Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

15.06.2013 Views

SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA • Seguire e valutare l’attività e la gestione degli enti locali (Regioni, Province, Comuni) e del governo. • Seguire con valutazione critica anche il nostro operato: ogni organismo attivo ha bisogno di controlli e autocontrolli senza i quali non potrà garantire piena efficienza. • Fornire a tutti i Presidenti delle Sezioni e ai Revisori dei conti una copia del nostro Statuto e della Costituzione. • Dedicare un settore specifico presso il Comitato Nazionale dell’ANPI alle minoranze linguistiche e nazionali. Nella Repubblica di Slovenia, a Capodistria-Koper, è presente una minoranza di cittadini di madre lingua italiana, la Comunità degli italiani in Slovenia. Nella Regione Friuli-Venezia Giulia siamo presenti noi, cittadini italiani ma di nazionalità slovena: la nostra nazionalità è tutelata con la Legge n. 38 che, dopo dieci anni, non è del tutto applicata. Esistono altre comunità, minoranze o maggioranze in rapporto al numero totale dei cittadini residenti nel territorio linguisticamente misto: si tratta d comunità alle quali l’ANPI potrebbe offrire il patrocinio morale. • Nel 150° dell’Unità, dobbiamo operare per cementare il senso di appartenenza al Paese di tutti coloro che si riconoscono nei valori della Costituzione: gli italiani, le minoranze storiche come la mia, accanto alle nuove comunità immigrate. Senza un impegno costante e concreto, libertà, uguaglianza, fraternità e pace rimarranno solo vuote parole. Viva l’ANPI, per i valori della Resistenza! Franco Busetto ANPI Veneto Care delegate, cari delegati, compagni e amici della Presidenza, siamo a Torino, cuore dell’Unità d’Italia, alle cui celebrazioni l’ANPI partecipa con tutto il suo animo, con tutta la sua storia. Attese e delusioni hanno caratterizzato tutta la storia unitaria. Delusi i veri padri del Primo Risorgimento: Carlo Cattaneo muore esule in Svizzera dopo aver rifiutato il seggio nel parlamento monarchico, Giuseppe Mazzini muore a Pisa sotto falso nome e Giuseppe Garibaldi chiude la sua epopea come eroe celebrato ma emarginato a Caprera. Delusi i contadini del Mezzogiorno che avevano sperato nella rivoluzione sociale, delusi gli italiani per la durissima situazione economica degli ultimi decenni dell’Ottocento, tale da provocare un’emigrazione di massa. 75

76 SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA Il punto essenziale è che il saldo di benefici e costi dell’Unità è stato largamente positivo. L’unificazione territoriale ha consentito di entrare nella modernità creando una estesa rete ferroviaria, riducendo il latifondo, combattendo l’analfabetismo. Gli italiani avevano compreso – come cantò Goffredo Mameli – che nei secoli erano stati calpestati e derisi perché non erano un solo popolo, perché erano divisi. Nel Risorgimento un popolo morto tornava a rivivere. Un processo in parte analogo, si è svolto nell'ultimo cinquantennio della nostra storia. La Repubblica del 1946 nacque sotto i migliori auspici perché nasceva dalla Resistenza e dal pensiero laico e repubblicano. Essa – disse bene Alcide De Gasperi – armonizzava in sé le aspirazioni umanitarie di Mazzini, le concezioni universalistiche del cristianesimo, le speranze internazionaliste dei lavoratori. Ora purtroppo vediamo l’Italia ridicolizzata sul piano internazionale dagli intrattenimenti del Capo del Governo. Un’Italia indicata tra gli Stati più corrotti, lacerata da spinte leghiste alla separazione e alla paura del diverso. Nuove delusioni che producono scoramento nell’animo degli italiani e tentazioni di ritrarsi ognuno nel proprio particolare. Da questo Congresso Nazionale dell’ANPI si leva una parola d’incoraggiamento e di speranza per gli italiani. Dobbiamo insistere nello spirito della Resistenza e della Costituzione, sullo slancio del miracolo economico di cui siamo stati protagonisti, sul sacrificio dei soldati della Prima guerra mondiale, sul ricordo degli eroi del Risorgimento, su quello dei ragazzi impiccati agli alberi di Bassano del Grappa, caduti per la libertà, per rinnovare l’Italia, per edificare un Paese migliore. Ci spingono in questa direzione: i fattori della crisi economica mondiale; il risveglio e le ribellioni, in questi giorni, delle popolazioni di Egitto, Tunisia, Libia; il rifiuto dei lavoratori di sottomettersi ai ricatti di Sergio Marchionne; il grande rilancio del movimento delle donne per la libertà, la moralità, l’occupazione (la grande manifestazione del 6 marzo); la ricerca dell’unità da parte dei giovani, che ha trovato il suo spazio anche nell’ANPI con le importanti novità dell’Art. 23 dello Statuto. La deriva autoritaria si manifesta soprattutto nell'attacco alla Costituzione. Ma quando pochi anni fa ci fu il tentativo, in Parlamento, di manipolare la nostra Carta fondamentale, il popolo italiano, anche grazie al contributo e alla mobilitazione unitaria dell'ANPI e delle associazioni combattentistiche, sventò quel tentativo e salvò la Costituzione con il referendum del giugno 2006.

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Il punto essenziale è che il saldo di benefici e costi dell’Unità è stato<br />

largamente positivo. L’unificazione territoriale ha consentito di entrare<br />

nella modernità creando una estesa rete ferroviaria, riducendo il latifondo,<br />

combattendo l’analfabetismo. Gli italiani avevano compreso –<br />

come cantò Goffredo Mameli – che nei secoli erano stati calpestati e<br />

derisi perché non erano un solo popolo, perché erano divisi. Nel<br />

Risorgimento un popolo morto tornava a rivivere.<br />

Un processo in parte analogo, si è svolto nell'ultimo cinquantennio<br />

della nostra storia. La Repubblica del 1946 nacque sotto i migliori<br />

auspici perché nasceva dalla Resistenza e dal pensiero laico e repubblicano.<br />

Essa – disse bene Alcide De Gasperi – armonizzava in sé le<br />

aspirazioni umanitarie di Mazzini, le concezioni universalistiche del<br />

cristianesimo, le speranze internazionaliste dei lavoratori.<br />

Ora purtroppo vediamo l’Italia ridicolizzata sul piano internazionale<br />

dagli intrattenimenti del Capo del Governo. Un’Italia indicata tra gli<br />

Stati più corrotti, lacerata da spinte leghiste alla separazione e alla<br />

paura del diverso. Nuove delusioni che producono scoramento nell’animo<br />

degli italiani e tentazioni di ritrarsi ognuno nel proprio particolare.<br />

Da questo <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> dell’ANPI si leva una parola d’incoraggiamento<br />

e di speranza per gli italiani. Dobbiamo insistere nello<br />

spirito della Resistenza e della Costituzione, sullo slancio del miracolo<br />

economico di cui siamo stati protagonisti, sul sacrificio dei soldati della<br />

Prima guerra mondiale, sul ricordo degli eroi del Risorgimento, su<br />

quello dei ragazzi impiccati agli alberi di Bassano del Grappa, caduti<br />

per la libertà, per rinnovare l’Italia, per edificare un Paese migliore.<br />

Ci spingono in questa direzione: i fattori della crisi economica mondiale;<br />

il risveglio e le ribellioni, in questi giorni, delle popolazioni di<br />

Egitto, Tunisia, Libia; il rifiuto dei lavoratori di sottomettersi ai ricatti<br />

di Sergio Marchionne; il grande rilancio del movimento delle donne<br />

per la libertà, la moralità, l’occupazione (la grande manifestazione del<br />

6 marzo); la ricerca dell’unità da parte dei giovani, che ha trovato il suo<br />

spazio anche nell’ANPI con le importanti novità dell’Art. 23 dello<br />

Statuto.<br />

La deriva autoritaria si manifesta soprattutto nell'attacco alla<br />

Costituzione. Ma quando pochi anni fa ci fu il tentativo, in Parlamento,<br />

di manipolare la nostra Carta fondamentale, il popolo italiano, anche<br />

grazie al contributo e alla mobilitazione unitaria dell'ANPI e delle associazioni<br />

combattentistiche, sventò quel tentativo e salvò la Costituzione<br />

con il referendum del giugno 2006.

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