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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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DOCUMENTI APPROVATI ORGANISMI DIRIGENTI ELETTI<br />

INTERVENTI<br />

E DOCUMENTI DEPOSITATI<br />

MESSAGGI PERVENUTI<br />

AL CONGRESSO<br />

262<br />

e agli illustri relatori i saluti più augurali di tutta la Federazione della<br />

Stampa e i miei personali.<br />

Gli italiani che hanno sacrificato la loro vita e i loro affetti partecipando<br />

come Partigiani alla guerra di Liberazione hanno scritto<br />

una delle pagine più alte e più nobili della storia unitaria della nostra<br />

nazione. Non a caso, i vostri lavori si svolgono nell’anno che celebra<br />

il 150° dell’Unità d’Italia.<br />

Una storia piena di pagine gloriose e di sacrifici di un popolo<br />

che si sentiva nazione e che aspirava all’unità, alla libertà e alla<br />

democrazia, valori perenni non facili da conquistare e che ancora<br />

oggi richiedono l’attenzione vigile e costante di tutti quegli italiani<br />

che in essi si sentivano e si sentono rappresentati. Anche per questo<br />

il vostro <strong>Congresso</strong> assume un grande significato che deve essere da<br />

tutti apprezzato.<br />

Con i migliori auguri di buon lavoro, auguri sentiti e cordiali.<br />

Franco Siddi<br />

Segretario generale<br />

Federazione <strong>Nazionale</strong><br />

della Stampa Italiana<br />

Carissimo Presidente Ricci, carissimi amici,<br />

innanzitutto grazie dell’invito al <strong>15°</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong><br />

dell’ANPI, al quale purtroppo non mi è possibile partecipare.<br />

Nondimeno desidero esprimere a Lei e, per il Suo cortese tramite, ai<br />

membri dell’Associazione il mio vivo apprezzamento per il costante<br />

lavoro dell’ANPI, il cui fulcro è il valore della nostra Carta<br />

Costituzionale.<br />

Celebriamo quest’anno i 150 anni dell’Unità d’Italia. L’Unità non<br />

fu un traguardo facile. Cinquant’anni dopo fu lo stesso Giuseppe<br />

Prezzolini su La Voce a descrivere un’Italia ancora priva di una<br />

coscienza nazionale “senza ideali, piegata all’interesse dei più avidi<br />

e prepotenti”. Un‘Italia siffatta non poteva che spianare la strada alla<br />

deriva nazionalistica e alla follia del nazifascismo.<br />

Fu la lotta antifascista, la Resistenza e la straordinaria ricerca<br />

dell’intesa in sede di Assemblea Costituente a condurci al recupero<br />

di valori e di ideali. L’idea di nazione, l’amor di Patria riacquistarono,<br />

così, il loro fondamento di verità e il loro senso condiviso.<br />

Fu la Costituzione, quindi, la comune Patria istituzionale, la stella<br />

polare che dal dopoguerra a oggi ha consentito di affrontare fasi<br />

anche acute e violente della vita politica del Paese, senza che venis-

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