Versione .PDF - Un treno per Auschwitz
Versione .PDF - Un treno per Auschwitz
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Archivio storico “Bigio Savoldi e Livia Bottardi Milani”<br />
<strong>Un</strong> <strong>treno</strong> <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong><br />
Al visitatore<br />
materiali informativi e didattici<br />
[...] Visitatore osserva le vestigia di questo campo e medita: da<br />
qualunque paese tu venga, tu non sei un estraneo. Fa’ che il tuo<br />
viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile le nostra morte.<br />
Per te e <strong>per</strong> i tuoi figli, le ceneri di <strong>Auschwitz</strong> valgano di<br />
ammonimento: fa che il frutto orrendo dell'odio, di cui hai visto qui<br />
le tracce, non dia nuovo seme, né domani, né mai.<br />
Primo Levi<br />
(In onore degli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti)<br />
A cura di Silvia Boffelli, Piergiorgio Catalano,<br />
Igor Gabusi, Cristina Massentini, Marco Ugolini<br />
1
PER NON DIMENTICARE A QUALI ABERRAZIONI PUO’ CONDURRE L’ODIO<br />
RAZZIALE E L’INTOLLERANZA, NON IL RITO DEL RICORDO, MA LA<br />
<strong>Un</strong> paio di anni fa visitai il capo di<br />
concentramento di Bergen Belsen, in<br />
Germania. In mezzo ad un silenzio atroce,<br />
feci il giro delle fosse comuni in cui<br />
giacciono migliaia di vittime dell’orrore<br />
nazista, chiedendomi dove fossero i resti di<br />
una certa bambina che ci ha lasciato la<br />
commovente testimonianza di quella<br />
barbarie e la certezza che la parola scritta è la<br />
più grande e invulnerabile dei rifugi, <strong>per</strong>chè<br />
le sue pietre sono unite dalla malta della<br />
memoria. Cercai ovunque, ma invano: non<br />
trovai alcun indizio che mi portasse ad Anna<br />
Frank.<br />
Alla morte fisica, i boia avevano aggiunto la<br />
seconda morte dell’oblio e dell’anonimato.<br />
[...]<br />
All’angoscia del “cosa posso fare io <strong>per</strong>chè<br />
tutto questo non si ripeta più?” subentra il<br />
CULTURA DELLA MEMORIA.<br />
2<br />
Elisa Springer<br />
desiderio di conoscere e narrare la storia di<br />
ciascuna delle vittime, di aggrapparsi alla<br />
parola come unico scongiuro contro l’oblio,<br />
di dare nome e voce alle vicende gloriose o<br />
insignificanti dei nostri genitori, dei nostri<br />
amori, dei nostri figli, dei nostri amici, di<br />
trasformare la vita in una vera e propria<br />
forma di resistenza contro l’oblio, <strong>per</strong>ché,<br />
come ha detto il poeta Guimaraes Rosa,<br />
narrare è resistere.<br />
[...]<br />
La più drammatica delle proteste: “io sono<br />
stato qui e nessuno racconterà la mia storia”,<br />
[...] mai un testo che mi sia parso così duro,<br />
così enigmatico, così bello e al tempo stesso<br />
così straziante...<br />
Le rose di Atacama di Luis Sepùlveda<br />
Prigionieri che salgono su un<br />
convoglio.
Sezione prima<br />
"Il viaggio"<br />
Sommario<br />
§ Il progetto p. 3<br />
§ Il viaggio p. 5<br />
§ Informazioni p. 6<br />
§ Cracovia: mappa e indicazioni p. 8<br />
Sezione seconda<br />
"I materiali"<br />
§ La storia: contesto storico, cronologia generale e bibliografia essenziale p. 12<br />
§ La politica nazista verso “il diverso” e le leggi razziali p. 18<br />
§ Le deportazioni e lo sterminio p. 23<br />
§ I campi di concentramento e sterminio in Europa p. 24<br />
§ I campi di concentramento italiani p. 28<br />
§ <strong>Auschwitz</strong> p. 31<br />
§ La vita quotidiana nei campi p. 35<br />
§ Testimonianze: bibliografia essenziale p. 37<br />
§ Arte, letteratura e fumetto: bibliografia essenziale p. 40<br />
§ Videomemoria p. 41<br />
§ Discografia essenziale p. 44<br />
§ Sitografia essenziale p. 46<br />
2
La Fondazione “ Ex campo Fossoli” di Carpi, l’Archivio Storico “Bigio Savoldi e Livia<br />
Bottardi Milani” di Brescia e la Fondazione "Memoria della deportazione" di Milano, la<br />
Provincia di Milano ed il Comune di Co<strong>per</strong>tino<br />
in occasione del prossimo Giorno della memoria, 27 gennaio 2006, intendono riproporre<br />
l'iniziativa:<br />
<strong>Un</strong> <strong>treno</strong> <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong><br />
25 - 29 gennaio 2006<br />
Si tratta di un viaggio in <strong>treno</strong>, questa volta da Carpi a Cracovia di adulti e di<br />
studenti delle scuole medie su<strong>per</strong>iori e dell'<strong>Un</strong>iversità.<br />
L'idea di ripetere la straordinaria es<strong>per</strong>ienza dei seicento partecipanti al "Treno <strong>per</strong><br />
<strong>Auschwitz</strong>" in occasione dello scorso Giorno della Memoria è nata proprio "a caldo",<br />
quando, non ancora scesi dal <strong>treno</strong>, gli studenti e gli insegnanti, gli o<strong>per</strong>atori culturali<br />
ed i giornalisti coinvolti, nonché i testimoni hanno iniziato la loro ricchissima o<strong>per</strong>a di<br />
"Restituzione dell'es<strong>per</strong>ienza" raccontando, lavorando sui materiali prodotti, rivedendo<br />
immagini e riascoltando suoni, ma soprattutto iniziando a scrivere e ricevere riflessioni<br />
in una rete di relazioni che il progetto parallelo "Attori di viaggio" aveva previsto, ma<br />
che si è rivelato molto più efficace di ogni aspettativa.<br />
E' intenzione degli enti promotori, quindi, impostare la nuova iniziativa "<strong>Un</strong> <strong>treno</strong> <strong>per</strong><br />
<strong>Auschwitz</strong>" del 27 gennaio 2006 avvalendosi dell'es<strong>per</strong>ienza e dell'ottimizzazione<br />
dell'organizzazione già s<strong>per</strong>imentata ed approfondendo ulteriormente il "sistema di rete"<br />
fra le scuole italiane che aderiranno nonché formulando altri <strong>per</strong>corsi didattici<br />
propedeutici al viaggio, che l'Archivio storico B. Savoldi e L. Bottardi Milani e le<br />
Fondazioni "Fossoli" e "Memoria" si impegnano a preparare e proporre agli insegnanti ed<br />
agli studenti già dal prossimo mese di settembre.<br />
3
L’idea che anima questo progetto è ancora l’incontro di una generazione di<br />
cittadini europei anagraficamente e linguisticamente non dissimili da coloro che furono<br />
deportati sui treni dello sterminio 60 anni fa.<br />
Ma, se durante le <strong>per</strong>secuzioni naziste la destinazione dei treni era l’orrore, oggi si<br />
propone ai ragazzi di incontrarsi, dialogare, lavorare, viaggiare <strong>per</strong> costruire memoria.<br />
I luoghi hanno una grande importanza.<br />
Gli studenti invitati appartengono ad una nazione in cui la geografia del terrore<br />
disegnato la presenza dei campi di concentramento e di sterminio.<br />
I treni, pure, rivestono un ruolo fondamentale, poiché offrono la possibilità di rivivere<br />
l’idea dell’allontanamento coatto, attraverso l’Europa, mediante un mezzo di trasporto di<br />
massa, che con grande lentezza, ma anche con inesorabile puntualità raggiunse i campi.<br />
Ed è proprio in quest'ottica che il prossimo "Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" partirà da Carpi.<br />
La tradizione che abbiamo ispirato con il primo viaggio deve radicare in un <strong>per</strong>corso<br />
conoscitivo ed emotivo che tenga anche in conto dei luoghi.<br />
Primo Levi e altre migliaia di <strong>per</strong>sone partirono da Carpi, da Milano...<br />
Magari il "Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" del 2007 partirà da Milano, ma fino ad allora ed oltre noi<br />
lavoreremo <strong>per</strong> offrire l'opportunità di un'es<strong>per</strong>ienza importante e significativa <strong>per</strong><br />
quanti più giovani sarà possibile.<br />
Il presente progetto in bozza ha la funzione primaria di diffondere la notizia<br />
dell'iniziativa in modo da offrire con largo anticipo agli enti, alle amministrazioni ed<br />
alle scuole la possibilità di decidere l'adesione, di deliberare in proposito, magari di<br />
stanziare fondi, ma soprattutto agli insegnanti di predisporre i necessarii programmi di<br />
preparazione dei ragazzi attraverso <strong>per</strong>corsi autonomi o adesione a quelli proposti dagli<br />
enti promotori.<br />
4
Il viaggio<br />
Il viaggio in <strong>treno</strong> partirà da Carpi il 25 gennaio 2006 e si concluderà il 29 gennaio<br />
2006.<br />
Il <strong>treno</strong> è “diviso” in vagoni da 54 o 60 posti - cuccetta ed ogni ente promotore, ha a<br />
disposizione 1 o più vagoni.<br />
Il costo del “biglietto del <strong>treno</strong>” (200,00 euro), come nel 2005 può essere collegato<br />
all’iniziativa tramite la formula “Regala un biglietto del Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>”, in modo<br />
che quanti più soggetti, scuole, enti pubblici o privati abbiano l’opportunità di<br />
finanziare o di autofinanziare il costo del viaggio, laddove intendessero impegnarsi,<br />
anche economicamente, <strong>per</strong> sostenere il progetto.<br />
Il costo del soggiorno e di tutte le iniziative che si svolgeranno a Cracovia collegate al<br />
viaggio ammonterà a 220,00 euro <strong>per</strong> gli studenti e 240,00 <strong>per</strong> gli adulti.<br />
Sono previste le quote di gratuità <strong>per</strong> gli insegnanti, da concordare con l'ente promotore<br />
di riferimento.<br />
Di seguito si presenta la bozza del programma del viaggio, sottolineando, <strong>per</strong> chi ha<br />
partecipato al primo progetto, che molta parte delle o<strong>per</strong>azioni di check in, spostamenti,<br />
trasferimenti in alberghi diversi, ecc. del "Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" del 2005 è stata<br />
ampiamente su<strong>per</strong>ata dal "rodaggio" effettuato e quindi l'organizzazione sarà sicuramente<br />
semplificata.<br />
Programma di massima<br />
1° giorno: CARPI<br />
mercoledì 25 Gennaio<br />
Ritrovo dei Signori partecipanti alla stazione ferroviaria di Carpi intorno alle ore 16,00. Assistenza <strong>per</strong> le<br />
o<strong>per</strong>azioni di imbarco sui vagoni numerati e sistemazione negli scompartimenti in cuccette a 6 posti letto.<br />
Partenza intorno alle ore 18,00. Si consiglia di arrivare alla partenza del <strong>treno</strong> avendo già consumato la cena o<br />
di portare eventuali provviste. Pernottamentoin <strong>treno</strong>.<br />
2° giorno: CRACOVIA<br />
giovedì26 Gennaio<br />
Prima colazione a pagamento nella carrozza comfort.<br />
Arrivo verso le ore 16,00 alla Stazione ferroviaria di Cracovia Plaszòw. Assistenza in arrivo e trasferimento in<br />
pullman privato in albergo.<br />
Sistemazione nelle camere riservate. Cena,incontro degli studenti con Nedo Fiano e <strong>per</strong>nottamento.<br />
3° giorno: CRACOVIA/AUSCHWITZ-BIRKENAU/CRACOVIA<br />
venerdì 27 Gennaio<br />
Prima colazione a buffet in albergo. Partenza alle ore 7,30 in pullman privato <strong>per</strong> OSWIECIM. Incontro con le<br />
guide alle ore 9,00. Alcuni gruppi inizieranno in mattinata la visita di <strong>Auschwitz</strong> I ed altri Auschiwitz II<br />
Birkenau, mentre nel pomeriggio si alterneranno. Trasferimento in pullman al ristorante alle ore 12,30.<br />
La visita di <strong>Auschwitz</strong> I prevede: visita dei blocks, del block italiano con il suo monumento, della camera a gas,<br />
del forno crematorio e del museo storico.<br />
Pranzo in ristorante.<br />
5
La visita di Auscwitz II Birkeanu prevede: visita guidata delle baracche, della zona dei forni, della baracca di<br />
ricevimento e della zona Canada.<br />
Verrà organizzato il corteo-fiaccolata (tutti i partecipanti sono invitati a portare una candela) dal monumento<br />
internazionale di Birkenau intorno alle ore 16,30 fino all’uscita del campo. Rientro a Cracovia.<br />
Cena e incontro nel Palazzetto dello sport di Cracovia <strong>per</strong> il concerto della Bandabardò, che viaggerà con i<br />
ragazzi anche sul <strong>treno</strong>. Pernottamento in albergo.<br />
4° giorno: CRACOVIA<br />
sabato 28 Gennaio<br />
Prima colazione a buffet in albergo. Mattino dedicato alla visita guidata di Cracovia.<br />
Ritrovo alla stazione ferroviaria di Cracovia Plaszòw alle ore 13,30. Partenza in <strong>treno</strong> intorno alle 14,30 <strong>per</strong> il<br />
rientroin Italia. Cena in <strong>treno</strong> (cestino) e <strong>per</strong>nottamento in <strong>treno</strong>.<br />
5° giorno: CARPI<br />
domenica 29 Gennaio<br />
Colazione a pagamentonella carrozza comfort. Arrivo intorno alle ore14,00 e fine del viaggio.<br />
Informazioni e segreteria organizzativa<br />
Fondazione "Ex campo Fossoli"<br />
Tel. 059688272<br />
fondazione.fossoli@carpidiem.it<br />
Archivio storico “B. Savoldi e L. Bottardi Milani”<br />
Tel. 0303729269<br />
archiviostorico.cdlt@bs.lomb.cgil.it<br />
Fondazione "Memoria della deportazione"<br />
Tel. 0287383240<br />
a.chiappano@fondazionememoria.it<br />
Ogni Ente promotore ha un suo referente.<br />
Fondazione "Ex campo Fossoli": Silvia Mantovani<br />
Archivio storico "bigio Savoldi e Livia Bottardi Milani": Lorena Pasquini<br />
Fondazione "Memoria della deportazione": Alessandra Chiappano<br />
Scuole (numero esatto di studenti ed insegnanti) e singoli sono tenuti a confermare la<br />
partecipazione al viaggio entro il 31 ottobre 2005.<br />
Organizzazione tecnica:<br />
Fabello Viaggi - Via Anfossi, 44 - 20135 Milano<br />
Tel. 0255195266 – 0254100980<br />
Fax 0255190051<br />
info@fabelloviaggi.com<br />
6
Percorsi didattici<br />
Sono previsti aggiornamenti riguardo i <strong>per</strong>corsi didattici proposti dagli enti promotori e<br />
si sottolinea che alle <strong>per</strong>sone referenti <strong>per</strong> l'organizzazione possono accedere anche gli<br />
insegnanti che intendano richiedere materiale sul "Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" del 2005 o<br />
particolari <strong>per</strong>corsi didattici.<br />
Lo scorso anno è stato scritto:<br />
"L’impegno a lavorare su questo terreno nasconde grandi insidie.<br />
Crediamo che sia un nostro dovere tentare.<br />
Scegliamo di mettere ragazzi adolescenti dinanzi al rischio ed essi reagiranno.<br />
Crediamo che in questo enorme sforzo loro ci saranno e saranno autentici e partecipi come<br />
solo i giovani sanno essere.<br />
Rischiamo".<br />
Dopo "<strong>Un</strong> <strong>treno</strong> <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" 2005 crediamo di poter affermare con grande serenità:<br />
rischiamo ancora.<br />
Brescia, settembre 2005<br />
7
INFORMAZIONI PRATICHE SULLA<br />
CITTA' DI CRACOVIA<br />
Capitale del regno polacco <strong>per</strong> quasi cinque<br />
secoli, Cracovia è la città che più di ogni altra<br />
a fu protagonista della storia di questo paese<br />
che ancora oggi, essendo stata risparmiata<br />
dalle distruzioni della seconda guerra<br />
mondiale, conserva intatta gran parte della<br />
sua ricchissima eredità: entro le sue mura<br />
medievali si custodiscono innumerevoli<br />
o<strong>per</strong>e d'arte e si tramandano antiche tradizioni.<br />
Poche invece sono le tracce lasciate dal<br />
<strong>per</strong>iodo postbellico: a scandire il profilo della<br />
città non sono i piani più alti dei grattacieli<br />
bensì le guglie delle sue chiese.<br />
Riconoscendo l'eccezionale patrimonio<br />
storico e artistico della città, nel 1978<br />
l'UNESC0 ha incluso il centro di Cracovia<br />
nel primo elenco del Patrimonio Mondiale<br />
dell'Umanità. Cracovia conta circa seimila fra<br />
edifici storici e monumenti e due milioni e<br />
mezzo di o<strong>per</strong>e d'arte, cifre che nessun'altra<br />
città polacca è in grado di vantare.<br />
Ma la visita alla città non si esaurisce con i<br />
tesori di epoche trascorse. Cracovia è un<br />
centro vivace e in grande fermento, dove<br />
passato e presente si fondono in <strong>per</strong>fetta<br />
armonia, una città con un carattere tutto suo,<br />
improntato alla tradizione e reso ancor più<br />
affascinante da una serie di leggende che<br />
avvolgono la sua storia fin dalle origini.<br />
Da sempre il principale centro della cultura<br />
polacca, Cracovia è legata ancora oggi a<br />
molti <strong>per</strong>sonaggi importanti del mondo<br />
artistico coli temporaneo: Andrzej Wajda,<br />
Roman Polaníski e Krzysztof Penderecki,<br />
solo <strong>per</strong> fare qualche nome. A Cracovia<br />
vivono i due premi Nobel <strong>per</strong> la letteratura<br />
Czeslaw Mitosz (1980) e Wislawa Szymborska<br />
(1996). Da questa città proviene anche<br />
il primo papa polacco della chiesa cristiana.A<br />
ragione Cracovia viene detta la città<br />
più colta della Polonia: oltre alla celebre<br />
<strong>Un</strong>iversità, vi hanno sede altri dodici istituti<br />
universitari, <strong>per</strong> un totale di 70.000 studenti<br />
Cracovia<br />
8<br />
GEOGRAFIA<br />
Cracovia si trova nella Polonia meridionale, circa<br />
100 km a nord dei monti Tatra che segnano il<br />
confine con la Slovacchia. Situata a un'altitudine<br />
di 216 m, la città sorge su un territorio<br />
relativamente piatto, contornato, soprattutto a<br />
sud, da numerose zone aspre e irregolari.<br />
L'area metropolitana è di 327 km 2<br />
comprende un 35 % di terreno arabile e un 5% di<br />
terreno boscoso.<br />
La città è tagliata in due dalla Vìstola (Wisla),<br />
il fiume più lungo della Polonia, che prosegue il<br />
suo corso in direzione est e poi nord, bagnando<br />
Varsavia e Gdarísk prima di sfociare nel Mar<br />
Baltico. La maggior parte dei quartieri cittadini,<br />
compreso il centro storico, si trovano sulla riva<br />
sinistra (nord) del fiume.<br />
Nota: Le informazioni<br />
di questa e delle<br />
pagine che seguono<br />
sono tratte da:<br />
DYDYNSKI K.,<br />
Cracovia, Guide<br />
Lonely Planet,<br />
edizione italiana E.D.T.<br />
Torino 2000.<br />
e
ORIENTAMENTO<br />
A Cracovia quasi tutte le mete d'interesse e di<br />
indirizzi utili si trovano comodamente<br />
all'interno della Città vecchia (Stare Miasto),<br />
un quartiere davvero poco esteso. Perfino i<br />
consolati, che in genere hanno sede in zone<br />
tranquille e lontane dal centro, qui, sono<br />
riuniti nel cuore storico della città o nelle sue<br />
immediate vicinanze.<br />
La Città Vecchia ha una su<strong>per</strong>ficie di circa<br />
un chilometro quadro, con al centro la piazza<br />
grande del mercato (Ryneck Glówny, che è<br />
circondata da un viale alberato (Planty) che in<br />
origine era un fossato. Al margine sud della<br />
Città Vecchia si trova il castello di Wawel e, a<br />
sud di questo, l'antico quartiere tli Kazimìerz.<br />
La stazione ferroviaria e quella degli autobus<br />
sono situate l'una accanto all'altra, lungo il<br />
margine nord-est della Città Vecchia. Proprio<br />
di fronte alla stazione ferroviaria ha sede<br />
l'ufficio turistico e <strong>per</strong> andare a piedi da Rynek<br />
Glowny alla stazione s'impiegano dieci minuti.<br />
TASSI DI CAMBIO<br />
La valuta polacca è convertibile e non presenta<br />
problemi di cambio. I tassi di cambio<br />
ufficiali rappresentano grosso modo il valore<br />
reale della valuta. Negli ultimi anni il<br />
tasso di svalutazione dello zloly rispetto alle<br />
valute forti è andato riducendosi<br />
notevolmente .<br />
1Euro= 4,17 Zloty<br />
9<br />
I principali monumenti e attrazioni di Cracovia<br />
§ II castello e la cattedrale del Wawel, forse i più<br />
importanti monumenti storici della Polonia<br />
§ La splendida Piazza grande del mercato<br />
§ II coro e il presbiterio della Chiesa di Santa<br />
Maria, con le sue vetrate policrome, i dipinti<br />
murali e la straordinaria pala d'altare gotica di<br />
Veit Stoss<br />
§ II Museo Czartoryski, con la sua vasta e<br />
variegata collezione di o<strong>per</strong>e d'arte tra cui<br />
l'enigmatica Dama con l'ermellino di Leonardo da<br />
Vinci<br />
§ La splendida collezione del Collegium Maius<br />
§ II magnifico Museo della farmacia<br />
§ <strong>Un</strong>a serata di musica klezmier suonata dal vivo<br />
in uno dei caffè di ul Szeroka<br />
§ La labirintica miniera di sale di Wielickza.<br />
vecchia di 700 anni
IL QUARTIERE EBRAICO<br />
Il quartiere ebraico dì Kazimierz occupava una<br />
zona che misurava non più dì 300 x 300 m, ma nel<br />
corso dei secoli diventò il principale centro polacco<br />
della cultura ebraica.<br />
Durante la seconda guerra mondiale gli Ebrei<br />
vennero massacrati dai nazisti e insieme a loro<br />
sono scomparsi il folklore, la vita e 1'atmosfera<br />
del quartiere: oggi soltanto le caratteristiche<br />
architettoniche consentono di capire che questa<br />
un tempo era una città ebraica.<br />
Miracolosamente tutte le sette sinagoghe sono<br />
sopravvissute, anche se non tutte in ottime<br />
condizioni.<br />
PODGORZE<br />
Podgórze è un vasto quartiere situato a sud di<br />
Kazimierz, al di là della Vistola. Mentre Kazimierz<br />
è il luogo in cui gli Ebrei vissero <strong>per</strong> secoli,<br />
Podgórze è quello che segnò la tragica fine della<br />
loro storia: si tratta infatti del ghetto in cui gli<br />
Ebrei di Cracovia furono riuniti durante la<br />
seconda guerra mondiale <strong>per</strong> poi essere sterminati<br />
nel campo di concentramento di Plaszów, situato<br />
a sud, o <strong>per</strong> essere inviati a morire nelle camere a<br />
gas di <strong>Auschwitz</strong> o Belzec.<br />
Il ghetto di Cracovia ieri<br />
10
Le origini del genocidio. Cenni storici<br />
Il partito nazionalsocialista sale al potere in<br />
Germania il 30 gennaio 1933 con la nomina di<br />
Adolf Hitler alla cancelleria del Reich.<br />
Fondato nel 1919 a Monaco di Baviera il partito<br />
diviene in pochi anni il nucleo intorno al quale si<br />
raccolgono le forti tendenze nazionalistiche e<br />
autoritarie presenti nella Germania del primo<br />
dopoguerra.<br />
Esso si pone come campione di una completa<br />
rigenerazione politica e morale del popolo<br />
tedesco fondata su una concezione forte di<br />
ineguaglianza biologica tra gli uomini. Sin da<br />
subito uno dei punti centrali del programma del<br />
partito è la teoria della razza secondo la quale il<br />
popolo ariano, cioè i nordici di sangue puro, ha<br />
la missione di dominare il mondo in quanto<br />
portatore di <strong>per</strong>fezione e civiltà.<br />
Compito più sacro dello Stato dovrà essere<br />
quello di salvaguardare la purezza razziale del<br />
suo popolo contro le degenerazioni derivanti<br />
dagli incroci razziali e da ogni altra tara che<br />
possa imbastardire, e rendere quindi inferiore, la<br />
razza.<br />
Sin dal programma del 1920 il nemico principale<br />
del popolo tedesco è individuato negli ebrei,<br />
considerati come i più <strong>per</strong>icolosi bacilli che<br />
infettano il corpo sano della nazione germanica<br />
fiaccandone lo spirito e indebolendone le forze.<br />
Sotto le più innocue apparenze essi sono<br />
considerati i diabolici promotori di una congiura<br />
mondiale, di cui il marxismo non è che una<br />
filiazione, atta ad impedire l’ascesa della razza<br />
pura alle posizioni di dominio che le competono.<br />
Il razzismo come sistema di pensiero è il punto<br />
più caratterizzante del nazionalsocialismo. Non<br />
appena giunto al potere, esso comincia a mettere<br />
in atto la sua politica di igiene razziale con<br />
incredibile coerenza, gradualità e razionalità.<br />
Non solamente nei confronti degli ebrei.<br />
L’antisemitismo si può considerare la punta<br />
dell’iceberg nella memoria delle <strong>per</strong>secuzioni<br />
naziste. Ma la gerarchia razzista metteva accanto<br />
agli ebrei, nella categoria dei "non-uomini" e,<br />
quindi, di coloro che dovevano essere eliminati,<br />
anche gli zingari e i disabili; mentre appena sopra<br />
di essi venivano le razze inferiori dei "mezziuomini",<br />
vale a dire le popolazioni slave e i russi,<br />
il cui destino doveva essere quello di essere<br />
dominati e asserviti alla razza pura.<br />
12<br />
CRONOLOGIA ESSENZIALE SUL NAZISMO E SUL<br />
FASCISMO<br />
1919 - Sono costituiti a Milano, su iniziativa di<br />
Mussolini, i Fasci italiani di combattimento, primo<br />
nucleo del partito fascista.<br />
1920 - Nasce in Germania, a Monaco, il partito<br />
nazionalsocialista, fondato da Adolf Hitler.<br />
1921 - Creazione del partito nazionale fascista.<br />
1922, 28 ottobre - Marcia su Roma; 29 ottobre -<br />
nascita del primo governo fascista.<br />
1923 - Viene approvata la riforma Gentile sulla scuola.<br />
1923 - A Monaco Hitler tenta di impadronirsi del<br />
potere, ma il colpo di stato fallisce e Hitler finisce in<br />
carcere, dove resterà solo 6 mesi. In questo <strong>per</strong>iodo<br />
scrive il Mein Kampf.<br />
1924 aprile - Elezioni in cui i fascisti ottengono, grazie<br />
all’appoggio di molti popolari, una schiacciante vittoria.<br />
1924 giugno - Rapimento e assassinio di Matteotti<br />
che denuncia brogli da parte dei fascisti durante le<br />
elezioni.<br />
1925 -’26 - Emanazione delle leggi fascistissime e<br />
trasformazione del regime mussoliniano in senso<br />
totalitario.<br />
1929 - Firma dei patti lateranensi con la Chiesa.<br />
1929 - Grande crisi economica su scala mondiale.<br />
Hitler sfrutta il malcontento popolare.<br />
1930 - I nazisti ottengono alle elezioni 107 deputati.<br />
1933 gennaio - Hitler è nominato Cancelliere.<br />
1933 febbraio - Incendio del Reichstag. Hitler riesce a<br />
farsi dare poteri speciali.<br />
1933 7 giugno - Per iniziativa di Mussolini, viene<br />
firmato a Roma il "Patto delle 4 Potenze": Gran<br />
Bretagna, Francia, Germania e Italia si assumono la<br />
responsabilità del mantenimento della pace in Europa.<br />
1934 gennaio - La Germania e la Polonia firmano un<br />
patto decennale di non aggressione.<br />
1934 giugno - Eliminazione delle SA da parte delle<br />
SS <strong>per</strong> volere di Hitler.<br />
1934 agosto - Alla morte del vecchio Presidente<br />
Hindenburg, Hitler diventa capo dello stato.<br />
1935 - Aggressione dell’Italia all’Etiopia. Condanna<br />
della Società delle Nazioni. Progressivo avvicinamento<br />
dell’Italia fascista alla Germania nazista.
Il regime all’o<strong>per</strong>a<br />
Dunque Hitler sale al potere il 30 gennaio<br />
1933. Già nel marzo viene creato il primo<br />
campo di concentramento, quello di<br />
Dachau, i cui primi "ospiti" sono gli<br />
oppositori politici del nazionalsocialismo;<br />
dapprima esponenti del partito comunista,<br />
poi anche socialdemocratici e cattolici.<br />
Particolarmente duro era il trattamento <strong>per</strong><br />
coloro che erano, oltre che oppositori, anche<br />
ebrei.<br />
Per quanto riguarda il progetto di selezione<br />
della razza, il nazionalsocialismo agisce<br />
molto rapidamente. Nel marzo 1933 viene<br />
organizzato il boicottaggio dei negozi<br />
ebraici. In aprile viene varata la legge sulla<br />
burocrazia, che mette a riposo i funzionari<br />
che non siano in grado di dimostrare la loro<br />
origine ariana. Il 14 luglio viene varata la<br />
legge contro le malattie ereditarie che<br />
sancisce il principio della sterilizzazione<br />
forzata di coloro che venivano definiti dal<br />
regime "malati di mente" (in questa categoria<br />
generale i nazisti facevano rientrare disabili,<br />
ritardati, sordi, ciechi e tutti coloro che<br />
potevano venir considerati portatori di<br />
debolezza e di tare nella razza).<br />
Al congresso del partito nazionalsocialista<br />
del 1935 viene ribadito e indurito il concetto<br />
di ineguaglianza biologica delle razze<br />
inferiori già presente nel programma del<br />
1920. Parte il programma di dissimilazione<br />
nei confronti degli ebrei.<br />
Il 15 settembre 1935 vengono varate le leggi<br />
di Norimberga destinate, secondo i nazisti a<br />
fissare i principi della libertà in Germania<br />
poiché "questa libertà proviene dal sangue, e<br />
potrà essere conservata in eterno soltanto<br />
attraverso la purezza della razza". Con le<br />
leggi di Norimberga gli ebrei (e gli zingari)<br />
ricevono lo status giuridico di appartenenti<br />
alla razza inferiore. Le principali disposizioni<br />
di queste leggi stabiliscono che cittadino a<br />
tutti gli effetti è soltanto il soggetto di<br />
sangue tedesco o affine e il divieto di<br />
matrimonio e di rapporti extramatrimoniali<br />
tra ebrei e soggetti di sangue tedesco.<br />
Con l’emanazione delle leggi di Norimberga<br />
si completa l’isolamento e la messa al bando<br />
degli ebrei: essi a questo punto sono<br />
13<br />
1935 settembre - Emanazione delle leggi di<br />
Norimberga: gli ebrei <strong>per</strong>dono la cittadinanza tedesca<br />
e sono vietati i matrimoni tra ebrei e ariani.<br />
1936 luglio - Italia e Germania inviano aiuti al<br />
generale Franco, che si è messo alla testa di un<br />
movimento fascista <strong>per</strong> rovesciare il governo<br />
democratico regolarmente eletto.<br />
1936 ottobre - Nasce l’Asse Roma-Berlino<br />
1937 - Pio XI emana l’enciclica Mit brennender Sorge<br />
in cui attacca le teorie razziste naziste.<br />
1938 - Annessione dell’Austria al Reich tedesco.<br />
1938 14 luglio - Viene pubblicato in Italia il Manifesto<br />
degli scienziati razzisti.<br />
1938 settembre - Emanazione dei primi provvedimenti<br />
contro gli ebrei italiani.<br />
1938, 30 settembre - Conferenza di Monaco (Hitler,<br />
Mussolini, Chamberlain, Deladier): cessione dei Sudeti<br />
alla Germania.<br />
1938 novembre - Proclamazione delle leggi razziali in<br />
Italia.<br />
1938, 9-10 novembre - «La Notte dei cristalli»,<br />
pogrom inscenato dai nazisti, distruzione di sinagoghe<br />
e negozi. Avvio in Germania di una politica sempre più<br />
antisemita.<br />
1939 gennaio - Creazione in Germania della «centrale<br />
del Reich <strong>per</strong> l’emigrazione ebraica», <strong>per</strong> organizzare<br />
e affrettare l’emigrazione degli ebrei dal Reich.<br />
1939 marzo - Hitler viola gli accordi di Monaco e<br />
invade la Cecoslovacchia.<br />
1939 aprile - L’Italia occupa l’Albania.<br />
1939 maggio - Italia e Germania firmano il Patto<br />
d’Acciaio (alleanza militare).<br />
1939 agosto - Patto di non aggressione tedescosovietico.<br />
1939, 1 settembre - Hitler invade la Polonia. La<br />
Francia e l’Inghilterra onorano gli impegni assunti con<br />
la Polonia e dichiarano guerra alla Germania: è l’inizio<br />
della seconda guerra mondiale. L’Italia <strong>per</strong> il momento<br />
non interviene. In Polonia iniziano immediatamente<br />
maltrattamenti e uccisioni di ebrei.<br />
1940 - Inizio del « programma eutanasia »: uccisione<br />
dei malati di mente in Germania, nome in codice T4.<br />
1940 aprile/maggio - Hitler inizia la guerra sul fronte<br />
occidentale; in poco tempo sono invase la Danimarca,<br />
la Norvegia, il Belgio e l’Olanda.<br />
1940 maggio - A<strong>per</strong>tura del campo di <strong>Auschwitz</strong> in<br />
Alta Slesia.
condannati alla morte civile e isolati<br />
all’interno della nazione, boicottati dal punto<br />
di vista economico, interdetti a qualsiasi<br />
carica, vessati dalla pesantissima e continua<br />
propaganda di regime e costretti a subire<br />
quotidiane angherie.<br />
Sotto la pressione insostenibile di questa<br />
situazione la comunità ebraica tedesca<br />
comincia a prendere la via dell’emigrazione.<br />
Tanti abbandonano il territorio del Reich tra<br />
il 1935 e il 1938. In questa fase si può dire<br />
che l’emigrazione ebraica coincide con i<br />
disegni dei nazisti che non avevano ancora<br />
elaborato piani precisi <strong>per</strong> la soluzione della<br />
questione ebraica.<br />
Il 1938 segna l’inizio della seconda fase della<br />
politica antisemita e, in generale, di<br />
applicazione lucida e coerente delle<br />
conseguenze estreme dell’idea della razza<br />
nazista. La data storica generalmente<br />
considerata il momento della svolta nella<br />
<strong>per</strong>secuzione antisemita è il 9 novembre<br />
1938, nota come la “notte dei cristalli”. In<br />
quella notte i nazisti distrussero a migliaia<br />
negozi, grandi magazzini, abitazioni e<br />
sinagoghe, così come decine di migliaia<br />
furono gli ebrei arrestati, mentre alcuni<br />
furono uccisi. Da questo momento la<br />
<strong>per</strong>secuzione lascia il livello episodico e<br />
individuale <strong>per</strong> assumere carattere collettivo<br />
e sistematico. Ma è bene ricordare che<br />
quando furono scatenati i progroms della<br />
notte dei cristalli l’esclusione degli ebrei dalla<br />
vita civile era già un fatto compiuto. E’ nello<br />
stesso <strong>per</strong>iodo che hanno inizio le prime<br />
deportazioni in massa di ebrei nei campi di<br />
concentramento.<br />
Tra il 1938 e il 1939, l’annessione<br />
dell’Austria e di parte della Cecoslovacchia<br />
prima e l’inizio della guerra con la conquista<br />
della Polonia poi, portano i nazisti a<br />
considerare una soluzione definitiva <strong>per</strong><br />
eliminare il problema delle razze inferiori.<br />
Nel gennaio 1940 Hitler dà via libera al<br />
programma di "eutanasia" <strong>per</strong> i "malati<br />
cronici" (disabili, ritardati, ecc.).<br />
Contemporaneamente i funzionari nazisti<br />
sono incaricati di trovare una soluzione<br />
decisiva <strong>per</strong> la questione ebraica nonché <strong>per</strong><br />
gli zingari e le popolazioni slave e russe,<br />
cadute a milioni sotto il potere del Terzo<br />
14<br />
1940 giugno - La Germania sfonda il fronte in<br />
Francia.<br />
1940 10 giugno - L’Italia entra in guerra a fianco<br />
della Germania.<br />
1940 ottobre - Attacco italiano alla Grecia.<br />
1941 - Vittorie di Rommel in Africa contro gli inglesi.<br />
1941 aprile - Hitler va in aiuto delle forze italiane in<br />
Grecia. La Grecia viene sconfitta.<br />
1941 aprile - Attacco dell’Asse contro la Jugoslavia.<br />
1941, 22 giugno - Attacco della Germania<br />
all’<strong>Un</strong>ione Sovietica. Immediatamente nei territori<br />
conquistati dai nazisti iniziano pogrom e uccisioni di<br />
massa di ebrei <strong>per</strong>petrati dagli Eisensatzgruppen.<br />
Mussolini, anche se non richiesto, invia un corpo di<br />
spedizione in aiuto dei tedeschi.<br />
1941 ottobre/novembre - Costruzione del primo<br />
campo di sterminio <strong>per</strong> gli ebrei a Chelmno. Le<br />
vittime vengono uccise utilizzando i Gaswagen.<br />
1941 dicembre - Entrano in guerra a favore di<br />
Francia, Inghilterra, <strong>Un</strong>ione Sovietica, gli Stati <strong>Un</strong>iti<br />
d’America, attaccati dai giapponesi il 7 dicembre a<br />
Pearì Harbour.<br />
1942 gennaio - Berlino: Conferenza di Wannsee,<br />
dove vengono programmate le fasi della «soluzione<br />
finale» della questione ebraica.<br />
1942 marzo - Costruzione del campo di sterminio di<br />
Belzec. Inizio dell’o<strong>per</strong>azione Reinhard:<br />
eliminazione degli ebrei polacchi.<br />
1942 giugno - Avanzata dell’Asse in Africa<br />
settentrionale. Viene raggiunta Al Alamein.<br />
1942 luglio - Inizio delle gassazioni di massa nel<br />
campo di sterminio di Treblinka.<br />
1942 settembre - I tedeschi entrano a Stalingrado.<br />
1942 ottobre - Rommel è costretto a ritirarsi in<br />
Africa settentrionale a causa della controffensiva<br />
britannica.<br />
1942 novembre - Inizia la controffensiva sovietica a<br />
Stalingrado.<br />
1942 dicembre - Attacco sovietico sul Don, dove è<br />
schierato il corpo di spedizione italiano, l’Armir.<br />
Ritirata dell’Asse.<br />
1943 febbraio - I tedeschi sono costretti ad<br />
arrendersi a Stalingrado.<br />
1943 primavera - Il Kommando 1005 riceve<br />
l’incarico di dissotterrare e cremare i cadaveri degli<br />
ebrei uccisi e cancellare le tracce delle stragi<br />
compiute.
Reich che controlla buona parte dell’Europa<br />
continentale.<br />
Nei primi anni di guerra, fino alla fine del<br />
1941, il progetto nazista di eliminare<br />
completamente la presenza degli ebrei<br />
dall’Europa è soprattutto indirizzato all’idea<br />
della deportazione massiccia verso est, cioè<br />
verso i territori sovietici di nuova conquista,<br />
<strong>per</strong> realizzare la totale "liberazione dagli<br />
ebrei" dei territori del Reich. Il dibattito<br />
interno al nazionalsocialismo <strong>per</strong> la<br />
soluzione della questione ebraica è anche<br />
influenzato dal prolungarsi della guerra e<br />
dalle esigenze economiche e produttive.<br />
Ma è bene precisare che il progetto di<br />
sterminare gli ebrei resta il punto fermo. Ciò<br />
che viene discusso è la ricerca del metodo<br />
più efficace e sicuro. Così, la razionale e<br />
pianificata <strong>per</strong>secuzione passa <strong>per</strong> varie fasi:<br />
dalle deportazioni ai ghetti alle fucilazioni di<br />
massa. Tra la fine del 1941 e l’inizio del 1942<br />
varie tecniche di stermino vengono<br />
s<strong>per</strong>imentate dai nazisti. Tra queste la più<br />
efficace ed "economica" si rivela quella<br />
dell’utilizzo delle camere a gas.<br />
Dall’inizio del 1942 fino alla fine della guerra<br />
saranno diversi milioni gli ebrei eliminati in<br />
questo modo: setacciati in tutta Europa,<br />
caricati e stipati su vagoni merci sigillati e<br />
trasportati nei campi di sterminio: qui<br />
vengono immediatamente selezionati gli<br />
inabili al lavoro (malati, vecchi, bambini fino<br />
ai 10-12 anni, donne con figli piccoli) che<br />
sono immediatamente eliminati. Gli altri<br />
vengono destinati al lavoro nei campi di<br />
concentramento in quanto, e fino a quando,<br />
sono considerati utilizzabili come mano<br />
d’o<strong>per</strong>a schiava da sfruttare.<br />
Solamente ad <strong>Auschwitz</strong>, il più grande<br />
campo di concentramento e, poi, anche di<br />
sterminio, tra il 1942 e il 1945 vengono<br />
eliminate col gas centinaia di <strong>per</strong>sone ogni<br />
giorno, deportate da tutti i Paesi europei.<br />
15<br />
1943 marzo - In Italia avvengono i primi scio<strong>per</strong>i contro il<br />
regime, a Torino e poi in altre città.<br />
1943 aprile - Il campo di Chelmno cessa di funzionare.<br />
1943 aprile/maggio - Rivolta nel ghetto di Varsavia.<br />
Dopo una eroica resistenza il ghetto è distrutto.<br />
1943 luglio - Gli angloamericani sbarcano in Sicilia.<br />
1943 24 luglio - Si riunisce il Gran Consiglio del<br />
fascismo. Mussolini è messo in minoranza.<br />
1943 25 luglio - Mussolini viene arrestato. Il re nomina<br />
capo del governo Badoglio, che annuncia il<br />
proseguimento della guerra.<br />
1943 agosto - Rivolta dei prigionieri di Treblinka.<br />
1943 8 settembre - L’Italia firma l’armistizio con gli<br />
angloamericani. Il re e Badoglio fuggono da<br />
Roma.<br />
1943 9 settembre - Nasce il Comitato di Liberazione<br />
Nazionale (CLN).<br />
1943 10 settembre - Roma è occupata dai tedeschi,<br />
così come tutto il Nord Italia.<br />
1943 12 settembre - I tedeschi liberano Mussolini che<br />
ricostituisce il partito nazionale fascista e dà vita a un<br />
governo fantoccio nel Nord Italia.<br />
1943 ottobre - Rivolta dei prigionieri del lager di Sobibor.<br />
1943 16 ottobre - Rastrellamento nazista nel ghetto di<br />
Roma. Più di mille ebrei romani finiscono<br />
nel campo di sterminio di <strong>Auschwitz</strong>.<br />
1943 novembre - Si intensifica il movimento di<br />
resistenza contro i tedeschi. Nascono le Brigate<br />
Garibaldi di orientamento comunista.<br />
1943 novembre - Durante il Congresso di Verona il<br />
partito repubblicano fascista dichiara gli ebrei «nemici».<br />
Intensificazione della caccia agli ebrei da parte dei nazifascisti.<br />
1944 gennaio - Sbarco alleato ad Anzio.<br />
1944 gennaio - Vengono create nuove formazioni<br />
partigiane: le Brigate Giustizia e libertà (partito d’azione)<br />
e Matteotti, di ispirazione socialista.<br />
1944 marzo - Scio<strong>per</strong>o generale dei lavoratori contro gli<br />
“Vi era una prospettiva politica comune, una direttrice di marcia che tendeva a<br />
unificare le es<strong>per</strong>ienze della destra in Europa”<br />
Enzo Collotti, Fascismo , fascismi
Alla fine della guerra saranno più di sei<br />
milioni le vittime della pulizia etnica nazista.<br />
<strong>Un</strong>a cifra impressionante di morti che non<br />
ha precedenti nella storia.<br />
<strong>Un</strong> lucido progetto di sterminio nato<br />
dall’ideologia razzista e portato avanti con la<br />
complicità, l’assenso e il silenzio di una parte<br />
non indifferente della società civile che non<br />
può essere liquidato come il frutto della<br />
volontà omicida di un pugno di criminali di<br />
guerra o della "follia" di Hitler.<br />
L’annientamento fisico e morale di milioni di<br />
individui nei campi di concentramento,<br />
l’uccisione dei malati di mente, lo sterminio<br />
sistematico, il dominio assoluto dell’uomo<br />
sull’uomo in nome della purezza della razza.<br />
<strong>Auschwitz</strong> è il simbolo di tutto questo, è il<br />
campo di concentramento e di stermino più<br />
noto. E’ il luogo dove centinaia di migliaia di<br />
<strong>per</strong>sone sono state eliminate nel breve<br />
volgere di pochi anni, il luogo scelto dai<br />
nazisti <strong>per</strong> portare a termine la loro o<strong>per</strong>a di<br />
stermino, l’ultima fermata <strong>per</strong> tutti coloro<br />
che la soluzione finale della questione<br />
razziale aveva destinato alla morte.<br />
Ma Aushwitz non è una mostruosità<br />
inspiegabile, un buco nero nella storia, una<br />
parentesi di barbarie e di follia a cui poter<br />
guardare come qualcosa di lontano, di<br />
estraneo, di diverso. Oggi sappiamo che il<br />
numero di uomini e donne coinvolti a vario<br />
titolo e con diversi livelli di consapevolezza<br />
nella macchina dello sterminio ammonta a<br />
circa un milione. Non solo "mostri", non<br />
solo tedeschi, non solo fanatici nazisti. Anzi,<br />
<strong>per</strong> la maggior parte gente normale, buoni<br />
padri di famiglia fedeli alle consegne del<br />
proprio lavoro, obbedienti ai comandi senza<br />
interrogarsi sulle conseguenze e la moralità<br />
del proprio o<strong>per</strong>ato. Tutta gente che ha<br />
"semplicemente" obbedito agli ordini.<br />
<strong>Auschwitz</strong> non è sepolto nella storia come<br />
non lo è l’ideologia che lo ha prodotto; il suo<br />
posto non è ai margini ma al centro della<br />
modernità. Interrogarsi su come <strong>Auschwitz</strong><br />
sia stato possibile significa interrogarsi sulle<br />
radici individuali e collettive del razzismo e<br />
dell’antisemitismo, del conformismo e della<br />
xenofobia, dell’obbedienza passiva e acritica<br />
alle gerarchie.<br />
16<br />
occupanti tedeschi.<br />
1944 23 marzo - Attentato dei partigiani a Roma in via<br />
Rasella; massacro tedesco alle Fosse Ardeatine: 335<br />
civili vengono fucilati.<br />
1944 27 marzo - Rientra in Italia Palmiro Togliatti,<br />
segretario del Partito Comunista, e propone un governo<br />
di unità nazionale e il rinvio alla fine del conflitto di tutte<br />
le questioni istituzionali (svolta di Salerno).<br />
1944 maggio - Inizia ad <strong>Auschwitz</strong> il massacro degli<br />
ebrei ungheresi.<br />
1944 4 giugno - Gli alleati entrano a Roma.<br />
1944 6 giugno - Inizia lo sbarco alleato in Normandia<br />
con la creazione del secondo fronte.<br />
1944 20 luglio - Attentato contro Hitler, che si salva.<br />
Immediata la repressione: più di 5000 <strong>per</strong>sone accusate<br />
di aver preso parte alla congiura vengono uccise.<br />
1944 11 agosto - Gli angloamericani entrano a Firenze.<br />
1944 settembre - Eccidio di Marzabotto: 1936 civili<br />
uccisi.<br />
1944 7 ottobre - Rivolta dei prigionieri ebrei dei<br />
Sonderkommandos di <strong>Auschwitz</strong> che riescono a far<br />
saltare il IV crematorio, ma non a organizzare una rivolta<br />
generale.<br />
1944 25 novembre - Per ordine di Himmler, ad<br />
<strong>Auschwitz</strong> si iniziano a smantellare i crematori e le<br />
camere a gas.<br />
1944 dicembre - Hitler organizza un’ ultima difesa<br />
tedesca sulle Ardenne, che <strong>per</strong>ò non incide di molto<br />
sull’avanzata alleata. La Germania è invasa da est e da<br />
ovest.<br />
1945 18 gennaio - Inizia l’evacuazione del campo di<br />
sterminio di <strong>Auschwitz</strong> a causa della fulminea avanzata<br />
dell’Armata Rossa.<br />
1945 27 gennaio - Liberazione del campo di <strong>Auschwitz</strong><br />
da parte delle truppe sovietiche.<br />
1945 aprile - Inizia la grande offensiva alleata in Italia.<br />
1945 18 aprile - Insorge Torino.<br />
1945 23 aprile - Insorge Genova.<br />
1945 25 aprile - Insurrezione generale in Alta Italia.<br />
Mussolini tenta a fuga.<br />
1945 28 aprile - Mussolini viene sorpreso mentre tenta<br />
di fuggire in Svizzera. Arrestato dai partigiani viene<br />
fucilato.<br />
1945 30 aprile - Mentre le truppe sovietiche entrano a<br />
Berlino, Hitler si suicida nella Cancelleria del Reich.<br />
1945 7 maggio - Resa incondizionata della Germania e<br />
fine della guerra in Europa.<br />
1945 20 novembre - Si apre a Norimberga il processo<br />
contro i criminali di guerra tedeschi.
Bibliografia essenziale sul<br />
regime fascista<br />
§ Burgio A. (a cura di), Nel nome della<br />
razza. Il razzismo nella storia d’Italia 1870-<br />
1945, Bologna, Il Mulino, 1999<br />
§ Collotti E., Fascismo, fascismi, Sansoni,<br />
Firenze, 1989<br />
§ Caffaz U. (a cura di), A cinquant’anni dalle<br />
leggi razziali. Discriminazione e<br />
<strong>per</strong>secuzione degli ebrei nell’Italia fascista,<br />
Consiglio Regionale della Toscana, La<br />
Giuntina, Firenze, 1988<br />
Camera dei Deputati, La legislazione<br />
antiebraica in Italia e in Europa, Roma,<br />
1989<br />
§ Dal Pont A., I lager di Mussolini. L’altra<br />
faccia del confino nei documenti della<br />
polizia fascista, Milano, La Pietra, 1975<br />
De Felice R., Storia degli<br />
ebrei italiani sotto il<br />
fascismo, Einaudi, Torino,<br />
1994<br />
§ De Felice R., Mussolini, (in<br />
vari torni), Einaudi, Torino<br />
§ Del Boca A., Legnani M.,<br />
Rossi M. G. (a cura di), Il<br />
regime fascista. Storia e<br />
storiografia, Bari, Laterza,<br />
1995<br />
§ Di Sante C. (a cura di), I<br />
campi di concentramento in<br />
Italia. Dall’internamento alla<br />
deportazione (1940-1945),<br />
Milano, Angeli, 2001<br />
§ Finzi R., L’università italiana<br />
e le leggi antiebraiche,<br />
Editori Riuniti, Roma, 1997<br />
§ Franzinelli M., I tentacoli dell’OVRA.<br />
Agenti, collaboratori e vittime della polizia<br />
politica fascista, Torino, Bollati Boringhieri,<br />
1999<br />
§ Germinario F., Razza del sangue, razza<br />
dello spirito. Julius Evola, l’antisemitismo e<br />
il nazionalsocialismo (1930-1943), Torino,<br />
Bolati Boringhieri, 2001<br />
Bibliografia essenziale sul regime nazista<br />
§ Allen W. S., Come si diventa nazisti. Storia<br />
di una piccola città 1930 - 35, Einaudi,<br />
Torino, 1994 (interessantissimo esempio di<br />
micro-storia: l’autore cerca di spiegare le<br />
trasformazioni avvenute in una<br />
piccola città tedesca e la sua adesione al<br />
movimento nazionalsocialista)<br />
§ Burleigh M., Wip<strong>per</strong>mann W., Lo stato<br />
razziale. Germania 1933, Rizzoli, Milano,<br />
1992<br />
17<br />
§ Klinkhammer L., L’occupazione tedesca in<br />
Italia 1943-1945, Torino, Bollati Boringhieri,<br />
1993<br />
§ Israel G., Nastasi P., Scienza e razza<br />
nell’Italia fascista, Il Mulino, Bologna 1998<br />
§ Picciotto Fargion L., Il libro della memoria.<br />
Gli ebrei deportati dall’Italia 1943 - 45,<br />
Mursia, Milano, 1991<br />
§ Rochat G., Il colonialismo italiano, Torino,<br />
Loescher, 1973<br />
§ SalvatorelliL. e Mira G.. Storia d’Italia nel<br />
<strong>per</strong>iodo fascista, Torino, Einaudi, 1964<br />
§ Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei.<br />
<strong>Auschwitz</strong><br />
Cronaca dell’elaborazione delle leggi<br />
razziali del 1938, Zarnorani, Torino, 1994<br />
§ Sarfatti M., Gli ebrei nell’Italia fascista,<br />
Einaudi, Torino, 2000<br />
§ Tranfaglia N., La prima guerra mondiale e<br />
il fascismo, Torino, UTET, 1995<br />
§ Zuccotti S., L’Olocausto in Italia, TEA,<br />
Milano, 1995<br />
§ Collotti E., La Germania nazista, Einaudi,<br />
Torino, 1962<br />
§ Collotti E., Hitler e il nazismo, Giunti,<br />
Firenze, 1994<br />
§ Frei N., Lo stato nazista, Bari, Laterza,<br />
1992<br />
§ Kershaw I., Che cosa è il nazismo?<br />
Problemi interpretativi e prospettive di<br />
ricerca, Bollati Boringhieri, Torino 1993<br />
(strumento particolarmente utile <strong>per</strong>
orientarsi nel dibattito storiografico su<br />
diversi nodi: dal rapporto fra politica ed<br />
economia, al ruolo di Hitler nello sterminio<br />
degli ebrei)<br />
§ Mosse G. L., Le origini culturali del terzo<br />
Reich, il Saggiatore, Milano, 1994<br />
§ Natoli C., (a cura di), Stato e società<br />
durante il Terzo Reich, Milano, Angeli,<br />
1993<br />
§ Sbirer W. L., Storia del Terzo Reich,<br />
Einaudi, Torino, 1962<br />
Hitler<br />
§ Fest J., Hitler, Rizzoli, Milano 1991<br />
(biografia di amplissime dimensioni)<br />
§ Kershaw I., Hitler e l’enigma del consenso,<br />
Laterza, Bari, 1997 (analisi dei meccanismi<br />
di potere all’interno del terzo Reich)<br />
Il 31 marzo 1933, dopo appena due mesi<br />
dalla nomina di Hitler a cancelliere, fu<br />
emesso nella Germania nazista il primo<br />
decreto discriminante <strong>per</strong> gli Ebrei: i giudici<br />
ebrei dovevano dare le dimissioni entro<br />
ventiquattro ore.<br />
Questo non fu l’unico<br />
emendamento in<br />
Germania in difesa della<br />
razza ariana. Il 7 aprile<br />
del 1933, infatti, fu<br />
emessa la legge <strong>per</strong> la<br />
ricostruzione e la<br />
semplificazione<br />
dell’amministrazione<br />
civile dello Stato che<br />
autorizzava al<br />
licenziamento di<br />
qualsiasi impiegato che<br />
non aveva i requisiti<br />
della razza ariana.<br />
L’11 aprile 1933 fu<br />
definito il termine “non<br />
ariano” come applicabile<br />
a coloro che avevano<br />
La difesa della razza<br />
Il nazionalsocialismo riconosce<br />
l’ineguaglianza degli uomini voluta da Dio e<br />
dalla Natura come base della vita civile e ne<br />
trae le sue conclusioni. Politicamente ciò<br />
significa l’idea di un capo, di un Fuhrer,<br />
significa favorire un ordinamento gerarchico<br />
basato sul valore degli uomini e sulla<br />
responsabilità <strong>per</strong>sonale, che solo così<br />
diventa attuabile. Dal punto di vista biologico<br />
significa lottare contro la degenerazione<br />
all’interno di un popolo: ciò si attua<br />
avvantaggiando le parti sane e capaci<br />
rispetto a quelle malate e rifiutando il<br />
miscuglio razziale attraverso l’esclusione di<br />
ogni influenza di razze straniere.<br />
Dal discorso di Gerhardt Wagner, capo dei<br />
medici del Reich, al congresso della NSDAP<br />
a Norimberga nel 1935<br />
18<br />
§ Kershaw I., Il «mito Hitler». Immagine e<br />
realtà nel terzo Reich, Bollati Boringhieri,<br />
Torino, 1998 (l’autore analizza l’immagine<br />
che Hitler aveva costruito di sé)<br />
§ Kershaw I., Hitler, 1889 -1936, Bompiani,<br />
Milano, 1999 (prima parte di una<br />
monumentale e documentatissima<br />
biografia)<br />
§ Kershaw I., Hitler, 1936 - 1945, Bompiani,<br />
Milano, 2000<br />
§ Lukacs J., Dossier Hitler, TEA, Milano<br />
2000<br />
§ Rosenbaum R., Il mistero di Hitler, Oscar<br />
Mondadori, Milano, 2000 (l’autore offre un<br />
avvincente affresco delle interpretazioni<br />
che gli storici hanno dato <strong>per</strong> spiegare il<br />
«fenomeno» Hitler)<br />
anche solo un nonno “non ariano”.<br />
Il 25 aprile 1933 viene fissato lo sbarramento<br />
numerico agli studenti e agli universitari<br />
ebrei.<br />
Il 15 maggio 1933 un decreto legge sulle<br />
aziende agricole prussiane definì l’agricoltore<br />
cittadino tedesco di<br />
sangue ariano (il<br />
decreto legge divenne<br />
legge nazionale il 29<br />
novembre 1933).<br />
Il 1° giugno 1933<br />
viene vietato<br />
l’arruolamento nella<br />
Reichswehr ai “non<br />
ariani”.<br />
Il 30 giugno 1933 fu<br />
approvata una legge<br />
che allargava la sfera<br />
delle <strong>per</strong>sone escluse<br />
dagli incarichi<br />
amministrativi del<br />
Reich: anche gli ariani<br />
sposati con “non<br />
ariani” dovevano
essere licenziati.<br />
Il 14 luglio 1933 fu votata la prima legge<br />
eugenetica che prevedeva di poter<br />
sterilizzare le <strong>per</strong>sone portatrici di malattie<br />
ereditarie anche senza il loro consenso.<br />
Questa legge fu resa pubblica solo il 25<br />
luglio 1933, dopo la piena realizzazione del<br />
Concordato con il Vaticano.<br />
Il 14 luglio 1933 fu emanata un’altra legge,<br />
che revocava la cittadinanza a chiunque<br />
l’avesse ottenuta durante la Repubblica di<br />
Weimar e fosse considerato indesiderabile.<br />
Dal novembre 1933 fu autorizzata la<br />
castrazione a chi si era macchiato di crimini<br />
sessuali, e fu allargata anche agli omosessuali<br />
dal 26 giugno 1935, ma soltanto con il loro<br />
consenso. Lo stesso emendamento<br />
autorizzava anche l’aborto con il consenso<br />
della madre nel caso che il nascituro potesse<br />
avere dei problemi fisici e mentali ereditari.<br />
Il 15 maggio 1935 un altro decreto, invece,<br />
prevedeva sempre in ambito di cittadinanza<br />
la possibilità di diventare cittadino del Reich,<br />
ma solo se il caso fosse stato analizzato<br />
dall’autorità competente.<br />
Queste e tante altre furono le leggi<br />
approvate da Hitler nei primi due anni di<br />
governo, ma non furono niente se<br />
paragonate a quelle che passarono alla storia<br />
come le leggi di Norimberga. Il 15 settembre<br />
1935, infatti, il Reichtag approvava<br />
unanimemente la “legge <strong>per</strong> la protezione<br />
del sangue e dell’onore tedesco”, che vietava<br />
i matrimoni tra Ebrei e cittadini di sangue<br />
tedesco o affini, le relazioni extraconiugali<br />
fra Ebrei e cittadini di razza ariana, la<br />
possibilità agli Ebrei di assumere al loro<br />
servizio donne di sangue tedesco e di<br />
esporre la bandiera nazionale del Reich.<br />
Anche se questa legge menzionava solo gli<br />
Ebrei in realtà fu applicata anche a tutte le<br />
categorie di <strong>per</strong>sone con sangue alieno, in<br />
altre parole Zingari, neri e tutte le minoranze<br />
etniche.<br />
A Norimberga lo stesso giorno fu approvata<br />
anche la legge sulla cittadinanza tedesca,<br />
questa sanciva che in territorio tedesco ci<br />
fossero cittadini di serie A e cittadini di serie<br />
B. Al primo gruppo vi appartenevano<br />
soltanto i soggetti di sangue tedesco o affini,<br />
i quali dimostrassero con il loro<br />
19<br />
comportamento di essere disposti e atti a<br />
servire con lealtà il popolo e il Reich<br />
tedesco. Al secondo gruppo, quindi, vi<br />
appartenevano le minoranze etniche, i “non<br />
ariani”, e i tedeschi che non dimostravano di<br />
essere nazista, cioè coloro che avevano <strong>per</strong>so<br />
i diritti di cittadinanza tedesca.<br />
Il 26 aprile 1938 fu imposta la dichiarazione<br />
di tutti i beni ebraici, con l’obiettivo di<br />
avviare “l’arianizzazione dell’economia”<br />
attraverso la depredazione agli Ebrei dei loro<br />
beni imponendo la vendita coatta ad aziende<br />
ariane.<br />
La difesa della razza ariana ebbe una svolta<br />
storica il 9-10 novembre 1938 con la Notte<br />
dei Cristalli. Nella notte furono organizzate,<br />
infatti, cacce all’uomo nelle strade delle città,<br />
incendiati edifici, sinagoghe, devastati<br />
negozi. Ufficialmente furono fatti prigionieri<br />
ventimila ebrei, 36 uccisi e altrettanti feriti.<br />
Da quel momento vennero emanati decreti<br />
vessatori che prevedevano la <strong>per</strong>secuzione<br />
sistematica degli Ebrei in ogni istante della<br />
loro vita.<br />
Il 12 novembre 1938 fu ordinato con<br />
un’ordinanza del generale Goring di<br />
eliminare dalla vita economica tutti gli ebrei,<br />
sulla base del decreto del 18 ottobre 1936<br />
<strong>per</strong> l'esecuzione del Piano dei Quattro Anni.<br />
Il 21 settembre 1939 Heydrich da istruzioni<br />
sulle o<strong>per</strong>azioni di polizia riguardanti gli<br />
ebrei nei territori occupati della Polonia.<br />
Il 3 luglio 1940 fu redatto un memorandum<br />
stilato da Franz Rademacher <strong>per</strong> Ribbentrop,<br />
ministro degli esteri, che trattava una<br />
ipotetica soluzione della questione ebraica (<br />
progetto Madagascar), che propose di<br />
trasferire tutti gli Ebrei fuori dall’Europa, in<br />
Madagascar appunto.<br />
Dalla “notte dei cristalli” chi non era ariano<br />
non poteva più andare nei parchi pubblici, al<br />
cinema a teatro, assistere a concerti, agli<br />
avvenimenti sportivi, non poteva più essere<br />
invitati nelle case di ariani, non poteva<br />
frequentare università e scuole pubbliche,<br />
ne’ usufruire dell’assistenza pubblica. In<br />
merito alle cure mediche statali, già nel<br />
giugno del 1938, fu ordinato dal Reich di<br />
separare i pazienti non ariani dai pazienti di<br />
sangue tedesco o affine <strong>per</strong> evitare il<br />
<strong>per</strong>icolo di corruzione della razza ariana.
In particolar modo agli Ebrei, dopo la “notte<br />
dei cristalli”, fu stampata sulla carta<br />
d’identità, sul passaporto e sulla patente una<br />
"J". Sui documenti fu imposto il nome Israel<br />
al maschio ebreo e Sarah alla femmina e<br />
La conferenza di Wannsee<br />
Il 20 gennaio 1942 il generale R. Heydrich,<br />
direttore dell’Ufficio Centrale di Sicurezza del<br />
Reich, si incontrò con altri 14 alti funzionari dei<br />
principali ministeri tedeschi in una residenza<br />
tranquilla, lungo un lago a Wannsee (vicino a<br />
Berlino). La riunione era segretissima e il suo<br />
scopo era quello di precisare i termini della<br />
soluzione al problema ebraico. Il problema da<br />
risolvere era quello dell’eccessiva presenza di<br />
ebrei in Germania e nei territori occupati, <strong>per</strong> cui<br />
la politica di emigrazione forzata <strong>per</strong>seguita dal<br />
Reich non era più sufficiente <strong>per</strong> far fronte al<br />
problema ebraico. Era necessario pianificare lo<br />
sterminio in modo più preciso e sicuro e la<br />
riunione del Wannsee doveva appunto occuparsi<br />
di questo. Approssimativamente undici milioni di<br />
ebrei sarebbero stati coinvolti nella soluzione<br />
finale del problema; tra questi, cinque milioni di<br />
essi vivevano in <strong>Un</strong>ione Sovietica e circa tre<br />
milioni erano gli ebrei già sotto il controllo dei<br />
tedeschi (in Polonia e nei territori orientali<br />
occupati). La soluzione approvata a Wannsee fu<br />
quella che prevedeva l’eliminazione degli ebrei<br />
attraverso l’utilizzo del gas. Inoltre si decise anche<br />
la costruzione di appositi forni crematori all’interno<br />
dei campi di sterminio, con i quali si potevano<br />
occultare i cadaveri, cremandoli.<br />
Il protocollo di Wannsee<br />
"Nel corso della soluzione finale gli ebrei saranno<br />
instradati, sotto appropriata sorveglianza, verso<br />
l'Est, al fine di utilizzare il loro lavoro. Saranno<br />
separati in base al sesso. Quelli in grado di<br />
lavorare saranno condotti in grosse colonne nelle<br />
regioni di grandi lavori <strong>per</strong> costruire strade, e<br />
senza dubbio un grande numero morirà <strong>per</strong><br />
selezione naturale. Coloro che resteranno, che<br />
certo saranno gli elementi più forti, dovranno<br />
essere trattati di conseguenza, <strong>per</strong>chè<br />
rappresentano una selezione naturale, la cui<br />
liberazione dovrà essere considerata come la<br />
cellula germinale di un nuovo sviluppo ebraico<br />
(come mostra l'es<strong>per</strong>ienza della storia)" .<br />
20<br />
qualche tempo dopo fu obbligatorio anche<br />
cucire su tutti i vestiti una stella gialla. Il<br />
processo di <strong>per</strong>secuzione degli Ebrei arrivò<br />
fino alla nota “soluzione finale”, definita con<br />
il protocollo di Wannsee, il quale sanciva la<br />
totale eliminazione degli ebrei attraverso i<br />
campi di sterminio.<br />
La radicalizzazione della lotta contro i<br />
corruttori della nobile razza ariana si<br />
accentuò soprattutto con l’inizio della<br />
Seconda Guerra Mondiale Infatti oltre alla<br />
discriminazione e alla <strong>per</strong>secuzione nei<br />
confronti degli Ebrei si realizzò il<br />
programma di sterminio dei disabili, che<br />
prende il nome di eutanasia. Questo<br />
programma prevedeva la soppressione delle<br />
vite che non meritavano di essere vissute e<br />
prevedeva l’utilizzo di tutti i reparti<br />
ospedalieri, di medici e infermieri, nonché<br />
dell’apparato burocratico. Mancava solo una<br />
legge che autorizzasse le uccisioni, anche se<br />
il Reich cercò di sfruttare a pieno la serie di<br />
decreti emanati negli anni successivi <strong>per</strong><br />
spianare la strada all’o<strong>per</strong>azione. Il 18 agosto<br />
1939, ad esempio, fu approvato il decreto<br />
segreto, vale a dire mai reso pubblico, che<br />
ordinava a medici e alle ostetriche di<br />
segnalare tutti i casi di neonati e bambini con<br />
gravi problemi di salute. I bambini disabili,<br />
infatti, furono i primi ad essere sterminati<br />
secondo questo programma. Per gli adulti<br />
disabili, invece, il programma prese il nome<br />
di T4 (che indicava Tiergartenstrasse 4, cioè<br />
l’indirizzo della sede principale del gruppo<br />
o<strong>per</strong>ativo del programma). Quest’ultimo<br />
programma prevedeva il trasferimento di<br />
tutti i disabili adulti in istituti specializzati,<br />
dove venivano uccisi senza che venissero<br />
informati i parenti e i congiunti.<br />
Sul progetto «eutanasia» e i crimini della<br />
psichiatria<br />
§ Friedlander H., Le origini del genocidio<br />
nazista, Editori Riuniti, Roma, 1997<br />
§ Lifton R. J., I medici nazisti, Rizzoli, Milano,<br />
1988<br />
§ Muller-Hill B., Scienza di morte.<br />
L’eliminazione degli ebrei, degli zingari e<br />
dei malati di mente, Pisa, Ets, 1989<br />
§ Ricciardi Von Platen A., Il nazismo e<br />
l’eutanasia dei malati di mente, Le Lettere,<br />
Firenze, 2000
Le leggi razziali in Italia<br />
Nel corso del 1938 leggi razziali <strong>per</strong>secutorie<br />
vennero introdotte anche in Italia, Romania<br />
ed <strong>Un</strong>gheria. Nel nostro Paese furono<br />
emanate autonomamente dal regime fascista,<br />
non certo su pressione della Germania<br />
Progetto T4: lo sterminio dei disabili<br />
Forse non tutti sanno che il genocidio nazista cominciò proprio dai disabili. Le <strong>per</strong>sone handicappate, minori e adulte,<br />
furono le prime cavie designate di tutte le tecniche di annientamento, sterilizzazione e eutanasia sviluppate poi nella<br />
Shoah. Le prime prove documentali degli orrori nazisti, riguardarono proprio la <strong>per</strong>secuzione e i campi di uccisione dei<br />
disabili, anticamera dell’universo concentrazionario. Le campagne di sterilizzazione, internamento e deportazione<br />
delle <strong>per</strong>sone handicappate, presero il via nei mesi immediatamente successivi all’ascesa di Hitler, trovando terreno<br />
fertile nelle teorie eugenetiche e nella difesa della razza. Dopo un’intensa campagna di sterilizzazione, si passò<br />
all’uccisione sistematica dei bambini disabili. Il progetto T4, l’eutanasia di massa degli adulti disabili, che condusse<br />
alla morte circa 70.000 cittadini tedeschi, iniziò solo nel 1939, <strong>per</strong> interrom<strong>per</strong>si poi, ma solo formalmente, su<br />
pressione dell’opinione pubblica e delle Chiese, nell’agosto del 1941. Con l’estendersi dei fronti di guerra, lo sterminio<br />
dei disabili non risparmiò certo i Paesi occupati, con drammatici strascichi anche in Italia, come testimonia la<br />
deportazione dei disabili ebrei internati negli ospedali psichiatrici di Venezia, deportati ad <strong>Auschwitz</strong>-Birkenau.<br />
Sono passati 56 anni dalla Liberazione, ma la Shoah non è poi così lontana. Solo un anno fa in Austria si è celebrato<br />
l’ultimo processo contro il dottor Henrich Gross, psichiatra di Vienna, già citato nella ricerca, accusato di aver<br />
effettuato oltre 300 es<strong>per</strong>imenti usando bambini disabili come cavie umane.<br />
21<br />
nazista.<br />
La campagna del regime fascista contro gli<br />
ebrei cominciò all’inizio dell’anno <strong>per</strong><br />
sfociare con le leggi razziali di novembre.<br />
Nel primo semestre dell’anno furono<br />
emanati provvedimenti<br />
amministrativi di varia natura. Tra<br />
essi, il divieto di ingresso agli ebrei<br />
austriaci disposto il 18 marzo 1938<br />
(cinque giorni dopo l’occupazione di<br />
quel Paese da parte della Germania).<br />
Il 13 luglio 1938 fu pubblicato il<br />
documento teorico Il fascismo e i<br />
problemi della razza nel quale si<br />
affermava l’esistenza di una pura<br />
razza italiana distinta dagli ebrei. Il 6<br />
ottobre 1938 anche il Gran Consiglio<br />
del fascismo intervenne sul tema con<br />
una Dichiarazione sulla razza dove<br />
veniva illustrato il successivo quadro<br />
normativo <strong>per</strong> gli ebrei, che venivano<br />
dichiarati nemici naturali del regime.<br />
Intanto in settembre erano stati<br />
emanati i primi provvedimenti<br />
legislativi che disponevano<br />
l’espulsione degli ebrei stranieri,<br />
l’arianizzazione della scuola pubblica<br />
e l’istituzione degli uffici statali<br />
incaricati della <strong>per</strong>secuzione.<br />
Il 17 novembre 1938 venne emanato<br />
il provvedimento <strong>per</strong>secutorio di<br />
ordine generale (“provvedimento <strong>per</strong><br />
la difesa della razza italiana”). Dalla<br />
definizione giuridica degli ebrei
presente in essa (anche a seguito del<br />
censimento degli ebrei voluto in agosto dal<br />
governo) risultarono in Italia circa 50000<br />
individui classificati come ebrei e dunque<br />
assoggettati alla <strong>per</strong>secuzione.<br />
Dal 1938 al 1943 la <strong>per</strong>secuzione antiebraica<br />
si precisò in modo sempre più concreto. Gli<br />
ebrei vennero esclusi dalla maggior parte<br />
delle professioni e allontanati da qualsiasi<br />
incarico pubblico, venne loro vietato di<br />
possedere aziende o immobili, vennero<br />
espulsi da tutti gli ordini di scuole (sia<br />
studenti che professori). I libri di autori ebrei<br />
non vennero più pubblicati e quelli in<br />
commercio vennero ritirati.<br />
Gli ebrei vennero di fatto separati ed esclusi<br />
dalla vita civile. Scopo del regime era di<br />
giungere in pochi anni all’eliminazione degli<br />
ebrei dal territorio della penisola. L’ordine<br />
ufficiale di espulsione è del febbraio 1940. E<br />
a maggio dello stesso anno viene deciso<br />
l’internamento in campi di concentramento<br />
di tutti i non autorizzati a restare in Italia o<br />
22<br />
di coloro considerati “<strong>per</strong>icolosi”. Con<br />
l’entrata in guerra dell’Italia (giugno 1940) la<br />
pratica dell’emigrazione più o meno forzata<br />
viene abbandonata <strong>per</strong> fare spazio<br />
all’internamento nei campi di<br />
concentramento e di lavoro coatto.<br />
Tra il 1940 e il 1943 migliaia di ebrei (ma<br />
anche gli zingari subirono la stessa sorte)<br />
vennero internati nei campi di<br />
concentramento fatti costruire in tutta la<br />
penisola. I progetti del fascismo di<br />
“soluzione” della questione razziale vennero<br />
interrotti con la caduta del regime il 25 luglio<br />
1943. Da questo momento la sorte degli<br />
ebrei e dei <strong>per</strong>seguitati in Italia fu sottoposta<br />
all’andamento della guerra: coloro che<br />
rimasero nei territori della Repubblica di<br />
Salò sottoposti all’occupazione nazista<br />
conobbero l’ulteriore inasprimento delle<br />
<strong>per</strong>secuzioni. Molti furono deportati e<br />
trovarono la morte nei campi di sterminio<br />
nazisti.<br />
O<strong>per</strong>a di Agostino Barbieri
<strong>Un</strong>a volta decise, a parte del governo nazista,<br />
la “Soluzione finale” <strong>per</strong> gli ebrei – precisata<br />
dalla Conferenza di Wannsee – e i progetti di<br />
sterminio <strong>per</strong> i “nemici della razza”, venne<br />
messa in moto anche la macchina<br />
burocratica: le deportazioni nei campi di<br />
sterminio furono regolate dalle norme e<br />
secondo un piano razionalmente stabilito.<br />
Si riceve una disposizione scritta, cosa e<br />
quanto si può portare con sé: uno zaino con<br />
viveri <strong>per</strong> il viaggio, una gavetta e un<br />
cucchiaio, non coltelli né forbici, due<br />
co<strong>per</strong>te, biancheria da letto, vestiti caldi e<br />
scarpe resistenti, peso massimo 25 kg. Gli<br />
oggetti di valore devono essere consegnati,<br />
altre proprietà devono essere denunciate, le<br />
chiavi di casa cedute. In strada attende già un<br />
autocarro che si dirige al campo di raccolta o<br />
direttamente alla stazione ferroviaria. <strong>Un</strong><br />
<strong>treno</strong> è fermo al piano caricatore, 20 vagoni<br />
merci, le cui a<strong>per</strong>ture sono inchiodate con<br />
filo spinato, e due vetture <strong>per</strong> i corpi di<br />
guardia. <strong>Un</strong> tale trasporto comprende 1.000<br />
<strong>per</strong>sone. I treni viaggiano più volte alla<br />
settimana e dalle stazioni ferroviarie di tutta<br />
l’Europa: da Berlino e Varsavia, da<br />
Amsterdam e Parigi, da Praga e Budapest, da<br />
Oslo ed Atene. Il viaggio dura spesso alcuni<br />
giorni e alcune notti. I deportati viaggiano<br />
stanchi, sporchi, assetati e dis<strong>per</strong>ati verso<br />
luoghi ignoti, i cui nomi sono oggi noti a<br />
tutto il mondo.<br />
Al principio le <strong>per</strong>sone seguivano ancora<br />
l’ingiunzione di presentarsi con il bagaglio<br />
<strong>per</strong> il trasferimento. Per ingannarli, si spiega<br />
loro che andranno in Polonia a lavorare.<br />
Quando trapelano le prime voci dai campi, i<br />
più giovani tentano di scomparire. Fra i più<br />
Il Triangolo<br />
Le deportazioni<br />
23<br />
La deportazione dei Rom<br />
Porrajmos nella lingua dei Rom significa<br />
"divoramento" e indica la <strong>per</strong>secuzione e lo<br />
sterminio che il Terzo Reich attuò nei loro<br />
confronti.<br />
Durante la seconda guerra mondiale vennero<br />
uccisi oltre 500.000 zingari, vittime del<br />
nazionalsocialismo e dei suoi folli progetti di<br />
dominazione razziale.<br />
Come gli ebrei gli zingari furono <strong>per</strong>seguitati e<br />
uccisi in quanto " razza inferiore" destinata,<br />
secondo l'aberrante ideologia nazionalsocialista,<br />
non alla sudditanza e alla servitù al Terzo Reich,<br />
ma alla morte. Per molto tempo dopo la guerra,<br />
purtroppo, lo sterminio nazista degli zigani non è<br />
stato riconosciuto come razziale, ma lo si è<br />
considerato conseguenza - in un certo senso<br />
anche ovvia - di quelle misure di prevenzione<br />
della criminalità che, naturalmente, si acuiscono in<br />
tempo di guerra. In realtà, gli zingari furono<br />
<strong>per</strong>seguitati, imprigionati, seviziati, sterilizzati,<br />
utilizzati <strong>per</strong> es<strong>per</strong>imenti medici, gasati nelle<br />
camere a gas dei campi di sterminio, <strong>per</strong>ché<br />
zingari e, secondo l'ideologia nazista, " razza<br />
inferiore" , indegna di esistere. Gli zingari erano<br />
geneticamente ladri, truffatori, nomadi: la causa<br />
della loro <strong>per</strong>icolosità era nel loro sangue, che<br />
precede sempre i comportamenti.<br />
anziani e i malati aumenta il numero dei<br />
suicidi. La polizia preleva tutti coloro che<br />
non si presentano volontariamente al posto<br />
di raccolta. Interi quartieri delle città sono<br />
rastrellati con retate <strong>per</strong> riempire i treni da<br />
trasporto.<br />
L’organizzazione della caccia all’uomo è<br />
nelle mani dell’Ufficio Centrale <strong>per</strong> la<br />
Sicurezza del Reich<br />
(Reichssicherheitshauptamt). Il Ministero<br />
<strong>per</strong> il Traffico e le Ferrovie Tedesche che gli<br />
sono sottoposte mettono i treni a<br />
disposizione ed elaborano gli orari. Come in<br />
Germania, si trovano quasi dap<strong>per</strong>tutto<br />
aiutanti volontari anche nei paesi occupati.<br />
Contrassegno in stoffa, di diverso colore, di norma applicato sulla giacca e sui pantaloni del deportato.<br />
Il colore indicava la ragione della deportazione: di qui le espressioni "triangolo rosso" <strong>per</strong> indicare i politici,<br />
"triangolo verde" <strong>per</strong> i delinquenti comuni, "triangolo viola" <strong>per</strong> i Testimoni di Geova e così via. Gli ebrei erano<br />
contrassegnati dalla stella di Davide, in pratica un doppio triangolo.<br />
All'interno del triangolo si trovava la sigla della nazionalità (IT o I <strong>per</strong> gli italiani, F <strong>per</strong> i francesi ecc.). I deportati<br />
tedeschi e austriaci non avevano alcuna sigla.
I CAMPI DI CONCENTRAMENTO<br />
E DI STERMINIO IN EUROPA<br />
"Non occorre aver commesso un reato <strong>per</strong> essere imprigionato, è sufficiente il sospetto,<br />
insindacabile, che l’interessato ne potrà commettere. Sovversivo è chiunque si oppone al<br />
popolo, al Partito e allo Stato, ai loro principi ideologici e alle loro azioni politiche. In<br />
particolare noi, sotto tale definizione, intendiamo i comunisti, i marxisti in genere, gli ebrei,<br />
i religiosi che fanno politica, i massoni, gli scontenti della nostra politica, i brontoloni, i<br />
sabotatori dell’economia e i delinquenti comuni, compresi i rei di pratiche abortive, i<br />
traditori e le spie."<br />
I campi di concentramento e di sterminio<br />
sono luoghi di prigionia creati <strong>per</strong> deportare<br />
civili e militari, generalmente <strong>per</strong> motivi<br />
bellici o politici. Si differenziano dal carcere<br />
<strong>per</strong> tre ragioni:<br />
1. uomini, donne e bambini sono<br />
imprigionati senza un regolare processo;<br />
2. il <strong>per</strong>iodo di confinamento è<br />
indeterminato;<br />
3. le autorità che gestiscono il campo di<br />
concentramento esercitano un potere<br />
arbitrario e illimitato.<br />
Sebbene ne esistano svariate tipologie, di<br />
solito si tratta di agglomerati di baracche o di<br />
capannoni, circondati da torrette e delimitati<br />
da reti di filo spinato.<br />
I campi di concentramento sono chiamati<br />
anche campi di lavoro o centri di<br />
rieducazione.<br />
Nei primi anni di governo nazista sorsero<br />
parecchi campi di concentramento in<br />
Germania, situati prevalentemente nel centro<br />
del paese. Il più grande fu fin dal maggio del<br />
1933 quello di Dachau, che poteva ospitare<br />
fino a 5000 prigionieri.<br />
Con l’aumento della potenza nazista anche<br />
tutti i paesi che si aggregarono alla Germania<br />
finirono <strong>per</strong> adottare o irrigidire piattaforme<br />
e pratiche antisemite. Inoltre i campi di<br />
concentramento tedeschi aumentarono con<br />
l’occupazione e l’ampliamento del controllo<br />
territoriale tedesco in Europa alla vigilia della<br />
Seconda Guerra Mondiale.<br />
I campi di concentramento, solitamente<br />
furono costituiti <strong>per</strong> "rieducare" i tedeschi<br />
24<br />
R. Heydrich, da un discorso alle SS<br />
antinazisti: comunisti, socialdemocratici,<br />
obbiettori di coscienza, e tutti coloro che<br />
potevano danneggiare il nazismo anche con<br />
il loro lavoro o con la loro vita privata, come<br />
artisti ed omosessuali.<br />
L’ordine e la disciplina erano gestiti in un<br />
primo momento dalle SA, formazioni<br />
paramilitari del partito nazista.<br />
Con il passaggio di consegna della<br />
sorveglianza dalle SA alle SS peggiorò la<br />
situazione e la vita nei capi di<br />
concentramento.<br />
Le SS, coerenti con il "credo hitleriano",<br />
agivano, infatti, con brutalità e<br />
assuefacendosi a una completa insensibilità<br />
morale e a un <strong>per</strong>fetto automatismo<br />
dell'obbedienza.<br />
Dal 1942 alcuni campi di concentramento<br />
divennero campi di sterminio come definito<br />
alla conferenza di Wannsee, la quale<br />
prevedeva l'annientamento fisico degli ebrei,<br />
Campi di Sterminio sul territorio<br />
polacco<br />
<strong>Auschwitz</strong>-Birkenau ( maggio 1940)<br />
Chelmno (ottobre 1941)<br />
Belzec (febbraio 1942)<br />
Majdanek (novembre 1941)<br />
Treblinka (agosto 1941)<br />
Sobibor (marzo 1942)
OLTRE DUEMILA TRA CAMPI, SOTTOCAMPI, KOMMANDO ESTERNI,<br />
CENTRI DI RACCOLTA E DI TRANSITO HANNO FORMATO LA RETE DELLO<br />
STERMINIO.<br />
12 MILIONI DI DEPORTATI: EBREI, ZINGARI, POLITICI, OMOSSESSUALI,<br />
TESTIMONI DI GEOVA, DELINQUENTI COMUNI, ASOCIALI, APOLIDI.<br />
11 MILIONI DI STERMINATI, DI CUI CIRCA LA META’ EBREI<br />
la cosiddetta "soluzione finale", e che<br />
coinvolse anche altre razze considerate<br />
"inferiori".<br />
In particolar modo fu la Polonia a<br />
rappresentare il luogo e il territorio più<br />
adatto <strong>per</strong> realizzare i campi di sterminio e<br />
<strong>per</strong> trasformare quelli già esistenti in<br />
funzione diretta alla questione portata avanti<br />
dalla conferenza di Wannsee, grazie alla sua<br />
strategica posizione e alla presenza di grandi<br />
ghetti.<br />
Nei campi di sterminio si mirava a cancellare<br />
identità, <strong>per</strong>sonalità e autonomia di milioni<br />
di <strong>per</strong>sone.<br />
Lo sterminio di massa fu poi programmato<br />
scientificamente con le camere a gas, le fosse<br />
25<br />
comuni e i forni crematori.<br />
Coloro, che non erano eliminati al momento<br />
stesso dell’arrivo nei campi o che<br />
rientravano in particolari categorie<br />
d’internati, erano costretti ad estenuanti<br />
lavori forzati.<br />
Molti prigionieri furono impiegati come<br />
cavie in s<strong>per</strong>imentazioni scientifiche e<br />
mediche.<br />
La creazione dei campi di sterminio non fu<br />
solo l’esas<strong>per</strong>azione delle pratiche di<br />
segregazione di una larga parte della società<br />
già s<strong>per</strong>imentata con i campi di<br />
concentramento e con i grandi ghetti. Essa<br />
implicava, infatti, la convergenza verso la<br />
tecnologia della morte e la complicità
nell’omicidio in massa di numerose<br />
articolazioni dell’apparato statale e della<br />
società tedesca, oltre ai collaboratori dei<br />
tedeschi nei paesi invasi. Nei campi di<br />
sterminio ci fu una s<strong>per</strong>sonalizzazione delle<br />
vittime e la normalizzazione burocratica dei<br />
carnefici, non ci fu nessun senso di umanità<br />
e di responsabilità nel completo disprezzo<br />
della vita umana.<br />
La prima applicazione delle camere a gas fu<br />
s<strong>per</strong>imentata <strong>per</strong> l’uccisione dei malati di<br />
mente e <strong>per</strong> i cosiddetti affetti a malattie<br />
inguaribili.<br />
I primi es<strong>per</strong>imenti con le camere a gas<br />
furono fatti al campo di Chelmno all’inizio<br />
di dicembre 1941, con l’utilizzo di gas di<br />
scappamento degli automezzi <strong>per</strong> evitare il<br />
trauma alle truppe di uccidere i prigionieri<br />
con la fucilazione. Con il passare del tempo<br />
si arrivò alla collaborazione di tecnici e di<br />
laboratori di industrie <strong>per</strong> l’invenzione di<br />
vere e proprie camere a gas, che furono<br />
installate in tutti i campi di sterminio.<br />
<strong>Un</strong>a serie di campi di sterminio furono<br />
chiusi dopo che ebbero assolto la funzione<br />
di annientamento di massa, con l’obiettivo di<br />
far scomparire tutte le tracce. Molti altri<br />
invece sopravvissero fino all’arrivo dei<br />
liberatori, ma con un’ulteriore appendice<br />
della tragedia: la cosiddetta marcia della<br />
morte, che veniva ordinata dalle SS ai<br />
detenuti nell’evacuazione del lager <strong>per</strong><br />
garantire lo sterminio definitivo dei<br />
prigionieri.<br />
26<br />
Shoah<br />
In ebraico significa "annientamento"; indica<br />
lo sterminio di oltre sei milioni di ebrei da<br />
parte dei nazisti..<br />
Si individuano quattro fasi nel processo di<br />
devastante della deportazione e dello<br />
sterminio degli ebrei:<br />
1- definizione <strong>per</strong> decreto (chi è ebreo);<br />
2- l'espropriazione (beni, imprese,<br />
lavoro, diritti) ed espulsione, questa<br />
fase inizia già nel 1933 e si prolunga fino<br />
alla Kristallnacht (9-10 nov. 1938);<br />
3- separazione dal resto della<br />
popolazione e concentramento, questa<br />
fase inizia nel 1939 con l’invasione della<br />
Polonia e la ghettizzazione degli ebrei;<br />
l’annientamento, che inizia con la creazione<br />
dei campi di sterminio e il rastrellamento di<br />
massa (cfr. " I campi di concentramento e di<br />
sterminio in Europa")<br />
Olocausto<br />
Sacrificio supremo nell’ambito di una<br />
dedizione totale a motivi sacri o su<strong>per</strong>iori.<br />
E' anche il sacrificio di animali che<br />
nell’antichità venivano offerti agli dei.<br />
Nessuno dei due casi può riferirsi allo<br />
sterminio di un popolo. E’ più corretto l’uso<br />
della parola "Genocidio", oppure dell’ebraico<br />
Shoah, che letteralmente vuol dire<br />
"Catastrofe".<br />
La ghettizzazione<br />
- Assuntino R., Goldkorn W., Il guardiano Marek Edelman racconta, Sellerio, Palermo, 1999 (testo<br />
assai coinvolgente sull’insurrezione del ghetto di Varsavia)<br />
- Berg M., Il ghetto di Varsavia, Einaudi, Torino, 1991<br />
- Corni G., I ghetti di Hitler. Voci da una società sotto assedio 1939 -1944, Il Mulino, Bologna, 2001<br />
- Czerniakow A., Diario 1939 - 1942, Città Nuova, Roma, 1989 (la drammatica testimonianza del<br />
Presidente dello Judenrat di Varsavia)<br />
- Gumkowski J., Rutkowski A., Astel A., (a cura di) Diario dal ghetto di Lodz, Theoria, Roma-Napoli,<br />
1989<br />
- Gutman J., Storia del ghetto di Varsavia, La Giuntina, Firenze, 1998<br />
- Mazor M., La città scomparsa, Marsilio, Venezia, 1992<br />
- Nirenstejn A., Ricorda che cosa ti ha fatto Amalek, Einaudi, Torino, 1962 (ricostruzione<br />
dell’insurrezione di Varsavia e della resistenza ebraica)<br />
- Ringelblum E., Sepolti a Varsavia, Mondadori, Milano, 1962 (una delle testimonianze più alte sulla<br />
vita nel ghetto di Varsavia)<br />
- Rubinowicz D., Il diario, Einaudi, Torino, 1960
Sistema concentrazionario, deportazione e<br />
sterminio<br />
- Bastian I., <strong>Auschwitz</strong> e la menzogna su<br />
<strong>Auschwitz</strong>. Sterminio di massa e falsificazione<br />
della storia, Bollati Boringhieri, Torino, 1995<br />
- Benz W., L’Olocausto, Torino, Bollati<br />
Boringhieri, 1998<br />
- Boursier G., Zigeuner. Lo sterminio<br />
dimenticato, Roma ; Sinnos 1996 (sul<br />
genocidio degli zingari)<br />
- Browning C., Procedure finali. Politica<br />
nazista, lavoratori ebrei, assassini tedeschi,<br />
Einaudi, Torino, 2001<br />
- Browning C., Verso il genocidio. Come è<br />
stata possibile la «soluzione finale», Il<br />
Saggiatore, Milano, 1998<br />
- Browning C.. Uomini comuni. Polizia tedesca<br />
e «soluzione finale» in Polonia, Einaudi,<br />
Torino, 1999 (l’autore cerca di spiegare come<br />
sia stato possibile che uomini comuni, non<br />
efferate SS, abbiano<br />
- Collotti E., La soluzione finale, Newton<br />
Compton, Roma, 1995 (piccolo testo, ma molto<br />
rigoroso)<br />
- Dall’Orto G, Omosessualità e razzismo<br />
fascista, in: La menzogna della razza.<br />
Documenti e immagini del razzismo e<br />
dell’antisemitismo fascista, Bologna, Grafis,<br />
1994<br />
- Dwork D., Nascere con la stella. I bambini<br />
ebrei nell’Europa nazista, Marsilio, Venezia,<br />
1992<br />
- Feltri F. M., Per discutere di <strong>Auschwitz</strong>. Le<br />
domande <strong>per</strong>enni, le tendenze della ricerca, i<br />
problemi ancora a<strong>per</strong>ti, La Giuntina, Firenze,<br />
1998<br />
- Friedlander S., La Germania nazista e gli<br />
ebrei. Vol I. Gli anni della <strong>per</strong>secuzione: 1933-<br />
1939, Garzanti, Milano, 1988<br />
- Friedlander S., Le origini del regime nazista,<br />
Editori Riuniti, Roma, 1997<br />
- Friedrich O., <strong>Auschwitz</strong>. Storia del Lager,<br />
1940 - 1945, Baldini e Castoldi, Milano, 1995<br />
- Giuntella E.V., Il nazismo e i lager, Roma, Ed.<br />
Studium, 1979<br />
- Goldhagen D., I volonterosi carnefici di Hitler.<br />
I tedescbi comuni e l’Olocausto, Mondadori,<br />
Milano, 1997 (l’autore, partendo dall’analisi<br />
degli stessi documenti di Browning, cerca di<br />
dimostrare l’ampio grado di coinvolgimento dei<br />
tedeschi nel processo di sterminio)<br />
- Gozzini G., La strada <strong>per</strong> Auscbwitz.<br />
Documenti e interpretazioni sullo sterminio<br />
nazista, Bruno Mondadori, Milano, 1996<br />
- Heger Heinz; Gli uomini col triangolo rosa,<br />
Edizioni Sonda, 1991.<br />
- Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori. La<br />
<strong>per</strong>secuzione degli ebrei 1933-45, Mondadori,<br />
Milano 1994<br />
27<br />
- Hilberg R., La distruzione degli Ebrei<br />
d’Europa, Einaudi, Torino, 1995 (o<strong>per</strong>a<br />
fondamentale sullo sterminio degli ebrei, che<br />
analizza soprattutto il meccanismo della<br />
distruzione)<br />
- Hoss R., Comandante ad <strong>Auschwitz</strong>, Einaudi,<br />
Torino, 1997<br />
- Kaminski A. J., I Campi di concentramento<br />
dal 1896 ad oggi. Storia, funzioni, tipologia,<br />
Torino, Bollati Boringhieri, 1997<br />
- Langbein H., Uomini ad <strong>Auschwitz</strong>, Mursia,<br />
Milano, 1994 (il primo studio sistematico su<br />
<strong>Auschwitz</strong> e il suo funzionamento)<br />
- Lazzero R., Gli schiavi di Hitler. I deportati<br />
italiani in Germania nella seconda guerra<br />
mondiale, Milano, Mondadori, 1996<br />
- Levi P., I sommersi e i salvati, Einaudi,<br />
Torino, 1986<br />
- Mayer A., Soluzione finale. Lo sterminio degli<br />
ebrei nella storia europea, Mondadori, Milano,<br />
1990<br />
- Monaco L. (a cura di), La deportazione<br />
femminile nei lager nazisti, Consiglio<br />
Regionale del Piemonte-ANED, Milano, Angeli,<br />
1994<br />
- -Morelli V., I deportati italiani nei campi di<br />
sterminio 1943-1945, Milano, Scuole Grafiche<br />
Pav. Artigianelli, 1965<br />
- Natta A., L’altra Resistenza. I militari italiani<br />
internati in Germania , Torino, Einaudi, 1997<br />
- Picciotto Fargion L., Per ignota destinazione.<br />
Gli ebrei sotto il nazismo, Mondadori, Milano,<br />
1994<br />
- Poliakov L., Il nazismo e lo sterminio degli<br />
ebrei, Einaudi, Torino, 1977<br />
- Pressac J. C., Le macchine dello sterminio,<br />
Feltrinelli, Milano, 1994 (il volume testimonia<br />
l’esistenza delle camere a gas partendo dai<br />
documenti trovati negli archivi russi)<br />
- Sereny G., In quelle tenebre, Adelphi, Milano,<br />
1994 (intervista a Franz Stangì, comandante<br />
del campo di sterminio di Treblinka)<br />
- Sofsky W., L’ordine del terrore, Laterza, Bari,<br />
1995 (studio sulla logica e l’organizzazione dei<br />
campi di concentramento)<br />
- Sullam Calimani A.V., I nomi dello sterminio ,<br />
Torino, Einaudi, 2001<br />
- Traverso E., Insegnare <strong>Auschwitz</strong>. Questioni<br />
etiche, storiografiche, educative della<br />
deportazione e dello sterminio, IRRSAE<br />
Piemonte, Bollati Boringhieri, Torino, 1995<br />
- Zuccotti S., L’Olocausto in Italia, Milano<br />
Mondadori, 1988<br />
- Zuccotti S., Il Vaticano e L’Olocausto in Italia,<br />
Milano, Bruno Mondadori, 2001
I campi di concentramento<br />
e sterminio in Italia<br />
Il 4 settembre del 1940 Mussolini firmò<br />
un decreto con cui vennero istituiti i<br />
primi 43 campi di internamento <strong>per</strong><br />
cittadini di paesi nemici. In realtà in<br />
questi campi furono concentrate varie<br />
categorie di <strong>per</strong>sone: gli ebrei italiani<br />
antifascisti, gli stranieri sudditi di "paesi<br />
nemici", gli ebrei stranieri, gli zingari, gli<br />
antifascisti italiani. Il 6 aprile 1941<br />
l'esercito italiano e quello nazista<br />
invasero la Jugoslavia, con annessione<br />
all'Italia di parte dei territori della<br />
Slovenia e la capitale Lubiana. Con il<br />
diffondersi del movimento di liberazione<br />
sloveno, il Comando politico-militare<br />
fascista creò diversi campi di<br />
concentramento in Jugoslavia e in<br />
Italia, dove furono deportati uomini,<br />
donne, bambini ed ebrei.<br />
Dal settembre/ottobre 1943 all’aprile<br />
1945 i nazisti, in collaborazione con la<br />
polizia della Repubblica Sociale Italiana<br />
di Salò, istituirono e gestirono, nell’Italia<br />
occupata, quattro campi di smistamento<br />
rispettivamente a Borgo San Dalmazzo<br />
(Cuneo), Fossoli (Modena), Grosseto e<br />
Bolzano. Da questi campi gli italiani,<br />
rastrellati ed arrestati, venivano poi<br />
avviati ai Lager disseminati in Europa.<br />
A Trieste, nella Risiera di San Sabba,<br />
fu creato invece un campo di sterminio<br />
dotato di forno crematorio dove furono<br />
assassinate più di 5.000 <strong>per</strong>sone.<br />
Borgo San Dalmazzo<br />
(settembre 1943 – febbraio 1944)<br />
Oggi non resta più traccia materiale del Polizeihaftlager di Borgo San Dalmazzo, presso Cuneo, che<br />
funzionò come campo di raccolta di ebrei, italiani e non, tra il 18 settembre 1943 e il 21 novembre dello<br />
stesso anno; e poi – sotto controllo repubblichino – dal 9 dicembre 1943 al 13 febbraio 1944.<br />
Gli internati: provenivano da tutta Europa, pochi, infatti, erano gli italiani e francesi, molti invece gli<br />
ungheresi, greci, tedeschi, austriaci, rumeni, russi, croati.<br />
Nel novembre del 1943 si iniziò a deportare la maggior parte dei detenuti in altri lager europei. Dopo<br />
l’ultima deportazione del 21 novembre 1943 il Polizeihaftlager di Borgo San Dalmazzo, rimasto vuoto,<br />
cessò temporaneamente la sua attività.<br />
Nel giro di pochi giorni dalla chiusura del campo a gestione tedesca, la Questura di Cuneo, in<br />
applicazione dell’ordinanza di polizia n. 5 della RSI (a firma Buffarini Guidi), destinò la caserma al<br />
concentramento degli ebrei della provincia.<br />
Ventisei <strong>per</strong>sone, in maggioranza donne, furono così internate nella caserma, sorvegliata e diretta da<br />
italiani. Il 13 gennaio 1944 la Questura di Cuneo dispose che i ventisei internati, 18 donne e 8 uomini,<br />
fossero "tradotti straordinariamente al campo di concentramento di Carpi (Modena) ", ossia a Fossoli.<br />
Le autorità italiane rispondevano così alle direttive dei nazisti, che, volendo raggiungere in tempi stretti<br />
un numero di prigionieri sufficiente a organizzare un trasporto ad <strong>Auschwitz</strong>, avevano sollecitato l’invio<br />
di internati<br />
28
Risiera di S. Sabba (Trieste)<br />
ubicazione: Trieste<br />
istituzione: 20 ottobre 1943<br />
liberazione: fine aprile 1945<br />
deportati: circa 20.000 <strong>per</strong>sone di cui 3.000<br />
morirono<br />
Dopo l’8 settembre 1943, data che segna la<br />
dissociazione della monarchia italiana dalla<br />
Germania e la proclamazione dell’armistizio, la<br />
Venezia Giulia cessa di fatto di far parte dello<br />
Stato italiano e, con la costituzione della zona di<br />
o<strong>per</strong>azione dell’Adriatisches Kü stenland (Litorale<br />
Adriatico), diventa un territorio direttamente<br />
amministrato dal Reich.<br />
La Risiera di San Sabba - stabilimento <strong>per</strong> la<br />
pilatura del riso edificato nel 1913 – fu quindi<br />
utilizzata, dopo l'8 settembre 1943,<br />
dall'occupatore nazista come campo di prigionia,<br />
e destinato in seguito allo smistamento dei<br />
deportati diretti in<br />
Germania e Polonia, al deposito dei beni razziati<br />
e alla detenzione ed eliminazione di ostaggi,<br />
partigiani, detenuti politici ed ebrei. Il 4 aprile<br />
1944 venne messo in funzione anche un forno<br />
crematorio.<br />
La Risiera di San Sabba - oggi monumento<br />
nazionale- fu l'unico campo di sterminio in Italia.<br />
Vi transitarono - diretti a Buchenwald, a Dachau,<br />
ad <strong>Auschwitz</strong> - più di 25.000 <strong>per</strong>sone. Oltre 5.000<br />
<strong>per</strong>dettero la vita <strong>per</strong> mano di quello stesso<br />
Einsatzkommando Reinhard che si era già<br />
distinto negli stermini <strong>per</strong>petrati nei campi della<br />
Polonia.Il 29 aprile 1945 i reparti partigiani<br />
jugoslavi del IX Korpus conquistarono gran parte<br />
della città e gli stessi nazisti misero in libertà i<br />
pochi su<strong>per</strong>stiti. L’edificio del forno crematorio e<br />
la connessa ciminiera furono distrutti con la<br />
dinamite dai nazisti in fuga, nella notte tra il 29 e<br />
il 30 aprile 1945, <strong>per</strong> eliminare le prove dei loro<br />
crimini, secondo la prassi seguita in altri campi al<br />
momento del loro abbandono.<br />
29<br />
Fossoli<br />
ubicazione: Italia, Emilia Romagna, nei<br />
pressi di Carpi (MO)<br />
istituzione: settembre 1943<br />
evacuazione: agosto 1944<br />
immatricolate circa 5.000 <strong>per</strong>sone<br />
Istituito dagli italiani nel maggio 1942 come<br />
campo <strong>per</strong> prigionieri di guerra inglesi,<br />
viene occupato dopo l'8 settembre 1943<br />
dai nazisti, attratti da strutture in muratura<br />
di recente costruzione e dalla posizione<br />
geografica che fa di Fossoli un punto<br />
strategico sulla via ferroviaria che porta al<br />
nord, verso i campi della morte. Il Campo<br />
viene ceduto, fino alla fine del 1943, alla<br />
neonata<br />
Repubblica Sociale che ne fa un centro di<br />
raccolta provinciale <strong>per</strong> ebrei, in<br />
ottem<strong>per</strong>anza ai dettami della Carta di<br />
Verona. Dal gennaio 1944 subentra la<br />
gestione diretta da parte delle SS e si attiva<br />
il processo di deportazione: Fossoli diventa<br />
campo poliziesco e di transito <strong>per</strong><br />
prigionieri politici e razziali destinati ai<br />
Lager del nord Europa.<br />
Dalla stazione di Carpi partono, in sette<br />
mesi di attività del campo, 8 convogli<br />
ferroviari, 5 dei quali destinati ad<br />
<strong>Auschwitz</strong>. Con queste partenze ha inizio<br />
una serie di trasferimenti regolati da un<br />
meccanismo in cui nulla è lasciato al caso.<br />
Il 2 agosto 1944, il campo viene<br />
abbandonato <strong>per</strong> ragioni di sicurezza e<br />
trasferito a Bolzano-Gries. Dal Campo di<br />
Fossoli, in quei 7 mesi di gestione nazista,<br />
passano circa 5.000 deportati di cui la metà<br />
ebrei: un terzo dei deportati ebrei dal<br />
nostro paese passa da Fossoli.<br />
La Risiera di San Sabba oggi
Gries, Bolzano<br />
ubicazione: Italia, Bolzano via Resia 80<br />
istituzione: estate 1944<br />
campi dipendenti: almeno 5<br />
liberazione: dal 29 aprile al 3 maggio 1945<br />
immatricolate circa 11.000 <strong>per</strong>sone<br />
Dal luglio 1944, resosi insicuro il campo di<br />
concentramento di Fossoli (Modena), le<br />
deportazioni continuarono dal nuovo campo di<br />
Gries, Bolzano. Progettato <strong>per</strong> 1.500<br />
prigionieri su di un'area di due ettari, con un<br />
blocco esclusivamente femminile e 10<br />
baracche <strong>per</strong> gli uomini, fu successivamente<br />
ampliato e raggiunse una capienza massima<br />
di circa 4.000 prigionieri. Poté contare sui<br />
campi satellite di Bressanone, Merano,<br />
Sarentino, Campo Tures, Certosa di Val<br />
Senales, Colle Isarco, Moso in val Passiria e<br />
Vipiteno.<br />
Il campo era gestito dalle SS di Verona,<br />
comandato dal tenente Titho e dal maresciallo<br />
Haage che già avevano svolto gli stessi<br />
incarichi a Fossoli.<br />
Pessime le condizioni di vita, massacranti i<br />
tempi di lavoro, numerosi i casi di tortura ed<br />
assassinio.<br />
Grosseto<br />
ubicazione: Italia, Roccatederighi,<br />
Roccastrada (Grosseto)<br />
istituzione: 1943<br />
Dopo l’armistizio del 1943, nel territorio di<br />
Grosseto si avviarono gli arresti di intere<br />
famiglie ebraiche e un’ala del seminario<br />
vescovile fu scelta come luogo <strong>per</strong> rinchiudere<br />
i 148 ebrei censiti. Il lager fu recintato col filo<br />
spinato e vi furono posti a guardia venti militi<br />
1 Arrestati e deportati 6806<br />
2 Arrestati e morti in Italia 322 *<br />
3 Arrestati e scampati in Italia 451 **<br />
Totale identificati 7579<br />
Tavola 1. Vittime della Shoah in Italia<br />
* di essi 42 non furono in realtà arrestati: si<br />
suicidarono o furono uccisi mentre sfuggivano<br />
all’arresto o morirono <strong>per</strong> gravi disagi o privazioni<br />
**numero indicativo. Non è possibile al momento<br />
elaborare tabelle complete. Si tratta di evasi, liberati o<br />
altri casi.<br />
30<br />
Numerosi furono i trasporti che tra l'estate<br />
1944 e il febbraio 1945 partirono <strong>per</strong><br />
Ravensbrück, Flossenbürg, Dachau,<br />
<strong>Auschwitz</strong>, e <strong>per</strong> Mauthausen, portando<br />
migliaia di deportati che non fecero più ritorno.<br />
Tra il 29 e il 30 aprile 1945 gli internati<br />
ricevettero un regolare <strong>per</strong>messo firmato dal<br />
comandante del campo e furono<br />
accompagnati, a scaglioni, ad alcuni chilometri<br />
dalla città e rilasciati. Tra la fine di aprile e i<br />
primi di maggio 1945 i deportati vennero<br />
progressivamente liberati e il Lager chiuso,<br />
mentre le SS si davano alla fuga, non prima di<br />
avere distrutto praticamente tutti i documenti<br />
del campo, cancellando così la gran parte<br />
delle prove dei loro misfatti.<br />
Delle costruzioni dell'area del campo di<br />
Bolzano-Gries, purtroppo, oggi non rimane in<br />
pratica più traccia. Abbattuti i "blocchi" e le<br />
"celle", sull'area del KZ sorgono diversi palazzi<br />
di abitazione.<br />
Il lager di Bolzano-Gries fungeva da centro di<br />
raccolta e detenzione <strong>per</strong> politici, zingari,<br />
ebrei, rastrellati e ostaggi catturati nelle<br />
diverse città del Centro e Nord Italia<br />
repubblichini armati di mitragliatrici e bombe a<br />
mano. <strong>Un</strong>a parte degli ebrei venne deportata<br />
ad <strong>Auschwitz</strong> su sollecitazione delle autorità<br />
locali: erano 37 e 9 italiani; gli altri, tutti nati e<br />
residenti nella provincia di Grosseto, furono<br />
rilasciati poco prima della Liberazione.<br />
Tavola 2. Deportati in Italia secondo la nazionalità<br />
Morti Sopravvissuti Totali<br />
Italiani 3836 312 4148<br />
Stranieri 1954 490 2444<br />
Dato ignoto 179 35 214<br />
Totali 5969 837 6806<br />
Tavola 3. Deportati dall’Italia in altri Lager di<br />
destinazione<br />
Morti Sopravvissuti Totali<br />
<strong>Auschwitz</strong> 5644 363 6007<br />
Altri Lager 170 440 610<br />
Dato ignoto 155 34 189<br />
Totale 5969 837 6806
Cenni storici<br />
ubicazione: Polonia, a 60 km da Cracovia<br />
istituzione: 20 maggio 1940 <strong>per</strong> uomini; 26<br />
marzo 1942 <strong>per</strong> donne<br />
campi dipendenti dal complesso di<br />
<strong>Auschwitz</strong>: 50<br />
liberazione: 27 gennaio<br />
1945 (Armata Rossa)<br />
morti: più di 4 milioni di<br />
<strong>per</strong>sone<br />
Alla fine di aprile del 1940 i<br />
nazisti trasformarono in<br />
Lager il complesso di<br />
caserme asburgiche di<br />
Oswiecim, piccolo centro<br />
polacco sito 60 km a sudovest<br />
di Cracovia, nella<br />
regione della Slesia.<br />
Le SS vi diressero il primo<br />
trasporto di polacchi il 14<br />
giugno 1940.<br />
Nei primi mesi del 1941<br />
Himmler ordinò di costruire<br />
sul terreno espropriato al<br />
villaggio di Brzezinka, poco<br />
distante da Oswiecim, un<br />
secondo campo destinato a<br />
contenere 100.000 deportati;<br />
questo secondo Lager fu<br />
chiamato <strong>Auschwitz</strong> II o<br />
Birkenau (nome tedesco di<br />
Brzezinka).<br />
<strong>Auschwitz</strong> era stato<br />
progettato ed organizzato da<br />
un lato <strong>per</strong> sfruttare la manodo<strong>per</strong>a che le SS<br />
vendevano a condizione di favore alle industrie<br />
installate nei dintorni e dall’altro <strong>per</strong> procedere<br />
allo sterminio soprattutto degli ebrei. Himmler<br />
infatti ordinò che 10.000 prigionieri fossero<br />
impiegati nella costruzione di una fabbrica di<br />
gomma sintetica, la "Buna", che faceva parte<br />
del cartello di industrie noto con la sigla "IG-<br />
Farben": La fabbrica sorse nel villaggio di<br />
<strong>Auschwitz</strong>-Birkenau<br />
A partire dall’inizio del 1942 ad <strong>Auschwitz</strong> e<br />
nei lager che ne dipendevano (nel 1944<br />
erano una quarantina) il numero di matricola<br />
dei prigionieri non veniva più soltanto cucito<br />
agli abiti, ma tatuato sull’avambraccio sinistro.<br />
Da questa norma erano esenti solo i<br />
prigionieri tedeschi non ebrei. L’o<strong>per</strong>azione<br />
veniva eseguita con metodica rapidità da<br />
“scrivani” specializzati, all’atto<br />
dell’immatricolazione dei nuovi arrivati,<br />
provenienti sia dalla libertà, sia da altri campi<br />
o dai ghetti. In ossequio al tipico talento<br />
tedesco <strong>per</strong> le classificazioni, si venne presto<br />
delineando un vero e proprio codice: gli<br />
uomini dovevano essere tatuati sull’esterno<br />
del braccio e le donne sull’interno: il numero<br />
degli zingari doveva essere preceduto da una<br />
Z ; quello degli ebrei, a partire dal maggio<br />
1944 doveva essere preceduto da una A, che<br />
poco dopo fu sostituito da una B.Fino al<br />
settembre 1944 non c’erano bambini ad<br />
<strong>Auschwitz</strong>: venivano uccisi tutti col gas al loro<br />
arrivo. Da questa data, cominciarono ad<br />
arrivare intere famiglie di polacchi, arrestati a<br />
caso durante l’insurrezione di Varsavia: essi<br />
vennero tatuati tutti, compressi i neonati.<br />
L’o<strong>per</strong>azione era poco dolorosa e non durava<br />
più di un minuto, ma era traumatica. Il suo<br />
significato simbolico era chiaro a tutti: questo<br />
è il marchio che si imprime agli schiavi ed al<br />
bestiame destinato al macello a tali voi siete<br />
diventati. Non avete più nome: questo è il<br />
vostro nuovo nome.<br />
Primo Levi<br />
31<br />
Monowice e fu chiamata <strong>Auschwitz</strong> III (o<br />
Monowitz).<br />
I deportati giungevano da tutta l’Europa in<br />
vagoni piombati e subito venivano selezionati.<br />
<strong>Un</strong> medico o un ufficiale delle SS giudicava a<br />
colpo d’occhio chi era abile ad essere avviato al<br />
lavoro e chi invece doveva essere soppresso<br />
nelle camere a gas. A questo scopo fu adibita<br />
una fattoria nei pressi di<br />
Birkenau, trasformata in<br />
camera a gas provvisoria e<br />
nota come "casetta rossa".<br />
Per coloro che, arrivando al<br />
campo, erano considerati<br />
abili al lavoro, comunque le<br />
prospettive di<br />
sopravvivenza non<br />
su<strong>per</strong>avano i tre mesi. Poi<br />
c'erano le fucilazioni in<br />
massa, <strong>per</strong> supposti<br />
sabotaggi, le punizioni<br />
individuali cui ben pochi<br />
poterono resistere, e le<br />
camere a gas.<br />
Tra il 1942 ed il 1943<br />
furono costruiti a Birkenau<br />
quattro distinti edifici <strong>per</strong><br />
l'installazione di ampie<br />
camere a gas sotterranee e<br />
numerosi forni crematori,<br />
dove fino al novembre del<br />
1944 si susseguirono senza<br />
sosta le eliminazioni di<br />
massa. Questi hanno<br />
funzionato<br />
ininterrottamente,<br />
ingoiando convogli interi di ebrei, provenienti<br />
dalla Germania, dalla Polonia, dalla Francia,<br />
dall'<strong>Un</strong>gheria, dal Belgio, dall'Olanda, dalla<br />
Grecia, dall'Italia. Treni e treni di uomini,<br />
donne e bambini, stipati in carri bestiame,<br />
scaricati sulle rampe dei Lager ed avviati alle<br />
finte docce dove venivano uccisi con un gas<br />
letale, il famigerato Zyklon B., un conglomerato<br />
di cristalli di silicio saturati con acido cianidrico,<br />
prodotto dalle consociate di quella stessa IG<br />
Farben che impiegava il maggior numero di<br />
prigionieri nello stesso campo di <strong>Auschwitz</strong>. Per
quantità e qualità, <strong>Auschwitz</strong> è stato il lager<br />
dove l'inventario dei crimini, degli orrori e della<br />
morte ha assunto dimensioni apocalittiche.<br />
Lo stesso Rudolf Höss, che fu comandante di<br />
quel lager, ammise l'uccisione di centinaia di<br />
migliaia di deportati.<br />
Alle SS il lager rendeva anche quando gli schiavi<br />
erano morti. C'erano le loro spoglie da dividere.<br />
Treni interi di indumenti sottratti ai deportati,<br />
camion carichi di casse di gioielli e denaro<br />
furono spediti da <strong>Auschwitz</strong> a Berlino, al<br />
quartier generale delle SS: anche questi erano i<br />
proventi della «soluzione finale».<br />
Come negli altri campi, ad <strong>Auschwitz</strong> i medici<br />
delle SS facevano es<strong>per</strong>imenti sui prigionieri.<br />
Tra i più atroci ricordiamo quelli del dott. Carl<br />
Clauberg eseguiti sulle prigioniere slave allo<br />
scopo di preparare un metodo rapido <strong>per</strong> lo<br />
sterminio biologico della popolazione slava.<br />
Il complesso concentrazionario di <strong>Auschwitz</strong><br />
divenne in poco tempo il più grande centro di<br />
sterminio mai esistito.<br />
Nel novembre del 1944, in conseguenza<br />
dell'avanzata dell'esercito russo, i nazisti fecero<br />
smantellare i crematori di Birkenau e<br />
successivamente li distrussero con l’obiettivo di<br />
far sparire le tracce di ogni crimine commesso<br />
dalle SS.<br />
Il 27 gennaio del 1945 l'Armata Rossa liberò i<br />
tre lager di <strong>Auschwitz</strong>, trovandovi circa 7.000<br />
<strong>per</strong>sone ammalate che, non essendo in grado di<br />
muoversi, non erano state fatte marciare.<br />
Ancora oggi risulta molto difficile fornire cifre<br />
certe sia sul numero complessivo dei deportati<br />
dei tre lager, anche se il Supremo Tribunale<br />
polacco e il Tribunale internazionale di<br />
Norimberga hanno constatato che nei lager di<br />
<strong>Auschwitz</strong> e Birkenau morirono più di 4 milioni<br />
di <strong>per</strong>sone.<br />
Questi lager ebbero anche il primato di<br />
sterminio di ragazzi e bambini, infatti di 15000<br />
entrati, solo 180 furono trovati in vita alla<br />
liberazione.<br />
Oggi i campi sono trasformati in Museo, dove<br />
sono raccolte le testimonianze della sofferenza<br />
e della lotta dei popoli contro il nazifascismo.<br />
32<br />
Assegnazione numeri di<br />
matricola<br />
La distribuzione dei numeri ai detenuti di<br />
<strong>Auschwitz</strong> avvenne <strong>per</strong> serie separate tra uomini<br />
e donne.<br />
Inoltre accanto alla numerazione generale<br />
vennero assegnate delle serie speciali a categorie<br />
di prigionieri. Gli ebrei, maschi e femmine, infatti<br />
erano distinti dalla serie “A” e dal 31 luglio 1944<br />
con una serie “B” solo <strong>per</strong> gli uomini. Gli zingari,<br />
che iniziarono ad essere deportati ad <strong>Auschwitz</strong><br />
dal 26 febbraio 1944, vennero indicati con la serie<br />
“Z”.<br />
Tatuaggio<br />
Dal tempo dell’esistenza del campo i detenuti<br />
vennero contrassegnati con numeri attaccati alle<br />
uniformi usate. Solamente nella metà del 1942 i<br />
numeri di matricola vennero tatuati sulla pelle e<br />
solo a detenuti ebrei. Dal 1943 il tatuaggio venne<br />
praticato a tutti i detenuti, eccezione fatta <strong>per</strong><br />
tedeschi e <strong>per</strong>sonalità eminenti. A partire dallo<br />
stesso <strong>per</strong>iodo venne tatuato agli ebrei anche il<br />
triangolo giallo. Il tatuaggio venne sospeso<br />
nell’estate del 1944 probabilmente <strong>per</strong><br />
sovraffollamento, infatti, si continuò a tatuare solo<br />
i nuovi arrivati <strong>per</strong> i quali era prevista una<br />
<strong>per</strong>manenza prolungata nel campo.<br />
Il numero di matricola veniva tatuato sulla parte<br />
esterna dell’avambraccio sinistro. <strong>Un</strong>’eccezione fu<br />
fatta <strong>per</strong> i prigionieri di guerra russi, che<br />
ricevettero il tatuaggio sulla giuntura della mano<br />
sinistra o sulla parte sinistra del petto.<br />
Il campo di concentramento di <strong>Auschwitz</strong> fu<br />
l’unico campo in cui i numeri di matricola vennero<br />
tatuati.<br />
I prigionieri che al loro arrivo, <strong>per</strong> selezionamento,<br />
furono destinati allo sterminio non vennero<br />
registrati e non ebbero mai un numero di<br />
matricola.<br />
<strong>Auschwitz</strong><br />
- Amery J., Intellettuale ad <strong>Auschwitz</strong>, Torino, Bollati<br />
Boringhieri, 1987<br />
- Gozzini G., La strada <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>. Documenti e<br />
interpretazioni sullo sterminio nazista, Milano, Bruno<br />
Mondadori, 1996<br />
- Langbein H., Uomini ad <strong>Auschwitz</strong>. Storia del più<br />
famigerato campo di sterminio nazista, Milano, Mursia,<br />
1984<br />
- Saletti C. (a cura di), La voce dei sommersi.<br />
Manoscritti ritrovati di membri del Sonderkommando di<br />
<strong>Auschwitz</strong>, Venezia, Marsilio, 1999<br />
- Sessi F., <strong>Auschwitz</strong> 1940-1945. L’orrore quotidiano in<br />
un campo di sterminio nazista, Milano, Rizzoli, 1999
Breve guida<br />
dei campi<br />
Al campo di<br />
concentramento di<br />
<strong>Auschwitz</strong> I si accede<br />
<strong>per</strong> una porta<br />
sovrastata dalla scritta<br />
cinica “ Arbeit macht<br />
frei” (il lavoro rende<br />
liberi)<br />
Il museo del campo<br />
oggi presenta la<br />
camera a gas e il<br />
forno crematorio al di<br />
fuori del recinto del<br />
campo di<br />
concentramento (a).<br />
Davanti alla sua<br />
entrata si può vedere<br />
la forca alla quale il 16<br />
aprile 1947 fu eseguita<br />
la sentenza di<br />
condanna a morte del<br />
primo comandante di<br />
<strong>Auschwitz</strong>, Rudolf<br />
Hoss.<br />
Il cortile tra i blocchi<br />
10 e 11 è recintato da<br />
ambo i lati da un alto<br />
muro, il “Muro della<br />
Morte” (b), dove<br />
venivano fucilati<br />
migliaia di prigionieri.<br />
Al centro del campo è situato il piazzale<br />
dell’appello, nel quale spesso si compivano<br />
esecuzioni pubbliche (d).<br />
Nelle celle degli scantinati erano rinchiusi i<br />
prigionieri del campo e la popolazione civile<br />
sospettata di avere avuto contatti con i detenuti<br />
e di averli aiutati ad evadere. Spesso si<br />
compivano selezioni <strong>per</strong>iodiche nelle celle<br />
attraverso fucilazioni o torture. La cella 18 è<br />
una delle celle punitive dove erano sbattuti i<br />
prigionieri condannati alla morte <strong>per</strong> fame.<br />
Il campo di Birkenau, cioè <strong>Auschwitz</strong> II, ha una<br />
su<strong>per</strong>ficie di circa 175 ettari, nella quale furono<br />
costruite più di 300 baracche. Non tutte sono<br />
sopravvissute ad oggi, infatti, sono intatte solo<br />
45 in muratura e 22 in legno.<br />
A Birkenau vennero costruiti la maggior parte<br />
degli impianti di sterminio: 4 crematori con le<br />
33
camere a gas, 2 camere a gas provvisorie site in<br />
case contadine convertite a tal uso, fossi e roghi<br />
(K II-V). Oggi nel campo si possono vedere le<br />
baracche che ospitavano gli internati (a; b; c; d;<br />
ritirata, nel tentativo di cancellare le tracce dei<br />
crimini commessi (K II; K III).<br />
Nelle rovine si possono distinguere chiaramente<br />
lo spogliatoio sotterraneo dove si spogliavano<br />
coloro che erano portati alle camere a gas.<br />
34<br />
e). Al termine dello scalo ferroviario si trovano<br />
le rovine di due crematori e rispettivamente<br />
camere a gas fatti saltare in aria dalle SS in<br />
ritirata, nel tentativo di cancellare le tracce.<br />
Tra le rovine dei crematori si trova il<br />
Monumento Internazionale in Memoria delle<br />
Vittime del Nazifascismo ad <strong>Auschwitz</strong>,<br />
inaugurato solennemente nell’aprile del 1967<br />
(W).
La vita quotidiana nei campi di concentramento<br />
Marcia suonava musicale allegra<br />
tra ansia diffusa ed ansietà indistinta<br />
di banda o compagnia di guitti negra,<br />
nell'aria grigia opaca umida tinta,<br />
in querimonia querula tradotta<br />
tra quella moltitudine dipinta.<br />
Né sbobba scarsa ruminata ghiotta<br />
e digerita tosto in un baleno<br />
<strong>per</strong> fatica di braccia ininterrotta,<br />
<strong>per</strong> ore ventiquattro di veleno<br />
d'avida ingorda bramosia pitocca<br />
d'uno stomaco vuoto urlante alieno,<br />
d'un digiuno respinto dalla bocca,<br />
d'uno studio instancabile indefesso<br />
<strong>per</strong> tòrsi tozzo di pan secco e brocca<br />
(istinto di felicità regresso<br />
<strong>per</strong> grave troppo tramutato stile<br />
d'un secolo di lumi e di progresso,<br />
IX / 2<br />
in una massa rassegnata vile<br />
<strong>per</strong> feroci angherie, gravi soprusi,<br />
stimolata da colpi di staffile!).<br />
E già <strong>per</strong> strada accidentata e torta<br />
muovevansi cortei d'uomini frolli<br />
tra l'ombre lunghe della sera assorta,<br />
dagli stomaci mai sazi satolli<br />
di reduci disfatti prigionieri<br />
dagli occhi fissi, spiritati, folli,<br />
stremati esausti rifiniti interi,<br />
pupazzi goffi e burattini buffi,<br />
da tremendi scortati uomini neri.<br />
( Poesia anonima)<br />
Di solito la giornata del prigioniero cominciava con l'appello.<br />
Nel <strong>per</strong>iodo iniziale dell'esistenza del campo, gli "appelli"<br />
avvenivano due o tre volte al giorno. Nel <strong>per</strong>iodo finale, le<br />
autorità dei campi cercavano di sfruttare al massimo la giornata<br />
di lavoro, <strong>per</strong>ciò facevano l'appello soltanto di sera.<br />
Lo scopo principale dell'appello era di accertare il numero dei<br />
prigionieri presenti.<br />
I prigionieri avevano diritto di scrivere lettere ai parenti, ma<br />
queste dovevano riportare soltanto notizie positive, non<br />
potevano assolutamente scrivere la verità sulle difficili e<br />
inumane condizioni in sui si trovavano.<br />
La giornata di lavoro nel campo era caratterizzata da<br />
un’alimentazione e da un vestiario del tutto insufficiente, da<br />
alloggi rudimentali in baracche, da condizioni igieniche<br />
catastrofiche, da appelli <strong>per</strong> ore in qualunque condizione<br />
meteorologica e da un trattamento disumano da parte dei<br />
sorveglianti. Punizioni disciplinari barbare, che comprendono<br />
la privazione del cibo, la cella che <strong>per</strong>mette solo la posizione in<br />
piedi, la cavallina <strong>per</strong> bastonate, fino alla forca, creavano<br />
un’atmosfera di terrore costante.<br />
Ai detenuti veniva consegnata una sottile casacca carceraria che<br />
<strong>per</strong>ò non proteggeva gli internati dal freddo; i cambi di<br />
biancheria si succedevano ad intervalli pluri-settimanali e<br />
<strong>per</strong>sino mensili, e gli internati non avevano la possibilità di<br />
lavarla. Ciò era causa<br />
di diffusione di<br />
epidemie e di diverse<br />
malattie, in particolare<br />
del tifo, della febbre<br />
tifoidea e della scabbia.<br />
Il valore energetico<br />
della razione<br />
quotidiana di un<br />
detenuto nel campo<br />
era di circa 1300 - 1700 calorie. A colazione il detenuto riceveva<br />
circa mezzo litro di caffè, ovvero un decotto di erbe; a pranzo<br />
circa un litro di minestra senza carne, spesso con verdure<br />
avariate. La<br />
cena consisteva in un pezzo di<br />
pane nero duro come pietra, di un altro alimento e da una<br />
bevanda d'erbe.<br />
Oltre all’obbligo di lavorare, indipendentemente da ceto,<br />
professione e origine, i detenuti erano obbligati a tenere un<br />
certo comportamento in base ai regolamenti interni dei campi<br />
di concentramento.<br />
In genere i detenuti avevano l’obbligo di rendere gli onori<br />
militari a tutti gli appartenenti alle SS. Inoltre era vietato<br />
35<br />
“L' autocarro si è fermato e sopra la<br />
porta c'era una scritta: il lavoro rende<br />
liberi. In meno di dieci minuti tutti gli<br />
uomini venivano radunati in gruppo.<br />
Quello che accadde delle donne,<br />
bambini e vecchi, noi non potemmo<br />
stabilire allora la notte li inghiottì<br />
semplicemente.<br />
Oggi <strong>per</strong>ò sappiamo che in quella<br />
scelta veloce, ognuno di noi era stato<br />
giudicato se potesse o no lavorare<br />
utilmente. Sappiamo anche che non<br />
sempre questo pur tenue principio di<br />
discriminazione inabili fu seguito, e<br />
che successivamente fu adottato<br />
spesso il sistema più semplice di<br />
aprire le portiere dei vagoni, senza<br />
avvertimenti né istruzioni ai nuovi<br />
arrivati.<br />
Questa di cui abbiamo parlato, è la<br />
vita del lager.<br />
(PRIMO LEVI, Se questo è un uomo,<br />
1947)
schiamazzare, gridare e urlare, ma soprattutto era vietato parlare di politica, tenere discorsi sediziosi,<br />
organizzarsi in convegni e incontri di ogni tipo, raccogliere notizie sul campo, nonché fotografare il<br />
campo e le sue istituzioni.<br />
Chi non ubbidiva ai regolamenti interni era sottoposto all’ordinamento disciplinare e penale dei<br />
detenuti <strong>per</strong> ragioni di sicurezza.<br />
La giornata tipo di un detenuto<br />
del campo di Mauthausen.<br />
In estate, la sveglia avveniva<br />
da lunedì a sabato, alle 4.45.<br />
Alle 5.15 si effettuava l’appello.<br />
Le ore lavorative: dalle 6 alle<br />
12 e dalle 13 alle 19. Fra le 12<br />
e le 13 vi era la pausa<br />
meridiana che comprendeva la<br />
marcia <strong>per</strong> raggiungere il<br />
campo dal posto di lavoro,<br />
quella del ritorno e l’appello<br />
<strong>per</strong> certe squadre che<br />
lavoravano nella zona del<br />
campo. Dopo le 19 vi era un<br />
altro appello e il rancio. Alla<br />
domenica lavoravano soltanto<br />
alcune squadre addette<br />
all’industria bellica ed i<br />
prigionieri che erano in<br />
punizione. In inverno la sveglia<br />
avveniva alle 5.15; l’inizio e la<br />
cessazione del lavoro nella<br />
cava di pietra dipendeva dalla<br />
durata della luce del giorno.<br />
Nell’industria bellica il puro<br />
lavoro era di 11 ore giornaliere.<br />
36<br />
da Maus di A. Spiegelman
Dire l’indicibile. Scritti di memoria<br />
Le <strong>per</strong>secuzioni e la deportazione hanno dato luogo ad un’immensa mole di diari e memorie: scegliamo<br />
i titoli più interessanti sia dal punto di vista espressivo, sia da quello storico-documentario. La<br />
ripartizione tra resoconti storici, memorialistica e autobiografia non è netta, così come la distinzione tra<br />
diari (scritti prodotti a breve distanza temporale dagli avvenimenti narrati) e memorie (elaborate a<br />
posteriori).<br />
Voci dai ghetti e dai campi<br />
Il manoscritto di Lodz, Bari, De Donato, 1967<br />
Adelson A. (a cura di), Il diario di Dawid<br />
Sierakowiak. Cinque quaderni dal ghetto di<br />
Lodz, Torino, Einaudi, 1997<br />
Bauman J., Inverno al mattino. <strong>Un</strong>a ragazza<br />
nel ghetto di Varsavia, Bologna, Il Mulino,<br />
1994<br />
Berg M., Il ghetto di Varsavia. Diario 1939-<br />
1944, Torino, Einaudi, 1991<br />
Czerniakow A., Diario (1939-1942). Il dramma<br />
del ghetto di Varsavia, Roma, Città Nuova,<br />
1989<br />
Guterman S., Il libro ritrovato, Torino, Einaudi,<br />
1994<br />
Gutman I., Storia del ghetto di Varsavia,<br />
Firenze, La Giuntina, 1996<br />
Heydecker J.J., Il Ghetto di Varsavia. Cento<br />
foto scattate da un soldato tedesco nel 1941,<br />
Firenze, La Giuntina, 2000<br />
Lewin A., <strong>Un</strong>a coppa di lacrime. Diario dal<br />
ghetto di Varsavia, Milano, Il Saggiatore, 1993<br />
Perechodnik C., Sono un assassino?<br />
Autodifesa di un poliziotto ebreo, Milano,<br />
Feltrinelli, 1996<br />
Ringelblum E., Sepolti a Varsavia. Appunti dal<br />
ghetto, Milano, Arnoldo Mondadori Editore,<br />
1962<br />
Rubinowicz D., Il diario di David Rubinowicz,<br />
Torino, Einaudi, 2000<br />
Saletti C., La voce dei sommersi. Manoscritti<br />
ritrovati di membri del Sonderkommando di<br />
<strong>Auschwitz</strong>, Venezia, Marsilio, 1999<br />
Diari e lettere<br />
Artom E., Diari (gennaio 1940- febbraio 1944),<br />
37<br />
Milano, Centro di Documentazione Ebraica<br />
Contemporanea, 1966<br />
Frank A., Diario. L’alloggio segreto, 12 giugno<br />
1942- 1° agosto 1944, Torino, Einaudi, 1993<br />
Hillesum E., Diario 1941-1943, Milano,<br />
Adelphi, 1985<br />
Hillesum E., Lettere 1942-1943, Milano,<br />
Adelphi, 1990<br />
Hollyday L. (a cura di), Ragazzi in guerra.<br />
Diari segreti di adolescenti europei nel<br />
secondo conflitto mondiale, Milano, Il<br />
Saggiatore, 1996<br />
Höss R., Comandante ad <strong>Auschwitz</strong>.<br />
Memoriale autobiografico di Rudolf Höss,<br />
Torino, Einaudi, 1993<br />
Klem<strong>per</strong>er V., Testimoniare fino all’ultimo.<br />
Diari 1933-1945, Milano, Mondadori, 2000<br />
Morpurgo E., Zaban L. e S., Guerra, esilio,<br />
ebraicità. Diari di donne nelle due guerre<br />
mondiali, Ancona, il Lavoro editoriale, 1996<br />
Nirenstajn A., Ricorda cosa ti ha fatto Amalek,<br />
Torino, Einaudi, 1958<br />
Nirenstajn A., E’ successo solo cinquant’anni<br />
fa. Lo sterminio di sei milioni di ebrei, Firenze,<br />
La Nuova Italia, 1993<br />
Segre R., Venti mesi, Palermo, Sellerio, 1995<br />
Tagliacozzo M., Metà della vita. Ricordi della<br />
campagna razziale 1938- 1944, Milano,<br />
Baldini & Castoldi, 1998<br />
Weliczker L., Comando speciale 1005, Roma,<br />
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<strong>per</strong> non dimenticare, Firenze, La Nuova Italia,
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sterminio, Firenze, Giuntina, 1996<br />
Amery J., Intellettuale ad <strong>Auschwitz</strong>, Torino,<br />
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Antelme R., La specie umana, Torino,<br />
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1998<br />
Auerbacher I., Io sono una stella. <strong>Un</strong>a<br />
bambina dall’olocausto, Milano, Bompiani,<br />
1995<br />
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Racconto di Gusen, Parma, Guanda, 1996<br />
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ebreo, Mantova, Istituto provinciale <strong>per</strong> la<br />
Storia del Movimento di Liberazione nel<br />
Mantovano, 1989<br />
Beccaria Rolfi L., L’esile filo della memoria.<br />
Ravensbrück, 1945: un drammatico ritorno<br />
alla libertà, Torino, Einaudi, 1996<br />
Berti A., Viaggio nel pianeta nazista. Trieste-<br />
Buchenwald Langestein, Milano, Angeli, 2000<br />
Bigo P., Il triangolo di Gliwice. Memoria di<br />
sette lager, Alessandria, Edizioni dell’Orso,<br />
1998<br />
Bricarelli C. (a cura di), <strong>Un</strong>a gioventù offesa.<br />
Ebrei genovesi ricordano, Firenze, Giuntina,<br />
1995<br />
Bruck E., Chi ti ama così, Venezia, Marsilio,<br />
1974<br />
Buber-Neumann M., Prigioniera di Stalin e<br />
Hitler, Bologna, Il Mulino, 1994<br />
Carpi A., Diario di Gusen: lettere a Maria con<br />
75 disegni dell’autore, Torino, Einaudi 1993<br />
Carrassi M., Sotto il cielo di Ebensee. Dalla<br />
Resistenza al lager (settembre 1943- maggio<br />
1945), Milano, Mursia, 1945<br />
Coslovich M, I racconti dal Lager.<br />
Testimonianze dei sopravvissuti ai campi di<br />
concentramento tedeschi, Milano, Mursia,<br />
1997<br />
Coslovich M, Storia di Savina. Testimonianza<br />
di una madre deportata, Milano, Mursia, 2000<br />
Ducci T., <strong>Un</strong> tallèt ad <strong>Auschwitz</strong>. 10/2/1944 -<br />
5/5/1945, Firenze, Giuntina, 2000<br />
Franchini Ponti R., In fuga dai Lager. LA vera<br />
storia di una donna partigiana, Milano,<br />
Paoline, 1998<br />
38<br />
Edelman M. e Krall H., Il ghetto di Varsavia.<br />
Memoria e storia dell’insurrezione, Roma,<br />
Città Nuova Editrice, 1985<br />
Fenelon F., Ad <strong>Auschwitz</strong> c’era un‘orchestra,<br />
Firenze, Vallecchi, 1978<br />
Friedländer S., A poco a poco il ricordo,<br />
Torino, Einaudi, 1978<br />
Klein D., Vivere e sopravvivere. Diario 1936-<br />
1945, Milano, Mursia, 2001<br />
Klüger R., Vivere ancora. Storia di una<br />
giovinezza, Torino, Einaudi, 1995<br />
Leitner I. e Leitner I., Frammenti di Isabella.<br />
Memoria di <strong>Auschwitz</strong>, Milano, Mursia, 1996<br />
Lewis H., Il tempo di parlare. Sopravvivere nel<br />
lager a passo di danza: diario di una ballerina<br />
ebrea, Torino, Einaudi, 1996<br />
Lustig O., Dizionario del Lager, Firenze, La<br />
Nuova Italia, 1996<br />
Magini M., <strong>Un</strong> itinerario <strong>per</strong> il lager. Chimere,<br />
errori ed apostasia, Firenze, Polistampa, 1993<br />
Massariello Arata M., Il ponte dei corvi. Diario<br />
di una deportata a Ravensbrück, Milano,<br />
Mursia, 1995<br />
Millu L., Il fumo di Birkenau, Firenze, Giuntina,<br />
1986<br />
Millu L., Dopo il fumo. “Sono il n. A5384di<br />
<strong>Auschwitz</strong>-Birkenau, Brescia, Morcelliana,<br />
1999<br />
Millu L., I ponti di Schwerin, Recco (Ge), Le<br />
Mani, 1998<br />
Oberski J., Anni d’infanzia, Firenze, Giuntina,<br />
1989 (da questo libro è stato tratto il film di<br />
Roberto Faenza, “Jona che visse nella<br />
balena”)<br />
Pacifici E., “Non ti voltare”. Autobiografia di un<br />
ebreo, Firenze, Giuntina, 1993<br />
Paulesu Quercioli M., L’erba non cresceva ad<br />
<strong>Auschwitz</strong>, Milano, Mursia, 1994<br />
Perlasca G., L’impostore, Bologna, Il Mulino,<br />
1997<br />
Deaglio E., La banalità del bene. Storia di<br />
Giorgio Perlasca, Milano, Feltrinelli, 1991<br />
Piazza B., Perchè gli altri dimenticano. <strong>Un</strong><br />
italiano ad <strong>Auschwitz</strong>, Milano, Feltrinelli, 1995<br />
Rusich Demoscati S., Il mio diario. A vent’anni<br />
nei campi di sterminio nazisti. Flossemburg<br />
40301, Firenze, Edzioni Cultura della Pace,<br />
1992<br />
Segre Amar S., Il mio ghetto, Milano,<br />
Garzanti, 1997
Semprun J., Il grande viaggio, Torino, Einaudi,<br />
1964<br />
Semprun J., La scrittura o la vita, Parma,<br />
Guanda, 1996<br />
Semprun J. e Wiesel E., Tacere è impossibile.<br />
Dialogo sull’olocausto, Parma, Guanda, 1996<br />
Spizzichino S. e di Nepi Ol<strong>per</strong> I., Gli anni<br />
rubati. Le memorie di Settimia Spizzichino,<br />
reduce dai Lager di <strong>Auschwitz</strong> e Bergen<br />
Belsen, Cava de’ Tirreni, Comune di Cava de’<br />
Tirreni, 2001<br />
Springer E., Il silenzio dei vivi. All’ombra di<br />
<strong>Auschwitz</strong> un racconto di morte e di<br />
resurrezione, Venezia, Marsilio, 1997<br />
Tedeschi G., C’è un punto della terra... <strong>Un</strong>a<br />
donna nel Lager di Birkenau, Firenze,<br />
Giuntina, 1988<br />
Tedeschi G., Memoria di donne e bambini nei<br />
Lager nazisti, Torino, Zamorani, 1995<br />
E. Stein<br />
39<br />
Vasari B., Mauthausen, bivacco della morte,<br />
Firenze, Giuntina, 1991<br />
Vasari B., La Resistenza dei deportati politici<br />
italiani nei Lager nazisti. Mauthausen,<br />
Dachau, Buchenwald. Cenni e riflessioni<br />
preliminari, Alessandria, Edizioni dell’Orso,<br />
1995<br />
Wiesel E., La notte, Firenze, Giuntina, 1993<br />
Wiesenthal S., Il girasole, Milano, Garzanti,<br />
2000<br />
Zargani A., Per violino solo. La mia infanzia<br />
nell’Aldiqua 1938-1945, Bologna, Il Mulino,<br />
1995<br />
Prima vennero <strong>per</strong> gli ebrei<br />
Prima vennero <strong>per</strong> gli ebrei<br />
e io non dissi nulla <strong>per</strong>ché<br />
non ero ebreo.<br />
Poi vennero <strong>per</strong> i comunisti<br />
e io non dissi nulla <strong>per</strong>ché<br />
non ero comunista.<br />
Poi vennero <strong>per</strong> i sindacalisti<br />
e io non dissi nulla <strong>per</strong>ché<br />
non ero un sindacalista.<br />
Poi vennero a prendere me.<br />
E non era rimasto più nessuno<br />
che potesse dire qualcosa<br />
Martin Niemoller
Fumetto<br />
- Spiegelman A., Maus. Racconto di un sopravvissuto,<br />
Torino, Einaudi, 2000<br />
- Sclavi T. e Coppola G., Doktor Terror, Dylan Dog, n. 83,<br />
agosto 1993<br />
- Tezuka O., La storia dei Tre Adolf, 5 voll, Hazard 1998-<br />
1999<br />
- Mantegazza R. e Salvarani B., Le strisce dei lager. La<br />
Shoah e i fumetti, <strong>Un</strong>icopli, 2000<br />
Letteratura<br />
La produzione letteraria relativa a queste tematiche è vastissima a livello mondiale, <strong>per</strong>tanto la scelta dei<br />
titoli ha seguito, più che in altre sezioni, criteri soggettivi. La bibliografia risulterà, inevitabilmente, poco<br />
esaustiva, ma una buona guida <strong>per</strong> affrontare le questioni da un’altra angolazione. Si sono privilegiate le<br />
edizioni di più facile re<strong>per</strong>ibilità; sono presenti anche fumetti.<br />
Affinati E., Campo del sangue, Milano,<br />
Mondadori, 2000<br />
Amis M., La freccia del tempo, Milano,<br />
Mondadori, 2001<br />
Appelfeld A., Badenheim 1939,Milano,<br />
Mondadori, 1981<br />
Bassani G., O<strong>per</strong>e, Milano, Mondadori,<br />
1998<br />
Benigni R. e Cerami V., La vita è bella,<br />
Milano, Elemond, 1999 (2 ed.)<br />
Bruck E., Lettera alla madre, Milano,<br />
Garzanti, 1988<br />
Bruck E., Signora Aschwitz. Il dono della<br />
parola, Venezia, Marsilio, 1999<br />
Debenedetti G., 16 ottobre 1942, Palermo,<br />
Sellerio, 1993<br />
Delbo C., <strong>Un</strong> <strong>treno</strong> senza ritorno, Casale<br />
Monferrato, Piemme, 2002<br />
Duras M., Il dolore, Milano, Feltrinelli, 1985<br />
Friedman C., Come siamo fortunati, Firenze, Giuntina,<br />
1997<br />
Green G., Olocausto, Milano, S<strong>per</strong>ling e Kupfer, 1979<br />
Grossman D., Vedi alla voce amore, Milano, 1990<br />
Grynberg H. La guerra degli ebrei, Roma, Edizioni e/o,<br />
1992<br />
Hochhuth R., Il vicario. Dramma in cinque atti, Milano,<br />
Feltrinelli, 1964995<br />
Keneally Thomas, La lista, Piacenza, Frassinelli, 1994<br />
Kertèsz I., Essere senza destino, Milano, Feltrinelli,<br />
2003<br />
Langbein H., Uomini ad <strong>Auschwitz</strong>, Mursia, Milano,1994<br />
Lanzmann C., Shoah, Milano, Rizzoli, 1987<br />
Levi della Torre S., Zone di turbolenza. Intrecci,<br />
somiglianze, conflitti, Milano, Feltrinelli, 2003<br />
Levi P., O<strong>per</strong>e, Torino, Einaudi, 1997, 2 volumi<br />
Levi P., Se questo è un uomo (commento di Alberto<br />
Cavaglion, redatto appositamente <strong>per</strong> la Grande<br />
Letteratura Einaudi su cd rom) in La grande Letteratura<br />
Italiana Einaudi (a cura di Alberto Asor Rosa), vol. X,<br />
Dalla grande guerra a oggi, Torino, 2000<br />
“... nel cervello un<br />
vortice di ricordi<br />
ammuffiti.<br />
L'indifferenza<br />
intorpidiva la mente.<br />
Qui o altrove, cosa<br />
c'era di diverso?<br />
Crepare oggi o<br />
domani, o più tardi? La<br />
notte si faceva lunga,<br />
lunga da non finire<br />
più.”<br />
E. Wiesel, La notte<br />
40<br />
Loy R., La parola ebreo, Torino, Einaudi,<br />
1997<br />
Michaels A., In fuga, Firenze, Giunti, 1998<br />
Oberski J., Anni d’infanzia. <strong>Un</strong> bambino nei<br />
lager, Firenze, Giuntina, 2001<br />
Ozick C., Lo scialle, Milano, Garzanti, 1990<br />
Perec G., W o il ricordo d'infanzia, Milano,<br />
Rizzoli, 1991<br />
Presser I., La notte dei Girondini, Milano,<br />
Adelphi, 1976<br />
Sarti R., I me ciamava <strong>per</strong> nome: 44.787<br />
vierundvierzigtausendsiebenhundertsieben<br />
undachtzig, Milano, Baldini & Castoldi, 2001<br />
Schwarz-Bart A., L'ultimo dei giusti, Milano,<br />
Feltrinelli, 1991<br />
Sebald W.G., Austerlitz Milano, Adelphi,<br />
2002<br />
Seghers A. La settima croce, Milano,<br />
Mondadori, 1947<br />
Semprun J., La scrittura o la vita, Parma, Guanda, 1996<br />
Sereni C., Il gioco dei regni, Firenze, Giunti, 1993<br />
Sessi F., Ultima fermata: Aschwitz. Storia di un ragazzo<br />
ebreo durante il fascismo, Torino, Einaudi, 1996<br />
Singer I. B., La famiglia Moskat, Milano, Corbaccio,<br />
1995<br />
Singer I. B., Ombre sull'Hudson, Milano, Longanesi,<br />
2000<br />
Singer I. B., Racconti, Milano, Mondadori, 1998<br />
Steiner J., Treblinka. La rivolta di un campo di<br />
sterminio, Milano, Mondadori, 1978<br />
Uhlman F., L'amico ritrovato, Milano, Feltrinelli, 1986<br />
Vercors (Bruller J.), Il silenzio del mare, Torino, Einaudi,<br />
1976<br />
Weiss P., L'istruttoria: oratorio in undici atti, Torino,<br />
Einaudi, 1966<br />
Wiechert E. La selva dei morti: una cronaca, Milano,<br />
Mondadori, 1947<br />
Wiesel E., La notte, La Giuntina, Firenze, 1980<br />
Zampieri S., Il flauto d'osso. Lager e letteratura,<br />
Firenze, Giuntina, 1996<br />
- AAVV, Poesie di pace e libertà (a cura di<br />
Clementelli E. e Mauro W.), Roma, Newton<br />
Compton, 2003<br />
- Celan P., Poesie, Milano, Mondadori, 1998<br />
- Katzenelson Y., Il canto del popolo ebraico<br />
massacrato, Firenze, Giuntina, 1995<br />
- Sachs N., Poesie, Torino, Einaudi, 1971<br />
Poesia
FICTION<br />
18.000 GIORNI FA<br />
Regia: Gabriella Gabrielli<br />
Anno: 1993<br />
A TORTO O A RAGIONE<br />
(Taking Sides)<br />
Regia: Istvan Szabo<br />
Anno: 2001<br />
ALAN E NAOMI<br />
(Alan and Naomi)<br />
Regia: Sterling Vanwagenen<br />
Anno: 1992<br />
AMEN<br />
(Amen)<br />
Regia: Costantin Costa-<br />
Gravas<br />
Anno: 2002<br />
L’AMICO RITROVATO<br />
(Reunion)<br />
Regia: Jerry Schatzberg<br />
Anno: 1989<br />
ANDREMO IN CITTA’<br />
Regia: Nelo Risi<br />
Anno: 1966<br />
ARRIVEDERCI RAGAZZI<br />
(Au revoir les enfants)<br />
Regia: Louis Malle<br />
Night and Fog<br />
Videomemoria<br />
Anno: 1987<br />
ASSISI UNDERGROUND<br />
(Assisi <strong>Un</strong>derground)<br />
Regia: Alexander Ramati<br />
Anno: 1984<br />
BALLATA PER UN<br />
CONDANNATO<br />
(Playing for time)<br />
Regia: Daniel Mann<br />
Anno: 1980<br />
LA BARCA E’ PIENA<br />
(Das Boot ist voll)<br />
Regia: Markus Imhoof<br />
Anno: 1980<br />
CABARET<br />
Regia: Bob Fosse<br />
Anno: 1972'<br />
LA CADUTA DEGLI DEI<br />
Regia: Luchino Visconti<br />
Anno: 1969<br />
IL CIELO CADE<br />
Regia: Andrea e Antonio<br />
Frazzi<br />
Anno: 2000<br />
COMEDIAN HARMONISTS<br />
Regia: Joseph Vilsmaier<br />
Anno 1999<br />
CONCORRENZA SLEALE<br />
Regia: Ettore Scola<br />
Anno: 2001<br />
COSI’ FINISCE LA NOSTRA<br />
NOTTE<br />
So Ends Our Night<br />
Regia: John Cromwell<br />
Anno: 1941<br />
LE DEPORTATE DELLA<br />
SEZIONE SPECIALE SS<br />
Regia: Rino Di Silvestro<br />
Anno: 1976<br />
IL DIARIO DI ANNA FRANK<br />
(The Diary of Anna Frank)<br />
Regia: George Stevens<br />
Anno: 1959<br />
DIARIO DI UN ITALIANO<br />
41<br />
Regia: Sergio Capogna<br />
Anno: 1973<br />
DIRITTO DI OFFESA<br />
(Skokie)<br />
Regia: Herbert Wise<br />
Anno: 1981<br />
DOTTOR KORCZAK<br />
(Korczak)<br />
Regia: Andrzej Wajda<br />
Anno: 1990<br />
EUROPA EUROPA<br />
Regia: Agnieszka Holland<br />
Anno: 1991<br />
LA FINESTRA DI FRONTE<br />
Regia: Ferzan Ozpotek<br />
Anno: 2002<br />
FUGA DA MAUTHAUSEN<br />
(Die Flucht)<br />
Regia: Edwin Zbonek<br />
Anno: 1963<br />
IL GIARDINO DEI FINZI<br />
CONTINI<br />
Regia: Vittorio De Sica<br />
Anno: 1970<br />
GIULIA<br />
(Julia)<br />
Regia: Fred Zinnemann<br />
Anno: 1977<br />
GIULIETTA, ROMEO E LE<br />
TENEBRE<br />
(Romeo, Julia a tma)<br />
Regia: Jirí Weiss<br />
Anno: 1959<br />
IL GRANDE DITTATORE<br />
(The Great Dictator)<br />
Regia : Charlie Chaplin<br />
Anno 1940<br />
IN NOME DEI MIEI<br />
(Au nom de tous les miens)<br />
Regia: Robert Enrico<br />
Anno 1983<br />
L’ISOLA IN VIA DEGLI<br />
UCCELLI<br />
(The Island in Bird Street)<br />
Regia: Soren Kragh-Jacobsen
Anno 1997<br />
Rosenstrasse<br />
JAKOB IL BUGIARDO<br />
(Jakob the Liar)<br />
Regia: Peter Kassovitz<br />
Anno: 1999<br />
JONA CHE VISSE NELLA<br />
BALENA<br />
Regia: Roberto Faenza<br />
Anno: 1993<br />
JUDITH<br />
Regia: Daniel Mann<br />
Anno: 1965<br />
KAPO’<br />
Regia: Gillo Pontecorvo<br />
Anno: 1960<br />
LA LINEA DEL FIUME<br />
Regia: Aldo Scavarda<br />
Anno: 1976<br />
IL MARATONETA<br />
(Marathon Man)<br />
Regia: John Schlesinger<br />
Anno: 1976<br />
MARTA ED IO<br />
(Martha und Ich)<br />
Regia: Jiri Weiss<br />
Anno: 1990<br />
MAX E HELEN<br />
Regia: Philip Saville<br />
Anno: 1990<br />
MONSIEUR BATIGNOLE<br />
(On pouvait pas savoir)<br />
Regia: Gérard Jugnot<br />
Anno: 2001<br />
MR. KLEIN<br />
Regia: Joseph Losey<br />
Anno: 1976<br />
MUSIC BOX - PROVA<br />
D’ACCUSA<br />
(Music Box)<br />
Regia: Costantin Costa-<br />
Gravas<br />
Anno: 1989<br />
NEGOZIO AL CORSO<br />
(Obchod na korze)<br />
Regia: Jan Kadar/Elmar Klos<br />
Anno: 1965<br />
NEMICI, UNA STORIA<br />
D’AMORE<br />
(Enemies, a Love Story)<br />
Regia: Paul Mazursky<br />
Anno: 1989<br />
NEVER FORGET<br />
Regia: Joseph Sargent<br />
Anno: 1994<br />
OLOCAUSTO<br />
Regia: Marvin Chomsky<br />
Anno: 1978<br />
OLTRE LA VITTORIA<br />
Regia: Robert M. Young<br />
Anno: 1990<br />
L’ORO DI ROMA<br />
Regia: Carlo Lizzani<br />
Anno: 1961<br />
L’OROLOGIAIO<br />
(Georg Elser)<br />
Regia: Klaus Maria Brandauer<br />
Anno: 1990<br />
42<br />
Il Pianista<br />
PASSAGGIO DOPO LA<br />
BATTAGLIA<br />
(Krojobraz po bitwie)<br />
Regia: Andrzej Wajda<br />
Anno: 1970<br />
LA PASSEGGERA<br />
(Passenger)<br />
Regia: Andrzej Munk, Witold<br />
Lesiewicz<br />
Anno: 1963<br />
I PERSEGUITATI<br />
(The Juggler)<br />
Regia: Edward Dmytryk<br />
Anno: 1953<br />
IL PIANISTA (The pianist)<br />
Regia: Roman Polanski<br />
Anno: 2002<br />
IL PORTIERE DI NOTTE<br />
Regia: Liliana Cavani<br />
Anno: 1974<br />
IL PREZZO DELLA VITTORIA<br />
(The Shadow of Victory)<br />
Regia: Ate De Jong<br />
Anno: 1986<br />
LA RAGAZZA TERRIBILE<br />
(Das schreckliche Maedchen)<br />
Regia: Michael Verhoeven<br />
Anno: 1989<br />
I RAGAZZI VENUTI DAL<br />
BRASILE<br />
(The Boys from Brazil)<br />
Regia: Franklyn J. Schnaffner<br />
Anno: 1978<br />
RITORNO A BERLINO<br />
(Welcome to Germany)<br />
Regia di Thomas Brasch<br />
Anno: 1988<br />
ROSENSTRASSE<br />
Regia: Margarethe von Trotta<br />
Anno: 2003<br />
LA SCELTA DI SOPHIE<br />
Sophie's Choise<br />
Regia: Alan J. Pakula<br />
Anno: 1982<br />
SCHINDLER’S LIST<br />
Regia: Steven Spielberg<br />
Anno: 1993<br />
LA SETTIMA STANZA<br />
Regia: Marta Meszaros<br />
Anno: 1996
LA STELLA DI DAVID<br />
(Sterne)<br />
Regia: Konrad Wolff<br />
Anno: 1959<br />
SUSS L’EBREO<br />
Regia: Veit Harlan<br />
Anno: 1940<br />
SWING KIDS - GIOVANI<br />
RIBELLI<br />
(Swing Kids)<br />
Regia: Thomas Carter<br />
Anno: 1993<br />
TORNARE PER RIVIVERE<br />
(Partir revenir)<br />
Regia: Claude Lelouch<br />
Anno: 1985<br />
LA TREGUA<br />
Regia: Francesco Rosi<br />
Anno: 1997<br />
TRAIN DE VIE<br />
Regia: Radu Mihaileanu<br />
Anno: 1998<br />
L’ULTIMO METRO’<br />
(Le Dernier métro)<br />
Regia: François Truffaut)<br />
Anno: 1980<br />
L’UOMO DEL BANCO<br />
DEI PEGNI<br />
(The Pawnbroker)<br />
Regia: Sidney Lumet<br />
Anno: 1965<br />
IL VIAGGIO DEI<br />
DANNATI<br />
(Voyage of the Damned)<br />
Regia: Stuart Rosemberg<br />
Anno: 1976<br />
VINCITORI E VINTI<br />
(Judgment at Nuremberg)<br />
Regia: Stanley Kramer<br />
Anno: 1961<br />
LA VITA DAVANTI A SE’<br />
(La vie devant soi)<br />
Regia: Moshe Mizrahi<br />
Anno: 1977<br />
LA VITA E’ BELLA<br />
Regia: Roberto Benigni<br />
Anno: 1997<br />
VITE SOSPESE<br />
(Shining Through)<br />
Regia: David Seltzer<br />
Anno: 1992<br />
DOCUMENTARI E<br />
TRASMISSIONI TELEVISIVE<br />
CARA KITTY<br />
Regia: W. Van der Sluis<br />
Anno: 1987<br />
GENOCIDE<br />
Regia: P. Batty<br />
Anno: 1987<br />
MEDITATE CHE QUESTO E’<br />
STATO<br />
Regia: Silvia Brasca<br />
Anno: 1993<br />
43<br />
Rosenstrasse<br />
MEMORIA<br />
Regia: Ruggero Gabbai<br />
Anno: 1997<br />
NORIMBERGA<br />
(Nuernberger Prozess)<br />
Regia: Feliz Podmaniczky<br />
Anno: 1958<br />
NOTTE E NEBBIA<br />
Regia: Alain Resnais<br />
Anno: 1955<br />
PER IGNOTA<br />
DESTINAZIONE<br />
Regia: Piero Farina<br />
Anno: 1995<br />
QUELLA PAGINA<br />
STRAPPATA<br />
Regia: Daniel Toaff<br />
Anno: 1988<br />
RITORNO AD AUSCHWITZ<br />
Regia: Daniel Toaff<br />
Anno: 1982<br />
SHOAH<br />
Regia: Claude Lanzmann<br />
Anno: 1985<br />
TESTIMONI<br />
Regia: Anna Missoni<br />
Anno: 1995<br />
L’ULTIMA TAPPA<br />
Ostatni Etap<br />
Regia: Wanda Jakubowska<br />
Anno: 1948<br />
GLI ULTIMI GIORNI (The last<br />
days)<br />
Regia: James Moll<br />
Anno: 1997<br />
VINCITORI ALLA SBARRA<br />
(Le temps du ghetto)<br />
Regia: Frédéric Rossif<br />
Anno: 1961
Musica etnica - Canti sociali e politici<br />
aa.vv. Al com ando porta (da "Trieste<br />
contro" )<br />
aa.vv. Buchenwald<br />
aa.vv. Canti della Resistenza Europea<br />
aa.vv. Canzoni della guerra civile<br />
spagnola<br />
aa.vv. Con la guerriglia /Canti della<br />
resistenza italiana 2<br />
aa.vv. Dove vola l'avvoltoio (da<br />
Cantacronache 2)<br />
aa.vv. Ghetto tango - wartim e yiddish<br />
theater<br />
aa.vv. I canti del ghetto<br />
aa.vv. Il canto dei deportati<br />
aa.vv. Il canto dei Lager (da "Questa seta<br />
che filiam o" )<br />
aa.vv. Noi chiamammo liberta'(Antologia di<br />
canti politici italiani nati nell'esilio, nella<br />
prigionia e nei Lager dal 1821 al 1948)<br />
aa.vv. Si veda anche tutta la serie "Canti<br />
della Resistenza Italiana" Dischi del Sole<br />
aa.vv. The Great Cantors<br />
Anonim o E quei briganti neri (Canti della<br />
Resisten za Italiana n. 2)<br />
Anonim o La canzone dell'otto settembre<br />
(Canti della Resistenza Italiana n.6)<br />
Ensem ble Havadia Fum a el cam in<br />
Gruppo folk internazionale Il nonno di<br />
Jonni<br />
Guccini F. <strong>Auschwitz</strong> la canzone del<br />
bam bino nel vento<br />
Guccini F. Dio e' m orto<br />
Guccini F. Lager<br />
Jona-Am odei Tredici milioni<br />
Kem pin D. Canti dei ghetti e dei Lager<br />
Mashiach The best Israeli Chassidic Songs<br />
Meghna gi M. Canto esiliato<br />
Mordecai Gebirtig Krakov ghetto<br />
Ivan Della Mea Giovanna Marini Se il cielo<br />
fosse bianco di carta (testo tratto da una<br />
lettera di un ragazzo di 14 anni nel campo di<br />
Pustkow)<br />
Ovadia M. Dibbuk<br />
Ovadia M. Oylem Goylem<br />
Roth H. Es Brent (Canti dei ghetti di<br />
Varsavia e di Vilna)<br />
Storm y Six Nuvole a Vinca<br />
Storm y Six Otto settem bre<br />
Stratos D. Arbeit macht frei<br />
Vecchioni R. La stazione di Zima<br />
Com positori internati a Terezin o in altri<br />
cam pi<br />
aa.vv. Cham ber music from Theresienstadt<br />
Ullm ann V. Quartetto d'archi n. 3, op. 46<br />
Klein G. Trio<br />
Klein G. Fantasie a Fuga<br />
Klein G. Sonata <strong>per</strong> piano<br />
Discografia<br />
44<br />
Klein G. Quartetto op. 2<br />
Krasa H. Com posers from Theresienstadt<br />
Krasa H. Quartetto<br />
Krasa H. Tre lieder <strong>per</strong> baritono<br />
Krasa H. Tema con var.<br />
Senator R. Kaddish for Terezin - Holocaust<br />
requiem - Oratorio liturgico basato sui<br />
testi dei bambini di Theresienstadt<br />
Krasa H. Brundibar - o<strong>per</strong>a in due atti <strong>per</strong><br />
bam bini<br />
Haas P. Suite <strong>per</strong> oboe e pianof.<br />
Klein G. Divertim ento <strong>per</strong> legni<br />
Klein G. Sonata <strong>per</strong> piano<br />
Krasa H. Cinque lieder op. 4<br />
Krasa H. Tre lieder <strong>per</strong> baritono<br />
Schulhoff E. Concertino <strong>per</strong> fl, viola e<br />
contrabasso<br />
Ullm ann V. Sonate <strong>per</strong> pianoforte n. 5, 6, 7<br />
Ullm ann V. Quartetto n.3 op. 46<br />
Ullm ann V. Sonata n. 7 <strong>per</strong> pianoforte<br />
Hartm ann K. A. Sonata "27 aprile 1945"<br />
Messiaen O. Quatuor pour la fin du tem p<br />
Candide<br />
Messian O. Quatuor pour la fin du tem ps<br />
Com posizioni riguardanti i Lager o in<br />
generale il tema della guerra<br />
AA. VV. Dieci m elodie ebraiche <strong>per</strong> violino<br />
a pianoforte<br />
Bat Chaim O. Mamme Loshn<br />
Bat Chaim O. Prayer <strong>per</strong> clarinetto<br />
Berio L. Ofanim<br />
Bloch E. Abodah<br />
Bloch E. Baal Shem<br />
Bloch E. Shelom o - sinfonia ebraica <strong>per</strong><br />
clarinetto e orch.<br />
Britten B. Ballad of heroes+Sinf da<br />
requiem<br />
Britten B. Russian Funeral<br />
Britten B. War Requiem<br />
Bruck M. Kol Nidrei<br />
Dallapiccola Canti di liberazione<br />
Dallapiccola L. Canti di prigionia<br />
Eisler H. Schweyk nella seconda guerra<br />
m ondiale<br />
Ligeti G. Lux aeterna<br />
Ligeti G. Requiem Wergo<br />
Mahler G. Kindertotenlieder<br />
Nono L. Canto sospeso su lettere di<br />
condannati a morte della Resistenza<br />
europea<br />
Nono L. Cori da "Die Ermittlung" di P.<br />
Weiss <strong>per</strong> nastro m agnetico<br />
Nono L. Diario polacco<br />
Nono L. Die Erm ittlung m usiche di scena<br />
<strong>per</strong> L'Istruttoria di Peter Weiss<br />
Nono L. Intolleranza<br />
Nono L. Ricorda cosa ti hanno fatto in<br />
<strong>Auschwitz</strong><br />
Olivero B. Bakashot<br />
Paert A. De profundis
Paert A. Fratres<br />
Paert A. Miserere<br />
Paert A. Passio Domini nostri<br />
Pend er ecky K. Dies Irae alla mem oria delle<br />
vittim e di <strong>Auschwitz</strong><br />
Pend er ecky K. Trenodia <strong>per</strong> le vittime di<br />
Hiroshim a<br />
Ravel M. Kaddish pf+vl<br />
Reich S. Different trains<br />
Rossellini R. La guerra<br />
Schoenb erg A. De profundis<br />
Schoenb erg A. <strong>Un</strong> sopravvissuto di<br />
Varsavia (contiene anche m usiche scritte da<br />
Honegg er e Martinu sulla seconda guerra<br />
mondiale)<br />
Shostakovic D. Quartetto <strong>per</strong> archi n.8<br />
Shostakovic D. Sinfonia n. 7 "Leningrado"<br />
Shostakovic D. Sinfonia n.13 ( Babi Yar)<br />
Shostakovic D. Sinfonia n.4<br />
Stockhausen K. Gesang der Junglinge<br />
W eill K. Berliner requiemì<br />
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Sitografia essenziale<br />
I siti dedicati a vario titolo alla deportazione e allo sterminio e alle tematiche connesse (antisemitismo,<br />
storia ebraica, totalitarismi, razzismo, II° guerra mondiale ecc.) nel Web sono migliaia. La presente<br />
sitografia, dunque, va intesa esclusivamente come un agile strumento di navigazione limitato.<br />
L’attenzione è focalizzata, <strong>per</strong> quanto possibile, sulla dimensione italiana della Shoah, senza<br />
trascurare l’esigenza di una doverosa contestualizzazione, quindi sono stati privilegiati i siti italiani.<br />
La sitografia è strutturata in modo da consentire approfondimenti, mediante l’accesso a strumenti<br />
analoghi più ricchi, completi e organici.<br />
Siti ufficiali dei campi<br />
• http://www.auschwitz-muzeum.oswiecim.pl/ Complesso concentrazionario di <strong>Auschwitz</strong> (in lingua<br />
polacca/inglese/tedesca).<br />
• http://www.buchenwald.de/ Lager di Buchenwald (in lingua tedesca/inglese/francese).<br />
• http://www.kz-gedenkstaette-dachau.de/ Lager di Dachau (in lingua tedesca/inglese).<br />
• http://www.flossenbuerg.de/ Lager di Flossenbürg (in lingua tedesca).<br />
• http://www.fondazionefossoli.org/ Lager di Fossoli (in lingua italiana).<br />
• http://www.windcloak.it/cultura/risiera/risom.htm Risiera di San Sabba<br />
• http://www.mauthausen-memorial.gv.at/ Memorial del Lager di Mauthausen (in lingua<br />
tedesca/inglese).<br />
• http://www.ravensbrueck.de/ Lager di Ravensbrück (in lingua<br />
tedesca/italiana/francese/inglese/polacca).<br />
• http://web.tiscali.it/gliebreiacampagna/ Storia del campo di internamento fascista di Campagna<br />
(SA)<br />
Siti sull'argomento italiani<br />
• http://www.aned.it/ Associazione Nazionale ex Deportati<br />
• http://www.deportati.it/ ANED, Associazione Nazionale ex Deportati politici nei campi nazisti (in<br />
lingua italiana/inglese/francese/tedesca).<br />
• http://www.cdec.it/ CDEC, Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (in<br />
lingua italiana).<br />
• http://www.kora.it/mauthausen Sito italiano sul campo di sterminio di Mauthausen, realizzato<br />
nell’anno scolastico 1998-99 da una classe di studenti e vincitore del Concorso Ministeriale "Il '900. I<br />
giovani e la memoria" (in lingua italiana).<br />
• http://www.ucei.it/giornodellamemoria/index_a.htm <strong>Un</strong>ione delle Comunità Ebraiche Italiane. 27<br />
gennaio Giorno della Memoria<br />
• http://www.deportazione.too.it/ curato dall’ANPI Roma<br />
• http://www.dsca.it/ Documenti di storia contemporanea sull’antisemitismo<br />
• http://www.27gennaio.it/ Associazione 27 gennaio<br />
• http://www.novecento.org/shoaframe.html Sito dell’INSMLI dedicato alla didattica della storia<br />
• http://www.cnn.com/help/italia/ Dossier sul sito di CNN Italia<br />
• http://www.giovanidelleacli.org/memoria.htm Sito dei Giovani ACLI<br />
• http://www.spectacle.org/695/ausch.html Percorso alfabetico di ricostruzione dell’universo<br />
concentrazionario di <strong>Auschwitz</strong><br />
• http://www.storia.unifi.it/_anei Associazione Nazionale Ex Internati<br />
• http://www.romacivica.net/novitch/index.htm Associazione Nazionale Miriam Novitch<br />
• http://www.olokaustos.org/ il primo sito italiano che ha come argomento la storia dell'Olocausto<br />
• http://www.ultimoappello.org/ L’ultimo appello. Archivi del lager<br />
• http://www.giorgio<strong>per</strong>lasca.it/ La biografia del celebre Giusto<br />
• http://www.bibliolab.it/sitografie/sitografie_spinelli.htm Sitografia a cura di Gianni Spinelli<br />
Siti stranieri<br />
• http://www.vhf.org/ Survivors of the Shoah Visual History Foundation (in lingua inglese).<br />
• http://www.yad-vashem.org.il/ Yad Vashem, Holocaust Martyrs' and Heroes' Remembrance<br />
Authority (in lingua inglese/ebraica).<br />
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• http://www.ushmm.org/ Archivio USHMM, <strong>Un</strong>ited States Holocaust Memoriale Museum (in lingua<br />
inglese).<br />
• http://www.wiesenthal.com/ Simon Wiesenthal Center (in lingua inglese).<br />
• http://fcit.coedu.usf.edu/holocaust/sitemap/sitemap.htm Florida Center to the Holocaust<br />
• http://www.mtsu.edu/~baustin/holo.html The Holocaust/Shoah Page<br />
• http://www.shoa.de/ Sito tedesco dedicato ai temi, ai luoghi e ai nomi dell’olocausto.<br />
• http://www.annefrank.nl/ sito del Museo Casa di Anna Frank<br />
Per ulteriori informazioni:<br />
Archivio storico "B. Savoldi e L. Bottardi Milani"<br />
Via F.lli Folonari, 20 Brescia<br />
Tel. 0303729269<br />
archiviostorico.cdlt@bs.lomb.cgil.it<br />
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