Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi
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98<br />
SEDUTA DI<br />
APERTURA<br />
SECONDA<br />
SEDUTA<br />
TERZA<br />
SEDUTA<br />
QUARTA<br />
SEDUTA<br />
QUINTA<br />
SEDUTA<br />
SESTA<br />
SEDUTA<br />
i Partigiani sono ancora con noi – di inserirsi a pieno titolo nell’associazione,<br />
raccoglierne la storia, l’eredità e l’autorevolezza, per trasmetterle<br />
con forme e mezzi nuovi e più attuali.<br />
I giovani saranno sempre più dalla parte dell’ANPI, solo se l’ANPI<br />
saprà dimostrarsi un’Associazione coerente anche nel rapporto con le<br />
istituzioni di ogni livello. È questo uno dei temi più delicati che il congresso<br />
dovrà affrontare. Una questione che, tuttavia, non possiamo<br />
assolutamente eludere.<br />
Sono convinta che l’ANPI debba dialogare con le istituzioni, qualunque<br />
sia il loro colore politico, ma credo parimenti che non debba per<br />
questo rinunciare a far emergere, a ogni livello, le contraddizioni che<br />
investono alcuni rappresentanti di esse. Personalmente non considero<br />
una conquista il fatto che un Sindaco, un Presidente di Provincia o di<br />
Regione – o lo stesso Presidente del Consiglio – celebrino, facendo<br />
bella mostra di sé e della propria fascia tricolore, la Festa della<br />
Liberazione, portando poi avanti in tutti gli altri giorni dell’anno politiche<br />
incompatibili con i valori espressi dalla nostra Carta<br />
Costituzionale.<br />
Così come non accetto che costoro evochino i nobili valori di libertà,<br />
giustizia, uguaglianza un giorno all’anno e approvino poi quotidianamente<br />
ordinanze, delibere, leggi che calpestano i diritti dei migranti,<br />
riducono gli spazi di libertà, insterilendo il ruolo degli organismi rappresentativi<br />
ad ogni livello, che mortificano istruzione e ricerca, privano<br />
di futuro e prospettive i giovani.<br />
Compito della nostra Associazione oggi è anche far emergere queste<br />
stridenti contraddizioni, perché il rispetto della Costituzione nata<br />
dalla Resistenza non può essere solo una parola vuota da evocare il 25<br />
Aprile.<br />
Solo facendo così l’eredità della Resistenza potrà essere traghettata<br />
da un tempo a un altro e l’ANPI potrà collocarsi in una prospettiva<br />
transgenerazionale, attraendo sempre più giovani in cerca di quella<br />
coerenza ormai così rara nella dimensione pubblica del nostro Paese.<br />
Solo così potremo continuare ad essere protagonisti di una grande<br />
impresa civile e politica. Tutti insieme: i partigiani che sono ancora con<br />
noi, i giovani e gli antifascisti di tutte le generazioni.<br />
Perché se è vero che un Paese senza memoria è un Paese senza futuro,<br />
è quanto mai necessaria la presenza dell’ANPI, che si nutre di<br />
memoria e ci ricorda che, considerato il passato da cui proveniamo, ci<br />
meritiamo un futuro migliore.