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Versione .PDF - Un treno per Auschwitz

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Archivio storico “Bigio Savoldi e Livia Bottardi Milani”<br />

<strong>Un</strong> <strong>treno</strong> <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong><br />

Al visitatore<br />

materiali informativi e didattici<br />

[...] Visitatore osserva le vestigia di questo campo e medita: da<br />

qualunque paese tu venga, tu non sei un estraneo. Fa’ che il tuo<br />

viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile le nostra morte.<br />

Per te e <strong>per</strong> i tuoi figli, le ceneri di <strong>Auschwitz</strong> valgano di<br />

ammonimento: fa che il frutto orrendo dell'odio, di cui hai visto qui<br />

le tracce, non dia nuovo seme, né domani, né mai.<br />

Primo Levi<br />

(In onore degli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti)<br />

A cura di Silvia Boffelli, Piergiorgio Catalano,<br />

Igor Gabusi, Cristina Massentini, Marco Ugolini<br />

1


PER NON DIMENTICARE A QUALI ABERRAZIONI PUO’ CONDURRE L’ODIO<br />

RAZZIALE E L’INTOLLERANZA, NON IL RITO DEL RICORDO, MA LA<br />

<strong>Un</strong> paio di anni fa visitai il capo di<br />

concentramento di Bergen Belsen, in<br />

Germania. In mezzo ad un silenzio atroce,<br />

feci il giro delle fosse comuni in cui<br />

giacciono migliaia di vittime dell’orrore<br />

nazista, chiedendomi dove fossero i resti di<br />

una certa bambina che ci ha lasciato la<br />

commovente testimonianza di quella<br />

barbarie e la certezza che la parola scritta è la<br />

più grande e invulnerabile dei rifugi, <strong>per</strong>chè<br />

le sue pietre sono unite dalla malta della<br />

memoria. Cercai ovunque, ma invano: non<br />

trovai alcun indizio che mi portasse ad Anna<br />

Frank.<br />

Alla morte fisica, i boia avevano aggiunto la<br />

seconda morte dell’oblio e dell’anonimato.<br />

[...]<br />

All’angoscia del “cosa posso fare io <strong>per</strong>chè<br />

tutto questo non si ripeta più?” subentra il<br />

CULTURA DELLA MEMORIA.<br />

2<br />

Elisa Springer<br />

desiderio di conoscere e narrare la storia di<br />

ciascuna delle vittime, di aggrapparsi alla<br />

parola come unico scongiuro contro l’oblio,<br />

di dare nome e voce alle vicende gloriose o<br />

insignificanti dei nostri genitori, dei nostri<br />

amori, dei nostri figli, dei nostri amici, di<br />

trasformare la vita in una vera e propria<br />

forma di resistenza contro l’oblio, <strong>per</strong>ché,<br />

come ha detto il poeta Guimaraes Rosa,<br />

narrare è resistere.<br />

[...]<br />

La più drammatica delle proteste: “io sono<br />

stato qui e nessuno racconterà la mia storia”,<br />

[...] mai un testo che mi sia parso così duro,<br />

così enigmatico, così bello e al tempo stesso<br />

così straziante...<br />

Le rose di Atacama di Luis Sepùlveda<br />

Prigionieri che salgono su un<br />

convoglio.


Sezione prima<br />

"Il viaggio"<br />

Sommario<br />

§ Il progetto p. 3<br />

§ Il viaggio p. 5<br />

§ Informazioni p. 6<br />

§ Cracovia: mappa e indicazioni p. 8<br />

Sezione seconda<br />

"I materiali"<br />

§ La storia: contesto storico, cronologia generale e bibliografia essenziale p. 12<br />

§ La politica nazista verso “il diverso” e le leggi razziali p. 18<br />

§ Le deportazioni e lo sterminio p. 23<br />

§ I campi di concentramento e sterminio in Europa p. 24<br />

§ I campi di concentramento italiani p. 28<br />

§ <strong>Auschwitz</strong> p. 31<br />

§ La vita quotidiana nei campi p. 35<br />

§ Testimonianze: bibliografia essenziale p. 37<br />

§ Arte, letteratura e fumetto: bibliografia essenziale p. 40<br />

§ Videomemoria p. 41<br />

§ Discografia essenziale p. 44<br />

§ Sitografia essenziale p. 46<br />

2


La Fondazione “ Ex campo Fossoli” di Carpi, l’Archivio Storico “Bigio Savoldi e Livia<br />

Bottardi Milani” di Brescia e la Fondazione "Memoria della deportazione" di Milano, la<br />

Provincia di Milano ed il Comune di Co<strong>per</strong>tino<br />

in occasione del prossimo Giorno della memoria, 27 gennaio 2006, intendono riproporre<br />

l'iniziativa:<br />

<strong>Un</strong> <strong>treno</strong> <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong><br />

25 - 29 gennaio 2006<br />

Si tratta di un viaggio in <strong>treno</strong>, questa volta da Carpi a Cracovia di adulti e di<br />

studenti delle scuole medie su<strong>per</strong>iori e dell'<strong>Un</strong>iversità.<br />

L'idea di ripetere la straordinaria es<strong>per</strong>ienza dei seicento partecipanti al "Treno <strong>per</strong><br />

<strong>Auschwitz</strong>" in occasione dello scorso Giorno della Memoria è nata proprio "a caldo",<br />

quando, non ancora scesi dal <strong>treno</strong>, gli studenti e gli insegnanti, gli o<strong>per</strong>atori culturali<br />

ed i giornalisti coinvolti, nonché i testimoni hanno iniziato la loro ricchissima o<strong>per</strong>a di<br />

"Restituzione dell'es<strong>per</strong>ienza" raccontando, lavorando sui materiali prodotti, rivedendo<br />

immagini e riascoltando suoni, ma soprattutto iniziando a scrivere e ricevere riflessioni<br />

in una rete di relazioni che il progetto parallelo "Attori di viaggio" aveva previsto, ma<br />

che si è rivelato molto più efficace di ogni aspettativa.<br />

E' intenzione degli enti promotori, quindi, impostare la nuova iniziativa "<strong>Un</strong> <strong>treno</strong> <strong>per</strong><br />

<strong>Auschwitz</strong>" del 27 gennaio 2006 avvalendosi dell'es<strong>per</strong>ienza e dell'ottimizzazione<br />

dell'organizzazione già s<strong>per</strong>imentata ed approfondendo ulteriormente il "sistema di rete"<br />

fra le scuole italiane che aderiranno nonché formulando altri <strong>per</strong>corsi didattici<br />

propedeutici al viaggio, che l'Archivio storico B. Savoldi e L. Bottardi Milani e le<br />

Fondazioni "Fossoli" e "Memoria" si impegnano a preparare e proporre agli insegnanti ed<br />

agli studenti già dal prossimo mese di settembre.<br />

3


L’idea che anima questo progetto è ancora l’incontro di una generazione di<br />

cittadini europei anagraficamente e linguisticamente non dissimili da coloro che furono<br />

deportati sui treni dello sterminio 60 anni fa.<br />

Ma, se durante le <strong>per</strong>secuzioni naziste la destinazione dei treni era l’orrore, oggi si<br />

propone ai ragazzi di incontrarsi, dialogare, lavorare, viaggiare <strong>per</strong> costruire memoria.<br />

I luoghi hanno una grande importanza.<br />

Gli studenti invitati appartengono ad una nazione in cui la geografia del terrore<br />

disegnato la presenza dei campi di concentramento e di sterminio.<br />

I treni, pure, rivestono un ruolo fondamentale, poiché offrono la possibilità di rivivere<br />

l’idea dell’allontanamento coatto, attraverso l’Europa, mediante un mezzo di trasporto di<br />

massa, che con grande lentezza, ma anche con inesorabile puntualità raggiunse i campi.<br />

Ed è proprio in quest'ottica che il prossimo "Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" partirà da Carpi.<br />

La tradizione che abbiamo ispirato con il primo viaggio deve radicare in un <strong>per</strong>corso<br />

conoscitivo ed emotivo che tenga anche in conto dei luoghi.<br />

Primo Levi e altre migliaia di <strong>per</strong>sone partirono da Carpi, da Milano...<br />

Magari il "Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" del 2007 partirà da Milano, ma fino ad allora ed oltre noi<br />

lavoreremo <strong>per</strong> offrire l'opportunità di un'es<strong>per</strong>ienza importante e significativa <strong>per</strong><br />

quanti più giovani sarà possibile.<br />

Il presente progetto in bozza ha la funzione primaria di diffondere la notizia<br />

dell'iniziativa in modo da offrire con largo anticipo agli enti, alle amministrazioni ed<br />

alle scuole la possibilità di decidere l'adesione, di deliberare in proposito, magari di<br />

stanziare fondi, ma soprattutto agli insegnanti di predisporre i necessarii programmi di<br />

preparazione dei ragazzi attraverso <strong>per</strong>corsi autonomi o adesione a quelli proposti dagli<br />

enti promotori.<br />

4


Il viaggio<br />

Il viaggio in <strong>treno</strong> partirà da Carpi il 25 gennaio 2006 e si concluderà il 29 gennaio<br />

2006.<br />

Il <strong>treno</strong> è “diviso” in vagoni da 54 o 60 posti - cuccetta ed ogni ente promotore, ha a<br />

disposizione 1 o più vagoni.<br />

Il costo del “biglietto del <strong>treno</strong>” (200,00 euro), come nel 2005 può essere collegato<br />

all’iniziativa tramite la formula “Regala un biglietto del Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>”, in modo<br />

che quanti più soggetti, scuole, enti pubblici o privati abbiano l’opportunità di<br />

finanziare o di autofinanziare il costo del viaggio, laddove intendessero impegnarsi,<br />

anche economicamente, <strong>per</strong> sostenere il progetto.<br />

Il costo del soggiorno e di tutte le iniziative che si svolgeranno a Cracovia collegate al<br />

viaggio ammonterà a 220,00 euro <strong>per</strong> gli studenti e 240,00 <strong>per</strong> gli adulti.<br />

Sono previste le quote di gratuità <strong>per</strong> gli insegnanti, da concordare con l'ente promotore<br />

di riferimento.<br />

Di seguito si presenta la bozza del programma del viaggio, sottolineando, <strong>per</strong> chi ha<br />

partecipato al primo progetto, che molta parte delle o<strong>per</strong>azioni di check in, spostamenti,<br />

trasferimenti in alberghi diversi, ecc. del "Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" del 2005 è stata<br />

ampiamente su<strong>per</strong>ata dal "rodaggio" effettuato e quindi l'organizzazione sarà sicuramente<br />

semplificata.<br />

Programma di massima<br />

1° giorno: CARPI<br />

mercoledì 25 Gennaio<br />

Ritrovo dei Signori partecipanti alla stazione ferroviaria di Carpi intorno alle ore 16,00. Assistenza <strong>per</strong> le<br />

o<strong>per</strong>azioni di imbarco sui vagoni numerati e sistemazione negli scompartimenti in cuccette a 6 posti letto.<br />

Partenza intorno alle ore 18,00. Si consiglia di arrivare alla partenza del <strong>treno</strong> avendo già consumato la cena o<br />

di portare eventuali provviste. Pernottamentoin <strong>treno</strong>.<br />

2° giorno: CRACOVIA<br />

giovedì26 Gennaio<br />

Prima colazione a pagamento nella carrozza comfort.<br />

Arrivo verso le ore 16,00 alla Stazione ferroviaria di Cracovia Plaszòw. Assistenza in arrivo e trasferimento in<br />

pullman privato in albergo.<br />

Sistemazione nelle camere riservate. Cena,incontro degli studenti con Nedo Fiano e <strong>per</strong>nottamento.<br />

3° giorno: CRACOVIA/AUSCHWITZ-BIRKENAU/CRACOVIA<br />

venerdì 27 Gennaio<br />

Prima colazione a buffet in albergo. Partenza alle ore 7,30 in pullman privato <strong>per</strong> OSWIECIM. Incontro con le<br />

guide alle ore 9,00. Alcuni gruppi inizieranno in mattinata la visita di <strong>Auschwitz</strong> I ed altri Auschiwitz II<br />

Birkenau, mentre nel pomeriggio si alterneranno. Trasferimento in pullman al ristorante alle ore 12,30.<br />

La visita di <strong>Auschwitz</strong> I prevede: visita dei blocks, del block italiano con il suo monumento, della camera a gas,<br />

del forno crematorio e del museo storico.<br />

Pranzo in ristorante.<br />

5


La visita di Auscwitz II Birkeanu prevede: visita guidata delle baracche, della zona dei forni, della baracca di<br />

ricevimento e della zona Canada.<br />

Verrà organizzato il corteo-fiaccolata (tutti i partecipanti sono invitati a portare una candela) dal monumento<br />

internazionale di Birkenau intorno alle ore 16,30 fino all’uscita del campo. Rientro a Cracovia.<br />

Cena e incontro nel Palazzetto dello sport di Cracovia <strong>per</strong> il concerto della Bandabardò, che viaggerà con i<br />

ragazzi anche sul <strong>treno</strong>. Pernottamento in albergo.<br />

4° giorno: CRACOVIA<br />

sabato 28 Gennaio<br />

Prima colazione a buffet in albergo. Mattino dedicato alla visita guidata di Cracovia.<br />

Ritrovo alla stazione ferroviaria di Cracovia Plaszòw alle ore 13,30. Partenza in <strong>treno</strong> intorno alle 14,30 <strong>per</strong> il<br />

rientroin Italia. Cena in <strong>treno</strong> (cestino) e <strong>per</strong>nottamento in <strong>treno</strong>.<br />

5° giorno: CARPI<br />

domenica 29 Gennaio<br />

Colazione a pagamentonella carrozza comfort. Arrivo intorno alle ore14,00 e fine del viaggio.<br />

Informazioni e segreteria organizzativa<br />

Fondazione "Ex campo Fossoli"<br />

Tel. 059688272<br />

fondazione.fossoli@carpidiem.it<br />

Archivio storico “B. Savoldi e L. Bottardi Milani”<br />

Tel. 0303729269<br />

archiviostorico.cdlt@bs.lomb.cgil.it<br />

Fondazione "Memoria della deportazione"<br />

Tel. 0287383240<br />

a.chiappano@fondazionememoria.it<br />

Ogni Ente promotore ha un suo referente.<br />

Fondazione "Ex campo Fossoli": Silvia Mantovani<br />

Archivio storico "bigio Savoldi e Livia Bottardi Milani": Lorena Pasquini<br />

Fondazione "Memoria della deportazione": Alessandra Chiappano<br />

Scuole (numero esatto di studenti ed insegnanti) e singoli sono tenuti a confermare la<br />

partecipazione al viaggio entro il 31 ottobre 2005.<br />

Organizzazione tecnica:<br />

Fabello Viaggi - Via Anfossi, 44 - 20135 Milano<br />

Tel. 0255195266 – 0254100980<br />

Fax 0255190051<br />

info@fabelloviaggi.com<br />

6


Percorsi didattici<br />

Sono previsti aggiornamenti riguardo i <strong>per</strong>corsi didattici proposti dagli enti promotori e<br />

si sottolinea che alle <strong>per</strong>sone referenti <strong>per</strong> l'organizzazione possono accedere anche gli<br />

insegnanti che intendano richiedere materiale sul "Treno <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" del 2005 o<br />

particolari <strong>per</strong>corsi didattici.<br />

Lo scorso anno è stato scritto:<br />

"L’impegno a lavorare su questo terreno nasconde grandi insidie.<br />

Crediamo che sia un nostro dovere tentare.<br />

Scegliamo di mettere ragazzi adolescenti dinanzi al rischio ed essi reagiranno.<br />

Crediamo che in questo enorme sforzo loro ci saranno e saranno autentici e partecipi come<br />

solo i giovani sanno essere.<br />

Rischiamo".<br />

Dopo "<strong>Un</strong> <strong>treno</strong> <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>" 2005 crediamo di poter affermare con grande serenità:<br />

rischiamo ancora.<br />

Brescia, settembre 2005<br />

7


INFORMAZIONI PRATICHE SULLA<br />

CITTA' DI CRACOVIA<br />

Capitale del regno polacco <strong>per</strong> quasi cinque<br />

secoli, Cracovia è la città che più di ogni altra<br />

a fu protagonista della storia di questo paese<br />

che ancora oggi, essendo stata risparmiata<br />

dalle distruzioni della seconda guerra<br />

mondiale, conserva intatta gran parte della<br />

sua ricchissima eredità: entro le sue mura<br />

medievali si custodiscono innumerevoli<br />

o<strong>per</strong>e d'arte e si tramandano antiche tradizioni.<br />

Poche invece sono le tracce lasciate dal<br />

<strong>per</strong>iodo postbellico: a scandire il profilo della<br />

città non sono i piani più alti dei grattacieli<br />

bensì le guglie delle sue chiese.<br />

Riconoscendo l'eccezionale patrimonio<br />

storico e artistico della città, nel 1978<br />

l'UNESC0 ha incluso il centro di Cracovia<br />

nel primo elenco del Patrimonio Mondiale<br />

dell'Umanità. Cracovia conta circa seimila fra<br />

edifici storici e monumenti e due milioni e<br />

mezzo di o<strong>per</strong>e d'arte, cifre che nessun'altra<br />

città polacca è in grado di vantare.<br />

Ma la visita alla città non si esaurisce con i<br />

tesori di epoche trascorse. Cracovia è un<br />

centro vivace e in grande fermento, dove<br />

passato e presente si fondono in <strong>per</strong>fetta<br />

armonia, una città con un carattere tutto suo,<br />

improntato alla tradizione e reso ancor più<br />

affascinante da una serie di leggende che<br />

avvolgono la sua storia fin dalle origini.<br />

Da sempre il principale centro della cultura<br />

polacca, Cracovia è legata ancora oggi a<br />

molti <strong>per</strong>sonaggi importanti del mondo<br />

artistico coli temporaneo: Andrzej Wajda,<br />

Roman Polaníski e Krzysztof Penderecki,<br />

solo <strong>per</strong> fare qualche nome. A Cracovia<br />

vivono i due premi Nobel <strong>per</strong> la letteratura<br />

Czeslaw Mitosz (1980) e Wislawa Szymborska<br />

(1996). Da questa città proviene anche<br />

il primo papa polacco della chiesa cristiana.A<br />

ragione Cracovia viene detta la città<br />

più colta della Polonia: oltre alla celebre<br />

<strong>Un</strong>iversità, vi hanno sede altri dodici istituti<br />

universitari, <strong>per</strong> un totale di 70.000 studenti<br />

Cracovia<br />

8<br />

GEOGRAFIA<br />

Cracovia si trova nella Polonia meridionale, circa<br />

100 km a nord dei monti Tatra che segnano il<br />

confine con la Slovacchia. Situata a un'altitudine<br />

di 216 m, la città sorge su un territorio<br />

relativamente piatto, contornato, soprattutto a<br />

sud, da numerose zone aspre e irregolari.<br />

L'area metropolitana è di 327 km 2<br />

comprende un 35 % di terreno arabile e un 5% di<br />

terreno boscoso.<br />

La città è tagliata in due dalla Vìstola (Wisla),<br />

il fiume più lungo della Polonia, che prosegue il<br />

suo corso in direzione est e poi nord, bagnando<br />

Varsavia e Gdarísk prima di sfociare nel Mar<br />

Baltico. La maggior parte dei quartieri cittadini,<br />

compreso il centro storico, si trovano sulla riva<br />

sinistra (nord) del fiume.<br />

Nota: Le informazioni<br />

di questa e delle<br />

pagine che seguono<br />

sono tratte da:<br />

DYDYNSKI K.,<br />

Cracovia, Guide<br />

Lonely Planet,<br />

edizione italiana E.D.T.<br />

Torino 2000.<br />

e


ORIENTAMENTO<br />

A Cracovia quasi tutte le mete d'interesse e di<br />

indirizzi utili si trovano comodamente<br />

all'interno della Città vecchia (Stare Miasto),<br />

un quartiere davvero poco esteso. Perfino i<br />

consolati, che in genere hanno sede in zone<br />

tranquille e lontane dal centro, qui, sono<br />

riuniti nel cuore storico della città o nelle sue<br />

immediate vicinanze.<br />

La Città Vecchia ha una su<strong>per</strong>ficie di circa<br />

un chilometro quadro, con al centro la piazza<br />

grande del mercato (Ryneck Glówny, che è<br />

circondata da un viale alberato (Planty) che in<br />

origine era un fossato. Al margine sud della<br />

Città Vecchia si trova il castello di Wawel e, a<br />

sud di questo, l'antico quartiere tli Kazimìerz.<br />

La stazione ferroviaria e quella degli autobus<br />

sono situate l'una accanto all'altra, lungo il<br />

margine nord-est della Città Vecchia. Proprio<br />

di fronte alla stazione ferroviaria ha sede<br />

l'ufficio turistico e <strong>per</strong> andare a piedi da Rynek<br />

Glowny alla stazione s'impiegano dieci minuti.<br />

TASSI DI CAMBIO<br />

La valuta polacca è convertibile e non presenta<br />

problemi di cambio. I tassi di cambio<br />

ufficiali rappresentano grosso modo il valore<br />

reale della valuta. Negli ultimi anni il<br />

tasso di svalutazione dello zloly rispetto alle<br />

valute forti è andato riducendosi<br />

notevolmente .<br />

1Euro= 4,17 Zloty<br />

9<br />

I principali monumenti e attrazioni di Cracovia<br />

§ II castello e la cattedrale del Wawel, forse i più<br />

importanti monumenti storici della Polonia<br />

§ La splendida Piazza grande del mercato<br />

§ II coro e il presbiterio della Chiesa di Santa<br />

Maria, con le sue vetrate policrome, i dipinti<br />

murali e la straordinaria pala d'altare gotica di<br />

Veit Stoss<br />

§ II Museo Czartoryski, con la sua vasta e<br />

variegata collezione di o<strong>per</strong>e d'arte tra cui<br />

l'enigmatica Dama con l'ermellino di Leonardo da<br />

Vinci<br />

§ La splendida collezione del Collegium Maius<br />

§ II magnifico Museo della farmacia<br />

§ <strong>Un</strong>a serata di musica klezmier suonata dal vivo<br />

in uno dei caffè di ul Szeroka<br />

§ La labirintica miniera di sale di Wielickza.<br />

vecchia di 700 anni


IL QUARTIERE EBRAICO<br />

Il quartiere ebraico dì Kazimierz occupava una<br />

zona che misurava non più dì 300 x 300 m, ma nel<br />

corso dei secoli diventò il principale centro polacco<br />

della cultura ebraica.<br />

Durante la seconda guerra mondiale gli Ebrei<br />

vennero massacrati dai nazisti e insieme a loro<br />

sono scomparsi il folklore, la vita e 1'atmosfera<br />

del quartiere: oggi soltanto le caratteristiche<br />

architettoniche consentono di capire che questa<br />

un tempo era una città ebraica.<br />

Miracolosamente tutte le sette sinagoghe sono<br />

sopravvissute, anche se non tutte in ottime<br />

condizioni.<br />

PODGORZE<br />

Podgórze è un vasto quartiere situato a sud di<br />

Kazimierz, al di là della Vistola. Mentre Kazimierz<br />

è il luogo in cui gli Ebrei vissero <strong>per</strong> secoli,<br />

Podgórze è quello che segnò la tragica fine della<br />

loro storia: si tratta infatti del ghetto in cui gli<br />

Ebrei di Cracovia furono riuniti durante la<br />

seconda guerra mondiale <strong>per</strong> poi essere sterminati<br />

nel campo di concentramento di Plaszów, situato<br />

a sud, o <strong>per</strong> essere inviati a morire nelle camere a<br />

gas di <strong>Auschwitz</strong> o Belzec.<br />

Il ghetto di Cracovia ieri<br />

10


Le origini del genocidio. Cenni storici<br />

Il partito nazionalsocialista sale al potere in<br />

Germania il 30 gennaio 1933 con la nomina di<br />

Adolf Hitler alla cancelleria del Reich.<br />

Fondato nel 1919 a Monaco di Baviera il partito<br />

diviene in pochi anni il nucleo intorno al quale si<br />

raccolgono le forti tendenze nazionalistiche e<br />

autoritarie presenti nella Germania del primo<br />

dopoguerra.<br />

Esso si pone come campione di una completa<br />

rigenerazione politica e morale del popolo<br />

tedesco fondata su una concezione forte di<br />

ineguaglianza biologica tra gli uomini. Sin da<br />

subito uno dei punti centrali del programma del<br />

partito è la teoria della razza secondo la quale il<br />

popolo ariano, cioè i nordici di sangue puro, ha<br />

la missione di dominare il mondo in quanto<br />

portatore di <strong>per</strong>fezione e civiltà.<br />

Compito più sacro dello Stato dovrà essere<br />

quello di salvaguardare la purezza razziale del<br />

suo popolo contro le degenerazioni derivanti<br />

dagli incroci razziali e da ogni altra tara che<br />

possa imbastardire, e rendere quindi inferiore, la<br />

razza.<br />

Sin dal programma del 1920 il nemico principale<br />

del popolo tedesco è individuato negli ebrei,<br />

considerati come i più <strong>per</strong>icolosi bacilli che<br />

infettano il corpo sano della nazione germanica<br />

fiaccandone lo spirito e indebolendone le forze.<br />

Sotto le più innocue apparenze essi sono<br />

considerati i diabolici promotori di una congiura<br />

mondiale, di cui il marxismo non è che una<br />

filiazione, atta ad impedire l’ascesa della razza<br />

pura alle posizioni di dominio che le competono.<br />

Il razzismo come sistema di pensiero è il punto<br />

più caratterizzante del nazionalsocialismo. Non<br />

appena giunto al potere, esso comincia a mettere<br />

in atto la sua politica di igiene razziale con<br />

incredibile coerenza, gradualità e razionalità.<br />

Non solamente nei confronti degli ebrei.<br />

L’antisemitismo si può considerare la punta<br />

dell’iceberg nella memoria delle <strong>per</strong>secuzioni<br />

naziste. Ma la gerarchia razzista metteva accanto<br />

agli ebrei, nella categoria dei "non-uomini" e,<br />

quindi, di coloro che dovevano essere eliminati,<br />

anche gli zingari e i disabili; mentre appena sopra<br />

di essi venivano le razze inferiori dei "mezziuomini",<br />

vale a dire le popolazioni slave e i russi,<br />

il cui destino doveva essere quello di essere<br />

dominati e asserviti alla razza pura.<br />

12<br />

CRONOLOGIA ESSENZIALE SUL NAZISMO E SUL<br />

FASCISMO<br />

1919 - Sono costituiti a Milano, su iniziativa di<br />

Mussolini, i Fasci italiani di combattimento, primo<br />

nucleo del partito fascista.<br />

1920 - Nasce in Germania, a Monaco, il partito<br />

nazionalsocialista, fondato da Adolf Hitler.<br />

1921 - Creazione del partito nazionale fascista.<br />

1922, 28 ottobre - Marcia su Roma; 29 ottobre -<br />

nascita del primo governo fascista.<br />

1923 - Viene approvata la riforma Gentile sulla scuola.<br />

1923 - A Monaco Hitler tenta di impadronirsi del<br />

potere, ma il colpo di stato fallisce e Hitler finisce in<br />

carcere, dove resterà solo 6 mesi. In questo <strong>per</strong>iodo<br />

scrive il Mein Kampf.<br />

1924 aprile - Elezioni in cui i fascisti ottengono, grazie<br />

all’appoggio di molti popolari, una schiacciante vittoria.<br />

1924 giugno - Rapimento e assassinio di Matteotti<br />

che denuncia brogli da parte dei fascisti durante le<br />

elezioni.<br />

1925 -’26 - Emanazione delle leggi fascistissime e<br />

trasformazione del regime mussoliniano in senso<br />

totalitario.<br />

1929 - Firma dei patti lateranensi con la Chiesa.<br />

1929 - Grande crisi economica su scala mondiale.<br />

Hitler sfrutta il malcontento popolare.<br />

1930 - I nazisti ottengono alle elezioni 107 deputati.<br />

1933 gennaio - Hitler è nominato Cancelliere.<br />

1933 febbraio - Incendio del Reichstag. Hitler riesce a<br />

farsi dare poteri speciali.<br />

1933 7 giugno - Per iniziativa di Mussolini, viene<br />

firmato a Roma il "Patto delle 4 Potenze": Gran<br />

Bretagna, Francia, Germania e Italia si assumono la<br />

responsabilità del mantenimento della pace in Europa.<br />

1934 gennaio - La Germania e la Polonia firmano un<br />

patto decennale di non aggressione.<br />

1934 giugno - Eliminazione delle SA da parte delle<br />

SS <strong>per</strong> volere di Hitler.<br />

1934 agosto - Alla morte del vecchio Presidente<br />

Hindenburg, Hitler diventa capo dello stato.<br />

1935 - Aggressione dell’Italia all’Etiopia. Condanna<br />

della Società delle Nazioni. Progressivo avvicinamento<br />

dell’Italia fascista alla Germania nazista.


Il regime all’o<strong>per</strong>a<br />

Dunque Hitler sale al potere il 30 gennaio<br />

1933. Già nel marzo viene creato il primo<br />

campo di concentramento, quello di<br />

Dachau, i cui primi "ospiti" sono gli<br />

oppositori politici del nazionalsocialismo;<br />

dapprima esponenti del partito comunista,<br />

poi anche socialdemocratici e cattolici.<br />

Particolarmente duro era il trattamento <strong>per</strong><br />

coloro che erano, oltre che oppositori, anche<br />

ebrei.<br />

Per quanto riguarda il progetto di selezione<br />

della razza, il nazionalsocialismo agisce<br />

molto rapidamente. Nel marzo 1933 viene<br />

organizzato il boicottaggio dei negozi<br />

ebraici. In aprile viene varata la legge sulla<br />

burocrazia, che mette a riposo i funzionari<br />

che non siano in grado di dimostrare la loro<br />

origine ariana. Il 14 luglio viene varata la<br />

legge contro le malattie ereditarie che<br />

sancisce il principio della sterilizzazione<br />

forzata di coloro che venivano definiti dal<br />

regime "malati di mente" (in questa categoria<br />

generale i nazisti facevano rientrare disabili,<br />

ritardati, sordi, ciechi e tutti coloro che<br />

potevano venir considerati portatori di<br />

debolezza e di tare nella razza).<br />

Al congresso del partito nazionalsocialista<br />

del 1935 viene ribadito e indurito il concetto<br />

di ineguaglianza biologica delle razze<br />

inferiori già presente nel programma del<br />

1920. Parte il programma di dissimilazione<br />

nei confronti degli ebrei.<br />

Il 15 settembre 1935 vengono varate le leggi<br />

di Norimberga destinate, secondo i nazisti a<br />

fissare i principi della libertà in Germania<br />

poiché "questa libertà proviene dal sangue, e<br />

potrà essere conservata in eterno soltanto<br />

attraverso la purezza della razza". Con le<br />

leggi di Norimberga gli ebrei (e gli zingari)<br />

ricevono lo status giuridico di appartenenti<br />

alla razza inferiore. Le principali disposizioni<br />

di queste leggi stabiliscono che cittadino a<br />

tutti gli effetti è soltanto il soggetto di<br />

sangue tedesco o affine e il divieto di<br />

matrimonio e di rapporti extramatrimoniali<br />

tra ebrei e soggetti di sangue tedesco.<br />

Con l’emanazione delle leggi di Norimberga<br />

si completa l’isolamento e la messa al bando<br />

degli ebrei: essi a questo punto sono<br />

13<br />

1935 settembre - Emanazione delle leggi di<br />

Norimberga: gli ebrei <strong>per</strong>dono la cittadinanza tedesca<br />

e sono vietati i matrimoni tra ebrei e ariani.<br />

1936 luglio - Italia e Germania inviano aiuti al<br />

generale Franco, che si è messo alla testa di un<br />

movimento fascista <strong>per</strong> rovesciare il governo<br />

democratico regolarmente eletto.<br />

1936 ottobre - Nasce l’Asse Roma-Berlino<br />

1937 - Pio XI emana l’enciclica Mit brennender Sorge<br />

in cui attacca le teorie razziste naziste.<br />

1938 - Annessione dell’Austria al Reich tedesco.<br />

1938 14 luglio - Viene pubblicato in Italia il Manifesto<br />

degli scienziati razzisti.<br />

1938 settembre - Emanazione dei primi provvedimenti<br />

contro gli ebrei italiani.<br />

1938, 30 settembre - Conferenza di Monaco (Hitler,<br />

Mussolini, Chamberlain, Deladier): cessione dei Sudeti<br />

alla Germania.<br />

1938 novembre - Proclamazione delle leggi razziali in<br />

Italia.<br />

1938, 9-10 novembre - «La Notte dei cristalli»,<br />

pogrom inscenato dai nazisti, distruzione di sinagoghe<br />

e negozi. Avvio in Germania di una politica sempre più<br />

antisemita.<br />

1939 gennaio - Creazione in Germania della «centrale<br />

del Reich <strong>per</strong> l’emigrazione ebraica», <strong>per</strong> organizzare<br />

e affrettare l’emigrazione degli ebrei dal Reich.<br />

1939 marzo - Hitler viola gli accordi di Monaco e<br />

invade la Cecoslovacchia.<br />

1939 aprile - L’Italia occupa l’Albania.<br />

1939 maggio - Italia e Germania firmano il Patto<br />

d’Acciaio (alleanza militare).<br />

1939 agosto - Patto di non aggressione tedescosovietico.<br />

1939, 1 settembre - Hitler invade la Polonia. La<br />

Francia e l’Inghilterra onorano gli impegni assunti con<br />

la Polonia e dichiarano guerra alla Germania: è l’inizio<br />

della seconda guerra mondiale. L’Italia <strong>per</strong> il momento<br />

non interviene. In Polonia iniziano immediatamente<br />

maltrattamenti e uccisioni di ebrei.<br />

1940 - Inizio del « programma eutanasia »: uccisione<br />

dei malati di mente in Germania, nome in codice T4.<br />

1940 aprile/maggio - Hitler inizia la guerra sul fronte<br />

occidentale; in poco tempo sono invase la Danimarca,<br />

la Norvegia, il Belgio e l’Olanda.<br />

1940 maggio - A<strong>per</strong>tura del campo di <strong>Auschwitz</strong> in<br />

Alta Slesia.


condannati alla morte civile e isolati<br />

all’interno della nazione, boicottati dal punto<br />

di vista economico, interdetti a qualsiasi<br />

carica, vessati dalla pesantissima e continua<br />

propaganda di regime e costretti a subire<br />

quotidiane angherie.<br />

Sotto la pressione insostenibile di questa<br />

situazione la comunità ebraica tedesca<br />

comincia a prendere la via dell’emigrazione.<br />

Tanti abbandonano il territorio del Reich tra<br />

il 1935 e il 1938. In questa fase si può dire<br />

che l’emigrazione ebraica coincide con i<br />

disegni dei nazisti che non avevano ancora<br />

elaborato piani precisi <strong>per</strong> la soluzione della<br />

questione ebraica.<br />

Il 1938 segna l’inizio della seconda fase della<br />

politica antisemita e, in generale, di<br />

applicazione lucida e coerente delle<br />

conseguenze estreme dell’idea della razza<br />

nazista. La data storica generalmente<br />

considerata il momento della svolta nella<br />

<strong>per</strong>secuzione antisemita è il 9 novembre<br />

1938, nota come la “notte dei cristalli”. In<br />

quella notte i nazisti distrussero a migliaia<br />

negozi, grandi magazzini, abitazioni e<br />

sinagoghe, così come decine di migliaia<br />

furono gli ebrei arrestati, mentre alcuni<br />

furono uccisi. Da questo momento la<br />

<strong>per</strong>secuzione lascia il livello episodico e<br />

individuale <strong>per</strong> assumere carattere collettivo<br />

e sistematico. Ma è bene ricordare che<br />

quando furono scatenati i progroms della<br />

notte dei cristalli l’esclusione degli ebrei dalla<br />

vita civile era già un fatto compiuto. E’ nello<br />

stesso <strong>per</strong>iodo che hanno inizio le prime<br />

deportazioni in massa di ebrei nei campi di<br />

concentramento.<br />

Tra il 1938 e il 1939, l’annessione<br />

dell’Austria e di parte della Cecoslovacchia<br />

prima e l’inizio della guerra con la conquista<br />

della Polonia poi, portano i nazisti a<br />

considerare una soluzione definitiva <strong>per</strong><br />

eliminare il problema delle razze inferiori.<br />

Nel gennaio 1940 Hitler dà via libera al<br />

programma di "eutanasia" <strong>per</strong> i "malati<br />

cronici" (disabili, ritardati, ecc.).<br />

Contemporaneamente i funzionari nazisti<br />

sono incaricati di trovare una soluzione<br />

decisiva <strong>per</strong> la questione ebraica nonché <strong>per</strong><br />

gli zingari e le popolazioni slave e russe,<br />

cadute a milioni sotto il potere del Terzo<br />

14<br />

1940 giugno - La Germania sfonda il fronte in<br />

Francia.<br />

1940 10 giugno - L’Italia entra in guerra a fianco<br />

della Germania.<br />

1940 ottobre - Attacco italiano alla Grecia.<br />

1941 - Vittorie di Rommel in Africa contro gli inglesi.<br />

1941 aprile - Hitler va in aiuto delle forze italiane in<br />

Grecia. La Grecia viene sconfitta.<br />

1941 aprile - Attacco dell’Asse contro la Jugoslavia.<br />

1941, 22 giugno - Attacco della Germania<br />

all’<strong>Un</strong>ione Sovietica. Immediatamente nei territori<br />

conquistati dai nazisti iniziano pogrom e uccisioni di<br />

massa di ebrei <strong>per</strong>petrati dagli Eisensatzgruppen.<br />

Mussolini, anche se non richiesto, invia un corpo di<br />

spedizione in aiuto dei tedeschi.<br />

1941 ottobre/novembre - Costruzione del primo<br />

campo di sterminio <strong>per</strong> gli ebrei a Chelmno. Le<br />

vittime vengono uccise utilizzando i Gaswagen.<br />

1941 dicembre - Entrano in guerra a favore di<br />

Francia, Inghilterra, <strong>Un</strong>ione Sovietica, gli Stati <strong>Un</strong>iti<br />

d’America, attaccati dai giapponesi il 7 dicembre a<br />

Pearì Harbour.<br />

1942 gennaio - Berlino: Conferenza di Wannsee,<br />

dove vengono programmate le fasi della «soluzione<br />

finale» della questione ebraica.<br />

1942 marzo - Costruzione del campo di sterminio di<br />

Belzec. Inizio dell’o<strong>per</strong>azione Reinhard:<br />

eliminazione degli ebrei polacchi.<br />

1942 giugno - Avanzata dell’Asse in Africa<br />

settentrionale. Viene raggiunta Al Alamein.<br />

1942 luglio - Inizio delle gassazioni di massa nel<br />

campo di sterminio di Treblinka.<br />

1942 settembre - I tedeschi entrano a Stalingrado.<br />

1942 ottobre - Rommel è costretto a ritirarsi in<br />

Africa settentrionale a causa della controffensiva<br />

britannica.<br />

1942 novembre - Inizia la controffensiva sovietica a<br />

Stalingrado.<br />

1942 dicembre - Attacco sovietico sul Don, dove è<br />

schierato il corpo di spedizione italiano, l’Armir.<br />

Ritirata dell’Asse.<br />

1943 febbraio - I tedeschi sono costretti ad<br />

arrendersi a Stalingrado.<br />

1943 primavera - Il Kommando 1005 riceve<br />

l’incarico di dissotterrare e cremare i cadaveri degli<br />

ebrei uccisi e cancellare le tracce delle stragi<br />

compiute.


Reich che controlla buona parte dell’Europa<br />

continentale.<br />

Nei primi anni di guerra, fino alla fine del<br />

1941, il progetto nazista di eliminare<br />

completamente la presenza degli ebrei<br />

dall’Europa è soprattutto indirizzato all’idea<br />

della deportazione massiccia verso est, cioè<br />

verso i territori sovietici di nuova conquista,<br />

<strong>per</strong> realizzare la totale "liberazione dagli<br />

ebrei" dei territori del Reich. Il dibattito<br />

interno al nazionalsocialismo <strong>per</strong> la<br />

soluzione della questione ebraica è anche<br />

influenzato dal prolungarsi della guerra e<br />

dalle esigenze economiche e produttive.<br />

Ma è bene precisare che il progetto di<br />

sterminare gli ebrei resta il punto fermo. Ciò<br />

che viene discusso è la ricerca del metodo<br />

più efficace e sicuro. Così, la razionale e<br />

pianificata <strong>per</strong>secuzione passa <strong>per</strong> varie fasi:<br />

dalle deportazioni ai ghetti alle fucilazioni di<br />

massa. Tra la fine del 1941 e l’inizio del 1942<br />

varie tecniche di stermino vengono<br />

s<strong>per</strong>imentate dai nazisti. Tra queste la più<br />

efficace ed "economica" si rivela quella<br />

dell’utilizzo delle camere a gas.<br />

Dall’inizio del 1942 fino alla fine della guerra<br />

saranno diversi milioni gli ebrei eliminati in<br />

questo modo: setacciati in tutta Europa,<br />

caricati e stipati su vagoni merci sigillati e<br />

trasportati nei campi di sterminio: qui<br />

vengono immediatamente selezionati gli<br />

inabili al lavoro (malati, vecchi, bambini fino<br />

ai 10-12 anni, donne con figli piccoli) che<br />

sono immediatamente eliminati. Gli altri<br />

vengono destinati al lavoro nei campi di<br />

concentramento in quanto, e fino a quando,<br />

sono considerati utilizzabili come mano<br />

d’o<strong>per</strong>a schiava da sfruttare.<br />

Solamente ad <strong>Auschwitz</strong>, il più grande<br />

campo di concentramento e, poi, anche di<br />

sterminio, tra il 1942 e il 1945 vengono<br />

eliminate col gas centinaia di <strong>per</strong>sone ogni<br />

giorno, deportate da tutti i Paesi europei.<br />

15<br />

1943 marzo - In Italia avvengono i primi scio<strong>per</strong>i contro il<br />

regime, a Torino e poi in altre città.<br />

1943 aprile - Il campo di Chelmno cessa di funzionare.<br />

1943 aprile/maggio - Rivolta nel ghetto di Varsavia.<br />

Dopo una eroica resistenza il ghetto è distrutto.<br />

1943 luglio - Gli angloamericani sbarcano in Sicilia.<br />

1943 24 luglio - Si riunisce il Gran Consiglio del<br />

fascismo. Mussolini è messo in minoranza.<br />

1943 25 luglio - Mussolini viene arrestato. Il re nomina<br />

capo del governo Badoglio, che annuncia il<br />

proseguimento della guerra.<br />

1943 agosto - Rivolta dei prigionieri di Treblinka.<br />

1943 8 settembre - L’Italia firma l’armistizio con gli<br />

angloamericani. Il re e Badoglio fuggono da<br />

Roma.<br />

1943 9 settembre - Nasce il Comitato di Liberazione<br />

Nazionale (CLN).<br />

1943 10 settembre - Roma è occupata dai tedeschi,<br />

così come tutto il Nord Italia.<br />

1943 12 settembre - I tedeschi liberano Mussolini che<br />

ricostituisce il partito nazionale fascista e dà vita a un<br />

governo fantoccio nel Nord Italia.<br />

1943 ottobre - Rivolta dei prigionieri del lager di Sobibor.<br />

1943 16 ottobre - Rastrellamento nazista nel ghetto di<br />

Roma. Più di mille ebrei romani finiscono<br />

nel campo di sterminio di <strong>Auschwitz</strong>.<br />

1943 novembre - Si intensifica il movimento di<br />

resistenza contro i tedeschi. Nascono le Brigate<br />

Garibaldi di orientamento comunista.<br />

1943 novembre - Durante il Congresso di Verona il<br />

partito repubblicano fascista dichiara gli ebrei «nemici».<br />

Intensificazione della caccia agli ebrei da parte dei nazifascisti.<br />

1944 gennaio - Sbarco alleato ad Anzio.<br />

1944 gennaio - Vengono create nuove formazioni<br />

partigiane: le Brigate Giustizia e libertà (partito d’azione)<br />

e Matteotti, di ispirazione socialista.<br />

1944 marzo - Scio<strong>per</strong>o generale dei lavoratori contro gli<br />

“Vi era una prospettiva politica comune, una direttrice di marcia che tendeva a<br />

unificare le es<strong>per</strong>ienze della destra in Europa”<br />

Enzo Collotti, Fascismo , fascismi


Alla fine della guerra saranno più di sei<br />

milioni le vittime della pulizia etnica nazista.<br />

<strong>Un</strong>a cifra impressionante di morti che non<br />

ha precedenti nella storia.<br />

<strong>Un</strong> lucido progetto di sterminio nato<br />

dall’ideologia razzista e portato avanti con la<br />

complicità, l’assenso e il silenzio di una parte<br />

non indifferente della società civile che non<br />

può essere liquidato come il frutto della<br />

volontà omicida di un pugno di criminali di<br />

guerra o della "follia" di Hitler.<br />

L’annientamento fisico e morale di milioni di<br />

individui nei campi di concentramento,<br />

l’uccisione dei malati di mente, lo sterminio<br />

sistematico, il dominio assoluto dell’uomo<br />

sull’uomo in nome della purezza della razza.<br />

<strong>Auschwitz</strong> è il simbolo di tutto questo, è il<br />

campo di concentramento e di stermino più<br />

noto. E’ il luogo dove centinaia di migliaia di<br />

<strong>per</strong>sone sono state eliminate nel breve<br />

volgere di pochi anni, il luogo scelto dai<br />

nazisti <strong>per</strong> portare a termine la loro o<strong>per</strong>a di<br />

stermino, l’ultima fermata <strong>per</strong> tutti coloro<br />

che la soluzione finale della questione<br />

razziale aveva destinato alla morte.<br />

Ma Aushwitz non è una mostruosità<br />

inspiegabile, un buco nero nella storia, una<br />

parentesi di barbarie e di follia a cui poter<br />

guardare come qualcosa di lontano, di<br />

estraneo, di diverso. Oggi sappiamo che il<br />

numero di uomini e donne coinvolti a vario<br />

titolo e con diversi livelli di consapevolezza<br />

nella macchina dello sterminio ammonta a<br />

circa un milione. Non solo "mostri", non<br />

solo tedeschi, non solo fanatici nazisti. Anzi,<br />

<strong>per</strong> la maggior parte gente normale, buoni<br />

padri di famiglia fedeli alle consegne del<br />

proprio lavoro, obbedienti ai comandi senza<br />

interrogarsi sulle conseguenze e la moralità<br />

del proprio o<strong>per</strong>ato. Tutta gente che ha<br />

"semplicemente" obbedito agli ordini.<br />

<strong>Auschwitz</strong> non è sepolto nella storia come<br />

non lo è l’ideologia che lo ha prodotto; il suo<br />

posto non è ai margini ma al centro della<br />

modernità. Interrogarsi su come <strong>Auschwitz</strong><br />

sia stato possibile significa interrogarsi sulle<br />

radici individuali e collettive del razzismo e<br />

dell’antisemitismo, del conformismo e della<br />

xenofobia, dell’obbedienza passiva e acritica<br />

alle gerarchie.<br />

16<br />

occupanti tedeschi.<br />

1944 23 marzo - Attentato dei partigiani a Roma in via<br />

Rasella; massacro tedesco alle Fosse Ardeatine: 335<br />

civili vengono fucilati.<br />

1944 27 marzo - Rientra in Italia Palmiro Togliatti,<br />

segretario del Partito Comunista, e propone un governo<br />

di unità nazionale e il rinvio alla fine del conflitto di tutte<br />

le questioni istituzionali (svolta di Salerno).<br />

1944 maggio - Inizia ad <strong>Auschwitz</strong> il massacro degli<br />

ebrei ungheresi.<br />

1944 4 giugno - Gli alleati entrano a Roma.<br />

1944 6 giugno - Inizia lo sbarco alleato in Normandia<br />

con la creazione del secondo fronte.<br />

1944 20 luglio - Attentato contro Hitler, che si salva.<br />

Immediata la repressione: più di 5000 <strong>per</strong>sone accusate<br />

di aver preso parte alla congiura vengono uccise.<br />

1944 11 agosto - Gli angloamericani entrano a Firenze.<br />

1944 settembre - Eccidio di Marzabotto: 1936 civili<br />

uccisi.<br />

1944 7 ottobre - Rivolta dei prigionieri ebrei dei<br />

Sonderkommandos di <strong>Auschwitz</strong> che riescono a far<br />

saltare il IV crematorio, ma non a organizzare una rivolta<br />

generale.<br />

1944 25 novembre - Per ordine di Himmler, ad<br />

<strong>Auschwitz</strong> si iniziano a smantellare i crematori e le<br />

camere a gas.<br />

1944 dicembre - Hitler organizza un’ ultima difesa<br />

tedesca sulle Ardenne, che <strong>per</strong>ò non incide di molto<br />

sull’avanzata alleata. La Germania è invasa da est e da<br />

ovest.<br />

1945 18 gennaio - Inizia l’evacuazione del campo di<br />

sterminio di <strong>Auschwitz</strong> a causa della fulminea avanzata<br />

dell’Armata Rossa.<br />

1945 27 gennaio - Liberazione del campo di <strong>Auschwitz</strong><br />

da parte delle truppe sovietiche.<br />

1945 aprile - Inizia la grande offensiva alleata in Italia.<br />

1945 18 aprile - Insorge Torino.<br />

1945 23 aprile - Insorge Genova.<br />

1945 25 aprile - Insurrezione generale in Alta Italia.<br />

Mussolini tenta a fuga.<br />

1945 28 aprile - Mussolini viene sorpreso mentre tenta<br />

di fuggire in Svizzera. Arrestato dai partigiani viene<br />

fucilato.<br />

1945 30 aprile - Mentre le truppe sovietiche entrano a<br />

Berlino, Hitler si suicida nella Cancelleria del Reich.<br />

1945 7 maggio - Resa incondizionata della Germania e<br />

fine della guerra in Europa.<br />

1945 20 novembre - Si apre a Norimberga il processo<br />

contro i criminali di guerra tedeschi.


Bibliografia essenziale sul<br />

regime fascista<br />

§ Burgio A. (a cura di), Nel nome della<br />

razza. Il razzismo nella storia d’Italia 1870-<br />

1945, Bologna, Il Mulino, 1999<br />

§ Collotti E., Fascismo, fascismi, Sansoni,<br />

Firenze, 1989<br />

§ Caffaz U. (a cura di), A cinquant’anni dalle<br />

leggi razziali. Discriminazione e<br />

<strong>per</strong>secuzione degli ebrei nell’Italia fascista,<br />

Consiglio Regionale della Toscana, La<br />

Giuntina, Firenze, 1988<br />

Camera dei Deputati, La legislazione<br />

antiebraica in Italia e in Europa, Roma,<br />

1989<br />

§ Dal Pont A., I lager di Mussolini. L’altra<br />

faccia del confino nei documenti della<br />

polizia fascista, Milano, La Pietra, 1975<br />

De Felice R., Storia degli<br />

ebrei italiani sotto il<br />

fascismo, Einaudi, Torino,<br />

1994<br />

§ De Felice R., Mussolini, (in<br />

vari torni), Einaudi, Torino<br />

§ Del Boca A., Legnani M.,<br />

Rossi M. G. (a cura di), Il<br />

regime fascista. Storia e<br />

storiografia, Bari, Laterza,<br />

1995<br />

§ Di Sante C. (a cura di), I<br />

campi di concentramento in<br />

Italia. Dall’internamento alla<br />

deportazione (1940-1945),<br />

Milano, Angeli, 2001<br />

§ Finzi R., L’università italiana<br />

e le leggi antiebraiche,<br />

Editori Riuniti, Roma, 1997<br />

§ Franzinelli M., I tentacoli dell’OVRA.<br />

Agenti, collaboratori e vittime della polizia<br />

politica fascista, Torino, Bollati Boringhieri,<br />

1999<br />

§ Germinario F., Razza del sangue, razza<br />

dello spirito. Julius Evola, l’antisemitismo e<br />

il nazionalsocialismo (1930-1943), Torino,<br />

Bolati Boringhieri, 2001<br />

Bibliografia essenziale sul regime nazista<br />

§ Allen W. S., Come si diventa nazisti. Storia<br />

di una piccola città 1930 - 35, Einaudi,<br />

Torino, 1994 (interessantissimo esempio di<br />

micro-storia: l’autore cerca di spiegare le<br />

trasformazioni avvenute in una<br />

piccola città tedesca e la sua adesione al<br />

movimento nazionalsocialista)<br />

§ Burleigh M., Wip<strong>per</strong>mann W., Lo stato<br />

razziale. Germania 1933, Rizzoli, Milano,<br />

1992<br />

17<br />

§ Klinkhammer L., L’occupazione tedesca in<br />

Italia 1943-1945, Torino, Bollati Boringhieri,<br />

1993<br />

§ Israel G., Nastasi P., Scienza e razza<br />

nell’Italia fascista, Il Mulino, Bologna 1998<br />

§ Picciotto Fargion L., Il libro della memoria.<br />

Gli ebrei deportati dall’Italia 1943 - 45,<br />

Mursia, Milano, 1991<br />

§ Rochat G., Il colonialismo italiano, Torino,<br />

Loescher, 1973<br />

§ SalvatorelliL. e Mira G.. Storia d’Italia nel<br />

<strong>per</strong>iodo fascista, Torino, Einaudi, 1964<br />

§ Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei.<br />

<strong>Auschwitz</strong><br />

Cronaca dell’elaborazione delle leggi<br />

razziali del 1938, Zarnorani, Torino, 1994<br />

§ Sarfatti M., Gli ebrei nell’Italia fascista,<br />

Einaudi, Torino, 2000<br />

§ Tranfaglia N., La prima guerra mondiale e<br />

il fascismo, Torino, UTET, 1995<br />

§ Zuccotti S., L’Olocausto in Italia, TEA,<br />

Milano, 1995<br />

§ Collotti E., La Germania nazista, Einaudi,<br />

Torino, 1962<br />

§ Collotti E., Hitler e il nazismo, Giunti,<br />

Firenze, 1994<br />

§ Frei N., Lo stato nazista, Bari, Laterza,<br />

1992<br />

§ Kershaw I., Che cosa è il nazismo?<br />

Problemi interpretativi e prospettive di<br />

ricerca, Bollati Boringhieri, Torino 1993<br />

(strumento particolarmente utile <strong>per</strong>


orientarsi nel dibattito storiografico su<br />

diversi nodi: dal rapporto fra politica ed<br />

economia, al ruolo di Hitler nello sterminio<br />

degli ebrei)<br />

§ Mosse G. L., Le origini culturali del terzo<br />

Reich, il Saggiatore, Milano, 1994<br />

§ Natoli C., (a cura di), Stato e società<br />

durante il Terzo Reich, Milano, Angeli,<br />

1993<br />

§ Sbirer W. L., Storia del Terzo Reich,<br />

Einaudi, Torino, 1962<br />

Hitler<br />

§ Fest J., Hitler, Rizzoli, Milano 1991<br />

(biografia di amplissime dimensioni)<br />

§ Kershaw I., Hitler e l’enigma del consenso,<br />

Laterza, Bari, 1997 (analisi dei meccanismi<br />

di potere all’interno del terzo Reich)<br />

Il 31 marzo 1933, dopo appena due mesi<br />

dalla nomina di Hitler a cancelliere, fu<br />

emesso nella Germania nazista il primo<br />

decreto discriminante <strong>per</strong> gli Ebrei: i giudici<br />

ebrei dovevano dare le dimissioni entro<br />

ventiquattro ore.<br />

Questo non fu l’unico<br />

emendamento in<br />

Germania in difesa della<br />

razza ariana. Il 7 aprile<br />

del 1933, infatti, fu<br />

emessa la legge <strong>per</strong> la<br />

ricostruzione e la<br />

semplificazione<br />

dell’amministrazione<br />

civile dello Stato che<br />

autorizzava al<br />

licenziamento di<br />

qualsiasi impiegato che<br />

non aveva i requisiti<br />

della razza ariana.<br />

L’11 aprile 1933 fu<br />

definito il termine “non<br />

ariano” come applicabile<br />

a coloro che avevano<br />

La difesa della razza<br />

Il nazionalsocialismo riconosce<br />

l’ineguaglianza degli uomini voluta da Dio e<br />

dalla Natura come base della vita civile e ne<br />

trae le sue conclusioni. Politicamente ciò<br />

significa l’idea di un capo, di un Fuhrer,<br />

significa favorire un ordinamento gerarchico<br />

basato sul valore degli uomini e sulla<br />

responsabilità <strong>per</strong>sonale, che solo così<br />

diventa attuabile. Dal punto di vista biologico<br />

significa lottare contro la degenerazione<br />

all’interno di un popolo: ciò si attua<br />

avvantaggiando le parti sane e capaci<br />

rispetto a quelle malate e rifiutando il<br />

miscuglio razziale attraverso l’esclusione di<br />

ogni influenza di razze straniere.<br />

Dal discorso di Gerhardt Wagner, capo dei<br />

medici del Reich, al congresso della NSDAP<br />

a Norimberga nel 1935<br />

18<br />

§ Kershaw I., Il «mito Hitler». Immagine e<br />

realtà nel terzo Reich, Bollati Boringhieri,<br />

Torino, 1998 (l’autore analizza l’immagine<br />

che Hitler aveva costruito di sé)<br />

§ Kershaw I., Hitler, 1889 -1936, Bompiani,<br />

Milano, 1999 (prima parte di una<br />

monumentale e documentatissima<br />

biografia)<br />

§ Kershaw I., Hitler, 1936 - 1945, Bompiani,<br />

Milano, 2000<br />

§ Lukacs J., Dossier Hitler, TEA, Milano<br />

2000<br />

§ Rosenbaum R., Il mistero di Hitler, Oscar<br />

Mondadori, Milano, 2000 (l’autore offre un<br />

avvincente affresco delle interpretazioni<br />

che gli storici hanno dato <strong>per</strong> spiegare il<br />

«fenomeno» Hitler)<br />

anche solo un nonno “non ariano”.<br />

Il 25 aprile 1933 viene fissato lo sbarramento<br />

numerico agli studenti e agli universitari<br />

ebrei.<br />

Il 15 maggio 1933 un decreto legge sulle<br />

aziende agricole prussiane definì l’agricoltore<br />

cittadino tedesco di<br />

sangue ariano (il<br />

decreto legge divenne<br />

legge nazionale il 29<br />

novembre 1933).<br />

Il 1° giugno 1933<br />

viene vietato<br />

l’arruolamento nella<br />

Reichswehr ai “non<br />

ariani”.<br />

Il 30 giugno 1933 fu<br />

approvata una legge<br />

che allargava la sfera<br />

delle <strong>per</strong>sone escluse<br />

dagli incarichi<br />

amministrativi del<br />

Reich: anche gli ariani<br />

sposati con “non<br />

ariani” dovevano


essere licenziati.<br />

Il 14 luglio 1933 fu votata la prima legge<br />

eugenetica che prevedeva di poter<br />

sterilizzare le <strong>per</strong>sone portatrici di malattie<br />

ereditarie anche senza il loro consenso.<br />

Questa legge fu resa pubblica solo il 25<br />

luglio 1933, dopo la piena realizzazione del<br />

Concordato con il Vaticano.<br />

Il 14 luglio 1933 fu emanata un’altra legge,<br />

che revocava la cittadinanza a chiunque<br />

l’avesse ottenuta durante la Repubblica di<br />

Weimar e fosse considerato indesiderabile.<br />

Dal novembre 1933 fu autorizzata la<br />

castrazione a chi si era macchiato di crimini<br />

sessuali, e fu allargata anche agli omosessuali<br />

dal 26 giugno 1935, ma soltanto con il loro<br />

consenso. Lo stesso emendamento<br />

autorizzava anche l’aborto con il consenso<br />

della madre nel caso che il nascituro potesse<br />

avere dei problemi fisici e mentali ereditari.<br />

Il 15 maggio 1935 un altro decreto, invece,<br />

prevedeva sempre in ambito di cittadinanza<br />

la possibilità di diventare cittadino del Reich,<br />

ma solo se il caso fosse stato analizzato<br />

dall’autorità competente.<br />

Queste e tante altre furono le leggi<br />

approvate da Hitler nei primi due anni di<br />

governo, ma non furono niente se<br />

paragonate a quelle che passarono alla storia<br />

come le leggi di Norimberga. Il 15 settembre<br />

1935, infatti, il Reichtag approvava<br />

unanimemente la “legge <strong>per</strong> la protezione<br />

del sangue e dell’onore tedesco”, che vietava<br />

i matrimoni tra Ebrei e cittadini di sangue<br />

tedesco o affini, le relazioni extraconiugali<br />

fra Ebrei e cittadini di razza ariana, la<br />

possibilità agli Ebrei di assumere al loro<br />

servizio donne di sangue tedesco e di<br />

esporre la bandiera nazionale del Reich.<br />

Anche se questa legge menzionava solo gli<br />

Ebrei in realtà fu applicata anche a tutte le<br />

categorie di <strong>per</strong>sone con sangue alieno, in<br />

altre parole Zingari, neri e tutte le minoranze<br />

etniche.<br />

A Norimberga lo stesso giorno fu approvata<br />

anche la legge sulla cittadinanza tedesca,<br />

questa sanciva che in territorio tedesco ci<br />

fossero cittadini di serie A e cittadini di serie<br />

B. Al primo gruppo vi appartenevano<br />

soltanto i soggetti di sangue tedesco o affini,<br />

i quali dimostrassero con il loro<br />

19<br />

comportamento di essere disposti e atti a<br />

servire con lealtà il popolo e il Reich<br />

tedesco. Al secondo gruppo, quindi, vi<br />

appartenevano le minoranze etniche, i “non<br />

ariani”, e i tedeschi che non dimostravano di<br />

essere nazista, cioè coloro che avevano <strong>per</strong>so<br />

i diritti di cittadinanza tedesca.<br />

Il 26 aprile 1938 fu imposta la dichiarazione<br />

di tutti i beni ebraici, con l’obiettivo di<br />

avviare “l’arianizzazione dell’economia”<br />

attraverso la depredazione agli Ebrei dei loro<br />

beni imponendo la vendita coatta ad aziende<br />

ariane.<br />

La difesa della razza ariana ebbe una svolta<br />

storica il 9-10 novembre 1938 con la Notte<br />

dei Cristalli. Nella notte furono organizzate,<br />

infatti, cacce all’uomo nelle strade delle città,<br />

incendiati edifici, sinagoghe, devastati<br />

negozi. Ufficialmente furono fatti prigionieri<br />

ventimila ebrei, 36 uccisi e altrettanti feriti.<br />

Da quel momento vennero emanati decreti<br />

vessatori che prevedevano la <strong>per</strong>secuzione<br />

sistematica degli Ebrei in ogni istante della<br />

loro vita.<br />

Il 12 novembre 1938 fu ordinato con<br />

un’ordinanza del generale Goring di<br />

eliminare dalla vita economica tutti gli ebrei,<br />

sulla base del decreto del 18 ottobre 1936<br />

<strong>per</strong> l'esecuzione del Piano dei Quattro Anni.<br />

Il 21 settembre 1939 Heydrich da istruzioni<br />

sulle o<strong>per</strong>azioni di polizia riguardanti gli<br />

ebrei nei territori occupati della Polonia.<br />

Il 3 luglio 1940 fu redatto un memorandum<br />

stilato da Franz Rademacher <strong>per</strong> Ribbentrop,<br />

ministro degli esteri, che trattava una<br />

ipotetica soluzione della questione ebraica (<br />

progetto Madagascar), che propose di<br />

trasferire tutti gli Ebrei fuori dall’Europa, in<br />

Madagascar appunto.<br />

Dalla “notte dei cristalli” chi non era ariano<br />

non poteva più andare nei parchi pubblici, al<br />

cinema a teatro, assistere a concerti, agli<br />

avvenimenti sportivi, non poteva più essere<br />

invitati nelle case di ariani, non poteva<br />

frequentare università e scuole pubbliche,<br />

ne’ usufruire dell’assistenza pubblica. In<br />

merito alle cure mediche statali, già nel<br />

giugno del 1938, fu ordinato dal Reich di<br />

separare i pazienti non ariani dai pazienti di<br />

sangue tedesco o affine <strong>per</strong> evitare il<br />

<strong>per</strong>icolo di corruzione della razza ariana.


In particolar modo agli Ebrei, dopo la “notte<br />

dei cristalli”, fu stampata sulla carta<br />

d’identità, sul passaporto e sulla patente una<br />

"J". Sui documenti fu imposto il nome Israel<br />

al maschio ebreo e Sarah alla femmina e<br />

La conferenza di Wannsee<br />

Il 20 gennaio 1942 il generale R. Heydrich,<br />

direttore dell’Ufficio Centrale di Sicurezza del<br />

Reich, si incontrò con altri 14 alti funzionari dei<br />

principali ministeri tedeschi in una residenza<br />

tranquilla, lungo un lago a Wannsee (vicino a<br />

Berlino). La riunione era segretissima e il suo<br />

scopo era quello di precisare i termini della<br />

soluzione al problema ebraico. Il problema da<br />

risolvere era quello dell’eccessiva presenza di<br />

ebrei in Germania e nei territori occupati, <strong>per</strong> cui<br />

la politica di emigrazione forzata <strong>per</strong>seguita dal<br />

Reich non era più sufficiente <strong>per</strong> far fronte al<br />

problema ebraico. Era necessario pianificare lo<br />

sterminio in modo più preciso e sicuro e la<br />

riunione del Wannsee doveva appunto occuparsi<br />

di questo. Approssimativamente undici milioni di<br />

ebrei sarebbero stati coinvolti nella soluzione<br />

finale del problema; tra questi, cinque milioni di<br />

essi vivevano in <strong>Un</strong>ione Sovietica e circa tre<br />

milioni erano gli ebrei già sotto il controllo dei<br />

tedeschi (in Polonia e nei territori orientali<br />

occupati). La soluzione approvata a Wannsee fu<br />

quella che prevedeva l’eliminazione degli ebrei<br />

attraverso l’utilizzo del gas. Inoltre si decise anche<br />

la costruzione di appositi forni crematori all’interno<br />

dei campi di sterminio, con i quali si potevano<br />

occultare i cadaveri, cremandoli.<br />

Il protocollo di Wannsee<br />

"Nel corso della soluzione finale gli ebrei saranno<br />

instradati, sotto appropriata sorveglianza, verso<br />

l'Est, al fine di utilizzare il loro lavoro. Saranno<br />

separati in base al sesso. Quelli in grado di<br />

lavorare saranno condotti in grosse colonne nelle<br />

regioni di grandi lavori <strong>per</strong> costruire strade, e<br />

senza dubbio un grande numero morirà <strong>per</strong><br />

selezione naturale. Coloro che resteranno, che<br />

certo saranno gli elementi più forti, dovranno<br />

essere trattati di conseguenza, <strong>per</strong>chè<br />

rappresentano una selezione naturale, la cui<br />

liberazione dovrà essere considerata come la<br />

cellula germinale di un nuovo sviluppo ebraico<br />

(come mostra l'es<strong>per</strong>ienza della storia)" .<br />

20<br />

qualche tempo dopo fu obbligatorio anche<br />

cucire su tutti i vestiti una stella gialla. Il<br />

processo di <strong>per</strong>secuzione degli Ebrei arrivò<br />

fino alla nota “soluzione finale”, definita con<br />

il protocollo di Wannsee, il quale sanciva la<br />

totale eliminazione degli ebrei attraverso i<br />

campi di sterminio.<br />

La radicalizzazione della lotta contro i<br />

corruttori della nobile razza ariana si<br />

accentuò soprattutto con l’inizio della<br />

Seconda Guerra Mondiale Infatti oltre alla<br />

discriminazione e alla <strong>per</strong>secuzione nei<br />

confronti degli Ebrei si realizzò il<br />

programma di sterminio dei disabili, che<br />

prende il nome di eutanasia. Questo<br />

programma prevedeva la soppressione delle<br />

vite che non meritavano di essere vissute e<br />

prevedeva l’utilizzo di tutti i reparti<br />

ospedalieri, di medici e infermieri, nonché<br />

dell’apparato burocratico. Mancava solo una<br />

legge che autorizzasse le uccisioni, anche se<br />

il Reich cercò di sfruttare a pieno la serie di<br />

decreti emanati negli anni successivi <strong>per</strong><br />

spianare la strada all’o<strong>per</strong>azione. Il 18 agosto<br />

1939, ad esempio, fu approvato il decreto<br />

segreto, vale a dire mai reso pubblico, che<br />

ordinava a medici e alle ostetriche di<br />

segnalare tutti i casi di neonati e bambini con<br />

gravi problemi di salute. I bambini disabili,<br />

infatti, furono i primi ad essere sterminati<br />

secondo questo programma. Per gli adulti<br />

disabili, invece, il programma prese il nome<br />

di T4 (che indicava Tiergartenstrasse 4, cioè<br />

l’indirizzo della sede principale del gruppo<br />

o<strong>per</strong>ativo del programma). Quest’ultimo<br />

programma prevedeva il trasferimento di<br />

tutti i disabili adulti in istituti specializzati,<br />

dove venivano uccisi senza che venissero<br />

informati i parenti e i congiunti.<br />

Sul progetto «eutanasia» e i crimini della<br />

psichiatria<br />

§ Friedlander H., Le origini del genocidio<br />

nazista, Editori Riuniti, Roma, 1997<br />

§ Lifton R. J., I medici nazisti, Rizzoli, Milano,<br />

1988<br />

§ Muller-Hill B., Scienza di morte.<br />

L’eliminazione degli ebrei, degli zingari e<br />

dei malati di mente, Pisa, Ets, 1989<br />

§ Ricciardi Von Platen A., Il nazismo e<br />

l’eutanasia dei malati di mente, Le Lettere,<br />

Firenze, 2000


Le leggi razziali in Italia<br />

Nel corso del 1938 leggi razziali <strong>per</strong>secutorie<br />

vennero introdotte anche in Italia, Romania<br />

ed <strong>Un</strong>gheria. Nel nostro Paese furono<br />

emanate autonomamente dal regime fascista,<br />

non certo su pressione della Germania<br />

Progetto T4: lo sterminio dei disabili<br />

Forse non tutti sanno che il genocidio nazista cominciò proprio dai disabili. Le <strong>per</strong>sone handicappate, minori e adulte,<br />

furono le prime cavie designate di tutte le tecniche di annientamento, sterilizzazione e eutanasia sviluppate poi nella<br />

Shoah. Le prime prove documentali degli orrori nazisti, riguardarono proprio la <strong>per</strong>secuzione e i campi di uccisione dei<br />

disabili, anticamera dell’universo concentrazionario. Le campagne di sterilizzazione, internamento e deportazione<br />

delle <strong>per</strong>sone handicappate, presero il via nei mesi immediatamente successivi all’ascesa di Hitler, trovando terreno<br />

fertile nelle teorie eugenetiche e nella difesa della razza. Dopo un’intensa campagna di sterilizzazione, si passò<br />

all’uccisione sistematica dei bambini disabili. Il progetto T4, l’eutanasia di massa degli adulti disabili, che condusse<br />

alla morte circa 70.000 cittadini tedeschi, iniziò solo nel 1939, <strong>per</strong> interrom<strong>per</strong>si poi, ma solo formalmente, su<br />

pressione dell’opinione pubblica e delle Chiese, nell’agosto del 1941. Con l’estendersi dei fronti di guerra, lo sterminio<br />

dei disabili non risparmiò certo i Paesi occupati, con drammatici strascichi anche in Italia, come testimonia la<br />

deportazione dei disabili ebrei internati negli ospedali psichiatrici di Venezia, deportati ad <strong>Auschwitz</strong>-Birkenau.<br />

Sono passati 56 anni dalla Liberazione, ma la Shoah non è poi così lontana. Solo un anno fa in Austria si è celebrato<br />

l’ultimo processo contro il dottor Henrich Gross, psichiatra di Vienna, già citato nella ricerca, accusato di aver<br />

effettuato oltre 300 es<strong>per</strong>imenti usando bambini disabili come cavie umane.<br />

21<br />

nazista.<br />

La campagna del regime fascista contro gli<br />

ebrei cominciò all’inizio dell’anno <strong>per</strong><br />

sfociare con le leggi razziali di novembre.<br />

Nel primo semestre dell’anno furono<br />

emanati provvedimenti<br />

amministrativi di varia natura. Tra<br />

essi, il divieto di ingresso agli ebrei<br />

austriaci disposto il 18 marzo 1938<br />

(cinque giorni dopo l’occupazione di<br />

quel Paese da parte della Germania).<br />

Il 13 luglio 1938 fu pubblicato il<br />

documento teorico Il fascismo e i<br />

problemi della razza nel quale si<br />

affermava l’esistenza di una pura<br />

razza italiana distinta dagli ebrei. Il 6<br />

ottobre 1938 anche il Gran Consiglio<br />

del fascismo intervenne sul tema con<br />

una Dichiarazione sulla razza dove<br />

veniva illustrato il successivo quadro<br />

normativo <strong>per</strong> gli ebrei, che venivano<br />

dichiarati nemici naturali del regime.<br />

Intanto in settembre erano stati<br />

emanati i primi provvedimenti<br />

legislativi che disponevano<br />

l’espulsione degli ebrei stranieri,<br />

l’arianizzazione della scuola pubblica<br />

e l’istituzione degli uffici statali<br />

incaricati della <strong>per</strong>secuzione.<br />

Il 17 novembre 1938 venne emanato<br />

il provvedimento <strong>per</strong>secutorio di<br />

ordine generale (“provvedimento <strong>per</strong><br />

la difesa della razza italiana”). Dalla<br />

definizione giuridica degli ebrei


presente in essa (anche a seguito del<br />

censimento degli ebrei voluto in agosto dal<br />

governo) risultarono in Italia circa 50000<br />

individui classificati come ebrei e dunque<br />

assoggettati alla <strong>per</strong>secuzione.<br />

Dal 1938 al 1943 la <strong>per</strong>secuzione antiebraica<br />

si precisò in modo sempre più concreto. Gli<br />

ebrei vennero esclusi dalla maggior parte<br />

delle professioni e allontanati da qualsiasi<br />

incarico pubblico, venne loro vietato di<br />

possedere aziende o immobili, vennero<br />

espulsi da tutti gli ordini di scuole (sia<br />

studenti che professori). I libri di autori ebrei<br />

non vennero più pubblicati e quelli in<br />

commercio vennero ritirati.<br />

Gli ebrei vennero di fatto separati ed esclusi<br />

dalla vita civile. Scopo del regime era di<br />

giungere in pochi anni all’eliminazione degli<br />

ebrei dal territorio della penisola. L’ordine<br />

ufficiale di espulsione è del febbraio 1940. E<br />

a maggio dello stesso anno viene deciso<br />

l’internamento in campi di concentramento<br />

di tutti i non autorizzati a restare in Italia o<br />

22<br />

di coloro considerati “<strong>per</strong>icolosi”. Con<br />

l’entrata in guerra dell’Italia (giugno 1940) la<br />

pratica dell’emigrazione più o meno forzata<br />

viene abbandonata <strong>per</strong> fare spazio<br />

all’internamento nei campi di<br />

concentramento e di lavoro coatto.<br />

Tra il 1940 e il 1943 migliaia di ebrei (ma<br />

anche gli zingari subirono la stessa sorte)<br />

vennero internati nei campi di<br />

concentramento fatti costruire in tutta la<br />

penisola. I progetti del fascismo di<br />

“soluzione” della questione razziale vennero<br />

interrotti con la caduta del regime il 25 luglio<br />

1943. Da questo momento la sorte degli<br />

ebrei e dei <strong>per</strong>seguitati in Italia fu sottoposta<br />

all’andamento della guerra: coloro che<br />

rimasero nei territori della Repubblica di<br />

Salò sottoposti all’occupazione nazista<br />

conobbero l’ulteriore inasprimento delle<br />

<strong>per</strong>secuzioni. Molti furono deportati e<br />

trovarono la morte nei campi di sterminio<br />

nazisti.<br />

O<strong>per</strong>a di Agostino Barbieri


<strong>Un</strong>a volta decise, a parte del governo nazista,<br />

la “Soluzione finale” <strong>per</strong> gli ebrei – precisata<br />

dalla Conferenza di Wannsee – e i progetti di<br />

sterminio <strong>per</strong> i “nemici della razza”, venne<br />

messa in moto anche la macchina<br />

burocratica: le deportazioni nei campi di<br />

sterminio furono regolate dalle norme e<br />

secondo un piano razionalmente stabilito.<br />

Si riceve una disposizione scritta, cosa e<br />

quanto si può portare con sé: uno zaino con<br />

viveri <strong>per</strong> il viaggio, una gavetta e un<br />

cucchiaio, non coltelli né forbici, due<br />

co<strong>per</strong>te, biancheria da letto, vestiti caldi e<br />

scarpe resistenti, peso massimo 25 kg. Gli<br />

oggetti di valore devono essere consegnati,<br />

altre proprietà devono essere denunciate, le<br />

chiavi di casa cedute. In strada attende già un<br />

autocarro che si dirige al campo di raccolta o<br />

direttamente alla stazione ferroviaria. <strong>Un</strong><br />

<strong>treno</strong> è fermo al piano caricatore, 20 vagoni<br />

merci, le cui a<strong>per</strong>ture sono inchiodate con<br />

filo spinato, e due vetture <strong>per</strong> i corpi di<br />

guardia. <strong>Un</strong> tale trasporto comprende 1.000<br />

<strong>per</strong>sone. I treni viaggiano più volte alla<br />

settimana e dalle stazioni ferroviarie di tutta<br />

l’Europa: da Berlino e Varsavia, da<br />

Amsterdam e Parigi, da Praga e Budapest, da<br />

Oslo ed Atene. Il viaggio dura spesso alcuni<br />

giorni e alcune notti. I deportati viaggiano<br />

stanchi, sporchi, assetati e dis<strong>per</strong>ati verso<br />

luoghi ignoti, i cui nomi sono oggi noti a<br />

tutto il mondo.<br />

Al principio le <strong>per</strong>sone seguivano ancora<br />

l’ingiunzione di presentarsi con il bagaglio<br />

<strong>per</strong> il trasferimento. Per ingannarli, si spiega<br />

loro che andranno in Polonia a lavorare.<br />

Quando trapelano le prime voci dai campi, i<br />

più giovani tentano di scomparire. Fra i più<br />

Il Triangolo<br />

Le deportazioni<br />

23<br />

La deportazione dei Rom<br />

Porrajmos nella lingua dei Rom significa<br />

"divoramento" e indica la <strong>per</strong>secuzione e lo<br />

sterminio che il Terzo Reich attuò nei loro<br />

confronti.<br />

Durante la seconda guerra mondiale vennero<br />

uccisi oltre 500.000 zingari, vittime del<br />

nazionalsocialismo e dei suoi folli progetti di<br />

dominazione razziale.<br />

Come gli ebrei gli zingari furono <strong>per</strong>seguitati e<br />

uccisi in quanto " razza inferiore" destinata,<br />

secondo l'aberrante ideologia nazionalsocialista,<br />

non alla sudditanza e alla servitù al Terzo Reich,<br />

ma alla morte. Per molto tempo dopo la guerra,<br />

purtroppo, lo sterminio nazista degli zigani non è<br />

stato riconosciuto come razziale, ma lo si è<br />

considerato conseguenza - in un certo senso<br />

anche ovvia - di quelle misure di prevenzione<br />

della criminalità che, naturalmente, si acuiscono in<br />

tempo di guerra. In realtà, gli zingari furono<br />

<strong>per</strong>seguitati, imprigionati, seviziati, sterilizzati,<br />

utilizzati <strong>per</strong> es<strong>per</strong>imenti medici, gasati nelle<br />

camere a gas dei campi di sterminio, <strong>per</strong>ché<br />

zingari e, secondo l'ideologia nazista, " razza<br />

inferiore" , indegna di esistere. Gli zingari erano<br />

geneticamente ladri, truffatori, nomadi: la causa<br />

della loro <strong>per</strong>icolosità era nel loro sangue, che<br />

precede sempre i comportamenti.<br />

anziani e i malati aumenta il numero dei<br />

suicidi. La polizia preleva tutti coloro che<br />

non si presentano volontariamente al posto<br />

di raccolta. Interi quartieri delle città sono<br />

rastrellati con retate <strong>per</strong> riempire i treni da<br />

trasporto.<br />

L’organizzazione della caccia all’uomo è<br />

nelle mani dell’Ufficio Centrale <strong>per</strong> la<br />

Sicurezza del Reich<br />

(Reichssicherheitshauptamt). Il Ministero<br />

<strong>per</strong> il Traffico e le Ferrovie Tedesche che gli<br />

sono sottoposte mettono i treni a<br />

disposizione ed elaborano gli orari. Come in<br />

Germania, si trovano quasi dap<strong>per</strong>tutto<br />

aiutanti volontari anche nei paesi occupati.<br />

Contrassegno in stoffa, di diverso colore, di norma applicato sulla giacca e sui pantaloni del deportato.<br />

Il colore indicava la ragione della deportazione: di qui le espressioni "triangolo rosso" <strong>per</strong> indicare i politici,<br />

"triangolo verde" <strong>per</strong> i delinquenti comuni, "triangolo viola" <strong>per</strong> i Testimoni di Geova e così via. Gli ebrei erano<br />

contrassegnati dalla stella di Davide, in pratica un doppio triangolo.<br />

All'interno del triangolo si trovava la sigla della nazionalità (IT o I <strong>per</strong> gli italiani, F <strong>per</strong> i francesi ecc.). I deportati<br />

tedeschi e austriaci non avevano alcuna sigla.


I CAMPI DI CONCENTRAMENTO<br />

E DI STERMINIO IN EUROPA<br />

"Non occorre aver commesso un reato <strong>per</strong> essere imprigionato, è sufficiente il sospetto,<br />

insindacabile, che l’interessato ne potrà commettere. Sovversivo è chiunque si oppone al<br />

popolo, al Partito e allo Stato, ai loro principi ideologici e alle loro azioni politiche. In<br />

particolare noi, sotto tale definizione, intendiamo i comunisti, i marxisti in genere, gli ebrei,<br />

i religiosi che fanno politica, i massoni, gli scontenti della nostra politica, i brontoloni, i<br />

sabotatori dell’economia e i delinquenti comuni, compresi i rei di pratiche abortive, i<br />

traditori e le spie."<br />

I campi di concentramento e di sterminio<br />

sono luoghi di prigionia creati <strong>per</strong> deportare<br />

civili e militari, generalmente <strong>per</strong> motivi<br />

bellici o politici. Si differenziano dal carcere<br />

<strong>per</strong> tre ragioni:<br />

1. uomini, donne e bambini sono<br />

imprigionati senza un regolare processo;<br />

2. il <strong>per</strong>iodo di confinamento è<br />

indeterminato;<br />

3. le autorità che gestiscono il campo di<br />

concentramento esercitano un potere<br />

arbitrario e illimitato.<br />

Sebbene ne esistano svariate tipologie, di<br />

solito si tratta di agglomerati di baracche o di<br />

capannoni, circondati da torrette e delimitati<br />

da reti di filo spinato.<br />

I campi di concentramento sono chiamati<br />

anche campi di lavoro o centri di<br />

rieducazione.<br />

Nei primi anni di governo nazista sorsero<br />

parecchi campi di concentramento in<br />

Germania, situati prevalentemente nel centro<br />

del paese. Il più grande fu fin dal maggio del<br />

1933 quello di Dachau, che poteva ospitare<br />

fino a 5000 prigionieri.<br />

Con l’aumento della potenza nazista anche<br />

tutti i paesi che si aggregarono alla Germania<br />

finirono <strong>per</strong> adottare o irrigidire piattaforme<br />

e pratiche antisemite. Inoltre i campi di<br />

concentramento tedeschi aumentarono con<br />

l’occupazione e l’ampliamento del controllo<br />

territoriale tedesco in Europa alla vigilia della<br />

Seconda Guerra Mondiale.<br />

I campi di concentramento, solitamente<br />

furono costituiti <strong>per</strong> "rieducare" i tedeschi<br />

24<br />

R. Heydrich, da un discorso alle SS<br />

antinazisti: comunisti, socialdemocratici,<br />

obbiettori di coscienza, e tutti coloro che<br />

potevano danneggiare il nazismo anche con<br />

il loro lavoro o con la loro vita privata, come<br />

artisti ed omosessuali.<br />

L’ordine e la disciplina erano gestiti in un<br />

primo momento dalle SA, formazioni<br />

paramilitari del partito nazista.<br />

Con il passaggio di consegna della<br />

sorveglianza dalle SA alle SS peggiorò la<br />

situazione e la vita nei capi di<br />

concentramento.<br />

Le SS, coerenti con il "credo hitleriano",<br />

agivano, infatti, con brutalità e<br />

assuefacendosi a una completa insensibilità<br />

morale e a un <strong>per</strong>fetto automatismo<br />

dell'obbedienza.<br />

Dal 1942 alcuni campi di concentramento<br />

divennero campi di sterminio come definito<br />

alla conferenza di Wannsee, la quale<br />

prevedeva l'annientamento fisico degli ebrei,<br />

Campi di Sterminio sul territorio<br />

polacco<br />

<strong>Auschwitz</strong>-Birkenau ( maggio 1940)<br />

Chelmno (ottobre 1941)<br />

Belzec (febbraio 1942)<br />

Majdanek (novembre 1941)<br />

Treblinka (agosto 1941)<br />

Sobibor (marzo 1942)


OLTRE DUEMILA TRA CAMPI, SOTTOCAMPI, KOMMANDO ESTERNI,<br />

CENTRI DI RACCOLTA E DI TRANSITO HANNO FORMATO LA RETE DELLO<br />

STERMINIO.<br />

12 MILIONI DI DEPORTATI: EBREI, ZINGARI, POLITICI, OMOSSESSUALI,<br />

TESTIMONI DI GEOVA, DELINQUENTI COMUNI, ASOCIALI, APOLIDI.<br />

11 MILIONI DI STERMINATI, DI CUI CIRCA LA META’ EBREI<br />

la cosiddetta "soluzione finale", e che<br />

coinvolse anche altre razze considerate<br />

"inferiori".<br />

In particolar modo fu la Polonia a<br />

rappresentare il luogo e il territorio più<br />

adatto <strong>per</strong> realizzare i campi di sterminio e<br />

<strong>per</strong> trasformare quelli già esistenti in<br />

funzione diretta alla questione portata avanti<br />

dalla conferenza di Wannsee, grazie alla sua<br />

strategica posizione e alla presenza di grandi<br />

ghetti.<br />

Nei campi di sterminio si mirava a cancellare<br />

identità, <strong>per</strong>sonalità e autonomia di milioni<br />

di <strong>per</strong>sone.<br />

Lo sterminio di massa fu poi programmato<br />

scientificamente con le camere a gas, le fosse<br />

25<br />

comuni e i forni crematori.<br />

Coloro, che non erano eliminati al momento<br />

stesso dell’arrivo nei campi o che<br />

rientravano in particolari categorie<br />

d’internati, erano costretti ad estenuanti<br />

lavori forzati.<br />

Molti prigionieri furono impiegati come<br />

cavie in s<strong>per</strong>imentazioni scientifiche e<br />

mediche.<br />

La creazione dei campi di sterminio non fu<br />

solo l’esas<strong>per</strong>azione delle pratiche di<br />

segregazione di una larga parte della società<br />

già s<strong>per</strong>imentata con i campi di<br />

concentramento e con i grandi ghetti. Essa<br />

implicava, infatti, la convergenza verso la<br />

tecnologia della morte e la complicità


nell’omicidio in massa di numerose<br />

articolazioni dell’apparato statale e della<br />

società tedesca, oltre ai collaboratori dei<br />

tedeschi nei paesi invasi. Nei campi di<br />

sterminio ci fu una s<strong>per</strong>sonalizzazione delle<br />

vittime e la normalizzazione burocratica dei<br />

carnefici, non ci fu nessun senso di umanità<br />

e di responsabilità nel completo disprezzo<br />

della vita umana.<br />

La prima applicazione delle camere a gas fu<br />

s<strong>per</strong>imentata <strong>per</strong> l’uccisione dei malati di<br />

mente e <strong>per</strong> i cosiddetti affetti a malattie<br />

inguaribili.<br />

I primi es<strong>per</strong>imenti con le camere a gas<br />

furono fatti al campo di Chelmno all’inizio<br />

di dicembre 1941, con l’utilizzo di gas di<br />

scappamento degli automezzi <strong>per</strong> evitare il<br />

trauma alle truppe di uccidere i prigionieri<br />

con la fucilazione. Con il passare del tempo<br />

si arrivò alla collaborazione di tecnici e di<br />

laboratori di industrie <strong>per</strong> l’invenzione di<br />

vere e proprie camere a gas, che furono<br />

installate in tutti i campi di sterminio.<br />

<strong>Un</strong>a serie di campi di sterminio furono<br />

chiusi dopo che ebbero assolto la funzione<br />

di annientamento di massa, con l’obiettivo di<br />

far scomparire tutte le tracce. Molti altri<br />

invece sopravvissero fino all’arrivo dei<br />

liberatori, ma con un’ulteriore appendice<br />

della tragedia: la cosiddetta marcia della<br />

morte, che veniva ordinata dalle SS ai<br />

detenuti nell’evacuazione del lager <strong>per</strong><br />

garantire lo sterminio definitivo dei<br />

prigionieri.<br />

26<br />

Shoah<br />

In ebraico significa "annientamento"; indica<br />

lo sterminio di oltre sei milioni di ebrei da<br />

parte dei nazisti..<br />

Si individuano quattro fasi nel processo di<br />

devastante della deportazione e dello<br />

sterminio degli ebrei:<br />

1- definizione <strong>per</strong> decreto (chi è ebreo);<br />

2- l'espropriazione (beni, imprese,<br />

lavoro, diritti) ed espulsione, questa<br />

fase inizia già nel 1933 e si prolunga fino<br />

alla Kristallnacht (9-10 nov. 1938);<br />

3- separazione dal resto della<br />

popolazione e concentramento, questa<br />

fase inizia nel 1939 con l’invasione della<br />

Polonia e la ghettizzazione degli ebrei;<br />

l’annientamento, che inizia con la creazione<br />

dei campi di sterminio e il rastrellamento di<br />

massa (cfr. " I campi di concentramento e di<br />

sterminio in Europa")<br />

Olocausto<br />

Sacrificio supremo nell’ambito di una<br />

dedizione totale a motivi sacri o su<strong>per</strong>iori.<br />

E' anche il sacrificio di animali che<br />

nell’antichità venivano offerti agli dei.<br />

Nessuno dei due casi può riferirsi allo<br />

sterminio di un popolo. E’ più corretto l’uso<br />

della parola "Genocidio", oppure dell’ebraico<br />

Shoah, che letteralmente vuol dire<br />

"Catastrofe".<br />

La ghettizzazione<br />

- Assuntino R., Goldkorn W., Il guardiano Marek Edelman racconta, Sellerio, Palermo, 1999 (testo<br />

assai coinvolgente sull’insurrezione del ghetto di Varsavia)<br />

- Berg M., Il ghetto di Varsavia, Einaudi, Torino, 1991<br />

- Corni G., I ghetti di Hitler. Voci da una società sotto assedio 1939 -1944, Il Mulino, Bologna, 2001<br />

- Czerniakow A., Diario 1939 - 1942, Città Nuova, Roma, 1989 (la drammatica testimonianza del<br />

Presidente dello Judenrat di Varsavia)<br />

- Gumkowski J., Rutkowski A., Astel A., (a cura di) Diario dal ghetto di Lodz, Theoria, Roma-Napoli,<br />

1989<br />

- Gutman J., Storia del ghetto di Varsavia, La Giuntina, Firenze, 1998<br />

- Mazor M., La città scomparsa, Marsilio, Venezia, 1992<br />

- Nirenstejn A., Ricorda che cosa ti ha fatto Amalek, Einaudi, Torino, 1962 (ricostruzione<br />

dell’insurrezione di Varsavia e della resistenza ebraica)<br />

- Ringelblum E., Sepolti a Varsavia, Mondadori, Milano, 1962 (una delle testimonianze più alte sulla<br />

vita nel ghetto di Varsavia)<br />

- Rubinowicz D., Il diario, Einaudi, Torino, 1960


Sistema concentrazionario, deportazione e<br />

sterminio<br />

- Bastian I., <strong>Auschwitz</strong> e la menzogna su<br />

<strong>Auschwitz</strong>. Sterminio di massa e falsificazione<br />

della storia, Bollati Boringhieri, Torino, 1995<br />

- Benz W., L’Olocausto, Torino, Bollati<br />

Boringhieri, 1998<br />

- Boursier G., Zigeuner. Lo sterminio<br />

dimenticato, Roma ; Sinnos 1996 (sul<br />

genocidio degli zingari)<br />

- Browning C., Procedure finali. Politica<br />

nazista, lavoratori ebrei, assassini tedeschi,<br />

Einaudi, Torino, 2001<br />

- Browning C., Verso il genocidio. Come è<br />

stata possibile la «soluzione finale», Il<br />

Saggiatore, Milano, 1998<br />

- Browning C.. Uomini comuni. Polizia tedesca<br />

e «soluzione finale» in Polonia, Einaudi,<br />

Torino, 1999 (l’autore cerca di spiegare come<br />

sia stato possibile che uomini comuni, non<br />

efferate SS, abbiano<br />

- Collotti E., La soluzione finale, Newton<br />

Compton, Roma, 1995 (piccolo testo, ma molto<br />

rigoroso)<br />

- Dall’Orto G, Omosessualità e razzismo<br />

fascista, in: La menzogna della razza.<br />

Documenti e immagini del razzismo e<br />

dell’antisemitismo fascista, Bologna, Grafis,<br />

1994<br />

- Dwork D., Nascere con la stella. I bambini<br />

ebrei nell’Europa nazista, Marsilio, Venezia,<br />

1992<br />

- Feltri F. M., Per discutere di <strong>Auschwitz</strong>. Le<br />

domande <strong>per</strong>enni, le tendenze della ricerca, i<br />

problemi ancora a<strong>per</strong>ti, La Giuntina, Firenze,<br />

1998<br />

- Friedlander S., La Germania nazista e gli<br />

ebrei. Vol I. Gli anni della <strong>per</strong>secuzione: 1933-<br />

1939, Garzanti, Milano, 1988<br />

- Friedlander S., Le origini del regime nazista,<br />

Editori Riuniti, Roma, 1997<br />

- Friedrich O., <strong>Auschwitz</strong>. Storia del Lager,<br />

1940 - 1945, Baldini e Castoldi, Milano, 1995<br />

- Giuntella E.V., Il nazismo e i lager, Roma, Ed.<br />

Studium, 1979<br />

- Goldhagen D., I volonterosi carnefici di Hitler.<br />

I tedescbi comuni e l’Olocausto, Mondadori,<br />

Milano, 1997 (l’autore, partendo dall’analisi<br />

degli stessi documenti di Browning, cerca di<br />

dimostrare l’ampio grado di coinvolgimento dei<br />

tedeschi nel processo di sterminio)<br />

- Gozzini G., La strada <strong>per</strong> Auscbwitz.<br />

Documenti e interpretazioni sullo sterminio<br />

nazista, Bruno Mondadori, Milano, 1996<br />

- Heger Heinz; Gli uomini col triangolo rosa,<br />

Edizioni Sonda, 1991.<br />

- Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori. La<br />

<strong>per</strong>secuzione degli ebrei 1933-45, Mondadori,<br />

Milano 1994<br />

27<br />

- Hilberg R., La distruzione degli Ebrei<br />

d’Europa, Einaudi, Torino, 1995 (o<strong>per</strong>a<br />

fondamentale sullo sterminio degli ebrei, che<br />

analizza soprattutto il meccanismo della<br />

distruzione)<br />

- Hoss R., Comandante ad <strong>Auschwitz</strong>, Einaudi,<br />

Torino, 1997<br />

- Kaminski A. J., I Campi di concentramento<br />

dal 1896 ad oggi. Storia, funzioni, tipologia,<br />

Torino, Bollati Boringhieri, 1997<br />

- Langbein H., Uomini ad <strong>Auschwitz</strong>, Mursia,<br />

Milano, 1994 (il primo studio sistematico su<br />

<strong>Auschwitz</strong> e il suo funzionamento)<br />

- Lazzero R., Gli schiavi di Hitler. I deportati<br />

italiani in Germania nella seconda guerra<br />

mondiale, Milano, Mondadori, 1996<br />

- Levi P., I sommersi e i salvati, Einaudi,<br />

Torino, 1986<br />

- Mayer A., Soluzione finale. Lo sterminio degli<br />

ebrei nella storia europea, Mondadori, Milano,<br />

1990<br />

- Monaco L. (a cura di), La deportazione<br />

femminile nei lager nazisti, Consiglio<br />

Regionale del Piemonte-ANED, Milano, Angeli,<br />

1994<br />

- -Morelli V., I deportati italiani nei campi di<br />

sterminio 1943-1945, Milano, Scuole Grafiche<br />

Pav. Artigianelli, 1965<br />

- Natta A., L’altra Resistenza. I militari italiani<br />

internati in Germania , Torino, Einaudi, 1997<br />

- Picciotto Fargion L., Per ignota destinazione.<br />

Gli ebrei sotto il nazismo, Mondadori, Milano,<br />

1994<br />

- Poliakov L., Il nazismo e lo sterminio degli<br />

ebrei, Einaudi, Torino, 1977<br />

- Pressac J. C., Le macchine dello sterminio,<br />

Feltrinelli, Milano, 1994 (il volume testimonia<br />

l’esistenza delle camere a gas partendo dai<br />

documenti trovati negli archivi russi)<br />

- Sereny G., In quelle tenebre, Adelphi, Milano,<br />

1994 (intervista a Franz Stangì, comandante<br />

del campo di sterminio di Treblinka)<br />

- Sofsky W., L’ordine del terrore, Laterza, Bari,<br />

1995 (studio sulla logica e l’organizzazione dei<br />

campi di concentramento)<br />

- Sullam Calimani A.V., I nomi dello sterminio ,<br />

Torino, Einaudi, 2001<br />

- Traverso E., Insegnare <strong>Auschwitz</strong>. Questioni<br />

etiche, storiografiche, educative della<br />

deportazione e dello sterminio, IRRSAE<br />

Piemonte, Bollati Boringhieri, Torino, 1995<br />

- Zuccotti S., L’Olocausto in Italia, Milano<br />

Mondadori, 1988<br />

- Zuccotti S., Il Vaticano e L’Olocausto in Italia,<br />

Milano, Bruno Mondadori, 2001


I campi di concentramento<br />

e sterminio in Italia<br />

Il 4 settembre del 1940 Mussolini firmò<br />

un decreto con cui vennero istituiti i<br />

primi 43 campi di internamento <strong>per</strong><br />

cittadini di paesi nemici. In realtà in<br />

questi campi furono concentrate varie<br />

categorie di <strong>per</strong>sone: gli ebrei italiani<br />

antifascisti, gli stranieri sudditi di "paesi<br />

nemici", gli ebrei stranieri, gli zingari, gli<br />

antifascisti italiani. Il 6 aprile 1941<br />

l'esercito italiano e quello nazista<br />

invasero la Jugoslavia, con annessione<br />

all'Italia di parte dei territori della<br />

Slovenia e la capitale Lubiana. Con il<br />

diffondersi del movimento di liberazione<br />

sloveno, il Comando politico-militare<br />

fascista creò diversi campi di<br />

concentramento in Jugoslavia e in<br />

Italia, dove furono deportati uomini,<br />

donne, bambini ed ebrei.<br />

Dal settembre/ottobre 1943 all’aprile<br />

1945 i nazisti, in collaborazione con la<br />

polizia della Repubblica Sociale Italiana<br />

di Salò, istituirono e gestirono, nell’Italia<br />

occupata, quattro campi di smistamento<br />

rispettivamente a Borgo San Dalmazzo<br />

(Cuneo), Fossoli (Modena), Grosseto e<br />

Bolzano. Da questi campi gli italiani,<br />

rastrellati ed arrestati, venivano poi<br />

avviati ai Lager disseminati in Europa.<br />

A Trieste, nella Risiera di San Sabba,<br />

fu creato invece un campo di sterminio<br />

dotato di forno crematorio dove furono<br />

assassinate più di 5.000 <strong>per</strong>sone.<br />

Borgo San Dalmazzo<br />

(settembre 1943 – febbraio 1944)<br />

Oggi non resta più traccia materiale del Polizeihaftlager di Borgo San Dalmazzo, presso Cuneo, che<br />

funzionò come campo di raccolta di ebrei, italiani e non, tra il 18 settembre 1943 e il 21 novembre dello<br />

stesso anno; e poi – sotto controllo repubblichino – dal 9 dicembre 1943 al 13 febbraio 1944.<br />

Gli internati: provenivano da tutta Europa, pochi, infatti, erano gli italiani e francesi, molti invece gli<br />

ungheresi, greci, tedeschi, austriaci, rumeni, russi, croati.<br />

Nel novembre del 1943 si iniziò a deportare la maggior parte dei detenuti in altri lager europei. Dopo<br />

l’ultima deportazione del 21 novembre 1943 il Polizeihaftlager di Borgo San Dalmazzo, rimasto vuoto,<br />

cessò temporaneamente la sua attività.<br />

Nel giro di pochi giorni dalla chiusura del campo a gestione tedesca, la Questura di Cuneo, in<br />

applicazione dell’ordinanza di polizia n. 5 della RSI (a firma Buffarini Guidi), destinò la caserma al<br />

concentramento degli ebrei della provincia.<br />

Ventisei <strong>per</strong>sone, in maggioranza donne, furono così internate nella caserma, sorvegliata e diretta da<br />

italiani. Il 13 gennaio 1944 la Questura di Cuneo dispose che i ventisei internati, 18 donne e 8 uomini,<br />

fossero "tradotti straordinariamente al campo di concentramento di Carpi (Modena) ", ossia a Fossoli.<br />

Le autorità italiane rispondevano così alle direttive dei nazisti, che, volendo raggiungere in tempi stretti<br />

un numero di prigionieri sufficiente a organizzare un trasporto ad <strong>Auschwitz</strong>, avevano sollecitato l’invio<br />

di internati<br />

28


Risiera di S. Sabba (Trieste)<br />

ubicazione: Trieste<br />

istituzione: 20 ottobre 1943<br />

liberazione: fine aprile 1945<br />

deportati: circa 20.000 <strong>per</strong>sone di cui 3.000<br />

morirono<br />

Dopo l’8 settembre 1943, data che segna la<br />

dissociazione della monarchia italiana dalla<br />

Germania e la proclamazione dell’armistizio, la<br />

Venezia Giulia cessa di fatto di far parte dello<br />

Stato italiano e, con la costituzione della zona di<br />

o<strong>per</strong>azione dell’Adriatisches Kü stenland (Litorale<br />

Adriatico), diventa un territorio direttamente<br />

amministrato dal Reich.<br />

La Risiera di San Sabba - stabilimento <strong>per</strong> la<br />

pilatura del riso edificato nel 1913 – fu quindi<br />

utilizzata, dopo l'8 settembre 1943,<br />

dall'occupatore nazista come campo di prigionia,<br />

e destinato in seguito allo smistamento dei<br />

deportati diretti in<br />

Germania e Polonia, al deposito dei beni razziati<br />

e alla detenzione ed eliminazione di ostaggi,<br />

partigiani, detenuti politici ed ebrei. Il 4 aprile<br />

1944 venne messo in funzione anche un forno<br />

crematorio.<br />

La Risiera di San Sabba - oggi monumento<br />

nazionale- fu l'unico campo di sterminio in Italia.<br />

Vi transitarono - diretti a Buchenwald, a Dachau,<br />

ad <strong>Auschwitz</strong> - più di 25.000 <strong>per</strong>sone. Oltre 5.000<br />

<strong>per</strong>dettero la vita <strong>per</strong> mano di quello stesso<br />

Einsatzkommando Reinhard che si era già<br />

distinto negli stermini <strong>per</strong>petrati nei campi della<br />

Polonia.Il 29 aprile 1945 i reparti partigiani<br />

jugoslavi del IX Korpus conquistarono gran parte<br />

della città e gli stessi nazisti misero in libertà i<br />

pochi su<strong>per</strong>stiti. L’edificio del forno crematorio e<br />

la connessa ciminiera furono distrutti con la<br />

dinamite dai nazisti in fuga, nella notte tra il 29 e<br />

il 30 aprile 1945, <strong>per</strong> eliminare le prove dei loro<br />

crimini, secondo la prassi seguita in altri campi al<br />

momento del loro abbandono.<br />

29<br />

Fossoli<br />

ubicazione: Italia, Emilia Romagna, nei<br />

pressi di Carpi (MO)<br />

istituzione: settembre 1943<br />

evacuazione: agosto 1944<br />

immatricolate circa 5.000 <strong>per</strong>sone<br />

Istituito dagli italiani nel maggio 1942 come<br />

campo <strong>per</strong> prigionieri di guerra inglesi,<br />

viene occupato dopo l'8 settembre 1943<br />

dai nazisti, attratti da strutture in muratura<br />

di recente costruzione e dalla posizione<br />

geografica che fa di Fossoli un punto<br />

strategico sulla via ferroviaria che porta al<br />

nord, verso i campi della morte. Il Campo<br />

viene ceduto, fino alla fine del 1943, alla<br />

neonata<br />

Repubblica Sociale che ne fa un centro di<br />

raccolta provinciale <strong>per</strong> ebrei, in<br />

ottem<strong>per</strong>anza ai dettami della Carta di<br />

Verona. Dal gennaio 1944 subentra la<br />

gestione diretta da parte delle SS e si attiva<br />

il processo di deportazione: Fossoli diventa<br />

campo poliziesco e di transito <strong>per</strong><br />

prigionieri politici e razziali destinati ai<br />

Lager del nord Europa.<br />

Dalla stazione di Carpi partono, in sette<br />

mesi di attività del campo, 8 convogli<br />

ferroviari, 5 dei quali destinati ad<br />

<strong>Auschwitz</strong>. Con queste partenze ha inizio<br />

una serie di trasferimenti regolati da un<br />

meccanismo in cui nulla è lasciato al caso.<br />

Il 2 agosto 1944, il campo viene<br />

abbandonato <strong>per</strong> ragioni di sicurezza e<br />

trasferito a Bolzano-Gries. Dal Campo di<br />

Fossoli, in quei 7 mesi di gestione nazista,<br />

passano circa 5.000 deportati di cui la metà<br />

ebrei: un terzo dei deportati ebrei dal<br />

nostro paese passa da Fossoli.<br />

La Risiera di San Sabba oggi


Gries, Bolzano<br />

ubicazione: Italia, Bolzano via Resia 80<br />

istituzione: estate 1944<br />

campi dipendenti: almeno 5<br />

liberazione: dal 29 aprile al 3 maggio 1945<br />

immatricolate circa 11.000 <strong>per</strong>sone<br />

Dal luglio 1944, resosi insicuro il campo di<br />

concentramento di Fossoli (Modena), le<br />

deportazioni continuarono dal nuovo campo di<br />

Gries, Bolzano. Progettato <strong>per</strong> 1.500<br />

prigionieri su di un'area di due ettari, con un<br />

blocco esclusivamente femminile e 10<br />

baracche <strong>per</strong> gli uomini, fu successivamente<br />

ampliato e raggiunse una capienza massima<br />

di circa 4.000 prigionieri. Poté contare sui<br />

campi satellite di Bressanone, Merano,<br />

Sarentino, Campo Tures, Certosa di Val<br />

Senales, Colle Isarco, Moso in val Passiria e<br />

Vipiteno.<br />

Il campo era gestito dalle SS di Verona,<br />

comandato dal tenente Titho e dal maresciallo<br />

Haage che già avevano svolto gli stessi<br />

incarichi a Fossoli.<br />

Pessime le condizioni di vita, massacranti i<br />

tempi di lavoro, numerosi i casi di tortura ed<br />

assassinio.<br />

Grosseto<br />

ubicazione: Italia, Roccatederighi,<br />

Roccastrada (Grosseto)<br />

istituzione: 1943<br />

Dopo l’armistizio del 1943, nel territorio di<br />

Grosseto si avviarono gli arresti di intere<br />

famiglie ebraiche e un’ala del seminario<br />

vescovile fu scelta come luogo <strong>per</strong> rinchiudere<br />

i 148 ebrei censiti. Il lager fu recintato col filo<br />

spinato e vi furono posti a guardia venti militi<br />

1 Arrestati e deportati 6806<br />

2 Arrestati e morti in Italia 322 *<br />

3 Arrestati e scampati in Italia 451 **<br />

Totale identificati 7579<br />

Tavola 1. Vittime della Shoah in Italia<br />

* di essi 42 non furono in realtà arrestati: si<br />

suicidarono o furono uccisi mentre sfuggivano<br />

all’arresto o morirono <strong>per</strong> gravi disagi o privazioni<br />

**numero indicativo. Non è possibile al momento<br />

elaborare tabelle complete. Si tratta di evasi, liberati o<br />

altri casi.<br />

30<br />

Numerosi furono i trasporti che tra l'estate<br />

1944 e il febbraio 1945 partirono <strong>per</strong><br />

Ravensbrück, Flossenbürg, Dachau,<br />

<strong>Auschwitz</strong>, e <strong>per</strong> Mauthausen, portando<br />

migliaia di deportati che non fecero più ritorno.<br />

Tra il 29 e il 30 aprile 1945 gli internati<br />

ricevettero un regolare <strong>per</strong>messo firmato dal<br />

comandante del campo e furono<br />

accompagnati, a scaglioni, ad alcuni chilometri<br />

dalla città e rilasciati. Tra la fine di aprile e i<br />

primi di maggio 1945 i deportati vennero<br />

progressivamente liberati e il Lager chiuso,<br />

mentre le SS si davano alla fuga, non prima di<br />

avere distrutto praticamente tutti i documenti<br />

del campo, cancellando così la gran parte<br />

delle prove dei loro misfatti.<br />

Delle costruzioni dell'area del campo di<br />

Bolzano-Gries, purtroppo, oggi non rimane in<br />

pratica più traccia. Abbattuti i "blocchi" e le<br />

"celle", sull'area del KZ sorgono diversi palazzi<br />

di abitazione.<br />

Il lager di Bolzano-Gries fungeva da centro di<br />

raccolta e detenzione <strong>per</strong> politici, zingari,<br />

ebrei, rastrellati e ostaggi catturati nelle<br />

diverse città del Centro e Nord Italia<br />

repubblichini armati di mitragliatrici e bombe a<br />

mano. <strong>Un</strong>a parte degli ebrei venne deportata<br />

ad <strong>Auschwitz</strong> su sollecitazione delle autorità<br />

locali: erano 37 e 9 italiani; gli altri, tutti nati e<br />

residenti nella provincia di Grosseto, furono<br />

rilasciati poco prima della Liberazione.<br />

Tavola 2. Deportati in Italia secondo la nazionalità<br />

Morti Sopravvissuti Totali<br />

Italiani 3836 312 4148<br />

Stranieri 1954 490 2444<br />

Dato ignoto 179 35 214<br />

Totali 5969 837 6806<br />

Tavola 3. Deportati dall’Italia in altri Lager di<br />

destinazione<br />

Morti Sopravvissuti Totali<br />

<strong>Auschwitz</strong> 5644 363 6007<br />

Altri Lager 170 440 610<br />

Dato ignoto 155 34 189<br />

Totale 5969 837 6806


Cenni storici<br />

ubicazione: Polonia, a 60 km da Cracovia<br />

istituzione: 20 maggio 1940 <strong>per</strong> uomini; 26<br />

marzo 1942 <strong>per</strong> donne<br />

campi dipendenti dal complesso di<br />

<strong>Auschwitz</strong>: 50<br />

liberazione: 27 gennaio<br />

1945 (Armata Rossa)<br />

morti: più di 4 milioni di<br />

<strong>per</strong>sone<br />

Alla fine di aprile del 1940 i<br />

nazisti trasformarono in<br />

Lager il complesso di<br />

caserme asburgiche di<br />

Oswiecim, piccolo centro<br />

polacco sito 60 km a sudovest<br />

di Cracovia, nella<br />

regione della Slesia.<br />

Le SS vi diressero il primo<br />

trasporto di polacchi il 14<br />

giugno 1940.<br />

Nei primi mesi del 1941<br />

Himmler ordinò di costruire<br />

sul terreno espropriato al<br />

villaggio di Brzezinka, poco<br />

distante da Oswiecim, un<br />

secondo campo destinato a<br />

contenere 100.000 deportati;<br />

questo secondo Lager fu<br />

chiamato <strong>Auschwitz</strong> II o<br />

Birkenau (nome tedesco di<br />

Brzezinka).<br />

<strong>Auschwitz</strong> era stato<br />

progettato ed organizzato da<br />

un lato <strong>per</strong> sfruttare la manodo<strong>per</strong>a che le SS<br />

vendevano a condizione di favore alle industrie<br />

installate nei dintorni e dall’altro <strong>per</strong> procedere<br />

allo sterminio soprattutto degli ebrei. Himmler<br />

infatti ordinò che 10.000 prigionieri fossero<br />

impiegati nella costruzione di una fabbrica di<br />

gomma sintetica, la "Buna", che faceva parte<br />

del cartello di industrie noto con la sigla "IG-<br />

Farben": La fabbrica sorse nel villaggio di<br />

<strong>Auschwitz</strong>-Birkenau<br />

A partire dall’inizio del 1942 ad <strong>Auschwitz</strong> e<br />

nei lager che ne dipendevano (nel 1944<br />

erano una quarantina) il numero di matricola<br />

dei prigionieri non veniva più soltanto cucito<br />

agli abiti, ma tatuato sull’avambraccio sinistro.<br />

Da questa norma erano esenti solo i<br />

prigionieri tedeschi non ebrei. L’o<strong>per</strong>azione<br />

veniva eseguita con metodica rapidità da<br />

“scrivani” specializzati, all’atto<br />

dell’immatricolazione dei nuovi arrivati,<br />

provenienti sia dalla libertà, sia da altri campi<br />

o dai ghetti. In ossequio al tipico talento<br />

tedesco <strong>per</strong> le classificazioni, si venne presto<br />

delineando un vero e proprio codice: gli<br />

uomini dovevano essere tatuati sull’esterno<br />

del braccio e le donne sull’interno: il numero<br />

degli zingari doveva essere preceduto da una<br />

Z ; quello degli ebrei, a partire dal maggio<br />

1944 doveva essere preceduto da una A, che<br />

poco dopo fu sostituito da una B.Fino al<br />

settembre 1944 non c’erano bambini ad<br />

<strong>Auschwitz</strong>: venivano uccisi tutti col gas al loro<br />

arrivo. Da questa data, cominciarono ad<br />

arrivare intere famiglie di polacchi, arrestati a<br />

caso durante l’insurrezione di Varsavia: essi<br />

vennero tatuati tutti, compressi i neonati.<br />

L’o<strong>per</strong>azione era poco dolorosa e non durava<br />

più di un minuto, ma era traumatica. Il suo<br />

significato simbolico era chiaro a tutti: questo<br />

è il marchio che si imprime agli schiavi ed al<br />

bestiame destinato al macello a tali voi siete<br />

diventati. Non avete più nome: questo è il<br />

vostro nuovo nome.<br />

Primo Levi<br />

31<br />

Monowice e fu chiamata <strong>Auschwitz</strong> III (o<br />

Monowitz).<br />

I deportati giungevano da tutta l’Europa in<br />

vagoni piombati e subito venivano selezionati.<br />

<strong>Un</strong> medico o un ufficiale delle SS giudicava a<br />

colpo d’occhio chi era abile ad essere avviato al<br />

lavoro e chi invece doveva essere soppresso<br />

nelle camere a gas. A questo scopo fu adibita<br />

una fattoria nei pressi di<br />

Birkenau, trasformata in<br />

camera a gas provvisoria e<br />

nota come "casetta rossa".<br />

Per coloro che, arrivando al<br />

campo, erano considerati<br />

abili al lavoro, comunque le<br />

prospettive di<br />

sopravvivenza non<br />

su<strong>per</strong>avano i tre mesi. Poi<br />

c'erano le fucilazioni in<br />

massa, <strong>per</strong> supposti<br />

sabotaggi, le punizioni<br />

individuali cui ben pochi<br />

poterono resistere, e le<br />

camere a gas.<br />

Tra il 1942 ed il 1943<br />

furono costruiti a Birkenau<br />

quattro distinti edifici <strong>per</strong><br />

l'installazione di ampie<br />

camere a gas sotterranee e<br />

numerosi forni crematori,<br />

dove fino al novembre del<br />

1944 si susseguirono senza<br />

sosta le eliminazioni di<br />

massa. Questi hanno<br />

funzionato<br />

ininterrottamente,<br />

ingoiando convogli interi di ebrei, provenienti<br />

dalla Germania, dalla Polonia, dalla Francia,<br />

dall'<strong>Un</strong>gheria, dal Belgio, dall'Olanda, dalla<br />

Grecia, dall'Italia. Treni e treni di uomini,<br />

donne e bambini, stipati in carri bestiame,<br />

scaricati sulle rampe dei Lager ed avviati alle<br />

finte docce dove venivano uccisi con un gas<br />

letale, il famigerato Zyklon B., un conglomerato<br />

di cristalli di silicio saturati con acido cianidrico,<br />

prodotto dalle consociate di quella stessa IG<br />

Farben che impiegava il maggior numero di<br />

prigionieri nello stesso campo di <strong>Auschwitz</strong>. Per


quantità e qualità, <strong>Auschwitz</strong> è stato il lager<br />

dove l'inventario dei crimini, degli orrori e della<br />

morte ha assunto dimensioni apocalittiche.<br />

Lo stesso Rudolf Höss, che fu comandante di<br />

quel lager, ammise l'uccisione di centinaia di<br />

migliaia di deportati.<br />

Alle SS il lager rendeva anche quando gli schiavi<br />

erano morti. C'erano le loro spoglie da dividere.<br />

Treni interi di indumenti sottratti ai deportati,<br />

camion carichi di casse di gioielli e denaro<br />

furono spediti da <strong>Auschwitz</strong> a Berlino, al<br />

quartier generale delle SS: anche questi erano i<br />

proventi della «soluzione finale».<br />

Come negli altri campi, ad <strong>Auschwitz</strong> i medici<br />

delle SS facevano es<strong>per</strong>imenti sui prigionieri.<br />

Tra i più atroci ricordiamo quelli del dott. Carl<br />

Clauberg eseguiti sulle prigioniere slave allo<br />

scopo di preparare un metodo rapido <strong>per</strong> lo<br />

sterminio biologico della popolazione slava.<br />

Il complesso concentrazionario di <strong>Auschwitz</strong><br />

divenne in poco tempo il più grande centro di<br />

sterminio mai esistito.<br />

Nel novembre del 1944, in conseguenza<br />

dell'avanzata dell'esercito russo, i nazisti fecero<br />

smantellare i crematori di Birkenau e<br />

successivamente li distrussero con l’obiettivo di<br />

far sparire le tracce di ogni crimine commesso<br />

dalle SS.<br />

Il 27 gennaio del 1945 l'Armata Rossa liberò i<br />

tre lager di <strong>Auschwitz</strong>, trovandovi circa 7.000<br />

<strong>per</strong>sone ammalate che, non essendo in grado di<br />

muoversi, non erano state fatte marciare.<br />

Ancora oggi risulta molto difficile fornire cifre<br />

certe sia sul numero complessivo dei deportati<br />

dei tre lager, anche se il Supremo Tribunale<br />

polacco e il Tribunale internazionale di<br />

Norimberga hanno constatato che nei lager di<br />

<strong>Auschwitz</strong> e Birkenau morirono più di 4 milioni<br />

di <strong>per</strong>sone.<br />

Questi lager ebbero anche il primato di<br />

sterminio di ragazzi e bambini, infatti di 15000<br />

entrati, solo 180 furono trovati in vita alla<br />

liberazione.<br />

Oggi i campi sono trasformati in Museo, dove<br />

sono raccolte le testimonianze della sofferenza<br />

e della lotta dei popoli contro il nazifascismo.<br />

32<br />

Assegnazione numeri di<br />

matricola<br />

La distribuzione dei numeri ai detenuti di<br />

<strong>Auschwitz</strong> avvenne <strong>per</strong> serie separate tra uomini<br />

e donne.<br />

Inoltre accanto alla numerazione generale<br />

vennero assegnate delle serie speciali a categorie<br />

di prigionieri. Gli ebrei, maschi e femmine, infatti<br />

erano distinti dalla serie “A” e dal 31 luglio 1944<br />

con una serie “B” solo <strong>per</strong> gli uomini. Gli zingari,<br />

che iniziarono ad essere deportati ad <strong>Auschwitz</strong><br />

dal 26 febbraio 1944, vennero indicati con la serie<br />

“Z”.<br />

Tatuaggio<br />

Dal tempo dell’esistenza del campo i detenuti<br />

vennero contrassegnati con numeri attaccati alle<br />

uniformi usate. Solamente nella metà del 1942 i<br />

numeri di matricola vennero tatuati sulla pelle e<br />

solo a detenuti ebrei. Dal 1943 il tatuaggio venne<br />

praticato a tutti i detenuti, eccezione fatta <strong>per</strong><br />

tedeschi e <strong>per</strong>sonalità eminenti. A partire dallo<br />

stesso <strong>per</strong>iodo venne tatuato agli ebrei anche il<br />

triangolo giallo. Il tatuaggio venne sospeso<br />

nell’estate del 1944 probabilmente <strong>per</strong><br />

sovraffollamento, infatti, si continuò a tatuare solo<br />

i nuovi arrivati <strong>per</strong> i quali era prevista una<br />

<strong>per</strong>manenza prolungata nel campo.<br />

Il numero di matricola veniva tatuato sulla parte<br />

esterna dell’avambraccio sinistro. <strong>Un</strong>’eccezione fu<br />

fatta <strong>per</strong> i prigionieri di guerra russi, che<br />

ricevettero il tatuaggio sulla giuntura della mano<br />

sinistra o sulla parte sinistra del petto.<br />

Il campo di concentramento di <strong>Auschwitz</strong> fu<br />

l’unico campo in cui i numeri di matricola vennero<br />

tatuati.<br />

I prigionieri che al loro arrivo, <strong>per</strong> selezionamento,<br />

furono destinati allo sterminio non vennero<br />

registrati e non ebbero mai un numero di<br />

matricola.<br />

<strong>Auschwitz</strong><br />

- Amery J., Intellettuale ad <strong>Auschwitz</strong>, Torino, Bollati<br />

Boringhieri, 1987<br />

- Gozzini G., La strada <strong>per</strong> <strong>Auschwitz</strong>. Documenti e<br />

interpretazioni sullo sterminio nazista, Milano, Bruno<br />

Mondadori, 1996<br />

- Langbein H., Uomini ad <strong>Auschwitz</strong>. Storia del più<br />

famigerato campo di sterminio nazista, Milano, Mursia,<br />

1984<br />

- Saletti C. (a cura di), La voce dei sommersi.<br />

Manoscritti ritrovati di membri del Sonderkommando di<br />

<strong>Auschwitz</strong>, Venezia, Marsilio, 1999<br />

- Sessi F., <strong>Auschwitz</strong> 1940-1945. L’orrore quotidiano in<br />

un campo di sterminio nazista, Milano, Rizzoli, 1999


Breve guida<br />

dei campi<br />

Al campo di<br />

concentramento di<br />

<strong>Auschwitz</strong> I si accede<br />

<strong>per</strong> una porta<br />

sovrastata dalla scritta<br />

cinica “ Arbeit macht<br />

frei” (il lavoro rende<br />

liberi)<br />

Il museo del campo<br />

oggi presenta la<br />

camera a gas e il<br />

forno crematorio al di<br />

fuori del recinto del<br />

campo di<br />

concentramento (a).<br />

Davanti alla sua<br />

entrata si può vedere<br />

la forca alla quale il 16<br />

aprile 1947 fu eseguita<br />

la sentenza di<br />

condanna a morte del<br />

primo comandante di<br />

<strong>Auschwitz</strong>, Rudolf<br />

Hoss.<br />

Il cortile tra i blocchi<br />

10 e 11 è recintato da<br />

ambo i lati da un alto<br />

muro, il “Muro della<br />

Morte” (b), dove<br />

venivano fucilati<br />

migliaia di prigionieri.<br />

Al centro del campo è situato il piazzale<br />

dell’appello, nel quale spesso si compivano<br />

esecuzioni pubbliche (d).<br />

Nelle celle degli scantinati erano rinchiusi i<br />

prigionieri del campo e la popolazione civile<br />

sospettata di avere avuto contatti con i detenuti<br />

e di averli aiutati ad evadere. Spesso si<br />

compivano selezioni <strong>per</strong>iodiche nelle celle<br />

attraverso fucilazioni o torture. La cella 18 è<br />

una delle celle punitive dove erano sbattuti i<br />

prigionieri condannati alla morte <strong>per</strong> fame.<br />

Il campo di Birkenau, cioè <strong>Auschwitz</strong> II, ha una<br />

su<strong>per</strong>ficie di circa 175 ettari, nella quale furono<br />

costruite più di 300 baracche. Non tutte sono<br />

sopravvissute ad oggi, infatti, sono intatte solo<br />

45 in muratura e 22 in legno.<br />

A Birkenau vennero costruiti la maggior parte<br />

degli impianti di sterminio: 4 crematori con le<br />

33


camere a gas, 2 camere a gas provvisorie site in<br />

case contadine convertite a tal uso, fossi e roghi<br />

(K II-V). Oggi nel campo si possono vedere le<br />

baracche che ospitavano gli internati (a; b; c; d;<br />

ritirata, nel tentativo di cancellare le tracce dei<br />

crimini commessi (K II; K III).<br />

Nelle rovine si possono distinguere chiaramente<br />

lo spogliatoio sotterraneo dove si spogliavano<br />

coloro che erano portati alle camere a gas.<br />

34<br />

e). Al termine dello scalo ferroviario si trovano<br />

le rovine di due crematori e rispettivamente<br />

camere a gas fatti saltare in aria dalle SS in<br />

ritirata, nel tentativo di cancellare le tracce.<br />

Tra le rovine dei crematori si trova il<br />

Monumento Internazionale in Memoria delle<br />

Vittime del Nazifascismo ad <strong>Auschwitz</strong>,<br />

inaugurato solennemente nell’aprile del 1967<br />

(W).


La vita quotidiana nei campi di concentramento<br />

Marcia suonava musicale allegra<br />

tra ansia diffusa ed ansietà indistinta<br />

di banda o compagnia di guitti negra,<br />

nell'aria grigia opaca umida tinta,<br />

in querimonia querula tradotta<br />

tra quella moltitudine dipinta.<br />

Né sbobba scarsa ruminata ghiotta<br />

e digerita tosto in un baleno<br />

<strong>per</strong> fatica di braccia ininterrotta,<br />

<strong>per</strong> ore ventiquattro di veleno<br />

d'avida ingorda bramosia pitocca<br />

d'uno stomaco vuoto urlante alieno,<br />

d'un digiuno respinto dalla bocca,<br />

d'uno studio instancabile indefesso<br />

<strong>per</strong> tòrsi tozzo di pan secco e brocca<br />

(istinto di felicità regresso<br />

<strong>per</strong> grave troppo tramutato stile<br />

d'un secolo di lumi e di progresso,<br />

IX / 2<br />

in una massa rassegnata vile<br />

<strong>per</strong> feroci angherie, gravi soprusi,<br />

stimolata da colpi di staffile!).<br />

E già <strong>per</strong> strada accidentata e torta<br />

muovevansi cortei d'uomini frolli<br />

tra l'ombre lunghe della sera assorta,<br />

dagli stomaci mai sazi satolli<br />

di reduci disfatti prigionieri<br />

dagli occhi fissi, spiritati, folli,<br />

stremati esausti rifiniti interi,<br />

pupazzi goffi e burattini buffi,<br />

da tremendi scortati uomini neri.<br />

( Poesia anonima)<br />

Di solito la giornata del prigioniero cominciava con l'appello.<br />

Nel <strong>per</strong>iodo iniziale dell'esistenza del campo, gli "appelli"<br />

avvenivano due o tre volte al giorno. Nel <strong>per</strong>iodo finale, le<br />

autorità dei campi cercavano di sfruttare al massimo la giornata<br />

di lavoro, <strong>per</strong>ciò facevano l'appello soltanto di sera.<br />

Lo scopo principale dell'appello era di accertare il numero dei<br />

prigionieri presenti.<br />

I prigionieri avevano diritto di scrivere lettere ai parenti, ma<br />

queste dovevano riportare soltanto notizie positive, non<br />

potevano assolutamente scrivere la verità sulle difficili e<br />

inumane condizioni in sui si trovavano.<br />

La giornata di lavoro nel campo era caratterizzata da<br />

un’alimentazione e da un vestiario del tutto insufficiente, da<br />

alloggi rudimentali in baracche, da condizioni igieniche<br />

catastrofiche, da appelli <strong>per</strong> ore in qualunque condizione<br />

meteorologica e da un trattamento disumano da parte dei<br />

sorveglianti. Punizioni disciplinari barbare, che comprendono<br />

la privazione del cibo, la cella che <strong>per</strong>mette solo la posizione in<br />

piedi, la cavallina <strong>per</strong> bastonate, fino alla forca, creavano<br />

un’atmosfera di terrore costante.<br />

Ai detenuti veniva consegnata una sottile casacca carceraria che<br />

<strong>per</strong>ò non proteggeva gli internati dal freddo; i cambi di<br />

biancheria si succedevano ad intervalli pluri-settimanali e<br />

<strong>per</strong>sino mensili, e gli internati non avevano la possibilità di<br />

lavarla. Ciò era causa<br />

di diffusione di<br />

epidemie e di diverse<br />

malattie, in particolare<br />

del tifo, della febbre<br />

tifoidea e della scabbia.<br />

Il valore energetico<br />

della razione<br />

quotidiana di un<br />

detenuto nel campo<br />

era di circa 1300 - 1700 calorie. A colazione il detenuto riceveva<br />

circa mezzo litro di caffè, ovvero un decotto di erbe; a pranzo<br />

circa un litro di minestra senza carne, spesso con verdure<br />

avariate. La<br />

cena consisteva in un pezzo di<br />

pane nero duro come pietra, di un altro alimento e da una<br />

bevanda d'erbe.<br />

Oltre all’obbligo di lavorare, indipendentemente da ceto,<br />

professione e origine, i detenuti erano obbligati a tenere un<br />

certo comportamento in base ai regolamenti interni dei campi<br />

di concentramento.<br />

In genere i detenuti avevano l’obbligo di rendere gli onori<br />

militari a tutti gli appartenenti alle SS. Inoltre era vietato<br />

35<br />

“L' autocarro si è fermato e sopra la<br />

porta c'era una scritta: il lavoro rende<br />

liberi. In meno di dieci minuti tutti gli<br />

uomini venivano radunati in gruppo.<br />

Quello che accadde delle donne,<br />

bambini e vecchi, noi non potemmo<br />

stabilire allora la notte li inghiottì<br />

semplicemente.<br />

Oggi <strong>per</strong>ò sappiamo che in quella<br />

scelta veloce, ognuno di noi era stato<br />

giudicato se potesse o no lavorare<br />

utilmente. Sappiamo anche che non<br />

sempre questo pur tenue principio di<br />

discriminazione inabili fu seguito, e<br />

che successivamente fu adottato<br />

spesso il sistema più semplice di<br />

aprire le portiere dei vagoni, senza<br />

avvertimenti né istruzioni ai nuovi<br />

arrivati.<br />

Questa di cui abbiamo parlato, è la<br />

vita del lager.<br />

(PRIMO LEVI, Se questo è un uomo,<br />

1947)


schiamazzare, gridare e urlare, ma soprattutto era vietato parlare di politica, tenere discorsi sediziosi,<br />

organizzarsi in convegni e incontri di ogni tipo, raccogliere notizie sul campo, nonché fotografare il<br />

campo e le sue istituzioni.<br />

Chi non ubbidiva ai regolamenti interni era sottoposto all’ordinamento disciplinare e penale dei<br />

detenuti <strong>per</strong> ragioni di sicurezza.<br />

La giornata tipo di un detenuto<br />

del campo di Mauthausen.<br />

In estate, la sveglia avveniva<br />

da lunedì a sabato, alle 4.45.<br />

Alle 5.15 si effettuava l’appello.<br />

Le ore lavorative: dalle 6 alle<br />

12 e dalle 13 alle 19. Fra le 12<br />

e le 13 vi era la pausa<br />

meridiana che comprendeva la<br />

marcia <strong>per</strong> raggiungere il<br />

campo dal posto di lavoro,<br />

quella del ritorno e l’appello<br />

<strong>per</strong> certe squadre che<br />

lavoravano nella zona del<br />

campo. Dopo le 19 vi era un<br />

altro appello e il rancio. Alla<br />

domenica lavoravano soltanto<br />

alcune squadre addette<br />

all’industria bellica ed i<br />

prigionieri che erano in<br />

punizione. In inverno la sveglia<br />

avveniva alle 5.15; l’inizio e la<br />

cessazione del lavoro nella<br />

cava di pietra dipendeva dalla<br />

durata della luce del giorno.<br />

Nell’industria bellica il puro<br />

lavoro era di 11 ore giornaliere.<br />

36<br />

da Maus di A. Spiegelman


Dire l’indicibile. Scritti di memoria<br />

Le <strong>per</strong>secuzioni e la deportazione hanno dato luogo ad un’immensa mole di diari e memorie: scegliamo<br />

i titoli più interessanti sia dal punto di vista espressivo, sia da quello storico-documentario. La<br />

ripartizione tra resoconti storici, memorialistica e autobiografia non è netta, così come la distinzione tra<br />

diari (scritti prodotti a breve distanza temporale dagli avvenimenti narrati) e memorie (elaborate a<br />

posteriori).<br />

Voci dai ghetti e dai campi<br />

Il manoscritto di Lodz, Bari, De Donato, 1967<br />

Adelson A. (a cura di), Il diario di Dawid<br />

Sierakowiak. Cinque quaderni dal ghetto di<br />

Lodz, Torino, Einaudi, 1997<br />

Bauman J., Inverno al mattino. <strong>Un</strong>a ragazza<br />

nel ghetto di Varsavia, Bologna, Il Mulino,<br />

1994<br />

Berg M., Il ghetto di Varsavia. Diario 1939-<br />

1944, Torino, Einaudi, 1991<br />

Czerniakow A., Diario (1939-1942). Il dramma<br />

del ghetto di Varsavia, Roma, Città Nuova,<br />

1989<br />

Guterman S., Il libro ritrovato, Torino, Einaudi,<br />

1994<br />

Gutman I., Storia del ghetto di Varsavia,<br />

Firenze, La Giuntina, 1996<br />

Heydecker J.J., Il Ghetto di Varsavia. Cento<br />

foto scattate da un soldato tedesco nel 1941,<br />

Firenze, La Giuntina, 2000<br />

Lewin A., <strong>Un</strong>a coppa di lacrime. Diario dal<br />

ghetto di Varsavia, Milano, Il Saggiatore, 1993<br />

Perechodnik C., Sono un assassino?<br />

Autodifesa di un poliziotto ebreo, Milano,<br />

Feltrinelli, 1996<br />

Ringelblum E., Sepolti a Varsavia. Appunti dal<br />

ghetto, Milano, Arnoldo Mondadori Editore,<br />

1962<br />

Rubinowicz D., Il diario di David Rubinowicz,<br />

Torino, Einaudi, 2000<br />

Saletti C., La voce dei sommersi. Manoscritti<br />

ritrovati di membri del Sonderkommando di<br />

<strong>Auschwitz</strong>, Venezia, Marsilio, 1999<br />

Diari e lettere<br />

Artom E., Diari (gennaio 1940- febbraio 1944),<br />

37<br />

Milano, Centro di Documentazione Ebraica<br />

Contemporanea, 1966<br />

Frank A., Diario. L’alloggio segreto, 12 giugno<br />

1942- 1° agosto 1944, Torino, Einaudi, 1993<br />

Hillesum E., Diario 1941-1943, Milano,<br />

Adelphi, 1985<br />

Hillesum E., Lettere 1942-1943, Milano,<br />

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Hollyday L. (a cura di), Ragazzi in guerra.<br />

Diari segreti di adolescenti europei nel<br />

secondo conflitto mondiale, Milano, Il<br />

Saggiatore, 1996<br />

Höss R., Comandante ad <strong>Auschwitz</strong>.<br />

Memoriale autobiografico di Rudolf Höss,<br />

Torino, Einaudi, 1993<br />

Klem<strong>per</strong>er V., Testimoniare fino all’ultimo.<br />

Diari 1933-1945, Milano, Mondadori, 2000<br />

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ebraicità. Diari di donne nelle due guerre<br />

mondiali, Ancona, il Lavoro editoriale, 1996<br />

Nirenstajn A., Ricorda cosa ti ha fatto Amalek,<br />

Torino, Einaudi, 1958<br />

Nirenstajn A., E’ successo solo cinquant’anni<br />

fa. Lo sterminio di sei milioni di ebrei, Firenze,<br />

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Segre R., Venti mesi, Palermo, Sellerio, 1995<br />

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F.G.E.I. (Federazione giovanile ebraica<br />

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sterminio, Firenze, Giuntina, 1996<br />

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alla libertà, Torino, Einaudi, 1996<br />

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Bricarelli C. (a cura di), <strong>Un</strong>a gioventù offesa.<br />

Ebrei genovesi ricordano, Firenze, Giuntina,<br />

1995<br />

Bruck E., Chi ti ama così, Venezia, Marsilio,<br />

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Buber-Neumann M., Prigioniera di Stalin e<br />

Hitler, Bologna, Il Mulino, 1994<br />

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1945), Milano, Mursia, 1945<br />

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concentramento tedeschi, Milano, Mursia,<br />

1997<br />

Coslovich M, Storia di Savina. Testimonianza<br />

di una madre deportata, Milano, Mursia, 2000<br />

Ducci T., <strong>Un</strong> tallèt ad <strong>Auschwitz</strong>. 10/2/1944 -<br />

5/5/1945, Firenze, Giuntina, 2000<br />

Franchini Ponti R., In fuga dai Lager. LA vera<br />

storia di una donna partigiana, Milano,<br />

Paoline, 1998<br />

38<br />

Edelman M. e Krall H., Il ghetto di Varsavia.<br />

Memoria e storia dell’insurrezione, Roma,<br />

Città Nuova Editrice, 1985<br />

Fenelon F., Ad <strong>Auschwitz</strong> c’era un‘orchestra,<br />

Firenze, Vallecchi, 1978<br />

Friedländer S., A poco a poco il ricordo,<br />

Torino, Einaudi, 1978<br />

Klein D., Vivere e sopravvivere. Diario 1936-<br />

1945, Milano, Mursia, 2001<br />

Klüger R., Vivere ancora. Storia di una<br />

giovinezza, Torino, Einaudi, 1995<br />

Leitner I. e Leitner I., Frammenti di Isabella.<br />

Memoria di <strong>Auschwitz</strong>, Milano, Mursia, 1996<br />

Lewis H., Il tempo di parlare. Sopravvivere nel<br />

lager a passo di danza: diario di una ballerina<br />

ebrea, Torino, Einaudi, 1996<br />

Lustig O., Dizionario del Lager, Firenze, La<br />

Nuova Italia, 1996<br />

Magini M., <strong>Un</strong> itinerario <strong>per</strong> il lager. Chimere,<br />

errori ed apostasia, Firenze, Polistampa, 1993<br />

Massariello Arata M., Il ponte dei corvi. Diario<br />

di una deportata a Ravensbrück, Milano,<br />

Mursia, 1995<br />

Millu L., Il fumo di Birkenau, Firenze, Giuntina,<br />

1986<br />

Millu L., Dopo il fumo. “Sono il n. A5384di<br />

<strong>Auschwitz</strong>-Birkenau, Brescia, Morcelliana,<br />

1999<br />

Millu L., I ponti di Schwerin, Recco (Ge), Le<br />

Mani, 1998<br />

Oberski J., Anni d’infanzia, Firenze, Giuntina,<br />

1989 (da questo libro è stato tratto il film di<br />

Roberto Faenza, “Jona che visse nella<br />

balena”)<br />

Pacifici E., “Non ti voltare”. Autobiografia di un<br />

ebreo, Firenze, Giuntina, 1993<br />

Paulesu Quercioli M., L’erba non cresceva ad<br />

<strong>Auschwitz</strong>, Milano, Mursia, 1994<br />

Perlasca G., L’impostore, Bologna, Il Mulino,<br />

1997<br />

Deaglio E., La banalità del bene. Storia di<br />

Giorgio Perlasca, Milano, Feltrinelli, 1991<br />

Piazza B., Perchè gli altri dimenticano. <strong>Un</strong><br />

italiano ad <strong>Auschwitz</strong>, Milano, Feltrinelli, 1995<br />

Rusich Demoscati S., Il mio diario. A vent’anni<br />

nei campi di sterminio nazisti. Flossemburg<br />

40301, Firenze, Edzioni Cultura della Pace,<br />

1992<br />

Segre Amar S., Il mio ghetto, Milano,<br />

Garzanti, 1997


Semprun J., Il grande viaggio, Torino, Einaudi,<br />

1964<br />

Semprun J., La scrittura o la vita, Parma,<br />

Guanda, 1996<br />

Semprun J. e Wiesel E., Tacere è impossibile.<br />

Dialogo sull’olocausto, Parma, Guanda, 1996<br />

Spizzichino S. e di Nepi Ol<strong>per</strong> I., Gli anni<br />

rubati. Le memorie di Settimia Spizzichino,<br />

reduce dai Lager di <strong>Auschwitz</strong> e Bergen<br />

Belsen, Cava de’ Tirreni, Comune di Cava de’<br />

Tirreni, 2001<br />

Springer E., Il silenzio dei vivi. All’ombra di<br />

<strong>Auschwitz</strong> un racconto di morte e di<br />

resurrezione, Venezia, Marsilio, 1997<br />

Tedeschi G., C’è un punto della terra... <strong>Un</strong>a<br />

donna nel Lager di Birkenau, Firenze,<br />

Giuntina, 1988<br />

Tedeschi G., Memoria di donne e bambini nei<br />

Lager nazisti, Torino, Zamorani, 1995<br />

E. Stein<br />

39<br />

Vasari B., Mauthausen, bivacco della morte,<br />

Firenze, Giuntina, 1991<br />

Vasari B., La Resistenza dei deportati politici<br />

italiani nei Lager nazisti. Mauthausen,<br />

Dachau, Buchenwald. Cenni e riflessioni<br />

preliminari, Alessandria, Edizioni dell’Orso,<br />

1995<br />

Wiesel E., La notte, Firenze, Giuntina, 1993<br />

Wiesenthal S., Il girasole, Milano, Garzanti,<br />

2000<br />

Zargani A., Per violino solo. La mia infanzia<br />

nell’Aldiqua 1938-1945, Bologna, Il Mulino,<br />

1995<br />

Prima vennero <strong>per</strong> gli ebrei<br />

Prima vennero <strong>per</strong> gli ebrei<br />

e io non dissi nulla <strong>per</strong>ché<br />

non ero ebreo.<br />

Poi vennero <strong>per</strong> i comunisti<br />

e io non dissi nulla <strong>per</strong>ché<br />

non ero comunista.<br />

Poi vennero <strong>per</strong> i sindacalisti<br />

e io non dissi nulla <strong>per</strong>ché<br />

non ero un sindacalista.<br />

Poi vennero a prendere me.<br />

E non era rimasto più nessuno<br />

che potesse dire qualcosa<br />

Martin Niemoller


Fumetto<br />

- Spiegelman A., Maus. Racconto di un sopravvissuto,<br />

Torino, Einaudi, 2000<br />

- Sclavi T. e Coppola G., Doktor Terror, Dylan Dog, n. 83,<br />

agosto 1993<br />

- Tezuka O., La storia dei Tre Adolf, 5 voll, Hazard 1998-<br />

1999<br />

- Mantegazza R. e Salvarani B., Le strisce dei lager. La<br />

Shoah e i fumetti, <strong>Un</strong>icopli, 2000<br />

Letteratura<br />

La produzione letteraria relativa a queste tematiche è vastissima a livello mondiale, <strong>per</strong>tanto la scelta dei<br />

titoli ha seguito, più che in altre sezioni, criteri soggettivi. La bibliografia risulterà, inevitabilmente, poco<br />

esaustiva, ma una buona guida <strong>per</strong> affrontare le questioni da un’altra angolazione. Si sono privilegiate le<br />

edizioni di più facile re<strong>per</strong>ibilità; sono presenti anche fumetti.<br />

Affinati E., Campo del sangue, Milano,<br />

Mondadori, 2000<br />

Amis M., La freccia del tempo, Milano,<br />

Mondadori, 2001<br />

Appelfeld A., Badenheim 1939,Milano,<br />

Mondadori, 1981<br />

Bassani G., O<strong>per</strong>e, Milano, Mondadori,<br />

1998<br />

Benigni R. e Cerami V., La vita è bella,<br />

Milano, Elemond, 1999 (2 ed.)<br />

Bruck E., Lettera alla madre, Milano,<br />

Garzanti, 1988<br />

Bruck E., Signora Aschwitz. Il dono della<br />

parola, Venezia, Marsilio, 1999<br />

Debenedetti G., 16 ottobre 1942, Palermo,<br />

Sellerio, 1993<br />

Delbo C., <strong>Un</strong> <strong>treno</strong> senza ritorno, Casale<br />

Monferrato, Piemme, 2002<br />

Duras M., Il dolore, Milano, Feltrinelli, 1985<br />

Friedman C., Come siamo fortunati, Firenze, Giuntina,<br />

1997<br />

Green G., Olocausto, Milano, S<strong>per</strong>ling e Kupfer, 1979<br />

Grossman D., Vedi alla voce amore, Milano, 1990<br />

Grynberg H. La guerra degli ebrei, Roma, Edizioni e/o,<br />

1992<br />

Hochhuth R., Il vicario. Dramma in cinque atti, Milano,<br />

Feltrinelli, 1964995<br />

Keneally Thomas, La lista, Piacenza, Frassinelli, 1994<br />

Kertèsz I., Essere senza destino, Milano, Feltrinelli,<br />

2003<br />

Langbein H., Uomini ad <strong>Auschwitz</strong>, Mursia, Milano,1994<br />

Lanzmann C., Shoah, Milano, Rizzoli, 1987<br />

Levi della Torre S., Zone di turbolenza. Intrecci,<br />

somiglianze, conflitti, Milano, Feltrinelli, 2003<br />

Levi P., O<strong>per</strong>e, Torino, Einaudi, 1997, 2 volumi<br />

Levi P., Se questo è un uomo (commento di Alberto<br />

Cavaglion, redatto appositamente <strong>per</strong> la Grande<br />

Letteratura Einaudi su cd rom) in La grande Letteratura<br />

Italiana Einaudi (a cura di Alberto Asor Rosa), vol. X,<br />

Dalla grande guerra a oggi, Torino, 2000<br />

“... nel cervello un<br />

vortice di ricordi<br />

ammuffiti.<br />

L'indifferenza<br />

intorpidiva la mente.<br />

Qui o altrove, cosa<br />

c'era di diverso?<br />

Crepare oggi o<br />

domani, o più tardi? La<br />

notte si faceva lunga,<br />

lunga da non finire<br />

più.”<br />

E. Wiesel, La notte<br />

40<br />

Loy R., La parola ebreo, Torino, Einaudi,<br />

1997<br />

Michaels A., In fuga, Firenze, Giunti, 1998<br />

Oberski J., Anni d’infanzia. <strong>Un</strong> bambino nei<br />

lager, Firenze, Giuntina, 2001<br />

Ozick C., Lo scialle, Milano, Garzanti, 1990<br />

Perec G., W o il ricordo d'infanzia, Milano,<br />

Rizzoli, 1991<br />

Presser I., La notte dei Girondini, Milano,<br />

Adelphi, 1976<br />

Sarti R., I me ciamava <strong>per</strong> nome: 44.787<br />

vierundvierzigtausendsiebenhundertsieben<br />

undachtzig, Milano, Baldini & Castoldi, 2001<br />

Schwarz-Bart A., L'ultimo dei giusti, Milano,<br />

Feltrinelli, 1991<br />

Sebald W.G., Austerlitz Milano, Adelphi,<br />

2002<br />

Seghers A. La settima croce, Milano,<br />

Mondadori, 1947<br />

Semprun J., La scrittura o la vita, Parma, Guanda, 1996<br />

Sereni C., Il gioco dei regni, Firenze, Giunti, 1993<br />

Sessi F., Ultima fermata: Aschwitz. Storia di un ragazzo<br />

ebreo durante il fascismo, Torino, Einaudi, 1996<br />

Singer I. B., La famiglia Moskat, Milano, Corbaccio,<br />

1995<br />

Singer I. B., Ombre sull'Hudson, Milano, Longanesi,<br />

2000<br />

Singer I. B., Racconti, Milano, Mondadori, 1998<br />

Steiner J., Treblinka. La rivolta di un campo di<br />

sterminio, Milano, Mondadori, 1978<br />

Uhlman F., L'amico ritrovato, Milano, Feltrinelli, 1986<br />

Vercors (Bruller J.), Il silenzio del mare, Torino, Einaudi,<br />

1976<br />

Weiss P., L'istruttoria: oratorio in undici atti, Torino,<br />

Einaudi, 1966<br />

Wiechert E. La selva dei morti: una cronaca, Milano,<br />

Mondadori, 1947<br />

Wiesel E., La notte, La Giuntina, Firenze, 1980<br />

Zampieri S., Il flauto d'osso. Lager e letteratura,<br />

Firenze, Giuntina, 1996<br />

- AAVV, Poesie di pace e libertà (a cura di<br />

Clementelli E. e Mauro W.), Roma, Newton<br />

Compton, 2003<br />

- Celan P., Poesie, Milano, Mondadori, 1998<br />

- Katzenelson Y., Il canto del popolo ebraico<br />

massacrato, Firenze, Giuntina, 1995<br />

- Sachs N., Poesie, Torino, Einaudi, 1971<br />

Poesia


FICTION<br />

18.000 GIORNI FA<br />

Regia: Gabriella Gabrielli<br />

Anno: 1993<br />

A TORTO O A RAGIONE<br />

(Taking Sides)<br />

Regia: Istvan Szabo<br />

Anno: 2001<br />

ALAN E NAOMI<br />

(Alan and Naomi)<br />

Regia: Sterling Vanwagenen<br />

Anno: 1992<br />

AMEN<br />

(Amen)<br />

Regia: Costantin Costa-<br />

Gravas<br />

Anno: 2002<br />

L’AMICO RITROVATO<br />

(Reunion)<br />

Regia: Jerry Schatzberg<br />

Anno: 1989<br />

ANDREMO IN CITTA’<br />

Regia: Nelo Risi<br />

Anno: 1966<br />

ARRIVEDERCI RAGAZZI<br />

(Au revoir les enfants)<br />

Regia: Louis Malle<br />

Night and Fog<br />

Videomemoria<br />

Anno: 1987<br />

ASSISI UNDERGROUND<br />

(Assisi <strong>Un</strong>derground)<br />

Regia: Alexander Ramati<br />

Anno: 1984<br />

BALLATA PER UN<br />

CONDANNATO<br />

(Playing for time)<br />

Regia: Daniel Mann<br />

Anno: 1980<br />

LA BARCA E’ PIENA<br />

(Das Boot ist voll)<br />

Regia: Markus Imhoof<br />

Anno: 1980<br />

CABARET<br />

Regia: Bob Fosse<br />

Anno: 1972'<br />

LA CADUTA DEGLI DEI<br />

Regia: Luchino Visconti<br />

Anno: 1969<br />

IL CIELO CADE<br />

Regia: Andrea e Antonio<br />

Frazzi<br />

Anno: 2000<br />

COMEDIAN HARMONISTS<br />

Regia: Joseph Vilsmaier<br />

Anno 1999<br />

CONCORRENZA SLEALE<br />

Regia: Ettore Scola<br />

Anno: 2001<br />

COSI’ FINISCE LA NOSTRA<br />

NOTTE<br />

So Ends Our Night<br />

Regia: John Cromwell<br />

Anno: 1941<br />

LE DEPORTATE DELLA<br />

SEZIONE SPECIALE SS<br />

Regia: Rino Di Silvestro<br />

Anno: 1976<br />

IL DIARIO DI ANNA FRANK<br />

(The Diary of Anna Frank)<br />

Regia: George Stevens<br />

Anno: 1959<br />

DIARIO DI UN ITALIANO<br />

41<br />

Regia: Sergio Capogna<br />

Anno: 1973<br />

DIRITTO DI OFFESA<br />

(Skokie)<br />

Regia: Herbert Wise<br />

Anno: 1981<br />

DOTTOR KORCZAK<br />

(Korczak)<br />

Regia: Andrzej Wajda<br />

Anno: 1990<br />

EUROPA EUROPA<br />

Regia: Agnieszka Holland<br />

Anno: 1991<br />

LA FINESTRA DI FRONTE<br />

Regia: Ferzan Ozpotek<br />

Anno: 2002<br />

FUGA DA MAUTHAUSEN<br />

(Die Flucht)<br />

Regia: Edwin Zbonek<br />

Anno: 1963<br />

IL GIARDINO DEI FINZI<br />

CONTINI<br />

Regia: Vittorio De Sica<br />

Anno: 1970<br />

GIULIA<br />

(Julia)<br />

Regia: Fred Zinnemann<br />

Anno: 1977<br />

GIULIETTA, ROMEO E LE<br />

TENEBRE<br />

(Romeo, Julia a tma)<br />

Regia: Jirí Weiss<br />

Anno: 1959<br />

IL GRANDE DITTATORE<br />

(The Great Dictator)<br />

Regia : Charlie Chaplin<br />

Anno 1940<br />

IN NOME DEI MIEI<br />

(Au nom de tous les miens)<br />

Regia: Robert Enrico<br />

Anno 1983<br />

L’ISOLA IN VIA DEGLI<br />

UCCELLI<br />

(The Island in Bird Street)<br />

Regia: Soren Kragh-Jacobsen


Anno 1997<br />

Rosenstrasse<br />

JAKOB IL BUGIARDO<br />

(Jakob the Liar)<br />

Regia: Peter Kassovitz<br />

Anno: 1999<br />

JONA CHE VISSE NELLA<br />

BALENA<br />

Regia: Roberto Faenza<br />

Anno: 1993<br />

JUDITH<br />

Regia: Daniel Mann<br />

Anno: 1965<br />

KAPO’<br />

Regia: Gillo Pontecorvo<br />

Anno: 1960<br />

LA LINEA DEL FIUME<br />

Regia: Aldo Scavarda<br />

Anno: 1976<br />

IL MARATONETA<br />

(Marathon Man)<br />

Regia: John Schlesinger<br />

Anno: 1976<br />

MARTA ED IO<br />

(Martha und Ich)<br />

Regia: Jiri Weiss<br />

Anno: 1990<br />

MAX E HELEN<br />

Regia: Philip Saville<br />

Anno: 1990<br />

MONSIEUR BATIGNOLE<br />

(On pouvait pas savoir)<br />

Regia: Gérard Jugnot<br />

Anno: 2001<br />

MR. KLEIN<br />

Regia: Joseph Losey<br />

Anno: 1976<br />

MUSIC BOX - PROVA<br />

D’ACCUSA<br />

(Music Box)<br />

Regia: Costantin Costa-<br />

Gravas<br />

Anno: 1989<br />

NEGOZIO AL CORSO<br />

(Obchod na korze)<br />

Regia: Jan Kadar/Elmar Klos<br />

Anno: 1965<br />

NEMICI, UNA STORIA<br />

D’AMORE<br />

(Enemies, a Love Story)<br />

Regia: Paul Mazursky<br />

Anno: 1989<br />

NEVER FORGET<br />

Regia: Joseph Sargent<br />

Anno: 1994<br />

OLOCAUSTO<br />

Regia: Marvin Chomsky<br />

Anno: 1978<br />

OLTRE LA VITTORIA<br />

Regia: Robert M. Young<br />

Anno: 1990<br />

L’ORO DI ROMA<br />

Regia: Carlo Lizzani<br />

Anno: 1961<br />

L’OROLOGIAIO<br />

(Georg Elser)<br />

Regia: Klaus Maria Brandauer<br />

Anno: 1990<br />

42<br />

Il Pianista<br />

PASSAGGIO DOPO LA<br />

BATTAGLIA<br />

(Krojobraz po bitwie)<br />

Regia: Andrzej Wajda<br />

Anno: 1970<br />

LA PASSEGGERA<br />

(Passenger)<br />

Regia: Andrzej Munk, Witold<br />

Lesiewicz<br />

Anno: 1963<br />

I PERSEGUITATI<br />

(The Juggler)<br />

Regia: Edward Dmytryk<br />

Anno: 1953<br />

IL PIANISTA (The pianist)<br />

Regia: Roman Polanski<br />

Anno: 2002<br />

IL PORTIERE DI NOTTE<br />

Regia: Liliana Cavani<br />

Anno: 1974<br />

IL PREZZO DELLA VITTORIA<br />

(The Shadow of Victory)<br />

Regia: Ate De Jong<br />

Anno: 1986<br />

LA RAGAZZA TERRIBILE<br />

(Das schreckliche Maedchen)<br />

Regia: Michael Verhoeven<br />

Anno: 1989<br />

I RAGAZZI VENUTI DAL<br />

BRASILE<br />

(The Boys from Brazil)<br />

Regia: Franklyn J. Schnaffner<br />

Anno: 1978<br />

RITORNO A BERLINO<br />

(Welcome to Germany)<br />

Regia di Thomas Brasch<br />

Anno: 1988<br />

ROSENSTRASSE<br />

Regia: Margarethe von Trotta<br />

Anno: 2003<br />

LA SCELTA DI SOPHIE<br />

Sophie's Choise<br />

Regia: Alan J. Pakula<br />

Anno: 1982<br />

SCHINDLER’S LIST<br />

Regia: Steven Spielberg<br />

Anno: 1993<br />

LA SETTIMA STANZA<br />

Regia: Marta Meszaros<br />

Anno: 1996


LA STELLA DI DAVID<br />

(Sterne)<br />

Regia: Konrad Wolff<br />

Anno: 1959<br />

SUSS L’EBREO<br />

Regia: Veit Harlan<br />

Anno: 1940<br />

SWING KIDS - GIOVANI<br />

RIBELLI<br />

(Swing Kids)<br />

Regia: Thomas Carter<br />

Anno: 1993<br />

TORNARE PER RIVIVERE<br />

(Partir revenir)<br />

Regia: Claude Lelouch<br />

Anno: 1985<br />

LA TREGUA<br />

Regia: Francesco Rosi<br />

Anno: 1997<br />

TRAIN DE VIE<br />

Regia: Radu Mihaileanu<br />

Anno: 1998<br />

L’ULTIMO METRO’<br />

(Le Dernier métro)<br />

Regia: François Truffaut)<br />

Anno: 1980<br />

L’UOMO DEL BANCO<br />

DEI PEGNI<br />

(The Pawnbroker)<br />

Regia: Sidney Lumet<br />

Anno: 1965<br />

IL VIAGGIO DEI<br />

DANNATI<br />

(Voyage of the Damned)<br />

Regia: Stuart Rosemberg<br />

Anno: 1976<br />

VINCITORI E VINTI<br />

(Judgment at Nuremberg)<br />

Regia: Stanley Kramer<br />

Anno: 1961<br />

LA VITA DAVANTI A SE’<br />

(La vie devant soi)<br />

Regia: Moshe Mizrahi<br />

Anno: 1977<br />

LA VITA E’ BELLA<br />

Regia: Roberto Benigni<br />

Anno: 1997<br />

VITE SOSPESE<br />

(Shining Through)<br />

Regia: David Seltzer<br />

Anno: 1992<br />

DOCUMENTARI E<br />

TRASMISSIONI TELEVISIVE<br />

CARA KITTY<br />

Regia: W. Van der Sluis<br />

Anno: 1987<br />

GENOCIDE<br />

Regia: P. Batty<br />

Anno: 1987<br />

MEDITATE CHE QUESTO E’<br />

STATO<br />

Regia: Silvia Brasca<br />

Anno: 1993<br />

43<br />

Rosenstrasse<br />

MEMORIA<br />

Regia: Ruggero Gabbai<br />

Anno: 1997<br />

NORIMBERGA<br />

(Nuernberger Prozess)<br />

Regia: Feliz Podmaniczky<br />

Anno: 1958<br />

NOTTE E NEBBIA<br />

Regia: Alain Resnais<br />

Anno: 1955<br />

PER IGNOTA<br />

DESTINAZIONE<br />

Regia: Piero Farina<br />

Anno: 1995<br />

QUELLA PAGINA<br />

STRAPPATA<br />

Regia: Daniel Toaff<br />

Anno: 1988<br />

RITORNO AD AUSCHWITZ<br />

Regia: Daniel Toaff<br />

Anno: 1982<br />

SHOAH<br />

Regia: Claude Lanzmann<br />

Anno: 1985<br />

TESTIMONI<br />

Regia: Anna Missoni<br />

Anno: 1995<br />

L’ULTIMA TAPPA<br />

Ostatni Etap<br />

Regia: Wanda Jakubowska<br />

Anno: 1948<br />

GLI ULTIMI GIORNI (The last<br />

days)<br />

Regia: James Moll<br />

Anno: 1997<br />

VINCITORI ALLA SBARRA<br />

(Le temps du ghetto)<br />

Regia: Frédéric Rossif<br />

Anno: 1961


Musica etnica - Canti sociali e politici<br />

aa.vv. Al com ando porta (da "Trieste<br />

contro" )<br />

aa.vv. Buchenwald<br />

aa.vv. Canti della Resistenza Europea<br />

aa.vv. Canzoni della guerra civile<br />

spagnola<br />

aa.vv. Con la guerriglia /Canti della<br />

resistenza italiana 2<br />

aa.vv. Dove vola l'avvoltoio (da<br />

Cantacronache 2)<br />

aa.vv. Ghetto tango - wartim e yiddish<br />

theater<br />

aa.vv. I canti del ghetto<br />

aa.vv. Il canto dei deportati<br />

aa.vv. Il canto dei Lager (da "Questa seta<br />

che filiam o" )<br />

aa.vv. Noi chiamammo liberta'(Antologia di<br />

canti politici italiani nati nell'esilio, nella<br />

prigionia e nei Lager dal 1821 al 1948)<br />

aa.vv. Si veda anche tutta la serie "Canti<br />

della Resistenza Italiana" Dischi del Sole<br />

aa.vv. The Great Cantors<br />

Anonim o E quei briganti neri (Canti della<br />

Resisten za Italiana n. 2)<br />

Anonim o La canzone dell'otto settembre<br />

(Canti della Resistenza Italiana n.6)<br />

Ensem ble Havadia Fum a el cam in<br />

Gruppo folk internazionale Il nonno di<br />

Jonni<br />

Guccini F. <strong>Auschwitz</strong> la canzone del<br />

bam bino nel vento<br />

Guccini F. Dio e' m orto<br />

Guccini F. Lager<br />

Jona-Am odei Tredici milioni<br />

Kem pin D. Canti dei ghetti e dei Lager<br />

Mashiach The best Israeli Chassidic Songs<br />

Meghna gi M. Canto esiliato<br />

Mordecai Gebirtig Krakov ghetto<br />

Ivan Della Mea Giovanna Marini Se il cielo<br />

fosse bianco di carta (testo tratto da una<br />

lettera di un ragazzo di 14 anni nel campo di<br />

Pustkow)<br />

Ovadia M. Dibbuk<br />

Ovadia M. Oylem Goylem<br />

Roth H. Es Brent (Canti dei ghetti di<br />

Varsavia e di Vilna)<br />

Storm y Six Nuvole a Vinca<br />

Storm y Six Otto settem bre<br />

Stratos D. Arbeit macht frei<br />

Vecchioni R. La stazione di Zima<br />

Com positori internati a Terezin o in altri<br />

cam pi<br />

aa.vv. Cham ber music from Theresienstadt<br />

Ullm ann V. Quartetto d'archi n. 3, op. 46<br />

Klein G. Trio<br />

Klein G. Fantasie a Fuga<br />

Klein G. Sonata <strong>per</strong> piano<br />

Discografia<br />

44<br />

Klein G. Quartetto op. 2<br />

Krasa H. Com posers from Theresienstadt<br />

Krasa H. Quartetto<br />

Krasa H. Tre lieder <strong>per</strong> baritono<br />

Krasa H. Tema con var.<br />

Senator R. Kaddish for Terezin - Holocaust<br />

requiem - Oratorio liturgico basato sui<br />

testi dei bambini di Theresienstadt<br />

Krasa H. Brundibar - o<strong>per</strong>a in due atti <strong>per</strong><br />

bam bini<br />

Haas P. Suite <strong>per</strong> oboe e pianof.<br />

Klein G. Divertim ento <strong>per</strong> legni<br />

Klein G. Sonata <strong>per</strong> piano<br />

Krasa H. Cinque lieder op. 4<br />

Krasa H. Tre lieder <strong>per</strong> baritono<br />

Schulhoff E. Concertino <strong>per</strong> fl, viola e<br />

contrabasso<br />

Ullm ann V. Sonate <strong>per</strong> pianoforte n. 5, 6, 7<br />

Ullm ann V. Quartetto n.3 op. 46<br />

Ullm ann V. Sonata n. 7 <strong>per</strong> pianoforte<br />

Hartm ann K. A. Sonata "27 aprile 1945"<br />

Messiaen O. Quatuor pour la fin du tem p<br />

Candide<br />

Messian O. Quatuor pour la fin du tem ps<br />

Com posizioni riguardanti i Lager o in<br />

generale il tema della guerra<br />

AA. VV. Dieci m elodie ebraiche <strong>per</strong> violino<br />

a pianoforte<br />

Bat Chaim O. Mamme Loshn<br />

Bat Chaim O. Prayer <strong>per</strong> clarinetto<br />

Berio L. Ofanim<br />

Bloch E. Abodah<br />

Bloch E. Baal Shem<br />

Bloch E. Shelom o - sinfonia ebraica <strong>per</strong><br />

clarinetto e orch.<br />

Britten B. Ballad of heroes+Sinf da<br />

requiem<br />

Britten B. Russian Funeral<br />

Britten B. War Requiem<br />

Bruck M. Kol Nidrei<br />

Dallapiccola Canti di liberazione<br />

Dallapiccola L. Canti di prigionia<br />

Eisler H. Schweyk nella seconda guerra<br />

m ondiale<br />

Ligeti G. Lux aeterna<br />

Ligeti G. Requiem Wergo<br />

Mahler G. Kindertotenlieder<br />

Nono L. Canto sospeso su lettere di<br />

condannati a morte della Resistenza<br />

europea<br />

Nono L. Cori da "Die Ermittlung" di P.<br />

Weiss <strong>per</strong> nastro m agnetico<br />

Nono L. Diario polacco<br />

Nono L. Die Erm ittlung m usiche di scena<br />

<strong>per</strong> L'Istruttoria di Peter Weiss<br />

Nono L. Intolleranza<br />

Nono L. Ricorda cosa ti hanno fatto in<br />

<strong>Auschwitz</strong><br />

Olivero B. Bakashot<br />

Paert A. De profundis


Paert A. Fratres<br />

Paert A. Miserere<br />

Paert A. Passio Domini nostri<br />

Pend er ecky K. Dies Irae alla mem oria delle<br />

vittim e di <strong>Auschwitz</strong><br />

Pend er ecky K. Trenodia <strong>per</strong> le vittime di<br />

Hiroshim a<br />

Ravel M. Kaddish pf+vl<br />

Reich S. Different trains<br />

Rossellini R. La guerra<br />

Schoenb erg A. De profundis<br />

Schoenb erg A. <strong>Un</strong> sopravvissuto di<br />

Varsavia (contiene anche m usiche scritte da<br />

Honegg er e Martinu sulla seconda guerra<br />

mondiale)<br />

Shostakovic D. Quartetto <strong>per</strong> archi n.8<br />

Shostakovic D. Sinfonia n. 7 "Leningrado"<br />

Shostakovic D. Sinfonia n.13 ( Babi Yar)<br />

Shostakovic D. Sinfonia n.4<br />

Stockhausen K. Gesang der Junglinge<br />

W eill K. Berliner requiemì<br />

45


Sitografia essenziale<br />

I siti dedicati a vario titolo alla deportazione e allo sterminio e alle tematiche connesse (antisemitismo,<br />

storia ebraica, totalitarismi, razzismo, II° guerra mondiale ecc.) nel Web sono migliaia. La presente<br />

sitografia, dunque, va intesa esclusivamente come un agile strumento di navigazione limitato.<br />

L’attenzione è focalizzata, <strong>per</strong> quanto possibile, sulla dimensione italiana della Shoah, senza<br />

trascurare l’esigenza di una doverosa contestualizzazione, quindi sono stati privilegiati i siti italiani.<br />

La sitografia è strutturata in modo da consentire approfondimenti, mediante l’accesso a strumenti<br />

analoghi più ricchi, completi e organici.<br />

Siti ufficiali dei campi<br />

• http://www.auschwitz-muzeum.oswiecim.pl/ Complesso concentrazionario di <strong>Auschwitz</strong> (in lingua<br />

polacca/inglese/tedesca).<br />

• http://www.buchenwald.de/ Lager di Buchenwald (in lingua tedesca/inglese/francese).<br />

• http://www.kz-gedenkstaette-dachau.de/ Lager di Dachau (in lingua tedesca/inglese).<br />

• http://www.flossenbuerg.de/ Lager di Flossenbürg (in lingua tedesca).<br />

• http://www.fondazionefossoli.org/ Lager di Fossoli (in lingua italiana).<br />

• http://www.windcloak.it/cultura/risiera/risom.htm Risiera di San Sabba<br />

• http://www.mauthausen-memorial.gv.at/ Memorial del Lager di Mauthausen (in lingua<br />

tedesca/inglese).<br />

• http://www.ravensbrueck.de/ Lager di Ravensbrück (in lingua<br />

tedesca/italiana/francese/inglese/polacca).<br />

• http://web.tiscali.it/gliebreiacampagna/ Storia del campo di internamento fascista di Campagna<br />

(SA)<br />

Siti sull'argomento italiani<br />

• http://www.aned.it/ Associazione Nazionale ex Deportati<br />

• http://www.deportati.it/ ANED, Associazione Nazionale ex Deportati politici nei campi nazisti (in<br />

lingua italiana/inglese/francese/tedesca).<br />

• http://www.cdec.it/ CDEC, Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (in<br />

lingua italiana).<br />

• http://www.kora.it/mauthausen Sito italiano sul campo di sterminio di Mauthausen, realizzato<br />

nell’anno scolastico 1998-99 da una classe di studenti e vincitore del Concorso Ministeriale "Il '900. I<br />

giovani e la memoria" (in lingua italiana).<br />

• http://www.ucei.it/giornodellamemoria/index_a.htm <strong>Un</strong>ione delle Comunità Ebraiche Italiane. 27<br />

gennaio Giorno della Memoria<br />

• http://www.deportazione.too.it/ curato dall’ANPI Roma<br />

• http://www.dsca.it/ Documenti di storia contemporanea sull’antisemitismo<br />

• http://www.27gennaio.it/ Associazione 27 gennaio<br />

• http://www.novecento.org/shoaframe.html Sito dell’INSMLI dedicato alla didattica della storia<br />

• http://www.cnn.com/help/italia/ Dossier sul sito di CNN Italia<br />

• http://www.giovanidelleacli.org/memoria.htm Sito dei Giovani ACLI<br />

• http://www.spectacle.org/695/ausch.html Percorso alfabetico di ricostruzione dell’universo<br />

concentrazionario di <strong>Auschwitz</strong><br />

• http://www.storia.unifi.it/_anei Associazione Nazionale Ex Internati<br />

• http://www.romacivica.net/novitch/index.htm Associazione Nazionale Miriam Novitch<br />

• http://www.olokaustos.org/ il primo sito italiano che ha come argomento la storia dell'Olocausto<br />

• http://www.ultimoappello.org/ L’ultimo appello. Archivi del lager<br />

• http://www.giorgio<strong>per</strong>lasca.it/ La biografia del celebre Giusto<br />

• http://www.bibliolab.it/sitografie/sitografie_spinelli.htm Sitografia a cura di Gianni Spinelli<br />

Siti stranieri<br />

• http://www.vhf.org/ Survivors of the Shoah Visual History Foundation (in lingua inglese).<br />

• http://www.yad-vashem.org.il/ Yad Vashem, Holocaust Martyrs' and Heroes' Remembrance<br />

Authority (in lingua inglese/ebraica).<br />

46


• http://www.ushmm.org/ Archivio USHMM, <strong>Un</strong>ited States Holocaust Memoriale Museum (in lingua<br />

inglese).<br />

• http://www.wiesenthal.com/ Simon Wiesenthal Center (in lingua inglese).<br />

• http://fcit.coedu.usf.edu/holocaust/sitemap/sitemap.htm Florida Center to the Holocaust<br />

• http://www.mtsu.edu/~baustin/holo.html The Holocaust/Shoah Page<br />

• http://www.shoa.de/ Sito tedesco dedicato ai temi, ai luoghi e ai nomi dell’olocausto.<br />

• http://www.annefrank.nl/ sito del Museo Casa di Anna Frank<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

Archivio storico "B. Savoldi e L. Bottardi Milani"<br />

Via F.lli Folonari, 20 Brescia<br />

Tel. 0303729269<br />

archiviostorico.cdlt@bs.lomb.cgil.it<br />

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