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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

ripeto, il prodotto di sporadiche deviazioni. Bensì, la risultante di un<br />

sistema.<br />

Prima di tentare di descrivere questo sistema, volevo ricordare ai<br />

presenti – essendone tra i responsabili dell’organizzazione – una serie<br />

di incontri, discussioni, iniziative che si terranno, qui a Torino, dal 13<br />

al 18 aprile prossimi, per parlare della qualità della nostra democrazia.<br />

Il tema principale di questo evento, che abbiamo battezzato col titolo<br />

“Biennale democrazia”, sarà “Potere di tutti, di tanti o di pochi?”. E in<br />

questo interrogativo abbiamo voluto essere prudenti, senza spingerci<br />

fino all’estremo opposto alla democrazia: il potere di uno. Al polo<br />

opposto del concetto “tutti”, c’è l’“uno”, e non si può proprio più parlare<br />

di democrazia.<br />

Passiamo al sistema. Si discute da qualche anno in Italia dell’esistenza<br />

di un regime “castale”. Un libro famoso descrive, in modo giornalistico,<br />

la situazione del nostro Paese: La casta. Questo termine, solitamente,<br />

è utilizzato in un accezione molto generica in quanto, credo,<br />

nessuno intende fare preciso riferimento alle reali trasformazioni oligarchiche<br />

della nostra democrazia. La democrazia è un regime fragilissimo<br />

poiché può alimentare essa stessa, al suo interno, deviazioni e corruzioni.<br />

Senza che le sue regole formali, la scorza, vengano alterate<br />

minimamente.<br />

Una delle deviazioni principali è, appunto, la trasformazione del<br />

regime dei “tanti” o dei “tutti”. È una legge naturale di tutti i sistemi<br />

di governo dei grandi numeri – quale è la democrazia – che al loro<br />

interno si sviluppino delle forme oligarchiche, delle tendenze oligarchiche<br />

che conducono alla espropriazione del potere dei tanti o dei<br />

tutti, a favore dei “pochi”. Riferendosi alla casta si allude a qualcosa<br />

di simile, ma credo che l’immagine della casta non renda perfettamente<br />

l’idea, non spieghi ciò che effettivamente avviene da noi. La<br />

casta dà l’impressione di una società strutturata per piani sovrapposti:<br />

chi sta sopra e chi sta sotto, i bramini e i paria. In Italia, le cose non<br />

stanno così.<br />

Per rendere l’immagine più corrispondente alla realtà voglio utilizzare<br />

un’espressione semplice ma, secondo me, efficace: il “giro”, il<br />

giro di potere. La casta dà idea di una stratificazione orizzontale, il giro,<br />

invece, di un movimento dal basso all’alto e dall’alto al basso.<br />

Qualcosa di trascinante, un giro di potere che può portare su, oppure<br />

giù. Cosa intendo dire? Esattamente quello che pensiamo quando –<br />

credo sia capitato a tutti – vediamo qualcuno dai meriti sconosciuti o<br />

incerti (o anche dai demeriti molto certi) che, improvvisamente, assur-<br />

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