br />

Il 30 giugno 1933 fu<br />

approvata una legge<br />

che allargava la sfera<br />

delle <strong>per</strong>sone escluse<br />

dagli incarichi<br />

amministrativi del<br />

Reich: anche gli ariani<br />

sposati con “non<br />

ariani” dovevano


essere licenziati.<br />

Il 14 luglio 1933 fu votata la prima legge<br />

eugenetica che prevedeva di poter<br />

sterilizzare le <strong>per</strong>sone portatrici di malattie<br />

ereditarie anche senza il loro consenso.<br />

Questa legge fu resa pubblica solo il 25<br />

luglio 1933, dopo la piena realizzazione del<br />

Concordato con il Vaticano.<br />

Il 14 luglio 1933 fu emanata un’altra legge,<br />

che revocava la cittadinanza a chiunque<br />

l’avesse ottenuta durante la Repubblica di<br />

Weimar e fosse considerato indesiderabile.<br />

Dal novembre 1933 fu autorizzata la<br />

castrazione a chi si era macchiato di crimini<br />

sessuali, e fu allargata anche agli omosessuali<br />

dal 26 giugno 1935, ma soltanto con il loro<br />

consenso. Lo stesso emendamento<br />

autorizzava anche l’aborto con il consenso<br />

della madre nel caso che il nascituro potesse<br />

avere dei problemi fisici e mentali ereditari.<br />

Il 15 maggio 1935 un altro decreto, invece,<br />

prevedeva sempre in ambito di cittadinanza<br />

la possibilità di diventare cittadino del Reich,<br />

ma solo se il caso fosse stato analizzato<br />

dall’autorità competente.<br />

Queste e tante altre furono le leggi<br />

approvate da Hitler nei primi due anni di<br />

governo, ma non furono niente se<br />

paragonate a quelle che passarono alla storia<br />

come le leggi di Norimberga. Il 15 settembre<br />

1935, infatti, il Reichtag approvava<br />

unanimemente la “legge <strong>per</strong> la protezione<br />

del sangue e dell’onore tedesco”, che vietava<br />

i matrimoni tra Ebrei e cittadini di sangue<br />

tedesco o affini, le relazioni extraconiugali<br />

fra Ebrei e cittadini di razza ariana, la<br />

possibilità agli Ebrei di assumere al loro<br />

servizio donne di sangue tedesco e di<br />

esporre la bandiera nazionale del Reich.<br />

Anche se questa legge menzionava solo gli<br />

Ebrei in realtà fu applicata anche a tutte le<br />

categorie di <strong>per</strong>sone con sangue alieno, in<br />

altre parole Zingari, neri e tutte le minoranze<br />

etniche.<br />

A Norimberga lo stesso giorno fu approvata<br />

anche la legge sulla cittadinanza tedesca,<br />

questa sanciva che in territorio tedesco ci<br />

fossero cittadini di serie A e cittadini di serie<br />

B. Al primo gruppo vi appartenevano<br />

soltanto i soggetti di sangue tedesco o affini,<br />

i quali dimostrassero con il loro<br />

19<br />

comportamento di essere disposti e atti a<br />

servire con lealtà il popolo e il Reich<br />

tedesco. Al secondo gruppo, quindi, vi<br />

appartenevano le minoranze etniche, i “non<br />

ariani”, e i tedeschi che non dimostravano di<br />

essere nazista, cioè coloro che avevano <strong>per</strong>so<br />

i diritti di cittadinanza tedesca.<br />

Il 26 aprile 1938 fu imposta la dichiarazione<br />

di tutti i beni ebraici, con l’obiettivo di<br />

avviare “l’arianizzazione dell’economia”<br />

attraverso la depredazione agli Ebrei dei loro<br />

beni imponendo la vendita coatta ad aziende<br />

ariane.<br />

La difesa della razza ariana ebbe una svolta<br />

storica il 9-10 novembre 1938 con la Notte<br />

dei Cristalli. Nella notte furono organizzate,<br />

infatti, cacce all’uomo nelle strade delle città,<br />

incendiati edifici, sinagoghe, devastati<br />

negozi. Ufficialmente furono fatti prigionieri<br />

ventimila ebrei, 36 uccisi e altrettanti feriti.<br />

Da quel momento vennero emanati decreti<br />

vessatori che prevedevano la <strong>per</strong>secuzione<br />

sistematica degli Ebrei in ogni istante della<br />

loro vita.<br />

Il 12 novembre 1938 fu ordinato con<br />

un’ordinanza del generale Goring di<br />

eliminare dalla vita economica tutti gli ebrei,<br />

sulla base del decreto del 18 ottobre 1936<br />

<strong>per</strong> l'esecuzione del Piano dei Quattro Anni.<br />

Il 21 settembre 1939 Heydrich da istruzioni<br />

sulle o<strong>per</strong>azioni di polizia riguardanti gli<br />

ebrei nei territori occupati della Polonia.<br />

Il 3 luglio 1940 fu redatto un memorandum<br />

stilato da Franz Rademacher <strong>per</strong> Ribbentrop,<br />

ministro degli esteri, che trattava una<br />

ipotetica soluzione della questione ebraica (<br />

progetto Madagascar), che propose di<br />

trasferire tutti gli Ebrei fuori dall’Europa, in<br />

Madagascar appunto.<br />

Dalla “notte dei cristalli” chi non era ariano<br />

non poteva più andare nei parchi pubblici, al<br />

cinema a teatro, assistere a concerti, agli<br />

avvenimenti sportivi, non poteva più essere<br />

invitati nelle case di ariani, non poteva<br />

frequentare università e scuole pubbliche,<br />

ne’ usufruire dell’assistenza pubblica. In<br />

merito alle cure mediche statali, già nel<br />

giugno del 1938, fu ordinato dal Reich di<br />

separare i pazienti non ariani dai pazienti di<br />

sangue tedesco o affine <strong>per</strong> evitare il<br />

<strong>per</strong>icolo di corruzione della razza ariana.


In particolar modo agli Ebrei, dopo la “notte<br />

dei cristalli”, fu stampata sulla carta<br />

d’identità, sul passaporto e sulla patente una<br />

"J". Sui documenti fu imposto il nome Israel<br />

al maschio ebreo e Sarah alla femmina e<br />

La conferenza di Wannsee<br />

Il 20 gennaio 1942 il generale R. Heydrich,<br />

direttore dell’Ufficio Centrale di Sicurezza del<br />

Reich, si incontrò con altri 14 alti funzionari dei<br />

principali ministeri tedeschi in una residenza<br />

tranquilla, lungo un lago a Wannsee (vicino a<br />

Berlino). La riunione era segretissima e il suo<br />

scopo era quello di precisare i termini della<br />

soluzione al problema ebraico. Il problema da<br />

risolvere era quello dell’eccessiva presenza di<br />

ebrei in Germania e nei territori occupati, <strong>per</strong> cui<br />

la politica di emigrazione forzata <strong>per</strong>seguita dal<br />

Reich non era più sufficiente <strong>per</strong> far fronte al<br />

problema ebraico. Era necessario pianificare lo<br />

sterminio in modo più preciso e sicuro e la<br />

riunione del Wannsee doveva appunto occuparsi<br />

di questo. Approssimativamente undici milioni di<br />

ebrei sarebbero stati coinvolti nella soluzione<br />

finale del problema; tra questi, cinque milioni di<br />

essi vivevano in <strong>Un</strong>ione Sovietica e circa tre<br />

milioni erano gli ebrei già sotto il controllo dei<br />

tedeschi (in Polonia e nei territori orientali<br />

occupati). La soluzione approvata a Wannsee fu<br />

quella che prevedeva l’eliminazione degli ebrei<br />

attraverso l’utilizzo del gas. Inoltre si decise anche<br />

la costruzione di appositi forni crematori all’interno<br />

dei campi di sterminio, con i quali si potevano<br />

occultare i cadaveri, cremandoli.<br />

Il protocollo di Wannsee<br />

"Nel corso della soluzione finale gli ebrei saranno<br />

instradati, sotto appropriata sorveglianza, verso<br />

l'Est, al fine di utilizzare il loro lavoro. Saranno<br />

separati in base al sesso. Quelli in grado di<br />

lavorare saranno condotti in grosse colonne nelle<br />

regioni di grandi lavori <strong>per</strong> costruire strade, e<br />

senza dubbio un grande numero morirà <strong>per</strong><br />

selezione naturale. Coloro che resteranno, che<br />

certo saranno gli elementi più forti, dovranno<br />

essere trattati di conseguenza, <strong>per</strong>chè<br />

rappresentano una selezione naturale, la cui<br />

liberazione dovrà essere considerata come la<br />

cellula germinale di un nuovo sviluppo ebraico<br />

(come mostra l'es<strong>per</strong>ienza della storia)" .<br />

20<br />

qualche tempo dopo fu obbligatorio anche<br />

cucire su tutti i vestiti una stella gialla. Il<br />

processo di <strong>per</strong>secuzione degli Ebrei arrivò<br />

fino alla nota “soluzione finale”, definita con<br />

il protocollo di Wannsee, il quale sanciva la<br />

totale eliminazione degli ebrei attraverso i<br />

campi di sterminio.<br />

La radicalizzazione della lotta contro i<br />

corruttori della nobile razza ariana si<br />

accentuò soprattutto con l’inizio della<br />

Seconda Guerra Mondiale Infatti oltre alla<br />

discriminazione e alla <strong>per</strong>secuzione nei<br />

confronti degli Ebrei si realizzò il<br />

programma di sterminio dei disabili, che<br />

prende il nome di eutanasia. Questo<br />

programma prevedeva la soppressione delle<br />

vite che non meritavano di essere vissute e<br />

prevedeva l’utilizzo di tutti i reparti<br />

ospedalieri, di medici e infermieri, nonché<br />

dell’apparato burocratico. Mancava solo una<br />

legge che autorizzasse le uccisioni, anche se<br />

il Reich cercò di sfruttare a pieno la serie di<br />

decreti emanati negli anni successivi <strong>per</strong><br />

spianare la strada all’o<strong>per</strong>azione. Il 18 agosto<br />

1939, ad esempio, fu approvato il decreto<br />

segreto, vale a dire mai reso pubblico, che<br />

ordinava a medici e alle ostetriche di<br />

segnalare tutti i casi di neonati e bambini con<br />

gravi problemi di salute. I bambini disabili,<br />

infatti, furono i primi ad essere sterminati<br />

secondo questo programma. Per gli adulti<br />

disabili, invece, il programma prese il nome<br />

di T4 (che indicava Tiergartenstrasse 4, cioè<br />

l’indirizzo della sede principale del gruppo<br />

o<strong>per</strong>ativo del programma). Quest’ultimo<br />

programma prevedeva il trasferimento di<br />

tutti i disabili adulti in istituti specializzati,<br />

dove venivano uccisi senza che venissero<br />

informati i parenti e i congiunti.<br />

Sul progetto «eutanasia» e i crimini della<br />

psichiatria<br />

§ Friedlander H., Le origini del genocidio<br />

nazista, Editori Riuniti, Roma, 1997<br />

§ Lifton R. J., I medici nazisti, Rizzoli, Milano,<br />

1988<br />

§ Muller-Hill B., Scienza di morte.<br />

L’eliminazione degli ebrei, degli zingari e<br />

dei malati di mente, Pisa, Ets, 1989<br />

§ Ricciardi Von Platen A., Il nazismo e<br />

l’eutanasia dei malati di mente, Le Lettere,<br />

Firenze, 2000


Le leggi razziali in Italia<br />

Nel corso del 1938 leggi razziali <strong>per</strong>secutorie<br />

vennero introdotte anche in Italia, Romania<br />

ed <strong>Un</strong>gheria. Nel nostro Paese furono<br />

emanate autonomamente dal regime fascista,<br />

non certo su pressione della Germania<br />

Progetto T4: lo sterminio dei disabili<br />

Forse non tutti sanno che il genocidio nazista cominciò proprio dai disabili. Le <strong>per</strong>sone handicappate, minori e adulte,<br />

furono le prime cavie designate di tutte le tecniche di annientamento, sterilizzazione e eutanasia sviluppate poi nella<br />

Shoah. Le prime prove documentali degli orrori nazisti, riguardarono proprio la <strong>per</strong>secuzione e i campi di uccisione dei<br />

disabili, anticamera dell’universo concentrazionario. Le campagne di sterilizzazione, internamento e deportazione<br />

delle <strong>per</strong>sone handicappate, presero il via nei mesi immediatamente successivi all’ascesa di Hitler, trovando terreno<br />

fertile nelle teorie eugenetiche e nella difesa della razza. Dopo un’intensa campagna di sterilizzazione, si passò<br />

all’uccisione sistematica dei bambini disabili. Il progetto T4, l’eutanasia di massa degli adulti disabili, che condusse<br />

alla morte circa 70.000 cittadini tedeschi, iniziò solo nel 1939, <strong>per</strong> interrom<strong>per</strong>si poi, ma solo formalmente, su<br />

pressione dell’opinione pubblica e delle Chiese, nell’agosto del 1941. Con l’estendersi dei fronti di guerra, lo sterminio<br />

dei disabili non risparmiò certo i Paesi occupati, con drammatici strascichi anche in Italia, come testimonia la<br />

deportazione dei disabili ebrei internati negli ospedali psichiatrici di Venezia, deportati ad <strong>Auschwitz</strong>-Birkenau.<br />

Sono passati 56 anni dalla Liberazione, ma la Shoah non è poi così lontana. Solo un anno fa in Austria si è celebrato<br />

l’ultimo processo contro il dottor Henrich Gross, psichiatra di Vienna, già citato nella ricerca, accusato di aver<br />

effettuato oltre 300 es<strong>per</strong>imenti usando bambini disabili come cavie umane.<br />

21<br />

nazista.<br />

La campagna del regime fascista contro gli<br />

ebrei cominciò all’inizio dell’anno <strong>per</strong><br />

sfociare con le leggi razziali di novembre.<br />

Nel primo semestre dell’anno furono<br />

emanati provvedimenti<br />

amministrativi di varia natura. Tra<br />

essi, il divieto di ingresso agli ebrei<br />

austriaci disposto il 18 marzo 1938<br />

(cinque giorni dopo l’occupazione di<br />

quel Paese da parte della Germania).<br />

Il 13 luglio 1938 fu pubblicato il<br />

documento teorico Il fascismo e i<br />

problemi della razza nel quale si<br />

affermava l’esistenza di una pura<br />

razza italiana distinta dagli ebrei. Il 6<br />

ottobre 1938 anche il Gran Consiglio<br />

del fascismo intervenne sul tema con<br />

una Dichiarazione sulla razza dove<br />

veniva illustrato il successivo quadro<br />

normativo <strong>per</strong> gli ebrei, che venivano<br />

dichiarati nemici naturali del regime.<br />

Intanto in settembre erano stati<br />

emanati i primi provvedimenti<br />

legislativi che disponevano<br />

l’espulsione degli ebrei stranieri,<br />

l’arianizzazione della scuola pubblica<br />

e l’istituzione degli uffici statali<br />

incaricati della <strong>per</strong>secuzione.<br />

Il 17 novembre 1938 venne emanato<br />

il provvedimento <strong>per</strong>secutorio di<br />

ordine generale (“provvedimento <strong>per</strong><br />

la difesa della razza italiana”). Dalla<br />

definizione giuridica degli ebrei


presente in essa (anche a seguito del<br />

censimento degli ebrei voluto in agosto dal<br />

governo) risultarono in Italia circa 50000<br />

individui classificati come ebrei e dunque<br />

assoggettati alla <strong>per</strong>secuzione.<br />

Dal 1938 al 1943 la <strong>per</strong>secuzione antiebraica<br />

si precisò in modo sempre più concreto. Gli<br />

ebrei vennero esclusi dalla maggior parte<br />

delle professioni e allontanati da qualsiasi<br />

incarico pubblico, venne loro vietato di<br />

possedere aziende o immobili, vennero<br />

espulsi da tutti gli ordini di scuole (sia<br />

studenti che professori). I libri di autori ebrei<br />

non vennero più pubblicati e quelli in<br />

commercio vennero ritirati.<br />

Gli ebrei vennero di fatto separati ed esclusi<br />

dalla vita civile. Scopo del regime era di<br />

giungere in pochi anni all’eliminazione degli<br />

ebrei dal territorio della penisola. L’ordine<br />

ufficiale di espulsione è del febbraio 1940. E<br />

a maggio dello stesso anno viene deciso<br />

l’internamento in campi di concentramento<br />

di tutti i non autorizzati a restare in Italia o<br />

22<br />

di coloro considerati “<strong>per</strong>icolosi”. Con<br />

l’entrata in guerra dell’Italia (giugno 1940) la<br />

pratica dell’emigrazione più o meno forzata<br />

viene abbandonata <strong>per</strong> fare spazio<br />

all’internamento nei campi di<br />

concentramento e di lavoro coatto.<br />

Tra il 1940 e il 1943 migliaia di ebrei (ma<br />

anche gli zingari subirono la stessa sorte)<br />

vennero internati nei campi di<br />

concentramento fatti costruire in tutta la<br />

penisola. I progetti del fascismo di<br />

“soluzione” della questione razziale vennero<br />

interrotti con la caduta del regime il 25 luglio<br />

1943. Da questo momento la sorte degli<br />

ebrei e dei <strong>per</strong>seguitati in Italia fu sottoposta<br />

all’andamento della guerra: coloro che<br />

rimasero nei territori della Repubblica di<br />

Salò sottoposti all’occupazione nazista<br />

conobbero l’ulteriore inasprimento delle<br />

<strong>per</strong>secuzioni. Molti furono deportati e<br />

trovarono la morte nei campi di sterminio<br />

nazisti.<br />

O<strong>per</strong>a di Agostino Barbieri


<strong>Un</strong>a volta decise, a parte del governo nazista,<br />

la “Soluzione finale” <strong>per</strong> gli ebrei – precisata<br />

dalla Conferenza di Wannsee – e i progetti di<br />

sterminio <strong>per</strong> i “nemici della razza”, venne<br />

messa in moto anche la macchina<br />

burocratica: le deportazioni nei campi di<br />

sterminio furono regolate dalle norme e<br />

secondo un piano razionalmente stabilito.<br />

Si riceve una disposizione scritta, cosa e<br />

quanto si può portare con sé: uno zaino con<br />

viveri <strong>per</strong> il viaggio, una gavetta e un<br />

cucchiaio, non coltelli né forbici, due<br />

co<strong>per</strong>te, biancheria da letto, vestiti caldi e<br />

scarpe resistenti, peso massimo 25 kg. Gli<br />

oggetti di valore devono essere consegnati,<br />

altre proprietà devono essere denunciate, le<br />

chiavi di casa cedute. In strada attende già un<br />

autocarro che si dirige al campo di raccolta o<br />

direttamente alla stazione ferroviaria. <strong>Un</strong><br />

<strong>treno</strong> è fermo al piano caricatore, 20 vagoni<br />

merci, le cui a<strong>per</strong>ture sono inchiodate con<br />

filo spinato, e due vetture <strong>per</strong> i corpi di<br />

guardia. <strong>Un</strong> tale trasporto comprende 1.000<br />

<strong>per</strong>sone. I treni viaggiano più volte alla<br />

settimana e dalle stazioni ferroviarie di tutta<br />

l’Europa: da Berlino e Varsavia, da<br />

Amsterdam e Parigi, da Praga e Budapest, da<br />

Oslo ed Atene. Il viaggio dura spesso alcuni<br />

giorni e alcune notti. I deportati viaggiano<br />

stanchi, sporchi, assetati e dis<strong>per</strong>ati verso<br />

luoghi ignoti, i cui nomi sono oggi noti a<br />

tutto il mondo.<br />

Al principio le <strong>per</strong>sone seguivano ancora<br />

l’ingiunzione di presentarsi con il bagaglio<br />

<strong>per</strong> il trasferimento. Per ingannarli, si spiega<br />

loro che andranno in Polonia a lavorare.<br />

Quando trapelano le prime voci dai campi, i<br />

più giovani tentano di scomparire. Fra i più<br />

Il Triangolo<br />

Le deportazioni<br />

23<br />

La deportazione dei Rom<br />

Porrajmos nella lingua dei Rom significa<br />

"divoramento" e indica la <strong>per</strong>secuzione e lo<br />

sterminio che il Terzo Reich attuò nei loro<br />

confronti.<br />

Durante la seconda guerra mondiale vennero<br />

uccisi oltre 500.000 zingari, vittime del<br />

nazionalsocialismo e dei suoi folli progetti di<br />

dominazione razziale.<br />

Come gli ebrei gli zingari furono <strong>per</strong>seguitati e<br />

uccisi in quanto " razza inferiore" destinata,<br />

secondo l'aberrante ideologia nazionalsocialista,<br />

non alla sudditanza e alla servitù al Terzo Reich,<br />

ma alla morte. Per molto tempo dopo la guerra,<br />

purtroppo, lo sterminio nazista degli zigani non è<br />

stato riconosciuto come razziale, ma lo si è<br />

considerato conseguenza - in un certo senso<br />

anche ovvia - di quelle misure di prevenzione<br />

della criminalità che, naturalmente, si acuiscono in<br />

tempo di guerra. In realtà, gli zingari furono<br />

<strong>per</strong>seguitati, imprigionati, seviziati, sterilizzati,<br />

utilizzati <strong>per</strong> es<strong>per</strong>imenti medici, gasati nelle<br />

camere a gas dei campi di sterminio, <strong>per</strong>ché<br />

zingari e, secondo l'ideologia nazista, " razza<br />

inferiore" , indegna di esistere. Gli zingari erano<br />

geneticamente ladri, truffatori, nomadi: la causa<br />

della loro <strong>per</strong>icolosità era nel loro sangue, che<br />

precede sempre i comportamenti.<br />

anziani e i malati aumenta il numero dei<br />

suicidi. La polizia preleva tutti coloro che<br />

non si presentano volontariamente al posto<br />

di raccolta. Interi quartieri delle città sono<br />

rastrellati con retate <strong>per</strong> riempire i treni da<br />

trasporto.<br />

L’organizzazione della caccia all’uomo è<br />

nelle mani dell’Ufficio Centrale <strong>per</strong> la<br />

Sicurezza del Reich<br />

(Reichssicherheitshauptamt). Il Ministero<br />

<strong>per</strong> il Traffico e le Ferrovie Tedesche che gli<br />

sono sottoposte mettono i treni a<br />

disposizione ed elaborano gli orari. Come in<br />

Germania, si trovano quasi dap<strong>per</strong>tutto<br />

aiutanti volontari anche nei paesi occupati.<br />

Contrassegno in stoffa, di diverso colore, di norma applicato sulla giacca e sui pantaloni del deportato.<br />

Il colore indicava la ragione della deportazione: di qui le espressioni "triangolo rosso" <strong>per</strong> indicare i politici,<br />

"triangolo verde" <strong>per</strong> i delinquenti comuni, "triangolo viola" <strong>per</strong> i Testimoni di Geova e così via. Gli ebrei erano<br />

contrassegnati dalla stella di Davide, in pratica un doppio triangolo.<br />

All'interno del triangolo si trovava la sigla della nazionalità (IT o I <strong>per</strong> gli italiani, F <strong>per</strong> i francesi ecc.). I deportati<br />

tedeschi e austriaci non avevano alcuna sigla.


I CAMPI DI CONCENTRAMENTO<br />

E DI STERMINIO IN EUROPA<br />

"Non occorre aver commesso un reato <strong>per</strong> essere imprigionato, è sufficiente il sospetto,<br />

insindacabile, che l’interessato ne potrà commettere. Sovversivo è chiunque si oppone al<br />

popolo, al Partito e allo Stato, ai loro principi ideologici e alle loro azioni politiche. In<br />

particolare noi, sotto tale definizione, intendiamo i comunisti, i marxisti in genere, gli ebrei,<br />

i religiosi che fanno politica, i massoni, gli scontenti della nostra politica, i brontoloni, i<br />

sabotatori dell’economia e i delinquenti comuni, compresi i rei di pratiche abortive, i<br />

traditori e le spie."<br />

I campi di concentramento e di sterminio<br />

sono luoghi di prigionia creati <strong>per</strong> deportare<br />

civili e militari, generalmente <strong>per</strong> motivi<br />

bellici o politici. Si differenziano dal carcere<br />

<strong>per</strong> tre ragioni:<br />

1. uomini, donne e bambini sono<br />

imprigionati senza un regolare processo;<br />

2. il <strong>per</strong>iodo di confinamento è<br />

indeterminato;<br />

3. le autorità che gestiscono il campo di<br />

concentramento esercitano un potere<br />

arbitrario e illimitato.<br />

Sebbene ne esistano svariate tipologie, di<br />

solito si tratta di agglomerati di baracche o di<br />

capannoni, circondati da torrette e delimitati<br />

da reti di filo spinato.<br />

I campi di concentramento sono chiamati<br />

anche campi di lavoro o centri di<br />

rieducazione.<br />

Nei primi anni di governo nazista sorsero<br />

parecchi campi di concentramento in<br />

Germania, situati prevalentemente nel centro<br />

del paese. Il più grande fu fin dal maggio del<br />

1933 quello di Dachau, che poteva ospitare<br />

fino a 5000 prigionieri.<br />

Con l’aumento della potenza nazista anche<br />

tutti i paesi che si aggregarono alla Germania<br />

finirono <strong>per</strong> adottare o irrigidire piattaforme<br />

e pratiche antisemite. Inoltre i campi di<br />

concentramento tedeschi aumentarono con<br />

l’occupazione e l’ampliamento del controllo<br />

territoriale tedesco in Europa alla vigilia della<br />

Seconda Guerra Mondiale.<br />

I campi di concentramento, solitamente<br />

furono costituiti <strong>per</strong> "rieducare" i tedeschi<br />

24<br />

R. Heydrich, da un discorso alle SS<br />

antinazisti: comunisti, socialdemocratici,<br />

obbiettori di coscienza, e tutti coloro che<br />

potevano danneggiare il nazismo anche con<br />

il loro lavoro o con la loro vita privata, come<br />

artisti ed omosessuali.<br />

L’ordine e la disciplina erano gestiti in un<br />

primo momento dalle SA, formazioni<br />

paramilitari del partito nazista.<br />

Con il passaggio di consegna della<br />

sorveglianza dalle SA alle SS peggiorò la<br />

situazione e la vita nei capi di<br />

concentramento.<br />

Le SS, coerenti con il "credo hitleriano",<br />

agivano, infatti, con brutalità e<br />

assuefacendosi a una completa insensibilità<br />

morale e a un <strong>per</strong>fetto automatismo<br />

dell'obbedienza.<br />

Dal 1942 alcuni campi di concentramento<br />

divennero campi di sterminio come definito<br />

alla conferenza di Wannsee, la quale<br />

prevedeva l'annientamento fisico degli ebrei,<br />

Campi di Sterminio sul territorio<br />

polacco<br />

<strong>Auschwitz</strong>-Birkenau ( maggio 1940)<br />

Chelmno (ottobre 1941)<br />

Belzec (febbraio 1942)<br />

Majdanek (novembre 1941)<br />

Treblinka (agosto 1941)<br />

Sobibor (marzo 1942)


OLTRE DUEMILA TRA CAMPI, SOTTOCAMPI, KOMMANDO ESTERNI,<br />

CENTRI DI RACCOLTA E DI TRANSITO HANNO FORMATO LA RETE DELLO<br />

STERMINIO.<br />

12 MILIONI DI DEPORTATI: EBREI, ZINGARI, POLITICI, OMOSSESSUALI,<br />

TESTIMONI DI GEOVA, DELINQUENTI COMUNI, ASOCIALI, APOLIDI.<br />

11 MILIONI DI STERMINATI, DI CUI CIRCA LA META’ EBREI<br />

la cosiddetta "soluzione finale", e che<br />

coinvolse anche altre razze considerate<br />

"inferiori".<br />

In particolar modo fu la Polonia a<br />

rappresentare il luogo e il territorio più<br />

adatto <strong>per</strong> realizzare i campi di sterminio e<br />

<strong>per</strong> trasformare quelli già esistenti in<br />

funzione diretta alla questione portata avanti<br />

dalla conferenza di Wannsee, grazie alla sua<br />

strategica posizione e alla presenza di grandi<br />

ghetti.<br />

Nei campi di sterminio si mirava a cancellare<br />

identità, <strong>per</strong>sonalità e autonomia di milioni<br />

di <strong>per</strong>sone.<br />

Lo sterminio di massa fu poi programmato<br />

scientificamente con le camere a gas, le fosse<br />

25<br />

comuni e i forni crematori.<br />

Coloro, che non erano eliminati al momento<br />

stesso dell’arrivo nei campi o che<br />

rientravano in particolari categorie<br />

d’internati, erano costretti ad estenuanti<br />

lavori forzati.<br />

Molti prigionieri furono impiegati come<br />

cavie in s<strong>per</strong>imentazioni scientifiche e<br />

mediche.<br />

La creazione dei campi di sterminio non fu<br />

solo l’esas<strong>per</strong>azione delle pratiche di<br />

segregazione di una larga parte della società<br />

già s<strong>per</strong>imentata con i campi di<br />

concentramento e con i grandi ghetti. Essa<br />

implicava, infatti, la convergenza verso la<br />

tecnologia della morte e la complicità


nell’omicidio in massa di numerose<br />

articolazioni dell’apparato statale e della<br />

società tedesca, oltre ai collaboratori dei<br />

tedeschi nei paesi invasi. Nei campi di<br />

sterminio ci fu una s<strong>per</strong>sonalizzazione delle<br />

vittime e la normalizzazione burocratica dei<br />

carnefici, non ci fu nessun senso di umanità<br />

e di responsabilità nel completo disprezzo<br />

della vita umana.<br />

La prima applicazione delle camere a gas fu<br />

s<strong>per</strong>imentata <strong>per</strong> l’uccisione dei malati di<br />

mente e <strong>per</strong> i cosiddetti affetti a malattie<br />

inguaribili.<br />

I primi es<strong>per</strong>imenti con le camere a gas<br />

furono fatti al campo di Chelmno all’inizio<br />

di dicembre 1941, con l’utilizzo di gas di<br />

scappamento degli automezzi <strong>per</strong> evitare il<br />

trauma alle truppe di uccidere i prigionieri<br />

con la fucilazione. Con il passare del tempo<br />

si arrivò alla collaborazione di tecnici e di<br />

laboratori di industrie <strong>per</strong> l’invenzione di<br />

vere e proprie camere a gas, che furono<br />

installate in tutti i campi di sterminio.<br />

<strong>Un</strong>a serie di campi di sterminio furono<br />

chiusi dopo che ebbero assolto la funzione<br />

di annientamento di massa, con l’obiettivo di<br />

far scomparire tutte le tracce. Molti altri<br />

invece sopravvissero fino all’arrivo dei<br />

liberatori, ma con un’ulteriore appendice<br />

della tragedia: la cosiddetta marcia della<br />

morte, che veniva ordinata dalle SS ai<br />

detenuti nell’evacuazione del lager <strong>per</strong><br />

garantire lo sterminio definitivo dei<br />

prigionieri.<br />

26<br />

Shoah<br />

In ebraico significa "annientamento"; indica<br />

lo sterminio di oltre sei milioni di ebrei da<br />

parte dei nazisti..<br />

Si individuano quattro fasi nel processo di<br />

devastante della deportazione e dello<br />

sterminio degli ebrei:<br />

1- definizione <strong>per</strong> decreto (chi è ebreo);<br />

2- l'espropriazione (beni, imprese,<br />

lavoro, diritti) ed espulsione, questa<br />

fase inizia già nel 1933 e si prolunga fino<br />

alla Kristallnacht (9-10 nov. 1938);<br />

3- separazione dal resto della<br />

popolazione e concentramento, questa<br />

fase inizia nel 1939 con l’invasione della<br />

Polonia e la ghettizzazione degli ebrei;<br />

l’annientamento, che inizia con la creazione<br />

dei campi di sterminio e il rastrellamento di<br />

massa (cfr. " I campi di concentramento e di<br />

sterminio in Europa")<br />

Olocausto<br />

Sacrificio supremo nell’ambito di una<br />

dedizione totale a motivi sacri o su<strong>per</strong>iori.<br />

E' anche il sacrificio di animali che<br />

nell’antichità venivano offerti agli dei.<br />

Nessuno dei due casi può riferirsi allo<br />

sterminio di un popolo. E’ più corretto l’uso<br />

della parola "Genocidio", oppure dell’ebraico<br />

Shoah, che letteralmente vuol dire<br />

"Catastrofe".<br />

La ghettizzazione<br />

- Assuntino R., Goldkorn W., Il guardiano Marek Edelman racconta, Sellerio, Palermo, 1999 (testo<br />

assai coinvolgente sull’insurrezione del ghetto di Varsavia)<br />

- Berg M., Il ghetto di Varsavia, Einaudi, Torino, 1991<br />

- Corni G., I ghetti di Hitler. Voci da una società sotto assedio 1939 -1944, Il Mulino, Bologna, 2001<br />

- Czerniakow A., Diario 1939 - 1942, Città Nuova, Roma, 1989 (la drammatica testimonianza del<br />

Presidente dello Judenrat di Varsavia)<br />

- Gumkowski J., Rutkowski A., Astel A., (a cura di) Diario dal ghetto di Lodz, Theoria, Roma-Napoli,<br />

1989<br />

- Gutman J., Storia del ghetto di Varsavia, La Giuntina, Firenze, 1998<br />

- Mazor M., La città scomparsa, Marsilio, Venezia, 1992<br />

- Nirenstejn A., Ricorda che cosa ti ha fatto Amalek, Einaudi, Torino, 1962 (ricostruzione<br />

dell’insurrezione di Varsavia e della resistenza ebraica)<br />

- Ringelblum E., Sepolti a Varsavia, Mondadori, Milano, 1962 (una delle testimonianze più alte sulla<br />

vita nel ghetto di Varsavia)<br />

- Rubinowicz D., Il diario, Einaudi, Torino, 1960


Sistema concentrazionario, deportazione e<br />

sterminio<br />

- Bastian I., <strong>Auschwitz</strong> e la menzogna su<br />

<strong>Auschwitz</strong>. Sterminio di massa e falsificazione<br />

della storia, Bollati Boringhieri, Torino, 1995<br />

- Benz W., L’Olocausto, Torino, Bollati<br />

Boringhieri, 1998<br />

- Boursier G., Zigeuner. Lo sterminio<br />

dimenticato, Roma ; Sinnos 1996 (sul<br />

genocidio degli zingari)<br />

- Browning C., Procedure finali. Politica<br />

nazista, lavoratori ebrei, assassini tedeschi,<br />

Einaudi, Torino, 2001<br />

- Browning C., Verso il genocidio. Come è<br />

stata possibile la «soluzione finale», Il<br />

Saggiatore, Milano, 1998<br />

- Browning C.. Uomini comuni. Polizia tedesca<br />

e «soluzione finale» in Polonia, Einaudi,<br />

Torino, 1999 (l’autore cerca di spiegare come<br />

sia stato possibile che uomini comuni, non<br />

efferate SS, abbiano<br />

- Collotti E., La soluzione finale, Newton<br />

Compton, Roma, 1995 (piccolo testo, ma molto<br />

rigoroso)<br />

- Dall’Orto G, Omosessualità e razzismo<br />

fascista, in: La menzogna della razza.<br />

Documenti e immagini del razzismo e<br />

dell’antisemitismo fascista, Bologna, Grafis,<br />

1994<br />

- Dwork D., Nascere con la stella. I bambini<br />

ebrei nell’Europa nazista, Marsilio, Venezia,<br />

1992<br />

- Feltri F. M., Per discutere di <strong>Auschwitz</strong>. Le<br />

domande <strong>per</strong>enni, le tendenze della ricerca, i<br />

problemi ancora a<strong>per</strong>ti, La Giuntina, Firenze,<br />

1998<br />

- Friedlander S., La Germania nazista e gli<br />

ebrei. Vol I. Gli anni della <strong>per</strong>secuzione: 1933-<br />

1939, Garzanti, Milano, 1988<br />

- Friedlander S., Le origini del regime nazista,<br />

Editori Riuniti, Roma, 1997<br />

- Friedrich O., <strong>Auschwitz</strong>. Storia del Lager,<br />

1940 - 1945, Baldini e Castoldi, Milano, 1995<br />

- Giuntella E.V., Il nazismo e i lager, Roma, Ed.<br />

Studium, 1979<br />

- Goldhagen D., I volonterosi carnefici di Hitler.<br />

I tedescbi comuni e l’Olocausto, Mondadori,<br />

Milano, 1997 (l’autore, partendo dall’analisi<br />

degli stessi documenti di Browning, cerca di<br />

dimostrare l’ampio grado di coinvolgimento dei<br />

tedeschi nel processo di sterminio)<br />

- Gozzini G., La strada <strong>per</strong> Auscbwitz.<br />

Documenti e interpretazioni sullo sterminio<br />

nazista, Bruno Mondadori, Milano, 1996<br />

- Heger Heinz; Gli uomini col triangolo rosa,<br />

Edizioni Sonda, 1991.<br />

- Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori. La<br />

<strong>per</strong>secuzione degli ebrei 1933-45, Mondadori,<br />

Milano 1994<br />

27<br />

- Hilberg R., La distruzione degli Ebrei<br />

d’Europa, Einaudi, Torino, 1995 (o<strong>per</strong>a<br />

fondamentale sullo sterminio degli ebrei, che<br />

analizza soprattutto il meccanismo della<br />

distruzione)<br />

- Hoss R., Comandante ad <strong>Auschwitz</strong>, Einaudi,<br />

Torino, 1997<br />

- Kaminski A. J., I Campi di concentramento<br />

dal 1896 ad oggi. Storia, funzioni, tipologia,<br />

Torino, Bollati Boringhieri, 1997<br />

- Langbein H., Uomini ad <strong>Auschwitz</strong>, Mursia,<br />

Milano, 1994 (il primo studio sistematico su<br />

<strong>Auschwitz</strong> e il suo funzionamento)<br />

- Lazzero R., Gli schiavi di Hitler. I deportati<br />

italiani in Germania nella seconda guerra<br />

mondiale, Milano, Mondadori, 1996<br />

- Levi P., I sommersi e i salvati, Einaudi,<br />

Torino, 1986<br />

- Mayer A., Soluzione finale. Lo sterminio degli<br />

ebrei nella storia europea, Mondadori, Milano,<br />

1990<br />

- Monaco L. (a cura di), La deportazione<br />

femminile nei lager nazisti, Consiglio<br />

Regionale del Piemonte-ANED, Milano, Angeli,<br />

1994<br />

- -Morelli V., I deportati italiani nei campi di<br />

sterminio 1943-1945, Milano, Scuole Grafiche<br />

Pav. Artigianelli, 1965<br />

- Natta A., L’altra Resistenza. I militari italiani<br />

internati in Germania , Torino, Einaudi, 1997<br />

- Picciotto Fargion L., Per ignota destinazione.<br />

Gli ebrei sotto il nazismo, Mondadori, Milano,<br />

1994<br />

- Poliakov L., Il nazismo e lo sterminio degli<br />

ebrei, Einaudi, Torino, 1977<br />

- Pressac J. C., Le macchine dello sterminio,<br />

Feltrinelli, Milano, 1994 (il volume testimonia<br />

l’esistenza delle camere a gas partendo dai<br />

documenti trovati negli archivi russi)<br />

- Sereny G., In quelle tenebre, Adelphi, Milano,<br />

1994 (intervista a Franz Stangì, comandante<br />

del campo di sterminio di Treblinka)<br />

- Sofsky W., L’ordine del terrore, Laterza, Bari,<br />

1995 (studio sulla logica e l’organizzazione dei<br />

campi di concentramento)<br />

- Sullam Calimani A.V., I nomi dello sterminio ,<br />

Torino, Einaudi, 2001<br />

- Traverso E., Insegnare <strong>Auschwitz</strong>. Questioni<br />

etiche, storiografiche, educative della<br />

deportazione e dello sterminio, IRRSAE<br />

Piemonte, Bollati Boringhieri, Torino, 1995<br />

- Zuccotti S., L’Olocausto in Italia, Milano<br />

Mondadori, 1988<br />

- Zuccotti S., Il Vaticano e L’Olocausto in Italia,<br />

Milano, Bruno Mondadori, 2001


I campi di concentramento<br />

e sterminio in Italia<br />

Il 4 settembre del 1940 Mussolini firmò<br />

un decreto con cui vennero istituiti i<br />

primi 43 campi di internamento <strong>per</strong><br />

cittadini di paesi nemici. In realtà in<br />

questi campi furono concentrate varie<br />

categorie di <strong>per</strong>sone: gli ebrei italiani<br />

antifascisti, gli stranieri sudditi di "paesi<br />

nemici", gli ebrei stranieri, gli zingari, gli<br />

antifascisti italiani. Il 6 aprile 1941<br />

l'esercito italiano e quello nazista<br />

invasero la Jugoslavia, con annessione<br />

all'Italia di parte dei territori della<br />

Slovenia e la capitale Lubiana. Con il<br />

diffondersi del movimento di liberazione<br />

sloveno, il Comando politico-militare<br />

fascista creò diversi campi di<br />

concentramento in Jugoslavia e in<br />

Italia, dove furono deportati uomini,<br />

donne, bambini ed ebrei.<br />

Dal settembre/ottobre 1943 all’aprile<br />

1945 i nazisti, in collaborazione con la<br />

polizia della Repubblica Sociale Italiana<br />

di Salò, istituirono e gestirono, nell’Italia<br />

occupata, quattro campi di smistamento<br />

rispettivamente a Borgo San Dalmazzo<br />

(Cuneo), Fossoli (Modena), Grosseto e<br />

Bolzano. Da questi campi gli italiani,<br />

rastrellati ed arrestati, venivano poi<br />

avviati ai Lager disseminati in Europa.<br />

A Trieste, nella Risiera di San Sabba,<br />

fu creato invece un campo di sterminio<br />

dotato di forno crematorio dove furono<br />

assassinate più di 5.000 <strong>per</strong>sone.<br />

Borgo San Dalmazzo<br />

(settembre 1943 – febbraio 1944)<br />

Oggi non resta più traccia materiale del Polizeihaftlager di Borgo San Dalmazzo, presso Cuneo, che<br />

funzionò come campo di raccolta di ebrei, italiani e non, tra il 18 settembre 1943 e il 21 novembre dello<br />

stesso anno; e poi – sotto controllo repubblichino – dal 9 dicembre 1943 al 13 febbraio 1944.<br />

Gli internati: provenivano da tutta Europa, pochi, infatti, erano gli italiani e francesi, molti invece gli<br />

ungheresi, greci, tedeschi, austriaci, rumeni, russi, croati.<br />

Nel novembre del 1943 si iniziò a deportare la maggior parte dei detenuti in altri lager europei. Dopo<br />

l’ultima deportazione del 21 novembre 1943 il Polizeihaftlager di Borgo San Dalmazzo, rimasto vuoto,<br />

cessò temporaneamente la sua attività.<br />

Nel giro di pochi giorni dalla chiusura del campo a gestione tedesca, la Questura di Cuneo, in<br />

applicazione dell’ordinanza di polizia n. 5 della RSI (a firma Buffarini Guidi), destinò la caserma al<br />

concentramento degli ebrei della provincia.<br />

Ventisei <strong>per</strong>sone, in maggioranza donne, furono così internate nella caserma, sorvegliata e diretta da<br />

italiani. Il 13 gennaio 1944 la Questura di Cuneo dispose che i ventisei internati, 18 donne e 8 uomini,<br />

fossero "tradotti straordinariamente al campo di concentramento di Carpi (Modena) ", ossia a Fossoli.<br />

Le autorità italiane rispondevano così alle direttive dei nazisti, che, volendo raggiungere in tempi stretti<br />

un numero di prigionieri sufficiente a organizzare un trasporto ad <strong>Auschwitz</strong>, avevano sollecitato l’invio<br />

di internati<br />

28


Risiera di S. Sabba (Trieste)<br />

ubicazione: Trieste<br />

istituzione: 20 ottobre 1943<br />

liberazione: fine aprile 1945<br />

deportati: circa 20.000 <strong>per</strong>sone di cui 3.000<br />

morirono<br />

Dopo l’8 settembre 1943, data che segna la<br />

dissociazione della monarchia italiana dalla<br />

Germania e la proclamazione dell’armistizio, la<br />

Venezia Giulia cessa di fatto di far parte dello<br />

Stato italiano e, con la costituzione della zona di<br />

o<strong>per</strong>azione dell’Adriatisches Kü stenland (Litorale<br />

Adriatico), diventa un territorio direttamente<br />

amministrato dal Reich.<br />

La Risiera di San Sabba - stabilimento <strong>per</strong> la<br />

pilatura del riso edificato nel 1913 – fu quindi<br />

utilizzata, dopo l'8 settembre 1943,<br />

dall'occupatore nazista come campo di prigionia,<br />

e destinato in seguito allo smistamento dei<br />

deportati diretti in<br />

Germania e Polonia, al deposito dei beni razziati<br />

e alla detenzione ed eliminazione di ostaggi,<br />

partigiani, detenuti politici ed ebrei. Il 4 aprile<br />

1944 venne messo in funzione anche un forno<br />

crematorio.<br />

La Risiera di San Sabba - oggi monumento<br />

nazionale- fu l'unico campo di sterminio in Italia.<br />

Vi transitarono - diretti a Buchenwald, a Dachau,<br />

ad <strong>Auschwitz</strong> - più di 25.000 <strong>per</strong>sone. Oltre 5.000<br />

<strong>per</strong>dettero la vita <strong>per</strong> mano di quello stesso<br />

Einsatzkommando Reinhard che si era già<br />

distinto negli stermini <strong>per</strong>petrati nei campi della<br />

Polonia.Il 29 aprile 1945 i reparti partigiani<br />

jugoslavi del IX Korpus conquistarono gran parte<br />

della città e gli stessi nazisti misero in libertà i<br />

pochi su<strong>per</strong>stiti. L’edificio del forno crematorio e<br />

la connessa ciminiera furono distrutti con la<br />

dinamite dai nazisti in fuga, nella notte tra il 29 e<br />

il 30 aprile 1945, <strong>per</strong> eliminare le prove dei loro<br />

crimini, secondo la prassi seguita in altri campi al<br />

momento del loro abbandono.<br />

29<br />

Fossoli<br />

ubicazione: Italia, Emilia Romagna, nei<br />

pressi di Carpi (MO)<br />

istituzione: settembre 1943<br />

evacuazione: agosto 1944<br />

immatricolate circa 5.000 <strong>per</strong>sone<br />

Istituito dagli italiani nel maggio 1942 come<br />

campo <strong>per</strong> prigionieri di guerra inglesi,<br />

viene occupato dopo l'8 settembre 1943<br />

dai nazisti, attratti da strutture in muratura<br />

di recente costruzione e dalla posizione<br />

geografica che fa di Fossoli un punto<br />

strategico sulla via ferroviaria che porta al<br />

nord, verso i campi della morte. Il Campo<br />

viene ceduto, fino alla fine del 1943, alla<br />

neonata<br />

Repubblica Sociale che ne fa un centro di<br />

raccolta provinciale <strong>per</strong> ebrei, in<br />

ottem<strong>per</strong>anza ai dettami della Carta di<br />

Verona. Dal gennaio 1944 subentra la<br />

gestione diretta da parte delle SS e si attiva<br />

il processo di deportazione: Fossoli diventa<br />

campo poliziesco e di transito <strong>per</strong><br />

prigionieri politici e razziali destinati ai<br />

Lager del nord Europa.<br />

Dalla stazione di Carpi partono, in sette<br />

mesi di attività del campo, 8 convogli<br />

ferroviari, 5 dei quali destinati ad<br />

<strong>Auschwitz</strong>. Con queste partenze ha inizio<br />

una serie di trasferimenti regolati da un<br />

meccanismo in cui nulla è lasciato al caso.<br />

Il 2 agosto 1944, il campo viene<br />

abbandonato <strong>per</strong> ragioni di sicurezza e<br />

trasferito a Bolzano-Gries. Dal Campo di<br />

Fossoli, in quei 7 mesi di gestione nazista,<br />

passano circa 5.000 deportati di cui la metà<br />

ebrei: un terzo dei deportati ebrei dal<br />

nostro paese passa da Fossoli.<br />

La Risiera di San Sabba oggi


Gries, Bolzano<br />

ubicazione: Italia, Bolzano via Resia 80<br />

istituzione: estate 1944<br />

campi dipendenti: almeno 5<br />

liberazione: dal 29 aprile al 3 maggio 1945<br />

immatricolate circa 11.000 <strong>per</strong>sone<br />

Dal luglio 1944, resosi insicuro il campo di<br />

concentramento di Fossoli (Modena), le<br />

deportazioni continuarono dal nuovo campo di<br />

Gries, Bolzano. Progettato <strong>per</strong> 1.500<br />

prigionieri su di un'area di due ettari, con un<br />

blocco esclusivamente femminile e 10<br />

baracche <strong>per</strong> gli uomini, fu successivamente<br />

ampliato e raggiunse una capienza massima<br />

di circa 4.000 prigionieri. Poté contare sui<br />

campi satellite di Bressanone, Merano,<br />

Sarentino, Campo Tures, Certosa di Val<br />

Senales, Colle Isarco, Moso in val Passiria e<br />

Vipiteno.<br />

Il campo era gestito dalle SS di Verona,<br />

comandato dal tenente Titho e dal maresciallo<br />

Haage che già avevano svolto gli stessi<br />

incarichi a Fossoli.<br />

Pessime le condizioni di vita, massacranti i<br />

tempi di lavoro, numerosi i casi di tortura ed<br />

assassinio.<br />

Grosseto<br />

ubicazione: Italia, Roccatederighi,<br />

Roccastrada (Grosseto)<br />

istituzione: 1943<br />

Dopo l’armistizio del 1943, nel territorio di<br />

Grosseto si avviarono gli arresti di intere<br />

famiglie ebraiche e un’ala del seminario<br />

vescovile fu scelta come luogo <strong>per</strong> rinchiudere<br />

i 148 ebrei censiti. Il lager fu recintato col filo<br />

spinato e vi furono posti a guardia venti militi<br />

1 Arrestati e deportati 6806<br />

2 Arrestati e morti in Italia 322 *<br />

3 Arrestati e scampati in Italia 451 **<br />

Totale identificati 7579<br />

Tavola 1. Vittime della Shoah in Italia<br />

* di essi 42 non furono in realtà arrestati: si<br />

suicidarono o furono uccisi mentre sfuggivano<br />

all’arresto o morirono <strong>per</strong> gravi disagi o privazioni<br />

**numero indicativo. Non è possibile al momento<br />

elaborare tabelle complete. Si tratta di evasi, liberati o<br />

altri casi.<br />

30<br />

Numerosi furono i trasporti che tra l'estate<br />

1944 e il febbraio 1945 partirono <strong>per</strong><br />

Ravensbrück, Flossenbürg, Dachau,<br />

<strong>Auschwitz</strong>, e <strong>per</strong> Mauthausen, portando<br />

migliaia di deportati che non fecero più ritorno.<br />

Tra il 29 e il 30 aprile 1945 gli internati<br />

ricevettero un regolare <strong>per</strong>messo firmato dal<br />

comandante del campo e furono<br />

accompagnati, a scaglioni, ad alcuni chilometri<br />

dalla città e rilasciati. Tra la fine di aprile e i<br />

primi di maggio 1945 i deportati vennero<br />

progressivamente liberati e il Lager chiuso,<br />

mentre le SS si davano alla fuga, non prima di<br />

avere distrutto praticamente tutti i documenti<br />

del campo, cancellando così la gran parte<br />

delle prove dei loro misfatti.<br />

Delle costruzioni dell'area del campo di<br />

Bolzano-Gries, purtroppo, oggi non rimane in<br />

pratica più traccia. Abbattuti i "blocchi" e le<br />

"celle", sull'area del KZ sorgono diversi palazzi<br />

di abitazione.<br />

Il lager di Bolzano-Gries fungeva da centro di<br />

raccolta e detenzione <strong>per</strong> politici, zingari,<br />

ebrei, rastrellati e ostaggi catturati nelle<br />

diverse città del Centro e Nord Italia<br />

repubblichini armati di mitragliatrici e bombe a<br />

mano. <strong>Un</strong>a parte degli ebrei venne deportata<br />

ad <strong>Auschwitz</strong> su sollecitazione delle autorità<br />

locali: erano 37 e 9 italiani; gli altri, tutti nati e<br />

residenti nella provincia di Grosseto, furono<br />

rilasciati poco prima della Liberazione.<br />

Tavola 2. Deportati in Italia secondo la nazionalità<br />

Morti Sopravvissuti Totali<br />

Italiani 3836 312 4148<br />

Stranieri 1954 490 2444<br />

Dato ignoto 179 35 214<br />

Totali 5969 837 6806<br />

Tavola 3. Deportati dall’Italia in altri Lager di<br />

destinazione<br />

Morti Sopravvissuti Totali<br />

<strong>Auschwitz</strong> 5644 363 6007<br />

Altri Lager 170 440 610<br />

Dato ignoto 155 34 189<br />

Totale 5969 837 6806


Cenni storici<br />

ubicazione: Polonia, a 60 km da Cracovia<br />

istituzione: 20 maggio 1940 <strong>per</strong> uomini; 26<br />

marzo 1942 <strong>per</strong> donne<br />

campi dipendenti dal complesso di<br />

<strong>Auschwitz</strong>: 50<br />

liberazione: 27 gennaio<br />

1945 (Armata Rossa)<br />

morti: più di 4 milioni di<br />

<strong>per</strong>sone<br />

Alla fine di aprile del 1940 i<br />

nazisti trasformarono in<br />

Lager il complesso di<br />

caserme asburgiche di<br />

Oswiecim, piccolo centro<br />

polacco sito 60 km a sudovest<br />

di Cracovia, nella<br />

regione della Slesia.<br />

Le SS vi diressero il primo<br />

trasporto di polacchi il 14<br />

giugno 1940.<br />

Nei primi mesi del 1941<br />

Himmler ordinò di costruire<br />

sul terreno espropriato al<br />

villaggio di Brzezinka, poco<br />

distante da Oswiecim, un<br />

secondo campo destinato a<br />

contenere 100.000 deportati;<br />

questo secondo Lager fu<br />

chiamato <strong>Auschwitz</strong> II o<br />

Birkenau (nome tedesco di<br />

Brzezinka).<br />

<strong>Auschwitz</strong> era stato<br />

progettato ed organizzato da<br />

un lato <strong>per</strong> sfruttare la manodo<strong>per</strong>a che le SS<br />

vendevano a condizione di favore alle industrie<br />

installate nei dintorni e dall’altro <strong>per</strong> procedere<br />

allo sterminio soprattutto degli ebrei. Himmler<br />

infatti ordinò che 10.000 prigionieri fossero<br />

impiegati nella costruzione di una fabbrica di<br />

gomma sintetica, la "Buna", che faceva parte<br />

del cartello di industrie noto con la sigla "IG-<br />

Farben": La fabbrica sorse nel villaggio di<br />

<strong>Auschwitz</strong>-Birkenau<br />

A partire dall’inizio del 1942 ad <strong>Auschwitz</strong> e<br />

nei lager che ne dipendevano (nel 1944<br />

erano una quarantina) il numero di matricola<br />

dei prigionieri non veniva più soltanto cucito<br />

agli abiti, ma tatuato sull’avambraccio sinistro.<br />

Da questa norma erano esenti solo i<br />

prigionieri tedeschi non ebrei. L’o<strong>per</strong>azione<br />

veniva eseguita con metodica rapidità da<br />

“scrivani” specializzati, all’atto<br />

dell’immatricolazione dei nuovi arrivati,<br />

provenienti sia dalla libertà, sia da altri campi<br />

o dai ghetti. In ossequio al tipico talento<br />

tedesco <strong>per</strong> le classificazioni, si venne presto<br />

delineando un vero e proprio codice: gli<br />

uomini dovevano essere tatuati sull’esterno<br />

del braccio e le donne sull’interno: il numero<br />

degli zingari doveva essere preceduto da una<br />

Z ; quello degli ebrei, a partire dal maggio<br />

1944 doveva essere preceduto da una A, che<br />

poco dopo fu sostituito da una B.Fino al<br />

settembre 1944 non c’erano bambini ad<br />

<strong>Auschwitz</strong>: venivano uccisi tutti col gas al loro<br />

arrivo. Da questa data, cominciarono ad<br />

arrivare intere famiglie di polacchi, arrestati a<br />

caso durante l’insurrezione di Varsavia: essi<br />

vennero tatuati tutti, compressi i neonati.<br />

L’o<strong>per</strong>azione era poco dolorosa e non durava<br />

più di un minuto, ma era traumatica. Il suo<br />

significato simbolico era chiaro a tutti: questo<br />

è il marchio che si imprime agli schiavi ed al<br />

bestiame destinato al macello a tali voi siete<br />

diventati. Non avete più nome: questo è il<br />

vostro nuovo nome.<br />

Primo Levi<br />

31<br />

Monowice e fu chiamata <strong>Auschwitz</strong> III (o<br />

Monowitz).<br />

I deportati giungevano da tutta l’Europa in<br />

vagoni piombati e subito venivano selezionati.<br />

<strong>Un</strong> medico o un ufficiale delle SS giudicava a<br />

colpo d’occhio chi era abile ad essere avviato al<br />

lavoro e chi invece doveva essere soppresso<br />

nelle camere a gas. A questo scopo fu adibita<br />

una fattoria nei pressi di<br />

Birkenau, trasformata in<br />

camera a gas provvisoria e<br />

nota come "casetta rossa".<br />

Per coloro che, arrivando al<br />

campo, erano considerati<br />

abili al lavoro, comunque le<br />

prospettive di<br />

sopravvivenza non<br />

su<strong>per</strong>avano i tre mesi. Poi<br />

c'erano le fucilazioni in<br />

massa, <strong>per</strong> supposti<br />

sabotaggi, le punizioni<br />

individuali cui ben pochi<br />

poterono resistere, e le<br />

camere a gas.<br />

Tra il 1942 ed il 1943<br />

furono costruiti a Birkenau<br />

quattro distinti edifici <strong>per</strong><br />

l'installazione di ampie<br />

camere a gas sotterranee e<br />

numerosi forni crematori,<br />

dove fino al novembre del<br />

1944 si susseguirono senza<br />

sosta le eliminazioni di<br />

massa. Questi hanno<br />

funzionato<br />

ininterrottamente,<br />

ingoiando convogli interi di ebrei, provenienti<br />

dalla Germania, dalla Polonia, dalla Francia,<br />

dall'<strong>Un</strong>gheria, dal Belgio, dall'Olanda, dalla<br />

Grecia, dall'Italia. Treni e treni di uomini,<br />

donne e bambini, stipati in carri bestiame,<br />

scaricati sulle rampe dei Lager ed avviati alle<br />

finte docce dove venivano uccisi con un gas<br />

letale, il famigerato Zyklon B., un conglomerato<br />

di cristalli di silicio saturati con acido cianidrico,<br />

prodotto dalle consociate di quella stessa IG<br />

Farben che impiegava il maggior numero di<br />

prigionieri nello stesso campo di <strong>Auschwitz</strong>. Per


quantità e qualità, <strong>Auschwitz</strong> è stato il lager<br />

dove l'inventario dei crimini, degli orrori e della<br />

morte ha assunto dimensioni apocalittiche.<br />

Lo stesso Rudolf Höss, che fu comandante di<br />

quel lager, ammise l'uccisione di centinaia di<br />

migliaia di deportati.<br />

Alle SS il lager rendeva anche quando gli schiavi<br />

erano morti. C'erano le loro spoglie da dividere.<br />

Treni interi di indumenti sottratti ai deportati,<br />

camion carichi di casse di gioielli e denaro<br />

furono spediti da <strong>Auschwitz</strong> a Berlino, al<br />

quartier generale delle SS: anche questi erano i<br />

proventi della «soluzione finale».<br />

Come negli altri campi, ad <strong>Auschwitz</strong> i medici<br />

delle SS facevano es<strong>per</strong>imenti sui prigionieri.<br />

Tra i più atroci ricordiamo quelli del dott. Carl<br />

Clauberg eseguiti sulle prigioniere slave allo<br />

scopo di preparare un metodo rapido <strong>per</strong> lo<br />

sterminio biologico della popolazione slava.<br />

Il complesso concentrazionario di <strong>Auschwitz</strong><br />

divenne in poco tempo il più grande centro di<br />

sterminio mai esistito.<br />

Nel novembre del 1944, in conseguenza<br />

dell'avanzata dell'esercito russo, i nazisti fecero<br />

smantellare i crematori di Birkenau e<br />

successivamente li distrussero con l’obiettivo di<br />

far sparire le tracce di ogni crimine commesso<br />

dalle SS.<br />

Il 27 gennaio del 1945 l'Armata Rossa liberò i<br />

tre lager di <strong>Auschwitz</strong>, trovandovi circa 7.000<br />

<strong>per</strong>sone ammalate che, non essendo in grado di<br />

muoversi, non erano state fatte marciare.<br />

Ancora oggi risulta molto difficile fornire cifre<br />

certe sia sul numero complessivo dei deportati<br />

dei tre lager, anche se il Supremo Tribunale<br />

polacco e il Tribunale internazionale di<br />

Norimberga hanno constatato che nei lager di<br />

<strong>Auschwitz</strong> e Birkenau morirono più di 4 milioni<br />

di <strong>per</strong>sone.<br />

Questi lager ebbero anche il primato di<br />

sterminio di ragazzi e bambini, infatti di 15000<br />

entrati, solo 180 furono trovati in vita alla<br />

liberazione.<br />

Oggi i campi sono trasformati in Museo, dove<br />

sono raccolte le testimonianze della sofferenza<br />

e della lotta dei popoli contro il nazifascismo.<br />

32<br />

Assegnazione numeri di<br />

matricola<br />

La distribuzione dei numeri ai detenuti di<br />

<strong>Auschwitz</strong> avvenne <strong>per</strong> serie separate tra uomini<br />

e donne.<br />

Inoltre accanto alla numerazione generale<br />

vennero assegnate delle serie speciali a categorie<br />

di prigionieri. Gli ebrei, maschi e femmine, infatti<br />

erano distinti dalla serie “A” e dal 31 luglio 1944<br />

con una serie “B” solo <strong>per</strong> gli uomini. Gli zingari,<br />

che iniziarono ad essere deportati ad <strong>Auschwitz</strong><br />

dal 26 febbraio 1944, vennero indicati con la serie<br />

“Z”.<br />

Tatuaggio<br />

Dal tempo dell’esistenza del campo i detenuti<br />

vennero contrassegnati con numeri attaccati alle<br />

uniformi usate. Solamente nella metà del 1942 i<br />

numeri di matricola vennero tatuati sulla pelle e<br />

solo a detenuti ebrei. Dal 1943 il tatuaggio venne<br />

praticato a tutti i detenuti, eccezione fatta <strong>per</strong><br />

tedeschi e <strong>per</strong>sonalità eminenti. A partire dallo<br />

stesso <strong>per</strong>iodo venne tatuato agli ebrei anche il<br />

triangolo giallo. Il tatuaggio venne sospeso<br />

nell’estate del 1944 probabilmente <strong>per</strong><br />

sovraffollamento, infatti, si continuò a tatuare solo<br />

i nuovi arrivati <strong>per</strong> i quali era prevista una<br />

<strong>per</strong>manenza prolungata nel campo.<br />

Il numero di matricola veniva tatuato sulla parte<br />

esterna dell’avambraccio sinistro. <strong>Un</strong>’eccezione fu<br />

fatta <strong>per</strong> i prigionieri di guerra russi, che<br />

ricevettero il tatuaggio sulla giuntura della mano<br />

sinistra o sulla parte sinistra del petto.<br />

Il campo di concentramento di <strong>Auschwitz</strong> fu<br />

l’unico campo in cui i numeri di matricola vennero<br />

tatuati.<br />

I prigionieri che al loro arrivo, <strong>per</strong> selezionamento,<br />

furono destinati allo sterminio non vennero<br />

registrati e non ebbero mai un numero di<br />

matricola.<br />

<strong>Auschwitz</strong><br />

- Amery J., Intellettuale ad <strong>Auschwitz</strong>, Torino, Bollati<br />

Boringhieri, 1987<br />

- Gozzini G., La strada <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>. Documenti e<br />

interpretazioni sullo sterminio nazista, Milano, Bruno<br />

Mondadori, 1996<br />

- Langbein H., Uomini ad <strong>Auschwitz</strong>. Storia del più<br />

famigerato campo di sterminio nazista, Milano, Mursia,<br />

1984<br />

- Saletti C. (a cura di), La voce dei sommersi.<br />

Manoscritti ritrovati di membri del Sonderkommando di<br />

<strong>Auschwitz</strong>, Venezia, Marsilio, 1999<br />

- Sessi F., <strong>Auschwitz</strong> 1940-1945. L’orrore quotidiano in<br />

un campo di sterminio nazista, Milano, Rizzoli, 1999


Breve guida<br />

dei campi<br />

Al campo di<br />

concentramento di<br />

<strong>Auschwitz</strong> I si accede<br />

<strong>per</strong> una porta<br />

sovrastata dalla scritta<br />

cinica “ Arbeit macht<br />

frei” (il lavoro rende<br />

liberi)<br />

Il museo del campo<br />

oggi presenta la<br />

camera a gas e il<br />

forno crematorio al di<br />

fuori del recinto del<br />

campo di<br />

concentramento (a).<br />

Davanti alla sua<br />

entrata si può vedere<br />

la forca alla quale il 16<br />

aprile 1947 fu eseguita<br />

la sentenza di<br />

condanna a morte del<br />

primo comandante di<br />

<strong>Auschwitz</strong>, Rudolf<br />

Hoss.<br />

Il cortile tra i blocchi<br />

10 e 11 è recintato da<br />

ambo i lati da un alto<br />

muro, il “Muro della<br />

Morte” (b), dove<br />

venivano fucilati<br />

migliaia di prigionieri.<br />

Al centro del campo è situato il piazzale<br />

dell’appello, nel quale spesso si compivano<br />

esecuzioni pubbliche (d).<br />

Nelle celle degli scantinati erano rinchiusi i<br />

prigionieri del campo e la popolazione civile<br />

sospettata di avere avuto contatti con i detenuti<br />

e di averli aiutati ad evadere. Spesso si<br />

compivano selezioni <strong>per</strong>iodiche nelle celle<br />

attraverso fucilazioni o torture. La cella 18 è<br />

una delle celle punitive dove erano sbattuti i<br />

prigionieri condannati alla morte <strong>per</strong> fame.<br />

Il campo di Birkenau, cioè <strong>Auschwitz</strong> II, ha una<br />

su<strong>per</strong>ficie di circa 175 ettari, nella quale furono<br />

costruite più di 300 baracche. Non tutte sono<br />

sopravvissute ad oggi, infatti, sono intatte solo<br />

45 in muratura e 22 in legno.<br />

A Birkenau vennero costruiti la maggior parte<br />

degli impianti di sterminio: 4 crematori con le<br />

33


camere a gas, 2 camere a gas provvisorie site in<br />

case contadine convertite a tal uso, fossi e roghi<br />

(K II-V). Oggi nel campo si possono vedere le<br />

baracche che ospitavano gli internati (a; b; c; d;<br />

ritirata, nel tentativo di cancellare le tracce dei<br />

crimini commessi (K II; K III).<br />

Nelle rovine si possono distinguere chiaramente<br />

lo spogliatoio sotterraneo dove si spogliavano<br />

coloro che erano portati alle camere a gas.<br />

34<br />

e). Al termine dello scalo ferroviario si trovano<br />

le rovine di due crematori e rispettivamente<br />

camere a gas fatti saltare in aria dalle SS in<br />

ritirata, nel tentativo di cancellare le tracce.<br />

Tra le rovine dei crematori si trova il<br />

Monumento Internazionale in Memoria delle<br />

Vittime del Nazifascismo ad <strong>Auschwitz</strong>,<br />

inaugurato solennemente nell’aprile del 1967<br />

(W).


La vita quotidiana nei campi di concentramento<br />

Marcia suonava musicale allegra<br />

tra ansia diffusa ed ansietà indistinta<br />

di banda o compagnia di guitti negra,<br />

nell'aria grigia opaca umida tinta,<br />

in querimonia querula tradotta<br />

tra quella moltitudine dipinta.<br />

Né sbobba scarsa ruminata ghiotta<br />

e digerita tosto in un baleno<br />

<strong>per</strong> fatica di braccia ininterrotta,<br />

<strong>per</strong> ore ventiquattro di veleno<br />

d'avida ingorda bramosia pitocca<br />

d'uno stomaco vuoto urlante alieno,<br />

d'un digiuno respinto dalla bocca,<br />

d'uno studio instancabile indefesso<br />

<strong>per</strong> tòrsi tozzo di pan secco e brocca<br />

(istinto di felicità regresso<br />

<strong>per</strong> grave troppo tramutato stile<br />

d'un secolo di lumi e di progresso,<br />

IX / 2<br />

in una massa rassegnata vile<br />

<strong>per</strong> feroci angherie, gravi soprusi,<br />

stimolata da colpi di staffile!).<br />

E già <strong>per</strong> strada accidentata e torta<br />

muovevansi cortei d'uomini frolli<br />

tra l'ombre lunghe della sera assorta,<br />

dagli stomaci mai sazi satolli<br />

di reduci disfatti prigionieri<br />

dagli occhi fissi, spiritati, folli,<br />

stremati esausti rifiniti interi,<br />

pupazzi goffi e burattini buffi,<br />

da tremendi scortati uomini neri.<br />

( Poesia anonima)<br />

Di solito la giornata del prigioniero cominciava con l'appello.<br />

Nel <strong>per</strong>iodo iniziale dell'esistenza del campo, gli "appelli"<br />

avvenivano due o tre volte al giorno. Nel <strong>per</strong>iodo finale, le<br />

autorità dei campi cercavano di sfruttare al massimo la giornata<br />

di lavoro, <strong>per</strong>ciò facevano l'appello soltanto di sera.<br />

Lo scopo principale dell'appello era di accertare il numero dei<br />

prigionieri presenti.<br />

I prigionieri avevano diritto di scrivere lettere ai parenti, ma<br />

queste dovevano riportare soltanto notizie positive, non<br />

potevano assolutamente scrivere la verità sulle difficili e<br />

inumane condizioni in sui si trovavano.<br />

La giornata di lavoro nel campo era caratterizzata da<br />

un’alimentazione e da un vestiario del tutto insufficiente, da<br />

alloggi rudimentali in baracche, da condizioni igieniche<br />

catastrofiche, da appelli <strong>per</strong> ore in qualunque condizione<br />

meteorologica e da un trattamento disumano da parte dei<br />

sorveglianti. Punizioni disciplinari barbare, che comprendono<br />

la privazione del cibo, la cella che <strong>per</strong>mette solo la posizione in<br />

piedi, la cavallina <strong>per</strong> bastonate, fino alla forca, creavano<br />

un’atmosfera di terrore costante.<br />

Ai detenuti veniva consegnata una sottile casacca carceraria che<br />

<strong>per</strong>ò non proteggeva gli internati dal freddo; i cambi di<br />

biancheria si succedevano ad intervalli pluri-settimanali e<br />

<strong>per</strong>sino mensili, e gli internati non avevano la possibilità di<br />

lavarla. Ciò era causa<br />

di diffusione di<br />

epidemie e di diverse<br />

malattie, in particolare<br />

del tifo, della febbre<br />

tifoidea e della scabbia.<br />

Il valore energetico<br />

della razione<br />

quotidiana di un<br />

detenuto nel campo<br />

era di circa 1300 - 1700 calorie. A colazione il detenuto riceveva<br />

circa mezzo litro di caffè, ovvero un decotto di erbe; a pranzo<br />

circa un litro di minestra senza carne, spesso con verdure<br />

avariate. La<br />

cena consisteva in un pezzo di<br />

pane nero duro come pietra, di un altro alimento e da una<br />

bevanda d'erbe.<br />

Oltre all’obbligo di lavorare, indipendentemente da ceto,<br />

professione e origine, i detenuti erano obbligati a tenere un<br />

certo comportamento in base ai regolamenti interni dei campi<br />

di concentramento.<br />

In genere i detenuti avevano l’obbligo di rendere gli onori<br />

militari a tutti gli appartenenti alle SS. Inoltre era vietato<br />

35<br />

“L' autocarro si è fermato e sopra la<br />

porta c'era una scritta: il lavoro rende<br />

liberi. In meno di dieci minuti tutti gli<br />

uomini venivano radunati in gruppo.<br />

Quello che accadde delle donne,<br />

bambini e vecchi, noi non potemmo<br />

stabilire allora la notte li inghiottì<br />

semplicemente.<br />

Oggi <strong>per</strong>ò sappiamo che in quella<br />

scelta veloce, ognuno di noi era stato<br />

giudicato se potesse o no lavorare<br />

utilmente. Sappiamo anche che non<br />

sempre questo pur tenue principio di<br />

discriminazione inabili fu seguito, e<br />

che successivamente fu adottato<br />

spesso il sistema più semplice di<br />

aprire le portiere dei vagoni, senza<br />

avvertimenti né istruzioni ai nuovi<br />

arrivati.<br />

Questa di cui abbiamo parlato, è la<br />

vita del lager.<br />

(PRIMO LEVI, Se questo è un uomo,<br />

1947)


schiamazzare, gridare e urlare, ma soprattutto era vietato parlare di politica, tenere discorsi sediziosi,<br />

organizzarsi in convegni e incontri di ogni tipo, raccogliere notizie sul campo, nonché fotografare il<br />

campo e le sue istituzioni.<br />

Chi non ubbidiva ai regolamenti interni era sottoposto all’ordinamento disciplinare e penale dei<br />

detenuti <strong>per</strong> ragioni di sicurezza.<br />

La giornata tipo di un detenuto<br />

del campo di Mauthausen.<br />

In estate, la sveglia avveniva<br />

da lunedì a sabato, alle 4.45.<br />

Alle 5.15 si effettuava l’appello.<br />

Le ore lavorative: dalle 6 alle<br />

12 e dalle 13 alle 19. Fra le 12<br />

e le 13 vi era la pausa<br />

meridiana che comprendeva la<br />

marcia <strong>per</strong> raggiungere il<br />

campo dal posto di lavoro,<br />

quella del ritorno e l’appello<br />

<strong>per</strong> certe squadre che<br />

lavoravano nella zona del<br />

campo. Dopo le 19 vi era un<br />

altro appello e il rancio. Alla<br />

domenica lavoravano soltanto<br />

alcune squadre addette<br />

all’industria bellica ed i<br />

prigionieri che erano in<br />

punizione. In inverno la sveglia<br />

avveniva alle 5.15; l’inizio e la<br />

cessazione del lavoro nella<br />

cava di pietra dipendeva dalla<br />

durata della luce del giorno.<br />

Nell’industria bellica il puro<br />

lavoro era di 11 ore giornaliere.<br />

36<br />

da Maus di A. Spiegelman


Dire l’indicibile. Scritti di memoria<br />

Le <strong>per</strong>secuzioni e la deportazione hanno dato luogo ad un’immensa mole di diari e memorie: scegliamo<br />

i titoli più interessanti sia dal punto di vista espressivo, sia da quello storico-documentario. La<br />

ripartizione tra resoconti storici, memorialistica e autobiografia non è netta, così come la distinzione tra<br />

diari (scritti prodotti a breve distanza temporale dagli avvenimenti narrati) e memorie (elaborate a<br />

posteriori).<br />

Voci dai ghetti e dai campi<br />

Il manoscritto di Lodz, Bari, De Donato, 1967<br />

Adelson A. (a cura di), Il diario di Dawid<br />

Sierakowiak. Cinque quaderni dal ghetto di<br />

Lodz, Torino, Einaudi, 1997<br />

Bauman J., Inverno al mattino. <strong>Un</strong>a ragazza<br />

nel ghetto di Varsavia, Bologna, Il Mulino,<br />

1994<br />

Berg M., Il ghetto di Varsavia. Diario 1939-<br />

1944, Torino, Einaudi, 1991<br />

Czerniakow A., Diario (1939-1942). Il dramma<br />

del ghetto di Varsavia, Roma, Città Nuova,<br />

1989<br />

Guterman S., Il libro ritrovato, Torino, Einaudi,<br />

1994<br />

Gutman I., Storia del ghetto di Varsavia,<br />

Firenze, La Giuntina, 1996<br />

Heydecker J.J., Il Ghetto di Varsavia. Cento<br />

foto scattate da un soldato tedesco nel 1941,<br />

Firenze, La Giuntina, 2000<br />

Lewin A., <strong>Un</strong>a coppa di lacrime. Diario dal<br />

ghetto di Varsavia, Milano, Il Saggiatore, 1993<br />

Perechodnik C., Sono un assassino?<br />

Autodifesa di un poliziotto ebreo, Milano,<br />

Feltrinelli, 1996<br />

Ringelblum E., Sepolti a Varsavia. Appunti dal<br />

ghetto, Milano, Arnoldo Mondadori Editore,<br />

1962<br />

Rubinowicz D., Il diario di David Rubinowicz,<br />

Torino, Einaudi, 2000<br />

Saletti C., La voce dei sommersi. Manoscritti<br />

ritrovati di membri del Sonderkommando di<br />

<strong>Auschwitz</strong>, Venezia, Marsilio, 1999<br />

Diari e lettere<br />

Artom E., Diari (gennaio 1940- febbraio 1944),<br />

37<br />

Milano, Centro di Documentazione Ebraica<br />

Contemporanea, 1966<br />

Frank A., Diario. L’alloggio segreto, 12 giugno<br />

1942- 1° agosto 1944, Torino, Einaudi, 1993<br />

Hillesum E., Diario 1941-1943, Milano,<br />

Adelphi, 1985<br />

Hillesum E., Lettere 1942-1943, Milano,<br />

Adelphi, 1990<br />

Hollyday L. (a cura di), Ragazzi in guerra.<br />

Diari segreti di adolescenti europei nel<br />

secondo conflitto mondiale, Milano, Il<br />

Saggiatore, 1996<br />

Höss R., Comandante ad <strong>Auschwitz</strong>.<br />

Memoriale autobiografico di Rudolf Höss,<br />

Torino, Einaudi, 1993<br />

Klem<strong>per</strong>er V., Testimoniare fino all’ultimo.<br />

Diari 1933-1945, Milano, Mondadori, 2000<br />

Morpurgo E., Zaban L. e S., Guerra, esilio,<br />

ebraicità. Diari di donne nelle due guerre<br />

mondiali, Ancona, il Lavoro editoriale, 1996<br />

Nirenstajn A., Ricorda cosa ti ha fatto Amalek,<br />

Torino, Einaudi, 1958<br />

Nirenstajn A., E’ successo solo cinquant’anni<br />

fa. Lo sterminio di sei milioni di ebrei, Firenze,<br />

La Nuova Italia, 1993<br />

Segre R., Venti mesi, Palermo, Sellerio, 1995<br />

Tagliacozzo M., Metà della vita. Ricordi della<br />

campagna razziale 1938- 1944, Milano,<br />

Baldini & Castoldi, 1998<br />

Weliczker L., Comando speciale 1005, Roma,<br />

Editori Riuniti, 1960<br />

Memorialistica<br />

A.D.E.I. (Associazione donne ebree italiane)<br />

(a cura di), Voci dalla Shoah. Testimonianze<br />

<strong>per</strong> non dimenticare, Firenze, La Nuova Italia,


1996<br />

F.G.E.I. (Federazione giovanile ebraica<br />

d’Italia) (a cura di), Meditate che questo è<br />

stato. Testimonianze dai reduci dai campi di<br />

sterminio, Firenze, Giuntina, 1996<br />

Amery J., Intellettuale ad <strong>Auschwitz</strong>, Torino,<br />

Bollati Boringhieri, 1987<br />

Antelme R., La specie umana, Torino,<br />

Einaudi, 1997<br />

Ascoli M., <strong>Auschwitz</strong> è di tutti, Trieste, LINT,<br />

1998<br />

Auerbacher I., Io sono una stella. <strong>Un</strong>a<br />

bambina dall’olocausto, Milano, Bompiani,<br />

1995<br />

Barbiano di Belgiojoso L., Notte, nebbia.<br />

Racconto di Gusen, Parma, Guanda, 1996<br />

Bassani I., Tanzbah’. Ricordi di un ragazzo<br />

ebreo, Mantova, Istituto provinciale <strong>per</strong> la<br />

Storia del Movimento di Liberazione nel<br />

Mantovano, 1989<br />

Beccaria Rolfi L., L’esile filo della memoria.<br />

Ravensbrück, 1945: un drammatico ritorno<br />

alla libertà, Torino, Einaudi, 1996<br />

Berti A., Viaggio nel pianeta nazista. Trieste-<br />

Buchenwald Langestein, Milano, Angeli, 2000<br />

Bigo P., Il triangolo di Gliwice. Memoria di<br />

sette lager, Alessandria, Edizioni dell’Orso,<br />

1998<br />

Bricarelli C. (a cura di), <strong>Un</strong>a gioventù offesa.<br />

Ebrei genovesi ricordano, Firenze, Giuntina,<br />

1995<br />

Bruck E., Chi ti ama così, Venezia, Marsilio,<br />

1974<br />

Buber-Neumann M., Prigioniera di Stalin e<br />

Hitler, Bologna, Il Mulino, 1994<br />

Carpi A., Diario di Gusen: lettere a Maria con<br />

75 disegni dell’autore, Torino, Einaudi 1993<br />

Carrassi M., Sotto il cielo di Ebensee. Dalla<br />

Resistenza al lager (settembre 1943- maggio<br />

1945), Milano, Mursia, 1945<br />

Coslovich M, I racconti dal Lager.<br />

Testimonianze dei sopravvissuti ai campi di<br />

concentramento tedeschi, Milano, Mursia,<br />

1997<br />

Coslovich M, Storia di Savina. Testimonianza<br />

di una madre deportata, Milano, Mursia, 2000<br />

Ducci T., <strong>Un</strong> tallèt ad <strong>Auschwitz</strong>. 10/2/1944 -<br />

5/5/1945, Firenze, Giuntina, 2000<br />

Franchini Ponti R., In fuga dai Lager. LA vera<br />

storia di una donna partigiana, Milano,<br />

Paoline, 1998<br />

38<br />

Edelman M. e Krall H., Il ghetto di Varsavia.<br />

Memoria e storia dell’insurrezione, Roma,<br />

Città Nuova Editrice, 1985<br />

Fenelon F., Ad <strong>Auschwitz</strong> c’era un‘orchestra,<br />

Firenze, Vallecchi, 1978<br />

Friedländer S., A poco a poco il ricordo,<br />

Torino, Einaudi, 1978<br />

Klein D., Vivere e sopravvivere. Diario 1936-<br />

1945, Milano, Mursia, 2001<br />

Klüger R., Vivere ancora. Storia di una<br />

giovinezza, Torino, Einaudi, 1995<br />

Leitner I. e Leitner I., Frammenti di Isabella.<br />

Memoria di <strong>Auschwitz</strong>, Milano, Mursia, 1996<br />

Lewis H., Il tempo di parlare. Sopravvivere nel<br />

lager a passo di danza: diario di una ballerina<br />

ebrea, Torino, Einaudi, 1996<br />

Lustig O., Dizionario del Lager, Firenze, La<br />

Nuova Italia, 1996<br />

Magini M., <strong>Un</strong> itinerario <strong>per</strong> il lager. Chimere,<br />

errori ed apostasia, Firenze, Polistampa, 1993<br />

Massariello Arata M., Il ponte dei corvi. Diario<br />

di una deportata a Ravensbrück, Milano,<br />

Mursia, 1995<br />

Millu L., Il fumo di Birkenau, Firenze, Giuntina,<br />

1986<br />

Millu L., Dopo il fumo. “Sono il n. A5384di<br />

<strong>Auschwitz</strong>-Birkenau, Brescia, Morcelliana,<br />

1999<br />

Millu L., I ponti di Schwerin, Recco (Ge), Le<br />

Mani, 1998<br />

Oberski J., Anni d’infanzia, Firenze, Giuntina,<br />

1989 (da questo libro è stato tratto il film di<br />

Roberto Faenza, “Jona che visse nella<br />

balena”)<br />

Pacifici E., “Non ti voltare”. Autobiografia di un<br />

ebreo, Firenze, Giuntina, 1993<br />

Paulesu Quercioli M., L’erba non cresceva ad<br />

<strong>Auschwitz</strong>, Milano, Mursia, 1994<br />

Perlasca G., L’impostore, Bologna, Il Mulino,<br />

1997<br />

Deaglio E., La banalità del bene. Storia di<br />

Giorgio Perlasca, Milano, Feltrinelli, 1991<br />

Piazza B., Perchè gli altri dimenticano. <strong>Un</strong><br />

italiano ad <strong>Auschwitz</strong>, Milano, Feltrinelli, 1995<br />

Rusich Demoscati S., Il mio diario. A vent’anni<br />

nei campi di sterminio nazisti. Flossemburg<br />

40301, Firenze, Edzioni Cultura della Pace,<br />

1992<br />

Segre Amar S., Il mio ghetto, Milano,<br />

Garzanti, 1997


Semprun J., Il grande viaggio, Torino, Einaudi,<br />

1964<br />

Semprun J., La scrittura o la vita, Parma,<br />

Guanda, 1996<br />

Semprun J. e Wiesel E., Tacere è impossibile.<br />

Dialogo sull’olocausto, Parma, Guanda, 1996<br />

Spizzichino S. e di Nepi Ol<strong>per</strong> I., Gli anni<br />

rubati. Le memorie di Settimia Spizzichino,<br />

reduce dai Lager di <strong>Auschwitz</strong> e Bergen<br />

Belsen, Cava de’ Tirreni, Comune di Cava de’<br />

Tirreni, 2001<br />

Springer E., Il silenzio dei vivi. All’ombra di<br />

<strong>Auschwitz</strong> un racconto di morte e di<br />

resurrezione, Venezia, Marsilio, 1997<br />

Tedeschi G., C’è un punto della terra... <strong>Un</strong>a<br />

donna nel Lager di Birkenau, Firenze,<br />

Giuntina, 1988<br />

Tedeschi G., Memoria di donne e bambini nei<br />

Lager nazisti, Torino, Zamorani, 1995<br />

E. Stein<br />

39<br />

Vasari B., Mauthausen, bivacco della morte,<br />

Firenze, Giuntina, 1991<br />

Vasari B., La Resistenza dei deportati politici<br />

italiani nei Lager nazisti. Mauthausen,<br />

Dachau, Buchenwald. Cenni e riflessioni<br />

preliminari, Alessandria, Edizioni dell’Orso,<br />

1995<br />

Wiesel E., La notte, Firenze, Giuntina, 1993<br />

Wiesenthal S., Il girasole, Milano, Garzanti,<br />

2000<br />

Zargani A., Per violino solo. La mia infanzia<br />

nell’Aldiqua 1938-1945, Bologna, Il Mulino,<br />

1995<br />

Prima vennero <strong>per</strong> gli ebrei<br />

Prima vennero <strong>per</strong> gli ebrei<br />

e io non dissi nulla <strong>per</strong>ché<br />

non ero ebreo.<br />

Poi vennero <strong>per</strong> i comunisti<br />

e io non dissi nulla <strong>per</strong>ché<br />

non ero comunista.<br />

Poi vennero <strong>per</strong> i sindacalisti<br />

e io non dissi nulla <strong>per</strong>ché<br />

non ero un sindacalista.<br />

Poi vennero a prendere me.<br />

E non era rimasto più nessuno<br />

che potesse dire qualcosa<br />

Martin Niemoller


Fumetto<br />

- Spiegelman A., Maus. Racconto di un sopravvissuto,<br />

Torino, Einaudi, 2000<br />

- Sclavi T. e Coppola G., Doktor Terror, Dylan Dog, n. 83,<br />

agosto 1993<br />

- Tezuka O., La storia dei Tre Adolf, 5 voll, Hazard 1998-<br />

1999<br />

- Mantegazza R. e Salvarani B., Le strisce dei lager. La<br />

Shoah e i fumetti, <strong>Un</strong>icopli, 2000<br />

Letteratura<br />

La produzione letteraria relativa a queste tematiche è vastissima a livello mondiale, <strong>per</strong>tanto la scelta dei<br />

titoli ha seguito, più che in altre sezioni, criteri soggettivi. La bibliografia risulterà, inevitabilmente, poco<br />

esaustiva, ma una buona guida <strong>per</strong> affrontare le questioni da un’altra angolazione. Si sono privilegiate le<br />

edizioni di più facile re<strong>per</strong>ibilità; sono presenti anche fumetti.<br />

Affinati E., Campo del sangue, Milano,<br />

Mondadori, 2000<br />

Amis M., La freccia del tempo, Milano,<br />

Mondadori, 2001<br />

Appelfeld A., Badenheim 1939,Milano,<br />

Mondadori, 1981<br />

Bassani G., O<strong>per</strong>e, Milano, Mondadori,<br />

1998<br />

Benigni R. e Cerami V., La vita è bella,<br />

Milano, Elemond, 1999 (2 ed.)<br />

Bruck E., Lettera alla madre, Milano,<br />

Garzanti, 1988<br />

Bruck E., Signora Aschwitz. Il dono della<br />

parola, Venezia, Marsilio, 1999<br />

Debenedetti G., 16 ottobre 1942, Palermo,<br />

Sellerio, 1993<br />

Delbo C., <strong>Un</strong> <strong>treno</strong> senza ritorno, Casale<br />

Monferrato, Piemme, 2002<br />

Duras M., Il dolore, Milano, Feltrinelli, 1985<br />

Friedman C., Come siamo fortunati, Firenze, Giuntina,<br />

1997<br />

Green G., Olocausto, Milano, S<strong>per</strong>ling e Kupfer, 1979<br />

Grossman D., Vedi alla voce amore, Milano, 1990<br />

Grynberg H. La guerra degli ebrei, Roma, Edizioni e/o,<br />

1992<br />

Hochhuth R., Il vicario. Dramma in cinque atti, Milano,<br />

Feltrinelli, 1964995<br />

Keneally Thomas, La lista, Piacenza, Frassinelli, 1994<br />

Kertèsz I., Essere senza destino, Milano, Feltrinelli,<br />

2003<br />

Langbein H., Uomini ad <strong>Auschwitz</strong>, Mursia, Milano,1994<br />

Lanzmann C., Shoah, Milano, Rizzoli, 1987<br />

Levi della Torre S., Zone di turbolenza. Intrecci,<br />

somiglianze, conflitti, Milano, Feltrinelli, 2003<br />

Levi P., O<strong>per</strong>e, Torino, Einaudi, 1997, 2 volumi<br />

Levi P., Se questo è un uomo (commento di Alberto<br />

Cavaglion, redatto appositamente <strong>per</strong> la Grande<br />

Letteratura Einaudi su cd rom) in La grande Letteratura<br />

Italiana Einaudi (a cura di Alberto Asor Rosa), vol. X,<br />

Dalla grande guerra a oggi, Torino, 2000<br />

“... nel cervello un<br />

vortice di ricordi<br />

ammuffiti.<br />

L'indifferenza<br />

intorpidiva la mente.<br />

Qui o altrove, cosa<br />

c'era di diverso?<br />

Crepare oggi o<br />

domani, o più tardi? La<br />

notte si faceva lunga,<br />

lunga da non finire<br />

più.”<br />

E. Wiesel, La notte<br />

40<br />

Loy R., La parola ebreo, Torino, Einaudi,<br />

1997<br />

Michaels A., In fuga, Firenze, Giunti, 1998<br />

Oberski J., Anni d’infanzia. <strong>Un</strong> bambino nei<br />

lager, Firenze, Giuntina, 2001<br />

Ozick C., Lo scialle, Milano, Garzanti, 1990<br />

Perec G., W o il ricordo d'infanzia, Milano,<br />

Rizzoli, 1991<br />

Presser I., La notte dei Girondini, Milano,<br />

Adelphi, 1976<br />

Sarti R., I me ciamava <strong>per</strong> nome: 44.787<br />

vierundvierzigtausendsiebenhundertsieben<br />

undachtzig, Milano, Baldini & Castoldi, 2001<br />

Schwarz-Bart A., L'ultimo dei giusti, Milano,<br />

Feltrinelli, 1991<br />

Sebald W.G., Austerlitz Milano, Adelphi,<br />

2002<br />

Seghers A. La settima croce, Milano,<br />

Mondadori, 1947<br />

Semprun J., La scrittura o la vita, Parma, Guanda, 1996<br />

Sereni C., Il gioco dei regni, Firenze, Giunti, 1993<br />

Sessi F., Ultima fermata: Aschwitz. Storia di un ragazzo<br />

ebreo durante il fascismo, Torino, Einaudi, 1996<br />

Singer I. B., La famiglia Moskat, Milano, Corbaccio,<br />

1995<br />

Singer I. B., Ombre sull'Hudson, Milano, Longanesi,<br />

2000<br />

Singer I. B., Racconti, Milano, Mondadori, 1998<br />

Steiner J., Treblinka. La rivolta di un campo di<br />

sterminio, Milano, Mondadori, 1978<br />

Uhlman F., L'amico ritrovato, Milano, Feltrinelli, 1986<br />

Vercors (Bruller J.), Il silenzio del mare, Torino, Einaudi,<br />

1976<br />

Weiss P., L'istruttoria: oratorio in undici atti, Torino,<br />

Einaudi, 1966<br />

Wiechert E. La selva dei morti: una cronaca, Milano,<br />

Mondadori, 1947<br />

Wiesel E., La notte, La Giuntina, Firenze, 1980<br />

Zampieri S., Il flauto d'osso. Lager e letteratura,<br />

Firenze, Giuntina, 1996<br />

- AAVV, Poesie di pace e libertà (a cura di<br />

Clementelli E. e Mauro W.), Roma, Newton<br />

Compton, 2003<br />

- Celan P., Poesie, Milano, Mondadori, 1998<br />

- Katzenelson Y., Il canto del popolo ebraico<br />

massacrato, Firenze, Giuntina, 1995<br />

- Sachs N., Poesie, Torino, Einaudi, 1971<br />

Poesia


FICTION<br />

18.000 GIORNI FA<br />

Regia: Gabriella Gabrielli<br />

Anno: 1993<br />

A TORTO O A RAGIONE<br />

(Taking Sides)<br />

Regia: Istvan Szabo<br />

Anno: 2001<br />

ALAN E NAOMI<br />

(Alan and Naomi)<br />

Regia: Sterling Vanwagenen<br />

Anno: 1992<br />

AMEN<br />

(Amen)<br />

Regia: Costantin Costa-<br />

Gravas<br />

Anno: 2002<br />

L’AMICO RITROVATO<br />

(Reunion)<br />

Regia: Jerry Schatzberg<br />

Anno: 1989<br />

ANDREMO IN CITTA’<br />

Regia: Nelo Risi<br />

Anno: 1966<br />

ARRIVEDERCI RAGAZZI<br />

(Au revoir les enfants)<br />

Regia: Louis Malle<br />

Night and Fog<br />

Videomemoria<br />

Anno: 1987<br />

ASSISI UNDERGROUND<br />

(Assisi <strong>Un</strong>derground)<br />

Regia: Alexander Ramati<br />

Anno: 1984<br />

BALLATA PER UN<br />

CONDANNATO<br />

(Playing for time)<br />

Regia: Daniel Mann<br />

Anno: 1980<br />

LA BARCA E’ PIENA<br />

(Das Boot ist voll)<br />

Regia: Markus Imhoof<br />

Anno: 1980<br />

CABARET<br />

Regia: Bob Fosse<br />

Anno: 1972'<br />

LA CADUTA DEGLI DEI<br />

Regia: Luchino Visconti<br />

Anno: 1969<br />

IL CIELO CADE<br />

Regia: Andrea e Antonio<br />

Frazzi<br />

Anno: 2000<br />

COMEDIAN HARMONISTS<br />

Regia: Joseph Vilsmaier<br />

Anno 1999<br />

CONCORRENZA SLEALE<br />

Regia: Ettore Scola<br />

Anno: 2001<br />

COSI’ FINISCE LA NOSTRA<br />

NOTTE<br />

So Ends Our Night<br />

Regia: John Cromwell<br />

Anno: 1941<br />

LE DEPORTATE DELLA<br />

SEZIONE SPECIALE SS<br />

Regia: Rino Di Silvestro<br />

Anno: 1976<br />

IL DIARIO DI ANNA FRANK<br />

(The Diary of Anna Frank)<br />

Regia: George Stevens<br />

Anno: 1959<br />

DIARIO DI UN ITALIANO<br />

41<br />

Regia: Sergio Capogna<br />

Anno: 1973<br />

DIRITTO DI OFFESA<br />

(Skokie)<br />

Regia: Herbert Wise<br />

Anno: 1981<br />

DOTTOR KORCZAK<br />

(Korczak)<br />

Regia: Andrzej Wajda<br />

Anno: 1990<br />

EUROPA EUROPA<br />

Regia: Agnieszka Holland<br />

Anno: 1991<br />

LA FINESTRA DI FRONTE<br />

Regia: Ferzan Ozpotek<br />

Anno: 2002<br />

FUGA DA MAUTHAUSEN<br />

(Die Flucht)<br />

Regia: Edwin Zbonek<br />

Anno: 1963<br />

IL GIARDINO DEI FINZI<br />

CONTINI<br />

Regia: Vittorio De Sica<br />

Anno: 1970<br />

GIULIA<br />

(Julia)<br />

Regia: Fred Zinnemann<br />

Anno: 1977<br />

GIULIETTA, ROMEO E LE<br />

TENEBRE<br />

(Romeo, Julia a tma)<br />

Regia: Jirí Weiss<br />

Anno: 1959<br />

IL GRANDE DITTATORE<br />

(The Great Dictator)<br />

Regia : Charlie Chaplin<br />

Anno 1940<br />

IN NOME DEI MIEI<br />

(Au nom de tous les miens)<br />

Regia: Robert Enrico<br />

Anno 1983<br />

L’ISOLA IN VIA DEGLI<br />

UCCELLI<br />

(The Island in Bird Street)<br />

Regia: Soren Kragh-Jacobsen


Anno 1997<br />

Rosenstrasse<br />

JAKOB IL BUGIARDO<br />

(Jakob the Liar)<br />

Regia: Peter Kassovitz<br />

Anno: 1999<br />

JONA CHE VISSE NELLA<br />

BALENA<br />

Regia: Roberto Faenza<br />

Anno: 1993<br />

JUDITH<br />

Regia: Daniel Mann<br />

Anno: 1965<br />

KAPO’<br />

Regia: Gillo Pontecorvo<br />

Anno: 1960<br />

LA LINEA DEL FIUME<br />

Regia: Aldo Scavarda<br />

Anno: 1976<br />

IL MARATONETA<br />

(Marathon Man)<br />

Regia: John Schlesinger<br />

Anno: 1976<br />

MARTA ED IO<br />

(Martha und Ich)<br />

Regia: Jiri Weiss<br />

Anno: 1990<br />

MAX E HELEN<br />

Regia: Philip Saville<br />

Anno: 1990<br />

MONSIEUR BATIGNOLE<br />

(On pouvait pas savoir)<br />

Regia: Gérard Jugnot<br />

Anno: 2001<br />

MR. KLEIN<br />

Regia: Joseph Losey<br />

Anno: 1976<br />

MUSIC BOX - PROVA<br />

D’ACCUSA<br />

(Music Box)<br />

Regia: Costantin Costa-<br />

Gravas<br />

Anno: 1989<br />

NEGOZIO AL CORSO<br />

(Obchod na korze)<br />

Regia: Jan Kadar/Elmar Klos<br />

Anno: 1965<br />

NEMICI, UNA STORIA<br />

D’AMORE<br />

(Enemies, a Love Story)<br />

Regia: Paul Mazursky<br />

Anno: 1989<br />

NEVER FORGET<br />

Regia: Joseph Sargent<br />

Anno: 1994<br />

OLOCAUSTO<br />

Regia: Marvin Chomsky<br />

Anno: 1978<br />

OLTRE LA VITTORIA<br />

Regia: Robert M. Young<br />

Anno: 1990<br />

L’ORO DI ROMA<br />

Regia: Carlo Lizzani<br />

Anno: 1961<br />

L’OROLOGIAIO<br />

(Georg Elser)<br />

Regia: Klaus Maria Brandauer<br />

Anno: 1990<br />

42<br />

Il Pianista<br />

PASSAGGIO DOPO LA<br />

BATTAGLIA<br />

(Krojobraz po bitwie)<br />

Regia: Andrzej Wajda<br />

Anno: 1970<br />

LA PASSEGGERA<br />

(Passenger)<br />

Regia: Andrzej Munk, Witold<br />

Lesiewicz<br />

Anno: 1963<br />

I PERSEGUITATI<br />

(The Juggler)<br />

Regia: Edward Dmytryk<br />

Anno: 1953<br />

IL PIANISTA (The pianist)<br />

Regia: Roman Polanski<br />

Anno: 2002<br />

IL PORTIERE DI NOTTE<br />

Regia: Liliana Cavani<br />

Anno: 1974<br />

IL PREZZO DELLA VITTORIA<br />

(The Shadow of Victory)<br />

Regia: Ate De Jong<br />

Anno: 1986<br />

LA RAGAZZA TERRIBILE<br />

(Das schreckliche Maedchen)<br />

Regia: Michael Verhoeven<br />

Anno: 1989<br />

I RAGAZZI VENUTI DAL<br />

BRASILE<br />

(The Boys from Brazil)<br />

Regia: Franklyn J. Schnaffner<br />

Anno: 1978<br />

RITORNO A BERLINO<br />

(Welcome to Germany)<br />

Regia di Thomas Brasch<br />

Anno: 1988<br />

ROSENSTRASSE<br />

Regia: Margarethe von Trotta<br />

Anno: 2003<br />

LA SCELTA DI SOPHIE<br />

Sophie's Choise<br />

Regia: Alan J. Pakula<br />

Anno: 1982<br />

SCHINDLER’S LIST<br />

Regia: Steven Spielberg<br />

Anno: 1993<br />

LA SETTIMA STANZA<br />

Regia: Marta Meszaros<br />

Anno: 1996


LA STELLA DI DAVID<br />

(Sterne)<br />

Regia: Konrad Wolff<br />

Anno: 1959<br />

SUSS L’EBREO<br />

Regia: Veit Harlan<br />

Anno: 1940<br />

SWING KIDS - GIOVANI<br />

RIBELLI<br />

(Swing Kids)<br />

Regia: Thomas Carter<br />

Anno: 1993<br />

TORNARE PER RIVIVERE<br />

(Partir revenir)<br />

Regia: Claude Lelouch<br />

Anno: 1985<br />

LA TREGUA<br />

Regia: Francesco Rosi<br />

Anno: 1997<br />

TRAIN DE VIE<br />

Regia: Radu Mihaileanu<br />

Anno: 1998<br />

L’ULTIMO METRO’<br />

(Le Dernier métro)<br />

Regia: François Truffaut)<br />

Anno: 1980<br />

L’UOMO DEL BANCO<br />

DEI PEGNI<br />

(The Pawnbroker)<br />

Regia: Sidney Lumet<br />

Anno: 1965<br />

IL VIAGGIO DEI<br />

DANNATI<br />

(Voyage of the Damned)<br />

Regia: Stuart Rosemberg<br />

Anno: 1976<br />

VINCITORI E VINTI<br />

(Judgment at Nuremberg)<br />

Regia: Stanley Kramer<br />

Anno: 1961<br />

LA VITA DAVANTI A SE’<br />

(La vie devant soi)<br />

Regia: Moshe Mizrahi<br />

Anno: 1977<br />

LA VITA E’ BELLA<br />

Regia: Roberto Benigni<br />

Anno: 1997<br />

VITE SOSPESE<br />

(Shining Through)<br />

Regia: David Seltzer<br />

Anno: 1992<br />

DOCUMENTARI E<br />

TRASMISSIONI TELEVISIVE<br />

CARA KITTY<br />

Regia: W. Van der Sluis<br />

Anno: 1987<br />

GENOCIDE<br />

Regia: P. Batty<br />

Anno: 1987<br />

MEDITATE CHE QUESTO E’<br />

STATO<br />

Regia: Silvia Brasca<br />

Anno: 1993<br />

43<br />

Rosenstrasse<br />

MEMORIA<br />

Regia: Ruggero Gabbai<br />

Anno: 1997<br />

NORIMBERGA<br />

(Nuernberger Prozess)<br />

Regia: Feliz Podmaniczky<br />

Anno: 1958<br />

NOTTE E NEBBIA<br />

Regia: Alain Resnais<br />

Anno: 1955<br />

PER IGNOTA<br />

DESTINAZIONE<br />

Regia: Piero Farina<br />

Anno: 1995<br />

QUELLA PAGINA<br />

STRAPPATA<br />

Regia: Daniel Toaff<br />

Anno: 1988<br />

RITORNO AD AUSCHWITZ<br />

Regia: Daniel Toaff<br />

Anno: 1982<br />

SHOAH<br />

Regia: Claude Lanzmann<br />

Anno: 1985<br />

TESTIMONI<br />

Regia: Anna Missoni<br />

Anno: 1995<br />

L’ULTIMA TAPPA<br />

Ostatni Etap<br />

Regia: Wanda Jakubowska<br />

Anno: 1948<br />

GLI ULTIMI GIORNI (The last<br />

days)<br />

Regia: James Moll<br />

Anno: 1997<br />

VINCITORI ALLA SBARRA<br />

(Le temps du ghetto)<br />

Regia: Frédéric Rossif<br />

Anno: 1961


Musica etnica - Canti sociali e politici<br />

aa.vv. Al com ando porta (da "Trieste<br />

contro" )<br />

aa.vv. Buchenwald<br />

aa.vv. Canti della Resistenza Europea<br />

aa.vv. Canzoni della guerra civile<br />

spagnola<br />

aa.vv. Con la guerriglia /Canti della<br />

resistenza italiana 2<br />

aa.vv. Dove vola l'avvoltoio (da<br />

Cantacronache 2)<br />

aa.vv. Ghetto tango - wartim e yiddish<br />

theater<br />

aa.vv. I canti del ghetto<br />

aa.vv. Il canto dei deportati<br />

aa.vv. Il canto dei Lager (da "Questa seta<br />

che filiam o" )<br />

aa.vv. Noi chiamammo liberta'(Antologia di<br />

canti politici italiani nati nell'esilio, nella<br />

prigionia e nei Lager dal 1821 al 1948)<br />

aa.vv. Si veda anche tutta la serie "Canti<br />

della Resistenza Italiana" Dischi del Sole<br />

aa.vv. The Great Cantors<br />

Anonim o E quei briganti neri (Canti della<br />

Resisten za Italiana n. 2)<br />

Anonim o La canzone dell'otto settembre<br />

(Canti della Resistenza Italiana n.6)<br />

Ensem ble Havadia Fum a el cam in<br />

Gruppo folk internazionale Il nonno di<br />

Jonni<br />

Guccini F. <strong>Auschwitz</strong> la canzone del<br />

bam bino nel vento<br />

Guccini F. Dio e' m orto<br />

Guccini F. Lager<br />

Jona-Am odei Tredici milioni<br />

Kem pin D. Canti dei ghetti e dei Lager<br />

Mashiach The best Israeli Chassidic Songs<br />

Meghna gi M. Canto esiliato<br />

Mordecai Gebirtig Krakov ghetto<br />

Ivan Della Mea Giovanna Marini Se il cielo<br />

fosse bianco di carta (testo tratto da una<br />

lettera di un ragazzo di 14 anni nel campo di<br />

Pustkow)<br />

Ovadia M. Dibbuk<br />

Ovadia M. Oylem Goylem<br />

Roth H. Es Brent (Canti dei ghetti di<br />

Varsavia e di Vilna)<br />

Storm y Six Nuvole a Vinca<br />

Storm y Six Otto settem bre<br />

Stratos D. Arbeit macht frei<br />

Vecchioni R. La stazione di Zima<br />

Com positori internati a Terezin o in altri<br />

cam pi<br />

aa.vv. Cham ber music from Theresienstadt<br />

Ullm ann V. Quartetto d'archi n. 3, op. 46<br />

Klein G. Trio<br />

Klein G. Fantasie a Fuga<br />

Klein G. Sonata <strong>per</strong> piano<br />

Discografia<br />

44<br />

Klein G. Quartetto op. 2<br />

Krasa H. Com posers from Theresienstadt<br />

Krasa H. Quartetto<br />

Krasa H. Tre lieder <strong>per</strong> baritono<br />

Krasa H. Tema con var.<br />

Senator R. Kaddish for Terezin - Holocaust<br />

requiem - Oratorio liturgico basato sui<br />

testi dei bambini di Theresienstadt<br />

Krasa H. Brundibar - o<strong>per</strong>a in due atti <strong>per</strong><br />

bam bini<br />

Haas P. Suite <strong>per</strong> oboe e pianof.<br />

Klein G. Divertim ento <strong>per</strong> legni<br />

Klein G. Sonata <strong>per</strong> piano<br />

Krasa H. Cinque lieder op. 4<br />

Krasa H. Tre lieder <strong>per</strong> baritono<br />

Schulhoff E. Concertino <strong>per</strong> fl, viola e<br />

contrabasso<br />

Ullm ann V. Sonate <strong>per</strong> pianoforte n. 5, 6, 7<br />

Ullm ann V. Quartetto n.3 op. 46<br />

Ullm ann V. Sonata n. 7 <strong>per</strong> pianoforte<br />

Hartm ann K. A. Sonata "27 aprile 1945"<br />

Messiaen O. Quatuor pour la fin du tem p<br />

Candide<br />

Messian O. Quatuor pour la fin du tem ps<br />

Com posizioni riguardanti i Lager o in<br />

generale il tema della guerra<br />

AA. VV. Dieci m elodie ebraiche <strong>per</strong> violino<br />

a pianoforte<br />

Bat Chaim O. Mamme Loshn<br />

Bat Chaim O. Prayer <strong>per</strong> clarinetto<br />

Berio L. Ofanim<br />

Bloch E. Abodah<br />

Bloch E. Baal Shem<br />

Bloch E. Shelom o - sinfonia ebraica <strong>per</strong><br />

clarinetto e orch.<br />

Britten B. Ballad of heroes+Sinf da<br />

requiem<br />

Britten B. Russian Funeral<br />

Britten B. War Requiem<br />

Bruck M. Kol Nidrei<br />

Dallapiccola Canti di liberazione<br />

Dallapiccola L. Canti di prigionia<br />

Eisler H. Schweyk nella seconda guerra<br />

m ondiale<br />

Ligeti G. Lux aeterna<br />

Ligeti G. Requiem Wergo<br />

Mahler G. Kindertotenlieder<br />

Nono L. Canto sospeso su lettere di<br />

condannati a morte della Resistenza<br />

europea<br />

Nono L. Cori da "Die Ermittlung" di P.<br />

Weiss <strong>per</strong> nastro m agnetico<br />

Nono L. Diario polacco<br />

Nono L. Die Erm ittlung m usiche di scena<br />

<strong>per</strong> L'Istruttoria di Peter Weiss<br />

Nono L. Intolleranza<br />

Nono L. Ricorda cosa ti hanno fatto in<br />

<strong>Auschwitz</strong><br />

Olivero B. Bakashot<br />

Paert A. De profundis


Paert A. Fratres<br />

Paert A. Miserere<br />

Paert A. Passio Domini nostri<br />

Pend er ecky K. Dies Irae alla mem oria delle<br />

vittim e di <strong>Auschwitz</strong><br />

Pend er ecky K. Trenodia <strong>per</strong> le vittime di<br />

Hiroshim a<br />

Ravel M. Kaddish pf+vl<br />

Reich S. Different trains<br />

Rossellini R. La guerra<br />

Schoenb erg A. De profundis<br />

Schoenb erg A. <strong>Un</strong> sopravvissuto di<br />

Varsavia (contiene anche m usiche scritte da<br />

Honegg er e Martinu sulla seconda guerra<br />

mondiale)<br />

Shostakovic D. Quartetto <strong>per</strong> archi n.8<br />

Shostakovic D. Sinfonia n. 7 "Leningrado"<br />

Shostakovic D. Sinfonia n.13 ( Babi Yar)<br />

Shostakovic D. Sinfonia n.4<br />

Stockhausen K. Gesang der Junglinge<br />

W eill K. Berliner requiemì<br />

45


Sitografia essenziale<br />

I siti dedicati a vario titolo alla deportazione e allo sterminio e alle tematiche connesse (antisemitismo,<br />

storia ebraica, totalitarismi, razzismo, II° guerra mondiale ecc.) nel Web sono migliaia. La presente<br />

sitografia, dunque, va intesa esclusivamente come un agile strumento di navigazione limitato.<br />

L’attenzione è focalizzata, <strong>per</strong> quanto possibile, sulla dimensione italiana della Shoah, senza<br />

trascurare l’esigenza di una doverosa contestualizzazione, quindi sono stati privilegiati i siti italiani.<br />

La sitografia è strutturata in modo da consentire approfondimenti, mediante l’accesso a strumenti<br />

analoghi più ricchi, completi e organici.<br />

Siti ufficiali dei campi<br />

• http://www.auschwitz-muzeum.oswiecim.pl/ Complesso concentrazionario di <strong>Auschwitz</strong> (in lingua<br />

polacca/inglese/tedesca).<br />

• http://www.buchenwald.de/ Lager di Buchenwald (in lingua tedesca/inglese/francese).<br />

• http://www.kz-gedenkstaette-dachau.de/ Lager di Dachau (in lingua tedesca/inglese).<br />

• http://www.flossenbuerg.de/ Lager di Flossenbürg (in lingua tedesca).<br />

• http://www.fondazionefossoli.org/ Lager di Fossoli (in lingua italiana).<br />

• http://www.windcloak.it/cultura/risiera/risom.htm Risiera di San Sabba<br />

• http://www.mauthausen-memorial.gv.at/ Memorial del Lager di Mauthausen (in lingua<br />

tedesca/inglese).<br />

• http://www.ravensbrueck.de/ Lager di Ravensbrück (in lingua<br />

tedesca/italiana/francese/inglese/polacca).<br />

• http://web.tiscali.it/gliebreiacampagna/ Storia del campo di internamento fascista di Campagna<br />

(SA)<br />

Siti sull'argomento italiani<br />

• http://www.aned.it/ Associazione Nazionale ex Deportati<br />

• http://www.deportati.it/ ANED, Associazione Nazionale ex Deportati politici nei campi nazisti (in<br />

lingua italiana/inglese/francese/tedesca).<br />

• http://www.cdec.it/ CDEC, Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (in<br />

lingua italiana).<br />

• http://www.kora.it/mauthausen Sito italiano sul campo di sterminio di Mauthausen, realizzato<br />

nell’anno scolastico 1998-99 da una classe di studenti e vincitore del Concorso Ministeriale "Il '900. I<br />

giovani e la memoria" (in lingua italiana).<br />

• http://www.ucei.it/giornodellamemoria/index_a.htm <strong>Un</strong>ione delle Comunità Ebraiche Italiane. 27<br />

gennaio Giorno della Memoria<br />

• http://www.deportazione.too.it/ curato dall’ANPI Roma<br />

• http://www.dsca.it/ Documenti di storia contemporanea sull’antisemitismo<br />

• http://www.27gennaio.it/ Associazione 27 gennaio<br />

• http://www.novecento.org/shoaframe.html Sito dell’INSMLI dedicato alla didattica della storia<br />

• http://www.cnn.com/help/italia/ Dossier sul sito di CNN Italia<br />

• http://www.giovanidelleacli.org/memoria.htm Sito dei Giovani ACLI<br />

• http://www.spectacle.org/695/ausch.html Percorso alfabetico di ricostruzione dell’universo<br />

concentrazionario di <strong>Auschwitz</strong><br />

• http://www.storia.unifi.it/_anei Associazione Nazionale Ex Internati<br />

• http://www.romacivica.net/novitch/index.htm Associazione Nazionale Miriam Novitch<br />

• http://www.olokaustos.org/ il primo sito italiano che ha come argomento la storia dell'Olocausto<br />

• http://www.ultimoappello.org/ L’ultimo appello. Archivi del lager<br />

• http://www.giorgio<strong>per</strong>lasca.it/ La biografia del celebre Giusto<br />

• http://www.bibliolab.it/sitografie/sitografie_spinelli.htm Sitografia a cura di Gianni Spinelli<br />

Siti stranieri<br />

• http://www.vhf.org/ Survivors of the Shoah Visual History Foundation (in lingua inglese).<br />

• http://www.yad-vashem.org.il/ Yad Vashem, Holocaust Martyrs' and Heroes' Remembrance<br />

Authority (in lingua inglese/ebraica).<br />

46


• http://www.ushmm.org/ Archivio USHMM, <strong>Un</strong>ited States Holocaust Memoriale Museum (in lingua<br />

inglese).<br />

• http://www.wiesenthal.com/ Simon Wiesenthal Center (in lingua inglese).<br />

• http://fcit.coedu.usf.edu/holocaust/sitemap/sitemap.htm Florida Center to the Holocaust<br />

• http://www.mtsu.edu/~baustin/holo.html The Holocaust/Shoah Page<br />

• http://www.shoa.de/ Sito tedesco dedicato ai temi, ai luoghi e ai nomi dell’olocausto.<br />

• http://www.annefrank.nl/ sito del Museo Casa di Anna Frank<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

Archivio storico "B. Savoldi e L. Bottardi Milani"<br />

Via F.lli Folonari, 20 Brescia<br />

Tel. 0303729269<br />

archiviostorico.cdlt@bs.lomb.cgil.it<br />

47

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!