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principali modifiche apportate. Aumento dei moltiplicatori delle rendite catastali L’art. 1-bis, comma 7, (inserito nella fase di conversione in legge), stabilisce che, per i beni immobili diversi dalla “prima casa di abitazione”, ai soli fini delle imposte di registro, ipotecarie e catastali, i moltiplicatori delle rendite catastali (ex art. 52, comma 5, del DPR 131/1986) sono rivalutati del 20%, invece dell’aumento del 10% previsto dall’art. 2, comma 63, della Legge n. 350/2003 (Finanziaria 2004). L’aumento dei coefficienti di rivalutazione, nella misura del 20%, trova applicazione esclusivamente: · ai soli fini delle imposte di registro, ipotecarie e catastali e non ai fini dell’Imposta Comunale sugli Immobili (ICI); · per gli immobili diversi dalla “prima casa di abitazione”. I nuovi moltiplicatori delle rendite catastali devono essere utilizzati a partire dal 1° agosto 2004 (data di entrata in vigore della legge di conversione). In particolare, gli stessi risultano applicabili agli atti pubblici formati, agli atti giudiziari pubblicati, alle scritture private autenticate e a quelle non autenticate presentate per la registrazione, alle successioni che si sono aperte ed alle donazioni effettuate a decorrere da tale data. L’aumento del 20% dei moltiplicatori, introdotto dal D.L. n. 168/2004, non dev’essere adottato per la valutazione automatica dei fabbricati per i quali sussistono i requisiti della “prima casa”. Per tali beni, infatti, trova applicazione l’art. 2, comma 63, della Legge n. 350/2003, secondo il quale, a decorrere dal 1° gennaio 2004, i moltiplicatori previsti dall’art. 52, comma 5, del DPR 131/1986 sono aumentati, ai soli fini delle imposte di registro, ipotecarie e catastali, nella misura del 10%. Per effetto dei citati artt. 2, comma 63, della Legge n. 350/2003 e 1-bis, comma 7, del D.L. n. 168/2004, i moltiplicatori stabiliti dal D.M. 14 dicembre 1991, da applicare alla rendita catastale o al reddito dominicale già rivalutati (del 5% per i fabbricati e del 25% per i terreni, ai sensi dell’art. 3 della Legge n. 662/1996), vengono modificati come indicato nell’apposito riquadro a fianco. Proroga del condono edilizio Per effetto dell’art. 5 sono stati prorogati i termini di adesione e di versamento delle somme dovute per il condono edilizio (art. 32 del DL n. 269/2003, convertito dalla Legge n. 326/2003). In particolare, in esecuzione della sentenza 28 giugno 2004 n. 196 della Corte Costituzionale in materia di definizione degli illeciti edilizi, i nuovi termini sono i seguenti: · tra l’11 novembre ed il 10 dicembre 2004 ( termine precedente 31 luglio 2004), per la presentazione al Comune dell’i- stanza di sanatoria e per il versamento della prima rata delle somme dovute a titolo di oblazione e di anticipazione degli oneri di concessione; · tra l’11 novembre ed il 10 dicembre 2004 (termine precedente 31 luglio 2004), in caso di abusi effettuati su aree appartenenti al Demanio o al patrimonio dello Stato per la presentazione all’Agenzia del Demanio della domanda per l’acquisto dell’area occupata dall’opera abusiva, se appartenente al patrimonio disponibile o per il riconoscimento del diritto a mantenerla sul suolo appartenente al demanio o al patrimonio indisponibile dello Stato; · 20 dicembre 2004 (termine precedente 30 settembre 2004), per il versamento della seconda rata delle somme dovute a titolo di oblazione e di anticipazione degli oneri di concessione; · 30 dicembre 2004 (termine precedente 30 novembre 2004), per il versamento della terza e ultima rata delle somme dovute a titolo di oblazione e di anticipazione degli oneri di concessione; · 30 aprile 2005 (termine precedente 30 settembre 2004), per l’integrazione della domanda di condono con la copia della denuncia in catasto dell’immobile, della documentazione relativa all’attribuzione della rendita catastale e del relativo frazionamento; · 30 giugno 2005 (termine precedente 30 settembre 2004), per l’integrazione della domanda di condono con la denuncia ai fini ICI e, ove dovuta, ai fini della tassa per lo smaltimento dei rifiuti Tabella n. 1 - Nuovi moltiplicatori ai fini delle imposte di registro, ipotecaria e catastale Immobile (categoria catastale) Moltiplicatore dal 1/1/2004 solidi urbani (TARSU) e della tassa per l’occupazione del suolo pubblico (TOSAP). Se entro il 12 novembre 2004 le Regioni non emaneranno apposite leggi sul condono edilizio, la normativa applicabile sarà quella dettata dall’art. 32 del D.L. n. 269/2003. Il suddetto termine finale vale anche per l’emanazione delle leggi regionali aventi ad oggetto la definizione del procedimento amministrativo relativo al rilascio del titolo abitativo edilizio e l’incremento dell’oblazione fino al massimo del 10%. Aumento dell’imposta sostitutiva sui mutui finalizzati all’acquisto di immobili Per effetto dell’art. 1-bis, comma 6, viene aumentata dallo 0,25% al 2% l’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle operazioni di credito a medio e lungo termine, di cui all’art. 18 del DPR n. 601/1973. Come evidenziato in dot- 37 trina, un’interpretazione letterale della disposizione porterebbe ad applicare l’aliquota del 2% a tutti i mutui diversi da quelli per l’acquisto della “prima casa”, come per esempio quelli contratti dalle imprese, che in nessun caso possono avvalersi della suddetta agevolazione, e dai privati con finalità diverse da quella di finanziare l’acquisto della “prima casa”. Tale aumento avrebbe invece dovuto riguardare i soli finanziamenti relativi alle “seconde o ulteriori case di abitazione di soggetti privati” ed allora il Governo è nuovamente intervenuto in via normativa, fornendo un’interpretazione autentica tesa a definirne l’ambito di applicazione. Il tal senso, il D.L. n. 220/2004 ha precisato che l’imposta sostitutiva del 2% si applica ai soli fi- Moltiplicatore dalla data di entrata in vigore della legge di conversione Terreni (1) 82,5 90 Fabbricati gruppo D (2) 55 60 Fabbricati A/10 (2) 55 60 Fabbricati gruppo E (3) 37,440,8 Fabbricati C/1 (3) 37,440,8 Fabbricati B e C (diversi da C/1) (4) 110 120 Fabbricati A «prima casa» (4) 110 110 Fabbricati A non «prima casa» (diversi da A/10) (4) 110 120 (1) 75 ai fini ICI - (2) 50 ai fini ICI - (3) 34 ai fini ICI - (4) 100 ai fini ICI nanziamenti erogati per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione di immobili ad uso abitativo (e relative pertinenze), diversi dalla “prima casa”. In altri termini, vengono ad essere gravati dalla maggiore aliquota i soli mutui di durata superiore ai 18 mesi relativi agli immobili ad uso abitativo (cioè classificati o classificabili nel gruppo catastale A, con esclusione della categoria A/10) diversi dalla “prima casa”, a condizione che: – gli stessi siano stati concessi da istituti bancari; – l’atto relativo al finanziamento si sia formato sul territorio italiano. L’aumento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva si applica ai finanziamenti erogati in base a contratti conclusi a partire dal 1° agosto 2004 (data di entrata in vigore della Legge n. 191/2004, di conversione del D.L. n. 168/2004). Antonio Biasi NORMATIVA
NORMATIVA 38 AFFILIAZIONE COMMERCIALE Mettersi in proprio con il franchising: una formula di successo per aspiranti imprenditori. Nel n. 7 (dicembre 2003) di questa pubblicazione ho scritto un articolo dal titolo “Affiliati: istruzioni per l’uso” che si collocava in una situazione economica di fatto esistente ma non giuridicamente normata. In quella situazione gli operatori interessati si muovevano in base a prassi, giurisprudenza e letteratura consolidata. Nella Gazzetta Ufficiale n. 120 del 24 maggio 2004 è stata pubblicata la legge “Norme per la disciplina dell’affiliazione commerciale”. Il collega Andrea Manganello ha pubblicato, in proposito, un articolo di commento dal titolo “La nuova disciplina del franchising” (in questo numero, pag. 44) a cui rinvio. Pertanto, quella situazione di incertezza descritta nell’articolo citato in premessa è venuta meno. Attualmente sia per l’affiliante (franchisor) che per l’affiliato (franchisee) esiste un preciso e determinato quadro normativo. Rimangono, però, le regole relative ai singoli settori economici. Nell’articolo pubblicato a dicembre 2003 ho presentato come esempio l’apertura di un’enoteca, che deve essere in regola con la Le difficoltà economiche attuali vissute da parte dei consumatori e degli imprenditori sono evidenti e percepite, forse, in maniera eccessivamente drammatica tali da produrre un quadro pessimistico dal quale si potrà uscire solo con qualche sforzo. Con questa premessa, si vuole suggerire una ipotesi economica che possa aiutare sia i consumatori sia gli imprenditori a superare le citate difficoltà, o a gestirle con minor affanno, con l’indirizzo, il controllo e la vigilanza (problema di notevole complessità sia dal profilo amministrativo sia dal profilo della tutela della concorrenza e del mercato rispetto anche ai consumatori) da parte della Pubblica Amministrazione. normativa del commercio di generi alimentari (D.Lgs 114/1998 più le leggi regionali di applicazione e i relativi regolamenti comunali); e l’apertura di un’agenzia di mediazione, che deve essere in regola con la normativa che disciplina l’attività in argomento (L. n. 39/1989). Faccio altri esempi con l’obiettivo di suggerire delle opportunità proprie del contratto di affiliazione commerciale (sia da parte dell’affiliante sia da parte dell’affiliato; dell’affiliante - tra l’altro - per sviluppare la propria impresa senza aumentare la dimensione ma “delegando” altre imprese; dell’affiliato – principalmente - per poter “partire” come impresa già a buon punto senza ripetere un sentiero già percorso e offerto – con corrispettivo – dall’affiliante). Il primo esempio è quello relativo ai centri benessere. Questi centri si stanno sviluppando con crescenti velocità in relazione alla domanda, sia femminile sia maschile, di star bene non solo dal punto di vista del relax e della quiete, ma anche per ottenere i trattamenti più appropriati per recuperare la forma fisica. Per far ciò questi centri offrono ogni tipo di ginnastica, massaggi di vario genere – estetici, terapeutici nelle loro svariate articolazioni: sportive traumatologiche e riabilitative - percorsi idroterapici, trattamenti shiatsu, piscina, solarium, sauna ed estetica in generale. In questi centri, spesso, c’è un angolo (corner) per la vendita di bevande e prodotti alimentari orientati allo “star bene” e per la somministrazione di alimenti e bevande non alcoliche. In relazione a quanto precede l’affiliato, oltre a stipulare un regolare contratto di affiliazione con l’affiliante - ora disciplinato dalla citata legge n. 120/2004 - dovrà organizzarsi con personale specializzato quale un direttore sanitario per la parte terapeutica, un estetista qualificato ad esercitare l’attività come imprenditore che assume la direzione tecnica - per l’attività di estetista con riferimento all’abilità manuale ed alla capacità di utilizzare delicate apparecchiature elettromeccaniche per l’uso estetico - istruttori diplomati Isef o laureati in scienze motorie per la ginnastica e personale idoneo alla vendita ed VENDITE SOTTOCOSTO Questa ipotesi è individuata nelle vendite sottocosto, se viste dagli imprenditori, e nell’emergenza prezzo tra i consumatori. La normativa in proposito esiste ma non è di facile applicazione in relazione al concetto di costo nel quadro della singola azienda o della rete di aziende facenti capo ad un’azienda madre, di impresa o gruppi di impresa interessati, di relazioni geografiche con il territorio e rispetto alla libera concorrenza e trasparenza dei mercati e alla tutela dei consumatori. Esiste, naturalmente, anche una vasta letteratura in proposito. La normativa è da individuare nel D.lgs n. 114 del 1998 sulla riforma del commercio all’art. 15 “Vendite straordinarie” in cui sono di- sciplinate le conosciute vendite di liquidazione, le vendite di fine stagione (saldi) e le vendite promozionali. Ritengo utile riportare esattamente il contenuto dei punti 7-8-9 del citato art. 15 per dare concretezza e precisione al tema in considerazione del fatto che i saldi estivi hanno avuto una inedita popolarità. 7. Per vendita sottocosto si intende la vendita al pubblico di più prodotti effettuata ad un prezzo inferiore a quello risultante dalle fatture di acquisto maggiorato dell’imposta sul valore aggiunto e di ogni altra imposta o tassa connessa alla natura del prodotto e diminuito degli eventua- alla somministrazione di bevande non alcoliche. Tutto ciò si concretizza con attenti rapporti con l’Amministrazione comunale e con le Aziende Sanitarie locali, in termini di provvedimenti autorizzativi, nel quadro più ampio e più generale, del rispetto delle corrette regole del mercato e della leale concorrenza. Un secondo esempio riguarda la gestione di centri per la cura dell’infanzia e asili nidi che possono essere di tipo tradizionale, familiare, aziendale o interaziendale. In questo caso, attualmente, non ci sono prescrizioni di tipo normativo analoghe a quelle dei centri benessere. Esistono delle indicazioni di tipo urbanistico date dal Comune in relazione alla tipologia dei locali che sono utilizzati dai bambini. Altri esempi, a titolo esemplificativo, riguardano i settori dei calzifici, dei mutui, dei supermercati (anche biologici), degli oggetti usati, degli impianti per la purificazione dell’acqua per uso alimentare, dell’arredamento della casa (porcellana, cristalleria, casalinghi e liste di nozze) e delle librerie. Renato Gattolin li sconti o contribuzioni riconducibili al prodotto medesimo purché documentati. 8. Ai fini della disciplina delle vendite sottocosto il Governo si avvale della facoltà prevista dall’articolo 20, comma 11, della legge 15 marzo 1997, n. 59. Per gli aspetti sanzionatori, fermo restando quanto disposto dalla legge 10 ottobre 1990, n. 287, si applicano le disposizioni di cui all’articolo 22, commi 2 e 3. 9. Il Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato promuove la sottoscrizione di codici di autoregolamentazione delle vendite di cui al comma 7 tra le organizzazioni rappresentative
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