Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

15.06.2013 Views

Costituzione va contrastata con la denuncia e la battaglia politica, non con provocazioni finalizzate a escluderli dalle piazze e dai luoghi dove si celebra la Memoria e si festeggia la ritrovata libertà. – Attualizzare la Memoria. Nel suo ultimo libro, I sommersi e i salvati, Primo Levi già si poneva la questione della necessità di un ripensamento, o meglio un approfondimento, non certo sulla necessità o meno di ricordare, ma sul senso da dare a questo ricordare, e su quale uso farne: la svolta da compiere consiste nel “preservare la dimensione etica della Resistenza facendola entrare nella storia per integrare la Memoria in sapere, in modo che il passato non passi, non si riduca alla mera rievocazione della sofferenza legata a una storia finita, ma si trasformi in indignazione contro ciò che non va nel presente in cui viviamo. Per definizione la storia esamina il passato, ma lo fa sempre per rispondere alle domande del presente in funzione delle scelte del futuro. Non si può fare la storia del presente, ma si può pensare storicamente il presente per leggerlo sulla base di quel che è accaduto nel passato”. Se la memoria resta rinchiusa nella sua dimensione storica locale e particolare, si smarrisce il rapporto tra il ruolo simbolico nazionale ed europeo che queste rievocazioni dovrebbero avere e quello puramente celebrativo che nasce e muore con l’evento celebrato. Senza questo collegamento si perde l’indispensabile nesso tra funzione conoscitiva (sapere perché non accada più) e funzione etica (cittadini consapevoli dei valori universali di civiltà e di cittadinanza, quindi più responsabili e migliori). Non ci sarà più un’azione di contrasto all’avanzare dell’ipertrofia della memoria e dell’indifferenza etica. Cosa vuol dire farsi coscienza critica della società e della politica? L’elenco delle criticità da affrontare è contenuto nel documento politico-programmatico. Altre se ne potrebbero aggiungere. Ma il problema, come sempre, è il “come”. Non siamo un partito e non spetta a noi offrire l’alternativa. Se però restiamo ripiegati sul presente, ingabbiati dall’antiberlusconismo invece di cercare il futuro, non riusciremo a diventare un punto di riferimento. Affronterò sinteticamente sei degli argomenti più attuali e più impegnativi. – La divaricazione tra il lavoro e la democrazia. Con la globalizzazione, gestita all’insegna del mercato che si autoregola, si è rotto il ciclo dello sviluppo virtuoso del dopoguerra, basato sull’economia sociale di mercato. Ma è finito anche l’imbroglio liberista del ciò che è buono per il capitale, è buono per tutti, subito anche dalle forze di sinistra e progressiste, in tutta Europa. Le cose non torneranno come 285 DOCUMENTI APPROVATI ORGANISMI DIRIGENTI ELETTI INTERVENTI E DOCUMENTI DEPOSITATI MESSAGGI PERVENUTI AL CONGRESSO

DOCUMENTI APPROVATI ORGANISMI DIRIGENTI ELETTI INTERVENTI E DOCUMENTI DEPOSITATI MESSAGGI PERVENUTI AL CONGRESSO prima. Che fare? La difesa dello status quo non porta da nessuna parte. Le divisioni sindacali non aiutano. Sbaglia il governo a strumentalizzarle. Sbagliamo noi a schierarci invece di costruire ponti. La ricetta è quella indicata dal Presidente Barack Obama: riduzione del debito pubblico – per non scaricarlo sulle spalle delle giovani generazioni – accompagnato da investimenti significativi in istruzione, cultura, ricerca, infrastrutture e fonti di energia rinnovabile. Vale a dire sacrifici e investimenti sul futuro. Il ministro delle Finanze tedesco, Wilhelm Schauble, ha proposto di fissare un tetto al debito nella Carta costituzionale. Perché no? “Non è accettabile un capitalismo autoreferenziale che pretende di fissarsi da solo le regole del gioco ed erigere i propri profitti quale valore assoluto per le scelte che fa. Le imprese hanno una responsabilità verso il proprio Paese”, ha affermato Obama. Ma non è neppure accettabile una narrazione ottocentesca della realtà odierna da parte sindacale! Dalle opposizioni, divise tra la difesa dell’esistente e l’evocazione del riformismo, non arrivano proposte alternative. Non basta limitarsi a predicare che vanno garantiti il diritto al lavoro e i diritti del lavoro, il problema è come coniugarli. Tanti sono ancora fermi alla lotta di classe, quando il conflitto sociale oggi è tra il mondo della produzione e quello del profitto finanziario, della speculazione e delle rendite. In una situazione di pluralismo sindacale l’unanimità non può essere il criterio di riferimento per l’approvazione delle piattaforme e degli accordi. Nella Costituzione (Artt. 39, 40, 46) è indicato come dovrebbero essere affrontati questi problemi. – Gli Stati Uniti d’Europa. Il mutamento epocale che si sta verificando obbliga a pensare in termini planetari la politica, l’economia, la demografia, l’ecologia, la salvaguardia dei patrimoni naturali, culturali, artistici e delle stesse diversità regionali. Le classi dirigenti e la politica sono ferme alla dimensione nazionale e alla sommatoria delle politiche nazionali. La Resistenza ha avuto un respiro e una dimensione europea, da cui gli esuli di Ventotene hanno tratto ispirazione per il Manifesto per un’Europa libera e unita, redatto da Altiero Spinelli nel 1941. La prospettiva europea si è appannata. Tocca anche all’ANPI farsi promotrice di una campagna di informazione e di adesione tra i cittadini per gli Stati Uniti d’Europa. Insieme a tutte le forze disponibili in Italia e nel resto del continente, a cominciare dal Movimento Federalista Europeo. – Un nuovo modello di sviluppo per un economia giusta. “Alla fine della crisi le cose non ritorneranno come prima. (…) Finito l’imbroglio 286

Costituzione va contrastata con la denuncia e la battaglia politica, non<br />

con provocazioni finalizzate a escluderli dalle piazze e dai luoghi dove<br />

si celebra la Memoria e si festeggia la ritrovata libertà.<br />

– Attualizzare la Memoria. Nel suo ultimo libro, I sommersi e i salvati,<br />

Primo Levi già si poneva la questione della necessità di un ripensamento,<br />

o meglio un approfondimento, non certo sulla necessità o<br />

meno di ricordare, ma sul senso da dare a questo ricordare, e su quale<br />

uso farne: la svolta da compiere consiste nel “preservare la dimensione<br />

etica della Resistenza facendola entrare nella storia per integrare la<br />

Memoria in sapere, in modo che il passato non passi, non si riduca alla<br />

mera rievocazione della sofferenza legata a una storia finita, ma si trasformi<br />

in indignazione contro ciò che non va nel presente in cui viviamo.<br />

Per definizione la storia esamina il passato, ma lo fa sempre per<br />

rispondere alle domande del presente in funzione delle scelte del futuro.<br />

Non si può fare la storia del presente, ma si può pensare storicamente<br />

il presente per leggerlo sulla base di quel che è accaduto nel passato”.<br />

Se la memoria resta rinchiusa nella sua dimensione storica locale<br />

e particolare, si smarrisce il rapporto tra il ruolo simbolico nazionale<br />

ed europeo che queste rievocazioni dovrebbero avere e quello puramente<br />

celebrativo che nasce e muore con l’evento celebrato. Senza<br />

questo collegamento si perde l’indispensabile nesso tra funzione conoscitiva<br />

(sapere perché non accada più) e funzione etica (cittadini consapevoli<br />

dei valori universali di civiltà e di cittadinanza, quindi più<br />

responsabili e migliori). Non ci sarà più un’azione di contrasto all’avanzare<br />

dell’ipertrofia della memoria e dell’indifferenza etica.<br />

Cosa vuol dire farsi coscienza critica della società e della politica?<br />

L’elenco delle criticità da affrontare è contenuto nel documento politico-programmatico.<br />

Altre se ne potrebbero aggiungere. Ma il problema,<br />

come sempre, è il “come”. Non siamo un partito e non spetta a noi<br />

offrire l’alternativa. Se però restiamo ripiegati sul presente, ingabbiati<br />

dall’antiberlusconismo invece di cercare il futuro, non riusciremo a<br />

diventare un punto di riferimento. Affronterò sinteticamente sei degli<br />

argomenti più attuali e più impegnativi.<br />

– La divaricazione tra il lavoro e la democrazia. Con la globalizzazione,<br />

gestita all’insegna del mercato che si autoregola, si è rotto il<br />

ciclo dello sviluppo virtuoso del dopoguerra, basato sull’economia<br />

sociale di mercato. Ma è finito anche l’imbroglio liberista del ciò che è<br />

buono per il capitale, è buono per tutti, subito anche dalle forze di sinistra<br />

e progressiste, in tutta Europa. Le cose non torneranno come<br />

285<br />

DOCUMENTI APPROVATI ORGANISMI DIRIGENTI ELETTI<br />

INTERVENTI E DOCUMENTI<br />

DEPOSITATI<br />

MESSAGGI PERVENUTI<br />

AL CONGRESSO

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!