Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

15.06.2013 Views

SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA tempo dei Longobardi. Un istituto barbaro, pensato per i ricchi e per i potenti. In chiusura, alcune proposte organizzative. 1. Nel nostro dibattito siamo giunti alla conclusione che il federalismo fiscale sarà un elemento destrutturante della nostra Nazione e porterà a un impianto nuovo della società italiana. L’impegno dell’ANPI, nel suo mandato di difesa della Repubblica nata dalla Resistenza, deve organizzarsi per far rigettare il federalismo fiscale. Anche a Perugia abbiamo ipotizzato una proposta simile a quella del comandante Rendina: l’ANPI deve raccogliere intorno a sé tutti i movimenti, le associazioni, i forum, i giornali, i sindacati, i partiti per costituire un nuovo Comitato di Liberazione nazionale. Deve dare vita a una sorta di istituto o comitato, con consulenza anche storica, che diventi fonte di scienza sociale per la stesura di disegni di legge applicativi delle norme costituzionali da presentare al Parlamento e ai Consigli regionali. 2. Altro progetto operativo: l’ANPI dovrebbe istituire a livello nazionale una scuola di democrazia che metta a disposizione premi e borse di studio, con concorsi, stages, campi estivi, masters per tutti gli studenti delle scuole medie inferiori, superiori e delle università. La scuola potrebbe organizzarsi in una rete antifascista con tutti gli Istituti storici, i musei della Resistenza, le Fondazioni intitolate ai padri della Repubblica, come quelle dedicate a Ferruccio Parri, Pietro Nenni, Antonio Gramsci, Lelio Basso, Piero Calamandrei, Sandro Pertini, Ugo La Malfa, Alcide De Gasperi e altre. Il progetto dovrebbe avvalersi della collaborazione dei Comitati provinciali. Questa rete vivificherà le suddette fondazioni e ridarà linfa alle idee e alle storie che hanno fatto la Resistenza, hanno fondato la Repubblica e hanno scritto la Costituzione. Vi ringrazio di avermi ascoltato, auguri a tutti. Nazareno Re ANPI Marche Care compagne e cari compagni, in questi mesi di lavoro che ci hanno portato al Congresso Nazionale ho avuto l’onore – si dice sempre così – in realtà l’onere pesante, ma al tempo stesso molto gratificante, di partecipare a molti Congressi. Ne ho seguiti 10, in giro per l’Italia. E ho toccato con mano che la “nuova sta- 91

92 SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA gione dell’ANPI” si è concretizzata in una Associazione del tutto nuova. Seguendo i dibattiti, conoscendo tante persone, compagne e compagni, ho scoperto che l’Associazione è straordinariamente viva e vitale, molto più di quanto si possa immaginare. Ho potuto ascoltare – e ne abbiamo avuta un’eco anche stamane – raffinate analisi sulla situazione politica, sociale, internazionale. A testimonianza del fatto che nella nostra Associazione sono presenti accanto ai giovani, alle donne – a tutte quelle strane categorie che definiamo sociologicamente in questo modo – anche gli intellettuali, cioè coloro che riflettono, pensano, scrivono. Quelli che una volta si chiamavano intellettuali “engagé”, che si schierano, prendono parte. Abbiamo iniziato una bella esperienza un anno fa, quando chiamammo a raccolta intellettuali e artisti, a livello nazionale, chiedendo di “metterci la faccia”, cioè di definirsi “italiani di Costituzione”. Non è rimasta un’esperienza isolata: è divenuta un torrente che ha percorso tutto il Paese. Questi intellettuali, professori universitari, artisti, giornalisti sono tanti, vengono da noi, in ogni ANPI provinciale. Nei partiti non vanno più, ne stanno alla larga. Il ruolo degli intellettuali nei partiti costituisce un dibattito superato dalla deriva politica degli ultimi anni. Nella bella relazione di ieri Zagrebelsky ci parlava di casta, di giro… Ebbene, agli intellettuali che hanno ancora voglia di schierarsi chiediamo di dichiarare la loro appartenenza alla Carta Costituzionale e di dare il loro contributo su questa base. Vengono nell’ANPI perché significa frequentare un luogo politico che consente di sfuggire a quella morsa di cui parlava Zagrebelsky: la casta e il giro, i ricattatori e i ricattati. Senza dover scegliere il silenzio, ritirandosi e chiudendosi in casa. Ho partecipato al Congresso di Pescara e a un certo punto si è presentato un signore distinto, dichiarando: “Sono il Procuratore della Repubblica di questa città, però non sono qui per portarvi il saluto della Procura; sono qui perché come cittadino iscritto all’ANPI voglio respirare l’aria buona di questa Associazione”. Sono stato al Congresso dell’Aquila: città martire, la possiamo definire. Consiglio a chi voglia provare emozioni fortissime di fare un giro, come hanno fatto fare a me, nel centro storico; davvero, solo nei film più forti e più duri si possono vedere scene del genere. Una città morta, transennata, chiusa, presidiata dai militari, dove vagano come ombre poche persone (quella mattina eravamo 3 o 4 in tutto). Eppure al Congresso – un congresso di rinascita, di rifondazione – c’erano il vec-

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nuova. Seguendo i dibattiti, conoscendo tante persone, compagne e<br />

compagni, ho scoperto che l’Associazione è straordinariamente viva e<br />

vitale, molto più di quanto si possa immaginare. Ho potuto ascoltare –<br />

e ne abbiamo avuta un’eco anche stamane – raffinate analisi sulla<br />

situazione politica, sociale, internazionale. A testimonianza del fatto<br />

che nella nostra Associazione sono presenti accanto ai giovani, alle<br />

donne – a tutte quelle strane categorie che definiamo sociologicamente<br />

in questo modo – anche gli intellettuali, cioè coloro che riflettono,<br />

pensano, scrivono. Quelli che una volta si chiamavano intellettuali<br />

“engagé”, che si schierano, prendono parte.<br />

Abbiamo iniziato una bella esperienza un anno fa, quando chiamammo<br />

a raccolta intellettuali e artisti, a livello nazionale, chiedendo<br />

di “metterci la faccia”, cioè di definirsi “italiani di Costituzione”. Non<br />

è rimasta un’esperienza isolata: è divenuta un torrente che ha percorso<br />

tutto il Paese.<br />

Questi intellettuali, professori universitari, artisti, giornalisti sono<br />

tanti, vengono da noi, in ogni ANPI provinciale. Nei partiti non vanno<br />

più, ne stanno alla larga. Il ruolo degli intellettuali nei partiti costituisce<br />

un dibattito superato dalla deriva politica degli ultimi anni. Nella<br />

bella relazione di ieri Zagrebelsky ci parlava di casta, di giro… Ebbene,<br />

agli intellettuali che hanno ancora voglia di schierarsi chiediamo di<br />

dichiarare la loro appartenenza alla Carta Costituzionale e di dare il<br />

loro contributo su questa base.<br />

Vengono nell’ANPI perché significa frequentare un luogo politico<br />

che consente di sfuggire a quella morsa di cui parlava Zagrebelsky: la<br />

casta e il giro, i ricattatori e i ricattati. Senza dover scegliere il silenzio,<br />

ritirandosi e chiudendosi in casa.<br />

Ho partecipato al <strong>Congresso</strong> di Pescara e a un certo punto si è presentato<br />

un signore distinto, dichiarando: “Sono il Procuratore della<br />

Repubblica di questa città, però non sono qui per portarvi il saluto della<br />

Procura; sono qui perché come cittadino iscritto all’ANPI voglio respirare<br />

l’aria buona di questa Associazione”.<br />

Sono stato al <strong>Congresso</strong> dell’Aquila: città martire, la possiamo definire.<br />

Consiglio a chi voglia provare emozioni fortissime di fare un giro,<br />

come hanno fatto fare a me, nel centro storico; davvero, solo nei film<br />

più forti e più duri si possono vedere scene del genere. Una città morta,<br />

transennata, chiusa, presidiata dai militari, dove vagano come ombre<br />

poche persone (quella mattina eravamo 3 o 4 in tutto). Eppure al<br />

<strong>Congresso</strong> – un congresso di rinascita, di rifondazione – c’erano il vec-

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