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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

Prolusione<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

Prof. Gustavo Zagrebelsky<br />

Presidente Emerito della Corte Costituzionale<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

Un saluto a tutte le delegate e i delegati.<br />

Vorrei parlare dei giovani, perché da diversi anni si è manifestata<br />

una ripresa dell’interesse per la storia delle vicende del Paese e della<br />

voglia di partecipazione. Dobbiamo riuscire a offrire loro dei punti di<br />

aggregazione, una prospettiva e una speranza, rivolta a tante energie<br />

latenti da non mandare disperse. Questo è un impegno che vale per tutti<br />

noi, per tutti i presenti, dell’ANPI e non solo. La domanda che dobbiamo<br />

porci per fornire una risposta a questi ragazzi, peraltro molto esigenti,<br />

è se quello che noi desiderammo all’indomani della guerra è<br />

stato realizzato. Se scorriamo le pagine delle Lettere dei condannati a<br />

morte della Resistenza oppure i programmi dei partiti di allora o, ancora,<br />

gli atti dell’Assemblea Costituente, potremmo dire che si chiedevano<br />

principalmente libertà, uguaglianza, democrazia. Un insieme di<br />

valori e di princìpi che si possono riassumere nella triade dignità-legalità-diritti.<br />

Questa volontà è stata resa concreta?<br />

Cercherò di spiegare come, secondo me, essa non è stata realizzata.<br />

Non per occasionale difetto, non per corruzioni marginali, non per cattiva<br />

volontà di questo o di quello. Non è stata realizzata perché si è edificato<br />

un sistema alternativo a quello che si era immaginato. E come<br />

negli anni della Resistenza si è combattuto contro un sistema – possiamo<br />

anche dire regime, usando la parola nei termini asettici di “regimen”,<br />

nel senso di modo di reggimento di una società – così, oggi,<br />

abbiamo a che fare con un sistema in cui le mancate realizzazioni sono<br />

semplicemente la prova dell’esistenza di questo sistema. Vi chiedo di<br />

dedicare un po’ della vostra attenzione a questo punto che, secondo me,<br />

ha molta importanza per cercare di comprendere la condizione in cui ci<br />

stiamo muovendo. Il nostro compito non è indignarci su questo o quel<br />

punto, il nostro compito è prendere posizione contro un sistema di<br />

potere che ha molto poco a che vedere con quanto avevano immaginato<br />

gli uomini della Resistenza.<br />

“C’è la libertà?”, “c’è uguaglianza?”, “c’è la democrazia?”, “c’è<br />

legalità?”. Certo, non c’è più quel regime là, né i manganelli, né la dittatura.<br />

Ciò nondimeno, il sistema di potere che si è realizzato – senza<br />

quelle forme esteriori e gli strumenti espliciti di quel regime – registra<br />

anch’esso una perdita di uguaglianza, democrazia e legalità. Che non è,<br />

25

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