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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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46<br />

SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

stato scritto: è la sua vita, la sua testimonianza, lo slancio che ci ha trasmesso,<br />

la voglia di continuare quel che ha iniziato lei.<br />

Fin dal 1978, nel trentennale della Costituzione, aveva costituito a<br />

Parma col Prof. Occhiocupo, docente di diritto Costituzionale nella<br />

nostra università, il Comitato “Scuola e Costituzione”. Poi, da responsabile<br />

delle donne dell’ANPI, nel 1988 (40° anniversario), promuove a<br />

Milano il convegno nazionale “Lettura al femminile della<br />

Costituzione”. Insomma si può dire in qualche modo che la nostra<br />

Carta fu il filo conduttore su cui Mirka dipanò la sua Resistenza dopo<br />

la Liberazione. Fu la sua Resistenza e la sua passione espressa con altri<br />

mezzi. Soprattutto in due direzioni: la scuola e i giovani, le donne.<br />

In apertura di quel convegno del 1988 fu detto che “un legame di<br />

dipendenza diretto dalla Resistenza” va individuato nel “fatto che uno<br />

degli aspetti più innovativi della nostra Costituzione era quello che<br />

riguardava la condizione femminile”. Perché le donne della Resistenza<br />

– e in prima linea Mirka come dirigente dei Gruppi di Difesa della<br />

Donna – “si sono battute non solo ma anche per la loro liberazione femminile”.<br />

Ecco quale era la loro battaglia. Mirka raccontava che durante la<br />

Resistenza, quando per farlo si rischiava la vita, le donne celebravano<br />

l’8 marzo. L’8 marzo del ’45 le donne della Resistenza di Parma portarono<br />

al cimitero un fiore sulle tombe senza nome di Partigiani vittime<br />

della violenza fascista. E in un’epoca – consola dirlo soprattutto in quest’ora<br />

buia – in cui le donne non avevano ancora conquistato il diritto<br />

di voto, noi avemmo la prima donna ministro nella Repubblica<br />

Partigiana dell’Ossola: Gisella Floreanini; e non Tina Anselmi (che lo<br />

fu nel 1976), come si ritiene. Insomma, la partecipazione delle donne<br />

alla Resistenza fu la prima grande esperienza di emancipazione di<br />

massa del nostro Paese. Così il diritto di voto, come diceva sempre<br />

Mirka, fu conquistato dalle donne, non concesso.<br />

Il carattere assolutamente paritario della nostra Costituzione (Artt.<br />

3, 4, 37, 48, 51…) ha permesso alle donne italiane di continuare sulla<br />

strada di quella rivoluzione di cui parla Piero Calamandrei: «La<br />

Costituzione è non l’epilogo di una rivoluzione già fatta, ma il preludio,<br />

l’introduzione, di una rivoluzione, nel senso giuridico e legalitario,<br />

ancora da fare». La Carta infatti gettò le basi per quella che fu definita<br />

l’unica rivoluzione, pacifica, del ’900: quella delle donne.<br />

Vorrei ricordare la grande modernità, la grande attualità di quel convegno.<br />

Forse perché, come disse Mirka «il cambiamento dell’Italia (…)<br />

ha bisogno delle donne (…). Cinquant’anni fa la nuova Italia ha comin-

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